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giovedì 16 aprile 2015

Orgoglio di mamma. E di donna.

Sei anni fa, la mattina di un sabato di aprile, io e l'Alpmarito eravamo cosi'.


Uno dei giorni più felici della mia vita, grazie al nostro amore.


Chi l'avrebbe detto che, esattamente sei anni dopo, ci saremmo ritrovati a guardare, emozionati ed orgogliosi, una scena come questa:


Nostro figlio che pedala per la prima volta sicuro, senza rotelle.




E invece, a tre anni e cinque mesi, tu, mio piccolo grande amore, hai superato la paura e, forte dell'equilibrio appreso sugli sci e con la tua amata bici senza pedali, sei partito.

Come i grandi, senza rotelle.
Con il campanellino verde trovato nel l'uovo di Pasqua.
Con la tua bici arancione, il colore vivace che tanto ti piace e ti rispecchia.



Fiero, felice.
Cantando e ridendo mentre pedalavi, cercando di raggiungere la cuginetta grande.

Mentre in giardino, spuntavano i mughetti, gli stessi del mio bouquet da sposa.


Sei anni dopo, una giornata in cui non avevamo programmato nulla di speciale, e' diventata, all'improvviso, molto speciale, grazie al nostro bimbo ed  alla meraviglia della primavera.

E ora si che mi tocca correre per stargli dietro!!!



venerdì 31 ottobre 2014

Tra le mie letture: "Colpa delle stelle"

"Colpa delle stelle" di John Green, ed. Rizzoli, pag. 347



Un romanzo che prende, colpisce e affonda.
Triste, molto triste, come solo la malattia ed il dolore delle persone giovani sa essere.

Duro, sincero, onesto, privo di fronzoli e con poca retorica.
Una storia d'amore tra adolescenti malati di cancro.
Una storia di famiglie e affetto.
Dialoghi veloci e diretti, molto all'americana.

Non posso dire di più, rovinerei la lettura.
Posso consigliarlo, però, e lo faccio con convinzione.

Devo ammettere che mi sono avvicinata a questo romanzo con molto scetticismo, un po' per il successo presso i media dello scrittore, che tende a far salire eccessivamente le aspettative, con il rischio di grandi delusioni, un po' perché arrivavo dalla lettura di "Bianca come il latte, rossa come il sangue" di Alessandro D'Avenia, che tratta un tema molto simile.

Lo stile di D'Avenia a me personalmente piace molto di più, lo trovo più delicato e ricercato.
In compenso, questo romanzo di Green ha molto meno punti deboli, figure più verosimili o, forse, solo una visione della vita e della morte molto più vicina alla mia, senza religione, senza false, ma rassicuranti, speranze di redenzione.

Leggetelo.
Io l'ho fatto in un momento in cui è ancora fortissimo il dolore per la perdita di una carissima amica, quasi farmi del male.
In realtà, però, forse è ciò di cui avevo bisogno, al pari del romanzo di D'Avenia.
In fondo, i benefici della catarsi (quella indotta da rappresentazioni teatrali o dalla lettura di un libro, attraverso l'immedesimazione nei personaggi e la finzione scenica) erano già noti ai tempi degli antichi greci.

Con questo post partecipo, come sempre, al venerdì del libro di Paola, alias Home Made Mamma.

venerdì 24 ottobre 2014

"Bianca come il latte, rossa come il sangue"

"Bianca come il latte, rossa come il sangue" di Alessandro d'Avenia, 254 pag.



"Ogni cosa e' un colore. Ogni emozione e' un colore. Il silenzio e' il bianco..." 
E' questo l'incipit di questo romanzo e mi ha subito colpito, perché io ho da sempre l'abitudine di classificare cose, persone ed emozioni, persino azioni, in colori.
In effetti, mi sono sentita vicina ai protagonisti per tutto il libro.

Forse perché l'autore è praticamente un mio coscritto ed anche io ho frequentato il liceo classico.
Forse, più semplicemente, perché non ho dimenticato la paura del bianco dell'adolescenza, quel voler riempire la paura di rumori e suoni, il desiderio di scrivere e il timore di perdere ciò che non metti nero su bianco, dimenticando ciò che ho appreso.
Così come non ho dimenticato quel senso di estraneità della vita quotidiana da quella interiore, il senso di utilità e inutilità, a intervalli più o meno regolari, della scuola, che a volte mi prendeva.
E neppure l'amicizia e l'amore...insomma, tutto quello che fa di un ragazzo/a un ragazzo/a.
E credo anche di essere stata, almeno in parte e senza l'epilogo amoroso del libro, la Silvia di qualcuno.

L'unica figura che non mi ha convinto, di questo libro, e' il prof. Sognatore.
Nel mio percorso scolastico ho avuto molti bravi insegnanti, che mi hanno dato molto anche in termini di educazione alla vita.
Però un rapporto come quello che descrive il romanzo, mai, e stento a credere che sia possibile.
Forse non è nemmeno augurabile: ad ognuno il suo ruolo.

La scrittura e' scorrevole e semplice, i pensieri del protagonista a volte ripetitivi, per chi i sedici anni li ha superati da un pezzo, ma non per questo superficiali.
Anzi, ricordarli fa solo bene.

Certo, avrei fatto meglio a risparmiarmi la malattia ed il dolore della perdita, almeno nella scelta delle letture, visto che è un tema che, purtroppo, questo periodo mi ha toccato e mi sta toccando troppo da vicino.
Però senza non sarebbe un romanzo sulla crescita, sull'amore e sui tormenti dell'adolescenza.

Il difetto: il richiamo continuo a Dio, negli ultimi capitoli.
Per me, pensare ad una divinità non è di nessuna utilità e consolazione e più vedo malattie e dolore, più mi allontano inesorabilmente da una fede, che non sono mai riuscita ad avere.
Questo, che per me  è  un "difetto" della narrazione (anche perché la facilità molto), per altri lettori può comunque essere un punto di forza.

"Avevo bisogno dell'essenziale, e in montagna e' più facile trovarlo" 

" E' bello quando stai male avere una famiglia che ti sta vicina. Come fai se non hai una famiglia, una moglie, dei figli? Chi si prende cura di te quando stai male?...perché le cose, finché non ci sei dentro, non le capisci o non riesci a vederle. E allora i genitori ti sembrano due rompiballe professionisti, che stanno li' solo a vietarti di fare le cose che vorresti.
L'Elefante, sua moglie e i figli invece me lo hanno mostrato con chiarezza: da grande voglio una famiglia unita come la loro. Perché anche se stai male rimani tranquillo, e questo è il senso di una vita ben spesa: qualcuno cheti ama anche quando stai male. Qualcuno che sopporta il tuo odore. Solo chi ama il tuo odore ti ama davvero. Ti da' forza, ti da' serenità. E mi sembra un bel modo di mettere una diga ai dolori che capitano nella vita."

Durante l'anno scolastico Leo capisce che il miglior modo per sconfiggere un uomo o un popolo intero, e' bruciare i suoi sogni, anche attraverso i roghi di libri.
Rubando i sogni, si ruba la vita.
E su questo, credo non ci siano dubbi.
Molti libri lo dicono, molti lo dimostrano, come pure i fatto che la storia ci racconta. Eppure tanti, nel mondo, ancora ci rubano i nostri sogni.

Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Home made mamma.

lunedì 22 settembre 2014

Cronache da due matrimoni

Negli ultimi quindici giorni abbiamo partecipato a due matrimoni.
Entrambi molto curati e ben riusciti, seppur diversi.

Amicizia, musica, balli fino a mezzanotte (sì, come Cenerentola, perchè poi la mattina dopo il nano non perdona), conversazioni interessanti con persone interessanti ed intelligenti  (ed accorgersi che ne sei circondata è bellissimo), cibo, tanto cibo, buono e ben presentato, ottimo vino, tanti brindisi, risate ed eleganza.

Tanti bambini al primo, in cui è stato un pò più difficile gestire il nano, visto che il pranzo si è svolto in un ristorante con solo uno spazietto esterno, purtroppo aperto sulla strada, un po' meno piccoli al secondo, in cui pero' c'era anche lo spettacolo di magia e l'animazione (grazie sposa!)e un prato enorme in cui sfogarsi.

Verde il primo,

con piccole piante grasse in vasetto a far da bomboniere e segnaposto ed addobbi floreali ricercati con i nomi dei tavoli in tema....


e piatti molto speciali a pranzo...



e buffet la sera, in una bella villa d'epoca....
















 P.s. Gli  sposini di Lego sulla "torta", arrivati direttamente da New York, erano stupendi!!!


Rosso il secondo.





Con lo sposo nell'abito da cerimonia tradizionale delle Guide Alpine, completo di cappello con piume di gallo cedrone...
e le bandiere degli Alfieri del Carnevale, perchè la sposa è una di loro...

E


I tavoli in tema montagna, vasetti di miele personalizzati a far da bomboniere....
 A noi la cima più bella!!



E poi i parenti venuti da lontano, chiacchere, autoscatti, fotografie e la gioia di vedere sposi felici ed innamorati.






E poi ancora amici ritrovati, cugini da salutare e con cui mangiarsi una pizza, ospiti a pranzo e qualche corsetta per smaltire,  per due weekend faticosi ma molto allegri!

 Adesso basta però, gli innamorati sono pregati di attendere il 2015, che per per questo 2014 abbiamo già dato. Grazie.

martedì 12 agosto 2014

Quando a sposarsi sono gli amici...

Quest'anno, tra matrimoni, battesimi e prime comunioni, gli inviti fioccano e le nostre finanze piangono, altro che vacanze!

Pero' sono tutti inviti sentiti, per momenti in cui siamo onorati di esserci e di essere voluti.





 ...particolari da un battesimo...






 E poi, quando a sposarsi è un'amica degli anni dell'università, il matrimonio è anche un'occasione per ritrovarsi, per ricordare, per divertirsi.

Senza contare che tante cerimonie significato tante occasioni per vestirsi bene e cercare di essere al top!

Gli anni dell'università mi mancano.
Intendiamoci, non è che fossei meno ansiosa, piu' ottimista o felice di adesso.
Solo che avevo l'impressione di avere piu' tempo, mi sentivo piu' giovane e, soprattutto, c'era molto piu' spazio per lo sport e gli amici.
E' quindi stato un piacere rivederci e ritrovarci, pur consapevoli che "ogni esperienza ha il suo tempo" ed è giusto cosi'.
L'atmosfera e le emozioni erano quelli giusti (e non è affatto scontato, purtroppo), perchè loro sono una di quelle coppie solide ed innamorate, "rodate" da anni di fidanzamento ma, soprattutto, da scelte lavorative che li hanno tenuti a lungo lontani, anche se solo fisicamente, e da un pesante lutto in famiglia, una di quelle coppie "cresciute insieme", dagli occhi luccicanti di amore e promesse.
E in un periodo in cui vedo e sento di separazioni, crisi di coppia e "coppie pendolari per forza", situazioni rese piu' frequenti dalla crisi economica e lavorativa che tutti stiamo vivendo, ne avevo proprio un gran bisogno.
E cosi', in una rara giornata soleggiata e senza pioggia del luglio peggiore (metereologicamente parlando) della mia vita, si sono detti il fatidico "Si' ".

 (La sgranatura è voluta, non pensate male!)
 Il mio biondino, in camicia e pantaloni scuri, come il suo adorato papà, è stato bravo, anche se è scappato fuori dalla chiesa appena prima che entrasse la sposa e non vi ha piu' fatto ritorno...d'altro canto, alla religione non siamo avvezzi.

Tutto era semplice ma curato ed elegante.
 Gli sposi hanno scelto un luogo incantevole dove cenare (la cerimonia era pomeridiana, ottima scelta), a due passi dal centro di Torino ma...sembrava di essere in un altro mondo, senza traffico nè rumori, circondati dal verde di una meravigliosa villa di campagna antica...






L'aperitivo all'aperto e tutte le porte e vetrate sempre spalancate su un'ampio prato verde, sono state il tocco che ha permesso anche ai genitori come noi ed ai piccoli di godere del pomeriggio e della serata...

 (Per la cronaca, quella riflessa nel vetro sono io!)

 Gli sposi ci hanno pensato e io l'ho apprezzato davvero tanto, anche se i bimbi non erano poi molti, fatto che, ancora una volta, mi ha stupito molto.
Di nostri coetanei genitori praticamente non c'era nessuno.
Ovviamente, non sempre è questione di scelte pero' quando sento affermare da qualcuna che "si' certo, vorremmo dei figli ma c'è tempo", mi viene da dire loro che non è cosi' scontato che arrivino quando si decide di cercarli e che se è davvero un desiderio, aspettare troppo puo' essere pericoloso.
Poi, per fortuna, penso che sono argomenti troppo intimi e sto zitta, pero' ho l'impressione che siano loro "in ritardo" e non noi "in anticipo", come ci suggeriscono.
In ogni caso, visto come ti cambia la vita un figlio, ciascuno deve aspettare il SUO momento giusto.
Il nostro divoletto biondo, comunque, è stato bravissimo, come sempre in questi casi (per fortuna) e bello, bellissimo, nel suo abbigliamento elegante (che è durato poco poco!!!).
Ha apprezzato il menu' eccellente, assaggiando antipasti e i primi, ed alle 22.00 si è pacificamente addormentato nel suo passeggino, permettendoci di conversare ancora un po' ed assistere al taglio della torta ed all'apertura dei balli.





So che non tutti ritengono sia il caso di portare i bimbi con se' ai matrimoni ma...i momenti per stare insieme sono cosi' pochi e poi si tratta di un'occasione gioiosa e di socialità che è un peccato negargliela, anche se cio' significa qualche rinuncia per noi.

Ciascun cartoncino segnaposto di ogni tavolo riportava una frase sul matrimonio ed erano tutte simpatiche, ironiche, romantiche e vere...come quella sul nostro, davvero azzeccata!!!

"Una coppia è bel assortitata quando entrambi i coniugi sentono il desiderio di litigare nello stesso momento." - Jean Rostand

La vista notturna su Torino era incantevole ...

....anche se la foto da compatta senza cavalletto è un disastro e pure se la mattina dopo, quando il nano si è svegliato come al solito alle sette, non ci è stata di gran consolazione (e dire che siamo rientrati all'una, non alle quattro del mattino!)
Decisamente, non ho piu' il fisico di una volta!!!