martedì 25 ottobre 2016

L'Alpe Sitte, ai piedi del Monte Rosa, con un bambino

La Val di Gressoney o, più correttamente, Valle del Lys, tra tutte le vallate alpine, è quella che considero come "casa mia" ed, in assoluto, la mia vallata valdostana preferita.

Perchè c'è il Monte Rosa, che appena arrivi a Gressoney emerge in tutto il suo splendore e fa da sfondo e cornice al paesaggio.


E per me non c'è nulla di più bello.

Perchè è sul Monte Rosa che ci sono quasi tutti i 4.000 su cui sono salita (anche se il battesimo è stato svizzero).

Perchè vi ho trascorso tantissime giornate estive ed invernali, da bambina.
Perchè è una vallata a sè, come i suoi abitanti !

Quel che è certo, è che ci torno appena posso.

In quanto a passeggiate, c'è solo l'imbarazzo della scelta e probabilmente neppure in tutta la vita riuscirò a percorrere tutti i sentieri.
Alcuni, però, mi piacciono più di altri ed a distanza di anni ho voglia di ripercorrerli, per ritrovare ricorsi, emozioni e sensazioni.

Come questo o il secondo raccontato qui.

O come quello che abbiamo percorso una delle ultime domeniche di inizio autunno.
Partenza da Biel, una manciata di case poste su un cucuzzolo verde, a 1792 mt di altitudine, che si raggiunge procedendo sulla statale (cioè l'unica strada) dopo Gressoney La Trinitè, salendo verso Staffal.
Ad un certo punto, la strada si biforca e, a sinistra, si vede l'abitato di Biel.
Basta prendere la strada sinistra in discesa e parcheggiare in fondo, per poi salire a piedi dalla strada asfaltata verso Biel cinque minuti, per incrociare il sentiero n. 9.

Il sentiero inizia ai piedi di una cascata, che d'inverno, quando gela, viene spesso scalata dagli appassionati.
Il primo tratto è nel bosco, tra i mirtilli, poi si sbuca dalla linea finale degli alberi e si attraversa il torrente su un ponticello.


La vista spazia per la vallata.



Il sentiero prosegue ripido per il crinale, fino a sbucare sul pianoro dominato dalla chiesetta di St. Anna, ovvero all'Alpe Sitte, mt 2172, la nostra meta!



A St. Anna, tutte le estati, il 26 luglio si celebra la festa di Sant'Anna e San Gioacchino, con distribuzione di polenta e latte e la presenza delle guide alpine, nonchè la Santa Messa.

Da bambina, ci andavamo spesso, con i miei fratelli, mia madre ed i vicini di casa ed era uno degli appuntamenti più belli dell'estate in montagna.

Eppure, quando non c'è nessuno, il posto è ancor più incantevole, si respira un'aria di serenità e di forza. Sembra quasi si sentir parlare la natura.


Il dislivello della salita è davvero minimo (sui 400 mt.), dunque in un'ora, al massimo un'ora e trenta, anche con i bambini si giunge alla chiesetta, dove si trovano anche due alpeggi e un laghetto, in cui nuotano i girini.



A pochi metri dalla chiesetta, ma nascosto alla vista, è stato costruito un bar ed un'altro si trova ad una ventina di minuti di cammino. 

L'Alpe Sitte si può raggiungere anche con la cabinovia che, da Staffal, in inverno porta in quota gli sciatori del comprensorio Monte Rosa Ski e d'estate serve i turisti pigri o quelli che partono dalla staziona ancora successiva (Bettaforca), per raggiungere il rifugio Quintino Sella e arrivare al ghiacciaio, oppure salire sul Rothorn, mt. 3150, una punta rocciosa che domina l'Alpe Sitte, da cui si gode di una vista panoramica sul Rosa davvero splendida.

Purtroppo, però, si tratta di una escursione decisamente più impegnativa per i bambini (circa 3,00 h).

La discesa da St. Anna può essere effettuata dal sentiero di salita oppure, verso destra, passando davanti alla stazione di arrivo della cabinovia ed al bar e seguendo l'evidentissima strada sterrata, scendendo alla frazione di Staffal, per poi tornare, in discesa su un sentierino a lato strada ma tra le piante, a Biel.

In questo modo, si può compiere un percorso circolare.



L'importante, però,è andare a vedere anche il piccolo abitato di Biel (fontana d'acqua potabile all'ingresso lato strada), con la sua candida cappella dedicata alla Madonna delle Nevi e le abitazioni in legno e pietra ristrutturate.


venerdì 21 ottobre 2016

"Notti in bianco e baci a colazione": le letture di Mamma Avvocato

"Notti in bianco, baci a colazione" di Matteo Bussola

 ed. Einaudi, 2016, Stile Libero Extra, Euro 17,00, pag. 169

 

Ho letto questo libro, che vorrei consigliare oggi per l'appuntamento con il venerdì del libro di Paola, dopo aver letto questo post entusiasta di Maria Elena.

Io non posso che confermare il suo giudizio positivo e dirvi che è piaciuto tantissimo anche a me.

Non si tratta di un romanzo ma di una raccolta di riflessioni, pensieri, episodi di vita e dialoghi con le figlie raccontati dall'autore, Matteo Bussola, architetto, fumettista e padre di tre bambine piccole.
Alcuni racconti sono esilaranti, come quelli riguardanti i dialoghi con operatori telefonici, altri commoventi, altri ancora ironici e divertenti, altri poetici e profondi.
Tutti, però, parlano al cuore dei genitori e, in una certa misura, tutti i genitori si possono riconoscere nel senso del libro.

Non solo e' ben scritto e coinvolgente ma ha anche un valore aggiunto: sono quasi sempre, infatti, le madri a raccontare la genitorialita', a descrivere le emozioni e sensazioni della maternità. Pochi sono i libri che, come questo, consentono di cogliere il punto di visto paterno della genitorialita'.
Questo, secondo me, rende "Notti in bianco e baci a colazione" ancor più interessante (tra l'altro, la copertina è bellissima).

Io l'ho letto in pochi giorni e poi riletto con più calma, per assaporarlo.

Unica nota negativa è che, se siete donne e mamme, dopo averlo letto forse vi verrà voglia di chiedere a vostro marito se ha anche lui pensieri simili a quelli espressi dall'autore.
E non è detto che sia una buona idea!


"Gibran in una nota poesia diceva che i genitori sono come l'arco dal quale, come frecce viventi, i figli vengono lanciati in avanti.
La cosa che Gibran non ha detto è che ogni figlio è una freccia a due punte. Quando la scocchi, la prima punta si allontana veloce da te, seguendo la propria traiettoria in un futuro che non ti appartiene. La seconda, invece, viene scagliata all'indietro e si conficca per sempre nel tuo petto di genitore, per ricordarti che resterai arciere anche senza frecce, e che quel dolore che sentivi incombere come un presagio fin dal suo primo giorno, ora è qui per non andarsene mai più e scandirà il resto della tua vita.
Ogni padre e ogni madre sono accumunati da una ferita che non si rimargina.
Quella ferita è più forte perfino dell'amore che li ha uniti e li unisce. E' ciò che li ha trasformati da amanti in arcieri, da complici in reduci. E quella punta di freccia inestraibile è ciò che permetterà per sempre ai loro cuori, nonostante tutto, di continuare a battere come fossero uno." Pag. 169



giovedì 20 ottobre 2016

Idee regalo (per sè o per gli altri) a punto croce, parte seconda

In questo post, della scorsa settimana, avevo pensato di mostrarvi alcune delle mie creazioni a punto croce perchè, oltre ad essere una passione che aiuta a passare ore piacevoli e rilassarsi, possono rallegrare e personalizzare qualunque casa e anche essere regalati, dando così gioia sia a chi li fa che a chi li riceve.
Vi avevo avvisato che non mi mancano le idee, vero?

Ecco allora altri spunti per piccoli ma preziosi doni...ovviamente anche da fare a se stessi o alla propria casetta, se preferite!

I copri barattoli, per le marmellate, per il miele ma anche, perchè no, per il caffè, il sale, le caramelle ecc.. se possibile da donare insieme al vasetto, meglio se con miele nostrano e/o marmellate fatte in casa con la propria frutta.

Sono davvero rapidi e veloci, basta un po' di tela Aida, nastrini di raso colorati, filo da cucito per l'orlo e matassine da ricamo.
I soggetti, di solito in tema con il barattolo, sono proporzionati al poco spazio a disposizione, quindi si lavorano molto rapidamente.



Questo piccolo capolavoro, invece, non è opera mia, bensi' un dono che ricevuto da una cara amica, che conservo con cura.



I vassoi, ideali per dare un tocco personale ad oggetti  anonimi o per rendere speciale qualunque vassoio e servire con stile.




Insomma, se siete alla ricerca di un regalo a basso costo ma ad alto impatto emotivo, magari per Natale, mettetevi subito all'opera!


Di tempo, cura e cuore ce ne vogliono, ma la soddisfazione sarà grande.
Oppure, semplicemente, create per rendere piu' accogliente il vostro nido.

E voi, avete altre idee per ricamare in cucina o per piccoli doni a punto croce? Se si', fatemelo sapere!!!

mercoledì 19 ottobre 2016

La stanchezza delle mamme #ohmammachestanchezza # stormoms

La stanchezza delle mamme la scorgi nei loro occhi rassegnati la mattina e non c'è trucco o correttore che possa nasconderla.

La stanchezza delle mamme la comprendi dai sospiri e dai gesti affaticati, quando svestono il loro bimbo davanti all'armadietto, per infilargli le ciabattine per la scuola.

E la intravedi in fondo agli occhi, quando si voltano dopo l'ultimo abbraccio o saluto, solo in parte oscurata dall'ondata di affetto e nostalgia che le coglie.

La stanchezza delle mamme è il loro passo pesante, mentre accompagnano i bimbi alla macchina o su e giù per le scale, con la loro cartella sulle spalle e ascoltano il racconto della giornata che irrompe come fiume in pieno o, nonostante tutto, si sforzano di ottenerlo, un racconto.

La stanchezza delle mamme, a volte, è venata di sudore, lacrime e singhiozzi, quando aiutano a preparare i bambini negli spogliatoi, prima del corso di nuoto o danza o calcio, quando non c'è medicina che basti a calmare l'ennesima tosse o starnuto, dopo l'ennesimo risveglio della notte.

È nascosta dietro sorrisi, saluti, carezze, parole gentili, perché il dolore o la delusione che a volte si portano dentro non deve turbare il loro bambino.

La stanchezza delle mamme è quella che le fa crollare in un sonno senza sogni alle nove e mezza di sera, di fianco ai figli, con il libro della buonanotte appoggiato alla meglio sul comodino accanto.

E poi le sveglia alle cinque del mattino, con i pensieri di ciò che ancora va fatto, delle corse della giornata che le attendono, con le liste mentali e le preoccupazioni.

Si intuisce nei gesti meccanici di preparazione dei pasti, nel bavaglino da allacciare, nell'ennesimo pannolino da cambiare, nelle doccia da fare, nelle scadenze e negli appuntamenti da ricordare.

La stanchezza delle mamme emerge dai loro volti, all'uscita della scuola. Quando il sollievo per la fine della giornata lavorativa si mischia alla consapevolezza che non è ancora finita, che la fatica vera deve ancora venire ma, con essa, anche il bello.

La stanchezza delle mamme e' in ogni cambio di respiro notturno, ogni rumore di piedini nudi sul pavimento, ogni richiesta di acqua, bagno, cibo o conforto.

La stanchezza delle mamme la puoi quasi toccare, quando guardi i volti in attesa dal pediatra, un bimbo piagnucoloso o impaziente al loro fianco e la certezza che toccherà di nuovo, ancora.

La vedi nei passi delle neomamma, con la loro carrozzina immacolata e il loro bebè addormentato dentro, sempre quieto e pacifico, finché e purché continuano a camminare.

E poi la senti dalla loro voce, quando rispondono all'ennesimo passante o conoscente, che il loro è un bambino bravissimo ma che: "Si, insomma, come tutti i bambini, a volte non dorme e piange tanto, sa com'è, è normale."

La stanchezza delle mamme la percepisci in farmacia, quando chiedono altre gocce per le coliche prescritte dal pediatra, una crema per le irritazioni vista in pubblicità, lo sciroppo della tosse consigliato dal medico, le pillole omeopatiche sussurrate da un'amica, il rimedio che l'alto giorno al parco quella mamma che sembrava tanto sicura di se' ha nominato e allora forse vuol dire che è il migliore e nel dubbio lo si compra.

La stanchezza delle mamme fa capolino tra i loro discorsi, al parco o fuori dalle scuole, un po' svelata in cerca di solidarietà, un po' nascosta per pudore.

La intuisci al bar, guardando i tavolini in cui gruppetti di madri, quando possono, cercano di affogare il sonno in chiacchiere, risate, caffè o cappuccino, prima di ripartire per i rispettivi impegni.

La stanchezza delle mamme è quella che le fa crollare su una sedia mentre osservano i bambini giocare alla festa di compleanno, una delle tante, pensando a quanto sia ingiusto che a tre/ quattro/ cinque anni abbiano una vita sociale più attiva della loro e nello stesso tempo gongolando di orgoglio materno per il loro bambino così amato.

Ed è la stessa stanchezza che le fa consegnare il bambino con il regalo sulla porta di casa del festeggiato e scappare via veloce, dopo un saluto, quando il figlio è già grandicello. Perché la aspettano ore di libertà preziose e non importa se saranno consacrate alla spesa o i lavori domestici, perché per una volta sarà sola.

La stanchezza delle mamme la riconosci dai libri sull'educazione accatastati sul comodino, dalle lavagne in cucina fitte di impegni, dalle domande intrise di dubbi nei forum e nelle chat, dagli articoli sui siti e sui blog che parlano di maternità.

La stanchezza delle mamme è nei chilometri macinati a piedi, in auto, con i mezzi pubblici, da e per la scuola, per e da i corsi sparsi in giro per quartieri, paesi e lande desolate, da e per riunioni, pediatri, farmacie, negozi di giocattoli e alimentari, scorrazzando se stesse e i bambini nei mille impegni della settimana, giorno dopo giorno.

La stanchezza delle mamme è, spesso e insospettabilmente, il motore di nuotate e corsi di fitness rubati alla pausa pranzo, di corse all'alba nelle città o tra le campagne addormentate, di momenti di yoga serali praticati tra una risposta all'ennesima domanda e un abbraccio consolatorio.

È fatta anche di ricami nel cuor della notte, di torte la domenica mattina, di ore a stirare davanti alla TV, di canzoncine per bambini imparate a memoria o inventate sul momento, di cartoni animati visti e rivisti centinaia di volte.

E' nelle sacche e negli zaini da preparare al volo, nei quaderni e diari da controllare, nella merenda preferita del figlio da acquistare, nei continui rimbrotti e richiami e anche nei no.

Quelli che aiutano a crescere, quelli di cui non si può fare a meno ma anche quelli che scappano quando non se ne può più.

La stanchezza delle mamme non fa distinzioni di età o condizioni economiche o livello culturale.

Colpisce tutte, indistintamente. Chi più chi meno ma con una trasversalità impressionante.

A volte, la stanchezza delle mamme esplode forte e chiara, negli urli isterici, nelle punizioni esagerate, in quello scapaccione di cui si pentiranno per l'intera giornata, nei "basta, non ne posso più!" gridati allo specchio del bagno, nelle litigate con gli automobilisti, le altre mamme, i mariti e chiunque passi di lì al momento sbagliato.

La stanchezza delle mamme spesso è riflessa negli occhi degli insegnanti, degli altri genitori, degli amici, dei passanti che le incrociano.

La stanchezza delle mamme è anche quella delle nonne che, con entusiasmo, amore e generosità ma anche con il peso degli anni di più, corrono in aiuto dei loro nipotini e delle loro figlie o nuore, figli o generi.

La stanchezza delle mamme è fisica ma anche e soprattutto mentale.

La stanchezza delle mamme, in molte famiglie, somiglia tanto a quella dei papà.

La stanchezza delle mamme è amara e dolce allo stesso tempo, dura e persistente come lo strato di ghiaccio perenne in alta quota ma capace di sciogliersi al primo sorriso come la neve al sole di primavera.

La stanchezza delle mamme, forse, è immensa perché immenso è il bene che vogliono ai loro figli.

#ohmammachestanchezza #stormoms

 

 

lunedì 17 ottobre 2016

Le grotte di Nettuno, in Sardegna

Le grotte ci piacciono, ormai chi mi legge lo avrà capito.

Così, dopo quelle di Toirano, in Liguria e la Grotta Gigante in provincia di Trieste, durante il nostro viaggio in Sardegna, non ci siamo fatti sfuggire l'occasione di visitare le grotte di Nettuno, nel promontorio e riserva marina di Capo Caccia, a 24 km da Alghero.




Perchè andarci

Le grotte si trovano in una posizione bellissima, sotto la cima di un promontorio che si affaccia su un mare blu da sogno.


Sono le più grandi della Sardegna, con i loro 4 km di estensione.
Purtroppo, solo una parte è accessibile ai turisti, mentre il resto è appannaggio degli speleologi.
Per arrivarvi, via terra, si percorre una scalinata avvinghiata nella roccia,  l'Escala del Cabirol  ("la scala del capriolo"), terminata nel 1959, che da sola vale la visita.
Circa 660 scalini a picco sul mare, scavati nella roccia.


Entrarvi significa immergersi in un mondo a parte, fiabesco, tra stalagmiti e stalagtiti, tra cui l'Acquasantiera, una stalagmite monumentale alta circa due metri, e la formazione stalagmitica detta "Albero di Natale", per evidenti motivi!


E poi c'è il Lago Lamarmora, uno dei più grandi laghi salati d'Europa e la Reggia, una sala che sembra retta dalle imponenti colonne che vi si trovano....


Il Lago Lamarmora vista dalla Tribuna della Musica, il balcone che si raggiunge a fine visita

Insomma, si resta senza fiato di fronte allo spettacolo offerto dalla natura.



Come arrivare

Noi ci siamo arrivati in auto da Sassari, seguendo la strada litoranea che passa per Fertilia, senza alcun problema per trovare le indicazioni.
Tra l'altro, la strada offre scorci panoramici bellissimi sul golfo di Porto Conte-Capo Caccia, che da soli valgono la gita!



Abbiamo posteggiato l'auto insieme a molte altre lungo la strada, gratuitamente, nei pressi del piazzale alla fine del promontorio.
La biglietteria si trova alla fine scalinata che porta alle grotte.
Bisogna armarsi di un pò di pazienza sia per fare il biglietto che per la visita, visto che è una meta molta apprezzata.
Il più grosso difetto delle grotte (l'unico!) è infatti l'affollamento, soprattutto considerando che noi ci siamo stati un giorno infrasettimanale di settembre. Non oso immaginare a luglio o agosto!

Il difetto del luogo, invece, è l'assenza di bagni pubblici.
Quelli presenti erano chiusi (e ci hanno detto che è così quasi sempre, probabilmente con il preciso intento di giovare agli incassi del bar) e quindi bisognava rivolgersi all'unico bar, ovviamente dietro consumazione.
Peccato che ci fosse la ressa e con un bambino di tre anni, quando scappa scappa!
Il risultato di questa mancanza è che a lato della strada, in ogni spiazzio si vedono fazzoletti di carta gettati dopo la toilette.

In alternativa, è possibile raggiungere le grotte via mare, con i motoscafi che offrono il servizio, in partenza dal porto di Alghero.
In questo modo si accede direttamente alla biglietteria ed all'ingresso delle grotte, evitando l'Escala del Cabirol 


In realtà noi il motoscafo da Alghero lo avevamo anche preso, alcuni giorni prima, tuttavia a causa del mare grosso non è stato possibile arrivare fino alle grotte.
La navigazione, tuttavia, è stata comunque una bella esperienza!

Post non sponsorizzato.

venerdì 14 ottobre 2016

Diari di viaggio e guide turistiche speciali per piccoli viaggiatori!

Viaggiare con i bambini e' un piacere ed un arricchimento, per loro e per i genitori.
Non c'è nulla di più bello che osservare lo stupore negli occhi del proprio figlio, dinnanzi a tante piccole differenze tra una città e l'altra, tra un luogo e l'altro.Certamente, però, viaggiare con i bambini richiede anche un po' di adattamento ai loro ritmi ed alle loro esigenze, nonché qualche trucchetto per intrattenerli divertendoli, magari mentre si attende il piatto o il panino per pranzo o si è in coda per la visita a qualche monumento, oppure per prepararli al viaggio ed accendere il loro entusiasmo prima della partenza.
Ecco, allora, che possono venire in aiuto libri come quelli di cui vorrei parlarvi oggi, delle vere e proprie guide per piccoli viaggiatori !

"Scopri la Valle d'Aosta"
"Divertimappe", ed. Mediabooks, pagine 48


Si tratta di una guida sulla Valle D'Aosta, in cui inserire, nel frontespizio della prima pagina, tutti i dati del piccolo turista, prima di partire alla scoperta della regione.


E' divisa in tre sezioni, distinte per temi e introdotte da tre diverse "Divertimappe": "La Valle verde", "La valle antica", "La valle bella e buona".

Per ciascun tema, vi è un colore dominante delle pagine (così da facilitare il riconoscimento dei bambini) e tante notizie, curiosità e giochini.


Ad esempio, "La Valle verde" descrive brevemente i parchi nazionali e la riserva naturale presenti in Valle D'Aosta, i monti ed i massicci principali e le specie animali che è possibile incontrare immergendosi nella natura e le regole da seguire sulle piste da sci, ma anche piccole curiosità e brevi leggende e storielle.


"La Valle antica" e' invece dedicata ai monumenti e castelli che costituiscono il patrimonio culturale e architettonico della regione, con quiz e giochi enigmistici.


"La Valle bella e buona", infine, conduce alla scoperta della tradizione della battaglia delle "reines", spiega chi sono i Walser e il dialetto più diffuso, l'artigianato e molto altro.
Il quadernetto termina con un quiz finale ed una cartolina da staccare e spedire.

Insomma, un vero e proprio diario di viaggio!

E' disponibile gratuitamente presso i centri di informazione turistica della Valle D'Aosta (uffici regionali del turismo) in italiano, francese o inglese.


In alternativa, per averlo prima del viaggio, si può acquistare su www.divertimappe.it, al prezzo di 6,90 Euro più spese di spedizione.
Ma vi e' di più.
Curiosando sulla pagina Facebook dell'editore ho scoperto che vi sono guide simili dedicate ad altre regioni d'Italia, come la Toscana, il Lazio e la Basilicata ed alcune città, e sono disponibili anche due app interattive: "Scopri la Valle d'Aosta" e "Scopri la Toscana", scaricabili gratuitamente.

Noi le abbiamo già testate con successo. Un buon modo per giocare "con il tablet" di mamma imparando (ovviamente con moderazione!)

***
"A' la découverte de la Vallée d'Aoste" Geronimo Stilton

ed. Piemme Junior, Euro 4,90, pagine 64, ed. 2006


Abbiamo scovato questo libricino per caso, ad una delle sagre del paese in cui viviamo, in occasione della quale la biblioteca ha esposto per la vendita, ad offerta libera, i libri più vecchi o mal ridotti per bambini ed adulti, allo scopo di ricavare fondi per i nuovi acquisti.
Una iniziativa intelligente e lodevole che ha sempre successo.

Nel nostro caso è in francese, poiché in Valle D'Aosta vi è il bilinguismo e anche le biblioteche hanno proposte di lettura sia in italiano che in francese.Teoricamente è disponibile anche in italiano, anche se il fatto di essere del 2006 lo rende difficilmente reperibile (io, comunque, ho scritto alla casa editrice per avere info e spero che mi rispondano presto).

Geronimo Stilton non ha bisogno di presentazioni e, anche se i suoi libri non sono alla pari dei classici per l'infanzia, non vi è dubbio che piaccia molto ai bambini ed ai ragazzini.

In questo libro, il topolino ed i suoi amici partono alla scoperta della Valle D'Aosta, conducendo i piccoli lettori in giro per i parchi nazionali del Gran Paradiso e del Mont Avic, a conoscere la fauna del territorio, a visitare i tanti castelli e la città di Aosta, a conoscere i carnevali tradizionali, gli sport tipici, la battaille de reines ma anche il bilinguismo, lo Statuto Speciale della Regione Autonoma, l'inno, lo stemma ed i canti di montagna.


Insomma, una guida breve, adatta ai bambini, ma completa!

Con questo post partecipo all'appuntamento del venerdì del libro di Paola.
E voi, avete abitate in una regione o città per la quale esistono le guide Mediabooks? Perché, se si, potremmo anche pensare ad uno scambio...che ne dite?

Post NON sponsorizzato.



giovedì 13 ottobre 2016

Punto croce in cucina. Idee per personalizzare la casa e per piccoli doni

Il punto croce, scoperto in tenera età grazie a mia nonna, ha accompagnato molte ore delle mie serate, mentre ascoltavo musica o guardavo film e cartoni.

Quando sono andata a convivere, il punto croce mi ha aiutato a personalizzare la nostra casetta, soprattutto in cucina.


Si avvicina la stagione fredda e, con essa, ci si rifugia spesso in casa, al calduccio, soprattutto la sera.
Si avvicina anche il Natale, a grandi passi.
Vero, non è ancora dietro l'angolo ma un po' di organizzazione non guasta mai.
Cosi' ho pensato di mostrarvi alcune delle mie creazioni per la cucina: per condividere con voi questa passione, per darvi nuove idee o spunti, perchè credo che possano essere ottimi regali per nonne, mamme, zie, nipoti ecc...e anche per i maschietti....non è detto che non apprezzino!

Le mie preferite sono le tovagliette per la colazione... perchè iniziare la giornata con un ricamo personalizzato fa sentire amati e partire con il sorriso!!!
Se poi siete una coppia o una famiglia, niente di meglio che tovagliette per tutti, coordinate.




Si possono trovare con inserti già pronti per il ricamo, come quelle che ho usato io, oppure si puo' realizzare il ricamo su uno scampolo di tela Aida (quella con i buchini appositi per il pun to croce, piu' o meno fine) per poi cucirla sulla stoffa che piu' piace ed, eventualmente, imbottendola di ovatta, ovviamente, in questo caso, serve un po' di dimestichezza con il cucito o...una persona capace a disposizione!



 E poi tante presine e guanti da forno perchè, si sa, in cucina non ce ne sono mai abbastanza!





Anche in questo caso, si possono comprare quelle già predisposte (come il guando da forno nella prima foto) o realizzarle interamente a mano, come le presine delle foto, con o senza aggiunta di tessuto e orletto a vista.


Nel mio caso, il confezionamente è stato realizzato dalla mia grandiosa nonna, dopo aver imbottito con un po' di ovatta le presine.




Infine, un lavoro un po' piu' impegnativo ma certamente di grande effetto e soddisfazione: un bel grembiule, per la cuoca o il cuoco di casa, adulti o bambini che siano!

Grembiule con tre presine coordinate!
Particolare della patta del grembiule

Particolare della tasca del grembiule


Vi piacciono?
Vi è venuta voglia di mettervi subito all'opera?
Le idee non finiscono qui!

...Continua...