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venerdì 1 marzo 2019

Le letture di Mamma Avvocato: "C'era una volta una casa di ringhiera" , "Casi umani", "come se tu non fossi femmina"

Negli ultimi tempi, dopo il racconto lungo di Maddalena Capra Lebout, ho letto altri due libri di autrici donne che mi sono piaciuti, uno che non mi è spiaciuto ma senza convincermi del tutto ed uno che non consiglierei.

Questo è dunque un venerdi' del libro tutto al femminile !



Il primo,
"C'era una volta una casa di ringhiera" di Annamaria Pizzinato (pag. 149) 

non è un romanzo ma una sorta di autobiografia dell'infanzia dell'autrice, cresciuta negli anni '60 nella periferia di Milano, in un appartamento facente parte di "una casa di ringhiera".




E' il racconto di un modo di vivere la propria casa, la propria famiglia ed il proprio quartiere sicuramente molto diverso dalla realtà della mia generazione nella cittadina dove sono cresciuta io.
Mentre leggevo, mi immergevo in quel mondo e mi sembrava di sentire la voce di mia nonna (ed è nonna anche l'autrice) che mi narrava episodi della sua infanzia, mi spiegava come trascorreva le sue giornate da bambina e la vita nel suo paesello.


Una sorta di piccolo memoriale, dunque, non scevro da valutazioni sull'educazione dei bambini e sui valori di ieri e di oggi, scritto senza "peli sulla lingua".
Una lettura breve, semplice e scorrevole ma curata, che consiglio a tutte le mamme e donne, anche per non dare per scontate tante piccole conquiste femminili e riflettere sul nostro attuale stile educativo.

Devo ammettere che mi piacerebbe che anche mia nonna e mia mamma prendessero carta e penna (non me la vedo a scrivere al pc!) e  raccontassero la loro infanzia nello stesso modo: intimo ma anche con uno sguardo aperto ai riti, alle consuetudini familiari, alle abitudini ed ai rapporti interpersonali dell'intero quartiere/paese in una epoca ormai passata.


Annamaria Pizzinato, con il nome di "Wondernonna" ha scritto anche racconti per bambini e parla di sè e dei suoi adorati nipoti nel suo blog,  purtroppo ultimamentepoco aggiornato.


Il secondo, anche se non in ordine di lettura, è

 "Casi Umani" di Selvaggia Lucarelli, Ed. Rizzoli, 2018, pag. 221.


Come in "Dieci piccoli infami", che avevo apprezzato molto, in questo libro Selvaggia Lucarelli racconta le sue (dis)avventure, anzichè con persone che a vario titolo le avevano rovinato la vita, con una serie di aspiranti "fidanzati", tratteggiando una casistita tragico-comica di uomini che è sicuramente meglio perdere che trovare.

Non divertente quanto "Dieci piccoli infami", forse anche perchè ne ricalca lo stile e l'impostazione, ma comunque una piacevole lettura di evasione.
Difficile, pero', credere che uomini cosi' esistano davvero e, soprattutto, che li abbia incontrati tutti lei.
Se è vero, si è guadagnata la mia compassione a vita.

Lo stile, schietto, esagerato, ironico, è lo stesso che avevo trovato in "Che ci importa del mondo".

Il terzo,

"Come se tu non fossi femmina"di Annalisa Manfreda, ed. Mondadori, 2018, pag. 163


L'autrice è sicuramente una donna intelligente, con cui scambierei volentieri due chiacchere o anche di piu', su condizione femminile, lavoro, vita con i figli, educazione ecc.
Dal libro traspare il suo amore per i viaggi e vorrei saperne molto di piu' su suo trekking in Nepal con famiglia.
Gli insegnamenti che vorrebbe trasmettere alle sue figlie sono, per me, al 90% condivisibili.
Cio' che mi ha lasciata perplessa, è pero' la mancanza di un filo conduttore, di una "storia" che tenga insieme gli insegnamenti stessi, dal momento che il viaggio con le sue figlie è appena accennato, un mero pretesto abbozzato per condividere le riflessioni dell'autrice che, secondo me, in questo modo perdono di incisività.
Insomma, lo consiglio per il contenuto ma non per la scrittura.


Il quarto, infine, 

"Mamme coraggiose per figli ribelli" di Giada Sundas, ed. Garzanti, 2018, pag. 173


Mi piace come scrive l'autrice, che secondo me ha proprio talento e trovo che ci si possa immedesimare, da mamma, nelle sue parole, eppure il suo secondo libro mi è sembrato troppo simile al primo, "Le mamme ribelli non hanno paura" (di cui ho scritto qui) e a tanti altri scritti sulla maternità e quindi non mi ha coinvolto piu' di tanto, pur facendomi sorridere.
 
Con questo post, non sponsorizzato, partecipo all'appuntamento ideato da Paola, il venerdi' del libro.

venerdì 15 febbraio 2019

Le letture del ricciolino biondo: "Pirati delle nevi" e "Mortina"

Pirati e cavalieri, supereroi , bimbi monelli e bimbe intrepide...sono tanti i personaggi che piacciono al ricciolino ma, ultimamente, i pirati sono tra i più gettonati.
Non è facile scovare storie che possano appassionarlo sempre, anche la sera quando la tentazione di restare a guardare i cartoni è forte e la stanchezza per la giornata a scuola si fa sentire, così la sfida è girare per le biblioteche e le librerie e lasciarsi ispirare da titoli, personaggi o disegni accattivanti.


Considerando che viviamo ai piedi delle Alpi e non siamo proprio marinai provetti (neppure marinai e basta, a dire il vero), è un pò strano leggere tante storie di pirati eppure...abbiamo scoperto che esiste chi si è inventato addirittura una avventurosa storia di pirati delle nevi e corsari dei ghiacci.


Sì, avete capito bene.
I protagonisti di questo libro illustrato della serie "Il battello a vapore" sono pirati ma nevigano, anzichè navigare, sui pendii montani, con velieri da neve ("Valanga" e "Tempesta" ) anzichè galeoni dei mari e sono, pensate un pò, animali di montagna: Capitan Gip, il gipeto, il suo secondo Camilla, un camoscio, lo stambecco Testadura, il capitano dei loro nemici, il lupo Testadura, la marmotta, la volpe ecc.

"Pirati delle nevi" di Tommaso Lanciani,

ed. Piemme



Invece che con mostri marini, i pirati montanari devono combattere con draghi delle nevi e si trovano alla taverna del vecchio Hibou (ovvero il gufo), in una valle sperduta, anzichè nelle osterie dei porti, si divertono con discese in derapata e godono degli spruzzi di neve e ghiaccio sollevati dalla loro nave con i pattini....


Tuttavia lo spirito avventuroso, la ricerca del tesoro e la sempre eterna lotta tra i buoni (pirati, certo, ma generosi e leali), ed i cattivi (scorretti, malvagi e traditori), sono gli stessi che nelle storie tradizionali ma l'ambientazione montana rende la lettura ancora più curiosa e divertente, anche per i genitori.

Un libro che ci è piaciuto molto, nato da un'ispirazione che l'autore, Tommaso Lanciani, scrive di aver avuto proprio in Valle d'Aosta, nella bella Val di Rhemes, che noi frequentiamo, conosciamo e amiamo.
Insomma, non potevamo farcelo scappare e di sicuro non ci ha delusi!



La storia, consigliata dai sette anni, è perfetta da questa età per le letture autonome ma può essere apprezzata anche prima se letta ad alta voce.

***



"Mortina. Una storia che ti farà morire dal ridere" di Barbara Cantini, 

ed Mondadori

Mortina, invece, è la piccola zombie protagonista di una storia di Halloween  (ma anche di altri due libri che abbiamo già ordinato) che ho cercato dopo aver letto il post di  Mamma Piky.
La protagonista è davvero simpatica, con illustrazioni e didascalie divertenti tutte da leggere e un racconto pieno di ottimismo e fantasia, seppur semplice.


La piccola zombie si diverte molto a giocare a Villa Decadente, dove vive di nascosto con la zia Dipartita e un cagnolino zombie, però avrebbe voglia di stare con bimbi suoi coetanei.
La zia ha vietato ogni contatto, temendo una pessima accoglienza per gli zombi da parte degli abitanti del villaggio.
Mortina non si perde d'animo e elabora un'idea: quale occasione migliore della festa dei morti per mischiarsi con i bambini veri?

Unico appunto del ricciolino: "Non è vero che fa tanto ridere, io ho riso una sola volta. Però mi è piaciuto!"


Anche in questo caso, una lettura adatta dai 5/6 anni in poi, a mio parere.

Con questi consigli di lettura per bambini, partecipo al consueto appuntamento del venerdì del libro di Paola.



venerdì 8 febbraio 2019

Le letture di Mamma Avvocato: "0 virgola 6" di Maddalena Capra Lebout

Due sere fa ho iniziato un libro. 
Due sere fa ho finito quello stesso libro.
Questo:  

"0 virgola 6" di Maddalena Capra Lebout



Non è lungo, una cinquantina di pagine, ma si legge così, di getto. 
Non si riesce proprio a farne a meno.
E' successo a me, che leggo tanto ma in genere alle 22,30 sono già nel mondo dei sogni; è successo
ad altre lettrici e sono certa che succederà anche a voi, se lo prenderete in mano. 

Perchè è avvincente? 
No, "avvincente" non è la definizione adatta.
E' perchè è un racconto di cuore che parla al cuore del lettore, soprattutto se genitore, soprattutto se mamma.
Quando un racconto è così vivo, immediato, sincero, crudo, 
come è questo, 
quando è come una cronaca in diretta di ciò che sta vivendo la scrittrice, 
come questo, 
non si può che leggere, ascoltare, essere partecipi, sino alla fine.

Trovo difficile parlarne in questo spazio, perchè la verità è che mi ha colpito come un pugno nello stomaco.
Ho pianto, durante la lettura e dopo la lettura. Ho dormito male.
Non perchè non meritasse, ma perchè è emotivamente forte o, almeno, lo è stato per me.
Perchè è intimo. Perchè è senza fronzoli.
Su di me, ha avuto un effetto quasi catartico, sicuramente empatico, nonostante io abbia vissuto situazioni diverse.
Insomma, io ho pianto. E il giorno dopo l'ho riletto.
Perchè merita.

E' un racconto che non lascia indifferenti, che ti costringe a fare i conti con i tuoi sentimenti, con i desideri, le paure, i sogni, le speranze, i dolori: di genitore, di madre, soprattutto.
Che ti porta a farti domande, che è triste ma nello stesso tempo non lo è affatto, è anche un inno alla vita.

La verità è che non posso scrivere di più, perchè rischierei di impedirvi di "sentire", mentre leggete. E sarebbew un peccato.
Se conoscete Maddalena avete letto qualcuno dei suoi post, però, sono certa che potrete immaginare  lo stile di questo lungo racconto.
Capace di trasmettere emozioni, a volte un pò enigmatico, sempre poetico, mai edulcorato.
Perche Maddalena è una che sa dare voce alla maternità ed al suo lato zuccheroso, all'umanita sognante e sentimentale ma anche i pensieri scomodi, quelli controcorrente, quelli che a volte non osiamo confessare neppure a noi stessi.
E lo fa bene, che parli di maternità o di altri aspetti  della vita, a tutto tondo.

Se invece ancora non conoscete Maddalena ed il suo blog "Pensieri rotondi", dopo aver letto questo racconto, andrete a cercarlo. Di sicuro.

"Sui social la parata dei bilanci. Dei propositi. Non l'ho mai amata, siamo quello che siamo. Siamo quello che decidiamo di essere. Ma non perchè qualcuno ha tratteggiato un confine immaginario da varcare. E siamo, più ancora, quello che diventiamo quando la vita ci dà il LA e noi eravamo in silenzio. Quando ci toglie la voce, e noi cantavamo."

E questo è il mio consiglio di lettura per questo venerdì del libro.

Post non sponsorizzato.


ATTENZIONE: i commenti sul blog sono nuovamente funzionanti
Purtroppo la prossima chiusura di G+ ha comportato la cancellazione di gran parte dei commenti lasciati sui post precedenti. Alcuni li sto recuperando e li reinserirò con il tempo, per altri sarà impossibile ma li ho letti tutti e praticamente a tutti ho sempre risposto, dunque sappiate che non sono andati sprecati.Anzi, riceverli mi ha fatto immensamente piacere. 
Perchè è anche per essi che scrivo.
Sperando di leggere ancora il vostro parere nei commenti, vi invito a lasciarli nuovamente anche in coda ai post, se volete.
Grazie.


venerdì 1 febbraio 2019

"La tristezza ha il sonno leggero": le letture di Mamma Avvocato

"LA TRISTEZZA HA IL SONNO LEGGERO" di Lorenzo Marone



"La prima cosa che direi a un figlio, una volta adulto, sarebbe: "Fai il possibile perché ciò che ti piace non diventi un passatempo da coltivare solo nel fine settimana. È la via più diretta per trasformasi in un infelice." 
Quello che avrebbe dovuto dirmi Mario.
A volte chi si preoccupa per te può fare molti più danni di chi a stento si accorge della tua presenza." Pag. 81 di 379.

Dall'autore di "La tentazione di essere felici" e "Magari domani resto", di cui ho scritto qui e qui, un altro bel romanzo, anche se forse non all'altezza dei precedenti, per il mio personale gusto.

O meglio, scorrevole e ricco di spunti di riflessione, sentimenti ed introspezione, come i precedenti, però con un protagonista con cui non sono riuscita ad entrare in sintonia e che mi è rimasto un pò antipatico.
Il romanzo è incentrato sui rapporti genitori - figli, con figure di madri o troppo ingombranti (quella di Erri, il protagonista) o assenti (quella di Arianna) e padri a loro modo amorevoli ma abbastanza mediocri.
E' la storia di un uomo che pur avendo superato da un pezzo i trent'anni non è ancora stato in grado di superare il trauma della separazione dei genitori e che subisce gli eventi, senza mai avere il coraggio di scegliere, anche in amore, tranne nel finale.
Un uomo che, va detto, si trova a fare i conti con due famiglie difficili, ricomposte, con fratellastri e sorellastra e anche una sorella che tale non è ma è quella con cui c'è un legame più forte.

Da un lato, il libro sembra suggerire la possibilità di moltiplicare l'amore in più famiglie, creando legami forti anche dopo separazioni e nuovi matrimoni, dall'altro, a giudicare dalle figure di figli descritte, nega che si possa avere una crescita "normale" in simili situazioni, forse non a torto.
Certo è che mentre le protagoniste femminili prendono in mano la loro vita, magari con scelte sbagliate ma sempre agendo, quelli maschili tendono a dimostrarsi incapaci di reagire efficacemente.

Uno specchio della realtà? Spero di no!

"Pensavo a quando un domani ti innamorerai. A chi porterai a casa. In fondo siamo tutti estranei prima di conoscersi. Anche io e Erri lo siamo stati. Innamorarsi è il più grande atto di fiducia che ci possa essere fra due estranei. Pensa questo ogni volta che ti troverai in difficoltà nell'entrate in una stanza piena di gente sconociusta, o al cinema, se ti scoprirai di fianco a chi non conosci, pensa che la vita ti sta solo donando una nuova possibilità di trovare qualcuno di speciale." Pag. 157 di 379.

I continui salti temporali della narrazione mi hanno un pò destabilizzato, tuttavia il romanzo mi è piaciuto, quasi quanto i precedenti dell'autore, con lo stesso riconoscibile stile.

"Da più parti sento spesso dire che non bisogna vere rimpianti, che chi vive ancorato al passato non ha speranze nel futuro, in realtà credo che chi non ha rimpianti non ha mai avuto sogni. Ed è la mancanza di sogni a precludere un bel futuro. ... La verità è che tra la speranza è il rimpianto passa un soffio. E in quel soffio trascorriamo gran parte della nostra vita." Pag. 305 di 379.

Ecco il mio consiglio di lettura per questo venerdì del libro, l'appuntamento ideato da Paola.

domenica 27 gennaio 2019

Il coro femminile di Chilbury: le letture di Mamma Avvocato

Dopo i bei libri letti nel 2018, il 2019 è iniziato bene, con un romanzo storico al femminile che mi è piaciuto molto e voglio consigliare per questo venerdì del libro, molto in ritardo, visto che è già domenica!

"IL CORO FEMMINILE DI CHILBURY" di Jennifer Ryan



La vicenda è ambientata in un paesino del Kent, Inghilterra, durante la seconda guerra mondiale.
Tutti gli uomini abili alle armi sono al fronte e quelli rimanenti, insieme alle donne, lavorano per l'industria bellica, nella logistica o prestano aiuto in campo medico.

La paura dell'invasione, l'eventualità che la situazione possa precipitare da un momento all'altro ed i giovani possano non tornare vivi dal fronte, produce cambiamenti significativi nella mentalità degli abitanti, in primis le donne.
Infatti, da angeli del focolare, esse si trovano a dovere anche lavorare fuori casa e gestire faccende normalmente appannaggio degli uomini, acquistando consapevolezza delle proprie capacità e del proprio valore e, in molte, apprezzando anche l'inaspettata possibilità di esercitare un mestiere e godere di maggior indipendenza.
Non solo: i costumi si fanno più rilassati e, comunque, le storie d'amore sfociano in matrimoni rapidi, per godere di una vita che sembra appesa ad un filo.
Cambiamenti che sentono e vivono le donne di Chilbury, cantanti nel coro misto del paese che non si arrendono alla sua chiusura quando gli uomini partono o muoiono e decidono di dare vita al primo coro femminile del paese ed addirittura di gareggiare in una competizione coristica.
Nella musica ed in una insegnante anticonformista, trovano forza ed unità, orgoglio e conforto.
Le loro vicende personali si intrecciano, creando uno spaccato di vita quotidiana non privo di intrighi e drammi, che cattura il lettore.
Ci sono relazioni amorose, violenze domestiche, gelosie fraterne, omosessualità, maternità, sacrificio, arte, interessi economici e determinazione, in un romanzo in cui sono i personaggi femminili ad emergere, mentre gli uomini sembrano in buona parte sconcertati e incapaci di fronteggiare i cambiamenti, se non combattendo al fronte.

Consigliato, soprattutto alle donne.

venerdì 18 gennaio 2019

Le letture del ricciolino biondo: " LOTTA Combinaguai sa fare tutto" di Astrid Lindgren

" LOTTA Combinaguai sa fare tutto" di Astrid Lindgren

Immagino che tutti conosciate la simpaticissima Pippi Calzelunghe e la scrittrice che l'ha inventata, Astrid Lindgren.

Forse, però, non sapete che ha scritto molti romanzi e racconti per bambini, tra cui le avventure di Lotta, un'altra piccola protagonista femminile dal carattere forte e volitivo, buona ma biricchina.

Questo bel libro, con illustrazioni vivaci, è stato pubblicato da Mondadori solo  recentemente ma le tre storie che contiene risalgono al 1977 e sono godibilissime.

 

A me ed al ricciolino sono piaciute molto. 

Lotta è la minore di tre figli e vive in Svezia, tra il verde d'estate e la neve d'invernp, con i suoi genitori.

E' convinta di saper fare tutto, soprattutto quello che fanno la sorella ed il fratello maggiori e, per dimostrarlo, correrà qualche rischio. La fortuna però la assiste, insieme ad una buona dose di inventiva e quindi riuscirà sempre nei suoi intenti, più o meno!

Ecco dunque il mio consiglio di lettura per genitori e bambini, con cui partecipo al consueto appuntamento con il venerdì del libro ideato da Paola.

venerdì 11 gennaio 2019

I libri del 2018: la mia personale (ed un pò stramba) classifica

Il 2018 è giunto al termine ed oggi è venerdì, giorno della settimana dedicato al consueto appuntamento con i libri, grazie alla rubrica del venerdì del libro ideata da Paola (a cui partecipo con questo post).

Questa volta, però, non voglio scrivere di un libro solo ma, come già fatto nel 2017, consigliarvi qualche piacevole lettura tramite una persona classifica dei miei libri preferiti del 2018.
Pronti? 

Iniziamo con il dire che quest'anno mi sono fermata ad un totale di 38 libri, contro i 50 dello scorso anno.
Va detto, però, che oltre ai miei, ho letto innumerevoli libri per bambini piccolissimi tutte le sere e romanzi e serie per bambini al ricciolino, giorno dopo giorno. 
Lo spazio dedicato alle letture personali si è dunque un pò ridotto, ma non senza lati positivi, perchè anche in quell'ambito ho scovato molte chicche letterarie.

Ed allora, riprendendo in parte le categorie dello scorso anno:
  • Il premio “trama più divertente ed originale” rimane saldamente a John Niven, con "Invidia il prossimo tuo" che però si merita il podio anche come "romanzo più dissacrante”;
  • Il riconoscimento "autore più pazzo" (si fa per dire, ovviamente) va a Nicolai Luilin, con "Il marchio ribelle";
  • il premio “interesse storico” lo assegno a “Viaggio nel passato" di Teresa Rolla, per l'ambito locale ed al saggio "Ancora dalla parte delle bambine" di Loredana Lipperini per l'ambito nazionale (e non sollo), a pari merito con la raccolta "Perfino catone scriveva ricette" di Eva Cantarella;
  • "miglior thriller" a "L'effetto Susan" di Peter Hoeg, ma come miglior "legal thriller" rimane incontrastato "L'informatore" di Jhon Grisham;
  • l miglior romanzo (senza altra specificazione) è stato "Il libro dei Baltimore" di Joel Dicker;
  • il premio "libri per bambini/ragazzi belli anche per gli adulti" va senza dubbio a "Ollie ed i giocattoli dimenticati" di William Joyce, che per me è davvero splendido, ma anche "Olga di carta. Jum fatto di buio" di Elisabetta Gnone, è stata una scoperta piacevolissima;
  • il premio “commozione portami via” va ad Agnes Brown mammadi Brendan O'Carrol;
  • il riconoscimento speciale nella categoria "il trionfo dei sentimenti" se lo contendono "Le tre del mattino" del sempre magistrale Gianrico Carofiglio, e "Da dove la vita è perfetta" di Silvia Avallone;
  • coppa “romanzo classico da non perdere” senza dubbio ad “I tre moschiettieri” di Alexander Dumas;
  • medaglia “libri sulla maternità/paternità”  a “La vita fino a te” di Matteo Bussola;
  • tra i libri “leggeri eppure che meritano” vincono “Dieci piccoli infami" di Selvaggia Lucarelli, "Ragione e sentimento" di Stefania Bertola e "Sorprendimi!" di Sophie Kinsella;
  • la "medaglia all'ottimismo" va tutta all'atleta Bebe Vio, con "Se sembra impossibile, allora si può fare" ;
  • il premio “non so in che categoria collocarlo ma vale la pena leggerlo” spetta a Il consolatore di Jostein Gaarder;
  • per "miglior biografia/autobiografia" non ho dubbi: "Born to run" di Bruce Springsteen, veramente imperdibile per chi ama la musica;
  • la medaglia all' inquietudine va invece a "La distanza tra le stelle" di Lily Brooks - Dalton
  • il podio per la "rilettura che ci voleva" quest'anno va assegnata al breve e divertente romanzo "Il mistero dell'uomo barbuto. Come fu' che Babbo Natale sposò la Befana" di Andrea Vitali, ancora una volta piaciuto anche al ricciolino.
Tra i saggi e manuali, il posto d’onore a: Mamme con la partita IVA" di Valentina Simeoni, di cui non ho ancora scritto (ma mi sono ripormessa di farlo presto).
E poi "La biologia delle credenze" di Bruce H.Lipton, ed. Macro Ed., 2007: un testo a metà tra il medico e lo spirituale che è stato una folgorazione e mi ha profondamente colpita.


Infine, bocciato senza appello, per me, "Tre volte te" di Federico Moccia.
P.S. Di molti dei libri sovra menzionati, ho parlato su questo diario virtuale in occasione del venerdì del libro: se vi interessa, potete trovare i relativi post usando il campo per la ricerca a lato pagina o usando le "etichette".


Quanto a voi, quali sono state le vostre migliori letture del 2018? Quali le sorpresa e quali le delusioni? Aspetto i vostri commenti, se vi va!

venerdì 21 dicembre 2018

Le letture di Mamma Avvocato: "Perfino Catone scriveva ricette. I greci, i romani e noi" di Eva Cantarella

La storia greca e romana mi hanno sempre affascinato, così come la lingua greca e latina.
Non per nulla ho scelto di frequentare il liceo classico e, se potessi tornare indietro nel tempo, lo rifarei.

Quando trovo libri divulgativi su greci e romani (per i saggi non ho la concentrazione necessaria), dunque, mi ci butto a capofitto.

"Perfino Catone scriveva ricette. I greci, i romani e noi" di Eva Cantarelli

pag. 208

Questo libro abbastanza recente (ed. Feltrinelli, febbraio 2017), in particolare, è una raccolta, divisa per argomenti, di brevi aneddoti sulla vita quotidiana di greci e romani che esplora aspetti normalmente trascurati del passato, in grado però di stimolare e soddisfare la nostra curiosità di uomini del secondo millennio!

Dalle ricette, al galateo a tavola, al carnevale, ai processi per adulterio e stregoneria, alle cure di bellezza, alle abitudini sessuali, alle pratiche religiosi, al vestiario e molto altro.
Un libro da leggere anche nei ritagli di tempo, per imparare e per capire che anche se sembra cambiato molto, certe dinamiche restano immutate o hanno radici lontane che è bene conoscere.

Con questo consiglio di lettura, partecipo al venerdì del libro di Home Made Mamma.

venerdì 14 dicembre 2018

"Ollie ed i giocattoli dimenticati": le letture del ricciolino biondo e di mamma avvocato

"Ollie ed i giocattoli dimenticati" di William Joyce,

ed. Rizzoli, febbario 2018, Euro 18, pag. 294



Ho preso questo libro in biblioteca con l'intenzione di leggerlo la sera ad alta voce al ricciolino.
Invece, essendo lui preso dagli ultimi volumi della serie della "Scuola dei pirati", ho finito per leggerlo da sola.
Ed ho fatto bene perchè mi è piaciuto moltissimo.
E' tenero, delicato,  forte.

La voce narrante è quella di un pupazzo, Ollie, un coniglietto/orsetto fatto a mano da una mamma mentre aspetta la nascita del suo bambino, con un campanellino per cuoricino.


Non un pupazzo qualunque, però, ma un doudou, uno di quei pupazzi destinati a diventare il compagno di vita dell'infanzia di un bambino, in grado di accompagnarlo dalla culla.
Insomma, "UN PREFERITO".
Ed Ollie diventa subito il preferito di Billy, il bimbo a cui capisce di appartenere, tornando con lui a casa dall'ospedale, scoprendo il mondo, imparando a mangiare, parlare, vivere "Grandi Venture".


Ollie rispetta il "Codice dei Giocattoli" ed è pronto a prendersi cura del bimbo a cui appartiene ad ogni costo, come gli ha chiesto la mamma di Billy donandolo al suo bambino.
Anche Billy, però, è sinceramente affezionato a lui, come solo chi ha avuto, nell'infanzia, una bambola o un pupazzo preferito può capire.

Così, quando Ollie viene rapito dai cattivissimi Grinfi, per essere portato dal loro malvagio Zozo, un ex clown arrabbiato con i bambini ed i loro "preferiti" per motivi che scoprirete leggendo il libro, Billy scappa di casa nella notte per andare a cercarlo.
E così affronta davvero una "Grande Ventura" molto "illegale" (ovvero contraria alle regole dei genitori), nella Fiera Oscura, in un mondo che è quello reale ma è anche della fantasia, dove i giocattoli hanno sentimenti e parole e anche gli oggetti gettati in una discarica possono lottare per sconfiggere i malvagi, ricordando con nostalgia i bei tempi in cui erano utili.



Un racconto bellissimo, che narra con linguaggio infantile il mondo di un bambino visto dal punto di vista, alquanto verosimile, del bimbo stesso e del suo piccolo compagno di avventure, insegnando con tenerezza e dolcezza la forza dei sentimenti dei bambini, l'importanza di prendersi cura reciprocamente gli uni degli altri, il senso della cura di sè ma anche degli oggetti che ci circondano e dell'ambiente.
Un libro sulla potenza del legame tra bambini e giocattoli preferiti, sull'importanza dell'immaginazione  ma anche dei ricordi d'infanzia, nello sviluppo e nellacrescita.

Non so se per il clima natalizio o perchè con la seconda maternità sono definitivamente diventata ultra emotiva ma io, leggendolo, non ho potuto che ricordare con tanto affetto la mia bambola preferita, ricevuta alla nascita e ancora con me, e il doudou del ricciolino, nel suo letto ancora ora, nonchè pensare con amore ai piccoli draghetto e giraffa che stanno accompagnando la prima infanzia dei gemelli.

 Se anche voi, nell'infanzia, avete avuto un giocattolo preferito o lo hanno i vostri figli (e voglio sperare che sia così), questo libro vi piacerà.
Se non lo avete, invece, ne capirete l'importanza.


Le numerose illustrazioni sono dello stesso scrittore, uno dei cofondatori della società di animazione Moonbot Studios, il cui sito io sono andata a sbirciare appena terminata la lettura della storia.

Con questo post partecipo al consueto appuntamento con il venerdì del libro di Home Made Mamma.

venerdì 7 dicembre 2018

Matteo Bussola e Lucrezia Sarnari: le letture di Mamma Avvocato

Per l'appuntamento con il venerdì del libro di oggi, vorrei consigliare due libri di autori italiani già noti alla rete:

Matteo Bussola, con "La vita fino a te", 
ed. Einaudi Stile Libero Extra, 2018, pag. 197


 e 
Lucrezia Sarnari, la blogger di "C'era una vodka", con "Dieci cose che avevo dimenticato",
ed. Rizzoli, giugno 2018, pag. 299



Ho preso al volo in biblioteca il libro di Bussola dopo aver letto ed apprezzato molto "Notti in bianco e baci a colazione" (di cui ho scritto qui).

Lo stile è lo stesso: frammenti di vita e di annedoti, riflessioni e pensieri sparsi, questa volta non solo su figli e amore paterno ma sull'amore in generale tra uomo e donna ma anche sulla vita, gli amici, la società.
Non un romanzo, dunque, ma una raccolta di brevi brani.
Ho riso, mi sono intenerita, divertita e persino un pò commossa.
La delicatezza delle riflessioni e descrizioni e l'acume dello sguardo dell'autore, che coglie particolari divertenti e scorsi di grande umanità in situazioni ordinarie e apparentemente di poco conto, è ciò che caratterizza questo libro, a mio parere.

Dunque, seppur non quanto con "Notti in bianco e baci a colazione",  ho apprezzato molto anche "La vita fino a te".

***

L'autrice di "Dieci cose che avevo dimenticato", Lucrezia Sarnari, è invece mamma, blogger, giornalista e donna.
Il suo è un romanzo d'amore e di crescita, molto femminile, come stile e come contenuti.


Le protagoniste sono due donne, due sorelle diverse per carattere, scelte di vita e gusti, accumunate da un'infanzia trascorsa insieme alla nonna in Umbria, a cucinare dolci per la pasticceria di famiglia e poi divise dalle proprie scelte di carriera.
Si ritrovano in Umbria per prendere una decisione difficile e dovranno fare i conti con il loro rapporto, con i legami familiari ma anche, soprattutto, con le proprie scelte setimentali e professionali, rivedendo la propria scala di priorità.

La figura maschile predominante, invece, è piuttosto negativa, seppur funzionale alla crescita delle sorelle.

Io, che non avevo mai seguito con assiduità il suo blog, ho scoperto una brava scrittrice di romanzo rosa, con quel tocco di introspezione che non guasta, stile scorrevole e poca frivolezza.
Una lettura piacevole, per ore di svago gradevole e qualche riflessione su di noi, la nostra vita e il percorso che abbiamo intrapreso.
Perchè chiederci se siamo felici, forse, non guasta mai.

Unica critica: un pò troppi i passaggi in cui le due protagoniste affermano di aver raggiunto una nuova consapevolezza, perchè alla lunga rischiano di diventare ripetitivi e poco credibili, dal momento che la storia si articola in una manciata di giorni.

venerdì 23 novembre 2018

Le letture di Mamma Avvocato: "Disperata & felice. Diario segreto di una mamma"


"Disperata & felice. Diario segreto di una mamma" di Julia Elle

Un libriccino comodo nel formato tascabile (da leggere in coda o mentre si attende che i figli escano da scuola o, ancora, sul divano mentre si allatta ecc.), in cui ogni mamma può almeno in parte rispecchiarsi, poichè racconta lo sconvolgimento che la maternità porta nella vita di ogni donna e le difficoltà quotidiane, pur nella grande gioia che i figli regalano.



L'autrice è una cantante e, a mio parere, brava yotuber. Nei suoi video racconta infatti i piccoli drammi e le contraddizioni delle mamme.
In questo libro, invece, si mette a nudo, descrivendo se stessa e la sua vita prima della maternità, la sua storia d'amore, l'avvento dei figli, il fallimento del suo rapporto di coppia e la sua nuova quotidianità di bismamma, prendendo in giro la sua "io" di un tempo con ironia ed onestà e ammettendo il rivoluzionario cambiamento subito dal suo stile di vita.
Certo, non è una mamma proprio come le altre, dal momento che afferma di spendere più di 800,00 Euro per una visita dal pediatra che osanna, almeno una volta all'anno, e certamente ha un lavoro (perchè senza dubbio di lavoro si tratta) inusuale, ma è pur sempre una mamma ed una donna come me, come voi, per giunta come alcune, sola.
e questo rende di certo tutto più complicato, sia da un punto di vista pratico che emotivo.



Una lettura di evasione, con un costo di copertina forse eccessivo rispetto ai contenuti, che ho apprezzato meno di altri libri sulla maternità pubblicati negli ultimi anni, se non altro per averlo letto dopo, ma di certo godibile.

Con questo post partecipo al venerdì del libro di Home Made Mamma.



venerdì 16 novembre 2018

Le letture di Mamma Avvocato: "Olga di carta. Il viaggio straordinario" e "Jum fatto di buio"

"Olga di carta. Il viaggio straordinario"  

 e

"Jum fatto di buio. Olga di carta"

di Elisabetta Gnone

Due romanzi editi da Salani che ho letto in due momenti diversi e nell'ordine inverso rispetto a quando sono stati ideati (presumo) e che, stando ad Internet, sono consigliati per ragazzi di 9 - 11 anni.

Io li ho regalati, infatti, a due ragazzine e, prima di farlo, li ho letti.
Mi sono piaciuti, tantissimo.

Si tratta di due storie molto delicate, poetiche, che affrontano temi forti, quale l'accettazione di sè e delle proprie peculiarità, anche fisiche, il bullismo, i lutti in famiglia e la paura dell'ignoto, e lo fanno attraverso un'altra storia, quella che la piccola Olga Papel, una bambina minuta e orfana di entrambi i genitori, racconta ai suoi concittadini.

Perchè Olga Papel è dotata di una straordinaria empatia e racconta storie così strambe ma nello stesso tempo così ben narrate e ricche di straordinari particolari e dettagli, che sembrano vere. O forse lo sono davvero? I suoi concittadini se lò domandano.

Importa davvero? No, perchè le sue storie incantano e guariscono grandi e piccini, rispondono a bisogni precisi e consentono una sorta di catarsi liberatoria nei suoi amici ed ascoltatori.

Intorno a lei, si muovono i suoi amici, Mimma  e Bruco, sua nonna, il cane Valdo, gli altri bambini del paese, il barbiere (che poi è una lei), i genitori di Bruco, il parroco, il maestro, la vecchietta sola e un pò stravagante, il barcaiolo, la "straniera" che ormai vive lì da una vita, l'osservatore di stelle ecc.
Personaggi a cui è facile affezzionarsi, perchè ispirano tenerezza, come Olga ed i suoi amici.

Così, pagina dopo pagina, ci si immerge in un mondo ovattato eppure vivido, in cui Olga racconta e nel contempo vive la sua quotidianità ed i protagonisti delle sue storie, Olga di carta nel primo romanzo, Jum fatto di buio, nel secondo, insegnano ad affrontare il mondo, la tristezza e la paura.

Una lettura ancora prematura per il ricciolino ma che conto di proporgli fra un paio d'anni  e poi ancora, perchè i livelli di lettura di questi libri mi sembrano molteplici.

"Olga di carta. Un viaggio straordinario"  è impreziosito da alcune illustrazioni perfettamente in stile con la storia che racconta.



Peraltro, l'autrice è già nota nella letteratura per ragazzi perchè ideatrice e scrittrice della serie Fairy Oak e del fumetto W.I.T.C.H., nonchè direttrice responsabile per la Walt Disney di riviste femminili e prescolari (un tipo di riviste di cui non ho particolare stima, per quel poco che ho avuto modo di sfogliarle).
 
Io, non avendo figlie appartenenti a  quel target di lettori, non conosco serie e fumetti ma mi pare di capire, ad un primo sguardo, che questi romanzi sono diversi.
Sicuramente meno "commerciali" e ma certamente un pò "magici".


Con questo post, partecipo all'appuntamento del venerdì del libro ideato da Home Made Mamma - Paola.

venerdì 2 novembre 2018

Le letture di Mamma Avvocato: " Da dove la vita è perfetta" di Silvia Avallone

Per il consueto appuntamento con il venerdì del libro ideato da Paola, oggi consiglio:

" Da dove la vita è perfetta" di Silvia Avallone,

pag. 376, Ed. Rizzoli, 2017

 

Questo è il primo romanzo che leggo di questa autrice, che pure, perlomeno in Italia, è molto conosciuta ormai da anni, grazie al suo primo libro, "Acciaio".

E' un romanzo intenso, toccante, commovente, per ogni donna che sia stata madre o desideri esserlo.
Perchè parla di gravidanze (due) e di genitorialità, ma anche della promessa di vita che i bambini portano in sè e che gli adolescenti sanno coltivare.

La gravidanza in età adolescenziale, in un ipotetico quartiere periferico degradato di Bologna, di Adele.
Diciassettenne con una vita famigliare complicata, un padre assente ed ingannevole, una madre che cerca di garantire un futuro alle figlie ma anche di sopravvivere alla povertà ed alla sua rabbia verso il marito ed il poco che gli ha concesso la vita.
Una gravidanza "capitata", portata avanti però per scelta, fino ad una decisione finale che non posso svelarvi, perchè va scoperta leggendo.

E poi la gravidanza a lungo cercata ed immaginata, fra iniezioni di ormoni e tentativi di fecondazione assistita, di Dora e Fabio, trentacinquenni insoddisfatti della vita ed incompleti, divorati dal desiderio di essere genitori, di pancia o, alla fine, anche di cuore, purchè genitori, logorati da pratiche burocratiche, rimorsi, rimpianti e fallimenti, eppure uniti, nonostante tutto, da un sentimento forte e positivo.

Infine, la genitorialità vista al contrario, da figli, di Zeno ma anche di Manuel: il primo è un ragazzo brillante, innamorato, in silenzio, di Adele, che si prende cura di una madre perduta nel suo dolore e cerca di costruirsi, con tenacia ed ottimismo, un futuro diverso, puntando tutto sull'istruzione e sulla scrittura, spazio di evasione dalla realtà e mezzo salvifico; il secondo è il "fidanzato" di Adele, anch'egli intelligente ma privo della forza e della speranza dell'amico Zeno, incapace di tirarsi fuori dal pantano di un'esistenza povera e difficile, incamminato in un futuro di delinquenza a cui è difficile sfuggire. Un ragazzo consapevole della propria condizione ma forse troppo debole per scegliere il proprio destino, forse semplicemente troppo segnato dal passato per crederci.

"Bianca non apperteneva nè a lei nè a nessun altro. 
Era l'inizio di una storia"

Le vite di tutti i personaggi si intrecciano, in voce narranti che si alternano, in punti di vista che cambiano, un pezzo di storia raccontata da ciascuno di loro, fino ad un finale che li coinvolgerà tutti, con una vicinanza che neanche immaginano.

Per me è stato difficile non affezionarmi ad Adele e a Zeno, tanto che la lettura mi ha trascinato rapidamente verso le ultime pagine, per scoprire il finale, che non mi ha deluso.

Un romanzo emotivamente coinvolgente e dunque non facile ma, secondo me, bello perchè pieno di speranza, in fondo.

Lati negativi? Ho avuto difficoltà, a tratti, a non perdermi nei continui salti temporali (il romanzo inizia dalla fine e poi torna a raccontare il principio della storia, per poi nelle ultime pagine riannodare i fili e concludere le storie dei protagonisti) e nell'alternanza delle voci.
Inoltre, i ragionamenti ed i pensieri di Zeno e Manuel mi sono sembrati a volte troppo maturi per provenire da ragazzi di diciassette anni. O forse sono io che mi sono dimenticata cosa significhi avere quella età.
Anche Dora e Fabio, leggendo, mi sono smebrate persone molto più vecchie dell'età anagrafica che attribuisce loro l'autrice (pressapoco la sua, ovvero anche la mia), perchè hanno un bagaglio di vissuto ed una tale disperazione e perdita di fiducia nel futuro che sembrano richiamare altre età, più mature.

Voi, se lo avete letto, cosa ne pensate?

Ora ho davvero voglia di leggere anche "Acciaio"! 




venerdì 19 ottobre 2018

Prime letture autonome, a tema pirati e fiabe: le letture del ricciolino biondo

Ora il ricciolino è in seconda elementare e le sue capacità di lettura ad alta voce e lettura autonoma sono notevolmente migliorate, rispetto allo scorso anno.
La sfida, tuttavia, è  trovare sempre libri con un tema accattivante che possano appassionarlo alla lettura e, possibilmente, senza errori grammaticali e di sintassi evidenti (no, non è scontato).

A questa ricerca si affianca quella di libri scritti in stampatello maiuscolo, da regalare agli amici più piccoli, che hanno appena iniziato il loro percorso alla scuola primaria, ed alla cuginetta, anche lei entrata in prima elementare.

Queste le nostre ultime scoperte

Per il ricciolino, dunque dai 6/7  anni, un'altra serie che ha come protagonisti piccoli PIRATI, dopo la collana in ben 15 volumi di Capitan Fox e la sua ciurma, che tanto gli era piaciuta (ne ho parlato qui),

"La Scuola dei Pirati" di Sir Steve Stevenson, illustrazioni di  Stefano Turconi, testi di Mario Pasqualotto, e.d DeAgostini S.p.a. Novara, 2008,  Euro 7,90 




Si tratta di libretti snelli, di circa 80 pagine ciascuno, di comodo formato, molto colorati e con immagini carine, che raccontano le avventure di cinque bambini, aspiranti pirati (una ragazza, la portoghese Ondina, due gemelli golosi norvegesi, Babordo e Tribordo, l'inglese coraggioso Jim ed il francese brontolone Anton), nella scuola di pirateria del Mar Brodaglia.
Il primo volume è la storia della prova di ammissione alla scuola, poi iniziano le avventure dei protagonisti nel gruppo dei "Lupetti di mare" in cui vengono inseriti, con maestri pirati divertenti, da Capitan Sorrento, cuoco e maestro di cucina, alla maestra di scherma, Capitan Letisse Lutesse, a Capitan Shark, maestro di navigazione, ecc.


La lettura è scorrevole e divertente e ogni libro è accompagnato da una breve descrizione iniziale di protagonisti pirati e maestri (sempre uguale per tutti i volumi) e da un capitolo finale che illustra i "rudimenti della pirateria", spiegando ora i nodi più comuni, ora i trucchi per orientarsi in mare, l'uso dei cannoni e delle mappe e simili nozioni.


Sempre a tema "pirati", però in francese, un libro pop - up con tante curiosità e nozioni sul mondo della navigazione d'abbordaggio, da scoprire con l'ausilio di vignette, finestrelle e persino quiz, che è piaciuto molto sia a noi genitori che al ricciolino.

"Les pirates" ed. Nathan, collana KIDIDOC





Consigliato dai 5 anni, ma a mio parere solo se letto dai genitori, 6/7 per letture autonome, per via del lessico peculiare, visto che i termini della navigazione non sono di solito i primi che apprendono i bambini.

Altri temi, il mondo delle fiabe, per questi LIBRI IN STAMPATELLO MAIUSCOLO, dai 6 anni



Entrambe le collane propongono anche altri titoli, però a noi sono piaciuti questi perchè non eccessivamente caratterizzati per "genere" di pubblico.
C'è infatti una tendenza diffusa a pubblicare libri definiti "per maschi" e  "per femmine" che non sempre comprendo. Se posso cerco di scegliere titoli che possano andare bene sempre e non pongano limiti alla fantasia.

"ORCO STRAORCO" di Patrizia Ceccarelli, ed. Attacca Parole, collana Raffaello Ragazzi

Il libro contiene gli stickers rappresentanti alcuni elementi presenti nel testo della storia che, infatti, sono accompagnati dal disegno esplicativo, per agevolare il "riconoscimento grafico della forma-parola", su cui sembra basarsi ora il metodo didattico di apprendimento della lettura (per lo meno stando all'esperienza del ricciolino e dei cuginetti),

Le immagini sono belle e accattivanti, le pagine poco dense, per non stancare subito i piccoli lettori (e va bene, se sono le prime letture autonome).


Volendo, l'edizione contiene il Qcode per scaricare l'app corrispondente e giocare con il libro sul tablet.

"Racconti per emozioni da brivido" ed. Giunti

contiene invece racconti un pò paurosi con personaggi delle storie dei cartoni animati Disney, da Raperonzolo a Spaccaossa, caratterizzati dalla brevità: per letture serali o piccoli lettori impazienti!


In più, il retro di copertina contiene due segnalibri da staccare, pensati per bambini e bambine (uffi! Almeno non azzurri e rosa), nonchè un sommario in cui annotare facilmente, in modo guidato, le impressioni lasciate dalla lettura.  

Una bella idea per andare poi, in futuro, a ricordare le prime letture!


Altre proposte di libri in stampatello maiuscolo  li trovate in questo post , insieme a una collana per le prime letture autonome, dai sei/sette anni, con protagonista un piccolo cavaliere medioevale.

Con questi consigli  (post  non sponsorizzato) partecipo all'appuntamento del venerdì del libro di Home Made Mamma.