martedì 21 aprile 2015

I consigli che ci ha dato l'esperto per educare i nostri figli al mangiar sano e...il frigo di casa nostra !!!


Come promesso, continuo il post di ieri con le  "dritte" dell'esperto per una alimentazione corretta:

- le famose 5 porzioni di frutta e verdura al giorno;
- la verdura congelata vale quanto quella fresca, se comprata nella grande distribuzione dove di fresco vero (nel senso di immediatezza tra raccolto maturo e vendita), c'è ne è ben poco;
- ridurre il più possibile i prodotti confezionati e preferire sempre i cibi che hanno un elenco degli ingredienti più corto rispetto a quelli che lo hanno più lungo;
- consumare latte intero anzichè parzialmente scremato;
- preferire i cibi confezionati preparati con olio di oliva o extravergine di oliva;
- evitare cibi con indicazione in etichetta di "oli vegetali" non meglio specificati;
- preferire un pò di grassi ai cibi light a cui vengono aggiunti tanti zuccheri semplici per mantenere il sapore dolce;
- yogurt al naturale e non creme di yogurt o yogurt light con zuccheri o dolcificanti;
- sì anche a 6 uova a settimana (pare che le teorie in proposito siano cambiate);
-  artigianale è meglio che industriale, fatto in casa è meglio che comprato;
- lo zucchero è nascosto in tantissimi alimenti insospettabili, dal Ketchup ad alcuni tipi di  paste ripiene, insaccati ecc., oltre che ovviamente nelle bibite gassate e nei succhi di frutta- leggere bene le etichette è fondamentale;
- essere magri non autorizza a mangiare più zuccheri semplici, perchè fanno male a tutti, anche ai bimbi in apparenza sottopeso (piuttosto, meglio un piatto di pasta o un panino al prosciutto in più);
- fare regolare attività fisica;
.- pesce pescato e non allevato;
- meglio pesce di alto mare che di costa;
- non far guardare troppa tv (si mangia davanti allo schermo senza accorgersene e si è condizionati dalle pubbluicità);
- evitare come la peste biscotti e merendine con zucchero ( a meno di non farseli a casa, magari con zucchero di canna grezzo o fruttosio, evitando almeno conservanti ed additivi) e, ma forse non vale la pena di dirlo: bibite gasate e succhi di frutta.

Mi ha molto colpito notare la costernazione della maggior parte dei genitori quando l'esperto ha parlato dei succhi di frutta.

Davvero c'è qualcuno che pensa che quelli a lunga conservazione o comunque confezionati (non nettare di frutta" fresco o spremute fresche) fornisca ancora vitamine asorbibili e non abbia tanti zuccheri?
Secondo il dottore, anche la spremuta di arancia fatta in casa, dopo solo 3-4 minuti perde gran parte delle sue proprietà vitaminiche.

Conclusione: solo acqua o thè non zuccherato e, ovviamente, acqua del rubinetto.
L'Alpmarito gongolava perchè l'esperto si è soffermato a lungo sui danni provocati dalla plastica a contatto con il cibo e l'acqua soprattutto, di quanto sia nociva, per questo, l'acqua tenuta nella plastica a lungo.
L'Alpmarito, che ha lavorato per anni nel settore della plastica, era da anni che me lo diceva e mi aveva vietato contenitori di plastica in microonde o in lavastoviglie, come stoviglie per il bimbo e, guai, come biberon !!!

- Infine, il consiglio più difficile, per me: eliminare merendine e biscotti non solo dalla merenda, ma anche dalla colazione, facendo una colazione salata o con solo frutta fresca, acqua e pane o pane e miele (definito molto meglio dello zucchero perchè più digeribile e ricco di sali minerali) o pane e marmellata (di quelle fatte in casa o come in casa, però, non con conservanti o additivi), biscotti o cereali con pochissimi zuccherti, molto difficili da trovare.

Infine, tanto buon senso, informazione, lettura delle etichette, varietà  e sano equilibrio in ogni scelta.

Sta a noi genitori educare i nostri figli fin da piccoli ad una sana alimentazione, anche e soprattutto, informandoci e dando il buon esempio.

All'incontro erano presenti genitori di bimbi dai pochi mesi ai 6 anni, insegnanti, educatrici e personale della mensa, cuochi ecc.
Erano presenti tanti papà quante mamme e tutti, tutti hanno ascoltato con attenzione.
E questo, a miio parere, è un segnale importante.

Ovviamente, siamo tornati a casa piuttosto in ansia.
Io la mattina dopo ho passato in rassegna il contenuto del nostro frigo e di notte ho ripassato mentalmente le nostre abitudini alimentari.
Scoprendo che:

- sul fronte frutta e verdura, non arriviamo alle cinque porzioni al giorno raccomandate, però ci andiamo vicini. Il nano mangia la frutta a metà mattina all'asilo, verdura a pranzo all'asilo, verdura a cena ne metto semrpe in tavola, spesso anche un frutto dopo cena, anche se non sempre. Quindi viaggiamo sulle tre o quattro al giorno. Devo migliorare. DEVO MIGLIORARE!
Nel mio caso, la difficoltà è data dalle mie allergie alimentari. Fino a 10 anni fa, io vivevo di frutta e verdura. Poi piano piano ho dovuto escludere un alimento dopo l'altro e, mentre con la verdura cotta riesco a salvarmi (solo a foglie verdi, escluso il sedano, però carote e peperoni sì), con la frutta è un disastro. Giusto pere cotte, banane cotte (uno schifo, detto tra noi) e uva. Stop.
Alla fine non compro altro molto spesso, perchè fatico persino a toccare alcuni frutti, sbucciarli a volte diventa una sofferenza, il rischio di contaminazione e di un assaggio per sbaglio è altissimo e, quando l'Alpmarito non c'è, se il nano avanza mi tocca gettare tutto nel composter.
Per fortuna, il nano può contare su una materna con cucina che offre un'alimentazione varia ed equilibrata;
- nella nostra quotidianità alimentare c'è poca varietà, per il motivo di cui sovra;
- la pasta fresca e ripiena (tipo tortellini, agnolotti ecc.) nel nostro frigo, che amiamo molto, non ha zuccheri nè oli vegetali - quindi promossa;
- con lo yogurt sono in difetto e pure con i budini. D'ora in poi, si impone una selezione più attenta - anche se ne consumiamo poco, deve essere migliore;
- niente latte, non ne beviamo;
- tante uova ma non superiamo le 6 a settimana (almeno mangiate da sole o in frittata!);
- niente salse pronte, tranne la senape forte dell'Alpmarito;
- niente bibite gasata e succhi di frutta. Solo vino, birra (per le cene con gli amici) e acqua del rubinetto - promossi!;
- troppo cioccolato di Pasqua avanzato!!!;
- caramelle e confetti in dispensa che stanno facendo la muffa e ancora il carbone dolce della Befana di tre anni fa (gettato via): segno che non consumiamo molti dolciumi e quindi, promossi;
- altra pasta, senza oli vegetali e zucchero.;
- verdura. ahimè, quasi tutta comprata al super o congelata (che ora consumerò con più piacere), tranne che d'estate, quando la compriamo dall'orto delal vicina;
- pesce troppo poco e congelato. D'altro canto, qui ci sono allevamenti di trote con acqua di torrente ma nessuna pescheria e anche ai super non è un granchè. Quindi, forse, è meglio così.
Non riesco proprio a fare la spesa tutti i giorni !!!

Il tasto dolente è lo scaffale dei prodotti per la colazione e di pane, grissini e crackers.
Noi non compriamo quasi mai il pane fresco: non ne ho il tempo e, soprattutto, la voglia.
Se ho pane fresco ne mangio troppo e, comunque, qui costa molto caro (dai 3,5 ai 5 Euro al kg).
Finisce che è tutto confezionato.
Ebbene: metà delle confezioni non hanno olii vegetali ma solo olio di oliva. L'altra metà, invece, contiene olio di palma.
L'imperativo sarà dunque comprarne meno o per nulla, d'ora in poi.
Biscotti, cereali, pangoccioli e muffins (altre merendine non ne mangiamo abitualmente) sono tutti da scartare.
Il contenuto di zucchero è impressionante, l'olio è sempre vegetale e/o specificato di palma.

Il problema è che io non posso mangiare neppure le marmellate fatte in casa (che abbiamo, grazie ad una nonna molto attiva) e con il pane confezionato sarei punto a capo.
Colazione salata no, io non ci riesco e neanche il nano.
Lui beve acqua e mangia un muffin al cioccolato. Stop.
Mangiamo moltissimo miele ma non consumiamo mai zucchero semplice, salvo che per fare i dolci (del tipo: un kilo di zucchero ci dura un anno)
Anche quello, lo elimineremo e compreremo il fruttosio.


Non vi dico, però, i sensi di colpa che ho ora a dare un muffins al nano o addentare un biscotto !!!
Come ha sentenziato l'Alpmarito: "Se ti ha terrorizzato, è riuscito nel suo scopo ed è stato utile!!!"
La nostra spesa diventerà ancora più ragionata e faremo qualche sacrificio in più sicuramente, pur senza stravolgere del tutto le nostre abitudini o meglio, cercando di modificarle gradualmente per quanto ci è possibile.

Cercherò di cucinare più spesso quella torta al cioccolato che piace tanto al nano, sostituendo lo zuccherro con il fruttosio. Tanto non ha burro, solo olio di mais.
E i biscottini, naturalmente!




Nulla ci darà la garanzia di vivere più a lungo o più sani per questo  (lo psicologo non ci ha certo illusi in proposito) , ma provare non guasta.

E voi, come siate messi? A cosa fareste più fatica a rinunciare?

lunedì 20 aprile 2015

L'appetito vien mangiando, la salute viene educando.

Venerdì la nostra famigliola è stata ad una "apericena con l'esperto", organizzata dalla biblioteca dle paese, dal servizio mensa del Comune e dalle istituzioni scolastiche, per imparare qualche cosa di utile sulle regole per un'alimentazione equilibrata e sulla prevenzione dei disturbi alimentari.

 (Le foto sono mie...della serie: cosa scegliereste di istinto? E i vostri figli?)

A tenere banco, dopo un buffet a base di frutta e verdura (quindi io ho praticamente digiunato, visto le mie allergie), è stato uno psicologo psicoterapeuta comportamentale specializzato in disturbi alimentari, che lavora all'Asl locale.

Era previsto anche un servizio di baby sitting con le stesse maestre del nido/materna (sarebbe stato dai tre anni ma hanno accolto tutti): ovviamente nostro figlio ha preferito stare in braccio al papà ad ascoltare "il dottore".

Il relatore è stato molto bravo, considerando che è riuscito a tenere vivo l'interesse per un'ora e mezza praticamente da solo, con battute degne di Zelig e considerazioni non banali.
Si è parlato molto della influenza della televisione e degli spot sui bambini, sulle loro scelte alimentari. Ci è stato infatti fatto notare che, mentre noi adulti abbiamo discernimento a sufficienza per distinguere le false promesse dalla relatà, i bambini potrebbero non saperlo fare.
E, comunque, il marketing è subdolo ("all'acqua che elimina l'acqua o che rende belli dentro e puliti fuori" credono anche in molti adulti!!)
I nostri figli potrebbero davvero pensare, ad esempio, che mangiando un certo .... di cioccolata, troveranno un aereo in grado di volare davvero o che mangiando una merendina, diventeranno "naturologi" (ma ne vogliamo parlare ?!?)

Secondo l'esperto, dovremmo aiutare i nostri figli ad avere un approccio più realistico e critico, non illuderli che tutto sia possibile ed abituarli ad esaudire ogni loro desiderio, poichè ciò potrebbe portarli a non saper reagire, da adolescenti o adulti  (quando non sarà più possibile proteggerli e dare loro tutto ciò che vorrebbero), con il rischio di depressioni, crisi di ansie, tossicodipendenza, tentati suicidi (non ci è andato certo giù leggero!) e, ovviamente, disturbi alimentari.
In questo, credo che abbia ragione: la frustrazione bisogna saperla gestire, come la delusione e la fatica.
Nello stesso tempo, però, personalmente credo che sia come al solito una questione di equilibrio, perchè altrimenti si rischia di crescere dei piccoli cinici e pessimisti, seppur forti.

Si è parlato dell'importanza di dire di no, di imporre le nostre scelte educative quando i bimbi sono piccoli, se in gioco c'è la loro salute, non facendosi condizionare dal giudizio altrui (ad esempio, gli altri clienti in fila al supermercato mentre il bimbo piange per avere la caramella, le altre mamme ai giardinetti ecc.), delle teorie pedagogiche di moda e, in certa misura, dei parenti.
Soprattutto, dei nostri sensi di colpa.
Giustamente, il dottore ci ha fatto riflettere su come ormai tendiamo, almeno nell'Europa occidentale, a fare meno figli e ad investire eccessivamente in loro, a proteggerli troppo, acontentarli troppo, finendo così per danneggiarli, rendendoli dei "piccoli budda" incapaci di accettare, da grandi, un no o una regola.
Per contro, se non ci facessimo così attenzione,  non saremmo neanche andati alla serata, vi pare?


Non è stato tralasciato neppure il tema della percezione del proprio corpo, dei modelli imposti da società e media, fatti apposta per "omologare" e convincere a comprare.
Dell'importanza di accettare ed esaltare la propria diversità e di ricordare ai nostri figli che sono BELLI così come sono.
E su questo, nulla da dire, figurarsi che io sono anche contro i grembiulini e le divise a scuola, perchè ritengo inutile fingere una parità che non esiste e che traspare comunque!!

Soprattutto, però, lo psicologo psicoterapeuta ci ha parlato di nutrizione e ci ha letteralmente terrorizzato, parlando per un'ora della pericolosità e dannosità del consumo di zuccheri semplici!!!

Io, che pensavo di sentire ripetere lo stesso ritornello sulle cinque porzioni di frutta e verdura al giorno (che c'è stato, ovviamente) e sui pericoli dei grassi, sono rimasta sconvolta e basita dall'enfasi riservata agli zuccheri.
Non perchè non sapessi, sia chiaro, ma perchè numeri e cifre sono impressionanti, l'esperto era convincente e ci parlava vis a vis.
In sintesi, noi ci siamo evoluti con un'organismo fatto per assimilare una certa quantità di zuccheri, preferibilmente non semplici, e amare (il paradosso!) il gusto dolce.
Siamo geneticamente portati ad amare il dolce ma, negli ultimi 50 anni o giù di lì, il nostro consumo di zuccheri, soprattutto semplici e magari pure ultra raffinati è cresciuto in modo spaventoso e il nostro corpo non riesce ad assimilarlo, ne è "drogato" e danneggiato.

I bambini amano il dolce ma non bisogna assecondarli, solo per conmodità.
Bisogna preferire il fruttosio e la frutta al saccarosio, pane e pasta ai dolci ecc.
Peraltro, ci è stato fatto notare come lo zucchero sia stato introdotto ovunque per compensare la perdita di gusto dovuta all'eliminazione dei grassi che invece, in giusta misura, fanno molto meno male e sono necessari.
In questo modo, si è arrivati ad una sorta di parificazione del sapore degli alimenti, eliminando tutte quelle caratteristiche organolettiche che li rendono speciali.
Solo riducendo gli zuccheri (e il sale, questo lo dico io per esperienza diretta), si può rieducarsi ed educare i nostri figli a sentire ed apprezzare il sapore vero dei cibi.

I suoi consigli per un'alimentazione corretta ?
Le vi li scrivo domani, che ora devo andare.
Volete sapere come siamo messi in casa nostra?
Anche questo lo saprete domani (altrimenti il post viene troppo lungo e nessuno lo legge, ammesso che siate arrivati fino a qui!).

Vi dico già, comunque, che qualche errore a mio parere lo sta già facendo anche il servizio mensa o meglio, le maestre.
A volte elargiscono cioccolata e caramelle così, del tutto gratuitamente, anche se i bimbi hanno già mangiato il dolce per merenda. Io, su questo, non sono d'accordo fin dall'inizio ma per ora accennarlo non è servito.
Speriamo correggano il tiro!

venerdì 17 aprile 2015

"Come sopravvivere...ai capricci." Ovvero trucchi, consigli e suggerimenti per contrastare pianti isterici e inopportune richieste!

"Come sopravvivere ...ai capricci. 99 consigli per risolvere il problema e non perdere la calma" di Michelle Kennedy, Fabbri Editore, 2006, Euro 9,00, pag. 127.


Il manuale pratico (e tascabile) di una americana madre con una certa esperienza personale (quattro figli), scrittrice e giornalista, con tanti consigli, trucchi e suggerimenti per affrontare i capricci dei figli nella vita quotidiana.
Tanti i capitoli, divisi per situazioni e con indicazione, per ogni suggerimento  dell'età del bimbo in cui  potrebbe applicarsi (2-4 anni, dai 3 anni in su, 3-6 anni, 2-6 anni).


Il più utile e originale, a mio parere, e' quello di "entrate in scena", buttandosi a terra, scalciando e rotolando come il bambino stesso, fingendo di piangere istericamente, battendo i pugni sul pavimento.
In teoria il bimbo, soprattutto se piccolo, dovrebbe rimanere talmente spiazzato da interrompere immediatamente il capriccio e calmarsi. Se più grande, poi gli si può spiegare che quello che ha visto lui è ciò che vediamo anche noi quando lui fa i capricci.
In pratica, con una mia amica ha funzionato.
Con il mio ricciolino, no.
La prima volta, ha iniziato a piangere ancora più forte e si è anche spaventato.
La seconda,  si è bloccato e mi ha apostrofato con un: "Mamma, ma sei matta? ", poi mi ha ignorato e ha ricominciato a piangere.
Ad ogni modo, direi che è meglio provare ad utilizzare questa strategia solo dentro casa, onde evitare di essere internate in manicomio (o case di accoglienza sostitutive) o subire un TSO !!!


Altro consiglio, che ho trovato utile, e' stato di rispondere piagnucolando come il bimbo, se lo fa lui per troppo tempo, facendogli notare quanto è fastidioso e quanto impedisca di comunicare efficacemente.
E poi, ricordarsi che noi siamo l'esempio che seguiranno i nostri figli e quindi per primi dobbiamo parlare senza alzare troppo la voce  ed evitando vocaboli da scaricatore di porto (mi vogliano scusare gli scaricatori di porto), nonché ponendo in essere comportamenti civili ed educati (non gettare le cartacce per terra, indossare le cinture, salutare cortesemente, ringraziare ecc.).
Insomma, non possiamo pretendere che siano migliori di noi!!!


Alcuni suggerimenti mi sono parsi banali e scontati (forse perché ormai sono quasi due anni che ho a che fare con i capricci) , altri invece mi hanno fatto riflettere e mi sono piaciuti o li sto utilizzando come spunto per trovare le strategie più adatte a mio figlio.

Ovviamente, anche per l'autrice, come per quasi tutte le mamme, una delle soluzioni migliori e' cercare di evitare, per quanto possibile, le situazioni a rischio e tenere conto dell'età e del carattere di nostro figlio nel programmare gli impegni quotidiani.

Inoltre, l'autrice non manca mai di sottolineare che, a parte fronteggiare "l'emergenza" del capriccio, poi è necessario interrogarsi sulle sue motivazioni, per escludere che alla base ci sia un problema reale, come il sonno, la fame, la paura ecc.

Dunque, questo è il mio consiglio per il venerdì del libro di questa settimana.





giovedì 16 aprile 2015

Orgoglio di mamma. E di donna.

Sei anni fa, la mattina di un sabato di aprile, io e l'Alpmarito eravamo cosi'.


Uno dei giorni più felici della mia vita, grazie al nostro amore.


Chi l'avrebbe detto che, esattamente sei anni dopo, ci saremmo ritrovati a guardare, emozionati ed orgogliosi, una scena come questa:


Nostro figlio che pedala per la prima volta sicuro, senza rotelle.




E invece, a tre anni e cinque mesi, tu, mio piccolo grande amore, hai superato la paura e, forte dell'equilibrio appreso sugli sci e con la tua amata bici senza pedali, sei partito.

Come i grandi, senza rotelle.
Con il campanellino verde trovato nel l'uovo di Pasqua.
Con la tua bici arancione, il colore vivace che tanto ti piace e ti rispecchia.



Fiero, felice.
Cantando e ridendo mentre pedalavi, cercando di raggiungere la cuginetta grande.

Mentre in giardino, spuntavano i mughetti, gli stessi del mio bouquet da sposa.


Sei anni dopo, una giornata in cui non avevamo programmato nulla di speciale, e' diventata, all'improvviso, molto speciale, grazie al nostro bimbo ed  alla meraviglia della primavera.

E ora si che mi tocca correre per stargli dietro!!!



martedì 14 aprile 2015

Millefoglie e...uno strano tiramisù!

Tempo fa ho comprato una confezione di pasta sfoglia dolce, ossia una "base per millefoglie.
L'intento era di mangiarmela a colazione, senza alcuna crema, perché adoro la sfoglia, sia dolce che salata.
Poi me ne sono dimenticata, finché l'Alpmarito, stufo di vedere il pacchetto in mezzo ai biscotti, mi ha intimato di mangiarle.
Siccome volevamo passare da una amica che compiva gli anni, ne ho approfittato per provare a fare la crema pasticcera.
Ecco come.

Ingredienti
1 confezione di base millefoglie (tre o quattro sfoglie)
150 gr di zucchero
3 uova
70 grammi di farina
1/2 litro di latte
1 cucchiaio di crema di Marsala (che, secondo me, era già troppo, forse perché mi sono sbagliata e ho messo un cucchiaio di Cognac ?!?!?)
Zucchero a velo per una spolverata finale

Mettere il latte a bollire, in una padella non troppo piccola, poiché poi dentro bisogna farci stare tutto il composto.
Sbattere i tuorli d'uovo con 100 gr. di zucchero, fino a che non diventa cremoso, poi aggiungere la farina piano piano.
Quando il latte e' in ebollizione, versare il composto di tuorli sbattuti.
Mescolare sempre lentamente a fuoco lento, senza portare ad ebollizione, fino a che la crema non raggiunge una buona consistenza quasi solida.
Toglierla dal fuoco e farla raffreddare.
Montare i tre albumi d'uovo con 50 gr. di zucchero, poi amalgamare il tutto con la crema pasticcera e il Marsala.
Spalmate la crema sugli strati di sfoglia, uno dopo l'altro.
Chiudete con uno strato di sfoglia e spolverare con lo zucchero a velo.

Et voila'!


Io, visto che ho avanzato crema, ne ho approfittato per fare una caffettiera grande, pucciarvi i biscotti
savoiardi e poi, disponendoli a strati in un piatto, coprirli con la crema pasticcera, strato dopo strato
fino ad esaurimento.
Una a sorta di misto tra millefoglie e tiramisù!

Entrambe sono state un successo, anche se la seconda, a vedersi, lasciava molto a desiderare!!!



lunedì 13 aprile 2015

La sanità di casa nostra per i bambini - quando mancano i pediatri


Gli ultimi due mesi mi hanno vista  impegnata, come mamma e come avvocato, in una spinosa questione.

Nella zona in cui abitiamo, zona di mezza montagna da cui si dipartono varie vallate alpine, in una regione in cui l'ospedale è collocato nell'unica città, che è anche capoluogo di regione, che però non è in posizione così comoda e centrale, i pediatri da un pò di tempo a questa parte scarseggiano.

Nella circoscrizione in cui viviamo, erano in tre fino all'anno scorso, poi sono stati ridotti a due, poi ad uno, infine, causa maternità dell'unica rimasta (per fortuna, quella del nano), a zero.
E così hanno mandato una sostituta, che arrivava dalla grande città della regione vicina.
85 km.

Non una pediatra, ma una specializzanda  in cardiologia infantile. Al suo primo incarico.
Quindi magari anche ancor più qualificata e competente, ma certamente non avvezza a parlare di svezzamento, malattie esantematiche infantili, bronchiti e bronchioliti & co., con mamme e neomamme.
E soprattutto con poco tempo a disposizione, non abituata a spostarsi per vallate montane, giovane e senza figli.

E' stato subito scontro fra lei e le mamme.

A quanto mi è stato riferito, infatti, ha subito iniziato a chiedere il pagamento di Euro 30,00 per ciascun certificato di riammissione a scuola per assenze superiori a cinque giorni, previsto come obbligatorio dall'art. 42 del DPR 1518/67, in constrasto con l''art. 44 comma 2 lett. g) dell'Accordo Collettivo Nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici pediatri di libera scelta e dell'art. 4 della Carta dei Servizi dei Medici di Assistenza Primaria della nostra Regione, nel quale è previsto che tale certificato sia rilasciato gratuitamente.

Ha dato una reperibilità telefonica limitata all'orario 08,00 - 10,00 a.m., non solo per la prenotazione delle visite ambulatoriali o domicialiari ma per qualunque esigenza, salvo poi comunque non rispondere spesso alle chiamate telefoniche, al numero di cellulare indicato nella comunicazione inviata dall'USL alle famiglie, o non richiamare, con conseguente impossibilità di prenotare le visite (e senza prenotazione, non visitava).
Non rispettava l'orario di prenotazione delle visite ambulatoriali, con attese che si protraevano anche per tre ore, in orari comunque incompatibili con l'orario di frequenza scolastica dei bambini e di lavoro dei genitori - il che, però, mi pare un problema strutturale e capitava anche con le altre dottoresse.
Inoltre, invitava a recarsi al Pronto Soccorso per qualsiasi esigenza medica insorta dopo le ore 10,00 del mattin, anche non urgente.
Peccato che poi, al Pronto Soccorso, si arrabbiassero con le madri e le invitassero a tornare dalla pediatra!

Pare che sia anche capitato che facesse diagnosi senza spogliare e/o auscultare i bambini (ma so di molti posti in cui i pediatri fanno diagnosi per telefono), semplicemente guardandoli in faccia, che molte madri non avessero ricevuto la comunicazione asl del cambio di dottoressa, che in alcuni ambulatori non abbia effettuato le visite o abbia fatto aspettare a lungo, nonostante fosse ufficialmente aperta, senza aver nessuno in stanza.

Io non ho avuto esperienze dirette (dunque, tutto ciò che ho sovra scritto mi è stato riferito dalle altre mamme, direttamente o tramite passa parola), poichè fortunatamente mio figlio è stato bene o quel che ha avuto era risolvibile senza interventi medici.
Però le altre mamme mi hanno chiesto aiuto e solidarietà. E io, anche sapendo che comunque in caso di bisogno avrei dovuto fare rifirimento ancora per qualche mese a questa dottoressa, mi sono prestata.

Abbiamo avuto un incontro con il direttore dell'ASL locale, il quale prima ha dichiarato che si trattava di un colloquio informale che non voleva verbalizzare, e poi, dopo un paio di giorni, ci ha pregate di mettere per iscritto le nostre doglianze.
Infine, ci ha pregato di non mandargli più la lettera.
E' stato evidente che egli poco voleva e/o poteva, che faceva il politico ed il dirigente, che intendeva solo evitare proteste su gruppi facebook e che la notizia arrivasse alla stampa o si diffondesse comunque nel paesi della circoscrizione. 
Ciò che più mi ha disturbato, comunque, è che cercasse di sminuire i problemi, ripetendo che non si trattava di "questioni gravi" e in fondo la dottoressa non aveva ancora "creato danni",  come se si dovesse aspettare un episodio di malasanità grave per lamentarsi o se far perdere ore e ore di lavoro e vita a genitori e bambini in attesa, far correre al Pronto Soccorso (con conseguenti viaggi, attese di ore ecc., magari per essere subito rimandati a casa), far lavorare il triplo gli altri medici o chiedere soldi che paiono proprio non dovuti, fosse "roba da poco."
Per non parlare di quando ha cercato di convincerci che potevano essere noi mamme a "autocertificare" la guarigione dei nostri figli per la scuola e citare a sproposito sentenze del TAR!!!
A quel punto, l'istinto professionale ha avuto la meglio e non ho potuto evitare di dire la mia.
E poi le giustificazioni del tipo: al concorso non si è presentato nessuno (?!?), la nostra regione non è molto ambita...quando sul sito dell'ASL era appena stata pubblicata una graduatoria con 89 pediatri!

Comunque, alla fine, pare che sia servito.
La dottoressa è attualmente assente "per motivi familiari" e non si sa se e quando rientrerà.

I più scontenti, intanto, sono gli altri pediatri: quello della circoscrizione vicina, cui si rivolgono disperate le mamme in assenza di un pediatra di base a loro assegnato,;quelli del pronto soccorso regionale e di quello della regione limitrofa, molto più vicino, che stanno lavorando il doppio; quella che è stata l'ultima a cambiare sede, perchè molte mamme continuano a fare riferimento a lei.

E ora, rimaniamo in attesa del prossimo medico, sperando sia scelto in modo un pò più oculato!!!

Alla faccia della continuità dell'assistenza medica e pediatrica in generale, delle tasse sul servizio sanitario nazionale assai salate che paghiamo, dell'importanza della prevenzione, della trasparenza delle pubbliche amministrazioni e della mancanza di lavoro, nonchè della umiltà e dedizione che dovrebbero contraddistinguere tutti i professionisti e lavoratori, di qualunque settore.

Ma è possibile una situazione di questo tipo?!?
Anche voi avete o avete avuto problemi simili? Come vi regolate?

venerdì 10 aprile 2015

Di ritorno dalla gita e di libri per bambini, sullo yoga e ...la cacca!

Prima di tutto, voglio rassicurarvi.
Il mio biondino e' tornato sano e salvo dalla gita,
Però sul pullman le cinture, alla fine, non c'erano.
Alla prossima riunione non mancherò di protestare per questa mancanza. credo che si possano anche spendere 5 euro anziché 3 per la gita, però avere un bus a norma di legge, no?

Comunque, per ora sappiamo solo, nell'ordine, che:
- non era un castello ma "come una chiesa",
- c'era l'acqua,
- hanno disegnato,
- mangiato il panino, bevuto e poi sono tornati a scuola.
Un racconto emozionante!!!

In compenso, io avevo le lacrime agli occhi per la commozione a vederli scendere tutti, cosi' piccoli, dall'autobus!!

Neppure la gita pare lo abbia stancato: dalle 16.30 ad ora (18.30), siamo stati al parco giochi e non ha mai smesso di correre con un amichetto.
Ora sta giocando in giardino con i cuginetti.
Voglio proprio vedere se questa sera crollerà un po' prima del solito!

Intanto, posso parlarvi dei due libri per bambini che hanno allietato la nostra settimana:



Il primo, "Giochiamo allo yoga" di Claudia Porta, ed. Gallucci, Euro 15,00, pag. 30

  è il libro per avvicinare grandi e bambini allo yoga della bravissima Claudia Porta, insegnante di Yoga, mamma di tre bambini e blogger de La casa nella prateria, nonchè autrice dei video di yoga su youtube che seguo settimanalmente e dell'app che uso quasi tutti i giorni: 10minYoga.


Si tratta di un libro cartonato (quindi robusto) di formato non eccessivamente grande, con illustrazioni coloratissime e chiare che, racontando una semplice storia, accompagna grandi e bambini in un percorso di 10 posizioni facili ma utili, con tanto di spiegazione della tecnica e dei benefici che ve ne si posono ricavare.
In fondo, anche una guida al rilassamento, che mi ha ricordato tantissimo quello che ci diceva la mia maestra delle elementari, anche lei insegnante di yoga, nelle due ore a settimana in cui praticavamo con lei (al posto di religione, per chi, come me, non la seguiva).
Un bellissimo tuffo nel passato...quasi mi sembrava di risentire la sua voce!




Forse il costo è un po' eccessivo (ma non dipende, penso, dall'autrice), pero' una sera che io ed il nano ci siamo fermati a dormire dalla nonna, ci ha consentito di divertirci come dei matti per quasi un'ora, tra posizioni, risate e storia...insomma, un successo generazionale!
Sono certa che se il nano fosse un bimbo un po' piu' tranquillo o anche solo fra sei mesi, ci divertiremo ancora di piu'.

Il secondo, è un  libro piccolo piccolo ma molto carino, di cui avevo tanto sentito parlare: 

 "Chi me la fatta in testa? " di Werner Holgwarth e Wolf Eribruch, ed. Salani.



Ce lo ha imprestato la cuginetta di sette anni, a cui piace ancora tantissimo.

La storiella è davvero spaziosa e, tra l'altro, alla fine insegna anche a riconoscere gli escrementi delle varie specie animali (tutto è utile, no?)

In realtà, pare sia piaciuta piu' a me che al nano, che era un po' perplesso del fatto che un animale avesse osato fare la cacca in testa alla piccola talpa e, soprattutto, che questa se ne andasse in giro ad indagare con gli escrementi ancora in testa!!!

In ogni caso,  lo consiglio....soprattutto per le letture sul water dei piccoli !!!


Con questo post partecipo, all'ultimo minuto, all'iniziativa del venerdi' del libro di Paola.


giovedì 9 aprile 2015

Della sua prima gita con la scuola e delle mie ansie materne

Domani il mio ricciolino biondo andrà in gita con la scuola materna.
Non al mulino del paese vicino, non a piedi in fattoria, al supermercato, nel campo di mais o con il bus urbano al caseificio del borgo confinante.



Andrà su un autobus grande, farà 66,3 km (sì, ho controllato su mappy) e starà via dalla mattina alle 8.15 alle 16.30 del pomeriggio.

E io non posso fare a meno di domandarmi se sia proprio il caso, se sia così indispensabile portare in gita dei bambini di tre anni.
Certo, le maestre ci saranno tutte e sono un buon numero, il viaggio è breve, la destinazione tranquilla, l'autobus avrà le cinture di sicurezza (anche se solo su due punti, anzichè su tre come quelle delle auto, temo) però...non posso fare a meno di essere ansiosa.

A ciò si aggiunge il fatto che alcuni genitori non manderanno i loro bimbi, o perchè soffrono l'autobus, o perchè ancora in vacanza per Pasqua o per altre ragioni imprecisate ed il nano stesso non sembra entusiasta.
Ma forse, questo dipende dal fatto che ha subdorato la mia ansia, anche se cerco di contenerla, quindi non conta.

Non si poteva aspettare ancora un anno o due?
Lo so, sono problemi miei, di mamma, non dei bimbi, per i quali sarà certamente una bella emozione ed un'avventura, però non posso fare a meno di riflettere sul fatto che il mondo sembra aver voluto accellerare tutto, anche la crescita dei nostri figli, dopo una o due generazioni (tipo la mia) in cui la tendenza era esattamente all'opposto.
E mi chiedo se sia giusto, se non sia un bruciare troppo presto le tappe, una spinta eccessiva verso l'indipendenza.

La maestra più anziana, madre di tre figli ormai grandi, ieri mattina, alle mie richieste di rassicurazioni circa le cinture, ha sorriso dolcemente e mi ha detto: "Gioia mia, le cinture ci sono ma sai, nella vita ci vuole anche tanta, tantissima fortuna. E non ci si può fare nulla".
Ha ragione, lo so.

Io sono sempre stata una persona fatalista.
Ho sempre cercato di prevenire ogni pericolo prevenibile ma anche accettato il rischio che è insito nel vivere. Non per niente mi piace alpinismo, arrampico, scio, viaggio, uso tantissimo l'auto, vado in moto.
Però, da qualche mese a questa parte, ho molta più ansia per mio figlio.
Non tanto per me, ché tanto se non ci fosse più non ne potrei soffrire (anche se il pensiero mi infastidisce, sarebbe uno spreco, no??!).
Però per lui sì.
Lo guardo dormire e penso a quanto è fragile la vita e il terrore che possa accadergli qualche cosa di male mi prende alla gola.

In fondo, da quando sono mamma, ciò che mi pesa veramente è solo e sempre una consapevolezza nuova: la mia vita dipende da quella di mio figlio.
La sua felicità è la mia, la sua salute è la mia.
E spetta a me aiutarlo a trovare la sua strada verso la felicità e proteggerlo.

Qualche volta, anche se so che è inutile, insano, vagamente folle, vorrei solo chiuderlo in una campana di vetro e proteggerlo da tutto e tutti.

Invece.
Questa sera andremo a fare la spesa e sceglieremo i panini morbidi, la frutta e gli affettati per il pranzo al sacco.
Poi prepareremo lo zainetto, con la sua borraccia di acqua fresca, gli racconterò quante cose belle vedrà ed imparerà domani e gli leggerò la consueta storia della buona notte.
E domani lo abbraccierò, lo bacerò e lo saluterò sorridendo con la manina, augurandogli una buona giornata.

Poi, però, andrò a lavoro e  conviverò con lo stomaco contratto fino a quando scenderà dall'autobus.
Sarà una lunga giornata.

Ah, le gioie dell'essere mamma!!!


p.s. Ditemi, secondo voi sono pensieri normali o devo preoccuparmi??!?

giovedì 2 aprile 2015

Un'apprendista libraia a New York

"Lo strano caso dell'apprendista libraria" di Deborah Meyler, ed. Garzanti, 2014, pag. 348



Ho scelto questo romanzo in biblioteca perché avevo bisogno di una lettura un po' più sentimentale, da alternare, di sera, al giallo che era già sul mio comodino, e perché il titolo era accattivante.



Esme Garland, ragazza inglese approdata a New York con una borsa di studio in storia dell'arte a Cambridge, e' innamorata di Mitchell Van Lauven, giovane rampollo di una famiglia benestante, professore di economia donnaiolo è piuttosto arido, ma anche affascinante, per la più giovane Esme, che rimane incinta.
La storia ruota tutta intorno alle decisioni di Esme ed alla Civetta, libreria dell'usato sulla Broadway, in cui Esme inizia a lavorare per arrotondare i proventi della borsa di studio.
Li' lavorano il proprietario, un eccentrico vegano iper salutista, George, Luke, un giovane ed ombroso musicista ed altri impiegati, che si alternano per tenere il negozio sempre aperto, pure di sera ed il fine settimana.
Soprattutto, però, alla Civetta e' pieno di clienti e simil aiutanti affezionati, soprattutto senzatetto di buon cuore che George cerca di aiutare in qualche modo.
Persone buone, generose e "vere", così le considera Esme, che alla fine capisce che è meglio stare con loro, che con i ricchi snob e falsi della città.

Un romanzo che si legge velocemente, che dopo le prime pagine comunque attira, scorrevole e con alcune riflessioni interessanti e personaggi non banali ma, purtroppo, anche con qualche stereotipo di troppo, un numero che a me e' parso eccessivo di "figure" quasi di sfondo, citate ma poi poco approfondite e marginali, che tolgono un po' di spazio, ed una storia che avrebbe potuto essere forse maggiormente originale.
L'ambientazione, ossia la piccola libreria dell'usato nella grande città, comunque, affascina.
I momenti più belli del libro sono certamente quelli di autocritica della protagonista e le riflessioni legate alla maternità.

Insomma, un romanzo carino ma che "lascia poco" a fine lettura.

Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Paola.


mercoledì 1 aprile 2015

Ultimamente, succede a marzo.


"Ultimamente", come dice Verdeacqua, "succede a Marzo", come dice Mamma Piky.

A marzo, io ed il biondino ci siamo tagliati i cappelli. Quando inizio a intravedere l'arrivo della primavera, non resisto e ci do un taglio netto.
Per il piccolo di casa si è trattato solo di una spuntatina, la seconda della sua vita (la prima è stata il 31.05.2014 - si', non ho potuto fare a meno di segnarlo sul calendario): io comunque ero commossa, soprattutto alla scoperta che è proprio ricciolino.

Ultimamente per stare dietro a nostro figlio in bicicletta, io e l'Alpmarito abbiamo irato fuori dal garage i pattini in linea.
Sappiamo ancora stare in piedi, a quanto pare, ed è ancora divertente.
Solo che io non mi ricordo piu' come si fa a frenare e chiedo aiuto a ogni rete, muro o muretto della zona.
Pero' fa sentire tanto giovani, eh?
Sempre per rimanere in tema, a marzo abbiamo provato a togliere le rotelle dalla bici nuova del nano e lui è andato, senza cadere.
Solo che quella senza pedali continua ad essere la sua preferita, forse perchè per pedalare le sue gambette fanno ancora troppa fatica. Comunque, son soddisfazioni.

A marzo ho affrontato due cause impegnative al lavoro e indossato la toga.


E' stato un successo (non la toga, che è bellissima ma giusto quelle due o tre taglie piu' della mia, pero' resta una emozione) e anche queste son soddisfazioni.

Ultimamente c'è tanto, troppo vento, e sono iniziate le fioriture primaverili.
Ma proprio solo ultimamente, tipo questa settimana, prima era sempre pioggia.
I colori delle piante e del cielo fanno venire il buone umore solo a guardarli.






E io ho tanta voglia di riprendere in mano la Reflex, perchè il tablet è tanto comodo e utile ma le foto della Reflex...ah, le foto della Reflex!

Agli inizi di marzo ho migliorato decisamente i miei tempi nella corsa (n.b. i miei tempi, in giro c'è di meglio), riempiendomi di orgoglio.


Poi l'allergia ed il vento mi hanno riportato indetro di mesi e ora faccio schifo.
Vabbè.

Ultimamente abbiamo fatto l'ultima sciata di stagione, con gli sci da fondo. Quelli da discesa li abbiamo usati una volta in tutto l'anno. Quelli da scialpinismo ancora aspettano, perchè con questo vento io sicuro che non esco.
Salutare la neve mi dispiace sempre un po'. Un bel po'.
E questa volta il nano condivideva i miei sentimenti.
A marzo ho tamponato la mia bella auto rossa, anzi granata, e ho dovuto comprarne una nuiova.
Bellissima e modernissima. Si guida che è un piacere, pero' proprio ne avrei fatto a meno.
Soprattutto perchè si è guastato anche il motore dell'altra e ieri, ciliegina sulla torta, mi si sono pure rotti gli occhiali.
Che dite, prenoto un viaggio a Luordes?
O provo a giocare all'enalotto?

Ultimamente è sempre e comunque cantiere della "casa nuova".
L'Apmarito si fa in quattro, come le discussioni e lo stress, pero' la fine è ancora lontana.

A marzo sono state discussioni tra le mamme dei bimbi del paese ed il direttore sanitario, causa pediatra. E io c'ero, per solidarietà e aiuto.
E siamo riuscite ad ottenere un risultato, anche se adesso chissà come andrà.

Ultimamente c'è stato il cambio dell'ora, l'odioso cambio dell'ora.
Io, il nano e l'Alpmarito siamo in piena sindrome: la sera non ho sonno, non ho ancora fame ma la mattina dormire tanto tanto di piu'.
Soprattutto il nano, che già, pur dormendo tutta la notte, ha sempre avuto qualche problema ad andare a letto presto (e con presto intendo le 10-10,30).
Non ho mai capito come facciamo quelle mamme che riescono a far addormentare i figli alle nove.
Se lo metto nel letto alle nove, lui gioca o legge o chiacchera comunque fino alle 10.00- 10,30 (ora 11.00 - 11.30) e non c'è santo, minaccia o castigo che tenga.

A marzo il piccolo di casa si è fatto un nuovo amichetto e quando non piove, dopo la scuola, vuole stare al parco con lui.
Cerco di accontentarlo il piu' possibile, anche se insieme sono dei terremoti e da quando va alla materna, giochi fisici e parolacce stanno diventando una triste costante.

Ultimamente mangiamo troppo, anche grazie a chi ci vuole bene.
E il nano non ha ancora aperto le uova di Pasqua!

A marzo c'è stata ancora palestra di arrampicata



E ruotine settimanali in casa...

E haloterapia, aspettando l'estate..


Ultimamente abbiamo prenotato le vacanze estive, la prima volta in assoluto con cosi' largo anticipo.
E forse questa volta ce la facciamo ad andare al mare tutti e tre insieme, per piu' di due giorni e non a ferragosto.

A marzo una coppia di amici è venuta a cena e ci ha portato la partecipazione di nozze, alla quale mancano circa 15 giorni.
Vedere i loro occhi innamorati, sentire l'attenzione con cui si parlavano, assistere alla loro felicità, è un balsamo per l'anima.
E quindi ora devo cercarmi un vestito adatto. Di nuovo.

Ultimamente abbiamo pranzato con una mia cara amica e la sua famiglia.
E guardare il mio biondino e la sua bimba giocare insieme, accrogersi di quanto sono cresciuti e di come sono belli, è stato emozionante e meraviglioso.



Con loro, il nostro primo gelato in gelateria di stagione.

A marzo ho sperato tanto, pero' anche questa volta non è andata.
E io inizio a pensare seriamente che sia perchè in qualche modo me lo merito, che sia colpa mia.