venerdì 25 luglio 2014

Quando la giustizia diventa un racconto

Sono giornate impegnative, lavorativamente parlando e non solo.
Sto leggendo un po' meno, perché mi sono imbarcata nel grato ma lungo compito di ricamare il "corredo" per la materna del nano, anche se come al solito in gran ritardo.
Tuttavia non voglio e non posso saltare l'appuntamento del Venerdì del Libro, per me diventato una bellissima e utile abitudine.
E allora eccomi qui, con un consiglio veloce.
" La panne. Una storia ancora possibile" di Friedrich Durrenmatt, Einaudi, 63 pagine

"Ci sono ancora delle storie possibili, storie per scrittori? Se uno non intende raccontare di se', ne' romanticamente, liricamente, generalizzare il proprio io, se non si sente affatto obbligato a parlare con assoluta veridicità delle proprie speranze e delle proprie sconfitte, o del proprio modo di fare all'amore, come se la veridicità ne facesse un caso universale e non piuttosto un caso clinico, psicologico, se uno non intende farlo, e vuole invece tirarsi da parte con discrezione, difendere garbatamente le proprie faccende private, ponendosi di fronte al proprio tema come uno scultore di fronte alla materia prescelta, lavorandoci e sviluppandosi attraverso di essa...allora scrivere diventa un mestiere più difficile, più solitario e anche più insensato."
Se si è uno scrittore dello spessore di Durrenmatt, di storie possibili ce ne sono sempre.
Io, che non amo i racconti ed i romanzi brevi, di fronte a questo autore non so resistere.
Dopo "La morte della Pizia", che per me e' stata una folgorazione, anche questo racconto mi convince.
Un agente commerciale in viaggio si trova con l'auto in panne in un paesino. Potrebbe cercare un mezzo di trasporto alternativo e tornare a casa, da moglie e figli. Invece sceglie di passare fuori la notte e trova ospitalità da un vecchietto.Peccato che costui abbia alcuni coetanei ospiti per cena.
L'agente si prepara ad una serata tra anziani noiosa e soporifera e invece si trova coinvolto in un gioco oratorio, un finto processo alla ricerca della giustizia.
Che però, forse, non trionfa sempre.
Un racconto che sradica certezze, un gioco processuale e morale, abilità oratoria e riflessioni, tutto condensato in sessanta pagine dal finale, per me, assolutamente inaspettato.
Se ne avete la possibilità, leggetelo e, intanto, preparatevi.
Il prossimo venerdì spero di potervi parlare di un libro che mi sta colpendo come un pugno nello stomaco ma anche appassionando fino alle lacrime, "Il bambino della Casa numero 10".
Poi, finalmente, spero che riuscirò a leggere il libro delle "Mamme nel deserto"!


mercoledì 23 luglio 2014

Vacanze in montagna: cosa portare!

Questo post nasce da una risposta, quella che mi sono messa a scrivere dopo aver letto questo post di Lucia.

Perchè è da quando sono nata che vado in montagna e sono ormai anni che mi preparo relativi valigia e zaino  (anche se un pò meno che lo preparo per il nano), mentre quando si tratta di prepare una valigia per il mare vado un pò nel panico.
E allora ho pensato di condividere con voi un piccolo elenco di oggetti e vestiti secondo me utili e/o indispensabili se state progettando di partire per località di montagna.

Premetto che molto dipende, ovviamente, dalla quota a cui intendete andare e da che tipo di escursioni intendete fare ma, presumendo escursioni con bambini, darò per scontato che non intendete cimentarvi in salite particolarmente impegnative, nè per quota (per impegnative intendo sopra i 3500 mt) nè per difficoltà.
Anche perchè, in caso contrario, vuol dire che ne sapete abbastanza, forse anche più di me e trovereste questo post insulso e inutile.

Per le escursioni, cosa indossare:
- maglietta, se possibile quelle sintetiche sportive ma solo perchè asciugano più in fretta e non rimane l'umido sulla pelle. Ovviamente, se non dovete portare lo zaino (ad esempio, quindi, per i bimbi), suderete meno e andrà benissimo anche il cotone;
- pile o maglione. La lana è perfetta per il caldo ma non tiene il vento ed è pessima per l'acqua (si impregna e vi troverete a camminare bagnati e con chili aggiuntivi addosso), le felpe di cotone sono sconsigliate perchè il sudore non asciuga in fretta e comunque non riparano dal vento, il pile in genere è il migliore, anche per velocità di asciugatura e leggerezza, ma ovviamente dipende anche dai gusti;
- eventuale "secondo strato", ossia pile leggero da mettere sotto il maglione o quello pesante; meglio ancora un gilet di pile o antivento, sempre utile, in questo caso da indossare sopra il maglione o il pile di cui al punto due;
- pantaloni comodi, meglio se lunghi (i sassi e i rovi possono graffiare, l'erba infastidire, piccole cadute creare sbucciature) o di quelli che si accorciano all'occorrenza, però se fa caldo anche corti. Elasticizzati e sintetici sono preferibili e asciugano prima, oltre ad essere più leggeri, però vanno bene pure quelli della tuta;
- calze. Sempre di lana o quelle da sport sintetiche (mai quelle di cotone normale o, orrore, spugna: se vi vengono le bolle sappiatelo, è colpa delle calze sbagliate, non degli scarponi);
- scarponcini o scarpe da trekking (sembrano da ginnastica ma sono più robuste, con suola antiscivolo e impermeabili) o sandali sportivi, preferibilmente di quelli con suola in vibram e sopra goretex o simili impermeabili, anche per i piccoli, non scarpe da ginnastica o sandali normali (non tengono sulle rocce, specie se bagnate). Per i piccolini noi abbiamo utilizzato anche i sandali della chicco con il paradita davanti, ossia quelli non completamente aperti, e ci siamo trovato beni per le passeggiatine poco impegnative. Adesso il nano usa gli scarponcini della Decathlon, economici ma perfetti, con l'unico grave difetto di non essere impermeabili;
- scarpe di ricambio, almeno due per i piccoli, visto che in montagna non è sempre facile far asciugare le calzature. Ovviamente, meglio se sono scarpe comunque adatte o quasi a camminare in montagna.

Nello zaino per l'escursione:
- maglietta e calze di ricambio. Restare bagnati o sudati mentre si mangia o quando va via il sole può essere pericoloso, specie se quella arietta fresca da cima (e di solito c'è);
- cappellino di lana per tutti e per i piccoli, soprattutto se stanno seduti sullo zaino porte-enfant, anche guanti di lana (no, non è esagerato, dalla testa si disperde la maggior parte del nostro calore e in montagna la temperatura può precipitare in un attimo),
- maglia/pile, se non lo avete addosso;
- eventuale secondo strato o gilet in pile o anti vento;
- giacca a vento o c.d. guscio (quello che vedete nella foto insieme ad un buff leggero e' la mia) ossia una giacca a vento senza imbottitura ma impermeabile e antivento, che in alta quota o per sciare si usa con sotto un piumino leggero o un pile pesante;

- giacchetta impermeabile  sottile e leggera (io non amo la mantella, perché ho sempre paura di inciampare, ma può andare benissimo anche quella). Se ne può fare a meno se si ha una buona giacca a vento impermeabile o un guscio,
altrimenti se la giacca e' in tessuto con un acquazzone si
arriva comunque fradici, se non si è messo sopra una mantella/giacchina impermeabile;
- borraccia ed eventuale copri borraccia termico;
- coltellino per tagliare mela/pane/formaggio o estirpare erbacce;
- eventuale occorrente per medicazioni di emergenza, cerotti;
- macchina fotografica;
- pomata antistaminica;
- crema solare ad alta protezione;
- fazzoletti di carta ed eventualmente, salviette e umidificate. Oltre al naso, possono servire in caso di mal di pancia, per pulire piccole escoriazioni o anche solo manine sporche di terra;
- copri zaino impermeabile. Ci sono modelli di zaino praticamente impermeabile per cui non serve, altri c'è lo hanno incorporato, per i più va comprato a parte, utile soprattutto in caso di grossi acquazzoni;
- sacchettini di plastica per infilare i vestiti di ricambio (così se lo zaino si bagna come voi, avrete vestiti asciutti da indossare), eventualmente da utilizzare per raccogliere funghi, se consentito dalla legge nella zona in cui siete, altrimenti i sassolini tanto cari ai bimbi!
- altro sacchettino di plastica per i rifiuti (compresi i fazzoletti che usate per i bisogni) perché e' molto importante non lasciare altra traccia del nostro passaggio che le nostre orme sul terreno;
- con i piccoli, ricordate anche mutande e pantaloni di ricambio, visto che ogni ruscello e' un'attrattiva o può scappare una pipì aggiuntiva (anche per questo e' utile un sacchetto di plastica in più da tenere
di riserva);
- sempre per i piccoli, se stanno seduto nello zainetto porte - enfant, anche un piumino o gilet di piumino. Non muovendosi, non producono calore e si raffreddano facilmente;
- buff anziché sciarpine. I buff hanno il vantaggio che non si impigliano nei rami, possono essere
usati anche come cappello o fasciatura di emergenza e piacciono ai bimbi. Ne esistono sia di cotone
che di lana e di tutti i colori, oppure una bandana in cotone o un fazzoletto e annodato per i piccoli;
- cibo. Qui ognuno ha i suoi gusti  ma noi abbiamo sempre pane, salame e affettati, formaggio e cioccolata., se ci sta frutta secca o mele/ banane o altro di simile.
- bastoncini da trekking telescopici o di legno, per aiutarvi nelle passeggiate particolarmente rigide, soprattutto in discesa, per le ginocchia. Ovviamente, questi non sono indispensabili;
- se proprio volete esagerate e siete tipi apprensivi, copertina termica, di quelle usa e getta, con la speranza di non usarla mai!

Nella foto, guscio, pile pesante e pile leggero, più gilet di piumino, del nano.

E poi, fondamentale, zaini appropriati.
Devono essere adatti all'altezza di ciascuno, perchè non vanno mai lasciati bassi sul sedere, altrimenti viene il mal di schiena, meglio se con ampia cintura in vita per scaricare il peso sulle anche, meglio
ancora se con il retro traspirante e un pò staccato dal corpo, non appiccicato alla schiena.
I veri alpinisti usano quelli senza troppi nastrini esterni (che si possono impigliare nelle rocce e creare situazioni di pericolo) ne' taschino laterali di tutti i tipi, che sbilanciano il peso e ingombrano.
Voi fate come volete!



Zaino porte- enfante, se vi muovete con bimbi sotto i tre anni.
 Noi abbiamo un modello della Salewa, completo di cappottina per il sole aggiuntiva e copertura
impermeabile integrale, con tasche che si possono aggiungere o togliere a piacimento (per il motivo di cui sopra noi le abbiamo tolte).
Abbiamo iniziato ad usarlo che il nano aveva sette mesi e lo usiamo ancora adesso, che ha quasi tre
anni, poiché e' regolabile, abbastanza leggero e molto robusto.

Mai l'ombrello: attira i fulmini e non ripara se salite o scendete dai sentieri e poi è meglio avere le
mani libere o impegnate con i bastoncini.

In valigia:
- tutto quanto inserito negli elenchi di cui sopra, quanto ai vestiti moltiplicato per il numero di escursioni che intendete fare (oppure riutilizzate la stessa maglietta puzzolente, tanto siete all'aria aperta e non muore nessuno...);
- tanti libri per riposare dopo la fatica, magari all'ombra di un pino o un larice, mentre i bimbi si divertono al parco giochi o semplicemente nell'erba.
Perché loro no, non si stancano mai!

Infine, la cosa più importante: tanta voglia di camminare, di respirare a pieni polmoni, di lasciare che lo sguardo vaghi lontano, di fare il pieno di verde e di blu e...di tanto buon cibo...ve lo sarete meritato!




lunedì 21 luglio 2014

Perle di fanciullesca saggezza

Dopo pranzo, la bar, pronti per il rito del caffè.
L'Alpmarito ed io, la nonna e il mio piccolo uomo.
Io: "Nano, vai tu a chiedere i caffè alla barista?"
Il nano: "Sì, però mi accompagni mamma?"
"Certo."
Raccolgo le ordinazioni: due lunghi e uno macchiato.
Arriviamo al bancone, alzo il nano perchè arrivi al livello della barista e lo incito a chiedere.
E lui: "Due cafè lunghi e due sporchi, no, uno sporco, per il mio papà!"

Quante risate mentre il nano ci guardava perplesso!

Nella stessa settimana.

Educatrice: "Che lavoro fa la tua mamma?"
Il nano: "Parla, parla tanto!"

Quando me lo ha riferito divertita, mi sono messa di impegno a insegnargli il mio lavoro.

Io: "La mamma fa l'avvocato. Ripeti a.v.v.o.c.a.t.o."
Il nano: "Sì, ho capito: avvocato. Quindi parla, parla tanto!"
Io: "No dai, non parlo soltanto."
Il nano: "E' vero. Scrivi anche al copputer!"

Mattina estiva (di quelle rare, visto il clima di questi tempi).

Io: "Che dici. Ti piace la mamma con questa gonna?"
Lui: "Sì mamma, sei bella, sembri una ballerina!!!"


E' bello specchiarsi neglio occhi del proprio figlio.



venerdì 18 luglio 2014

"Ora zero"

"Ora zero" di Andy McNAb, ed. Longanesi, 2010, pag. 399
Non sono un'amante dei gialli, mentre amo i thriller e i romanzi di spionaggio, soprattutto se di questo autore, Andy MacNab, pseudonimo dietro cui si nasconde un ex agente SAS (Special Air Service - corpo speciale d'eccellenza dell'esercito britannico).
I suoi libri tengono con il fiato sospeso, appassionano e indignano, facendo solidarizzare con il protagonista della serie, Nick Stone, un uomo straordinario ma nello stesso tempo umano e per nulla eroico, alle prese con missioni segrete (di quelle da negare sempre) in scenari internazionali, descritti con quella dose di realismo e quelle conoscenze che vengono dall'aver davvero partecipato a missioni simili (l'autore ne ha raccontata una vera, da cui è stato tratto un film, in "Pattuglia Brawo Two Zero").
E questo suo ultimo romanzo (tra quelli pubblicato in Italia), non si smentisce.
Consigliato agli amanti del genere e a chi vuole avvicinarvisi, in questo caso magari cominciando dai primi della serie, per poi affezionarsi al protagonista!
Se volete saperne di più su questo autore, ne avevo già parlato qui: http://mammavvocato.blogspot.it/2013/02/venerdi-del-libro-controllo-distanza-di.html
Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Home Made Mamma


giovedì 17 luglio 2014

L'estate a casa mia



L'estate a casa mia è la Festa della Birra di giugno, quella buona, tedesca, servita ai piedi del Monte Rosa.

Ho inziato ad andarci da ragazza, quando uscivo in montagna con le amiche, ho continuato dopo aver conosciuto l'Alpmarito e non manco neppure ora, con il nano al seguito.
Certo, sono cambiati giorni ed orari, ma non l'atmosfera, quella sensazione di inizio dell'estate, il ritrovare volti e persone familiari e amiche, anche se le vedi una volta all'anno, quell'incontrare conoscenti e scambiarsi aggiornamenti, in un clima rilassato e allegro, gustando polenta, spezzatino, salsicce, salamelle, toma e fontina e una bella fetta di torta. E la birra nel boccale di vetro da 1lt, ovviamente.


L'estate a casa mia è la fiera equestre di luglio, San Savino.




 Anche in questo caso, non ho mai mancato, pur cambiando orari e divertimenti (finita l'era delle giostre per me, non ancora inziata per il nano, fortunatamente)

Questa volta è stata l'occasione per far salire il nano su un cavallino per la prima volta.


Il prezzo esagerato ed il giro di due minuti netti, non hanno scalfito il suo entusiasmo e la nostra gioia di assistere ad un'altra graditissima prima volta.

Il palloncino della Pimpa, comprato dalla nonna, ci ha confermato una volta di più quanto basti poco a fare felice nostro figlio, forse anche perchè era il suo primo vero palloncino "di quelli che volano"...sempre una prima volta.
Anche se non si capacita dell'assenza di Armando (produttori, ditemi, perchè manca???)


Il giro su ogni trattore in esposizione, invece, è già una tradizione!


Estate a casa mia è il lago e la piscina, i giri in barca e le corse sul prato, la sabbiera e le scalate.....i bagni improvvisati, tra un temporale e l'altro.












 L'estate a casa mia è la fortuna di vivere all'ombra delle rosse torri, circondati da laghi, colline e montagne.
Il mare manca, è vero, ma non si può avere tutto!!


martedì 15 luglio 2014

Tra sensi di colpa materni e indimenticabili prime volte in volo

Leggo post di mamme in vacanza con i loro figli tutta l'estate o solo per poche settimane e di altre che lottano per trovare il centro estivo giusto o una sistemazione altenativa.

Leggo di riflessioni sull'importanza per i bambini di essere liberi e riposare, di mamme che si sentono giustamente felici di poter passare l'estate con i loro piccoli e di mamme che non possono e sono divorate dai sensi di colpa e dalla nostalgia per le nostre estati.

Inutile dire che appartengo alla seconda categoria e sono sulla stessa barca, anche se messa un pò meglio.
Perchè quest'anno il nano va ancora al nido, che chiuderà solo due settimane ad agosto. 
Quindi è con persone che conosciamo bene, i suoi amici, il suo ambiente. 
In più le maestre d'estate lasciano ampio spazio al gioco libero e in giardino (tempo permettendo, uffi!).
E il pomeriggio ci sono i santi nonni (mia madre e i miei suoceri), che lo portano fuori a giocare.

E' innegabile, però, che il nano sia stanco, che vorrebbe orari più "suoi", giocare con i "suoi" ritmi, stare sempre all'aria aperta e con mamma e papà.
Invece non può.
E io mi sento terribilmente in colpa e triste per i momenti con lui che mi perdo, per non poterlo portare io al lago ed in piscina, per non poter fare lunghe passeggiate, pennichelle a due e colazioni tranquille.

Il lavoro ha ritmi pressanti, anche se le soddisfazioni sono tutte sul lato non economico, perchè più cambiano i governi (se di cambiamento si può parlare), più i cittadini si impoveriscono ed indebitano, le tasse aumentano e i costi della giustizia a carico degli utenti lievitano.
E, mi si perdoni la digressione politica, i famosi 100 giorni hanno portato solo peggioramenti, altro che rivoluzioni.
 
Comunque.
Qualche settimana fa sono anche riuscita a ritagliarmi due giorni e mezzo, intensissimi, di vacanze infrasettimanali.
Così, complici le cugine in visita, abbiamo fatto un'esperienza memorabile per tutti noi (Alpmarito escluso, perchè lui ci è già avvezzo) e, soprattutto, per il nano, esaudendo un suo grande desiderio...un giro in elicottero sorvolando il Monte Bianco (partenza da Courmayeur, Entreves)!

Nessuna paura, pilota bravissimo e panorama mozzafiato...

 Volando verso il Bianco...





















La valle di Courmayeur...
 Dove il ghiacciaio si è ritirato...

e rifugi in quota


 Se guardate bene sulla cima qui sotto, vedrete due scalatori appena giunti in vetta!



Le emozioni che abbiamo provato sono state davvero indescrivibili.

Mia madre e le mie cugine, oltre all'altezza ed al volo in sè, hanno apprezzato tantissimo la vista del Monte Bianco e delle cime del massiccio, le seraccate ed i crepacci, che non avevano mai visto e neppure immaginavano.

In me, più avvezza a questi panorami e alle gite in ghiacciaio, è prevalso lo stupore della nuova prospettiva, l'orgoglio e la soddisfazione di essere già riuscita ad andare in posti simili con le mie gambe, ma anche un pò di timore nel percepire i pericoli.

E poi, il senso di rispetto per la natura e la sua immensità e potenza.




Il nano? Lui è rimasto serissimo e silenzioso e poi, appena siamo atterrati, mentre il pilota spegneva i motori, ha esclamato: "Ancora! Ancora!!!"
E al nostro diniego: ""Domani, allora?Torniamo domani? E dopodomani?"
Poi ha confidato al pilota che da grande vuole anche lui "guidare gli elicotteri", come ha ribadito per tutto il viaggio di ritorno!


Un'ottima medicina per l'anima, i sensi di colpa e la malinconia!









Grazie Alessandro, che ci hai portato così in alto e grazie Alpmarito, che hai organizzato questa meravigliosa esperienza, resa ancora più bella dall'averla vissuta in famiglia!
La sera e in pausa pranzo, guardo e riguardo queste foto, questi video.


p.s. Questo non è un post sponsorizzato...purtroppo!

venerdì 11 luglio 2014

Un libro, anzi tre

"Bridget Jones, Un amore di ragazzo", di Helen Fielding, pag. 466, Rizzoli, settembre 2013
Romanzo leggero, da ombrellone, ma con una nota malinconica marcata, nonostante l'ironia e gli episodi esilaranti.
Forze un po' forzato, rispetto agli altri relativi ad una Bridget Jones che, in questo libro, e' ormai vedova, fintamente occupata (nel senso che un po' ci prova a lavorare, ma senza tanta convinzione e senza molto successo) con due bimbi a cui badare, una madre di poco aiuto. tanti amici incasinati ma fedeli e...un toy boy che farà da "innamorato cuscinetto" fino a che...qui mi fermo, per non rovinarvi il piacere della lettura, anche se il finale non e' originale.
***
"Tutti mi danno del bastardo" di Nick Hornby.
Si tratta di un racconto breve, in pieno stile Hornby, carino e ben scritto, però....sa di incompiuto e non mi ha lasciato molto (io però non amo i racconti già di mio). Mi è sembrato più l'inizio di un romanzo che sicuramente sarebbe stato appassionante che un libro in se'. Insomma, bello ma veramente troppo breve.
***
"La mamma perfetta non esiste" di Kristine Carlson



L'autrice, mamma e nonna, racconta la sua esperienza di madre e moglie, aiutando a superare i classici sensi di colpa e dubbi che tendono a riguardare un po' tutte noi.
Ci sono molto buon senso, qualche riflessione interessante e non pochi spunti, però devo ammettere che io non l'ho trovato particolarmente utile e illuminante, un po' perché alcune situazioni e preoccupazioni mi paiono tipiche della realtà americana e poco vicine alla società in cui vivo, un po' perché non è stato uno di primi libri di questo tipo letti.
Lo consiglio, quindi, soprattutto alle neo mamme.
Con questo post, partecipo al Venerdì del Libro di Home Made Mamma.

lunedì 7 luglio 2014

Quando sapere come agire e farlo in fretta può fare la differenza

Ultimamente ho tanto da raccontare ma poco tempo per farlo e, soprattutto, fatico a trovare le parole.
Troppe emozioni, preoccupazioni, impegni, esperienze e sentimenti, tutto mescolato nella testa e nel cuore.

Tra le tante, c'è il fatto di aver ascoltato una notizia di cronaca che mi ha colpita nel profondo, ormai settimane fa, quella del bimba morta per soffocamento per il nocciolo di una ciliegia.
E aver visto come i suoceri (per carità, disponibili, utili, affettuosi ed armati da buone intenzioni) sembrano non percepire grandi pericoli nel dare la frutta al nano, neppure le noci.
E aver ripensato ad un episodio di un anno e mezzo fa, quando il nano stava per soffocare per una stupidissima caramella mou.

Casualmente (ma neppure troppo), pochi giorni dopo ho visto due locandine pubblicizzanti due serate a tema "Disostruzione delle vie aeree e prime soccorso nei bambini e lattanti" (o simili, non ricordo il titolo preciso), entrambe vicinissime a casa ed organizzate l'una dai Volontari del Soccorso del mio paesino e l'altra dalla società Salvamento Accademy, nel comune accanto.
Ho partecipato ad entrambe, nella seconda portando anche nano e marito, e conivolgendo amiche con figli.

Conoscevo già la manovra di Heimlich e il BSL per adulti, avevo sfogliato riviste e guardato video per quelli pediatrici ma mai avevo provato sul manichino di un lattante e di un bambino e comunque, molto lo avevo dimenticato.
Sapete che ogni anno in Italia muoiono 54 bambini per soffocamento? Un soffocamento che si sarebbe potuto evitare, se solo le persone intorno a loro avessero saputo come agire?


Sappiatelo e informatevi, guardate e riguardate i video (ad esempio, questo: CRI ) e, se ne avete la possibilità, partecipate ad un corso (esiste anche un pratico e-book a 2,99).
Io mi sto informando.
Perchè proteggere mio figlio per me è la cosa più importante e quindi, ben venga anche passare per paranoica o sacrificare qualche serata o litigare per fargli indossare la cintura o usare il seggiolino auto (in questo non transigo).
Intanto, ho stampato i pdf con le manovre a colori e le ho distribuite a nonni e asilo, oltre a tenerli in casa, a portata di mano.
Avrei voluto che venissero anche i nonni, che passano con mio figlio quasi più tempo di me, ma non hanno raccolto l'invito.
Chissà che in futuro non riesca a coinvolgerli.


Più persone sapranno come agire o anche solo come attivare correttamente i soccorsi e cosa NON fare, più i figli di tutti saranno protetti!

E voi, conoscete i protocolli di intervento? Nelle scuole dei vostri figli, le maestre sono informate, fanno corsi ed aggiornamenti?
Io ho scoperto che al nido del nano la risposta è affermativa per  tutte le educatrici ...ora dovrò informarmi alla materna.
Che poi, con tutti  lo spreco di denaro pubblico cui siamo quotidianamente abituati, perchè non "sprecarne" un pò anche per formare obbligatoriamente insegnanti di ogni ordine e grado? !!??


Nella speranza che non ci sia mai bisogno di metterle in pratica!



mercoledì 2 luglio 2014

Toc toc!! Chi e'? Un libro dal deserto, un libro da due amiche virtuali

Ieri.
Arrivo a casa alle 13.05.
Ho giusto 20 minuti per mangiare, riordinare e preparare la borsa per il nano, prima di andarlo a prendere all'asilo (giusto all'ultimo minuto, ovvio) per portarlo a 20 km, dalla nonna, e poi findarmi in ufficio.
Gli spostamenti e le ore contate mi sfiancano ben più del lavoro.
E' solo martedì e sono già stanca e sempre di corsa e poi...trovo una busta gialla nella buca delle lettere: il libro di Mimma e Drusilla!!!!
Non apro subito la busta ma so già che cosa contiene, il mittente e' chiaro.
Voglio assaporare questo momento con calma, godendomelo appieno e allora...metto la busta sul tavolo da cucina, pronta per la sera.
Sera.
Sono le 21.30, il nano dorme e io posso godermi l'emozione di un nuovo libro tra le mani, il libro di due amiche virtuali che vivono nel deserto, che hanno preso una decisione difficile e coraggiosa e che la vivono con il sorriso sulle labbra: le mamme nel deserto.
Mi rigiro il libro tra le mani, guardo il segnalibro, annuso l'odore di buono, di carta nuova, leggo la dedica e mi commuovo.

Non vedo l'ora di leggerlo, perché non c'è nulla di più bello che conoscere delle nuove amiche, scambiarsi impressioni, opinioni ed esperienze, anche se attraverso la rete.
Perché quando una persona e' bella, lo è' anche attraverso uno schermo e una tastiera.
Grazie, ragazze!!!
P.s. Naturalmente vi farò sapere cosa ne penso dopo la lettura, datemi solo qualche giorno!