Visualizzazione post con etichetta educazione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta educazione. Mostra tutti i post

venerdì 1 aprile 2016

Le letture di Mamma Avvocato: "Le regole che fanno crescere"


 "Le regole che fanno crescere" di Maggie Mamen,  

ed. Piemme, 2006, pag. 234, Euro 9,00


Il libro tratta i modi per riconoscere, curare e, soprattutto, evitare preventivamente, la c.d. "Sindrome del Bambino Viziato".
Lo fa spiegando di comprendere che i genitori agiscono in buona fede e vogliono tutti crescere bambini felici, tuttavia a volte il modo in cui i figli recepiscono i messaggi che inviamo è diverso da quella che era la nostra intenzione oppure portiamo all'estremo delle convinzioni che finiscono per produrre conseguenze non volute.
Ad esempio, se noi diciamo: "Vogliamo che i nostri figli siano sereni e felici" , lo potrebbero pensare: "Devo essere sempre sereno e felice. Quando sperimento perdita o fallimento o mi sento triste, arrabbiato, frustrato o deluso, qualcuno deve farmi sentire meglio" o ancora, se noi cerchiamo di far sentire i nostri figli sempre stimolati ed arricchiti da attività, sport, corsi ecc, loro possono interpretare il messagio cosi': "Non mi devo annoiare mai. Mi si deve chiedere di fare solo cose stimolanti e arricchenti, non cose barbose e noioso. Se non mi interessa, non lo faccio" ed applicare questo pensiero anche allo studio, ai compiti, ai doveri di casa, all'igiene ecc.
Io mi sono accorta, ad esempio, che nel tentativo di far sentire nostro figlio considerato ed ascoltato sempre, gli abbiamo fatto credere che deve sempre partecipare a qualunque decisione e questo fa si' che, a volte, quando cio' non è ovviamente nè giusto nè possibile, lui si opponga con decisione alle nostre scelte e non capisca.
Ci stiamo lavorando.
Con schemi semplicficativi e molti esempi pratici, l'autrice invita a mettere a fuoco gli obiettivi educativi che vogliamo raggiungere, riflettere sul nostro stile genitoriale, imparare a riconoscere i sintomi del "bambino viziato", verificare che i nostri messaggi siano esattamente compresi.
Spesso, infatti, la volontà di dare ai nostri figli libertà di scelta, supporto, conforto, il desiderio di nutrire la sua autostima e non farlo sentire mai solo, la voglia di non fargli subire comportamenti che noi stessi abbiamo subito con disagio, di evitare eccessi di severità e freddezza, portano a risultati abnormi, a crescere bambini incapaci di pazienza e rispetto delle regole, isolati dai coetanei ed arrabbiati.
Quanti se ne vedono di bambini cosi', in giro ? E quante volte, osservando i genitori, ci chiediamo e loro stessi si chiedono, come sia possibile che siano diventati cosi'? Dove hanno sbagliato ? Dove abbiamo sbagliato o potremmo sbagliare noi?

"E' nella natura umana smuovere cielo e terra per evitare ai propri figli disagio e sofferenza. E' uno dei nostri obiettivi. E' nostro compito far si' che siano sicuri, sani e che le cose vadano sempre meglio. Troviamo molto difficile tollerare che i nostri figli siano arrabbiati con noi. Chi non si è sentito raggelare quando suo figlio gli ha detto: "Ti odio!", "Sei la peggior mamma del mondo!"....(omissis)...Se già non siamo sicuri del valore del nostro metodo educativo, l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è che i destinatari dei nostri sforzi esternino al mondo i nostri peggiori timori relativi alla nostra performance....Regrediamo di colpo e ritorniamo ad avere quattro, dieci o quindici anni. Come possiamo essere dei genitori efficienti se siamo noi stessi ancora dei bambini? A volte ci spaventa la nostra stessa risposta rabbiosa, e temiamo di non riuscire a controllarci e di poter far del male a qualcuno, con un assalto fisico o verbale. Di conseguenza molti di noi faranno tutto cio' che è in loropotere per evitar la rabbia dei propri figli. Ci ripensiamo, riduciamo le aspettative, cambiamo i ruoli e alla fine diamo loro cio' che vogliono: è piu' facile essere il genitorie di un bambino contento di noi...."
Pag. 44.

Il bello è che, come spiega l'autrice, spesso basta correggere alcuni messaggi per ottenere risultati notevoli, senza venire meno alle proprie convinzioni e senza dover cambiare il nostri stile educativo e, soprattutto, senza curare con farmaci problemi che non sono vere e proprie sindromi mediche.

Rispetto ad altri libri sull'educazione che ho letto, questo volume è piu' tecnico ma mi sembra anche molto obiettivo e ragionevole, incentrato sul ruolo dei genitori e volto a consetire scelte educative consapevoli.
 Inoltre, riporta alcuni brani di altri autori che ho molto apprezzato, come queste semplici ma non per questo banali:
REGOLE DI VITA 
Se lo apri, lo richiudi.
Se lo accendi, lo spegni.
Se sblocchi, lo riblocchi.
Se lo rompi, lo ammetti e lo ripari.
Se non sai ripararlo, chiami qualcuno che lo sappia fare e paghi il dovuto.
Se lo prendi in prestito, lo restituisci nelle stesse condizioni, se non in condizioni migliori.
Se ci tieni a qualcosa, ne hai cura.
Se sporchi, pulisci.
Se lo sposti, lo rimetti a posto.
Se appartiene a qualcun'altro e desideri usarlo, chiedi il permesso.
Se non sai come farlo funzionare, lascia stare.
Se non sono affari tuoi, non fare domande.
Se non è rotto, non cercare di aggiustarlo.
Se danneggia la reputazione di qualcuno, tieni la bocca chiusa.
Se illuminerà il giorno di qualcuno, allora dillo.

Tratto da "Lists to Live By", di Alice Gray.


QUANDO CREDEVI CHE NON GUARDASSI
Di un bambino

Quando credevi che non guardassi, ti ho visto appendere il mio primo disegno sul frigorifero e subito ho avuto voglia di farne un altro.

Quando credevi che non guardassi, ti ho visto dar da mangiare a un gatto randagio e ho imparato che è bene essere gentili con gli animali.

Quando credevi che non guardassi, ho visto che preparavi il mio dolce preferito e ho imparato che le piccole cose possono dare un tocco speciale alla vita.

Quando credevi che non guardassi, ti ho sentito recitare una preghiera e ho imparato che cè un Dio al quale potevo rivolgermi in ogni istante e ho imparato ad aver fiducia in Lui.

Quando credevi che non guardassi, ti ho visto preparare un pasto e portarlo a unamica malata, e ho imparato che tutti noi dobbiamo aiutarci e prenderci cura luno dellaltro.

Quando credevi che non guardassi, ti ho visto donare il tuo tempo e il tuo denaro per aiutare persone che non avevano nulla, e ho imparato che coloro che hanno qualcosa devono donare a chi non ha nulla.

Quando credevi che non guardassi, ti ho sentito darmi il bacio della buonanotte e mi sono sentito amato e protetto.

Quando credevi che non guardassi, ti ho visto occuparti della nostra casa e di tutti coloro che vi abitano e ho imparato che dobbiamo aver cura di ciò che ci è stato dato.

Quando credevi che non guardassi, ho visto come non venivi meno alle tue responsabilità anche quando non ti sentivi bene, e ho imparato che, una volta cresciuto, avrei dovuto essere responsabile anchio.

Quando credevi che non guardassi, ho visto le lacrime sul tuo viso e ho imparato che, a volte, le cose fanno male, ma che si può piangere.

Quando credevi che non guardassi, ho visto che mi amavi e ho desiderato essere tutto ciò che potevo essere.

Quando credevi che non guardassi, ho imparato le lezioni più importanti della vita, che mi serviranno per essere un adulto buono e produttivo.

Quando credevi che non guardassi, ti ho guardato e volevo dirti: "Grazie per tutte le cosa che ho visto quando credevi che non guardassi."

Ciascuno di noi, genitore, nonno, parente o amico, influenza la vita di un bambino. Per il mondo sei qualcuno, ma per qualcuno sei il mondo.



Tratto dal libro "You Thought I Wasn't Looking" di Mary Rita Schilke Korzan, distribuito da Andrews McMeel Publishing, riportato nel libro di Maggie Mamen a pag. 134-136.





Se siete arrivati fino in fondo a questo lungo post, lo avrete capito: libro consigliato!
Con questo post partecipo al Venerdi del Libro di Home Made Mamma.
 

domenica 17 gennaio 2016

Imparare a contare e a riconoscere i numeri (nonché le lingue) giocando

Il ricciolino biondo ha sempre voglia di giocare.

Ed è normale per un quattrenne pieno di voglia di vivere.

Solo che a volte, la sera dopo la cena o il pomeriggio dopo la scuola, noi siamo distrutti e lui, anche se con gli amichetti, ha bisogno di calmarsi un po' e fermarsi.

Per quanto lui non stia fermo davvero neppure con i giochi da tavolo o mangiando!

Per intrattenerlo e, nel contempo, aiutarlo ad imparare i numeri, che lo affascinano in modo particolare, nelle tre lingue (italiano, francese e ora anche inglese che stanno introducendo alla materna), abbiamo allora iniziato a proporgli dei giochi da tavolo classici, anche se rivisti con i personaggi dei cartoni o delle storie del momento.

E funziona, sia per noi tre/due soli, sia quando si associa qualche nonno, un cuginetti o un amichetto.

Il nostro preferito del momento, regalo della Befana, e' questo: la scatola contiene un tabellone che da un lato ospita il gioco dell'oca, in versione Petit Prince del cartone animato appena uscito al cinema (di cui vi parlerò presto, perché ci ha incantato) con l'Aviatore, Le Petit Prince, Madame (la mamma della piccola protagonista) e la bimba, con i serpenti che ti fanno indietreggiare fino alla casella in coda e l'aquilone che ti fa avanzare siano alla sua punta e tante stelline decorative.

100 caselle con un bellissimo e grande dado di legno decorato da stelline gialle al posto delle palline, così da imparare a contare, prima per capire il punteggio fatto, poi per muovere la pedina sul tabellone.

D'altro lato c'è quello che ai miei tempi si chiamava "Non t'arrabbiare", un gioco che io adoro e che, davvero, può far litigare perché la situazione può ribaltarsi all'ultimo: lo conoscete anche voi, vero?

Anche le pedine (quattro per ciascuno dei quattro personaggi), come il dado. sono di legno robusto e molto carine. Hanno solo la fastidiosa tendenza a cadere facilmente quando a giocarci e' il ricciolino biondo! Io le avrei fatto un po' più stabili.

Il bello di "Non t'arrabbiare" e' che è anche un gioco di strategia, dunque sviluppa pure la logica, oltre alla virtù della pazienza, senz'altro la più difficile da apprendere per i piccoli!!!

A Capodanno, dagli amici, abbiamo giocato ad un'altra versione del gioco dell'oca Dami, quello delle Storie del Bosco di Tony Wolf,della Giunti: veramente curatissimo nelle illustrazioni, simpatico e ben fatto, con l'albero centrale pop-up.

Come qualsiasi altra versione del gioco, i bimbi sono invogliati a contare.

Poi ci sono le carte dell'Uomo Ragno, trovate nel l'uovo di pasqua già l'anno scorso e molto apprezzate del ricciolino.

Si possono usare per due giochi diversi, con spiegazioni incluse: action game ed il gioco delle famiglie.

Noi, però, le usiamo come se fosse "Uno", per imparare a riconoscere i numeri (da 1 a 4), le lettere maiuscole ed i colori, necessarie per fare gli abbinamenti, il tutto sempre in francese.

Con il tempo, il nano e' diventato sempre più abile e si diverte.

Infine, questa confezione di giochi matematici, ricevuta in regalo per lo scorso compleanno da un amichetto del cuore con la mamma previdente ed intelligente.

Anche in questo caso, usiamo tutti i giochi cercando di ripetere i numeri in francese e usando vocaboli in francese per descrivere la loro forma. Ovviamente, però, va benissimo anche in italiano o in inglese o in qualunque altra lingua!

Il cartone e' abbastanza robusto, i colori vivaci e le immagini accattivanti, in più gli incastri fungono sempre da strumento di controllo della correttezza degli abbinamenti.

Ci sono 7 giochi diversi, dalla tombola in cui contare gli animali della fattoria o dei numeri (a seconda di come si girano i cartoncini), al palazzo in cui conteggiare le persone sul balcone ed abbinarle ai numeri (e dall'altro lato semplice addizioni) ,

 

E poi giochi di logica per apprendere le forme geometriche e gli insiemi (mezzi di trasporto, frutti, persone, animali ecc.) ed imparare a fare le somme.

Anche in questo caso, spesso cerchiamo di usare il francese per indicare qualunque forma, animale e oggetto e contare, tanto per cercare di allenarci un po' al bilinguismo!

Ovviamente, l'Alpmarito corregge e riprende più me che il ricciolino biondo, il quale però è decisamente più pigro!

E voi, che giochi suggerite per sviluppare logica e matematica divertendosi, magari in compagnia?

Vi piacciono questi?

P.s. il post non è sponsorizzato, ma solo il frutto della voglia di condividere idee ed esperienze con altre mamme e, possibilmente, trovare passatempi intelligenti per i pomeriggi di pioggia, i giorni di malattia o le serate in casa!

 

lunedì 14 dicembre 2015

Alti e bassi "mammeschi"

Ultimamente mi sembra di essere ritornata ai "terribili due", con l'aggiunta di reazioni anche fisiche, come spinte, porte sbattute e giocattoli lanciati.

Il ricciolino biondo è in piena fase "faccio tutto il contrario di quello che mi chiedi" e "faccio solo quello che voglio, quando voglio", con tanto di sceneggiate, ritiri in camera perchè offeso, "mamma, sei cattiva!" urlato a più riprese, possibilmente in pubblico.

Ci sono momenti in cui vorrei solo fuggire di casa e, anche se è appena finita la giornata lavorativa, mi trovo a sognare di essere in ufficio, in udienza, a fare la spesa, ovunque tranne che con lui.
Ammetterlo è dura, però è così e so che non sono nè la prima nè l'unica mamma ad avere questi momenti di cedimento.

Sono i bassi.

Per fortuna o, forse, per una sorta di istinto di sopravvivenza dei bambini, questi momenti si alternano ad altri, gli alti.
Forse perchè, se così non fosse, la specie umana si sarebbe già estinta, almeno per quanto mi riguarda!

Quando è seduto in palestra, accanto agli altri piccoli giocatori, tutti in divisa, tutti con un pallone in grembo, ed ascolta concentrato le allenatrici.
E io non mi capacito di quanto sembri già così grande.


Quando lo guardo nuotare in piscina e, prima e dopo il corso, giochiamo insieme nella vasca piccola e siamo gli ultimi a uscire.

Con calma, ci facciamo la doccia e tu mangi il tuo "cioccolatino lungo" mentre ti asciughi i capelli sotto il phon, avvolto nel tuo accappatoio da leone arancione, che ti piace tanto.

Poi, vabbè, magari per sbaglio mi tira un annaffiatoio sull'occhio e me lo fai nero, ma questa è solo sfiga.
E quasi non mi capacito per l'orgoglio e l'amore che sento scoppiarmi nel cuore.


Quando, accompagnandoti al cinema per la prima volta, sei tutto eccitato e curioso, rimani meravigliato dallo schermo gigante e mi chiedi se possiamo metterlo nella casa nuova.
E poi ti stringi a me e mi tempesti di domande, nei momenti più tristi del cartone.
Quasi non ci credo, che insieme a te posso rivivere tutte queste prime volte ed è anche meglio di quando ero io, bambina.

Quando, appena prima di addormentarci, mi dici a sopresa: "Mamma, ti voglio bene" e, "Mamma, sei brillante, sai?", per dirmi che sono bella.

Quando ci fai morire dal ridere a tavola, chiedendoci se negli anni 70' noi c'eravamo già e visto che no, ancora non eravamo nati, se c'erano già i nonni e, se c'erano i nonni, allora c'erano anche i dinosauri, vero ?!?
 p.s. I  nonni saranno contenti di sapere che li collochi nella stessa era dei dinosauri!!

Quando mi senti raccontare a tuo padre che una tua cara amichetta è stata ricoverata quattro giorni in ospedale per una brutta infenzione virale ma ora sta meglio ed è casa, allora sentenzi subito: "Dobbiamo andare a trovarla e portare un bel regalo a lei e ai suoi parenti" (nel senso francese del termine = genitori).
E poi non te lo dimentichi e me lo ricordi ancora e ancora, finchè non lo facciamo davvero!

Quando, pur di non vedere la tua amica andar via piangendo dopo una serata insieme, le presti il tuo gioco e non uno qualunque, quello che ti piace tanto, dicendole di portarlo pure a casa e di tenerlo un pò di giorni.

Quando andiamo in pizzeria con amici e tu e l'altra bimba ci lasciate al tavolo, andate dal pizzaiolo nell'altra stanza e poi tornate dicendo: " La nostra pizza sta arrivando. Abbiamo preso quella con i "wustel".
Noi vi guardiamo stupiti, dicendovi di aver pazienza che non abbiamo ancora ordinato e, invece, arriva subito la cameriera con la vostra pizza, che voi vi dividete allegramente!

Quando, nel lettone, leggiamo tutti e tre insieme la letterina che ti ha mandato Babbo Natale, in risposta alla tua della scorsa settimana e tu te la rigiri tra le mani, con gli occhi che brillano ed il sorriso felice.


Quando domenica mattina ti sei svegliato saltando sul letto: "Andiamo a sciare, andiamo a sciare!" e ti sei vestito e preparato in fretta. 
Tu, che in settimana impieghi due ore esatte solo a fare colazione e vestirti.
Non vedevi l'ora di essere in pista e provare di nuovo i tuoi sci, dopo l'estate, e in macchina mi hai chiesto preoccupato: "Mamma, sarò ancora capace?"
E poi hai girato felice sulla pista, mangiando biscotti e crackers in un pranzo improvvisato, per poi andare fuori di nuovo, felice, con il tuo papà.

Finchè, d'improvviso, senza un motivo, diventa tutto "NO!" e ti lasci andare ad una delle tue scenate, mentre qualche villeggiante basito mi osserva con compatimento e il nonno si domanda dove è finito il suo caro, bravissimo, nipotino biondo.
Ed è di nuovo momento dei tentativi di calmarti, di contenerti e poi dei piccoli ricatti, delle punizioni e della mia voce che si alza di tono.

Ed è di nuovo una prova di nervi, un tira e molla estenuante ed un continuo ripetere, riprendere e vietare.

Fino a che, quando penso di essere al limite dell'esaurimento nervoso, passa la tempesta ed è di nuovo gioia, orgoglio, tenerezza, divertimento.

E comunque sappilo, mio piccolo grande testone: tu sei determinato e cocciuto ma tua madre...ah, tua madre...lo è molto molto molto di più.
Tua madre non mollerà, continuerà a fare quel che deve, anche se per tentare di educarti e crescerti al meglio (e preservare la tua integrità fisica) dovrà sentirsi dire mille volte che è cattiva e "No no no!!!"
Non mollerà, nonostante i sensi di colpa e le fitte al cuore, le crisi di nervi e la stanchezza.
Perchè fa parte del gioco e lei lo sa.
Bimbo avvisato.

p.s. Al cinema abbiamo visto "Il viaggio di Arlo": perfetto per i piccoli e davvero bellissimo, sia quanto ad immagini, sia quanto a storia (molto originale il capovolgimento della storia evolutiva) e messaggi educativi. Consigliato!!!





giovedì 22 ottobre 2015

Insegnamento della seconda e terza lingua alla scuola dell'infanzia. Riflessioni di una madre perplessa.


Qualche giorno fa c'è stata la seconda riunione scolastica dell'anno, quella dedicata alla programmazione.


Ho così scoperto, innanzi tutto, che quest'anno, pare per via dei tagli finanziari al comparto scuola (ma non ho maggiori dettagli per capire a che livello siano stati operati questi tagli, nè, soprattutto, cosa vi sia di vero in questa motivazione), le assenze delle maestre non saranno coperte da sostituti, come accadeva fino allo scorso anno.

Le maestre rimanenti dovranno "farsi carico" anche del lavoro dell'assente, modificando la prorpia programmazione.

Le insegnanti lo hanno spiegato ai genitori, poichè è successo, già ad inizio anno, che due o tre di loro fossero assenti per corsi di aggiornamento (il che mi lascia già da sè perplessa: in orario scolastico, durante giorni di lavoro "standard"?), con conseguente "fusione" delle classi e gioco libero, puntualmente riferita a casa dai bambini.

Io e le altre mamme ci siamo limitate a chiederci se dovremo aspettare incidenti gravi, prima che si capisca che bimbi di 3-5 anni non possono essere lasciati senza adeguato controllo.
Io, poi, mi chiedo se per i nostri amminitratori la scuola dell'infanzia non sia altro che un "parcheggio" per i bambini, una specie di parco giochi al coperto in cui farli sfogare, anzichè un luogo di crescita, educazione e apprendimento, seppur commisurato all'età.

Ed ecco la seconda scoperta: un sondaggio scritto per capire se la maggioranze delle famiglie erano disponibili a sobbarcarsi un costo aggiuntivo una tantum per potenziare l'insegnamento del francese.

Premetto che viviamo in Valle d'Aosta, le insegnanti per legge devono dare un esame di conoscenza della lingua francese scritta e orale e dovrebbe vigere il bilinguismo nelle scuole e nelle istituzioni. 
Di fatto lo è sempre meno, per vari motivi, fra cui io contemplo anche la scarsa volontà di alcune (fortunatamente non tutte) insegnanti, spesso non adeguatamente preparate e poco consapevoli dell'arricchimento culturale che può consentire il bilinguismo, salvo poi la prontezza nell'incassare l'indennità di bilinguismo mensile in stipendio, ovviamente.

Dunque, il francese è la prima "seconda lingua" o, almeno, dovrebbe esserlo, che piaccia o no.

Tanto premesso, sappiate che l'esborso richiesto alle famiglie era:  4 Euro.
4, non 40, non 14.
Una tantum, ad alunno. 

E in che cosa consisterebbe il "potenziamento" dell'insegnamento? 
Un corso di teatro più spettacolo di una compagnia madrelingua francese, in quattro mezze giornate.
QUATTRO MEZZE GIORNATE, in un anno.

I fondi pubblici per questa attività ? Eh no, la scuola li ha usati per un altro progetto:
 un corso di inglese di 20 lezioni da un'ora, con un insegnante.

Ripeto: 1 insegnante, 46 bambini, 20 ore in un anno.

Questo, pare, per venire incontro alle richieste dei genitori di insegnare l'inglese fin dalla scuola dell'infanzia.

Ora, io mi chiedo: è questo che si intende per bilinguismo e potenziamento? Un corso di 4 ore per 4 volte ? Non si potrebbe fare tutte le settimane ? Costerebbe davvero tanto di più ? Serve a qualche cosa potenziare così?
E, soprattutto, prima di attivarlo dobbiamo chiedere il permesso per 4 Euro ???
No, perchè faccio notare che ogni gita sono 3/4 euro, per la castagnata bisogna portare castagne e fascine, per le festicciole di Natale e Carnevale cibo e bibite più offerte per acquistare lavoretti vari ecc. e nessuno chiede il permesso della maggioranza dei genitori e per questo è necessario chiederlo ?

E ancora: lo Stato non può pagare 20 lezioni da un'ora all'anno + 4 Euro a bimbo ?
A quale ridicola cifra ammontano gli stanziamenti ?

Infine: ma c'è qualche genitore che davvero pensa che 20 ore in un anno in cui ti insegnano una canzoncina o qualche parola in inglese faranno la differenza nel futuro dei loro figli ?
Non è meglio una sola lingua straniera, quale che sia, ma fatta per la metà dell'orario scolastico o quasi ?

Sì, esistono. E io non so cosa pensare.
Tra l'altro, forse non si rendono conto che mentre ovunque proliferano istituti e corsi di insegnamento dell'inglese, summer camp, vacanze studio in Inghilterra, cartoni in inglese ecc., di occasioni per imparare il francese (o lo sloveno in Friuli o il tedesco in Alto Adige), non ce ne sono altrettante e questa TERZA lingua per i nostri figli potrebbe fare la differenza tra trovare un lavoro o no, nel futuro, tra potersi trasferire all'estero o n.
E ciò senza contare il bagaglio socio-culturale di cui la lingua è veicolo, nelle regioni a Statuto Speciale.

Non che sia contraria alle lingue, nel caso non si fosse capito. Fosse per me, la scuola dovrebbe svolgere tutti i propri insegnamenti per metà in italiano, per un quarto in inglese e per l'altro quarto in un'altra seconda lingua, o qualche cosa di simile, con continuità e coerenza.
Queste iniziative sono lodevoli e certamente sono meglio del nulla o del disinteresse totale.

Solo che, se questa, una scuola dell'infanzia in regione a statuto speciale in cui per fare quattro incontri con madrelingua francesi devi chiedere il permesso ai genitori e l'inglese è previsto per 20 ore all'anno, è la "scuola del futuro" e se piace ad alcuno/la maggioranza dei genitori, conferma tutte le mie peggiori aspettative sulla direzione intrapresa.


Avvertenza: in questo post esprimo le mie personali opinioni di persona e genitore, peraltro non laureata in lingue straniere o scienze della formazione/educazione.
Il confronto, anche acceso, purchè educato, è cercato ed apprezzato.


giovedì 15 ottobre 2015

L'amore per il sapere

Ho sempre amato studiare.
Non tutte le materie, e non sempre, si intende, però ho sempre apprezzato l'opportunità di dedicare tempo allo studio, all'apprendimento, a nozioni a volte apparentemente inutili.

Tornando indietro, non solo rifarei il Liceo Classico, ma studierei ancora di più.
Sulla scelta della facoltà univeristaria qualche dubbio lo nutro, però certamente rifarei l'Università.
Perchè mai ho avuto così tanto tempo da consacrare allo studio come durante gli anni di superiori ed università e, soprattutto, così tante occasioni di stimolo e confronto culturale come al liceo.



Sarò sempre grata ai miei genitori per la possibilità che mi hanno dato e, soprattutto, per avermi fatto comprendere l'importanza della conoscenza, in qualunque campo.

Non credo che il mio percorso di studi sia il migliore o l'unico idoneo. NOn è questo che intendo.
Esistono tante strade, tante istituzioni scolastiche, tante esperienze di vita, tanti settori di conoscenza e tantissime fonti di apprendimento e, davvero, non saprei dire quale sia il migliore nè ho le competenze per giudicarli.

Io sono semplicemente grata del mio percorso.
Mio marito, ad esempio, non altrettanto del suo.

Ed è per questo che auguro a mio figlio di essere sempre curioso, di avere sempre voglia di apprendere ed imparare, l'umiltà per farlo da tutti e tutto, senza preconcetti, e la capacità di apprezzarlo.
Quali che siano le sue inclinazioni personali, le sue scelte scolstiche e le sue aspirazioni professionali.

L'Italia può vantare Università antichissime e rinomate, pur con tutti i loro indubitabili difetti e, spesso, la mancanza di adeguate risorse economiche.
Durante la nostra vacanza in Sardegna, abbiamo avuto la fortuna di visitare la sede di uno di questi Atenei: l'Università di Sassari.
Per puro caso.




 Pioveva a dirotto, eravamo in cerca di un posticino riparato da visitare quando siamo capitati davanti all'edificio dell'Università ed io, curiosa come sempre, sono entrata nell'atrio porticato per ammirarne l'architettura.
In quel mentre abbiamo scorto una famiglia di inglesi, con due figli sui 7 e 10 anni, che si guardavano intorno incuriositi, spingendosi verso l'interno dell'edificio.


E' passato un signore vestito in modo sportivo, che si è fermato e, comprendendo la loro curiosità, li ha invitati a salire la scalinata, portati nelle stanze del rettore ed affidati all'usciere perchè mostrasse loro l'Aula Magna e raccontasse la storia dell'Università.

Noi ci siamo immediatamente accodati!



Una delle aule magne utilizzate per la discussione delle tesi di laurea

Abbiamo così scoperto che l'Università ha quasi 400 anni, poichè è stata riconosciuta come tale nel 1617 (anche se fu fondata nel 1558) e tra i suoi alunni e docenti celebri pare ci siano stati, ad esempio, Antonio Segni, docente di diritto processuale civile, rettore nel 1943 e Presidente della Repubblica nel 1962, Francesco Cossiga, docente di diritto costituzionale, eletto Presidente della Repubblica nel 1985,il premio Nobel Daniel Bovet, Antonio Pigliaru,e Luigi Berlinguer.



L'Alpmarito si è prestato a fare da traduttore per gli inglesi e io sono rimasta colpita dall'interesse e dall'ammirazione dei turisti.




Devo ammettere che, come al solito ogni volta che entro in una Università, ripensando alle mie due lauree (triennale e specialistica), ho provato un brivido di emozione.

Ah, quel signore, è risultato essere il Rettore.

Ovviamente, non ho potuto esimermi dal fotografare anche un altro dei luoghi che cerco sempre nelle città che visito....il Tribunale.
Questa, però, è una questione di deformazione professionale !!!





E voi, vi è mai capitato qualche cosa di simile ?
 Quali sono i luoghi che cercate sempre, viaggiando, se ci sono ?
Rifareste il vostro percorso di studi o cambiereste qualcosa?

martedì 22 settembre 2015

Quali attività sportive dopo la scuola? Le nostre scelte e la sua prima garetta di corsa !

Leggere il post di Drusilla mi ha spinto a ricapitolare le nostre scelte per le attività extrascolastiche, per ora essenzialmente sportive.

Scelte necessariamente condizionate: dagli orari, dall'offerta del territorio, dai gusti /inclinazioni del ricciolino e, inevitabilmente, dall'opinione mia e dell'Alpmarito.

Questo perchè il mio biondino è ancora troppo piccolo per conoscere gli sport e fare scelte effettivamente consapevoli, ammesso che ciò sia possibile.

Quest’anno ho optato per il corso di nuoto, 45 minuti il sabato mattina, solo 6 lezioni fino a Natale.
Al lago ed al mare, quest'estate, ho infati capito sia che era pronto per imparare a stare a galla da solo, sia che il fatto che non sappia nuotare genera in me una tale ansia da rovinarmi parte del relax e, conseguentemente, rovinare a lui il divertimento.
Secondo me, poi, in uno Stato ricco di laghi, mari e fiumi, è impensabile non saper nuotare.
Ora bisognerà vedere se il ricciolino digerirà la questione "corso", perchè andare in piscina con me gli piace un sacco, l'idea di una maestra di nuoto e altri bimbi, molto meno.


Da gennaio come lo scorso anno, finito il corso di nuoto, pensavamo di ripartire con il corso di sci di fondo, la domenica mattina.
Così nuoto e fondo si alternerebbero e non dovrebbero stancarlo (e stancarci) troppo.

A questi "impegni" si aggiungerà  la solita serata settimanle in palestra di arrampicata con mamma e papà e amichetti a turno (niente corso, e’ troppo presto, gioca, salta, arrampica liberamente).

Dopo Natale, ci sarà l’inizio di un corso di gioco- atletica e, siccome lui è sempre in movimento e gli piace correre, la mia intenzione era di portarlo alla prima lezione a provare, per capire se potrebbe in effetti piacergli.
Tutto ancora da verificare, comunque.

Alla musica, che mi piacerebbe introdurre nelle sue giornate, penseremo fra un anno o due, come pure al calcio, che inizia a chiedere di poter praticare, non ancora per reale interesse ma per imitazione del cuginetto grande. In ogni caso, pare troppo presto e io son ben contenta di aspettare, visto che è l'unico sport che proprio io e l'Alpmarito detestiamo!

Poi ci sarebbero 5/6 lezioni di yoga mamma e figlio. Abbiamo fatto una piccola prova la scorsa settimana e il ricciolino biondo è sembrato interessato però, ad essere sincera, credo che farebbe piacere più a me che a lui e non vorrei che si sentisse troppo impegnato.

Come Drusilla, penso che il gioco libero e il gioco gli amichetti ed i nonni, la corsa la bicicletta ecc. debbano continuare a rappresentare un momento importante, anche dal punto di vista temporale, delle sue settimane.

Nel frattempo, il ricciolino sabato ha partecipato alla sua prima gara di corsa, in occasione della Festa dello Sport organizzata nel paese in cui viviamo.



200 mt in salita, da una piazza all'altra, in un gruppo di bambini da 0 a 5 anni, con tanto di pettorali "come i grandi"!

Il nostro campioncino si è impegnato tantissimo, è partito in ritardo perchè non aveva ben compreso il meccanismo ma poi è arrivato...4 ° !!!

Io e l'Alpmarito siamo corsi a lato strada, di fianco a lui, e il suo sorriso mentre correva guardando ora l'uno ora l'altro, nonchè la sua soddisfazione ed il suo orgoglio alla fine, sono state emozioni indescrivibili!



E poi gli hanno consegnato succo di frutta e barrette di cioccolato, con sua grande gioia!

Ora, ha già iniziato a chiedere quando potrà fare la prossima gara.
Pare proprio che tutto lo spirito agonistico che non abbiamo mai avuto io e suo padre, si sia riversato in lui!!!

p.s. Anche l'Alpmarito ha gareggiato nella competizione per adulti, per dare il buon esempio e in onore della festa dello sport organizzata con tanto impegno dalle associazioni sportive del territorio.

mercoledì 5 agosto 2015

Le cinque regole d'oro per lavare bene i denti (anche ai bambini)

A giugno sono andata dal dentista.
L'evento merita una menzione speciale, perchè credo fossero passati sette anni o giù di lì, dall'ultima volta.

Il fatto è che le tre volte nella vita in cui si sono andata non per semplici controlli periodici infantili, nell'ordine:
- avevo un ascesso grosso come una casa e ho dovuto fare terapia antibiotica nonchè soffrire per due otturazioni;
- risolto l'ascesso, mi hanno tolto due denti del giudizio di sotto, cresciuti di traverso nell'osso. Il gusto di osso bruciato in bocca ed il dolore della puntuara di anestesia sono secondi solo al dolore del parto, nel mio ricordo;
- ho tolto anche gli altri due denti del giudizio (o forse erano uno e uno, manco lo ricordo, perchè il male era stato enorme!), sempre tra "atroci sofferenze".
Per non parlare del male ai muscoli ed alle giunture della mascella, durato giorni in entrambi i casi, e il terrore dell'anestesia, che ho sempre avuto.

Insomma, per dire, la mia è fifa nera!!

Però erano mesi che avevo i denti troppo sensibili e le gengive dolenti, nonchè un paio di denti macchiati, così mi sono risolta a prenotare una pulizia dentale.
N.B.: solo la pulizia, peraltro per la prima volta nella mia vita!
Nonostante avessi avvisato l'igienista dentale della mia paura, deve aver pensato a me come ad una matta, visto che ho lanciato un urlo e fatto un salto sulla sedia quando, appena messe le mani in bocca...mi ha spruzzato l'acqua fredda!
Non sto a raccontarvi il seguito, sappiate solo che l'ho costretto ad interrompersi quattro volte per farmi respirare e mi ha trovato una carie, suggerendomi pertanto di prenotare la visita per l'otturazione.
Il dentista, che è anche un amico di famiglia, mi ha guardata in faccia e mi ha detto: "Senti, faccio aspettare il prossimo appuntamento e te lo faccio subito perchè io ti conosco: capace che non torni più e ti tieni la carie!!"
Era proprio ciò che stavio progettando di fare, invece...fatto.

Tutto questo cappello introduttivo per dirvi che, mentre soffrivo, l'igienista mentale ha pensato bene di "istruirmi" e, saputo che avevo un bimbo piccolo, darmi qualche consiglio.

I primi lavaggi !


Ecco cosa ho imparato:
Le cinque regole del lavaggio dei denti

1- usare il filo interdentale;
2- fare risciacqui quotidiani non con un colluttorio, a meno di problemi specifici, ma con semplice bicarbonato di sodio sciolto in acqua (semplice ed economico, peraltro);
3- spazzolare sempre dall'alto verso il basso e viceversa, mai da destra verso sinistra o viceversa, pulire sempre anche l'interno dei denti, a zigzag ed il sopra lateralmente, quello sì avanti ed indietro;
4- usare sempre solo spazzolini morbidi (anche se sembra che puliscano meno e durino poco) e, in caso di sensibilità dentale accentuata, usare dentifrici specifici riparatori applicandone uno strato con il dito mattina e/o sera, dopo aver lavato i denti e lasciandolo in posa fino a che non va via da solo (a meno che sia giorno e sia visibile, ovviamente);
5- e questo proprio non lo sapevo, attendere mezz'ora prima di lavarsi i denti dopo mangiato o dopo bevande gassate o zuccherate, caffè ecc.

Il lavaggio tre volte al giorno è scontato.

Quanto ai bimbi, oltre a ribadire queste cinque regole, salvo il risciaquo con il bicarbonato, perchè rischiano di ingerirlo per sbaglio (il mio non sa ancora tenere in bocca e sputare, per esempio),  mi ha suggerito di lavargli almeno una volta al giorno io i denti, non lasciando che lo faccia sempre da solo. 
Inoltre, dare il buon esempio (che sappiamo, vale più di mille parole), usare solo spazzolini specifici per età e morbidi, per preservare le gengive, ancor più delicate delle nostre, lasciar perdere i dentifrici dei cartoni a meno che non siano di marca e specifici per classe di età, mostrare le mosse giusta davanti allo specchio, 
non terrorizzarli con i racconti del dolore del dentista (no, vabbè, questo non lo ha detto ma sono certa che lo abbia pensato!).

La prima visita? Sia l'igienista che il dentista hanno detto verso i 4-5 anni, prima non serve se non ha dolore.
Mi sa che io aspetterò i cinque: non credo di poter sopportare il suo evenuale dolore !!!
Io, comunque, sono stata promossa a pieni voti: secondo l'igienista si vede che rispetto tutto le regole tranne la prima (in effetti, mi ha beccata!) e l'ultima, che non sapevo.
Il bicarbonato lo usavo già perchè è consigliato per togliere i residui dei farmaci spray cortisonici o simili, che io uso per le allergie e che rischiano di far venire afte o funghi in bocca. 
Non riusciva a credere che per me fosse la prima pulizia dentale in assoluto e che avessi solo due otturazioni vecchie e una sola carie formatasi, dopo così tanto tempo senza controlli: mi ha fatto i complimenti.
In realtà, considerando il mio consumo di miele (zucchero semplice e dolci non più), credo sia anche fortuna o genetica o entrambe!!!

E voi, conoscete altre regole ?
Aiutate i vostri figli a lavarsi i denti ?
Il vostro dentista che consigli vi ha dato?
E soprattutto, solo io ho il terrore del dentista ?!?



martedì 28 luglio 2015

Centro estivo, sì o no ?

E siamo alla seconda settimana di centro estivo, per il ricciolino biondo.


A giugno io e l'Alpmarito avevamo prenotato tre settimane di centro estivo, prevedendo di lasciare il ricciolino con i nonni paterni e la nonna materna, in modo alternato, e con me quando possibile, la prima mezza settimana di luglio e le due seguenti, così da consentirgli di riposare, svagarsi e riprendere i propri ritmi naturali, dopo il primo anno di materna, finito il 30 giugno.

Il ricciolino ne aveva davvero bisogno, sia perchè il passaggio dal nido al mattino e con i nonni il pomeriggio, alla materna dalle 8.00 del mattino alle 17.30 tutti i giorni non era stato facile, sia perchè comunque durante l'anno non ha praticamente fatto assenze oltre ai giorni festivi.
Anzi, una delle maestre si è congratulata con me perchè il nostro biondino era stato il bimbo con meno assenze dell'anno !

L'idea, poi, era di fare due settimane in un centro estivo a 9 km da casa, in un'area verde ampissima, con piscinetta, parco giochi, bar/ristorante che cucina i pasti e serve le merende all'aperto.
La prima con l'amico del cuore del nido, la seconda con l'aggiunta di due grandi amici della materna, con un anno più di lui.
Poi, di fargli fare una terza settimana di centro estivo nel paese limitrofo a casa, con i due amici della materna, cercando così di conciliare le esigenze, anche economiche, dei bimbi con quelle mie e delle altre mamme e di non pesare troppo sui nonni, già impegnati anche con gli altri nipoti e giustamente anche loro aventi diritto a riposo ed eventuali soggiorni al mare/montagna.

Però. Però.
Siamo al secondo giorno della seconda settimana ed il distacco di mio figlio al mattino continua ad essere difficile: baci, abbracci, pianti, richieste di stare con lui, di venire a lavorare con me ecc.

Certo, quando lo vado a prendere sembra non voler venire via e si vede che ha giocato tranquillo, ha ritrovato in due minuti netti la complicità con l'amico del nido, tanto che le animatrici li chiamano "la coppia inossidabile" o "gli inseparabili", però con me fatica ad ammettere di essersi divertito (quando non nega recisamente) e, soprattutto, la mattina si intristisce non appena dico che è giornata di centro estivo e non fa che ripetere che non vuole andarci, che preferisce stare con me o i nonni, anche quando non va al lago o ai giardinetti.

E io, che non ho mai voluto saperne di centri estivi e sono sempre stata accontentata, in questo, dalla mamma e dai nonni, mi sento in colpa e pure un pò scocciata.
Anzichè dargli una opportunità di stare con gli amici e divertirsi, peraltro per noi a caro prezzo, sembra che lo stiamo costringendo ad una permanenza forzata fuori casa, come se fosse ancora in pieno orario scolastico.

Non è facile.
Da un lato, ci sono i nonni, che si dicono disponibili ma che so si stanchano, che hanno anche loro vari impegni. E poi si tratta anche di portarlo/preparare pranzo/andarlo a riprendere, a volte facendo chilometri, nonchè difficoltà logistiche legate agli orari. Quindi, egoisticamente, mi conviene quasi il centro estivo.
Dall'altro c'è che quando sta con i nonni a lungo, soprattutto quelli paterni ed i cuginetti di quel lato, poi manifesta una tendenza ad essere intrattabile e fare capricci che perdura nel tempo.
E poi è già successo che i miei suoceri mi assicurassero di esserci e poi cambiassero idea all'ultimo o che mia madre avesse degli imprevisti (in fondo, i nonni da entrambi i lati hanno anche altri nipoti ed è giusto seguano anche loro) e io non voglio pesare più dello stretto necessario.

Insomma, sono qui che rimungino, indecisa se annullare la prossima settimana prima di pagare l'intera retta o no, visto e considerato che si tratterebbe anche di un centro estivo nuovo per il nano, per cui potrebbe essere ancora più difficile il distacco.

Come al solito, a settembre guarderò a queste scelte e "problemi" accorgendomi che non sono gravi nè così influenti sul futuro di mio figlio; ora, però, mi dibatto nell'incertezza.



mercoledì 15 luglio 2015

Un gioco green (in tutti i sensi) per i pomeriggi estivi, lezioni di botanica e...di cucina creativa: tutto in uno !

In principio l'idea fu del nonno G.: raccogliere rametti e foglie di erbe aromatiche e piante, coprirsi  gli occhi a turno e cercare di indovinare dall'odore la pianta.

Un gioco semplice,  green (in tutti i sensi) ed economico, che si puo' fare sempre e aiuta anche ad apprendere qualche nozione di botanica di base.

Il mio ricciolino biondo mi ha "sottoposto il test" una sera al rientro dal lavoro: su cinque, vi dico solo che ho azzeccato solo il rosmarino, tra le grasse risate del nonno e di mio figlio !!!

Poi mi sono applicata e dopo una settimana..... cinque su cinque !

Cosi' quando siamo andati a trovare la nonna bis E., che ha un giardino in collina con tante erbe aromatiche, non ho sprecato l'occasione.
Abbiamo giocato e io mi sono segnata con pazienza il nome di ogni foglia accanto alla relativa foto, poi ce le siamo portate a casa, per mettere alla prova nonno G.

Rabarbaro

Rafano, detto anche "cren"

Ribes bianco

Maggiorana

Acero

Erba di San Pietro

Lauro

Dragoncello

Menta piperita

Menta - bergamotto

Erba cipollina


Come è andata ? Il nonno ne ha indovinate solo tre su undici!!!

Cosi' mi sono presa una bella rivincita, oltre ad imparare che:
- con il rabarbaro, del quale si usano solo le radici rosse, la nonna bis sa cucinare una torta deliziosa, che naturalmente mi sono mangiata (e pare non mi dia neppure allergia, ww!);
- con il rafano si puo' fare una salsa acre e forte, pungente, per accompagnare bolliti, formaggi, pesce affumicato e uova. Purtroppo, sembra che appartenga alla famiglia delle crocifore, come i ravanelli e i cavoli, quindi credo di esservi allergica, anche se forse solo da crudo (ma provero').
Nella cucina orientale  viene utilizzato per la salsa wasabi (ma quante ne da la nonna bis ?).
Il nome  "cren" secondo alcuni è veneto, per altri slavo ed, in effetti, pare sia una pianta originaria dell'Europa balcanica;
- l'erba di san pietro  è perfetta per insaporire le frittate e secondo la nonna bis, piemontese di nascita e valdosatana per amore, non c'è frittata da vero piemontese, nè orto degno di nome, che non la contenga;
- posso mangiare senza stare male il ribes bianco e piace molto anche a mio figlio,
- di menta ce ne è piu' d'una. E io, che conoscevo solo quella piperita !!

Che dite, utile vero?
Una idea per giocare nelle calde giornate estive, quando non mancano le occasioni di stare in giardino, al parco, in montagna o in campagna, oltre che un modo carino ed efficace per insegnare a mangiare sano e rispettare le ricchezze della natura.
Potete usare anche i classici rosmarino, basilico e salvia, oltre a timo, maggiorana, petali di rosa, fiori profumati ecc.

E, magari, giocare tra una scopracciata di ribes bianco, un saluto alle tartarughe e uno sguardo al cielo che si intravede tra le foglie di acero, come noi!






mercoledì 24 giugno 2015

Riflessioni sull'influenza che abbiamo sui nostri figli, anche nelle scelte sportive e l'arrampicata a tre anni

L'ultimo fine settimana è stato caratterizzato da tanta arrampicata e un pò di montagna.

Il mio ricciolino biondo ci ha chiesto di andare ad arrampicare anche fuori, con la corda e, siccome qualche tempo prima avevamo acquistato l'apposito casco anche per lui, lo abbiamo accontentato.

Ne è rimasto entusiasta, lui che fino a settembre aveva timore della corda.
Tanto entusiasta che domenica, dopo la passeggiata in montagna, questa volta in compagnia di altre due bimbe, ha voluto tornarci.
Siamo arrivati alla domenica sera completamente distrutti, anche perchè in più il venerdì ed il sabato sera eravamo stati fuori, facendo più tardi del solito.

La felicità negli occhi del mio bambino ed il suo sorriso, così come l'espressione concentrata e seria nell'arrampicare, comunque, è stata impagabile.

Per dare il buon esempio, siamo stati costretti ad indossare il casco per tutto il tempo anche noi, nonostante in falesia non lo avessimo mai fatto e facesse un caldo assurdo, e a rivedere nodi e manovre almeno tre volte, perchè con la sicurezza non si scherza.




In tanti, semplici curiosi e scalatori, si sono complimentati con il nostro piccolino, alimentando così il suo ego già piuttosto sviluppato !!!
Per fortuna, la stanchezza lo ha aiutato a ridimensionarsi.

Sia sabato che domenica, però, prima di andare io e mio marito abbiamo cercato di fargli un discorso, perchè capisse che saremo stati contenti di assecondarlo, ma solo se era un suo desiderio reale, perchè noi gli avremmo sempre voluto bene comunque, anche se con gusti diversi.
Insomma, che non doveva per forza arrampicare per compiacerci o stare con noi!!

Non vorremmo  impedirgli di essere se stesso o di trovare la sua strada, il suo sport, le sue passioni, di limitarlo anzichè aiutarlo a spiccare il volo.

La verità, però, è che forse questi discorsi trovano il tempo che trovano.
Sia io che mio marito ci diciamo che l'importante è che sia felice, che potrà praticare lo sport che vorrà, purchè con impegno e costanza, che non importa se sarà proprio il calcio (che non amiamo per nulla) e non ciò che appassiona anche noi.
Perchè l'importante non è lo sport che si sceglie di fare, ma il fatto di praticarlo seriamente e divertendosi, perchè sarà sempre e comunque una palestra di vita.

In cuore nostro, tuttavia, non possiamo fare a meno di sperare che ci somigli un pò, di riuscire a trasmettergli le nostre stesse passioni, anche solo per poter stare insieme  in quei momenti.
Ci sforziamo di prendere in considerazione altre possibilità ma a volte mi rendo conto che alcuni sport neppure mi vengono in mente.
Ora è ancora piccolo, però sento già parlare le madri di altri compagni più grandi, di corsi di danza, nuoto, calcio, basket, atletica ecc. e penso che vorrei dargli la possibilità di scegliere, facendo però io un pò di selezione prima!

Non so più a quale incontro per genitori ho sentito l'esperto di turno spiegarci che i bambini, fino ai sei anni di età, sono come delle spugne e l'influenza dei genitori è al massimo.
Tendono ad immedesimarci ed imitarci in tutto e per tutto, desiderando compiacerci e cercando il nostro affetto, per poi allontanarsi progressivamente e infine, scontrarsi con i genitori nell'adolescenza, al fine di costruire il proprio io individuale.

Ecco, è un processo attualmente molto evidente, nel nostro ricciolino biondo.

Ed allora, ci siamo chiesti che male ci sia a cercare di indirizzarlo verso le attività che più ci appassionano, gli sport che ci sembrano presentino un ambiente più sano, che pensiamo sviluppino doti più utili o permettano il contatto con la natura, piuttosto che la socializzazione.
Perchè potremo farlo per pochi anni, poi ci troveremo un adolescente con ogni probabilità "bastian contrario", che andrà allo stadio a vedere le partite solo perchè a noi non piacciono!!!

Nello stesso tempo, visto che tanto la montagna quanto l'arrampicata, come la bici da corsa o lo sci, non sono attività prive di rischi, io ho anche timore che spingendolo a praticarle, da grande possa farsi male o spingersi oltre quello che per me è un rischio accettabile per lui (ossia, quasi zero!).

Insomma, dobbiamo goderci il momento, pur cercando di trasmettere il messaggio che lo ameremo sempre e comunque, per quel che è e fa, anche se diverso da me o da suo padre e, per quanto mi riguarda, pure senza fargli percepire il peso delle mie paure.
Facile, no?

E voi, cosa ne pensate ? Vi siete posti il problema? Come state affrontando la scelta dello sport o delle altre attività extrascolastiche per i vostri figli?

Di sicuro c'è, comunque, domenica ci siamo goduti la gitarella in compagnia.
Siamo tornati a Traversella, in Valchiusella, Piemonte (TO), dove ho trascorso tante settimane estive della mia infanzia con i miei nonni.
Ne avevo già parlato perchè è un luogo splendido.

Questa volta, essendo in compagnia di una coetanea e della sorellina più piccola, il ricciolino biondo non si è mai fatto prendere a spalle dal papà, neppure in discesa dopo pranzo, e anzi ha spesso preso per mano l'amichetta per aiutarla a camminare.
Anche il ricorso ai bon bon magici di Supermann è stato alquanto ridotto!!



Il simpatico Troll, chiamato Climbo (poichè nei dintorni ci sono tante vie di roccia per i climber), che accoglie gli escursionisti al Rifugio Bruno Piazza.



Gli incontri interessanti non mancano mai!!