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venerdì 29 gennaio 2016

Prepariamoci al Carnevale leggendo!

Il Carnevale, per me la festa più divertente ed importante dell'anno, e' ormai alle porte.
Dopo l'uscita di pifferi e tamburi dell'Epifania, dopo la prima uscita dei piccoli Abbà dei rioni, Ivrea si sta preparando alla battaglia, si montano reti, si appendono bandiere, si sparge sabbia per i cavalli.

A Pont St. Martin, il diavolo penzola dal ponte romano già dall'Epifania, alla scuola materna fervono i preparativi per il Carnevale storico dei piccoli, che coinvolgerà anche il Petit Prince, naturalmente, e il vestito in maschera per la sfilata di quest'anno è in arrivo.
E allora, anche le letture devono adeguarsi!




Giulio è un piccolo eporediese (così si chiamano abitanti di Ivrea) che ama il Carnevale e racconta con i suoi occhi di bambino l'attesa della battaglia, le emozioni vissute ed il clima della città nel lungo fine settimana carnevalesco, spiegando come tutti, a vario titolo e nei modi più diversi, partecipino attivamente a quella che è (e dovrebbe sempre rimane) a tutti gli effetti una grande festa popolare, la festa del "popolo eporediese."
Leggendolo, si può avere un assaggio dei momenti salienti del Carnevale e, soprattutto, di ciò che esso rappresenta per Ivrea.



E se state per criticare "lo spreco di arance" del carnevale di Ivrea, mordetevi la lingua ed  informativi prima di parlare, magari anche leggendo con i bambini quest'altro libro, che racconta il viaggio dei "proiettili rossi" dalla Calabria al Canavese e l'importanza del loro acquisto per l'economica dei produttori (perchè le arance vengono comprate e dagli arancieri iscritti alle varie squadre di tiro o dei carri da getto).





Se venite a visitare Ivrea, non dimenticate di visitare il suo Castello e i dintorni: il Canavese è ricco di atttrazioni, tra cui i suoi numerosi laghi e la Serra Morenica.

Soprattutto, però, nei giorni di Carnevale non dimenticate di indossa il berretto frigio. 
Quello originale, non una semplice fascia rossa o un qualunque corpicapo dello stesso colore. Non è lo stesso.






p.s. Potete trovare entrambi i libri in vendita nelle libreria di Ivrea, oppure qui.

E se ve lo state domandando, no, anche questo post non è sponsorizzato, bensì frutto della voglia di festeggiare insieme!







lunedì 17 agosto 2015

Il Castello dalle Rosse Torri e la mia città

"....Salve Piemonte! A te con melodia

mesta da lungi risonante, come

gli epici canti del tuo popol bravo,

scendono i fiumi.

Scendono pieni, rapidi, gagliardi,

come i tuoi cento battaglioni, e a valle

cercano le deste a ragione di gloria

ville e cittadi:

...

Ivrea la bella che le rossi torri

specchia sognando a la cerulea Dora

nel largo seno, fosca intorno e' l'ombra

di re Arduino"...

Ode al Piemonte, di Giosuè Carducci.

Non è onore che abbian avuto tutte le cittadine, quello di essere menzionate da così insigne poeta.

Ivrea, l'antica Eporedia, di origine romana e fondata nel 100 a.c., si'.

Ed in effetti, benché non sia nota come meta turistica, ma solo come città della Olivetti e della Battaglia delle Aarance, ha molto altro da offrire, come tutto il verdissimo Canavese.

Ci si può specchiare nei laghi che circondano la città, numerosi e ameni, tra cui il Lago Sirio, il più grande del gruppo dei cinque laghi.

Passeggiare sul Lungo Dora, estate ed inverno.

Si possono ammirare le sue piazze principali, Piazza Ottinetti, tutta in porticato (qui durante la serata delle bande musicali, a Carnevale) e quella che tutti gli eporediesi chiamano "Piazza di Città" o "Pizza del Municipio" ma in realtà ha un nome (anzi due) molto più altisonante (nella foto, sempre a Carnevale, con la neve).

Notare lo scorpione, simbolo di una delle squadre degli aranciere, gli Arduini, ma anche della città, visto che c'è ne erano tantissimi.
 

E poi c'è "il Borghetto", con il suo "ponte vecchio", il borgo antico della città, dove tirano le arance i Tuchini, la mia squadra.

Come non menzionare la Serra Morenica, il rilievo morenico di origine glaciale, risalente al quaternario, che è la formazione di questo tipo più lunga d'Europa (circa 20 km)?

Foto tratta da Wikipedia

È ancora, la torre di Santo Stefano, in origine campanile dell'omonima abbazia benedettina del XI secolo, nel centro del paese,


Le vie principali, pedonali e non, rigorosamente a cubetti, i resti dell'anfiteatro romano ed il Duomo, sorto nel IV secondo lo sui resti di un antico tempio pagano.

nelle vicinanze del Duomo, il Castello dalle Rossi Torri, voluto da Amedeo VI di Savoia, il Conte Verde, nel 1385.

Domenica scorsa, vi abbiamo portato il nano, che ogni volta che ci passavamo sotto in auto, ormai da un anno a questa parte, immancabilmente ce lo chiedeva!

Purtroppo è privo di arredi, perché dal XVIII al 1970 e' stato adibito a prigione. Mia madre, che frequentava il collegio delle suore di fronte ad esso, d'altro lato della piazza, lo ricorda bene.

Si può visitare solo un'ala, al piano terra, osservando celle e cunicoli, tuttavia la visita e' suggestiva, perché i volontari che fanno da guida sono preparati e nei pannelli esplicativi inseriti nelle stanze si possono leggere notizie curiose ed interessanti, oltre a vedere una curata riproduzione in legno del castello stesso.

Il nostro ricciolino biondo, ne è stato entusiasta e, anche se sembrava non ascoltasse, a fine visita mi ha prontamente fatto notare che la torre che stavo guardando era quella maestra distrutta dall'esplosione indotta nella stessa (dove erano conservate le munizioni) da un fulmine, nel giugno 1676. Le fonti parlavano di un numero dai 59 agli 80 morti e di oltre cento case danneggiate. Quindi, stava ascoltando eccome!

La tenuta "originale" del biondino e' solo opera sua, tengo a precisarlo!

A dire il vero non era la sua prima visita, poiché ero andata con l'Alpmarito, dopo tantissimi anni di chiusura al pubblico, quando il nano era appena nato e in braccio al suo papà (l'interno non è accessibile con il passeggino ma si visita in poco tempo, quindi non è impossibile tenere i bimbi in braccio o, meglio ancora, in fascia) e, siccome era una giornata di apertura eccezionale, per le giornate del FAI del primavera, ci avevano consentito l'accesso a più locali di quelli solitamente visibili.

Comunque, è stata una bella occasione culturale, per ricordare, far conoscere al mio ricciolino un pezzo delle nostre radici e accorgersi del bello che c'è intorno a noi.

P.s. Il castello e' visitabile la domenica pomeriggio dal 1 maggio a metà ottobre, oltre al 1 maggio e 15 agosto, dalle 15,00 alle 18,30 o, su prenotazione, in gruppi. Qui le info.

 

 

giovedì 9 luglio 2015

La fiera equestre di luglio

A San Savino ad Ivrea si svolge ogni anno una importante fiera equestre, la processione del Santo Patrono e arrivano le giostre.

Ogni anno, o quasi, da quando ho ricordi, i miei genitori mi hanno sempre portato in fiera, la domenica, a vedere i cavalli e le macchine agricole, dai trattori ai tosaerba.

A mio padre piaceva alzarsi presto e girare quando ancora era fresco e c'era meno gente, mia madre ha sempre preferito un po' più tardi, verso l'ora di pranzo, in pieno svolgimento del mercato concomitante per le vie e piazze della città.


 

Sempre la mamma, ci portava anche alle giostre, il pomeriggio. Le scuole erano finite da un paio di settimane, la fabbrica più importante della città chiudeva e molti compagni di scuola ancora non erano partiti per le ferie. Io, poi, mi sentivo sempre grande perché il mio compleanno era passato da poco

Così, ci si poteva ritrovare e andare sugli autoscontri, la casa dei misteri, la giostrina volante e, quando sono cresciuta, il tappeto magico e lo scivolo altissimo, quello con i tappetini.

Ricordo mio fratello più piccolo, che adorava lo scivolo e ogni anno tornava a casa con uno o più pesciolini rossi "pescati" alle giostre e la gioia di quella che era una forma di divertimento rara e affatto scontata.

E poi, la sera della domenica, c'erano anche i fuochi di artificio.

Così, nel tempo, per me San Savino e' diventata una tradizione.

Hanno aggiunto la sfilata delle carrozze d'epoca il venerdì sera, molto suggestiva (o forse c'era già ma io non la ricordo da bambina), spostato cavalli, stalle e mercato da una via all'altra, cercando sempre nuove soluzioni logistiche (quando la migliore rimane quella originale), le giostre sembrano quasi insignificanti rispetto a quelle dei grandi parchi divertimento di adesso, eppure ogni anno i bimbi presenti alla fiera sono tantissimi e anche io non ho perso il gusto di andarci, soprattutto per mostrare al mio ricciolino biondo cavalli e trattori!!!

Il ricciolino biondo aveva così paura di avvicinare la mano alla bocca del cavallo che praticamente le carote le tirava e si muoveva a scatti, facendo così innervosire gli animali!

Non so quanto questa fiera durerà ancora, considerato che il modo di vita contadino tradizionale non esiste più e anche il commercio e' completamente cambiato, tanto che ogni anno i cavalli in mostra sono sempre più solo quelli dei maneggi per la pratica dell'equitazione come sport e l'animale ha perso la sua utilità pratica.

Anche io per un certo periodo ho fatto equitazione con mio fratello maggiore, poi, a causa della sua allergia e dei costi, abbiamo lasciato perdere. Non mi dispiaceva ma neppure mi entusiasmava, forse perché si stava sempre nel recinto. In compenso, però, i maneggi della zona sono bellissimi, immersi nel verde del Canavese, come quello che frequentavo io, e ho sempre amato guardare l'eleganza e la grazia possente dei cavalli.

Alcuni dicono che siano animali non molto intelligenti, però a me i loro occhi sembrano dimostrare il contrario.

Finché ci sarà, però, cercherò di godermela!

 

 

 

E dalle vostre parti, c'è qualcosa di simile? Vi piacciono i cavalli?

lunedì 6 luglio 2015

L'estate che sa di cloro, lago, gelati e pedalò.

Estate è...

...il lago Sirio, con i suoi pedalò, barche a remi e kayak, i tuffi in piscina e le merende alla "casetta", tra un gelato ed una pizzetta da bambini, un caffè o un aperitivo da adolescenti.

Oggi, da madre, rivivo tutto con gli occhi di mio figlio.
La piscina per i bambini, in cui ora ho solo più il permesso di mettere i piedi ...




 la sabbiera...
i giochi...


i pedalò

..persino le sdraio...
tutto è cambiato nel corso degli anni,

però il paesaggio...



 ed il sapore di risate, di sudore, di cloro e di acqua dolce,
la gioia di sentirsi liberi,
il bello di stare in costume,
la voglia di sguazzare,
i richiami continui dei genitori,
quel non voler perdere neppure un minuto di gioco,
i compagni di gioco di pochi giorni,
che poi ritrovi puntuali l'anno successivo,
la doccia a fine giornata, sempre gelata perchè l'acqua calda è gia finita,
le barche ed i pedalò che se non li aspetti con pazienza,
son fuori e non riesci ad acchiaparne uno,
e quello del colore diverso, o più nuovo, 
che è sempre il migliore, il più conteso,
le minacce e le lusinghe delle mamme, 
gli strilli dei bambini
quando è ora di uscire dall'acqua,
ed è sempre troppo presto, troppo caldo, ancora un minuto,
 la macchina rovente e soffocante che ti aspetta sotto il sole,
i temporali improvvisi e le zanzare,
i "non camminare scalza/o che se pesti un ape..",
"..hai mangiato? Devi aspettare prima di fare il bagno..",
i costumi da risciacquare e gli asciugamani da lavare,
gli spogliatoi dove fai la sauna, 
ed esci più sudato di quando sei entrato nella doccia,
i divieti, 
che fino a 14 anni in barca da solo non si può,
ma i kayak invece sì,
e dal pedalò tuffarsi proprio no, 
e attenzione allo scivolo che è pericosolo,
e non correre che scivoli e cadi malamente,

tutto questo non cambia mai ed ha il sapore dell'estate-
Solo che, ora sono io a vestire i panni del genitore.


E un pò sono contenta, un pò mi prende la malinconia.

E allora remo sulla mia barchetta, mentre il ricciolino biondo fa da navigatore,
dopo che l'Alpmarito mi ha aiutato a uscire dall'imbarcadero,
perchè remare mi piace, le manovre invece...!


E ringrazio di essere eporediese.