mercoledì 18 aprile 2018

Gemelli? il valzer dei commenti

Sono mamma di due gemelli da poco più di nove mesi eppure già dalla gravidanza sono stata destinataria di commenti e domande di ogni tipo.
Non che non capiti alle altre donne incinte e neomamme ma, facendo il raffronto con la mia precedente maternità singola, mi sono accorta che, più figli si hanno (anche in successione, non per forza gemelli), più si è bersaglio della curiosità altrui.

Non parlo di parole gentili o domande ingenue, che con il senno di poi appaiano prive di senso anche a chi le pronuncia ma sono un modo gentile per attaccare bottone o dimostrare interessamento.
Anche io scherzavo con chi aveva un maschio ed una femmina, dicendo cose tipo: “Che bello, ora hai la coppietta!”, per poi pentirmi della mia affermazione priva di senso.
Oppure l’immancabile: “E’ bravo? Dorme di notte?” , per il quale non esiste risposta intelligente o ragionevole. 
Non mi risulta, infatti, che nascano neonati di indole “cattiva” che, per far dispetto ai genitori, mangiano troppo o troppo poco o li svegliano di notte e, soprattutto, con i bambini non c’e’ una routine del sommo duratura.
Questo tipo di commenti, comunque, mi pare innocuo.
Altri, invece, mi hanno infastidito, soprattutto perché ricevuti più volte.
Eccone una rassegna.

Durante la gravidanza:
-“Aspetti dei gemelli? Ah povera te! Anche una mia amica li ha avuti ed è distrutta, poverina, e’ una faticaccia!”
Della serie, grazie tante per l’incoraggiamento!
-“Aspetti dei gemelli? Meno male che non è successo a me, non sarei sopravvissuta/ sarei disperata!”
Eh quindi? Mors tua vita mea?!?
-“Gemelli? Dovrai fare il cesareo e ovviamente nasceranno prematuri e spesso hanno dei problemi perché troppo piccoli e….”
Riversare le tue ansie su qualcun altro, no, vero?!?
Comunque tranquilla, parto vaginale e bambini sani, seppur piccoli.
-“Gemelli? Oh povera, allora non potrai allattare!”
Magari neanche ci tengo e non mi pare una tragedia e comunque, chi la detto, scusa?
-“I gemelli proprio non mi piacciano.” 
Così, detto in modo perentorio e con faccia un po’ schifata.
Tranquilla, non sono mica tuoi/non sei tu ad aspettarli!
Commento ricevuto identico, da altra persona, anche dopo la nascita dei bambini, guardandoli.
-“Gemelli? Ma sei pronta? Perché sarà terribile, faticosissimo, non potrai più lavorare, uscire da sola, andare in bagno e costeranno tantissimo e…” altre 
previsioni catastrofiche del tipo.
Eh, in effetti è dura e la vita cambia, rispetto ad un solo figlio. 
Però non c’e’ bisogno di terrorizzarmi prima del tempo ne’ ci si può preparare alla vita da mamma di gemelli quindi…lasciami vivere serenamente inconsapevole! Perché vuoi farmi stare in ansia già prima?!?
-“Gemelli? Non è possibile, la pancia e’ troppo piccola. Sei sicura?” 
Hai ragione, meglio che cambi ginecologo. Mi faccio seguire da te?
-E il suo contrario (si sa, le dimensioni sono relative): “Gemelli? Ah ecco, con quella panciona per forza!”
In pratica mi stai dando della balena!? Grazie, eh!

Dopo la nascita.
-Guardando il passeggino doppio: “Ma sono fratelli?” 
Alla mia risposta affermativa, le varianti: “Ah, ma allora sono gemelli! Però non è possibile, mica sono uguali!” ; oppure l’ancor più arguto: “Ma sono entrambi suoi?”
Roba che non sai se spararle o sparire.
-“Che bello, dei gemelli!”, poi, un secondo dopo averli guardati bene, con il viso deluso: “Ah, sono diversi. Allora non sono gemelli, solo fratelli nati insieme!
Se lo dice lei…!
-“Gemelli? Ma avete fatto qualche cura?”
O la variante più scaltra, che però sotto intende lo stesso interrogativo: -“Gemelli? Ma avevate già gemelli in famiglia?”
Chiesto da perfetto sconosciuti o semplici conoscenti (perché se si trattasse di amici o parenti prossimi, non ci vedrei nulla di male).
Farsi i fatti propri? Ti aspetti davvero una risposta?
Un po' come se io ti chiedessi in che posizione hai concepito tuo figlio, quanto ci hai impiegato, con che frequenza avevi rapporti ecc., dopo averti incontrato per caso per strada o averti salutato qualche volta in giro.
Non è una questione un tantino personale?
Che poi ho capito, da queste simpatiche conversazioni, che chi lo chiede vuole solo una conferma che:
1.La gemellarita’ non è una malattia infettiva e dunque non toccherà anche a lui/ lei o ai propri figli (ovviamente partendo dal presupposto che sia un male);
2.avere due gemelli non è naturale. Perché la norma è un figlio solo per volta e le “povere sfigate” (secondo gli interlocutori, ovvio) che hanno gemelli se la sono cercata.
Beh, tranquilli, non è una malattia, non è infettiva e può essere sia una circostanza del tutto “spontanea”, anche se in famiglia non ci sono prossimi precedenti di gemelli (una prima volta dovrà ben esserci), sia frutto di stimolazioni ormonali.
Detto questo, non si capisce il motivo per cui dovrebbe importare a qualcuno o fare la differenza!!!
-“Per fortuna almeno una è femmina e non ti farà dannare/ rimarrà con te/ ti aiuterà”
E via con gli stereotipi, i pregiudizi e le preferenze di genere!
-“Gemelli? Va be’, dai, almeno in una volta sola ti sei tolta il pensiero!”
Scusa, il pensiero di cosa?!? Se ti riferisci al parto, ancora possa capire, altrimenti proprio no. 
E poi, detto così, suona come una specie di “contentino” di fronte ad una disgrazia. Ecco no, lasciamo perdere.
-“Gemelli? Allora non hai partorito naturalmente!”
Invece sì, ma anche se non fosse stato così, che cosa cambierebbe?
Ho per caso vinto qualcosa?!?
“Gemelli? Allora non hai allattato.”
Se lo dici tu…
Gemelli? Sarà dura ma almeno si faranno compagnia!”
Togliete “almeno” per favore, allora sì che accoglierò il commento con un sorriso!
-“Gemelli? Era il mio incubo, quando ho scoperto di essere incinta!” Oppure: - - “Gemelli? Ecco perché non voglio correre rischi con una seconda gravidanza!”
Sempre della serie: gemelli=disgrazia; mors tua vita mea.

E poi il terribile:
“Il lato positivo di avere dei gemelli è che almeno poi ti passa del tutto la voglia di avere altri figli”.
Commento mortificante, misogino e cattivello, oltre che falso.
Ho forse chiesto a te di mantenere i miei figli? Sto compiendo un crimine, mettendo al mondo dei bambini?
E soprattutto, cosa ti importa quanti figli ho o desidero?

La chicca, frutto di ignoranza pura: “Gemelli? Sono nati prematuri? Perché sai, i gemelli prematuri hanno tutti dei problemi mentali o di sviluppo!”

Alla mia rassicurazione circa lo stato di salute ottimo dei bambini e la spiegazione che la prematurita’ non comporta affatto automaticamente problemi: “Ah, adesso ti sembra così, ma non è detto, chissà quando cresceranno!”
Me ne sono andata prima di insultarla.

Infine, un commento che, ripetuto in più occasioni da una stessa persona, un giorno mi ha fatto proprio sbottare: “ Poverina, tre figli e due gemelli! E hai anche un lavoro! Sai che mi fai proprio pena, povera figliola, meno male che mia figlia non ha avuto gemelli e neanche io! È quasi una disgrazia. E adesso è nulla, vedrai come sarà difficile quando cresceranno!”
La terza volta che si è espressa in questo modo, le ho risposto che la sua esperienza, evidentemente negativa, non era affatto la regola.
Ora mi lascia in pace!

Che dite, bastano? Diciamo che con questo post mi sono un po’ sfogata di tutti i commenti discutibili che ho dovuto ascoltare!
So bene che, dal punto di vista di chi incontra una donna incinta o una neomamma, non è facile pensare a qualche parola o domanda intelligente.
Pero’ credo che a volte sarebbe meglio limitarsi ad apprezzamenti o congratulazioni, se ci si sente di farli, oppure ad un semplice ma efficace sorriso.



giovedì 5 aprile 2018

Nove mesi. Con voi tre.

Nove mesi

Sono già passati più di nove mesi, dalla vostra nascita prematura.

Nove mesi. Quasi non ci credo. E non perché siano volati, no. 
Perché sono sopravvissuta e voi, voi siete cresciuti così tanto che, come tutte le mamme, me ne stupisco ogni giorno.

Sono stato nove mesi sempre, costantemente, impegnativi.
A giorni, difficili, anzi difficilissimi. 
Perché  ai vostri bisogni ed alla stanchezza cronica, si sono sommati altri problemi, incidenti ed imprevisti.

Comunque siamo ancora qui e so che, se non scriverò ora, nero su bianco, qualche parola per voi, finirà che il tempo cancellerà i ricordi e sbiadirà i sentimenti. 
Allora scrivo.



Tu, piccola principessa mia, sei un vulcano di energia.
Nonostante il divario di peso e altezza con tuo fratello non abbia mai superato, rispettivamente, i 500 gr ed il centimetro e mezzo, sembri più grande.
Le tue espressioni, le tue scoperte e i tuoi movimenti.. sei sempre stata un passo avanti.
In genere, tuo fratello arriva a fare quel che fai tu quindici giorni dopo.
Poi ci riesce benissimo, a volte anche meglio.
Tu, però, nel frattempo sei già passata ad altro, con la tua sete di conquiste, e quindi non te ne importa nulla.
Sei buffa è tenerissima, quando sorridi agli altri e poi nascondi il viso sul mio petto o quello del tuo papà.
Sei sempre allegra ma riservi a noi ed ai parenti stretti, oltre che alle tue maestre, sorrisi, balbettii e risate, mentre sei più seria, attenta e diffidente con estranei o conoscenti.
Tuo fratello maggiore riesce a farti ridere di gusto come nessun altro, semplicemente avvicinandosi a te e guardandoti.
Con lui, hai imparato a fare le pernacchie e vi divertite un mondo!
A lui, riservi sguardi di ammirazione sconfinata.
La tua maestra ti ha subito definita “fedele” negli affetti ed ha colto nel segno.
Quando arriva la sera, sei tutta “ma ma ma ma ma..” e ti attacchi a me o al papà, senza che si possa uscire dalla stanza senza di te che gattoni dietro e protesti appena mi allontano , gridando a gran voce e con tono imperioso: “me me me me me..”!
Mangi di gusto, tanto, e sei molto golosa…tutta tua madre! 
Vuoi assaggiare qualunque cibo transiti sulla nostra tavola e pure ciò che cibo non è.
Batti le manine sul vassoio del seggiolone e muovi sempre i piedini, continuando a ripetere “me me me..”, non appena il cucchiaio si dirige verso la bocca di tuo fratello, anziché verso la tua.
Non hai ancora neppure un dentino, eppure mastichi pane, biscotti e pezzetti di pasta a volontà e non ti basta mai.
Decisamente, la pazienza non è il tuo forte, però sei molto autonoma nel gioco e di una curiosità insaziabile.
Non c’e’ nulla che abbia in mano tuo fratello che tu non voglia strappargli via, ciuccio compreso, per poi accantonarlo appena lo hai conquistato.

Lui a volte sopporta e ti sorride pure, lasciandoti fare e prendendolo come un gioco. Altre volte scoppia a piangere o urlare, finché qualcuno non arriva a ristabilire i ruoli e ridargli il ciuccio. Talvolta, adesso, si ribella e tu lo guardi stupita dalla reazione.
Inutile specificare che sei bellissima, la più bella bambina del mondo, per noi.
Di solito sei accomodante, però si capisce già che sei hai deciso, non c’e’ verso di distrarti e farti cambiare idea.
Di giorno i tuoi sonnellini  sono pochi e brevi, però la notte te la fai quasi sempre di filata e, se perdi il ciuccio, o stai senza o te lo rimetti da sola, senza proteste.
Insomma, sei proprio una donnina!



Tu, mio piccolo orsetto, sembri Ciccio bello, un bambolotto pelato biondo e dagli occhi azzurro ghiaccio, ma per nulla freddi.
Il tuo, è un sorriso che conquista tutti, al primo colpo.
E tu sei furbo, lo usi come un’esca: sorridi e ti prendono in braccio. 
Se proprio non funziona, lanci strilli acuti e piangi con la faccina raggrinzita e il labbro inferiore in giù, perfetta rappresentazione della disperazione infantile.
E ti prendono in braccio.
Immediatamente le lacrime cessano e sorridi di nuovo, in modo dolcissimo.
Perché tu sei un coccolo. 
Aperto e socievole, stai in braccio a tutti, purché ti guardino, e adori essere circondato da gente.
In braccio puoi stare tranquillo per ore, soddisfatto e felice.
Solo in braccio però. Guai a metterti giù!!!
Non so se sia carattere o il retaggio della TIN, comunque sei un bambino ad altissimo contatto.
Non ti interessa essere circondato da giochi e assaggiare e toccare tutto, come fa invece tua sorella. 
Tu prendi in mano un oggetto e lo osservi e assaggi a lungo, concentratissimo.
Solo quando hai carpito tutti i suoi segreti, passi ad altro.
Raramente ti ribelli quando tua sorella, mossa dalla curiosità, ti sottrae giochi o ciuccio. Più spesso lo prendi come un gioco o piangi finché non veniamo a salvarti!
Sei tenace, tanto che quando hai deciso di metterti in piedi, ci hai provato per un giorno intero, fino a riuscirci. 
Idem per scavalcare il primo scalino o altre piccole conquiste.
In questo periodo sorridi facendo la linguetta a tutti!
Il latte, che pure hai sempre faticato a digerire, ti piace sempre tantissimo e vivresti di quello. O di yogurt. 
Il biberon lo afferri con due mani e te lo tieni saldamente in bocca, fino a che non lo hai finito e anche oltre. Guai a mostrartelo se non è il momento…grida assicurate finché non arriva alla tua bocca…e che sia bello pieno!

Tu, che hai già tre dentini, ami soprattutto latte e pappine…scommetto che, potesse accorgersene, tua sorella ti darebbe dello sciocchino per questo, lei che vorrebbe tutti cibi da masticare.
Dormi molto e spesso, ma da qualche mese, ormai, non per una notte intera che sia una, svegliandoti spesso con pianti e urla, finché non ti ridiamo il ciuccio e facciamo due carezze.
E niente, speriamo che sia solo una fase ormai quasi terminata!

Siete gemelli ma diversi, non solo caratterialmente.
Tu, principessa, hai i miei capelli castani e gli occhi verde-nocciola miei e di tuo fratello grande, con manine più magre e dita lunghe.
Tu, orsetto, gli occhi di tuo padre e i capelli biondi di tuo fratello grande, anche se per ora pochissimi, come era lui. Le manine robuste e forti.
Il visetto tondo tondo è uguale a quello che aveva tuo fratello, però il sorriso di quest’ultimo è quello di tua sorella.
Vendendovi tutti e tre, non c’e dubbio sul fatto che siate fratelli!

Entrambi gattonate bene e vi tirate in piedi, arrivando in ogni angolo della casa e sotto ogni tavolo.
Al punto che vostro padre, contrario a box e “recinti” di plastica, dopo un pomeriggio con voi, ha parzialmente capitolato ed è corso a comprare e montare un cancellato sulla scala!

Quanto a te, ricciolino, hai affrontato gli ultimi nove mesi con molto coraggio e tantissima pazienza.
Con i tuoi fratellini, a parte protestare, a ragione, quando ti strappano i capelli, non perdi mai la calma. 
Sei più bravo di me, che dopo mezz’ora di pianti doppi ininterrotti, la perdo spesso.
Con loro sei dolcissimo e disponibile e mi aiuti quando sono sola.
C’e’  qualche capriccio e atto di disobbedienza in più del solito, ma meno di quanto ci aspettassimo, visto i molteplici cambiamenti a cui hai dovuto far fronte.
Sei cresciuto e i tuoi ragionamenti, sempre molto giudiziosi ed intelligenti, a volte sembrano quelli di un adulto.
A meno che non ti si chieda di fare i compiti a casa, che proprio non digerisci.
Poi basta giocare o farti stare in compagnia di un amichetto e torni un bambino super esuberante, come è giusto che sia.
I tuoi riccioli biondi sono sempre folti e belli, l’allegria ed il sorriso non ti mancano, il fisico magrissimo e nervoso, non ti fermi mai ma ami ancora, per fortuna, le nostre coccole, le storie della buona notte e stare nel lettone a chiacchierare.
Continui a non bere latte, mai, e a colazione bevi acqua naturale, insieme a pane e Nutella o torta al cioccolato o biscotti tipo Pan di stelle.
Il mio giudizio è di parte, d’accordo, ma sono davvero certa che tu sia il miglior fratello maggiore che loro potessero desiderare!


giovedì 22 marzo 2018

Consigli di Mamma Avvocato: creme per il cambio ed ossido di zinco

Post NON sponsorizzato. Tutti i prodotti indicati nel post sono stati scelti ed acquistati autonomamente, senza omaggi o sconti.

I miei gemelli stanno per compiere nove mesi.
9 mesi di cambi di pannolini, con una media di sei al giorno per ciascuno + 2 anni e 2 mesi totali di cambi di pannolino del ricciolino, dalla nascita allo spannolinamento.
Un arco temporale abbastanza lungo da aver acquisito una certa esperienza, mia malgrado, in tema di irritazioni cutanee, arrossamenti e relative cremine protettive e lenitive.
Peccato che, entrando in un qualunque negozio di articoli per l'infanzia, l'offerta di prodotti sia talmente vasta da spiazzare.
Ecco allora cosa ho imparato io, nella speranza di essere utile a qualche genitore alle prime armi.
A parte, ovviamente, che le creme per il cambio imbrattano senza ritegno, soprattutto mani e vestiti dei malcapitati genitori e che il tubetto finisce sempre quando se ne ha più bisogno, oltre a costare un botto e piacere tanto ai bambini come "succhiotto" vietato!



1- gli ingredienti ritenuti nocivi sono ormai esclusi praticamente da tutte le creme per il cambio più comuni in commercio, che infatti recitano: "senza parabeni, senza ftalati " , "senza conservati", "senza olio minerali" ecc.
Per alcune, l'elenco dei "senza" si allunga ma, non essendo io una chimica o una farmacista, devo ammettere che, probabilmente sbagliando e per la fretta, non mi ci soffermo più di tanto, confidando in normative e controlli.
Se potete, però, informatevi e leggete con attenzione. 

2- molte creme vantano la presenza di elementi 98% o altre alte percentuali di sostanze di origine naturale. Una dicitura che mi spiazza sempre perché, in fondo, ben poco in questo mondo non ha una origine, seppur lontana, in natura e comunque è talmente generica e indefinita da non fornire precise indicazioni. Insomma, è diverso da una certificazione biologica riconosciuta.
Se però la dicitura si riferisce alla presenza di estratti di erbe o fiori o altre sostanze vegetali, ben venga, a patto di controllare eventuali allergie.
In questo senso, segnalo che la linea Eco-bio Baby&Kids di Apivita (acquistata in farmacia) stando al bugiardino, usa estratti bio ed il 100% di sostanze naturali.

3- la percentuale di ossido di zinco. Finora tutte le creme da me provate lo contengono e, in effetti, questa è l'unica informazione che ritengo utile in caso di irritazioni cutanee in corso.
L'ossido di zinco, infatti, sembra svolgere una azione antinfiammatoria, antisettica, lenitiva, e astringente, oltre a fungere da barriera ai raggi del sole e agli agenti esterni.
Su consiglio della pediatra dei bambini e della mia allergologa, infatti, in caso di irritazioni uso la  crema con la più  alta percentuale di ossido di zinco.
La stessa crema mi serve per miei e loro episodi di  eczema allergico e manifestazioni nei bambini di dermatite atipica.
La pediatra mi ha consigliato la Milsana, che ne ha il 50%, tuttavia io non sono riuscita a trovarla nelle farmacie e negozi vicini, così mi sono fatta confezionare una crema ad hoc dalla farmacista di fiducia.
Tra le creme provate, la più alta percentuale di ossido di zinco si trova nella Baby Foille, 27%.
Tutte le altre ne hanno il 10%. 
Io alterno quelle al 50 e 27% in caso di irritazioni in corso, tornando a quelle con il 10% di ossido di zinco per il mantenimento.

4- la facile spalmabilita' sembra essere inversamente proporzionale alla percentuale di ossido di zinco contenuta. Più ossido c'è, più la crema è pastosa e difficile da spalmare, lasciando le caratteristiche "striature bianche" sulla pelle,  ma anche più efficace e persistente. Insomma, scomodo e fastidioso ma utile.

5- la profumazione varia in base agli ingredienti, anche se in genere è abbastanza neutra, per non infastidire i bambini. Per me la migliore è quella della della Ecobio Baby&Kids di Apivita, perché  lascia un sentore persistente di calendula e miele che è veramente piacevole, anche se risulta molto pastosa è difficile da spalmare.
La Mustela, invece, è in assoluto quella piu' morbida e che si spalma meglio, seguita a ruota dalla Babygella.
La pasta di Fissan e ' un classico che già mia madre usava per me e i miei fratelli, abbastanza pastosa e dalla profumazione neutra ma la migliore per rapporto qualità - prezzo, nei miei acquisti.

Purtroppo non ho ancora avuto occasione di  provare la crema cambio della Euphrida, marca che, per la presenza di amido di riso, lenitivo e astringente, ho sempre utilizzato moltissimo per i solari e per i detergenti per il bagnetto e la doccia, sia dei bimbi che mio, visti i miei numerosi problemi di allergie ma che non trovo nei supermercati.
Vi aggiornerò se e quando la proverò.
E voi, cosa consigliate e perché?

N.B. Il presente post non ha valore di consiglio medico ne' esprime evidenze scientifiche. Si tratta unicamente del parere personale di una mamma priva di particolari competenze in campo medico o farmaceutico.



martedì 20 marzo 2018

Le letture del ricciolino biondo: "I miei numeri magici"

Post sponsorizzato
Il ricciolino ha iniziato quest’anno la scuola primaria, mostrando una particolare predilezione per la matematica.
Non sappiamo se il motivo sia un colpo di fulmine con i numeri o, semplicemente, il fatto che sia la materia in cui lo fanno colorare meno, attività che lui detesta!
In ogni caso, al momento i compiti di matematica sono quelli che svolge più volentieri.
Inoltre, sta imparando a leggere le date e le ore, immergendosi nella magia dei numeri (e nella tirannia del tempo!)

Il libro illustrato “I miei numeri magici”  di The Story Tailors”, un’azienda spagnola che si occupa di libri personalizzati per bambini, è  stato dunque un regalo perfetto per lui. 




Si tratta di un albo personalizzato, nel quale inserire come protagonista un personaggio con caratteristiche fisiche simili a quelli del bimbo o della bimba destinatari (una combinazione di colore di occhi e capelli e sesso) ed al quale dare lo stesso nome.

I numeri magici narrati nel libro sono quelli di una data, scelta da chi personalizza il libro, che sia speciale per il piccolo protagonista.
Può trattarsi della data di nascita, ma anche del giorno della nascita di fratellini/ sorelline, dell’onomastico, del battesimo ecc.





Scelta la data e, volendo, inserita una bella dedica, il libro è pronto: il protagonista parte all’avventura, facendo tanti incontri con altrettanti animali o amici, legati ciascuno ad un numero.
Scopre così, cammin facendo, il significato dei suoi “numeri magici”.

Le illustrazioni sono allegre e molto colorate, il lessico abbastanza ricercato, le avventure hanno tutte una morale, le ambientazioni varie ed i personaggi sono simpatici ed il libro, in formato A4 orizzontale, è disponibile sia con copertina morbida che rigida, ha 58 pagine spesse (viene utilizzata carta ecologica da170 gr. ) lucide, piacevoli al tatto.

Al ricciolino, che inizia ora a leggere in stampatello minuscolo, è piaciuto moltissimo.


Come avrete visto dalle foto, io questa volta ho scelto la versione in lingua francese, apprezzando questa possibilità per favorire il bilinguismo del ricciolino.
Le altre lingue disponibili sono l’italiano, l’inglese (USA e GB), lo spagnolo, il catalano, il tedesco ed il giapponese.
La consegna è stata rapida (con DHL) e puntuale e, soprattutto, è stata altrettanto semplice e veloce la creazione del libro.



È stato infatti sufficiente andare al sito internet www.imieinumerimagici.it  , inserire nome e data prescelta, scegliere tra le alternative le fattezze del protagonista e..voila', l'anteprima da sfogliare era pronta!
A mio parere, il libro (prezzo base, Euro 26,90) è consigliato per i bambini dai 4/5 anni, che già conoscono i numeri e apprezzano storie un po’ più lunghe e complesse di quelle dei primi libretti.







P.s. Se invece, anziché sui numeri, preferite puntare sulle lettere, rileggete questo mio post sul libro personalizzato “La magia del mio nome” (per Pasqua, con uno sconto speciale del 30 % con il codice EAS30, valido fino al 23.03.2018 incluso).

lunedì 12 marzo 2018

Mamma Avvocato in cucina: Crêpes dolci e salate!

Mamma Avvocato in cucina: Crêpes dolci e salate!

Settimane uggiose e stancanti, nervosismo e voglia di coccole.
E allora, cosa c’è di meglio di una crêpe bollente?!?

Noi domenica ci siamo dedicati una merenda sinoira a base di crêpes, salate e dolci, in compagnia di amici.
Il bravissimo cuoco è stato l’Alpmarito, la ricetta originale per la pastella è di sua madre, le dosi che troverete indicate di seguito, invece, sono frutto del suo arrangiamento.


Pastella per 4 crêpes:

3 uova
100 gr di farina 0 o 00
3 tazzine da caffè di latte
3 cucchiai di burro fuso
Zucchero e sale quanto basta

Mischiate tutti gli ingredienti per preparare la pastella, in una ciotola dai bordi alti, aiutandovi con un cucchiaio e una frusta a mano, in modo che diventi un composto omogeneo.
Potete lasciarla riposare un’ora, oppure no: noi non abbiamo notato differenze tra il primo giro di crêpes, con pastella fatta riposare, ed il secondo, con cottura quasi subito dopo la preparazione.
Scaldate la pentola e ungetela con un ricciolo di burro, mettetevi uno strato non troppo spesso, ma neppure trasparente, di pastella, utilizzando un cucchiaio.
Stendetela con l’apposito strumento di legno (foto sotto) e, appena inizia a cuocere, aggiungete il ripieno e chiudete a metà, girate là crêpe con l'aiuto di una spatola  per farla cuocere bene su entrambi i lati e poi ripiegatela ad un quarto, facendo dorare la crêpe sul fuoco.
Mi raccomando, fuoco bassissimo!!!



Noi abbiamo preparato le crêpes salate con speck e brie e con cotto e un formaggio tipo toma.





Per quelle dolci, invece, abbiamo scelto Nutella,marmellata di frutti di bosco e  miele di acacia.



Buonissime!!!
Il ricciolino biondo si è pappato tre crêpes alla Nutella, con la promessa di ripreparargliele presto per una gustosa merenda!

martedì 6 marzo 2018

La TIN: un'esperienza indimenticabile


La TIN: una esperienza che lascia il segno.


I miei gemellini sono nati a 35 settimane + 3 giorni, a causa di un arresto di crescita del maschietto.
Sono dunque dei bimbi prematuri anche se, per fortuna, con una prematurita’ lieve poiché, avendo superato l’importante traguardo delle 35 settimane di gestazione (con la terapia cortisonica a 34 settimane, quando minacciavano di nascere),  e non avendo altre patologie, sono nati con piena autonomia respiratoria.
Non hanno dunque avuto bisogno di ossigeno e, pur essendo entrambi piccolini (2200 gr  la mia bimba,1670 gr. il mio bimbo), la femminuccia ha trascorso solo una notte (immediatamente dopo la sua nascita) in culla termica, mentre il maschietto ha trascorso due giorni in incubatrice, restando per in TIN qualche giorno.

Poter abbracciare un figlio subito dopo il parto sembra scontato, naturale. 
Così mi era sembrato con il ricciolino.
Con i gemellini, ho scoperto che,invece, è un dono immenso.
Li ho visti e salutati subito ma solo per un istante.

Quando mi sono risvegliata dall’anestesia ho dovuto rimanere immobile a letto e ho potuto tenere in braccio la mia bambina solo una decina di ore dopo.
Ore annebbiate e stanche ma anche lunghissime.
Il mio piccolino, invece, ho potuto rivederlo solo il giorno ancora successivo, in terapia intensiva neonatale, dopo aver guardato in lacrime due foto sul cellulare.
La prima volta che sono potuta andare da l'io ho solo pianto, non osando neppure aprire lo sportellino per toccarlo.
Quando, finalmente, mi hanno invitato a farlo e, dopo poche ore, a tenerlo in braccio e dargli il latte, un po’ con il biberon ed un po' con il sondino, è stata una emozione incredibile.
Ogni volta che accedevo al reparto, lo vedevo così piccolo e fragile (con il calo fisiologico dei primi giorni, più importante nei prematuri, era sceso a 1500 gr): stava a pancia in su nella sua culletta, in tutine taglia 00 comunque enormi per lui e avvolto dalle copertine come in un bozzolo, gli occhietti i primi giorni quasi sempre chiusi.
Mi sentivo impotente, incapace, impaurita.
La sua crescita, la sua cura, non dipendevano da me.
È stato il personale della terapia intensiva neonatale di Torino, la TINO, che mi ha fatto comprendere quanto la presenza mia e del papà fosse preziosa per lui, quanto lui avesse bisogno di noi e del mio latte, se e nella quantità in cui fossi riuscita a produrlo.

Il mio bimbo ha trascorso in TIN solo 13 giorni.


Nulla, rispetto ai mesi di ricovero che vi trascorrono i neonati gravemente prematuri o malati ed i loro genitori.
Nulla, rispetto all’arco di una vita o, anche solo, alla prima infanzia di un bambino.
Una eternità, nella percezione mia e del suo papà.
13 giorni, di cui sette trascorsi ricoverata due piani più sotto, con la piccolina ma lontano dal mio bimbo “grande”, gli altri lontana da lui, ad andare e venire per stare insieme almeno un paio d’ore, lasciando fratellone e sorellina a casa con la nonna.

Quei giorni di TIN hanno lasciato il segno, su di me come, ne sono certa, su tutti i genitori che hanno varcato le porte di un reparto di terapia intensiva neonatale, per una manciata di giorni come per lunghi mesi.

L’esperienza della TIN è difficile da spiegare, impossibile descrivere efficacemente le sensazioni e le emozioni, positive e negative, che si provano.
È come entrare in un’altra dimensione, dove paura, dolore, speranza e gioia, convivono e si alternano continuamente.

Il suono dei tanti monitor di controllo dei bimbi, gli schermi che mostrano i parametri vitali, i genitori dagli occhi stanchi eppure pieni di vita e di speranza che siedono accanto a culle ed incubatrici, o camminano per i corridoi.
Il silenzio e, contemporaneamente, il rumore continuo.
Le mamme che tirano il latte nelle apposite stanze, contrassegnando il botticino con il nome del loro bambino, gli incontri con i medici e gli specialisti, 
le foto nella saletta per i genitori..
Foto di creaturine piccolissime, così fragili eppure così forti e combattive, a fianco di quelle degli stessi bimbi, diventati “grandi” come i loro coetanei non prematuri. Foto accompagnate da biglietti di ringraziamento.
Quelle foto mi hanno rincuorato, come i sorrisi di incoraggiamento e gli sguardi di comprensione di tutte le mamme ed i papà incrociati in quei giorni in reparto e le parole misurate e competenti dello staff dei medici e delle infermiere.

Ho imparato molto da questa esperienza: l’aiuto prezioso di due chiacchiere o anche solo dello sguardo di una persona che ha vissuto una esperienza simile, la differenza quasi miracolosa che può fare un giorno in più nella pancia della mamma, l’importanza di poche gocce di latte o della capacità di 
suzione autonoma, la straordinaria spinta alla vita che la presenza della mamma o del papà rappresenta per un bambino, il conforto profondo del contatto pelle a pelle e della voce “di casa”.
Ho capito la forza ed il coraggio di genitori alle prese con problemi gravissimi o situazioni fragilissime, ben lontane dalla nostra, eppure capaci di sorridere ai loro bimbi e lottare con loro, trovando anche il tempo per incoraggiare altri genitori smarriti.

Prima, quando mi raccontavano di neonati prematuri, annuivo e cercavo di immaginare, ma non comprendevo davvero cosa provassero i loro genitori.
Ora so di non sapere cosa significhi avere un figlio nato troppo presto, prestissimo, trascorrere mesi in TIN, magari portarlo a casa attaccato all’ossigeno e poi alle visite di follow up.
Ho provato, però, cosa significa avere paura per il proprio figlio prima ancora che nasca, perché qualcosa non quadra, perché è troppo presto e le incognite sono tante.
So cosa significa entrare in TIN, sedersi accanto ad una incubatrice senza poter abbracciare il proprio figlio e attendere la notizia che ha assunto, in un modo o nell’altro 10 ml di latte o guadagnato 10 gr di peso, esultando per tali traguardi come se avessi vinto alla lotteria.
Seppure, fortunatamente, solo per pochi giorni.

Pochi giorni di vita sospesa.
Quando niente di quello che accade fuori dal reparto è importante.

So cosa significa vederlo imparare a che cucciare dal biberon, prendere peso e finalmente, un giorno, sentirsi annunciare che può tornare a casa.
Che è pronto.

Non lo dimenticherò mai, così come ricorderò con gratitudine il TINO ed il suo personale.