venerdì 16 dicembre 2016

Terre selvagge: le letture di Mamma Avvocato

Sebastiano Vassalli, "Terre selvagge"

Ed. Rizzoli, 2014, pag. 297



Un romanzo storico che racconta, in modo accurato ed approfondito, ma sempre coinvolgente e scorrevole e mai noioso, la grande battaglia tra i Romani, guidati dall'uomo nuovo, il console Caio Mario, ed un patrizio, Lutazio Catulo, ed il fiero e bellicoso popolo dei Cimbri, scesi dalla estrema propaggine della Danimarca a seminare morte e terrore in tutta Europa, fermandosi poi, nell'avanzata verso Roma, ai Campi Raudii, la zona tra Novara e il confine con la Lomellina, nell'attuale Piemonte.

Una battaglia, combattuta nell'anno seicentocinquantaduesimo dalla fondazione di Roma, cioè nel 101 a.c., che portò alla scomparsa di Teutoni e Ambroni, alleati dei Cimbri, e segno' la disfatta totale di questi ultimi, di cui rimasero solo alcuni sopravvissuti in fuga verso Nord e alcune tribù che si erano installate nell'altopiano di Asiago durante la discesa in Italia.

Una guerra che ebbe un ruolo fondamentale nella politica di Roma, che causò più di 140.000 morti solo tra i Cimbri, forse il più grande massacro in battaglia della storia umana, al cui termine inizioo' la bonifica dei Campi Raudii, un tempo paludosi e poi lottizzati e venduti a nobili romani, diventando cosi' un enorme granaio.

Il racconto della battaglia si intreccia con quello della vita di alcuni Cimbri, uomini e donne, di due Galli, un fabbro e suo madre, rimasti nel loro paese dopo la fuga dagli invasori di tutti gli abitanti della pianura verso il Monte Ros (l'attuale Monte Rosa) e dei condottieri e soldati romani.
Storie di uomini, di amori, amicizia, ambizioni politiche, coraggio e follia.

Insomma, un romanzo storico come ce ne sono pochi, scritto per ripristinare la verità storica di fatti tramandati in modo distorto da romani mossi dall'ambizione politica e "storici" dell'epoca non avvezzi (o impossibilitati) a verificare dati e fatti nonché, soprattutto, scritto per ricordarci che la storia antica è la nostra miglior insegnante e spesso, ciò che sembra lontano, è più simile al presente di quanto sembri.


E' questo dunque il mio consiglio per questo venerdi' del libro.

martedì 13 dicembre 2016

Aspettando Natale...eventi per bambini in Canavese

Quest'anno noi abbiamo inaugurato l'attesa del Natale con il mercatino e l'ufficio postale del Ricetto di Candelo, per poi trascorrere il tardo pomeriggio dell'8 dicembre a Quagliuzzo (TO), per assistere all'inaugurazione della Casa di Babbo Natale di cui vi avevo già parlato due anni fa.

La volta scorsa ci eravamo andati dopo l'inaugurazione e di giorno, invece quest'anno abbiamo assistito al discorso del Sindaco, allo spettacolo di una famiglia di giocolieri/trapezisti di Imperia, ai fuochi di artificio ed all'apertura delle tende rosse che celavano la Casa di Babbo Natale, luccicante nel buio della sera (la "cerimonia" inzia alle 18,00, il giorno dell'Immaccolata, tutti gli anni).



Il ricciolino, che non ricordava la visita di due anni prima, ne è stato entusiasta, anche perchè a seguire, nella chiesetta sconsacrata sulla piazza, di fronte alla Casa di Babbo Natale, si è tenuto il conseuto saggio di Natale della scuola di danza di Ivrea, a cui ha partecipato anche la mia nipotina.




E' stata la prima volta che assistevo e devo dire che mi ha inorgoglita e intenerita, riportando a galla i ricordi dei "miei" saggi di danza, da bambina.

Dopo la consueta fetta di dolce e il bicchiere di vin brulè, offerti dagli organizzatori, siamo quindi rientrati a casa, per continuare la nostra personale attesa del Natale domenica, ad Ivrea (TO), nel "Natale a Hogwarts" di Piazza Ottinetti.



In pratica, quest'anno, anzichè solo il solito mercatino dell'artigianato organizzato per Natale, dall'08 dicembre, in centro città (Pizza Ottinetti) c'è una riproduzione (spartana ma sufficiente per i bambini), nelle classiche casette di legno, di alcune "aule" della scuola di magia e del negozio di Olivander, dove (gratuitamente) farsi confezionare la bacchetta magica con brillantini e colla a caldo, preparare una dolce pozione, scrivere con la penna di uccello la letterina a Babbo Natale, provare a tirare con un'arco di legno, correre con le scope per centrare i cerchi con le palle morbide (il gioco del Quidditch a terra) e altri piccoli giochi di legno, compreso l'incontro con "l'aiutante di Babbo Natale", come lo chiama il ricciolino.




E' anche possibile farsi dare cappello e mantelli neri da maghi (sempre gratuitamente) e partecipare ad una scherzosa battaglia con le bacchette per le vie della città, guidati da animatori in costume. Il ricciolino, inizialmente intenzionato a partecipare, si è fatto vincere dalla timidezza e non ha voluto, ma erano tanti i bambini felici alle prese con la magia!


A completare il tutto, vi è anche il classico trenino di Natale (gratuito), che si muove per tutto il centro della città, con varie fermate.
Trenino che, ovviamente, per il ricciolino è un must.

Insomma, una gioisa attesa formato famiglia, a cui abbiamo partecipato volentieri.

E voi? In giro per mercatini? Organizzano manifestazioni simili anche dalle vostre parti?

lunedì 12 dicembre 2016

Calendario dell'avvento piccino e veloce..o lavoretto semplice di Natale!

Noi quest'anno ci siamo attrezzati per tempo al conto alla rovescia al Natale.

Abbiamo puntato su due calendari acquistati, Lego City per me (ufficialmente è per il ricciolino, di fatto lo desideravo io da anni!!!), un classico tabellone di cioccolatini per il ricciolino (uno, però, non tre come lo scorso anno, mi scuserà mia madre a cui ho chiesto di non comprarne un altro).

Così, ogni mattina, posso incitare il Petit Prince ad alzarsi con la scusa di dover aprire le caselle.
Non funziona sempre ma aiuta.

Al mercatino di Natale del Ricetto di Candelo (BI), in uno dei laboratori hanno fatto realizzare al ricciolino un piccolo calendario semplice, una sorta di "conta giorni" perfettamente in tema con la stagione, che gli è piaciuto molto.
Per questo, ho pensato di proporvelo.



La realizzazione è semplicissima: cartoncino bianco, cartoncino nero, cartoncino arancione, cartoncino rosso, uno di qui fermagli di metallo con le due alette che si aprono dietro, colla, matita o pennarello nero e...voilà!

Io l'ho trovata un'ottima idea anche per realizzare un piccolo orologio, per insegnare ai bimbi a leggere le ore. Basta aggiungere una seconda carotina più corta e sostituire i giorni con le ore.

Gli elfi aiutavano i bimbi a realizzare anche la variante "Babbo Natale", con il faccione del Babbo Natale rotondo con i numeri e il cappello rosso, nonchè la barba di cotone. Purtroppo non l'ho fotografato ma era anch'esso molto carino.

Buon attesa a tutti!







venerdì 9 dicembre 2016

"Lezioni di volo per principianti" : le letture di Mamma AvvocatoD

Questo venerdì, per il consueto appuntamento con i libri ideato da Paola, vorrei consigliare quello che  ritengo sia uno dei più bei romanzi letti nell'ultimo anno:

"Lezioni di volo per principianti" di Beth Hoffman,

Ed. Piemme, 2010, pag. 372



Cecilia Rosa ha solo sette anni quando qualcosa, nella mente di sua madre, ex reginetta di bellezza sposatasi troppo presto. si incrina.
Con il padre sempre via di casa, non solo per lavoro, come invece vorrebbe far credere, Cecilia si trova giorno dopo giorno a fare i conti con la follia della madre, con la vergogna e l'affetto che la legano a lei, con i pettegolezzi del paesino della provincia americana in cui vive, negli anni '60, con l'emarginazione e la mancanza di amiche.

"Mentre osservavo quello sguardo silenzioso tra le due vecchie signore, mi venne in mente che era così che si comportavano gli amici:apprezzavano il bene e fingevano di non notare il resto, quando era inoffensivo." Pag. 223

Cecelia ha vicino a se' soltanto un altro signora, anziana vicina di casa, che fa il possibile per starle vicina. Quando, però, la mamma morirà in un incidente, neanche la vicina sarà sufficiente. Cecelia, dodicenne, è divorata dai sensi di colpa per il sollievo provato e, nello stesso tempo, da un dolore sordo che non riesce ad esprimere. Il padre non ha nessuna intenzione di fermarsi a casa e prendersi cura di lei e così la affida ad una prozia, che l'amore bambina non conosce e a malapena sapeva di avere.
L'addio all'anziana vicina, il viaggio verso la Georgia, la conoscenza della prozia e della sua governante di colore, la nuova vita, in un'estate piena di nuove conoscenze, tutte al femminile, cambierà profondamente Cecelia, facendole conoscere il calore di una famiglia e la bellezza dell'amicizia, fino a lenire le sue ferite.

"Mi prese la mano e mi guardò negli occhi: 'E' ciò che crediamo di noi stessi che determina ciò che gli altri vedono di noi.'" Pag. 306 

Il romanzo di formazione di una bambina alle prese con tragedie più grandi di lei, in una società ancora divisa dal razzismo verso le persone di colore, con personaggi femminili particolari e indimenticabili. Una storia non certo allegra, eppure perversa da un senso di speranza e da una sensibilità che non è facile trovare in un romanzo.

"E, proprio mentre scivolavo nel sonno, sentii le sue parole entrare dalla finestra, portate dalla brezza: 'E' il modo in cui sappiamo sopravvivere alle ferite della vita che ci da' forza e bellezza'". Pag. 367

Insomma, mi è piaciuto moltissimo e per questo lo consiglio vivamente!




mercoledì 7 dicembre 2016

Babbo Natale al Ricetto di Candelo (BI): tra storia medioevale, mercatini e magia del Natale

In questi giorni di attesa di Babbo Natale, particolarmente emozionanti per i bambini, sono moltissimi i luoghi dove trascorrere qualche ora immersi nella magia del Natale, tra addobbi, bancarelle, profumo di spezie e luci colorate.



Uno di questi si trova a Candelo (BI), più precisamente nel Ricetto (dal latino "receptum", rifugio) di Candelo, una struttura fortificata risalente al Medio Evo voluta e costruita dalla popolazione del luogo per conservare e difendere i prorpi beni più preziosi, ossia i prodotti della terra.
Ed infatti,  ancora oggi è in parte utilizzato per la vinificazione e la protezione delle granaglie.



Si tratta di uno dei borghi più belli d'Italia, ben conservato ed utilizzato per eventi, manifestazioni e anche come set di molti film (tra cui lo sceneggiato televisivo "La freccia nera" e "Dracula 3D" di Dario Argento), dal quale si gode una magnifica vista sulle prealpi biellesi.



Nei weekend e nei festivi precedenti il Natale (quest'anno il 27 novembre- 4 dicembre, 8 dicembre, 11 dicembre 2016), il Ricetto si anima ed ospita tra le sue viuzze acciottolate il mercatino di Natale, con tanti prodotti alimentari, di artigianato, tessili, oggettistica ed addobbi, presepi nelle chiese, spettacoli e, soprattutto, per i bambini, l'Ufficio postale di Babbo Natale




Noi ci siamo stati con degli amici ed il ricciolino ed il suo amichetto sono stati piacevolmente coinvolti dalla mappa (gratuita, da chiedersi alle casse, una per ogni bambino) speciale consegnata all'ingresso e dalle tappe previste per raggiungere Babbo Natale.


Una cartina con indicati posti-tappa per i bambini, disseminati nel borgo, in cui assistere a letture ad alta voce, spettacoli di marionette, partecipare a semplici giochi con materiali naturali o fare piccole creazioni in appositi laboratori.




Ad ogni tappa, ai bambini veniva rilasciato un adesivo da incollare sul retro della mappa, fino a formare un disegno.


Terminato il giro, ci siamo messi in coda per entrare all'Ufficio Postale (non è obbligatorio completare prima le tappe!!), dove imbucare la letterina per Babbo Natale (da preparare in uno dei laboratori o portare pronta da casa, senza bisogno di affrancarla ma indicando l'indirizzo del mittente, poichè ci hanno detto che arriverà una risposta), per poi finalmente....


... scattare una fotografia con Babbo Natale! (O meglio, il suo aiutante, secondo il ricciolino!)





Insomma, una gita a misura di famiglia perfetta per questi giorni di attesa!

Info utili: vi sono bancarelli che vendono prodotti almentari (anche caldi, come salsiccia, polenta e wurstel) per un pranzo in loco. L'ingresso costa 2,50 per gli adulti, è gratuito per i bimbi fino ai 14 anni. E' sconsigliato l'uso del passeggino, sia per l'afflusso di gente, sia per il fondo acciottolato delle stradine. C'è un deposito gratuito di passeggini all'ingresso del Ricetto, appena entrati nella cinta muraria.


La coda per l'Ufficio postale nel nostro caso è stata lunga, più di mezz'ora, forse perchè ci siamo presentati dopo il completamento della mappa, quasi alla chiusura. Vi consiglio, se possibile, di andarci prima.
I bagni pubblici, per quel che ho potuto vedere, sono privi di fasciatoi. La mia amica, però, non ha avuto difficoltà a trovare un angolo tranquillo in una delle case aperte per i laboratori per allattare e cambiare la sua bimba.
Parcheggi gratuiti nelle apposite zone del paese "nuovo" ed al campo sportivo comunale, dal quale si raggiunge il Ricetto a piedi in pochi minuti.
Unico difetto del mercatino: l'affollamento!




Post non sponsorizzato.




venerdì 2 dicembre 2016

Un sottomarino in paese: le letture del ricciolino biondo.

Questo venerdì voglio parlarvi di un libro per bambini davvero speciale.

"Un sottomarino in paese" di Vanessa Navicelli




Speciale per il tema: la guerra e la pace. Non è facile trovare libri per bambini che sappiano affrontare con delicatezza ed in modo adatto ai piccoli l'argomento "guerra", facendo comprendere il dolore, l'isolamento e la distruzione che essa comporta per tutti, anziani, adulti e bambini, uomini e donne.
Però tranquilli: non è una storia truce, cupa o "pesante", al contrario è divertente, surreale e allegra.

Speciale per l'originalità: la fiaba ha una trama molto particolare, semplice ma allo stesso tempo efficace.
Una mattina, nel centro di un paesino, gli abitanti trovano un sottomarino da guerra.
Tra l'altro, in un paese che non è neppure vicino al mare, bensì su una bella collina.
(Io mi sono immaginata il sottomarino sulla piazza principale di Pont Saint Martin (AO), in faccia al Ponte Romano del diavolo!)
Un sottomarino vero, con dentro un capitano, pronto dichiarare loro la guerra....a suon di pasticcini!
Giorno per giorno, però, coinvolgendolo con pretesti in attività piacevoli e conviviali, i paesani sapranno far comprendere al soldato che vivere in pace è molto meglio che vivere in guerra.
Fino all'epilogo finale, che non vi svelo, per non rovinare il piacere della lettura!


Speciale per l'autrice: Vanessa Navicelli è una giovane donna, piacentina d'origine ma trapiantata a Pavia, che ha vinto molti premi letterari e che si descrive, sul suo sito (e anche nella presentazione sul libro) così:
"Amo la neve (specie mentre scende), l’opera lirica (Verdi come nessun altro), il buio e il silenzio del teatro (quando sta per aprirsi il sipario), e il mare a settembre.
Quando devo riflettere faccio bolle di sapone; di notte.
Mi ricarico col sole primaverile e con la neve. Le altre condizioni atmosferiche hanno su di me un effetto devastante (sonnolenza, irritabilità, istinti assassini…)."

Dice dei suoi libri e racconti:

"Quando scrivo, cerco di tenere presente quattro cose: la semplicità, l’empatia, l’umorismo, la voglia vera di raccontare una storia.
Credo nella gentilezza. E nell’umorismo. (Forse è umoristico credere nella gentilezza…)
Frank Capra diceva: “Con humour e affetto si favoriscono, a mio avviso, i buoni istinti. Sono un tonico per il mondo intero.” Lo sottoscrivo.
Io sono convinta che dal bene nasce il bene. E mi piace raccontarlo."


Dopo aver letto "Un sottomarino in paese", confermo che è davvero così.
Trovate Vanessa anche su facebook e gli altri canali social.


Speciale per le illustrazioni: dei disegni dai tratti espressivi e incantevoli, che fanno immergere nell'atmosfera della storia e che la scrittrice e l'illustratore hanno curato e controllato nei minimi dettagli.



La storia si articola in dieci capitoli (per un totale di 42 pagine di fiaba), dunque si può leggere tranquillamente "a puntate" (cosa che agevola i genitori ed i bimbi alle prese con le prime letture autonome).

Il libro, disponibile sia in ebook che in cartaceo, è indicato dai 6 anni ai cento (perchè invecchiando si torna bambini e si apprezzano i piccoli piaceri della vita, come una bella fiaba), però secondo me è adatto anche ai quattro/cinquenni.

Il ricciolino, infatti, lo ha apprezzato molto sia quest'anno, come lettura della buona notte, un capitolo a sera,sia a maggio, quando Vanessa Navicelli ha collaborato con le scuole del nostro paesino ai piedi della Valle d'Aosta (ed in molte altre località), per spiegare con il suo libro ai bambini quanto siano brutte le guerre.
Tra l'altro, in quella occasione il suo libro, scelto dall'Assessorato all'Educazione ed alla Cultura della Valle d'Aosta, ha dato il via a laboratori in 30 scuole materne e primarie della regione, culminate con una mostra proprio a Pont Saint Martin (AO), in biblioteca.

I bambini della scuola materna di mio figlio, dopo la lettura con le maestre, hanno realizzato grandi cartelloni in cui hanno liberamente spiegato, con i loro disegni, prima l'orrore della guerra e poi la bellezza della pace.
Devo dire che si è trattato di attività che, almeno nel caso del ricciolino, hanno lasciato il segno, dal momento che ancora oggi, pur giocando ai pirati, disegnando cannoni e creando pistole e coltelli con il cartoncino, spiega sempre che si tratta di proiettili fatti di dolcetti o di "bombe d'acqua" e di ferite finte, perchè "combattere" gli piace solo come gioco!


Se volete saperne di più, questo è il booktrailer del libro

In più, è disponibile anche la versione in lingua inglese, magari per i genitori che tengono all'insegnamento precoce della lingua straniera ai loro bambini (in questo caso l'inglese) o per gli expat che devono fare esercitare con l'inglese i loro bimbi quando sono in vacanza in Italia.
Peccato manchi ancora la traduzione in francese ma chissà...forse un giorno!
Quella in spagnolo, invece, è già work in progress.



Con questo consiglio di lettura, con il quale spero di avervi dato anche un buon suggerimento per un dono di Natale, partecipo all'appuntamento del Venerdì del Libro di Home Made Mamma.



mercoledì 30 novembre 2016

Blog Generation: la mia opinione e un saggio per saperne di più.

Prendo spunto da un saggio che ho finito da poco di leggere per affrontare un argomento che in questo periodo mi ha fatto molto riflettere: il senso ed il valore dei blog.

BLOG Generation" di Giuseppe Granieri, ed. Laterza, 2005, Euro 10,00, pag. 169

Ho letto questo libro per cercare di capire qualcosa di più sul mondo dei blog, in cui bazzico ormai da un po' di anni.
In realtà, ho subito scoperto trattarsi non di un manuale ma di un saggio, una specie di piccolo trattato sociologico sul ruolo dei blog e dei motori di ricerca.
Seppur rivolto ad un pubblico che conosce Internet ed i blog, e' una lettura molto scorrevole ed interessante, che consente di capire l'importante collocazione che ormai i blog hanno assunto nella società e, soprattutto, nella comunicazione.
Lo sguardo è rivolto soprattutto agli Stati Uniti, considerando che il fenomeno dei blog negli USA e' esploso prima e con numeri maggiori che nella "vecchia" Europa. Tuttavia, quasi tutte le considerazioni dell'autore si applicano anche ai weblog nostrani.
Particolarmente interessante l'analisi dei rapporti politica-blog e mondo dei mass media-blog, in cui si mette in luce il timore e la diffidenza che molti giornalisti dei media tradizionali mostrano nei confronti dei blog, senza coglierne le potenzialità (tanto da cercare di denigrarli pubblicamente con dichiarazioni discutibili, come è avvenuto anche recentemente in una trasmissione televisiva, in cui, se anche c'era del vero nella sostanza, c'è stato comunque un errore nei modi) nonché le differenze tra giornali e siti web di informazione e blog, in primis la citazione delle fonti che spesso nei primi manca, la maggiore trasparenza dei secondi ed il modo in cui i blogger esprimono le proprie opinioni mettendoci la faccia, senza nascondersi dietro un'imparzialità e una professionalità talvolta solo apparente.
E poi il fatto che il web ed i motori di ricerca consentano quella memoria storica di fatti, episodi e dichiarazioni a cui attingere per ricostruire vicende o opinioni che i giornali da soli non hanno o addirittura ignorano e che costituisce un potentissimo strumento nelle mani di blogger e lettori di ogni genere che abbiano voglia di documentarsi ed esprimersi su qualunque tema. 
Uno strumento che ha consentito spesso di smascherare le ipocrisie di politici, imprenditori, giornalisti e personaggi dello spettacolo.
Cio' che io personalmente ho trovato più illuminante è la parte dedicata a descrivere le regole che i blog si sono auto imposti ed il concetto di autorevolezza sul web.
Infatti, malgrado per certi versi si tratti di un piccolo mondo a se', le dinamiche descritte nel libro si producono anche tra i blog di mamme, di viaggi, di hobby creativi o di bibliofili che frequento e leggo, con qualche eccezione.
Non mancano infatti i blogger scorretti, che tendono a copiare i post altrui o quelli che, ignari del senso stesso di scambio e condivisione della blogsfera, tendono a chiudersi in modo autoreferenziale, senza mai citare fonti di ispirazione o altri blog e senza mai commentare altri "diari virtuali", ergendosi su un piedistallo che, però, stando all'autore del saggio, e' destinato a crollare presto.
"Per la logica stessa che governa le relazioni tra i blogger, ciascun individuo, scrivendo degli argomenti che gli interessano e leggendo ciò che attira la sua attenzione, finisce per frequentare più o meno assiduamente un numero variabile di piccoli mondi. E in ognuno di questi assume il ruolo che le sue conoscenze, le sue idee, la sua capacità di espressione e la sua visione dell'ambiente gli consentono, ottenendo una reputazione più o meno maggiore." Pag. 64
Al di fuori della Rete, i gruppi, le piccole comunità, i piccoli mondi di cui parlavamo prima, tendono ad associarsi sulla base di interessi in comune e di affinità, e spesso sono abbastanza omogenei anche come modo di pensare e come comportamenti. Gli individui in contatto con ambienti differenti, come i fortunati che vivono nell'universo a relazione multipla del Web, hanno dunque maggior familiarità con modi di pensare diversi e con comportamenti differenti, il che gli offre maggiori possibilità di selezionale e sintetizzare alternative.
Gli individui connessi con gruppi diversi mediano la comunicazione tra vari piccoli mondi, questa mediazione è un capitale sociale che porta con se un vantaggio competitivo. In cui i mediatori possono elaborare progetti che integrano le diverse maniere di pensare o di comportarsi. Persone abituate a lavorare in due o più gruppi, a differenza di chi lavora in uno solo, sono più capaci di comprendere come convinzioni e pratiche di un gruppo possano creare valore nell'altro (e sanno cometradurle nel linguaggio dell'altro gruppo). Sanno creare analogie, mentre spesso la mentalità di chi vive in un unico gruppo è abbastanza renitente a comprendere le differenze. Per dirla con Burt, "Non e creatività che viene dal profondo dell'abilita intellettuale. E' creatività che viene da un modello di import- export". Per sua natura dunque, quando c'è qualcosa che merita, la blogsfera lo fa emergere: e' un sistema in cui il valore totale è superiore alla somma delle parti.
Il Web, oggi, è una palestra per le idee." Pag. 65
Ciò che io ho imparato ad apprezzare, scrivendo e frequentando altre/i blogger, è perfettamente riassunto nel passo sovra riportato.
Stimoli continui provenienti da persone diverse, con hobby ed interessi differenti ma nello stesso con una affinità di fondo con il mio modo di pensare, la possibilità di confronti civili con persone che vivono realtà familiari, di coppia, lavorative e geografiche lontane dalle mie, dalle quali apprendere, oppure molto simili, in cui trovare un eco e un appoggio nel momento del bisogno.
E poi la possibilità di approfondire la conoscenza senza costrutti sociali rigidi, con tempi magari dilatati ma sempre congeniali a ciascuno, adatto ad una vita spesso frenetica ma non per questo necessariamente fatta di rapporti superficiale.
Infine, la scoperta di tanti talenti, di tante persone a loro modo eccezionali ed una maggiore apertura mentale e curiosità.
Non poco, a mio parere!
Ciò non toglie, ovviamente, che i rapporti personali del mondo "fisico" tradizionale abbiano molti altri vantaggi e pregi.
"Unendo la capacità cognitiva di milioni di persone ad un potentissimo strumento di connessione, (la Rete) ha realizzato un modello che incrocia la libertà del dibattito tipica dello spirito ateniese con la valutazione individuale dell'auctoritas latina. I sistemi di filtro consentono di accedere alle opinioni di individui che non vivono nel nostro stesso spazio fisico e di avere un confronto comunque diretto. La memoria della Rete e le logiche di costruzione distribuita della reputazione, ci permettono di stabilire rapporti di fiducia spesso più saldi di quelli che si riescono a costruire in una taverna o una piazza, perché il mondo reale ha solo la profondità della parola detta e non quella della ricerca nella conoscenza collettiva e, soprattutto, non tiene traccia della storia intellettuale dei nostri interlocutori. Infine, il ruolo degli esperti, che sul Web fanno da hub cognitivi lavvode ad Atene spiegavano il mondo alla gente." Pag. 147
In una realtà moderna in cui, come spiega l'autore all'inizio del saggio, non conosciamo quasi più niente direttamente perché ci troviamo costantemente alle prese con problemi e notizie sempre più complessi, che coinvolgono un numero crescente di paesi e persone connesse tra loro, laddove noi abbiamo un'esperienza diretta, in prima persona o per racconto altrui, di un numero assai limitato di fatti; in una realtà moderna in cui e' sempre più facile manipolare l'opinione pubblica e distorcere le informazioni, forse i weblog sono uno dei pochi aiuti che abbiamo a disposizione.

E voi, cosa ne pensate?