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mercoledì 12 aprile 2017

La tomba dei Giganti di Lu Brandali e le Cave Romane di Capo Testa: la Sardegna storica

Uno degli aspetti che ci aveva colpito di più durante il nostro viaggio estivo in Sardegna di due anni fa, è certamente la compresenza di un mare straordinariamente bello, di un territorio interno tutto da scoprire e di siti archeologici molto interessanti.

Uno di questi è certamento il complesso di Lu Brandali, insediamento nuragico situato nel Comune di Santa Teresa di Gallura, forse più famosa per le sue spiaggie.



Il complesso comprende la Tomba dei Giganti, così chiamata per le pietre di grosse dimensioni usate per la costruzione, che hanno alimentato la leggenda di una tomba per figure giagntesche, mentre in realtà si tratterebbe della tomba del villaggio sito nelle vicinanze.
In effetti, le dimensioni dei resti sono davvero impressionanti e hanno colpito molto il ricciolino, nonostante all'epoca della nostra visita avesse solo tre anni.


La Tomba dei Giganti

Vi sono poi i resti di un villaggio abitato tra il XIV ed il X secolo a.c., nel quale ci siamo aggirati pieni di stupore e meraviglia, cercando di immaginare con il ricciolino come poteva essere la vita quotidiana all'epoca e fingendo di essere circondati da persone intente nelle loro occupazioni quotidiane.



Infine, il Nuraghe del villaggio, purtroppo non accessibile nel corso della nostra visita per i numerosi crolli avvenuti nel corso del tempo, se non per una torre alla sua estremità.

Il ricciolino si è divertito a farci da guida turistica con la mappa consegnataci all'ingresso e noi abbiamo respirato la storia, camminando nel complesso, prima di dirigerci al vicino Capo Testa, per ammirare la sua spiaggia e, soprattutto, i resti delle sue cave romane, affacciate sulla baia di Santa Reparata, dove abbiamo ammirato il tramonto.



In questo luogo, infatti, in epoca romana veniva estratto il granito, diventata vera e propria risorsa economica dell'isola insieme all'esportazione del grano.

Le formazioni rocciose, maestose, presentano i segni dei tagli sulle pietre e le pareti di granito, poichè la roccia veniva tagliata "a gradoni" dall'alto verso il basso, fino a spianare la parete, per estrarre i blocchi. 
Sono inoltre visibili i fori di inserzione dei cunei usati per lo stacco.


Il granito, oltre ad essere lavorato ed utilizzato in Sardegna, veniva esportato a Roma, per essere utilizzato nella costruzione dei monumenti.
L'insediamo di Capo Testa, tra l'altro, era importante perchè consentiva il controllo diretto delle Bocche di Bonifacio, da cui passava la rotta che collegava l'Italia con le provincie occidentali dell'Impero Romano.


Oggi, posso dire che il luogo è diventato affascinante, sia per la sua storia, sia per la sua bellezza paesaggistica.

Insomma, se visitate il Nord della Sardegna, non limitatevi ai bagni in mare, poichè perdereste un'occasione preziosa per voi e per i bambini!
Tra l'altro, rispetto al resto d'Italia, le tariffe d'ingresso ai musei, nuraghe e siti archeologici della Sardegna sono veramente simboliche: ad esempio, ingresso a 2 Euro per Lu Brandali, a 3 Euro al Museo Archeologico di Sassari ecc.

La spiaggia della baia, da cui si raggiungono le cave romane

INFO PRATICHE
p.s. I resti della Cave Romane si raggiungono a piedi dalla spiaggia della Baia di Santa Reparata, nel versante Nord-Est dell'istmo, tramite un sentiero che costeggia la scogliera, bene visibile, arrivando in pochi minuti e sono aperti e gratuiti.
La località turistica, che porta lo stesso nome della baia, noi non l'abbiamo visitata perchè moderna, così come non siamo stati nel paese di Capo Testa, comunque vi è di sicuro di che ristorarsi in caso di bisogno.
Sulla spiaggia infatti non ci sono bagni pubblici, fontane o altro.
Per la visita al sito di Lu Brandali, che si svolge a piedi (considerate un'oretta) - parcheggio interno gratuito- potete trovare tutte le informazioni a questo indirizzo.
Il sito è aperto dal 1 aprile al 31 ottobre. 

Nelle vicinanze, potete fare una sosta gelato a Santa Teresa di Gallura e, perchè no, salire sulla terrazza panoramicha della Torre cinquecentesca di Longosardo (se ne avete intenzione, sappiate che c'è un biglietto cumulativo  per torre e sito di Lu Brandali, qui le tariffe).
Il ricciolino nel nostro caso non ne aveva voglia ma già camminare sotto la torre offre uno scorcio meritevole di attenzione!

Scorcio di Santa Teresa di Gallura e la Torre di Longosardo

La vista di cui si gode camminando ai piedi della Torre

Post non sponsorizzato.




giovedì 30 marzo 2017

Per musei con i bambini: il MUSE di Trento

Nel corso della nostra ultima vacanza, ormai risalente all'estate scorsa, andando in Alto Adige, tra un'escursione e l'altra, abbiamo dedicato qualche giorno anche a visitare i musei della zona, tra cui, rientrando verso casa, il MUSE di Trento, ovvero il nuovissimo Museo delle Scienze.



Era nella mia personale lista di luoghi di cultura da visitare dopo averne letto benissimo su molti blog e siti, per cui l'ultimo venerdì di vacanza, avevo programmato di passarlo proprio lì.

Non ne sono rimasta affatto delusa nonostante tre grandi difetti, che vi evidenzio subito: l'affollamento (era il primo venerdì di settembre eppure c'era tantissima gente, decisamente troppa per girare e guardare con calma, soprattutto nella zona dedicata ai giochi scientifici da provare); la coda per il biglietto ed il costo dello stesso (minore di quello di molti altri musei meno spaziosi e ben tenuti, va detto, ma comunque non economico, pensando a chi ha più figli sopra i sei anni di età) ed il suo essere...troppo grande e troppo ricco!


Ben sei pianti più la terrazza!

Eh già, perchè è talmente vasto da risultare, anche per noi adulti, molto difficile da apprezzare interamente, mentre ne varrebbe davvero la pena! Immaginate poi con un bambino di quattro anni...
Certo, questo "difetto" è in realtà anche un "valore aggiunto" della struttura, dal momento che è impossibile annoiarsi o non trovare nulla che possa interessare grandi e piccini!

Il piano interrato è dedicato alla nascita della vita, con scheletri di dinosauri ed altri animali preistorici che hanno affascinato il ricciolino, nonchè vasche con pesci variopinti ed una serra tropicale
Quando vi siamo stati noi c'era anche una mostra temporanea di dipinti dedicati agli animali a rischiod i estinzione, davvero notevole.



Nel piano terra si trova sia lo Science Center, con una ventina di postazioni interattive per divertirsi e "testare" i principi scientifici base dal vivo (e qui il ricciolino avrebbe voluto trascorrere ore!) - non solo per bambini, eh! - sia il Maxi Ooh, uno spazio dedicato ai bimbi dagli 0 ai 5 anni acocmpagnati da almeno un genitore (ingresso a apagamento con biglietto aggiuntivo), per "sperimentare i sensi attraverso i sensi"
Noi non ci siamo stati, sia perchè il ricciolino si sentiva troppo grande per questo sia perchè il programma della visita era già abbastanza ricco.


Il primo piano è quello che io ho trovato più interessante, non tanto per la parte dedicata alla preistoria alpina - che non ha nulla a che vedere con il Museo Archeologico di Bolzano, interamente dedicato a questo tema ed a Otzi ma comunque è un assaggio che è piaciuto al ricciolino ed all'Alpmarito, soprattutto il video riguardante la caccia degli uomini preistorici, decisamente crudo, dal quale io sono fuggita- bensì per quella relativa ai cambiamenti climatici, alla sostenibilità ambientale ed al riciclo, con la "sfera attiva" esplicativa.


Certo, in questa sezione il ricciolino ha compreso poco, nonostante i nostri sforzi di spiegazioni ma...a ciascuno ciò che è adatto all'eta!

Sempre al primo piano c'è la parte dedicata ai "dietro le quinte della ricerca", che ha attratto più l'Alpmarito di me.

Il secondo piano, anch'esso molto interessante per me e l'Alpmarito ma, credo, per tutti gli italiani adulti, parla di geologia, miniere e, soprattutto, rischio ambientale: dai vulcani attivi, agli eventi sismici, alle innondazioni e le dighe, agli eventi valanghivi ed alle frane.
Un modellino sul funzionamento della diga e una sorta di quiz interattivo sui comportamenti da tenersi in caso di emergenza e sulle valanghe, hanno catturato l'attenzione del ricciolino a lungo, così come le foto e gli schermi esplicativi.



 Il terzo e quarto piano, dedicati il primo alla natura alpina (con 26 ambienti ed animali diversi, ad indicare la straordinaria varietà della vita alpina) ed alle strategie degli animali e tutti gli organismi viventi per adattarsi ai cambi di stagione, ed il secondo ai ghiacci ed ai climi più rigidi, con animali tassidermizzati, attrezzatura alpina datata e moderna e breve storia delle più famose spedizioni esplorative, la fiaccola olimpica ecc., sono forse i più immediati e facili da comprendere ed apprezzare.
Al terzo piano vi è anche uno spazio, gratuito, dedicato al bosco ("Esplora il bosco!") per i bambini dai 4 ai 9 anni, soli o accompagnati: in pratica una stanza attrezzata con peluche di animali del bosco da abbracciare ed installazioni gioco da provare, oltre a contenitori e supporti di varia forma con reperti da manipolare e osservare e  strumenti di misurazione

 
Per una pausa dedicata ai bambini, a cui non si può dire che il MUSE non abbia pensato!

Al quarto pianto c'è anche un tunnel, detto " Esperienza glaciale", di dieci metri, in cui sdraiarsi per sperimentare, con un video proiettato su tutta la mezza sfera delle pareti e del soffitto, l'effetto volare sulle Alpi e poi di essere travolti da una valanga.
Davvero impressionante (ma non proprio piacevole per chi tale sensazione l'ha vissuta o sfiorata davvero!).
Sempre al quarto piano, se non ricordo male, vi è una postazione con telecamera dinnanzi alla quale mettersi in posa per poi inviarsi o inviare, via mail, una cartolina virtuale dal MUSE a casa. Per gli amanti dei selfie e dei social!!!


Vale infine la pena uscire in terrazza, per ammirare la Valle dell'Adige a 360° gradi, e poi lasciar sfogare gambe e mente nel giardino interno, ove si trova anche un bell'orto botanico aperto gratuitamente



ed il Castello, in cui vengono tenute mostre temporanee a pagamento.



Noi ci siamo limitati a guardarlo da fuori e lasciar correre l'irrequieto ricciolino prima di rimontare in auto!





Il MUSE è facilmente raggiungibile, dal momento che rimane un pò fuori dal centro e dotato di ampio parcheggio (che mi pare di ricordare non fosse a pagamento per i visitatori) sotterraneo indicato. Inoltre nei paraggi ci sono almeno un paio di bar e due osterie/tavola calda in cui fermarsi a mangiare qualcosa, oltre al bar interno al museo. Vi consiglio, però, di evitare le ore di punta dei pasti.
Nei servizi igienici del museo vi è il distrubutore di acqua naturale a disposizione dei visitatori.
Infine, nel museo c'è anche uno shop per giochi, peluche e libri a tema. I prezzi sono quelli tipici di questi negozi.

Inoltre, a cinque minuti c'è l'area verde del quartiere, con il moderno parco giochi...sempre che i vostri figli abbiano ancora energie dopo la visita!


 Per programmare la visita, organizzarla o reperire qualsiasi altra informazione,tra cui quelle relative a laboratori ed eventi, per adulti e bambini, guardate sul sito ufficiale, che mi pare molto completo!

QUESTO POST NON E' SPONSORIZZATO, bensì il frutto della voglia di condividere una bella esperienza fatta con il ricciolino.
Perchè per la cultura e l'apprendimento, ogni occasione è preziosa.


lunedì 7 novembre 2016

Scoprire Otzi e la storia con un bambino, al Museo Archeologico dell'Alto Adige. Alto Adige: cronache di viaggio.

Nel corso del nostro viaggio estivo in Alto Adige non ci siamo dedicati solo ad escursioni e cascate, ma anche alla storia ed ai musei.

Uno dei musei che più ha colpito il ricciolino è stato senza dubbio il Museo Archeologico dell'Alto Adige, nel centro di Bolzano.

Già entrarci è stata una piccola avventura.
Avevamo appena avuto i biglietti (che sono delle cartoline con immagini di reperti del museo che si possono spedire - una bellissima idea!) e ritirato la borsa negli appositi armadietti che è suonato l'allarme e ci hanno evacuato, con calma ed ordine.

Devo ammettere che un pò di batticuore, memori dei purtroppo ormai numerosi attentati terroristici, lo abbiamo avuto, prima di capire che si trattava di una esercitazione anti incendio.
Inutile aggiungere che il ricciolino ha apprezzato l'arrivo del camion dei pompieri a sirene spiegate ed il diversivo!!!

Rientrati dopo un paio d'ore, abbiamo visitato i quattro piani del Museo che ruota intorno a  
OTZI, The Iceman, ovvero l'Uomo venuto dal ghiaccio.


 La famosissima mummia, perfettamemte conservata in una teca, è senza dubbio l'attrazione centrale del museo ed a ragione!
E' davvero impressionante avvicinarsi, ad uno ad uno, allo sportello che consente di osservarlo nella sua attuale dimora e vedere: un corpo completo, non un mucchietto di ossa!
L'esposizione descrive, con i vari reperti rinvenuti con la mummia o risalenti alla stessa epoca, la storia di quest'uomo ritrovato casualmente nel 1991 nei ghiacciai della Val Senalese e vissuto oltre 5.300 anni fa.

Una scoperta che suscito un clamore mediatico eccezionale di cui ho ricordo diretto (all'epoca avevo nove anni e vedevo regolarmente i telegiornali con i miei genitori) e che scatenò anche una contesa tra Italia e Austria per decidere chi avrebbe avuto l'onore di ospitarla, con tanto di ricalcolo dei confini in alta quota e definitiva attribuzione all'Italia.

Viene spiegato come avvenne la straordinaria scoperta, quali furono le reazioni della stampa, gli studi compiuti sulla mummia ed il suo corredo ma anche quali sono le tecniche ed i presidi di emergenza utilizzati dal Museo Archeologico per garantire la conservazione in assoluta sicurezza della mummia.



E poi vi sono i resti (molto più ampi di quanto immaginassi) dei suoi abiti di pelliccia e di pelle e del suo copricapo, le armi e il resto del suo equipaggiamento e, ovviamente, Otzi è anche il pretesto per descrivere la vita degli uomini nell'Età del Rame, con tante curiosità sul loro stato di salute, sulla dieta, sullo stile di vita.
Purtroppo, non è possibile scattare fotografie in tutto il piano in cui è conservata la mummia (permesso nel resto del museo), ma è un prezzo che vale la pena pagare per vederla, a mio parere.


Le notizie curiose sono tantissime.

Sapevate, ad esempio, che già Otsi era intollerante al lattosio e che gli uomini della sua epoca già soffrivano di malattie considerate "moderne", come la gotta?

 Oppure che a 45 anni, per l'epoca, si era decisamente anziani?


Il museo è interattivo e moderno e cattura davvero l'attenzione di grandi e piccini.


Per i bambini,c'è un'area dedicata ad ogni piano, con piccoli giochi che aiutano a comprendere quanto spiegato, come indossare una ripoduzione degli abiti di Otzi e percepirne peso e calore, i fili ricavati dal libro di tiglio da intrecciare per ricavare un canestro, il puzzle di corteccia di betulla come quello con cui Otzi aveva realizzato la sua "borsa" o foglietti su cui dare la propria versione.....dell'omicidio di Otzi!


E già, perchè quello di Otzi è sicuramente uno dei primi gialli della storia e solo dal 2001 si sa che la sua morte non fu per nulla accidentale.
Il percorso espositivo coinvolge il visitatore nella scoperta dei risultati delle indagini effettuate...

..svelando tanti particolari che fanno percepire questo nostro antenato di 5.300 anni fa come un conoscente.

Anche se più bassino di noi!


La riproduzione a grandezza naturale di Otzi è davvero suggestiva e ben fatta.

Il ricciolino biondo non si è annoiato e ci ha seguiti di buon grado nella visita, seppure apprezzando e comprendendo solo ciò che era adatto alla sua età.

Il terzo piano del museo ospita, dal 02.02.2016 e sino al 14.01.2018, una interessantissima mostra sul rame ("Heavy Metal"), il cui ingresso è compreso nel biglietto di ingresso, con nozioni sugli usi passati e attuali del rame, la sua composizione, le sue caratteristiche, i costi e modi di estrazione, per terminare con una esposizione di monili di questo prezioso metallo.



Questa è stata l'unica parte della struttura che abbiamo visitato da soli io e l'Alpmarito, mentre il ricciolino si divertiva nell'area bimbi, ad ingresso gratuito, al primo piano. 
Una zona davvero ben fornita di giochi in materiali naturali e angoli morbidi (possono accedere anche i genitori, basta togliere le scarpe) che ispirava relax.


Con le assistenti il ricciolino ha giocato e realizzato un bel collage "in tema" con quanto visto nel museo.


Ovviamente, abbiamo fatto anche una piccola tappa allo shop, per cartoline, segnalibro e "stickers".


Insomma, se andate in Alto Adige o in Trentino, vi consiglio di visitare Bolzano, di cui ho intenzione di parlarvi e il Museo Archeologico dell'Alto Adige. Se la storia vi interessa o se avete bambini in età scolare, sicuramente aprezzerete la tappa.

p.s. Il museo è chiuso il lunedì, ci sono sconti per famiglie, l'ingresso è gratuito per bambini sotto i sei anni ed è possibile utilizzare un'audioguida multimediale (le lingue utilizzate sono italiano, inglese e tedesco) a 4 Euro, che noi però non abbiamo provato. In ogni caso, i cartelli esplicativi sono ben fatti e completi.
Il museo si raggiunge a piedi dalla stazione del treno ed è in centro.

Post non sponsorizzato.

mercoledì 5 ottobre 2016

Il Nuraghe Majori, Tempio Pausania e la Valle della Luna (o Piana dei Grandi Sassi)

Quando abbiamo visitato la Sardegna, non ci siamo limitati a scoprire le sue bellissime spiaggie e a goderci sole e male.
Volevamo anche farci un'idea del territorio interno, della sua storia e delle sue città.

In uno dei nostri pomeriggi in giro, abbiamo deciso di andare alla scoperta di  Tempio Pausania (OT)  e del suo Nuraghe Majori.

Per raggiungerli, abbiamo attraversato in auto Aggius e la Piana dei Grandi Sassi, anche detta Valle della Luna (da non confondersi con la più famosa "Valle della Luna" che è Cala Grande, a Capotesta).


Si tratta di un paesaggio pianeggiante dalla quale emergono numerosi ed enormi massi di granito, risalenti alle ultime glaciazioni, arrotondati e lavorati dall'erosione.

Sembrava di trovarsi nella scena di un film western, anche grazie al pesaggio brullo, al caldo torrido ed alla siccità.

Ovviamente l'Alpmarito non ha potuto esimersi dallo scalarne almeno uno!!!

Per tutto il tragitto, poi, si è lamentato del fatto che non avessimo portato con noi corda, scarpette, nuts e friends e neppure un materassino da boulder!
Il centro storico di Tempio Pausania ci ha piacevolmente colpiti, perchè molto diverso dalle città e dai paesi a cui siamo abituati, a partire dal colore dominante della pietra chiara.




C'era una sorta di luminosità onnipresente e, camminando nelle vie semi deserte, nella calura di un primo pomeriggio di agosto, ci è sembrato quasi di entrare in un'altra dimensione, lontana dalla frenesia quotidiana.


Dopo gelato e caffè, sul finire del pomeriggio siamo infine giunti al vicino Nuraghe Majori.

E' un nuraghe perfettamente conservato, di pianta sub-circolare, realizzati con gli stessi blocchi di granito della Valle della Luna.


Entrando, da Est-Sud-Est come abbiamo scoperto essere la norma, per riparare l'interno dal vento di Maestrale e sfruttare la luce del sole per illuminare la struttura, sembra di fare un passo indietro nel tempo.


Ed infatti, si cammina dove camminavano i nostri antenati 3500 anni fa, si toccano i massi che loro hanno posto e..si esplora.


Alla cassa ci hanno consegnato una grossa pila, per poter vedere i vani interni, con la raccomandazione di non puntarla verso l'alto, dove riposano...i pipistrelli!!



Ovviamente, la raccomandazione ha reso ancor più entusiasta il ricciolino, autonominatosi "capo - esploratore".

Intorno al nuraghe,  che è monotorre, è stato creato un breve percorso naturalistico con informazioni botaniche, per far conoscere la vegetazione ed i profumi della macchia mediterranea.
Il nuraghe, infatti, è circondato da un boschetto dipiante di sughero, che hanno affascinato il ricciolino, che non le conosceva ancora.

Si può, così, osservare la costruzione da tutte le angolazioni, oltre che godere del panorama che si vede dal suo cortile esterno.
Uno dei più bei nuraghe che ci ha regalato il nostro viaggio in Sardegna.

Un bagno al tramonto ha poi degnamente concluso la bellissima giornata e accontentato il ricciolino !


P.s. Per accedere al Nuraghe Majori bisogna parcheggiare l'auto nel parcheggio, libero, che si trova a destra della strada statale per Palau, a pochi chilometri dal centro di Tempio (seguite le indicazioni stradali), per poi proseguire a piedi sulla strada bianca seguendo le indicazioni (sarà circa 1 km).
Dopo poche centinaia di metri si giunge a un punto di ristoro. Oltreppassato questo si giunge alla biglietteria per la visita al nuraghe.
L'orario di visita va dalle 9.30 alle 19.00. Il prezzo del biglietto era di 2,50 Euro a testa per la visita senmplice, 3,00 Euro per quella guidata.