martedì 14 aprile 2015

Millefoglie e...uno strano tiramisù!

Tempo fa ho comprato una confezione di pasta sfoglia dolce, ossia una "base per millefoglie.
L'intento era di mangiarmela a colazione, senza alcuna crema, perché adoro la sfoglia, sia dolce che salata.
Poi me ne sono dimenticata, finché l'Alpmarito, stufo di vedere il pacchetto in mezzo ai biscotti, mi ha intimato di mangiarle.
Siccome volevamo passare da una amica che compiva gli anni, ne ho approfittato per provare a fare la crema pasticcera.
Ecco come.

Ingredienti
1 confezione di base millefoglie (tre o quattro sfoglie)
150 gr di zucchero
3 uova
70 grammi di farina
1/2 litro di latte
1 cucchiaio di crema di Marsala (che, secondo me, era già troppo, forse perché mi sono sbagliata e ho messo un cucchiaio di Cognac ?!?!?)
Zucchero a velo per una spolverata finale

Mettere il latte a bollire, in una padella non troppo piccola, poiché poi dentro bisogna farci stare tutto il composto.
Sbattere i tuorli d'uovo con 100 gr. di zucchero, fino a che non diventa cremoso, poi aggiungere la farina piano piano.
Quando il latte e' in ebollizione, versare il composto di tuorli sbattuti.
Mescolare sempre lentamente a fuoco lento, senza portare ad ebollizione, fino a che la crema non raggiunge una buona consistenza quasi solida.
Toglierla dal fuoco e farla raffreddare.
Montare i tre albumi d'uovo con 50 gr. di zucchero, poi amalgamare il tutto con la crema pasticcera e il Marsala.
Spalmate la crema sugli strati di sfoglia, uno dopo l'altro.
Chiudete con uno strato di sfoglia e spolverare con lo zucchero a velo.

Et voila'!


Io, visto che ho avanzato crema, ne ho approfittato per fare una caffettiera grande, pucciarvi i biscotti
savoiardi e poi, disponendoli a strati in un piatto, coprirli con la crema pasticcera, strato dopo strato
fino ad esaurimento.
Una a sorta di misto tra millefoglie e tiramisù!

Entrambe sono state un successo, anche se la seconda, a vedersi, lasciava molto a desiderare!!!



lunedì 13 aprile 2015

La sanità di casa nostra per i bambini - quando mancano i pediatri


Gli ultimi due mesi mi hanno vista  impegnata, come mamma e come avvocato, in una spinosa questione.

Nella zona in cui abitiamo, zona di mezza montagna da cui si dipartono varie vallate alpine, in una regione in cui l'ospedale è collocato nell'unica città, che è anche capoluogo di regione, che però non è in posizione così comoda e centrale, i pediatri da un pò di tempo a questa parte scarseggiano.

Nella circoscrizione in cui viviamo, erano in tre fino all'anno scorso, poi sono stati ridotti a due, poi ad uno, infine, causa maternità dell'unica rimasta (per fortuna, quella del nano), a zero.
E così hanno mandato una sostituta, che arrivava dalla grande città della regione vicina.
85 km.

Non una pediatra, ma una specializzanda  in cardiologia infantile. Al suo primo incarico.
Quindi magari anche ancor più qualificata e competente, ma certamente non avvezza a parlare di svezzamento, malattie esantematiche infantili, bronchiti e bronchioliti & co., con mamme e neomamme.
E soprattutto con poco tempo a disposizione, non abituata a spostarsi per vallate montane, giovane e senza figli.

E' stato subito scontro fra lei e le mamme.

A quanto mi è stato riferito, infatti, ha subito iniziato a chiedere il pagamento di Euro 30,00 per ciascun certificato di riammissione a scuola per assenze superiori a cinque giorni, previsto come obbligatorio dall'art. 42 del DPR 1518/67, in constrasto con l''art. 44 comma 2 lett. g) dell'Accordo Collettivo Nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici pediatri di libera scelta e dell'art. 4 della Carta dei Servizi dei Medici di Assistenza Primaria della nostra Regione, nel quale è previsto che tale certificato sia rilasciato gratuitamente.

Ha dato una reperibilità telefonica limitata all'orario 08,00 - 10,00 a.m., non solo per la prenotazione delle visite ambulatoriali o domicialiari ma per qualunque esigenza, salvo poi comunque non rispondere spesso alle chiamate telefoniche, al numero di cellulare indicato nella comunicazione inviata dall'USL alle famiglie, o non richiamare, con conseguente impossibilità di prenotare le visite (e senza prenotazione, non visitava).
Non rispettava l'orario di prenotazione delle visite ambulatoriali, con attese che si protraevano anche per tre ore, in orari comunque incompatibili con l'orario di frequenza scolastica dei bambini e di lavoro dei genitori - il che, però, mi pare un problema strutturale e capitava anche con le altre dottoresse.
Inoltre, invitava a recarsi al Pronto Soccorso per qualsiasi esigenza medica insorta dopo le ore 10,00 del mattin, anche non urgente.
Peccato che poi, al Pronto Soccorso, si arrabbiassero con le madri e le invitassero a tornare dalla pediatra!

Pare che sia anche capitato che facesse diagnosi senza spogliare e/o auscultare i bambini (ma so di molti posti in cui i pediatri fanno diagnosi per telefono), semplicemente guardandoli in faccia, che molte madri non avessero ricevuto la comunicazione asl del cambio di dottoressa, che in alcuni ambulatori non abbia effettuato le visite o abbia fatto aspettare a lungo, nonostante fosse ufficialmente aperta, senza aver nessuno in stanza.

Io non ho avuto esperienze dirette (dunque, tutto ciò che ho sovra scritto mi è stato riferito dalle altre mamme, direttamente o tramite passa parola), poichè fortunatamente mio figlio è stato bene o quel che ha avuto era risolvibile senza interventi medici.
Però le altre mamme mi hanno chiesto aiuto e solidarietà. E io, anche sapendo che comunque in caso di bisogno avrei dovuto fare rifirimento ancora per qualche mese a questa dottoressa, mi sono prestata.

Abbiamo avuto un incontro con il direttore dell'ASL locale, il quale prima ha dichiarato che si trattava di un colloquio informale che non voleva verbalizzare, e poi, dopo un paio di giorni, ci ha pregate di mettere per iscritto le nostre doglianze.
Infine, ci ha pregato di non mandargli più la lettera.
E' stato evidente che egli poco voleva e/o poteva, che faceva il politico ed il dirigente, che intendeva solo evitare proteste su gruppi facebook e che la notizia arrivasse alla stampa o si diffondesse comunque nel paesi della circoscrizione. 
Ciò che più mi ha disturbato, comunque, è che cercasse di sminuire i problemi, ripetendo che non si trattava di "questioni gravi" e in fondo la dottoressa non aveva ancora "creato danni",  come se si dovesse aspettare un episodio di malasanità grave per lamentarsi o se far perdere ore e ore di lavoro e vita a genitori e bambini in attesa, far correre al Pronto Soccorso (con conseguenti viaggi, attese di ore ecc., magari per essere subito rimandati a casa), far lavorare il triplo gli altri medici o chiedere soldi che paiono proprio non dovuti, fosse "roba da poco."
Per non parlare di quando ha cercato di convincerci che potevano essere noi mamme a "autocertificare" la guarigione dei nostri figli per la scuola e citare a sproposito sentenze del TAR!!!
A quel punto, l'istinto professionale ha avuto la meglio e non ho potuto evitare di dire la mia.
E poi le giustificazioni del tipo: al concorso non si è presentato nessuno (?!?), la nostra regione non è molto ambita...quando sul sito dell'ASL era appena stata pubblicata una graduatoria con 89 pediatri!

Comunque, alla fine, pare che sia servito.
La dottoressa è attualmente assente "per motivi familiari" e non si sa se e quando rientrerà.

I più scontenti, intanto, sono gli altri pediatri: quello della circoscrizione vicina, cui si rivolgono disperate le mamme in assenza di un pediatra di base a loro assegnato,;quelli del pronto soccorso regionale e di quello della regione limitrofa, molto più vicino, che stanno lavorando il doppio; quella che è stata l'ultima a cambiare sede, perchè molte mamme continuano a fare riferimento a lei.

E ora, rimaniamo in attesa del prossimo medico, sperando sia scelto in modo un pò più oculato!!!

Alla faccia della continuità dell'assistenza medica e pediatrica in generale, delle tasse sul servizio sanitario nazionale assai salate che paghiamo, dell'importanza della prevenzione, della trasparenza delle pubbliche amministrazioni e della mancanza di lavoro, nonchè della umiltà e dedizione che dovrebbero contraddistinguere tutti i professionisti e lavoratori, di qualunque settore.

Ma è possibile una situazione di questo tipo?!?
Anche voi avete o avete avuto problemi simili? Come vi regolate?

venerdì 10 aprile 2015

Di ritorno dalla gita e di libri per bambini, sullo yoga e ...la cacca!

Prima di tutto, voglio rassicurarvi.
Il mio biondino e' tornato sano e salvo dalla gita,
Però sul pullman le cinture, alla fine, non c'erano.
Alla prossima riunione non mancherò di protestare per questa mancanza. credo che si possano anche spendere 5 euro anziché 3 per la gita, però avere un bus a norma di legge, no?

Comunque, per ora sappiamo solo, nell'ordine, che:
- non era un castello ma "come una chiesa",
- c'era l'acqua,
- hanno disegnato,
- mangiato il panino, bevuto e poi sono tornati a scuola.
Un racconto emozionante!!!

In compenso, io avevo le lacrime agli occhi per la commozione a vederli scendere tutti, cosi' piccoli, dall'autobus!!

Neppure la gita pare lo abbia stancato: dalle 16.30 ad ora (18.30), siamo stati al parco giochi e non ha mai smesso di correre con un amichetto.
Ora sta giocando in giardino con i cuginetti.
Voglio proprio vedere se questa sera crollerà un po' prima del solito!

Intanto, posso parlarvi dei due libri per bambini che hanno allietato la nostra settimana:



Il primo, "Giochiamo allo yoga" di Claudia Porta, ed. Gallucci, Euro 15,00, pag. 30

  è il libro per avvicinare grandi e bambini allo yoga della bravissima Claudia Porta, insegnante di Yoga, mamma di tre bambini e blogger de La casa nella prateria, nonchè autrice dei video di yoga su youtube che seguo settimanalmente e dell'app che uso quasi tutti i giorni: 10minYoga.


Si tratta di un libro cartonato (quindi robusto) di formato non eccessivamente grande, con illustrazioni coloratissime e chiare che, racontando una semplice storia, accompagna grandi e bambini in un percorso di 10 posizioni facili ma utili, con tanto di spiegazione della tecnica e dei benefici che ve ne si posono ricavare.
In fondo, anche una guida al rilassamento, che mi ha ricordato tantissimo quello che ci diceva la mia maestra delle elementari, anche lei insegnante di yoga, nelle due ore a settimana in cui praticavamo con lei (al posto di religione, per chi, come me, non la seguiva).
Un bellissimo tuffo nel passato...quasi mi sembrava di risentire la sua voce!




Forse il costo è un po' eccessivo (ma non dipende, penso, dall'autrice), pero' una sera che io ed il nano ci siamo fermati a dormire dalla nonna, ci ha consentito di divertirci come dei matti per quasi un'ora, tra posizioni, risate e storia...insomma, un successo generazionale!
Sono certa che se il nano fosse un bimbo un po' piu' tranquillo o anche solo fra sei mesi, ci divertiremo ancora di piu'.

Il secondo, è un  libro piccolo piccolo ma molto carino, di cui avevo tanto sentito parlare: 

 "Chi me la fatta in testa? " di Werner Holgwarth e Wolf Eribruch, ed. Salani.



Ce lo ha imprestato la cuginetta di sette anni, a cui piace ancora tantissimo.

La storiella è davvero spaziosa e, tra l'altro, alla fine insegna anche a riconoscere gli escrementi delle varie specie animali (tutto è utile, no?)

In realtà, pare sia piaciuta piu' a me che al nano, che era un po' perplesso del fatto che un animale avesse osato fare la cacca in testa alla piccola talpa e, soprattutto, che questa se ne andasse in giro ad indagare con gli escrementi ancora in testa!!!

In ogni caso,  lo consiglio....soprattutto per le letture sul water dei piccoli !!!


Con questo post partecipo, all'ultimo minuto, all'iniziativa del venerdi' del libro di Paola.


giovedì 9 aprile 2015

Della sua prima gita con la scuola e delle mie ansie materne

Domani il mio ricciolino biondo andrà in gita con la scuola materna.
Non al mulino del paese vicino, non a piedi in fattoria, al supermercato, nel campo di mais o con il bus urbano al caseificio del borgo confinante.



Andrà su un autobus grande, farà 66,3 km (sì, ho controllato su mappy) e starà via dalla mattina alle 8.15 alle 16.30 del pomeriggio.

E io non posso fare a meno di domandarmi se sia proprio il caso, se sia così indispensabile portare in gita dei bambini di tre anni.
Certo, le maestre ci saranno tutte e sono un buon numero, il viaggio è breve, la destinazione tranquilla, l'autobus avrà le cinture di sicurezza (anche se solo su due punti, anzichè su tre come quelle delle auto, temo) però...non posso fare a meno di essere ansiosa.

A ciò si aggiunge il fatto che alcuni genitori non manderanno i loro bimbi, o perchè soffrono l'autobus, o perchè ancora in vacanza per Pasqua o per altre ragioni imprecisate ed il nano stesso non sembra entusiasta.
Ma forse, questo dipende dal fatto che ha subdorato la mia ansia, anche se cerco di contenerla, quindi non conta.

Non si poteva aspettare ancora un anno o due?
Lo so, sono problemi miei, di mamma, non dei bimbi, per i quali sarà certamente una bella emozione ed un'avventura, però non posso fare a meno di riflettere sul fatto che il mondo sembra aver voluto accellerare tutto, anche la crescita dei nostri figli, dopo una o due generazioni (tipo la mia) in cui la tendenza era esattamente all'opposto.
E mi chiedo se sia giusto, se non sia un bruciare troppo presto le tappe, una spinta eccessiva verso l'indipendenza.

La maestra più anziana, madre di tre figli ormai grandi, ieri mattina, alle mie richieste di rassicurazioni circa le cinture, ha sorriso dolcemente e mi ha detto: "Gioia mia, le cinture ci sono ma sai, nella vita ci vuole anche tanta, tantissima fortuna. E non ci si può fare nulla".
Ha ragione, lo so.

Io sono sempre stata una persona fatalista.
Ho sempre cercato di prevenire ogni pericolo prevenibile ma anche accettato il rischio che è insito nel vivere. Non per niente mi piace alpinismo, arrampico, scio, viaggio, uso tantissimo l'auto, vado in moto.
Però, da qualche mese a questa parte, ho molta più ansia per mio figlio.
Non tanto per me, ché tanto se non ci fosse più non ne potrei soffrire (anche se il pensiero mi infastidisce, sarebbe uno spreco, no??!).
Però per lui sì.
Lo guardo dormire e penso a quanto è fragile la vita e il terrore che possa accadergli qualche cosa di male mi prende alla gola.

In fondo, da quando sono mamma, ciò che mi pesa veramente è solo e sempre una consapevolezza nuova: la mia vita dipende da quella di mio figlio.
La sua felicità è la mia, la sua salute è la mia.
E spetta a me aiutarlo a trovare la sua strada verso la felicità e proteggerlo.

Qualche volta, anche se so che è inutile, insano, vagamente folle, vorrei solo chiuderlo in una campana di vetro e proteggerlo da tutto e tutti.

Invece.
Questa sera andremo a fare la spesa e sceglieremo i panini morbidi, la frutta e gli affettati per il pranzo al sacco.
Poi prepareremo lo zainetto, con la sua borraccia di acqua fresca, gli racconterò quante cose belle vedrà ed imparerà domani e gli leggerò la consueta storia della buona notte.
E domani lo abbraccierò, lo bacerò e lo saluterò sorridendo con la manina, augurandogli una buona giornata.

Poi, però, andrò a lavoro e  conviverò con lo stomaco contratto fino a quando scenderà dall'autobus.
Sarà una lunga giornata.

Ah, le gioie dell'essere mamma!!!


p.s. Ditemi, secondo voi sono pensieri normali o devo preoccuparmi??!?

giovedì 2 aprile 2015

Un'apprendista libraia a New York

"Lo strano caso dell'apprendista libraria" di Deborah Meyler, ed. Garzanti, 2014, pag. 348



Ho scelto questo romanzo in biblioteca perché avevo bisogno di una lettura un po' più sentimentale, da alternare, di sera, al giallo che era già sul mio comodino, e perché il titolo era accattivante.



Esme Garland, ragazza inglese approdata a New York con una borsa di studio in storia dell'arte a Cambridge, e' innamorata di Mitchell Van Lauven, giovane rampollo di una famiglia benestante, professore di economia donnaiolo è piuttosto arido, ma anche affascinante, per la più giovane Esme, che rimane incinta.
La storia ruota tutta intorno alle decisioni di Esme ed alla Civetta, libreria dell'usato sulla Broadway, in cui Esme inizia a lavorare per arrotondare i proventi della borsa di studio.
Li' lavorano il proprietario, un eccentrico vegano iper salutista, George, Luke, un giovane ed ombroso musicista ed altri impiegati, che si alternano per tenere il negozio sempre aperto, pure di sera ed il fine settimana.
Soprattutto, però, alla Civetta e' pieno di clienti e simil aiutanti affezionati, soprattutto senzatetto di buon cuore che George cerca di aiutare in qualche modo.
Persone buone, generose e "vere", così le considera Esme, che alla fine capisce che è meglio stare con loro, che con i ricchi snob e falsi della città.

Un romanzo che si legge velocemente, che dopo le prime pagine comunque attira, scorrevole e con alcune riflessioni interessanti e personaggi non banali ma, purtroppo, anche con qualche stereotipo di troppo, un numero che a me e' parso eccessivo di "figure" quasi di sfondo, citate ma poi poco approfondite e marginali, che tolgono un po' di spazio, ed una storia che avrebbe potuto essere forse maggiormente originale.
L'ambientazione, ossia la piccola libreria dell'usato nella grande città, comunque, affascina.
I momenti più belli del libro sono certamente quelli di autocritica della protagonista e le riflessioni legate alla maternità.

Insomma, un romanzo carino ma che "lascia poco" a fine lettura.

Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Paola.


mercoledì 1 aprile 2015

Ultimamente, succede a marzo.


"Ultimamente", come dice Verdeacqua, "succede a Marzo", come dice Mamma Piky.

A marzo, io ed il biondino ci siamo tagliati i cappelli. Quando inizio a intravedere l'arrivo della primavera, non resisto e ci do un taglio netto.
Per il piccolo di casa si è trattato solo di una spuntatina, la seconda della sua vita (la prima è stata il 31.05.2014 - si', non ho potuto fare a meno di segnarlo sul calendario): io comunque ero commossa, soprattutto alla scoperta che è proprio ricciolino.

Ultimamente per stare dietro a nostro figlio in bicicletta, io e l'Alpmarito abbiamo irato fuori dal garage i pattini in linea.
Sappiamo ancora stare in piedi, a quanto pare, ed è ancora divertente.
Solo che io non mi ricordo piu' come si fa a frenare e chiedo aiuto a ogni rete, muro o muretto della zona.
Pero' fa sentire tanto giovani, eh?
Sempre per rimanere in tema, a marzo abbiamo provato a togliere le rotelle dalla bici nuova del nano e lui è andato, senza cadere.
Solo che quella senza pedali continua ad essere la sua preferita, forse perchè per pedalare le sue gambette fanno ancora troppa fatica. Comunque, son soddisfazioni.

A marzo ho affrontato due cause impegnative al lavoro e indossato la toga.


E' stato un successo (non la toga, che è bellissima ma giusto quelle due o tre taglie piu' della mia, pero' resta una emozione) e anche queste son soddisfazioni.

Ultimamente c'è tanto, troppo vento, e sono iniziate le fioriture primaverili.
Ma proprio solo ultimamente, tipo questa settimana, prima era sempre pioggia.
I colori delle piante e del cielo fanno venire il buone umore solo a guardarli.






E io ho tanta voglia di riprendere in mano la Reflex, perchè il tablet è tanto comodo e utile ma le foto della Reflex...ah, le foto della Reflex!

Agli inizi di marzo ho migliorato decisamente i miei tempi nella corsa (n.b. i miei tempi, in giro c'è di meglio), riempiendomi di orgoglio.


Poi l'allergia ed il vento mi hanno riportato indetro di mesi e ora faccio schifo.
Vabbè.

Ultimamente abbiamo fatto l'ultima sciata di stagione, con gli sci da fondo. Quelli da discesa li abbiamo usati una volta in tutto l'anno. Quelli da scialpinismo ancora aspettano, perchè con questo vento io sicuro che non esco.
Salutare la neve mi dispiace sempre un po'. Un bel po'.
E questa volta il nano condivideva i miei sentimenti.
A marzo ho tamponato la mia bella auto rossa, anzi granata, e ho dovuto comprarne una nuiova.
Bellissima e modernissima. Si guida che è un piacere, pero' proprio ne avrei fatto a meno.
Soprattutto perchè si è guastato anche il motore dell'altra e ieri, ciliegina sulla torta, mi si sono pure rotti gli occhiali.
Che dite, prenoto un viaggio a Luordes?
O provo a giocare all'enalotto?

Ultimamente è sempre e comunque cantiere della "casa nuova".
L'Apmarito si fa in quattro, come le discussioni e lo stress, pero' la fine è ancora lontana.

A marzo sono state discussioni tra le mamme dei bimbi del paese ed il direttore sanitario, causa pediatra. E io c'ero, per solidarietà e aiuto.
E siamo riuscite ad ottenere un risultato, anche se adesso chissà come andrà.

Ultimamente c'è stato il cambio dell'ora, l'odioso cambio dell'ora.
Io, il nano e l'Alpmarito siamo in piena sindrome: la sera non ho sonno, non ho ancora fame ma la mattina dormire tanto tanto di piu'.
Soprattutto il nano, che già, pur dormendo tutta la notte, ha sempre avuto qualche problema ad andare a letto presto (e con presto intendo le 10-10,30).
Non ho mai capito come facciamo quelle mamme che riescono a far addormentare i figli alle nove.
Se lo metto nel letto alle nove, lui gioca o legge o chiacchera comunque fino alle 10.00- 10,30 (ora 11.00 - 11.30) e non c'è santo, minaccia o castigo che tenga.

A marzo il piccolo di casa si è fatto un nuovo amichetto e quando non piove, dopo la scuola, vuole stare al parco con lui.
Cerco di accontentarlo il piu' possibile, anche se insieme sono dei terremoti e da quando va alla materna, giochi fisici e parolacce stanno diventando una triste costante.

Ultimamente mangiamo troppo, anche grazie a chi ci vuole bene.
E il nano non ha ancora aperto le uova di Pasqua!

A marzo c'è stata ancora palestra di arrampicata



E ruotine settimanali in casa...

E haloterapia, aspettando l'estate..


Ultimamente abbiamo prenotato le vacanze estive, la prima volta in assoluto con cosi' largo anticipo.
E forse questa volta ce la facciamo ad andare al mare tutti e tre insieme, per piu' di due giorni e non a ferragosto.

A marzo una coppia di amici è venuta a cena e ci ha portato la partecipazione di nozze, alla quale mancano circa 15 giorni.
Vedere i loro occhi innamorati, sentire l'attenzione con cui si parlavano, assistere alla loro felicità, è un balsamo per l'anima.
E quindi ora devo cercarmi un vestito adatto. Di nuovo.

Ultimamente abbiamo pranzato con una mia cara amica e la sua famiglia.
E guardare il mio biondino e la sua bimba giocare insieme, accrogersi di quanto sono cresciuti e di come sono belli, è stato emozionante e meraviglioso.



Con loro, il nostro primo gelato in gelateria di stagione.

A marzo ho sperato tanto, pero' anche questa volta non è andata.
E io inizio a pensare seriamente che sia perchè in qualche modo me lo merito, che sia colpa mia.





lunedì 30 marzo 2015

Le grotte di Toirano ed il mio piccolo eploratore

Iniziano, finalmente, le prime giornate di sole e di temperature miti e io non posso che ripensare all'estate.
E allora mi viene in mente che avevo raccontato le mie "vacanze" nel mare della Liguria, in pieno ferragosto, lasciando da parte la nostra giornata alle grotte di Toirano.



E' stata la giornata più bella della mia permanenza in Liguria, , una delle poche (due?), passate tutti e tre insieme, sicuramente quella che più è rimasta impressa anche nei ricordi del nano.
Forse perchè la Natura sa meravigliare sempre, forse perchè l'entroterra ligure è veramente meraviglioso, anche se meno conosciuto, della costa e sicuramente meno affollato (e più fresco).



Toirano, in provincia di Savona, a pochi minuti di macchina dall'uscita autostradale di Borghetto Santo Spirito, è un piccolo borgo mediovale ben tenuto, che merita una passeggiatina lenta ed un pò indolente (e magari una visita al museo etnografico della Val Varatella, che noi abbiamo saltato per la stanchezza del nano),




magari con sosta al colorato parco giochi, accessibile anche ai disabili (così dice il cartello).



Tra l'altro, si mangia pure bene.

Poi, un paio di chilometri più in alto (le indicazionui stradali ci sono tutte), si raggiungono le grotte.
Già la passeggiata per raggiungere l'ingresso, dopo la biglietteria, è piacevole


Dentro, è una meraviglia, pieno di suggestione e fascino, soprattutto se si pensa che tutto questo è opera del trascorrere del tempo.





In queste grotte è passato l'uomo preistorico, da 200.000 a circa 12.000-12.500 anni fa, come dimostrano "le  impronte di piedi, mani e ginocchia e, nella “sala dei misteri”, di numerose palline d’argilla attaccate alla parete contro la quale furono scagliate, probabilmente con significato rituale. Queste tracce sono riferibili a uomini del Paleolitico superiore, cacciatori-raccoglitori che frequentavano la regione e utilizzavano questa grotta non come abitazione ma probabilmente per scopi rituali."





 E poi in una delle prime grotte, quella della Bàsura, vi sono frammenti di ossa, impronte di zampe e traccie delle unghiate dell'orso delle caverne (Ursus spelaeus), che per millenni pare vi si sia recato per trascorrervi il letargo.
In uno dei laghetti della grotta, sopravvive un piccolo crostaceo preistorico sopravvissuto all'estinzione (però è praticamente invisibile).



C'è di che affascinare i bambini, novelli speleologhi o piccoli esploratori.
Basta accendere la loro curiosità!

Le stalagmiti e stalattiti, spesso ricoperte di cristalli di aragonite, sono impressionanti.
Il colore dipende dalla differente concentrazione dei minerali e varia da una grotta all'altra, lungo il percorso di visita.


Non vi sembrano delle appetitose caciotte?!?

La nostra guida era davvero brava e sapeva coinvolgere i bambini.
Il nano è stato attento e ha camminato volentieri per quasi tutto il percorso (circa un'ora/un'ora e mezza).

Si sbuca esattamente dall'altra parte della montagna, a godersi il paesaggio...


 e il mondo che torna a tingersi di verde



Con una piccola deviazione in salita (un minuto o due) si può raggiungere il piccolo santuario rupestre intitolato a Santa Lucia,




per poi, con un altro suggestivo sentiero, rientrare alla biglietteria.
Merita, veramente.
Io, lo confesso, ho sofferto un pò di claustrofobia!!!


Info utili:
La biglietteria è in cima ad una scalinata: dotarsi di biglietto prima di imboccare il sentiero che porta all'ingresso delle grotte.
le visite sono guidate ed a gruppi,  quindi può essere necessario attendere un pò.
All'ingresso vi è un piccolo negozio di souvenirs (quasi tutti minerali), un bar  con tavolini,  una stanza adibita a minuscolo museo con uno scheletro e pareti rocciose, giusto per ingannare l'attesa, fuori tavolini per pic nic per fare uno spuntino e bagni pubblici.
Non ho visto nessun fasciatoio.
All'interno delle grotte, logicamente, è più fresco che fuori, quindi è bene dotarsi di una maglia (noi personlamente non l'abbiamo indossata, altri sì).
Le scarpe devono essere comode e adatte a scalini e superfici scivolose.
Si può fotografare, a volte anche con il flash.
Non è possibile entrare con carrozzine e passeggini e non ci sono servizi igienici dentro le grotte.
Quindi, bambini in braccio o a piedi e dopo aver fatto la pipì!
p.s. Io escluderei anche lo zaino porta bimbi, a meno che non lo togliate e portiate in braccio  in certi punti, poichè a volte bisogna chinarsi ed il soffitto è molto basso.

Qui trovate tutte le informazioni utili.