domenica 24 luglio 2016

Dal blog di Scintille di gioia: Il significato di essere mamma"

Silvia, del blog "Scintille di gioia" mi ha posto alcune interessanti domande sulla maternità, queste:

"cos'è per te la maternità o, se sei un padre, la paternità?

Come vivi la tua genitorialità?

Come è nata la tua scelta di mettere al mondo dei figli?

Cos'ha comportato per te fare questa scelta?"

Curiosi di sapere le mie risposte? Considerate che ho impiegato più di due mesi ad elaborarle!

Le trovate qui!

Se vi va di partecipare, inviate una e-mail a Silvia!

venerdì 22 luglio 2016

Le letture di Mamma Avvocato: C.Gamberale e A.Gazzola

"Le luci nelle case degli altri" di Chiara Gamberale,
ed. Mondadori, Numeri Primi, 2010, pag. 392, Euro 13,00
Ho scoperto Chiara Gamberale con "Per dieci minuti", letto ormai due anni fa (ma come è possibile che siano trascorsi due anni?!?) che mi ha regalato piacevoli ore di lettura, anche per l'originalità della narrazione, come vi avevo raccontato.
Poi, leggendo qui e là molte recensioni positive di altri suoi romanzi, ho comperato questo, lasciandolo sullo scaffale fino a che non mi ha "chiamato".
Ebbene, mi è piaciuto davvero molto. Ho trovato la storia strana e originale ma appassionante, la protagonista, la piccola Mandorla, intrigante, il finale sorprendente è tutta la narrazione ben costruita e scorrevole.
Insomma, bello. Ciò che più mi è piaciuto, comunque, e' senz'altro lo stile, molto delicato ma incisivo e poi i personaggi, caratterizzato all'estremo, che rendono bene l'idea delle nevrosi e dei comportamenti umani, visti con gli occhi ingenui ma non prevenuti di una ragazzina, in grado di coglierne tutte le contraddizioni.
"Dunque" ha sospirato, "da tutte le parti ci arriva il messaggio che amare e' bello. Pensa alle favole che raccontano a voi femmine quando siete piccole. Biancaneve e la Bella Addormentata avrebbero dormito per tutta la vita, se non arrivava (mio inciso: errore che spero sia stato voluto!) il Principe Azzurri a svegliarle. E Cenerentola? Avrebbe continuato a pulire cessi. O no?"
"Si?" Che potevo dire?
"Si. O meglio:no. Cioè: si', siamo martellati dalla promessa che quanto troveremo l'amore potremo dirci davvero realizzati, ma no: non è vero. Chi l'ha deciso che imboccare i figli del Principe Azzurro per Biancaneve sia stato meglio che dormire tutta la vita, circondata però dal l'affetto desumi amici nani che, sicuramente, una volta diventata madre, e' stata troppo occupata con la casa, i pannolini e tutto il resto per poter anche solo sentire al telefono? Eh? Chi l'ha detto?" Pag. 251
"Non c'è ingiustizia più grande di voler dare con tutto te stesso il meglio di te a qualcuno, e finire proprio per questo col dargli il peggio." Pag. 262
"Viviamo tutti all'oscuro di qualcosa che ci riguarda, no? Tutti. Non possiamo sapere perché la nostra professoressa ogni tanto arrivi in classe con le occhiaie, per esempio. Oppure perché al panettiere che ci fa sempre una battuta spiritosa, in certi giorni non vada per niente di scherzare. Non sappiamo cosa fanno (la maestra e il panettiere, intendo) di domenica pomeriggio. Non sappiamo chi è passato prima di noi a un bagno pubblico che puzza da fare schifo. Perché il cane che abbiamo trovato è stato abbandonato. Chi l'ha legato a un palo, con quale criterio abbia scelto proprio quel palo: non lo sappiamo. Che cosa dicono le persone quando parlano di noi ma noi non ci siamo: nemmeno questi sappiamo. Possiamo illuderci d'immaginarlo, ma non lo sappiamo. E poi, un mondo di altre cose..... (Omissis).. Ma quello che soprattutto non sappiamo è quale, fra le persone con cui siamo abituati ad avere a che fare, sarà la prossima a morire. E allora, se perfino nonostante questo continuiamo a vivere come niente fosse, che sarà mai andare avanti senza sapere fino in fondo chi era il nostro Primo Fidanzato?" Pag. 383
***
"Una lunga estate crudele" di Alessia Gazzola, ed. Mondolibri, 2015, pag. 313
Dopo aver letto "L'Allieva" su suggerimento di Lucia, "Un segreto non è per sempre" e "Le ossa della principessa", l'altro giorno che avevo voglia di un romanzo scorrevole e divertente che mi regalasse anche un po' di suspense, in biblioteca sono andata a colpo sicuro a cercare un altro titolo della Gazzola.
Avevo in mente "Sindrome da cuore in sospeso" che ancora mi mancava, invece ho trovato questo titolo e l'ho preso in prestito al volo, poiché mi sembrava adatto alla stagione!
In effetti, e' un giallo piacevole scritto con tono ironico e leggero e mi è piaciuto quanto gli altri della serie, perché non ci sono dettagli cruenti e, anche se c'è un omicidio, non si insiste tanto sulla morte in se', bensì sui moventi ed le personalità dei vari "indagati". Sullo sfondo ci sono sempre le storie d'amore della protagonista, il medico legale Alice Allevi, in bilico tra Claudio, Arthur e un inaspettato pretendente, con una svolta finale che lascia preannunciare una decisione definitiva!
Io apprezzo molto anche le citazioni che l'autrice inserisce all'inizio di ogni capitolo.
"Il male non è mai straordinario ed è sempre umano. Divide il letto con noi e siede alla nostra tavola" di wystan Hugh Auden, pag. 146
"Un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi" di Marcel Proust, pag. 272
Ecco quindi i miei due consigli per questo venerdì del libro.


giovedì 21 luglio 2016

Il Parco e Castello del Valentino ed il Borgo Medioevale di Torino

Il Parco del Valentino è il polmone verde di Torino.

Parco pubblico piu' conosciuto e antico della città, sorge sulla riva sinistra del Po, tra il ponte Umberto I ed il ponte Isabella, ed è luogo di passeggio, svago, corse e giri in bicicletta per eccellenza, con i suoi viali, il giardino roccioso, il Castello del Valentino e il Borgo Medioevale.

Il Parco, che è grande ben 421.000 metri quadrati (secondo solo al Parco della Pellerina, il più grande di Torino, di più di 800.000 mt quadrati),  è comodamente raggiungibile dalla stazione di Porta Nuova, distante circa 1 km e sita nel centro di Torino, oppure in bus da tutte le zone della città o  in auto e nelle sue vicinanze si trova anche il MAuto, di cui vi ho parlato qui.



C'è un parco giochi, diverse fontane, statue, fontanelle, la polizia a cavallo, il giardino roccioso, la possibilità di affittare i tandem e numerosi parcheggi (a pagamento in settiman), bar e localini in cui concedersi una apericena e, quasi davanti al Castello, anche un'area recintata per i cani.
Nonchè gli simpatici scoiattoli!



Il parco si può girare anche in bici, per la gioia dei bambini.
Negli ultimi anni, all'inizio dell'estate, il parco ospita anche un "salone dell'auto" all'aperto, per chi ama i motori!La prossima edizione sarà il 07-11 giugno 2017.

Il Borgo Medioevale  è stato creato nel 1884, in occasione dell'Esposizione Generale Italiana, con l'intento di offrire uno scorcio dei borghi medioevali del Piemonte e della Valle d'Aosta.




 Mi fa sempre sorridere pensare che per i torinesi, ed in generale per gli italiani, il Borgo sia considerato "finto" perchè costruito nel 1884 anzichè davvero nel Medioevo, mentre in altri continenti una costruzione dell'800 viene considerata "antica"!



L'accesso al Borgo è gratuito (orario diurno), mentre la Rocca è visitabile a pagamento (6 Euro l'intero), salvo il primo martedì del mese, in cui si entra gratuitamente (qui orari ed info).
Pur essendo stata più volte al Valentino e nel Borgo, io confesso di non essere mai entrata nella Rocca ma conto di rimediare presto!
All'interno del Borgo ci sono anche alcuni negozietti, in alcune domeniche organizzano mercatini enogastronimici, in altre vi sono laboratori per bambini e raccontastorie per i piccoli, giochi ecc.
Se programmate una visita e viaggiate con bimbi, vi consiglio quindi di verificare sul sito del borgo, nella sezione mostre e eventi e "centro estivo".



Altrimenti, potete semplicemente passeggiare e osservare e non rimarrete comunque delusi!

Il Castello del Valentino, invece è sede della facoltà di Architettura del Politecnico di Torino ed è patrimonio dell'Unesco.



Si può accedere al cortile interno senza problemi durante la settimana, nel periodo di svolgimento delle lezioni, mentre una visita delle zone non destinate alla didattica si può effettuare, in pratica gratuitamente, previa prenotazione il primo e terzo sabato del mese (qui le info).





Per farsi una idea, si può fare il tour virtuale offerto dal sito.
Sono sicura che vi verrà la stessa voglia di andarci che è venuta a me guardandolo, il giorno prima della laurea di mio fratello, che si è tenuta propria nel Castello!!!

Se siete in cerca di altri suggerimenti su cosa visitare a Torino, anche con i bambini, io vi consiglio INFINITO, ovvero il Museo dell'Astronomia e dello Spazio, con annesso Planetario, il già citato MAuto, Museo nazionale dell'auto, il MAcA, Museo A come Ambiente, oltre che la vicina e splendida Reggia di Venaria Reale ed i suoi giardini.

E considerate che non vi ho ancora parlato del centro di Torino, dell'Armeria Reale, del Palazzo Reale, del famosissimo Museo Egizio, del Parco della Mandria e di molto altro!

mercoledì 20 luglio 2016

ORGOGLIO (e tanti ricordi)

Ieri è stata una giornata importante per la mia famiglia.
Una giornata che ci ha regalato gioia e orgoglio.

Ieri il mio fratellino si è laureato.

Ed è stato, semplicemente, orgoglio e felicità per la sua emozione, la sua gioia, il suo sollievo.



Nell'elegante scenario del Castello del Valentino di Torino, in un'aula moderna in cui si è respirata prima tensione e poi euforia, io, i miei genitori, mia nonna, mio fratello, le mie nipotine e, naturalmente, il ricciolino biondo, abbiamo ascoltato la discussione della sua tesi e, soprattutto, sorriso felici alla proclamazione!


E dopo, mentre scattavamo foto e festeggiava con noi ed i suoi amici, ho fatto un tuffo nei ricordi, ripensando ad un giorno di 10 anni fa, autunnale anzichè estivo, in un'altra aula, in un'altra facoltà, con la stessa tensione ed emozione, quando ad esporre ero io.
E poi ancora indietro, a 12 anni fa quando, due anni esatti dalla successiva (nella stessa data in cui, guarda caso, ho superato anche l'esame di Stato e che mi avevamo indicato come DPP), ho conseguito la laurea di primo livello e ancora prima, quando a discutere la sua tesi è stato mio fratello maggiore.
Ho pensato a mia nonna, che penso mai avrebbe immaginato di vedere laurearsi sua figlia e tutti e tre i suoi nipoti.
Ho pensato ai sacrifici economici suoi e dei miei genitori, ho pensato alla fatica di noi studenti, tra libri, esami, burocrazia e viaggi infiniti dalla provincia "alla città".
Ho pensato che questo "pezzo di carta" che chiamano diploma di laurea, anche quando non serve a trovare il lavoro dei sogni, o non serve a trovare UN lavoro qualunque, è comunque una conquista che ti resta dentro.
Una soddisfazione grande, che ti porti dietro.
E tutto il cammino che ti ha condotto ad ottenerlo, merita rispetto e aiuta a crescere.

Quindi, fratello, che ancora non sai cosa vorresti fare "da grande" e se e quando questo diploma ti sarà "utile" economicamente e lavorativamente parlando, sappi che ieri è stato uno di quei giorni che ricorderai per sempre e noi con te.


E già che c'ero, io ieri ho sognato, in grande.



sabato 16 luglio 2016

Le letture del ricciolino biondo: "Lagna Melania" e "Come nascondere un leone alla nonna"

Oggi è sabato, non venerdì. Eppure io parlo di libri, in genere, il venerdì, in occasione dell'appuntamento ideato da Paola.
Ieri, però, e' stata una giornata troppo densa e, sinceramente, non avevo voglia di scrivere. Mi sono svegliata apprendendo dalla radio la notizia di Nizza. Ho passato la mattinata dal medico, ho lavorato e poi, arrivata da mio figlio, ho voluto solo passare il resto del pomeriggio con lui e con l'Alpmarito.
Cercando di non pensare, cercando di assaporare la vita che abbiamo la fortuna di avere.
Questa mattina, però, ho voglia di parlare di libri. Perché i libri possono essere una cura, un mezzo, un aiuto, un antidoto. Anche (o forse soprattutto) se sono libri per bambini.
Oggi vorrei consigliarne, a voi ed ai vostri bimbi, due che ci sono particolarmente piaciuti.

"Lagna Melania" di Roberto Lauciello, ed. Lavieri, Euro 8,50

Il primo e' stato un acquisto fatto al Salone Internazionale del Libro di Torino, a maggio: un acquisto mio, non del ricciolino!
Eh sì, perché il titolo e le illustrazioni mi intrigavano, così come la storia. Quella della piccola Melania, una bambina così frignona da far impazzire la propria maestra, da far disperare i propri genitori e da disturbare tutto il quartiere, animali domestici compresi! Tutti si arrabattano come possono, per sopravvivere alle lagne di Melania, ma non è certo facile.
Fino a che, esasperati, i vicini di casa si organizzeranno e costruiranno, con mezzi di fortuna, un bel razzo, spedendo Melania in viaggio nello spazio.
Cosa accadrà quando Malania arriverà su un altro pianeta, abitato da mostriciattolo colorati? Indovinate?
Il ricciolino biondo, che come tutti i bambini ha i suoi giorni e momenti no, in cui si lamenta per ogni cosa, si è immedesimati nella storia e se la leggere molto spesso, non solo di sera!
Il secondo consiglio di lettura e' il seguito di "Come nascondere un leone".

"Come nascondere un leone alla nonna" di Helen Stephens, ed. Nord-Sud, Euro 12,90

Il primo albo illustrato ha infatti conquistato così tanto mio figlio che, scoperta l'esistenza di un secondo albo, mi ha chiesto più volte di cercarlo e poi, non essendoci in biblioteca, comprarlo.
La piccola Iris, che nel primo albo aveva accolto in casa sua un leone in fuga, cercando di nasconderlo ai genitori, in questa seconda storia e' alla prese con un mistero: cosa c'è nella enorme scatola che la nonna, in visita dalla bimba mentre i genitori si assentano qualche giorno con il fratellino, si è portata da casa?
Come mai la nonna si prepara tantissimi panini per la notte? Perché non la lascia sbirciare nella scatola?
E' così distratta da non essersi neppure accorta del leone di Iris che la segue ovunque!
Fortuna che, quando nonna e nipote scopriranno i loro reciproci segreti, sapranno comprenderai perfettamente!!!

mercoledì 13 luglio 2016

La voglia di stare insieme agli amici "storici" e la falesia di Pontey

Quando si terminano gli studi, si inizia a lavorare e poi magari si va a convivere o ci si sposa, spesso si perdono degli amici e dei conoscenti per strada.
Non è questione di volontà o di affetto, è questione di orari, abitudini, necessità, distanze fisiche che cambiano.
Quando si diventa genitori, poi, se ne vanno un'altro buon numero di amici e conoscenti.
Perchè diventa difficile fare un discorso, anche telefonico, senza mille interruzioni, perchè ai bisogni ed orari del proprio figlio si sommano quelli, ovviamente mai coincidenti, dei figli degli altri, perchè certe attività che si facevano insieme non si prestano ad essere fatte con i bambini, degli uni o degli altri o di entrambi.
Cosi' le occasioni di incontro si diradano e, unendoci anche gli inevitabili imprevisti (dalla varicella al mal di denti, all'influenza alle feste di compleanno o agli impegni sportivi ecc. ecc.), finisce che si è già soddisfatti se ci si riesce a vedere una o due volte all'anno.

Secondo me, allora, bisogna cercare di venirsi incontro. Continuare a tentare con inviti e proposte e sperare che anche gli altri facciano lo stesso con noi, anche se abbaimo dovuto rifiutare tre volte di seguito.
Capita, allora, di organizzare di andare ad arrampicare in una falesia vicino a casa di amici, che cosi' magari ci si riesce ad incontrare, anche solo per un caffè e due chiacchere.




E' quello che abbiamo fatto andando alla falesia di Pontey (AO), al Mont Chaillon, che tra l'altro è perfetta per le famigliole, sia per la comodità e sicurezza dell'accesso, sia per il livello di difficoltà dei monotiri.


Infatti, parcheggiata l'auto lungo la strada, superato l'abitato di Pontey (autostrada A5, uscita Chatillon), basta scendere 5 minuti per un sentiero tra gli alberi (da imboccarsi nei pressi del piccolo cartello che indica la falesia) per arrivare ad un'ampia radura, con tavolo per pic nic e il prato per sedersi e/o giocare, tra un monotiro e l'altro, senza particolari pericoli, per giunta potendo godere dell'ombra poichè, nonostante l'esposizione a sud, Pontey è posta sul lato nord della valle.


Ci sono una quindicina di monotiri, dal 3c, i primi due sulla sinistra, perfetti per i bambini ("zig zag" e "la placca della lucertola")  al 6a+ ("la pancia"). I gradi secondo me sono giusti, con prevalenza di quarti (dal 4 a al 4c), due 5a, un 5b (la quarta via da sinistra) e un 5 c (il secondo e ultimo tiro della terza via da sinistra, sotto 3c), tutti piuttosto corti (sui 15 metri) la roccia è molto bucherellata in alcune zone e placca appaggiata in altre e a me piace molto soprattutto perchè è un posto molto tranquillo.


 
Insomma, perfetto per i principianti e per le prime uscite dopo l'inverno!
N.B. Meglio indossare il casco o stare lontani dalla base della parete sotto le prime vie a destra, che "scaricavano" un po' di sassolini.

Nel nostro caso, è stato bellissimo far provare a scalare anche il figlio dei nostri amici, coscritto del nostro, osservarlo muovere i primi passi sulla roccia e vederlo felice e soddisfatto.




Solo un paio d'ore insieme, perchè loro potevano solo appena dopo pranzo e noi il pomeriggio dovevamo correre ad una comunione, ma ne è valsa la pena, nell'attesa di vedersi con piu' tranquillità in altre occasioni o di tornare ad arrampicare a Pontey senza l'incalzare dell'orologio!

p.s. Se non conoscete l'arrampicata e siete curiosi di saperne di piu' su "come funziona", provate a leggere la mia piccola guida.

E a voi, capita mai di rincorrere e/o farvi rincorrere dagli amici, pur di vederli? Quante volte al'ano riuscite a vedere gli stessi amici?E' cambiato il vostro rapporto con loro?

lunedì 11 luglio 2016

Piccola guida di arrampicata per principianti

Parlo spesso, su questo blog, delle falesie di arrampicata in cui andiamo con il nostro bimbo e della palestra che frequentiamo, con tanto di foto, dando per scontato che tutti sappiano di cosa parlo.
In realtà, probabilmente non è cosi' e non é poi cosi' strano, dal momento che l'arrampicata non è uno sport diffuso quanto il calcio, la pallavolo o il nuoto.
Ecco allora che, su richiesta di alcuni "lettori", ho pensato questa piccola e breve "guida" al mondo dell'arrampicata sportiva, ovviamente molto semplificata e senza alcuna pretesa di completezza!



Innanzi tutto, esistono diversi tipi di arrampicata:
  • il boulder, che prevede una concatenazione intensa di pochi movimenti su massi, con un tappetino e compagni pronti "a parare" sotto, senza corde, prese e imbrago ma anche senza salire piu' di tre/quattro metri da terra;
  • l'arrampicata in palestra, che puo' assomigliare a quella in falesie attrezzate, laddove si usano le corde, oppure al boulder, a seconda di come è configurata la palestra (quella che frequentiamo noi, ad esempio, non prevede l'uso delle corde);
  • l'arrampicata in falesie attrezzate, ossia pareti di roccia con "soste" e chiodi già pronti, a cui assicurarsi.
    La falesia a sua volta puo' comprendere:
  1. solo "monotiri", ossia salite di 10/12 rinvii, in cui si sale per 20/30 metri, si giunge in sosta e poi si scende facendosi "calare" dal compagno di cordata a terra o calandosi "in corda doppia" da soli;
  2. solo "vie lunghe", ossia sequenze di "tiri" (lunghezze di corda) una sopra l'altra, fino ad arrivare in cima alla parete, per poi scendere lungo sentieri che si dipartono dalla cima o calandosi "in doppia" fino alla base;
  3. sia monotiri che vie lunghe;
  • l'arrampicata "da proteggere", che i francesi chiamano "en terrain d'aventure", ossia su pareti di roccia in cui non ci sono soste nè chiodi già pronti a cui assicurarsi (oppure parzialmente protette, con solo le soste), come di solito le vie in alta montagna.
    In questo caso chi sale usa degli appositi "blocchetti di arresto" (nut e/o friends) che si sistema da solo e poi toglie, lasciando cosi' la parete "pulita" o "vergine".
  • free solo, ovvero libera senza protezione. Consiste nell'arrampicare senza corda né rinvii (od eventualmente con una corda nello zaino per una doppia di emergenza) e nell'arrampicare senza alcuna protezione dall'inizio alla fine della via.
Corda a terra nel suo zaino con apposito telo.

Il tipo di arrampicata piu' bello, vero, affascinante ed avventuroso, secondo me, è senza dubbio l'arrampicata da proteggere.
Certamente, pero', comporta anche piu' rischi, piu' esperienza ed attrezzature e non è a portata di "famiglie".
Anche le vie lunghe, dal momento che richiedono di restare appesi in parete per ore, anzichè per qualche minuto, e fare molte manovre di corda, non è adatta ai bambini.
Il free solo non ho mai pensato di prenderlo in considerazione.
Il boulder non ha mai veramente conquistato il cuore mio e dell'Alpmarito, percio' ultimamente, a parte la palestra di inverno, frequentiamo falesie attrezzate di monotiri o miste.
Ed è di queste che intendo parlarvi, anche perchè piu' o meno nelle vie lunghe funziona allo stesso modo.

Pronti?

Per prima cosa, con la corda si arrampica in due: uno sale e l'altro gli fa "sicura", ossia "fa sicurezza", da terra (o dalla sosta nei casi di vie lunghe).
Entrambi indossano un imbrago, ossia una imbragatura ed il casco (vabbè, non tutti e non sempre, pero' noi con il ricciolino ci sforziamo di dare il buon esempio!) .



Chi sale "da primo" lega un capo della corda alla sua imbragatura con un "nodo ad otto", ripassato.


Poi si attacca all'imbrago "i rinvii", ossia una fettuccia con un moschettone per parte, tanti quanti sono i "chiodi" della via attrezzata.

Un rinvio: fettuccia centrale e due moschettoni, uno per parte

Calza "le scarpette" (strette e scomode, pero' con molto grip e in grado di garantire molta sensibilità) e parte.
Scarpette da arrampicata attaccate all'imbrago

Arrivato al primo spit, ossia un anello di acciaio (come quello che vedete sul centro della parete nella foto)



 prende un rinvio, inserisce uno dei moschetto nello spit (dal verso giusto, quello opposto al verso di possibile caduta), poi passa la corda nel secondo moschettone.


A quel punto, è assicurato, nel senso che puo' stare fermo appeso alla corda (che ora è piu' in alto del suo bacino, mentre prima non era ancora attaccata a nulla se non al suo imbrago) oppure salire e, se dovesse cadere, la sua caduta sarebbe arrestata dalla corda nel rinvio.
Questo, se il compagno a terra lo frena facendo il suo dovere, ovviamente!

Piu' si sale, piu' aumentano i rinvii messi, fino ad arrivare in cima, dove c'è la sosta, in genere due spit collegati da una catena di ferro, con un moschettone a ghiera o comunque di sicurezza oppure un maillon in cui passare la corda per l'ultima volta, cosi' da farsi "calare a terra".


Chi è a terra, a sua volta, fa sicurezza utilizzando dei sistemi di ritenuta, in cui fa passare la corda, "dandola" al compagno mentre sale e "recuperandola" quando cade.
Ci sono molti "attrezzi" utilizzabili, dal gri-gri, ai discensori a otto o a quelli a "secchiello"...l'importante è usarli bene e con la corda di diametro giusto!
Discensore a secchiello


Discensore gri-gri

Discensore gri-gri e un rinvio appesi all'imbrago

Chi sale "da secondo", si trova invece la corda già passata nella sosta in alto e dunque si lega ad un capo, toglie i rinvii mentre sale ed è sempre in sicurezza, poichè la sua caduta sarà sempre minima, non so se mi spiego. 
Fila di rinvi appesi in salita e corda che, già passata nella sosta in cima, scende dalla parte opposta, dopo la calata del primo.
 
 Chi arrampica "da primo", invece, oltre a non essere assicurato fino al primo spit, ogni volta che sale sopra un rinvio e fino a che non giunge a piazzarne un altro nello spit successivo, ha la corda sotto di sè, quindi se cadesse arriverebbe fino a sotto al rinvio piu' prossimo, piu' precisamente cadrebbe per il doppio dell'altezza dall'ultimo rinvio "passato".
Per questo di solito arrampicare da primo è piu' adrenalinico ma anche piu' bello, perche il pensiero di una caduta, per quanto protettae quindi di pochi metri, spinge ad essere molto piu' attenti e concentrati.

Sela falesia è ben attrezzata, il "materiale" in buono stato ed adatto e gli scalatori sanno il fatto loro, il rischio di incidenti è davvero minimo.
Come avrete capito, pero', non è uno sport da improvvisare, bisogna andare con qualcuno gia' esperto oppure una guida o un istruttore fino a che non si è imparato tutto quanto necessario ad arrampicare con i propri amici o compagni in sicurezza.

Tutto chiaro?
Io spero di si' ma sono a disposizione per chiarimenti o domande!

La prossima volta, invece, vi parlero' di gradi e difficoltà dei monotiri/vie.