martedì 12 marzo 2013

Beautiful Blogger...grazie!!


Questa mattina ho apero il blog per scrivere ciò su cui ho rifletto ieri, durante una conferenza in parte già sentita (ho ascoltato comunque, eh!)..invece ho trovato un commento di CONTOFINOA3 che mi rinviava alla sua pagina, per ricevere questo premio...
che emozione!
Forse per chi è in rete già da più tempo non è così ma per me è veramente bellissimo scoprire che le mie "amiche" e conoscenti virtuali traggono piacere dal leggere ciò che scrivo e mi sentono vicina.
E allora, grazie ContoFino a 3! http://contofinoa3.blogspot.it/
Anche perchè grazie a questo premio ho scoperto che abiti vicina, che non sei una vatussa (e io anche!) e hai una personalità variegata e interessante.
E ora, faccio i compiti:
7 informazioni su di me..
amo il giallo, alla follia, del tipo che non resisto se vedo qualcosa di giallo e lo compro!
amo la fotografia ma
sono un disastro in fisica e matematica, quindi la mia tecnica fotografica lascia a desiderare
ho tantissimi hobby e pratico o ho praticato tantissimi sport ma non riesco a dedicarmi a nessuno quanto vorrei,
da piccola sognavo di esercitare la professione che oggi esercito per essere come il mio papà,
mi piacciono moltissimo i fiori in pianta (non in vaso perché muoiono subito) ma NON HO il pollice verde: in casa mia resistono solo le orchidee e riesco a portare in poco tempo ad una fine disgraziata anche le piante grasse, ahimè.

E ora, vorrei consegnare a mia volta il premio a:
Francesca http://patatofriendly.blogspot.it/, perchè mi fa sognare
Verdeacqua, http://ahsonounamamma.blogspot.it/, perchè vorrei starle vicina, in qualche modo, e perchè il suo stile di scrittura mi piace davvero molto
a Marimeri, http://clemsontheroad.blogspot.it/, perchè abbiamo delle passioni comuni e mi ritrovo un pò in lei
a Rahcele, http://racheleracconta.blogspot.it/ perchè mi fa ridere e sorridere
Quasi giovane, http://quasigiovane.blogspot.it/, perchè è stata una recente, piacevole, sorpresa
e poi..fosse per me, darei un premio a tutte le blogger che seguo, perchè se non mi piacessero, non le seguirei, no??Però non posso, perciò, perdonatemi!
Quanto ad avvisare tutti...devo correre in udienza, ma lo farò presto, promesso!



lunedì 11 marzo 2013

Un'atmosfera magica...

Questa foto risale al Dicembre del 2009, il nostro viaggio di nozze.
All'epoca, purtroppo, non possedevo ancora una Reflex, anzi, non sapevo neppure che esistessero.
Ed è stato un peccato.
I veri ricordi, la vera ricchezza, però, è quella che ci si porta dentro e io questo viaggio e questi luoghi, non li dimenticherò mai.
Faceva freddo, molto freddo, ma eravamo preparati al peggio.
Quello a cui non eravamo preparati, era la pioggia invece della tanto sognata neve, il buio che non se ne andava mai, che anche se te lo raccontano non sai comunque come reagirai, perchè la luce in Italia è quasi scontata,  e ancora: l'abitudine degli abitanti di compreimere in poche ore la propria vita sociale, l'apertura di musei, negozi, centri commerciali, ristoranti, monumenti, tutto, allo stesso ritmo delle cortissime giornate.
Parlando e parlando, abbiamo capito la dimensione intima e famigliare dell'inverno, vissuto da loro, così diversa dal nostro rifugiarsi nel caos, nella luce e nel rumore proprio quando le giornate si fanno fredde e corte.
Abbiamo guidato per centinaia di chilometri in mezzo a strade gelate, tra campi deserti e boschi immensi, senza incontrare nulla e nessuno, tranne, ogni tanto, come un'oasi nel deserto o un iceberg in mezzo al mare del Nord, posti come questo o uno scuolabus carico di alunni, che non capisci da dove venga e dove vada..
e tanto altro, ma tutto in una foto e in un post, non ci sta.
Qui ci siamo fermati, abbiamo scattato e ci siamo detti: restiamo qui, vogliamo vivere così...così fuori dal mondo, in una dimensione magica e surreale, così liberi, così tutt'uno con la natura, così "sospesi".
Invece poi siamo risaliti in macchina, con un sospiro, un brivido e già un pò di nostalgia, e abbiamo proseguito il nostro viaggio, in Svezia e nella vita.

Questo post partecipa all'iniziativa del Fotoviaggiando del lunedì, http://patatofriendly.blogspot.it/2013/02/fotoviaggiando-del-lunedi-emozioni.html, di Francesca Patato Friendly, http://patatofriendly.blogspot.it

venerdì 8 marzo 2013

A noi

A noi,
che ogni giorno all'alba ci svegliamo e iniziamo a correre
pur non essendo gazzelle della savana,
a noi,
considerate il sesso debole,
ma che facciamo girare il mondo,
a noi,
che sopportiamo tutto,
troppo spesso in silenzio,
a noi,
che sappiamo quanto un nuovo taglio di capelli possa influire sull'umore,
a noi,
che riconosciamo il potere delle parole,
a noi,
che abbiamo al responsabilità di crescere i futuri uomini del domani,
a noi,
bersaglio indifeso di uomini violenti,
a noi,
che incastriamo impegni e doveri con l'abilità di un'equilibrista,
a noi,
che improvvisiamo cene, merende e aperitivi,
per rendere tutti felici,
a noi,
che la macchina serve per spostarsi e non importano marca, modello, briciole sparse o colore,
ma solo che sia sicura per la nostra famiglia e..
vada avanti,
a noi,
maltrattate dal mercato del lavoro,
di cui però siamo la forza emergente,
a noi,
entrate con prepotenza in professioni per cui esiste soltanto, ancora, la definizione maschile,
a noi,
che dobbiamo faticare il doppio per raggiungere lo stesso risultato di un uomo,
a noi,
che se siamo belle siamo ritenute stupide
e se "normali", al massimo simpatiche
a noi,
che vorremmo parlare di amore e sogni,
e siamo costrette a farlo tra di noi,
a noi,
che sappiamo capire quando è davvero il momento di lottare,
e sappiamo farlo,
a noi,
vittime di pregiudizi, consigli e giudizi non richiesti,
a noi,
che piangiamo per nulla ma sopportiamo in silenzio il vero dolore,
a noi,
che inventiamo,
investiamo,
creamo,
procreamo,
cresciamo,
dialoghiamo,
discutiamo,
ci interroghiamo e ci rispondiamo,
a noi,
che lottiamo per i nostri diritti,
a noi,
che ancora non abbiamo reale possibilità di scelta,
a noi,
che ci emozioniamo per un paio di scarpe o una borsa nuova,
ma non siamo frivole,
o almeno,
non più di chi si emoziona per un calcio ad un pallone, visto in televisione,
a noi,
che leggiamo,
ci informiamo,
cuciniamo,
puliamo,
stendiamo il bucato,
ascoltiamo i nostri figli,
telefoniamo alle amiche,
tutto nello stesso momento,
e ce la facciamo davvero,
e neppure tanto male,
a noi,
che abbiamo i sensi di colpa quando ci dedichiamo a noi stesse,
a noi,
che amiamo gli sport
anche quelli ritenuti "maschili"
e ce ne freghiamo,
a noi,
che possiamo essere glamour
anche correndo o sciando,
a noi,
che ci trucchiamo in macchina, al semaforo,
a noi,
per cui fare acqusiti con le amiche è una terapia,
e qualche volta costa meno dell'analista,
a noi,
a cui un fiore è sempre gradito,
a noi,
in eterna lotta con una bilancia,
di cui in fondo, però, ce ne freghiamo,
a noi,
che un bacio appiccicoso
è meglio di un gioiello,
a noi,
che abbiamo la fortuna di sentirci chiamare "mamma",
a noi,
che spesso non possiamo decidere del nostro corpo,
ma non rinunciamo a decidere della nostra testa,
a noi,
che amiamo gli altri più di noi stesse,
a noi,
che quando vogliamo,
sappiamo trovare le parole giuste per un'amica,
a noi,
che conosciamo il potere di un abbraccio,
a noi,
che parliamo troppo,
ma mai a vanvera,
a noi,
che siamo brillanti nello studio,
a noi,
che l'organizzazione è il ostro forte,
anche quando non sembra,
a noi,
che qualunque cosa serva,
a chiunque,
è nella nostra borsa,
a noi,
che facciamo prima ancora che ci sia richiesto,
a noi,
che vediamo lavori ed incombenze che sfuggono anche all'uomo più attento,
a noi,
che troviamo vestiti nei cassetti e cibo in  frigo senza bisogna di domandarlo a qualcuno,
a noi,
che troppo spesso ancora chiniamo la testa,
a noi,
che sappiamo ironizzare su tutto,
anche su noi stesse,
a noi,
che la sindrome premestruale esiste davvero,
ma quanche volta la usiamo come scusa anche quando non c'è,
a noi,
che abbiamo pochi rappresentanti nella socità e nel potere,
ma solo perchè abbiamo troppo da fare nella vita quotidiana,
a noi,
per cui guerra uguale morte di persone care, nostre o altrui,
e null'altro,
a noi,
che l'economia domestica la padroneggiamo fin dalla culla,
a noi,
che con un sorriso e lo sguardo giusto,
sappiamo piegare le volontà maschili,
a noi,
che dietro un grande uomo,
c'è sempre una grande donna,
a noi,
che siamo disposte a riunciare a tutto,
tranne che ad essere donne.

A noi e a tutte le donne che ancora una festa non ce l'hanno, perchè è già tanto se hanno acqua potabile o possono uscire di casa senza rischiare la vita.


giovedì 7 marzo 2013

Il bambino più bello del mondo

"Chi è il bambino più bello del mondo?"
"Chi è il mio bambino?"
Lo chiedo al mio nano spesso, mentre lo cambio o me lo mangio di baci.
Fino a un paio di settimane fa, mi rispondevo da sola, mentre lui rideva.
Poi ha iniziato a rispondere dicendo il suo nome e a ridere soddisfatto.
Questa mattina, ha gridato: "Io!!" forte e chiaro, complici gli insegnamenti del nonno dei giorni scorsi.
E a me, sono venute le lacrime agli occhi.

Nano mio, che felicità poterti stringere a me e vederti crescere, acquistare consapevolezza della tua identità e sorridere e ridere allegro...momenti come questo compensano tutto, anche le ultime notti che ci hai fatto passare, incolpevolmente, quasi in bianco per la tosse.

E ricorda: per la tua mamma, sarai sempre tu il bambino più bello del mondo.


lunedì 4 marzo 2013

Oggi mi sento fortunata

Nonostante tutto, oggi mi sento fortunata.
Sono stanca, il lavoro pesa, la difficoltà di incastrare gli impegni, stare dietro alle esigenze degli altri ed alle mie, chiedere aiuto continuamente per gestire il nano, tutto quanto è difficile, una sfida quotidiana.
A cui si aggiungono dubbi, timori, sogni da realizzare, strade da individuare, prima ancora che da percorrere. 
Eppure, oggi mi sento fortunata.
Perchè ho un nano sempre allegro , socievole e solare, che cresce alla velocità del lampo.
Perchè ho na famiglia d'origine unita e amorevole e una madre con qualche difetto ma infiniti pregi.
Perchè stiamo bene.
Perchè ho due nipotine adorabili e una cognata con cui vado d'accordo.
Perchè sabato io e l'Alpmarito abbiamo portato in piscina il nostro nano e la nipotina più grande e lei, con me, ha superato la paura e si è divertita e abbiamo trascorso dei momenti di intimità preziosi.
Perchè poi è seguito un rilassante aperitivo con fratello, cognata e la nipote piccola e il nano si è sbaffato un pacchetto di taralli e innumerevoli salatini e non ha fatto danni al locale.
Perchè abitiamo ad un'ora d'auto da un posto così


 Perchè ho un marito e alcuni amici, uno in particolare, che condividono tutto questo con me, anzi, che mi hanno fatto scoprire tutto questo e mi aspettano, anche se sono sempre la più lenta e mi lamento!!!






Perchè ieri ero distrutta dal caldo, sì dal caldo, che un weekend sono a -15 e quello dopo + 25 sotto un sole cocente, però intorno a me c'è tutto questo
 E anche questo...
 Perchè quasi non ci speravo più, perchè abbiamo imboccato il canalino sbagliato e il versante muoveva sotto gli sci e il fondo era pessimo e mentre gli altri a scendere hanno tribolato, io di più....
ma alla fine, c'era anche questo, ad attenderci

E, soprattutto, questo:
Perchè quasi nulla va come lo avevi immaginato, ma l'importante è arrivare tutti interi e fare qualche curva che meriti....

Perchè a casa c'è lui
il mio adorabile biondino...

Perchè oggi ho lavorato tutto il giorno e questo mi piace, mi piace il mio lavoro, quasi sempre, oggi sì, e mi piace aver tempo di lavorare, con il nano, ben accudito dalla nonna, nella stanza accanto che ogni tanto fa capolino e mi dice: "Ciao!" e mi mostra qualche gioco e ride...
Per tutto questo, oggi mi sento fortuna.


Edinburgo e gli amici

Riproduzione, copiatura e pubblicazione riservate
Edinburgo, ottobre-dicembre 2012
Guardo questa foto e ricordo cinque giorni magnifici trascorsi a camminare per una città incantevole, in giornate incredibilmente terse (tranne una) e gelide, con un nano tranquillo nel suo passeggino e una coppia di amici, di quelli veri, di quelli che spesso hanno idee diverse dalle tue ma con cui puoi sempre parlare, di quelli che abitano lontano e magari, visti gli impegni quotidiani ed il diverso stile di vita, senti raramente, ma quando accade, è come se aveste appena finito di parlare, di quelli che sai che ci sono, comunque.
Ma anche, il primo vero viaggio del nano, la scoperta di un Paese molto diverso dal nostro, di musei interessanti, caffè lunghi e annacquati, persone vestite in modo stravagante e alquanto anticonvenzionale e strambo, in rapporto al clima, pub vietati ai minori, anche in orari non sospetti, gentilezza, prezzi elevati ma posti che meritano, cibo gradevole, supermercati aperti anche la sera tardi e che fungono pure da Bancomat, dogana all'aereoporto (non ci ero più abituata!) e tante tante chiaccherate.
Una piccola parte di Scozia scoperta anche nei suoi aspetti burocratici/sociali/lavorativi/scolastici e di vita quotidiana, grazie ai racconti dei nostri amici che ci vivono e lavorano, perchè noi quando viaggiamo siamo curiosi, avidi di informazioni, le più disperate.
E non vedo l'ora di tornarci, magari questa estate, anche se casa mia, è qui.
Perchè è bello andare ma anche tornare.

venerdì 1 marzo 2013

Il treno dei ricordi ed il ricordo dei treni

Ieri sera, bloccata ad un passaggio a livello dietro alla mia "vecchia casa", ho guardato i treni passare e ho pensato.
Ho pensato a quanto ho odiato e odio i treni: la sporcizia, il caldo infernale d'estate e il gelo umido dell'inverno, perchè aria condizionata e riscaldamento funzionano solo nei vagoni di prima classe - quando va bene - , il senso di soffocamento, con i finestrini sempre bloccati (per me, che amo andare in cima alle montagne e stare attaccata ad una parete di roccia...), i vicini che urlano e ciaccottano quando vorresti solo dormire, la musica degli altri sparata nelle loro cuffie e nei tuoi momenti di riposo, la mancanza cronica di posti a sedere, gli ombrelli sgocciolanti sulle tue gambe e su quelle degli altri passeggeri, l'affollamento da carro bestiame, anche e soprattutto in piedi, bimbi annoiati che strillano e salgono in piedi sui sedili, figli della maleducazione di genitori che non si esimono dal fare lo stesso, uomini e donne orgogliosi di renderti partecipe di lunghe conversazioni telefoniche con amici, consorti, amanti, madri, di cui non potrebbe importarti di meno, scritte ovunque e di qualunque tipo, perchè i beni pubblici non sono di nessuno, vero?
E soprattutto, le coincidenze che non esistono, neppure più sulla carta, i ritardi cronici, spesso più lungi del tempo di viaggio "previsto", perchè di garantito sui treni non c'è nulla, neppure l'obbligo di pagare il biglietto, basta essere rom o stranieri senza un soldo in tasca perchè il controllore non si sforzi neppure di chiedertelo, il biglietto, figurarsi di farti la contravvenzione, le fermate improvvise ed impreviste nel bel mezzo del nulla, le obliteratrici rotte, le attese infinite e le giustificazioni che non bastano mai.
Ho ricordato a quanto è stato diverso viaggiare per qualche giorno con i treni in Svezia e Norvegia, la pulizia, la gentilezza, la puntualità maniacale, del tipo, "attenzione, il treno è in ritardo di 3 minuti, ci scusiamo per il disagio" ed era davvero così, solo così e lo leggevi negli sgurdi mortificati di addetti e controllori.
Ho ricordato i tragitti, di solito a piedi, da e per la stazione, con lo zaino, la borsetta e/o la valigia colma di cibo, vestiti e affetti.
Ho rammentato le attese del mattino, alle 6.08 a.m., quando nel gelo dell'inverno o nella frescura dell'estate, altre facce stropicciate dal sonno attendono con te e tutto intorno è buio e silenzio.
Ho pensato ai colleghi di corso, agli amici vecchi e nuovi, agli incontri casuali, a mio marito, all'epoca non ancora tale, ai libri letti e riletti, sottolienati e studiati, all'MP3,
compagni di un pezzo di vita,
ogni tragitto, un piccolo viaggio.
Ho pensato alla stanchezza e al peso della domenica sera, quando il treno riportava in città per la settimana di studio studenti nostalgici, ho pensato alla stanchezza e alla leggerezza del venerdì sera, quando il treno riportava a casa, lontano dalla libertà dell'assenza dei genitori, ma vicino ai luoghi del cuore, stipati come sardine, in piedi tra un sedile e l'altro.
Ho ricordato gli scioperi dell'ultimo minuto, i guasti improvvisi, gli autobus sostitutivi, quando c'erano, e si salvi chi può.
E ho capito perchè ora sono disposta a rinunciare a vestiti, cene fuori, tempo per leggere, pur di viaggiare in auto, anche se il prezzo del carburante aumenta.
Ho capito perchè per diletto ho viaggiato in nave, in aereo, in auto, a piedi ed in bicicletta, ma ho fatto solo un viaggio in treno e NON in Italia.
Di treni, all'università e molto oltre, ne ho avuto abbastanza e li evito, almeno finchè posso.

mercoledì 27 febbraio 2013

Allattamento: le conseguenze dell'estremismo

Da pochi giorni ho finito di leggere un interessantissimo saggio, che mi ha stimolato molte riflessioni.
Una di queste riguarda un tema in realtà toccato solo marginalemente, che però mi sta particolarmente a cuore: l’allattamento al seno.
Per tutta la gravidanza e ancora adesso, che il nano ha superato l’anno ed è a dir poco svezzato, mi sento chiedere continuamente: allatti? Ma neanche più la sera/la mattina? Lo hai allattato tu?
Alla mia risposta (no, no, solo per tre mesi e in modo misto), le reazioni sono due:
Ma come? Ma perchè? (Saranno fatti miei, o no??!!) Poverino!! (Ma come ti permetti??) con sguardo di disprezzo e/o estremo dispiacere, come se avessi appena detto che lo avevo abbandonato o che è affetto da una rara malattia.
Oppure: “Neanche io, ma è cresciuto bene lo stesso, eh, sai non ho potuto perchè...”, seguito da elenchi di ragioni, con atteggiamento solidale.
In pratica, sembra che chi abbia allattato si senta superiore e ti giudichi una pessima madre, chi non lo ha fatto, senta la necessità di scusarsi e giustificarti.
Ecco, i primi mesi ho vissuto tutto questo malissimo, anche se cercavo di non darlo a vedere, poi la malinconia post parto è passata e ora provo solo fastidio.
Ho smesso di sentirmi in colpa.

Credo che sia in atto un vero e proprio lavaggio del cervello delle neomamme e donne in gravidanza a favore dell’allattamento al seno.
E che sia un atteggimaneto “talebano” che ingenera ansie, timori, sensi di colpa, eccessive aspettative.
E che mi fa paura, come tutti gli estremismi.
Durante la gravidanza e dopo di essa, in tutti i consultori, studi di pediatri, poliambulatori, reparti ospedalieri o ASL legati in qualche modo alla maternità, ho trovato cartelloni e opusucoli propagandistici, una vera e propria pubblicità, PRO L.M.
Informavano che, in base a non meglio specificati “studi scientifici”, il L.M. vant una superiorità indiscussa, fa risparmiare (e su questo, non ci piove!), e persino che i bambini allattati al seno in modo esclusivo sono PIU’ INTELLIGENTI!
A parte il fatto che il solo pensare che si possa trasmettere l’intelligenza con il latte mi pare assurdo (e le madri poco intelligenti, allora? Cosa trasmetteranno?), vorrei proprio capire cosa possa esserci di scientifico in questi fantomatici studi: forse che hanno sottosposto al test del Q.I. un campione significativo di neonati? E dopo quanti anni, in che condizioni? E il campione era davvero significativo (per numero e selezione)? Ma soprattutto, come fanno a sapere che, se questi bambini non avessero assunto L.M. in via esclusiva il loro Q.I. sarebbe stato inferiore o viceversa?
Ho trovato cartelloni e linee guide del Ministero della Sanità che”suggeriscono” (facendo un vero e proprio terrorismo psicologico) di allattare al seno i bambini fino ai DUE ANNI, IN VIA ESCLUSIVA!
Ora.
Capisco che si voglia far comprendere l’importanza dell’alimento materno, anche al fine di ribaltare quella “moda” del L.A. che è stata in voga nella generazione delle nostre madri.
Non stento a credere che il L.M. sia perfettamente bilanciato e ideale per i primi mesi di vita del neonato (anche se ci sono studi, fatti analizzando il L.M., che dimostrano come possa essere inquinato da sostanze tossiche, ingerite dalla madre con il cibo e/o l’acqua).
Trovo assurdo, però, che si possa credere e sostenere che il L.M. renda più intelligenti!
Eppure: le donne vengono spinte da ostetriche, pediatri, infermieri, medici e amiche all’allattamento, al rooming in ecc. e colpevolizzate se manifestano segnali di disagio o dissentono.
Durante i monitoraggi, in ospedale, ho dovuto sorbirmi ore di ridicoli video sull’allattamento e così nei corridoi del reparto maternità, giorno e notte.
Video in cui si decantava la bellezza dell’allattamento, quanto fosse naturale, si suggeriva di allattare in pubblico, a richiesta, in via esclusiva, sino ai tre anni e oltre, e venivano mostrate "comodissime" posizioni possibili, persino quella a quattro zampe, giuro.
Ridicolo.
Vorrei sapere, al di fuori della donna del video, chi allatterebbe a 4 zampe un bambino di tre anni, neanche fosse la lupa con Romolo e Remo, in Italia; vorrei sapere dove gli hanno visti, gli autori del video, i bar/negozi/ristoranti con l’angolo allattamento, in Italia.
Ma soprattutto, vorrei che mi spiegassero per quante donne è davvero possibile conciliare l’allattamento naturale esclusivo con il lavoro, quante dispongono di un comodo frigo in ufficio per conservare il latte, quante riescono a “tirarsi” il latte in ufficio o prima di uscire (perchè si ha tanto tempo il mattino, vero?!), quante godono effettivamente dei permessi per l’allattamento e quanto di queste fortunate donne riescono a usarli davvero per dare il L.M. ai loro figli, FINO AI TRE ANNI o, comunque, ad allattare - andare a lavoro, tornare –allattare – tornare a lavoro.
Vorrei saperlo soprattutto perché il consiglio è, come se non bastasse, allattare “a richiesta”!
E ancora, se davvero fosse più che sufficiente il L.M. in via esclusiva fino ai due anni, perchè i bambini vengono svezzati dai 4/6 mesi? Vogliamo davvero credere che i pediatri prendano soldi dai produttori di alimenti per neonati? Perchè i bambini CHIEDONO anche altri cibi?
La nostra generazione e quella dei nostro genitori, cresciuti in numero significativo a L.A. è forse una generazione di idioti?
Sembra che ci sia una volontà sociale di riportare la donna al ruolo di madre e basta, in casa a sfornare figli ed allattare, a richiesta, come una serva.
Qual è il ruolo dei padri, in tutto questo?
D’accordo, ovvio che vale la pena tentare e non arrendersi alla prima difficoltà, che il L.M. è sicuramente meglio, se possibile, e che se la mamma è davvero felice di allattare e di continuare a farlo durante lo svezzamento, nulla deve impedirglielo.
Anzi.
Bisognerebbe atrezzare i luoghi pubblici e gli esercizi commerciali ad hoc.
Quel che non comprendo è l’estremismo, l’obbligo, l’imposizione.
Io non ho mai desiderato allattare, non mi sembrava naturale. Punto.
Ci ho provato comunque e con determinazione e perseveranza. Ha funzionato male e a singhiozzo.
Ho pensato che fosse colpa mia.
A distanza di mesi (mesi!) ho scoperto che il problema era fisico e del nano e che avrebbe potuto essere facilmente risolto!
Questo, dopo che pediatra, assistente all’allattamento, ostetriche e infermiere del nido avevano ripetutamente e insistentemente controllato l’attaccamento (di queste ultime, alcune con la delicatezza di ippopotami e una buona dose di maleducazione), avevano insistito mentre io ero ero stremata e sofferente, mi avevano accusato di lamentarmi per nulla ecc.
Ci ho provato. Risultato: lavoro, nulla, vita sociale, nulla, riposo, inesistente, pasti, disastrosi, bimbo che non prendeva peso, coliche e pianti disperati e quindi “aggiunte”.
Quando ho smesso, sono rinata, fisicamente e mentalmente, ed è lentamente passata anche la malinconia (a volte quasi vera e propria depressione), con esse le coliche ed i pianti.
Al nano è rimasta una fame atavica, in compenso!
Certo, non è comodo sterilizzare tettarelle e biberon, avere sempre dietro acqua bollita e bollente, non è economicamente vantaggioso, non è l’ideale ma non è neppure “il Male”.
Ho potuto ricominciare a lavorare con più serenità, dormire, mangiare, vivere.
Tra amiche e conoscenti neomamme ho scoperto, indagando, che TUTTE dopo un mese al massimo, hanno finito per dare degli orari alle poppate, pochissime hanno mantenuto il L.M. esclusivo per 4/6 mesi e quelle che lo hanno fatto, sono state spinte non solo e non tanto dal benessere del bimbo, ma dal piacere cher ne traevano (anche se la maggior parte dei padri non ne era affatto entusiasta, anzi).
Bellissimo per loro, bellissimo se si riesce a prezzo di sacrifici non eccessivi, ma non è così per tutti.
Anzi.
Perchè non si dice la verità, tutta la verità alle donne in gravidanza e alle neomamme?
Sembra, ad esempio, che tutti ignorino gli effetti sulla salute dell’occhio che può avere l’allattamento, nelle donne con disturbi visivi, tacciano sulla spossatezza fisica e mentale che l'allattamento a richiesta può procurare, sul fatto che i bimbi allattati al seno dormono meno di notte, sembra che nessuno voglia parlare delle difficoltà lavorative e sociali derivanti dal non potersi mai organizzare con gli orari e stare lontane dal bimbo, nascondano i problemi di coppia che possono derivarne ecc.
Lasciamo le donne libere di scegliere almeno questo, nella vita.
Rispettiamo e difendiamo non solo i bambini, ma anche le madri.
Perchè in fondo, non utilizzare gli appositi seggiolini, non vaccinare il proprio figlio, lasciare un bimbo solo in casa o nella vaschetta del bagnetto, anche solo per un minuto ecc. sono comportamenti che possono avere, purtroppo, conseguenze serie, se non tragiche, allattare o non allattare, invece, non ne ha nessuna conseguenza significativa, tanto meno scientificamente provata.
Essere madri felici e serene e non sentirsi in colpa (o almeno, non anche per questo) ha enormi conseguenze, per tutti.

venerdì 22 febbraio 2013

Metti un pomeriggio a zonzo..

In questi grigi giorni invernali, ogni tanto, una pausa "culturale/artistica" ci vuole.
E allora, ho accompagnato una coppia di amici di lunga data in visita in quel che considero un "gioiellino"  di casa nostra, il Forte di Bard.
La giornata era gelida e uggiosa, con qualche fiocco di neve..




Ma il luogo merita comunque, in ogni stagione.



Il Forte ospita tre musei permanenti, il Museo delle Alpi, bellissimo anche da visitare con i bimbi, perchè molto interattivo e moderno, un Museo delle Prigioni e un piccolo museo appositamente studiato per i bimbi, Le Alpi dei ragazzi.

La vista sulla vallata sottostante è magnifica e anche il borgo e la "cinta muraria" che si può attraversare per raggiungere il Forte (dotato comunque anche di ascensori trasparenti).....il tutto percorribile in passeggino.

Questa volta, ho visitato una mostra fotografica temporanea da poco aperta, già ospitata nelle due passate edizioni, il Wildlife Photographer of the Year.
Se amate la fotografia e l'ambiente, merita, merita davvero, insieme all'altra mostra temporanea ancora in corso: "Dalla Terra all'Uomo".
Entrambe, soprattutto la seconda, non solo soltanto esposizioni di (splendide e originali) fotografie di rare specie animali e magnifici angoli della Terra, ma anche una forma di sensibilizzazione ai temi ambientali e animalisti.
Insomma, vale la pena di guardare le foto, ma anche e soprattutto, di leggere con attenzione le didascalie e commenti che le accompagnano.
Dalla esposizione di Yann Arthus-Bertrand io sono uscita un pò sconvolta e ancora più certa che di imparare non si finisce mai e che molti comportamenti, che crediamo "ecologici e virtuosi" in relatà non lo sono, perchè abbiamo ignorato una parte delle loro conseguenze...
L'unica salvezza? Consumare di meno, cibo e tutto, senza cadere in nessun eccesso.

Non potevano mancare i libri relativi alle due bellissime mostre attualmente presso il Forte di Bard...perchè oggi è venerdì e vorrei partecipare alla iniziativa di Homemademamma, http://www.homemademamma.com/2013/02/22/venerdi-del-libro-italiani-di-domani/!
Meritano di essere letti, sfogliati, esposti in bella mostra e riguardati, offerti in prestito agli amici e, non ultimo, studiati.
I portfoli di Wildlife Photographer of the Year (quello di quest'anno ancora mi manca) raccolgono le fotografie esposte, con i commenti della giuria, le specifiche tecniche di scatto (obiettivo, ISO, diframma, tempi di esposizione filtri ecc.) e le considerazioni dei fotografi, che raccontanto le loro intenzioni, le emozioni che volevano trasmettere e il modo con cui hanno catturato la scena.
Unica pecca - almeno per me -: sono interamente in inglese (e costano, anche se meno di molti altri libri fotografici).
Ne vale comunque la pena, anche solo per le foto.

L'altro, invece (in italiano), è un libro fotografico che definirei di "denuncia", oltre che di "viaggio", in senso lato.


Questo non è un post pubblicitario, soltanto un suggerimento entusiastico di una visitatrice, però il link del sito del Forte ve lo lascio comunque: www.fortedibard.it, insieme a due info pratiche: il Forte si trova a Bard, nella Bassa Valle d'Aosta (uscita autostradale Torino - Aosta: Pont Saint Martin, poi proseguire per pochi km sulla statale in direzione Aosta,), c'è anche una caffetteria (ed altre nel Borgo di Bard) e negozietti di suovenir, le toilette sono pulite e numerose, gli spazi ampi, adatti a bimbi e passeggini, però nei Musei qualche scalino c'è, quindi meglio essere in due per sollevarlo.
Se volete visitare le due mostre temporanee di foto con attenzione, calcolate pure almeno tre ore - e comprate i biglietti cumulativi, convengono-, se aggiungete il/i Museo/i, vi ci vuole tutta la giornata.
All'esterno fa freddo, perchè il Forte è in posizione sopraelevata e in mezzo ad una vallata, con conseguenti forti correnti d'aria, tenetelo presente.
Ci sono parcheggi liberi nelle vicinanze, serviti da marciapiedi, negozi di alimentari (anche per acquistare prodotti locali), e un parcheggio proprio sotto il Forte, a pagamento.ù
Nel Borgo sottostante il Forte transitano pochissime macchine, nella strada che sale al Forte nessuna, quindi i bambini possono correre tranquilli. 
C'un bellissimo porco giochi nel Paese dall'altro lato del fiume (Comune di Hone) rispetto a Bard, ma è abbastanza lontano (10 - 15 min. a piedi) ed è situato dietro la biblioteca comunale (chiedete alla gente del luogo).
Se volete ulteriori info, di qualunque tipo, sarò lieta di aiutarvi, se possibile.

Questo post vuole essere anche un'adesione, in anticipo, alla bella idea del lunedì di Francesca (http://patatofriendly.blogspot.it/,  "Il foto-viaggiando del lunedì" (http://www.patatofriendly.blogspot.it/2013/02/fotoviaggiando-del-lunedi-emozioni.htm).

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Grazie.

mercoledì 20 febbraio 2013

Un nome antico




Il nome del mio nano viene da lontano.
E’ un nome antico, greco, presente nella mitologia (anche se identifica un personaggio dalla sorte nefasta, ma comunque di nobile stirpe).
Volevamo un nome privo di significati religioso, quindi non cristiano, non ebraico, non islamico.
Un nome che si portasse dietro il sapore di una antica civiltà, di una lingua che ho studiato con passione al liceo, non il pesante fardello di secoli di soprusi e oppressioni in nome di un qualche dio.
Volevamo un nome che non fosse troppo comune, che fosse ancora capace di distinguere ed identificare, un nome che non avessero altri dieci bambini nella stessa scuola o nello stesso parco giochi.
Volevamo un nome “di famiglia”, ma non di cugini o parenti con lo stesso cognome, per non ingenerare confusione.
Volevamo un nome che suonasse bene con il cognome, che non fosse troppo lungo, per ridurre il rischio di diminutivi (che né io né l’Alpmarito amiamo), né troppo corto, perché il nome è pur sempre importante.
Volevamo un nome che si ricordasse ma allo stesso tempo non fosse troppo strano o astruso da risultare “vecchio” o ridicolo.
Volevamo un nome dal significato augurale, non banale.

Ne abbiamo trovati due.
Uno è greco antico, dal significato di “comandante di popoli, re”, privo di santi e/o martiri (o almeno, mia suocera ha tentato in tutti i modi di cercarne uno e non ci è riuscita quindi..).
Era il nome di mio nonno, il mio amato nonno, ma anche di un grande sportivo di altri tempi.
L’altro, in teoria scartato all’ultimo, è di origine bretone, significa “forte/coraggioso”, è discretamente diffuso e in altri paesi francofoni, poco in Italia ma abbastanza dove viviamo noi ed è anche il nome di un forte alpinista dei nostri tempi.
Il santo c’è, la suocera l’ha scovato, ma giuro che non ne avevamo idea.

Avevo sempre pensato che avrei dato a mio figlio un nome solo, per evitargli inutili complicazioni, e che fosse assurdo il nome di nonni, bisnonni o altri parenti non viventi.
Eppure, ho cambiato idea con naturalezza, anche perché il secondo nome, che l’Alpmarito a suo insindacabile giudizio riteneva “normale” e “comune”, glielo ha aggiunto in ospedale, al momento delle dimissioni,spinto dai colleghi, stupiti del nome “originale” da noi scelto.
E niente, non avevo la forza (e neppure la voglia, a dire il vero, perché in fondo era la nostra “seconda scelta”) di oppormi.

Così ora il nano ha due nomi, che in realtà conterebbero come uno, visto che non c’è la virgola a separarli e che sono entrambi nel codice fiscale, però tutti continuano a usare solo il primo e mi guardano male ogni volta che lo presento con entrambi (Tutti tranne mia suocera, che usa qualunque nomignolo o vezzeggiativo pur di evitare quel nome che evidentemente non le piace e che il secondo non lo prende neppure in considerazione. Ma questo è un altro discorso.)

Chissà perché Jean Luc o Maria Rosa o Pierangelo o Gianluigi vengono mantenuto integri e altri nomi vengono spezzati senza pietà…

Abbiamo incontrato resistenze quando annunciavamo al mondo il nome prescelto, incrociamo ancora occhiate perplesse e richieste di chiarimenti e/o ripetizioni ogni volta che lo presentiamo a qualcuno, eppure ogni giorno che passa sono più convinta della scelta, perché gli abbiamo regalato due nomi che sono un biglietto da visita, forti e decisi, e lui è perfetto per loro e chi ci/lo conosce, conferma.

Questo post partecipa a Blog Tank di Donna Moderna, tema del mese: "Il primo dono che fai a tuo figlio è il nome."