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giovedì 1 ottobre 2015

Succede a Settembre


Settembre è iniziato bene e terminato abbastanza male.

Siamo stati al mare, senza tablet e connessione internet ed è stata una pausa rigerenerante di cui avevamo davvero molto bisogno.

I weeekend sono stati quasi tutti dedicati a matrimoni, tre in un mese, uno al mare, uno vicino a casa, uno in montagna.

Abbiamo ballato molto, chiaccherato molto, bevuto e mangiato troppo.

Le giornate lavaorative al rientro sono state frenetiche e mi hanno assorbita tanto e stressata ancor di più, ma fa parte del gioco e va bene così.

A settembre è ricominciata la scuola dell'infanzia e le paure ed i sensi di colpa dell'altro anno, sembrano acqua passata. L'emozione di mamma no, quella rimane.
Il ricciolino biondo non vedeva l'ora di ricominciare e non ha manifestato particolari disagi.
Poi il secondo giorno mi ha chiesto quando sarebbero iniziate le vacanze, "quelle lunghe lunghe", perchè a pensarci bene si era già stufato.
Ho detto tutto.

Abbiamo corso e siamo andati in bicicletta tutti e tre insieme, godendo dell'aria aperta il più possibile.

C'e' stato il compleanno di un'amica che se ne è andata troppo presto, la cui assenza fa ancora molto male, e pochi giorni dopo il primo anniversario della sua morte.

Io e l'Alpmarito abbiamo passato una domenica ad aiutare a fare un trasloco incrociato di quelli che non vorresti mai vedere, perchè conseguenza di una rottura che fa male. Comunque è andata anche questa.

Nel mezzo abbiamo cominciato l'impianto elettrico della casa nuova ed io ho cercato di fare "il bocia", come si dice in Piemonte, dell'Alpmarito, rimediando un bernoccolo  (no, non mi ha piacchiato, ho battuto il cranio sull'appoggio del trave del tetto, in mansarda. Due sabati di lavoro, due botte sullo stesso travetto, quando si dice l'attenzione e la furbizia!!! ) e qualche tanti insulti.
Decisamente, non è il mio mestiere.

Vedremo se con i pavimenti andrà meglio, almeno quelli una volta li ho già fatti ed il risultato (ottimo) lo calpestiamo ogni giorno da 8 anni a questa parte!

Comunque precede. A fatica e con grossi sacrifici ma procede.

A settembre, nel tirare fuori dal'armadio i vestiti autunnali invernali, abbiamo dovuto prendere atto che il ricciolino è cresciuto tantissimo, in altezza ed in peso (pur rimanendo magrolino).
E di conseguenza, abbiamo ceduto alla richiesta di un letto "da grandi"!

Il risultato è stato un sabato pomeriggio di fatica ed il mio armadio "quattro stagioni" con un'anta che non si può aprire più completamente, un materasso nuovo e la cantina di casa  che è già piena prima ancora di vederci traslocare.

Soprattutto, però, il risultato è che il mio cuore ha perso un colpo.

 Che ne dite ?

Settembre è finito con la mia amata nonna bis che si è ammalata di nuovo e con una delusione ed un forte dolore dentro di cui non so parlare.

Però oggi è iniziato ottobre, quel che è successo è successo e io sono forte. Lo so.

"Succede a " è una iniziativa di Mamma Piky.  Sua è anche la foto iniziale, dal bel sapore autunnale.

lunedì 14 settembre 2015

Ritornano a settembre.

Secondo anno di materna (perdon, scuola dell'infanzia, non mi abituerò mai), primo giorno.

16 gradi. Cielo nuvoloso con sprazzi di azzurro e qualche raggio di sole. Vento.

Il ricciolino biondo, con il suo cuscinone in mano, e' entrato tranquillo e sicuro, ha infilato i sandali, salutato le maestre, mi ha abbracciato e baciato e..e' partito a giocare, senza neanche chiedere di salutarmi dalla finestra, come aveva fatto fino all'ultimo giorno dello scorso anno.

Inutile dire con che cuore più leggero sono andata a lavoro, rispetto ad un anno fa. Meno timori, meno ansia, le stesse emozioni e la stessa dolce malinconia.

Sembra un'altra vita.

E così ritornano le corse mattutine, la difficoltà di farlo alzare, lavare, vestire e mangiare in tempi ragionevoali.

Ritorna il caos di parcheggi selvaggi davanti alla scuola.

Ritorna la mensa ed i pasti bilanciati della scuola, che il ricciolino siano ad ora ha sempre apprezzato.

Ritornano le riunioni, gli asciugamani, i bavaglini ed le federe da lavare nel weekend, i vestiti sporchi di terra/fango/pittura/cibo/pennarelli e altre macchie non identificate che riesci più a lavare via

Ritornano le corse del secondo pomeriggio, per uscire dallo studio in tempo per andarlo a prendere, possibilmente non per ultima

Ritornano le serate da sola con lui, a farlo giocare, preparare cena, mangiare, spreparare e i rituali della notte, stanchi dopo la giornata di lavoro ma anche felici di stare insieme

Ritornerà presto l'appuntamento con la palestra di arrampicata e forse, quest'anno, un corso di nuoto, magari il sabato

Ritornano i mercoledì pomeriggio con il ricciolino a casa (in Valle d'Aosta funziona così), con i nonni.

Ritornano le giornate corte e buie, la pioggia, il freddo, gli stendini sempre pieni in casa.

Ritornano i pranzi da sola e quelli saltati.

Ritorneranno i problemi organizzativi delle feste e vancanze scolastiche, gli scioperi, i giorni di crisi.

Ritorneranno le gite, le castagnate, le feste ed i colloqui con le maestre.

Ma ritornano anche le corse in pausa pranzo, senza dover chiedere aiuto ai nonni per andare, i post scuola al parco, fino a che il tempo lo consente, i saluti e i discorsi con le altre mamme, all'entrata e uscita da scuola e la felicità del mio ricciolino biondo di stare con i suoi amici.

Si ricomincia, si cresce, si lavora, si impara e ci si diverte.

Lui e noi.

 

giovedì 30 luglio 2015

"Bruciare" le esperienze. Non è che forse stiamo esagerando con i bambini?

Ancora centro estivo.
Sì, lo so che ne ho parlato (anzi, scritto), giusto l'altro ieri e che ho ammorbato tutte/i con i miei dubbi da mamma insicura.
Lo so che ci siete passate quasi tutte (o ci passerete presto) e che la questione è tutt'altro che nuova, ma giuro che questa volta non voglio riflettere sul senso del centro estivo, l'assurdità o meno delle vacanze scolastiche estive lunghe, le difficoltà dei genitori, i nonni ed il costo (esoso) della collocazione estiva presso strutture pubbliche o private.


E' solo che è dal centro estivo e dalle attività che ho visto proposte negli altri che ho esaminato che scaturisce questi miei pensieri (peraltro per nulla originali): non è che si esagera nell'organizzare il tempo dei bambini anche in vacanza?
E soprattutto, non è che le attività proposte, per quanto all'apparenza entusiasmanti dal nostro punto di vista, non sono adatte ai bambini più piccoli ?
Non è che l'appiattimento delle età nell'organizzazione dei centri estivi o simili, è eccessivo?
E ancora:  si sottovaluta un pò troppo l'aspetto sicurezza o, comunque, che gli animatori o educatori sottovalutano troppo le proprie responsabilità ed i rischi che corrono ?
Non è che abbiamo (mi ci metto anche io, in prima fila) troppa fretta di farli crescere, troppa ansia di farli divertire, troppa paura di non offrire loro abbastanza stimoli ed opportunità?

La scorsa settimana, al secondo giorno di centro estivo hanno portato i bimbi in un lago a 20 km, in canoa ed a fare il bagno.
Ora. Il rapporto adulti/bambini era ottimo, gli adulti hanno tutti o figli o nipoti o fratelli/sorelle minori e una certa esperienza, hanno usato due piccoli "bus" con le cinture, so che c'erano anche gli istruttori di canoa al lago e che i piccoli hanno sempre tenuto addosso braccioli o giubbotto life (mio figlio), anche sulla riva.

Però mi chiedo: non bastava la piscinetta nel prato o quella pubblica aperta? Era proprio necessario portare dei bimbi di 3 - 4 anni che non sanno nuotare ?
Intendiamoci: io e l'Alpmarito portiamo nostro figlio in kayak in un altro lago, ma è un kayak antiribaltamento, un lago non accessibile ai veicoli a motore e senza mulinelli, lui indossa ovviamente il giubbino e noi siamo i genitori.

Nel centro estivo vicino a casa, dove avevo iscritto il nano per la prossima settimana (ma ora ho cambiato idea e starà con i nonni, poi la settimana successiva, se i nonni sono provati o vogliono andare da qualche parte, lo rimando a questo, così almeno riduco i traumi da cambiamento), è previsto, nel corso dell'estate, rafting nel fiume a 60 km, gita ad una fiera mediovale annuale con molta affluenza a 50 km, un parco acquatico con scivoli, trampolini ecc. a 30 km, una gita in montagna non si sa dove e via dicendo.
Per carità, ci sono anche attività più tranquille, come assistere ad esibizioni di "agility dog" (anche se io ho sempre paura dei cani), provare aikido e judo, giochi con la palla ecc.e su questo non ho nulla da ridire.
Il resto, invece...

E se dovesse capitare qualche cosa? E se si perde/annega/cade/spaventa? Gli animatori non conoscono i bambini, li hanno appena visti, al più li guardano da una settimana, come possono sapere come reagiranno ? Si rendono conto della responsabilità che si assumono ? Dei risvolti penali ed economici che potrebbero avere eventuali incidenti? In molti centri estivi/oratori/campi scuot sono diciottenni o poco più!

Ciò che mi turba maggiormente, però, è che anche semplicemente insistendo per fare entrare un bambino in piscina, potrebbero fargli odiare l'acqua per l'intera estate se non di più e altri piccoli "traumi" simili che forse maestre e genitori sarebbero in grado di evitare, conoscendo decisamente meglio il bambino.
Ho sentito raccontare da diverse mamme esperienze simili.

E poi: se a tre / quattro anni gli fanno fare rafting e parchi acquatici, a 14 anni cosa proporranno loro ? Sempre le stesse attività o parapendio e paracadutismo ? Non è che si rischia di far "bruciare" loro le tappe ? Di crescere bambini che saranno adolescenti annoiati che hanno già provato di tutto ? 
Sono davvero attività pensate per i bambini o proposte in realtà volte ad impressionare i genitori ?

Perchè in fondo, alle mie domande per capire cosa non gli piaccia del centro estivo o della scuola, mio figlio risponde sempre la stessa cosa: non gli piace non  poter correre e giocare con gli  amichetti o con scivolo, altalena o sabbia liberamente e dover invece fare delle attività strutturate e decise da altri.
Vorrebbe solo essere libero di giocare molte ore, d'estate.

E allora ben vengano cake design (che ha impegnato un'oretta) e un giro sul pony al posto della notte in tenda per i grandi, ben venga la giornata nella piscina comunale scoperta, ben vengano anche le passeggiate in sentieri di montagna non pericolosi o in campagna, ma basta canoa e assolutamente no al rafting e al parco acquatico a tre anni!

 Cake design al centro estivo! La creazione del mio ricciolino biondo (e di chi lo ha aiutato!)



Io ho vissuto con angoscia tutta la giornata al lago, ho persino telefonato all'educatrice per ripetere le mie raccomandazioni. Vero è che devo imparare a lasciarlo andare, a fidarmi di lui. Vero è che le mie angoscie sono state amplificate da mia madre, che anzichè rassicurarmi, mi ha fatto una testa così sui pericoli che correva il suo nipotino e su quanto fossi incosciente a lasciarlo andare. Vero è che anche la mamma dell'amichetto ha confessato di essere stata preoccupata e ha chiesto che la settimana seguente non ripetessero l'esperienza.
Vero che forse sono una madre iperansiosa.
Però credo che certe attività ed esperienza vadano affrontate ad una età adeguata e, possibilmente, insieme o alla presenza dei genitori.

Forse detto da una che porta il nano ad arrampicare o in kayak e a due anni lo ha portato in giro in elicottero intorno al Monte Bianco, può sembrare "leggermente" incoerente, ma credo che la differenza stia nel fatto che erano tutte attività  a cui noi eravamo preparati, per le quali avevamo scelto con attenzione materiali e modalità. E poi eravamo due adulti per un bambino, il nostro.

Certo è che questa esperienza mi ha insegnato che anche noi dobbiamo cercare di non aver fretta di fargli vivere emozioni ed esperienze.
Anche perchè gran parte della gioia e della soddisfazione è data dall'attesa.

E voi, cosa ne pensate ?
Sareste state tranquille, al mio posto?
Sono io che sono troppo ansiosa e paranoica?
Lascereste il vostro bimbo di quattro anni andare a fare attività simili ?



martedì 30 giugno 2015

Bilancio del primo anno di scuola materna

E siamo arrivati all'ultimo giorno del primo anno di scuola materna.
Oggi sono andata a prenderlo, come al solito all'ultimo minuto, abbiamo salutato le maestre ancora presenti, ringraziandole per l'ottimo lavoro svolto, e raccolto cambio, lenzuolino, sandaletti, asciugamano e bavetta, nonché una mole imprecisata di disegni.
Le aule ed i corridoi erano vuoti, staccate foto e cartelloni, pronte alle pulizie.
E lui era felice che fosse finalmente vacanza.
Ora sono qui, che sfoglio il raccoglitore con i suoi autoritratti mensili e mi accorgo di quanto è cresciuto, cambiato, in questi nove mesi.

Autoritratto di settembre
Autoritratto di giugno
E' stato un anno intenso, per lui e per noi.
Ci sono state note negative ma anche tante belle attività, recite, balletti, castagnate, sfilate di carnevale (che ci ha permesso di apprezzare la collaborazione bimbi e genitori e respirare aria di vita di paese) e la sua prima vera gita, alti e bassi, soddisfazioni e qualche amara considerazione, nonché qualche momento di sconforto.
Nel complesso però, se ripenso ai tanti dubbi dello scorso anno, al momento della scelta, sono felice di aver seguito il mio istinto e contenta dell'ambiente scolatisco che ha trovato il ricciolino.
Non sono mancati pianti del nano e patemi d'animo/ attacchi di nostalgia del nido miei, però il ricciolino si è ben inserito in tempi brevi, abbandonando presto anche l'uso del ciuccio.
Sta imparando a contare e il contatto con i bimbi grandi lo ha stimolato a conoscere e imparare.
A casa, ha iniziato a scrivere le iniziali dei suoi due nomi e a dire qualche parole di inglese, oltre che ad esprimersi un po' di più in francese.
Non ha più sempre bisogno della sua Nanna per addormentarsi, spesso anche a scuola ne fa a meno ed è diventato ancor più aperto e socievole con tutti, pur non amando la confusione o le grandi compagnie.
Si è fatto molti amici, un paio speciali, e ha sempre rispettato le regole, senza mai prendere un "bollino rosso" dalle maestre.
I suoi lavoretti hanno riempito casa e, grazie alla programmazione incentrata sul cibo, l'alimentazione e la preparazione degli alimenti, ha imparato molto sulla natura e gli animali, nonché sui principi di una sana alimentazione e tante buone ricette.
E noi con lui.
Non mi sembra vero che in questi giorni, solo un anno fa, il mio ricciolino biondo stava festeggiando la fine del suo percorso di due anni al nido, giocando con le aquiloni, con quelle che per lui erano persone di famiglia.
Certo, l'approccio delle insegnanti alla materna e' molto diverso, raccontano meno ed è difficile sapere cosa ha mangiato o fatto il proprio figlio, anche se c'è un cartellone con indicato il menù del giorno è tanti cartelloni con foto e disegni che descrivono le attività.
Comunque, da un pianto di vista umano, siamo stati fortunati e la mattina sono sempre stata tranquilla di affidare alle maestre il mio bimbo ne' lui ha mai manifestato disagio.
Insomma, a parte un po' di malinconia perché un altro anno e' passato, il bilancio è positivo, pur con i limiti strutturali della scuola italiana e qualche margine di miglioramento.
E ora?
Mi sto già facendo paranoie al pensiero dei due centri estivi prescelti, naturalmente!!!

lunedì 15 giugno 2015

Un'altra prima volta

La vita di una madre e' un susseguirsi di emozionanti prime volte: il suo primo pianto, la prima poppata, il primo bagnetto, il primo taglio di capelli, la prima pappina, il primo dentino, il primo giorno di nido, la prima notte dai nonni, il primo passo, la prima gita scolastica e....la prima gara.

Ieri, il mio ricciolino biondo ha partecipato alla sua prima competizione.

In realtà, si trattava di una bicicletta di 12 km nella mia cittadina, organizzata per tutti i bimbi nel programma degli Eporedia Active Days, che ogni anno fanno conoscere sport come arrampicata, immersione, canottaggio, Running, strett Boulder, parkour, slaklining, orienteering, Mountain bike, quali eventi collaterali a importanti gare di kayak, disciplina da sempre molto praticata nella zona.

Io ho pensato di iscriverlo comunque perché adora andare in bici ed al passaggio del giro di Italia aveva insisto a domandare quando avrebbe potuto partecipare anche lui.

Il nostro ometto ha vissuto l'evento come una vera e propria gara "di resistenza", in cui per vincere la medaglia bisognava arrivare alla fine e lui...e' arrivato!

Con lo zainetto con il suo nome e la maglietta più piccola che c'era, taglia 9/11 anni, con la borra certa da bici dei Barbapapa', il succo di frutto e i biscottini dentro lo zainetto (il bel "pacco gara" che gli hanno dato), oltre al suo peluche ed ai fazzoletti che si è aggiunto da solo, sempre addosso.


È stato il più piccolino a raggiungere il traguardo senza fermarsi subito con i "piccoli" e, anche se ad un certo punto abbiamo dovuto abbandonare il gruppo ed accorciare il percorso, ha pur sempre pedalato convinto per 9 km, incoraggiandosi da solo e con soste per acqua e succo di frutta !!!

E meno male, perché io stavo morendo! Io e l'Alpmarito, infatti, pensavamo che avrebbe avuto più difficoltà e quindi abbiamo pensato di seguirlo di corsa, per poterlo spingere o prendere a spalle all'occorrenza. Invece lui ci ha fatto viaggiare ad una media di 6:48 /km, stroncandomi con i primi tre chilometri a 4:55/ km!!!

Il tutto, ovviamente, con una umidità al 98% ed un caldo afoso. Mia madre, più furba, ci ha accompagnato in bici.

L'ultimo chilometro il mio ometto, orami stravolto, ha ancora accellerato per arrivare e ci ha fatto ridere esclamando, mentre pedalava: "E' stato complicato, vero?" "Una gara luuuungaaa!"

Quando siamo arrivati, gli altri bimbi stavano già facendo merenda ma a lui non è importato, era fiero e felice di avercela fatta e si è messo in coda diligente per la sua medaglia, serio e soddisfatto

A casa, ha mostrato la sua medaglia alle nonne, alla nonna bis ed al nonno e continuato a ripetere che vuole fare presto un'altra gara!

 

Il pomeriggio, divorato un piattone di pasta e smaltita l'adrenalina, e' crollato per due ore, ancora con il suo braccialettino rosa indosso.

Questo dovrebbe sempre essere lo sport: un'occasione di crescita, per stare insieme, mettersi alla prova, muoversi e...divertirsi!!!

 

giovedì 11 giugno 2015

Bilinguismo, errori grammaticali, giochi di parole...l'italiano a tre anni e mezzo!!


Il significato delle parole.
Ieri, in auto, guardando l'auto davanti a noi.
Il ricciolino biondo: "Mamma, ma quella macchina è elettrica !"
Io: "Elettrica ? E perchè"
Il ricciolino: "perchè va da sola, non la guida nessuno, come il cancello!!!" (quello elettrico, appunto, di casa della nonna).

A cena, a tavola.
Il papà al ricciolino biondo: "Vuoi del pane ? E' fresco!"
Il ricciolino: "Ma del frigo ?? Io non ho caldo!"

Libere traduzioni ed incidenti sul percorso del bilinguismo.
Vado a prenderlo a scuola. Tira fuori dall'armadietto un disegno quadrato pieno di linee colorate.
Io: "Bello! Che cos'è?"
Il ricciolino: " La mia nappa del tesoro!"

"Nappe" (la e finale non si legge) = tovaglia in francese.

Ieri sera, vado in camera e lo vedo giocare.
Ha un carro attrezzi giocattolo, al cui "uncino" si è fatto legare un cappio di corda.
Attacca all'uncino un pupazzo per volta, lo tira fino ad un mucchio e lo sgancia.
Io: "A cosa giochi?"
Il ricciolino: "Sono il carro attrezzi che porta le macchina a rugginire in tanti pezzettini!"

Verbi, difficilissimi verbi
Il ricciolino a me ed all'Alpmarito: "Oggi il capo sono io. Voi facete i bravi!"
E ancora, l'immancabile: "Ho aprito io!"

lunedì 13 ottobre 2014

Senza ciuccio, no, non è che si stia bene!

Martedi' il nano, con una delle sue solite improvvise e imprevedibili decisioni, ha detto addio al ciuccio.
Sono andata a prenderlo a scuola al pomeriggio, ultima (ma a pari merito con un'altra) delle mamme (io, madre degenere e ritardataria già dopo un mese scarso di scuola!), e l'ho trovato con la maestra che leggeva, tranquillo e senza ciuccio.
Mi ha subito informata che Il ciuccio era rotto e che quindi lo aveva messo nell'armadietto, poi lo ha preso e ha dichiarato deciso di volerlo buttare.
La circostanza che fosse l'ultimo, che ormai i negozi fossero chiusi e che comunque ai bimbi grandi sia vietato per legge (????!!!) vendere altri ciucci, non lo ha fatto desistere.
E dire che da quando è entrato alla materna non se lo era più tolto di bocca, mentre prima lo usava solo per dormire e viaggiare in auto o per consolarsi in caso di cadute.
Io stessa, con la maestra e l'inserviente, abbiamo cercato di farlo ragionare e appurare se si trattasse di una decisione consapevole e definitiva e lui, come al solito, si è mostrato determinato.
La sera ha faticato un po' ad addormentarsi, ma è andata senza drammi. Dalla mattina dopo, invece, e' diventato nervoso, ribelle e irrascibile.
A scuola no, pare che venerdì abbia fatto il sonnellino senza proferire verbo.
A casa sembra indemoniato e mette a dura prova sia me che l'Alpmarito (che si salva con la scusa del lavoro, arghhh!!)
Venerdì ci abbiamo messo un'ora e trenta minuti di pianti e proteste ininterrotti (giuro!) per uscire di casa e l'ho consegnato alle maestre scalzo, senza neppure le calze.
O così o pomi', come diceva una nota pubblicità dei tempi antichi.
Sabato ha pianto per due ore, dico DUE, prima di addormentarsi sfinito e dopo non c'è stato verso di portarlo al corso di nuoto.
Ecco. Ora ditemi.
Questo insolito nervosismo, questa assurda ribellione, la circostanza che sembri caricato a molla e il fatto che abbia ricominciato a venire nel lettone, dopo che tutto era appena tornato alla normalità in seguito agli incubi post nserimento a scuola, possono dipendere dell'abbandono del ciuccio?
Perché io, sia chiaro, su questa decisione, che peraltro è stata sua, non torno più indietro, ma almeno vorrei capire.
E magari anche sentirmi dire che passerà presto ed è "normale", qualunque cosa possa significare questa espressione.

domenica 29 giugno 2014

La fine dell'anno cade a giugno....volando tra gli aquiloni

La fine dell'anno, per me, non coincide con il capodanno ma con il termine del periodo scolastico.
E' sicuramente un retaggio dei tempi della scuola, ma anche il risultato del fatto che il mio compleanno cade a giugno e che nello stesso mese iniziano a profilarsi all'orizzonte possibili periodi di vacanza e aleggia quel clima generale di maggior rilassatezza che aiuta a vivere meglio, anche se si continua a lavorare (giornate piu' lunghe, un po' di sole in piu', gente che parte e gente che torna, meno traffico, piu' parcheggi, aperitivi all'aria aperta ecc.).
Da quando il nano ha iniziato il nido, a settembre di due anni fa, giugno è poi tornato ad essere la fine dell'anno per l'eccellenza, anche se l'asilo chiudera', per fortuna, solo un paio di settimane ad agosto.

Come l'altro anno, a giugno si è svolta la festa del nido e, come un anno fa, io non ho resistito all'emozione, lasciando cadere piu' di una lacrima, prontamente nascosta!

Già settimane prima del gran giorno, è partito un vivace scambio di bigliettini e sms per decidere il regalo alle maestre e per preparare la festa.

Le educatrici sono state come al solito insuperabili, inventandosi un laboratorio di creazione di aquiloni per genitori e bimbi, permettendoci di portare la nonna e la nonna bis al posto del papà, purtroppo assente per lavoro, accogliendoci con la consueta gentilezza e allegria.
Il tempo, dopo un acquazzone mattutino, ci ha graziati ed i bimbi si sono scatenati in giardino, circondati da genitori emozionati, fratelli e sorelle, amichetti e amichetti.



E poi c'è stata la cerimonia di consegna della sorpresa - regalo di arrivederci, che quest'anno per i bimbi grandi è stato un grosso libro con i lavori svolti da ciascun bimbo, a tema Pimpa e i colori, ovviamente con in copertina il simbolo del piccolo....riuscite ad indovinare qual è quello del nano?!!!??L'elicottero, naturalmente!

 Eccolo emozionato mentre ritira il suo libro!

 Poi consegna del regalo alle educatrici, ringraziamenti, canzoncine dei bimbi, saluti, corse, chiacchierate e merenda sinoira per tutti.....i cuochi ed il personale di cucina del nido sono stati come al solito bravissimi e, per restare in tema con la festa, hanno anche decorato ogni piatto del buffet con piccoli aquiloni di carta con l'elenco degli ingredienti...

Siamo tornati a casa con il nostro piccolo capolavoro...viola perché al nano piace moltissimo, con una bellissima poesia donataci dalle maestre e tante tante emozioni.


p.s. Non è affatto difficile farlo...peccato che non ci fosse verso di farlo volare sul serio, anche se qui il vento non manca mai!!!

E' stato un anno intenso, in cui il nano ha imparato moltissimo, stretto amicizie e superato tappe (come l'abbandono del pannolino, imparare a fare i collage, usare le forbici e tanto altro) e anche noi genitori siamo stati coinvolti in simpatici laboratori di riciclo e altre iniziative.
Sono davvero grata a queste educatrici e a tutto il nido e una volta di piu', mentre assistevo alla festa, ho compreso di aver fatto la scelta giusta, anche se il magone di vederlo grande e sapere che da settembre cambierà tutto.....mi ha creato un nodo allo stomaco che non vi dico e reso gli occhi lucidi lucidi!!

Sono orgogliosa del mio ometto e mentre lui è pronto a crescere, io inizio a rendermi conto che il bonario avvertimento "crescono cosi' in fretta, vedrai", è molto piu' che un modo di dire!!!
"I figli sono come gli aquiloni,
passi la vita a cercare di farli alzare da terra.
Corri e corri con loro
fino a restare tutti e due senza fiato…
Come gli aquiloni, essi finiscono a terra…
e tu rappezzi e conforti, aggiusti e insegni.

Li vedi sollevarsi nel vento e li rassicuri
che presto impareranno a volare.
Infine sono in aria:
gli ci vuole più spago e tu
seguiti a darne.
E a ogni metro di corda
che sfugge dalla
tua mano
il cuore ti si riempie di gioia
e di tristezza insieme.
Giorno dopo giorno
l’aquilone si allontana sempre più
e tu senti che non passerà molto tempo
prima che quella bella creatura
spezzi il filo che vi unisce e si innalzi,
come è giusto che sia, libera e sola.
 
Allora soltanto saprai
di avere assolto il tuo compito."
di Erna Bombeck

E mentre scrivo, ho ricominciato a piangere ed emozionarmi!!!


domenica 8 giugno 2014

"Ultimamente" io

Da qualche tempo Verdeacqua  pubblica mensilmente i suoi "ultimamente", inviatando tutti noi a scrivere i nostri.
Questa volta raccolgo l'invito.

Ultimamente sogno troppo e concludo troppo poco.
Ultimamente sogno troppo e concludo troppo poco (la ripetizione non è casuale).

Ultimamente penso sempre a vacanze che non posso permettermi, e non solo per denaro.
Ultimamente ho un desiderio che non riesco ancora ad esprimere in questo spazio e che ancora non si avvera.
Ultimamente questo mi spaventa tanto e nello stesso tempo mi solleva.
Ultimamente sono stanca e questo strascico di inverno che non passa mai non aiuta, per niente.
Ultimamente cerco di pensare positivo ma fatico tanto, troppo.
Ultimamente sono sconfortata dai risultati elettorali.

Ultimamente compio gli anni (oggi) e non è che mi faccia cosi' piacere.

Ultimamente la mia amica continua a stare male e io non riesco ad arrivare a lei.
Ultimamente la mia famiglia d'origine non è più un porto sicuro e mi sento in un mare in tempesta.

Ultimamente ho tagliato i capelli e virato sul ramato, anche se non si vede.
Ultimamente corro e ci sto pure prendendo gusto.
Io. Incredibile.
Ultimamente guardo una piantina che spunta e cresce, protendendosi ogni giorno di più verso il sole e poi guardo lui, il mio amore piccolo che ha piantato i semini alla scuola materna poco più di una settimana fa e mi stupisco di quanto cresca in fretta, anche lui, proteso verso il sole ed il domani.


Ultimamente mi commuovo facilmente.
Soprattutto a vedere gli occhi di un amico innamorato.
Con quella luce che non si può descrivere.
Soprattutto a vedere gli occhi di un folletto felice che pedala forsennato in sella alla sua bici arancione.
Con quella luce che non si può descrivere.
Ultimamente nella mia pelle ci sto meglio, negli orari e nelle scadenze imposte dal lavoro e dagli altri, sempre meno.
Ultimamente a volte indosso scarpe con i tracchi.

 Ultimamente, forse, sta nascendo una nuova amicizia.
Ultimamente sono sempre io, confusa e a volte felice, altre no.
Ultimamente voglio chiudere in positivo, anche i post.

Perché oggi sono 32.





lunedì 2 giugno 2014

Di inserimento alla materna, di orti, di bici e di emozioni: in una parola, mamma.

E poi, all'improvviso, lo vedi grande.
Cresce, troppo in fretta.
Te lo avevano detto, prima che diventassi mamma, ma tu non ci avevi creduto.
I primi mesi, poi, sembravano non passare mai (e in certe giornate è ancora cosi').
E invece.

Fai l'inserimento alla scuola materna e presto dovrai salutare le maestre del nido, quasi delle seconde mamme.
Lui è felice ed entusiasta, non vede l'ora di andare alla "scuola dei bimbi grandi ma ancora un po' piccoli", come la chiama lui (perché quella "dei bimbi grandi" è quella dei cuginetti, la scuola elementare).
E lo vedi timido, con il suo doudou in mano ed il ciuccio, che nasconde nella tua borsa prima di entrare, pero' non ha il coraggio di presentarsi con il suo nome e vuole stare in braccio a te.
Canzoncine di benvenuto, giochi per conoscersi, bolle di sapone nel prato, con una bacinella ed una cannuccia e lui che da confidenza solo ad un'altra bambina timida come lui.
Pero' dopo non vorrebbe andare via e a pranzo vuole rientrare al nido, "con i suoi amici", "tanto poi tu vieni a prendermi dopo, mamma".
E la volta dopo, un altro mercoledi' mattina, il secondo incontro di questo inserimento anomalo con la mamma o il papà, pensato per i genitori piu' che per i bimbi (e le maestre te lo dicono pure, perché sono mamme anche loro e sanno come è), lui è di nuovo timidissimo e se ne sta in disparte.
Poi le maestre consegnano ad ogni bambino un vasetto con il suo nome, una bacinella piena di terra e un barattolo con semi di fagiolino, da cui pescare per creare la propria piantina e lui è entusiasta e tu ancora di piu' perché questa è la scuola che volevi, quella in cui coinvolgono i bimbi in attività semplici ma istruttive, quella in cui la natura convive con l'alfabeto, i numeri, i giorni della settimana e lo studio del francese.
E finalmente smette di piovere e allora...stivali e via, nell'orto della scuola, a piantare le patate.
Gli altri bimbi fanno un giro e poi vanno a giocare con farina e altalene, lui no.




Chiede "posso, ancoa una?", in un ciclo infinito, e pianta patate con la maestra e rastrella e ascolta attento mentre gli insegnano che bisogna lasciare uno spazio di piede di bimbi tra una patata e l'altra perché possano crescere, che prima di seminarle vanno tagliate e lasciate riposare perché mettano fuori i butti e poi in autunno con quelle patate tutti i bimbi, anche lui, faranno la farina e poi i gnocchi, che il nano adora.
I suoi occhi brillano, è attento e felice, conquistato.
E la foto di gruppo non gli interessa, il vasetto da portare a casa si' e "mamma vai pure, io vado a mangiare con i miei amici".
E tu hai le lacrime agli occhi e scappi via, vai a correre e pensare...il magone è tutto tuo, perché sta crescendo e un po' ti fa paura e se lui sembra pronto, tu le mura rassicuranti del nido non le vorresti lasciare, pero' non bisogna farglielo capire, questo mai.
E' il tuo bimbo, quella che la mattina vuole essere portato a fare colazione in braccio e coccolato, quello dell'ancora un bacino, con il ditino sollevato a sottolineare uno.
Quello che quando è stanco o spaventato vuole ciuccio e doudou, quello che vuole mamma e papà.
E invece.


Torni dall'ufficio e lo trovi in cortile con i nonni che ti chiama orgoglioso e felice e ti mostra che ha imparato a pedalare sul trattorino: "e adesso io sono pronto, posso avere la bici dei grandi? Guarda mamma sono capace adesso, posso averla anche io?"
E dopo una settimana cosi' ti convinci e parti con il papà per andarla a cercare, questa bici tanto sognata, "con i pedali veri!!!"
E quando entri nel negozio e vedi le piu' piccole e ti sembrano grandi e invece la prova, gli va, pero' insiste che sia quella arancione, non quella rosa che gli sta facendo testare il commesso, e lo guardi negli occhi e vedi l'emozione, la felicità, l'entusiasmo, l'appagamento ed il nervosismo della prima volta....lo vedi grande e ti tornano le lacrime, di nuovo.
E sai che questo giorno, 29.05.2014, lo ricorderai.
E poi, vabbè, torni a casa seduta davanti, al posto del passeggero, con la bici incastrata tra ginocchia, cruscotto, spalle e mascella e preghi che non ti arrestino e di non avere un incidente.
E poi lui va, con lo stesso sconfinato entusiasmo che riversava sull'altra bici, la prima, compagna di tante avventure.


Solo che, questa volta, spinge sulle sue gambette magre e tu devi correre per stargli dietro.
E ride, felice.





E tu pensi, un po' orgogliosa e molto preoccupata, che adesso non lo ferma piu' nessuno
(e ti toccherà pure metterti a piantar patate in giardino!!!).

venerdì 7 febbraio 2014

Un bambino, un padre, El Diaol

"La pelle dell'orso" di Matteo Righetto

Un romanzo breve (160 pagg.), intenso, commovente.

La caccia ad un orso, raccontata con toni aspri ed epici, che è la storia di un sofferto riscatto, la magia della vita nei boschi, pochi personaggi che toccano il cuore.

Un bambino di dodici anni solo, che quando finalmente scoprirà suo padre e riuscirà a capirlo, sarà tragicamente costretto a diventare adulto. Un padre troppo segnato dalla vita e dalla perdita della moglie per trovare le parole ma che non ha mai smesso d'amare, in silenzio, suo figlio.

Ciò che mi è piaciuto di più di questo libro, forse, e' che e' ambientato in un paese di montagna di 50 anni fa, anche se tra le Dolomiti e non sulle Alpi, ma è lo stesso.

Perché lo stile di vita, i bambini costretti a crescere in fretta, il problema dell'abuso di alcool, ma anche l'importanza della scuola, il senso della comunità (qui "nemica"), il rapporto simbiotico con la natura, in tutte le sue sfaccettature, le difficoltà e le fortune di vivere in ambienti per certi versi estremi, sono le stesse che raccontano gli anziani "di montagna" che conosco.

E poi quel senso di esclusione che si può vivere solo in comunità piccole e isolate, in cui o sei del paese o non sei nessuno o peggio, sei lo straniero, anche se magari vivi li' da due generazioni,la cattiveria che nasce dalla paura del diverso, il desiderio di apertura e la voglia di vivere di un bambino come tanti.

E sullo sfondo, la tragedia della diga del Vajont, un disastro ambientale annunciato e sempre, tragicamente attuale.

Ad ascoltare i Tg di questi giorni, infatti, sembrerebbe che in Italia non sia cambiato niente, da allora, non in termini di prevenzione, calcolo dei rischi, edificazione "responsabile".

Unico neo: la prosa a volte un po' faticosa per la presenza di molti vocaboli dialettali, non comprensibili ai più, che comunque hanno il loro perché.

Non e' un capolavoro di stile, certo, ma io lo consiglio!

 

Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Home Made Mamma, www.homemademamma.com

 

lunedì 3 febbraio 2014

Di neve, di vasino, di bianco, di dolori muscolari, di libri, di silenzio.

In giardinoIn giardino
In giardino
Il nano fa progressi da gigante e ogni giorno parla in modo sempre più strutturato, con vocaboli mai usati prima. Commenta, ricorda, si intromette nelle conversazioni e dice la sua e sempre a proposito.
Non mi sembra vero che abbia solo poco più di due anni.
Mi sembra incredibilmente sveglio (parere di mamma innamorata eh!!!) e non mi capacito che due anni fa fosse un batuffolo che stava solo in braccio o nel lettino e non sapeva ancora sorridere.

Dopo una settimana di pipì addosso e tanta ostinazione (sua) a mettere le mutandine, ieri ha usato il vasino senza incidenti per tutta la giornata, riposino compreso!!!
Provvidenziale e' stato un vasino rosso a forma di auto fornitomi dalla zia..avrei preferito usare direttamente il riduttore, per evitare questo passaggio in più ma non importa. va bene così!
E allarga il cuore vedere quanto e' orgoglioso delle sue conquiste!

Se si facesse lavare e pettinare di buon grado, senza urlare in modo sovrumano sotto la doccia, sarebbe un bimbo perfetto. Anche non voler stare sempre tra le povere e doloranti braccia di mamma non guasterebbe eh? !
Io intanto sono tutta dolorante. Braccia e spalle non ne possono più dei suoi dodici chili e rotta e delle ore passate davanti alla scrivania, le gambe hanno avuto la loro dose di lavoro domenica e ora le articolazioni scricchiolano e i muscoli gemono.
Un rottame umano a poco più di trent'anni e non riesco a crederci. Che fine ha fatto il mio fisico mai esteticamente perfetto ma sempre sportivo e resistente???!!!
Ne vale la pena, comunque.

Domenica la pista era un sogno, il paesaggio era un sogno, il panino era un sogno, essere noi due soli per mezza giornata era un sogno.
Avrei voluto avere con me la macchina fotografica per catturare tutto il candore, le nubi, la nebbiolina da neve, gli alberi carichi di bianco e gli chalet di pietra e legno scuro sommersi dal soffice manto, la strada sporca che sembra aprirsi un varco nella natura, il sole che ogni tanto si intravedeva e tingeva di giallo e arancio la coltre del cielo, un pezzo d'azzurro qua e la', tra i banchi di nebbia, ed il silenzio che solo la montagna di inverno, quando nevica davvero tanto, ed il ghiacciaio all'alba ed al tramonto d'estate, sanno regalare.
Quando salgo nella "mia" valle o nelle altre vallate alpine, mi riappacifico con il mondo e con me stessa ed è come se mi togliessero un peso dal petto.
Non ci vivrei sempre no, ma averle a portata di pochi minuti d'auto e' un lusso che pago a caro prezzo ma sempre volentieri.

E poi ci sono i libri: i tanti titoli in lista, sempre più lunga anche grazie ai suggerimenti delle partecipanti ai venerdì del libro; quelli che ammiccano da una vetrina o uno scaffale, quelli che appaiono su amazon o si fanno prendere in biblioteca e non importa se non avevi programmato di leggerli, sono li, invitanti, e li porti a casa.
Come il nano, che sabato al supermercato, mentre eravamo fermi nella corsia dei libri, immancabile tappa, ne ha preso in mano uno della maialina malefica e si è messo tranquillo a sfogliarselo concentrato accanto a me....inutile dire che la nonna, presente, glielo ha subito regalato!

Poi, vabbe', di cose imperfette in questo weekend ce ne sono state, così come arrabbiature, discussioni e notizie tristi ma io voglio pensare e scrivere solo di quelle buone.
E' lunedì, non smette di piovere ed io torno con la mente a quello scrigno di bei momenti e bianco silenzio, ancora li, con gli sci ai piedi e le gambe stanche.
E il vostro fine settimana, come e' andato?