mercoledì 26 settembre 2018

Perchè andare al mare a Grado con i bambini: 10 motivi per scegliere il Friuli Venezia Giulia per una vacanza in famiglia

GRADO, in Friuli Venezia Giulia, è stata la meta delle nostre vacanze al mare di quest'anno ma non per la prima volta.

Perchè scegliere Grado per le vacanze al mare con i bambini? Ecco  10 motivi  per scegliere Grado ed il Friuli Venezia Giulia per una vacanza in famiglia. (post NON sponsorizzato)

1) Nel 2018 Grado ha raggiunto il record nazionale di bandiere blu, ottenendo, con le sue spiagge principali, comprese quelle della pineta, la 30esima bandiera blu.
L'acqua, infatti, è pulitissima, così come mi sono sembrate molto pulite le spiagge in concessione.
Un pò meno le zone libere ma comunque accettabili anche con i bambini (ovvero, non si troveranno a raccogliere rifiuti da terra).




In una spiaggia libera di Grado Pineta


2) La caratteristica principale del mare di Grado (pineta e paese), è il suo fondale basso, che si mantiene tale per molti metri dalla riva. E per basso intendo che ad un adulto arriva al massimo alla vita, dopo aver camminato un pò e nei momenti di alta marea.
Questo aspetto, se può essere scocciante per chi ama nuotare a lungo,  significa però che anche con i bambini piccoli la balneazione è facile e sicura ed il mare non incuote paura.




3) Le spiagge sono sabbiose e ampie. Molto ampie. Così come i bagnasciuga.
Ovvero, niente affollamento!!!
Questo consente ai bambini di giocare a palla, a racchettoni, costruire castelli, scavare buche e piste per le biglie ecc.m, senza infastidire i vicini di ombrellone ed ai genitori di chiaccherare senza essere importunati dai discorsi altrui.



Il bimbo con la bandana gialla è Orsetto !





In anni di frequentazione, tra spiagge libere e stabilimenti balneari, che fosse giugno, agosto o settembre (luglio mi manca), non mi sono mai trovata a gomito a gomito con vicini o nell'impossibilità di stendere tutti gli asciugamani che volevo, per mancanza di spazio.
Niente a che vedere con le mie esperienze in Liguria (che, per carità, ha altri pregi)!

Il "nostro" stabilimento al tramonto
4) Il costo di sdraio ed ombrelloni è contenuto, rispetto ad altre località e Regioni.
Noi questa volta abbiamo scelto lo stabilimento AIRONE, a Grado Pineta, pagando 10 Euro al giorno per due sdraio ed un ombrellone in terza fila. Sarebbe stato 15 nelle prime due file.
Negli stabilimenti dei dintorni, il prezzo era analogo o, al massimo, 15 Euro per le file da tre in poi e 18 per le prime due.
Vi è anche una zona piscine, zona giochi per i bimbi piccoli, possibilità di noleggiare pedalò e canoe e ristorante/pizzeria.
Noi vi abbiamo mangiato una volta, bene, ma ad un prezzo secondo noi eccessivo, considerato l'allestimento spartano e quanto abbiamo ordinato.
 E' comunque dotato di seggioloni per bambini e, particolare che mi è piaciuto moltissimo, di un angolo lettura appartato con tanti libri per adulti e bambini a disposizione dei clienti!

I giochi per i piccoli dello stabilimento


Una parte dell'angolo lettura



5) Vi sono piste ciclabili e zone pedonali ovunque.
A Grado, a Grado Pineta, tra l'una e l'altra, verso Aquileia, verso Monfalcone, verso le vicine riserve naturali, sul lungomare, come collegamento tra i numerosi campeggi  e Grado e/o le spiagge ecc.
Muoversi solo in bicicletta, anche con i bambini, non solo è possibile. E' facile.
Peraltro, non c'è una salita neppure a pagarla e voi capite bene che venendo da una regione montuosa e priva, ahimè, di piste ciclabili degne di nota, significa molto!
Un tratto della passeggiata lungomare di Grado città
Una delle piazzette di Grado città

Le zone più belle di Grado sono comunque la zona "vecchia" ed il porticciolo,  incantevoli.
Quest'anno non abbiamo avuto modo di passeggiarvi tranquilli ma negli anni scorsi sì e ve lo consiglio (anche per mangiare).

Lungomare di Grado città

6) I parchi giochi sono tanti e ben tenuti. 
Praticamente tutti gli stabilimenti balneari sono dotati di giochi per i bambini, così come vi sono parchi giochi in spiaggia, in pineta e nella cittadina di Grado....



  tra cui il grandissimo parco giochi nella zona di Città Giardino, sul lungomare di Grado
 Parco giochi di Città Giardino
                         .....e il parco giochi al limitare delle spiaggie di Grado Pineta (nelle ultime due foto).

7) Le sistemazioni possibili sono varie: dagli alberghi moderni a quelli più datati, dalle case in affitto ai campeggi, per tutte le tasche.
Di questi, noi abbiamo soggiornato più volte nel Camping Al Bosco, a Grado Pineta, dotato di parco giochi, bungolows e casette per chi non vuole usare la tenda, affaccio diretto al mare, spiaggia attrezzata, ristorante/pizzeria, piscinetta ecc. e recentemente rimodernato.

8) Grado è tranquilla.
Ci sono, volendo, discoteche e locali divertimenti in paese, ma stando a Grado Pineta e non solo, si può dormire nel più completo silenzio già alle nove di sera. E quando si hanno figli piccoli e molto sonno arretrato, è certamente un pregio!!!



9) La quantità notevole di spiagge libere e le passeggiate possibili.
Anche qui, mi sorge spontaneo il paragone con la Liguria (non conosco Toscana ed Emilia Romagna, nè le spiagge del Sud Italia), in cui trovare spiagge libere in cui stendere un asciugamano è una missione impossibile. No, a Grado neklle spiagge libere ci si può anche piantare l'imbrellone e portarsi le sdraio, tranquilli!






Con il passeggino, poi, si possono percorrere chilometri nel lungomare che costeggia tutta la pineta e unisce Grado Pineta a Grado città, nonchè lungo il porticciolo ecc. oppure camminare per chilometri sul bagnasciuga,osservando granchietti e paguri, gabbiani e non solo, e sempre respirando moltissimo iodio, che pare faccia molto bene alla salute (a noi, evidentemente no, se volete sarpere perchè leggete qui) e osservando gabbiani.

Non perdetevi "l'isola dei gabbiani", una zona della laguna, nei pressi della spiaggia del Camping al Bosco, dopo il molo, ove potete osservare gli uccelli e cercare i paguri, oltre che arrivare dove l'acqua è davvero cristallina e decisamente più fonda (in genere comunque un adulto tocca o poco ci manca).





10) La possibilità di una vacanza "non solo mare".
I dintorni di Grado offrono davvero di tutto, dalle cantine in cui degustare ottimo vino, alle caratteristiche "osmize" in cui assaggiare piatti saporiti, alle gite in barca in laguna, alle pedalate e camminate nelle riserve naturali, al birdwatching, alle mete culturali e storiche, da Palmanova ed Aquileia, al Castello di Miramare, ai numerosi musei di Trieste, al cantiere navale di Monfalcone, a Trieste stessa (di cui avevo già parlato qui)...insomma, non c'è da annoiarsi, che piova o ci sia il sole
A cosa fare a Grado e dintorni con i bambini, dedicherò un altro post!
Intanto, per un assaggio, potete leggere qui per le nostre impressioni sul Museo Civico di Storia Naturale di Trieste, qui per la Grotta Gigante, qui per il Faro della Vittoria ed il Museo dei Treni e, infine, qui per la gita in barca all'Isola di Barbana, qui per l'Immaginario Scientifico di Trieste e infine qui per il magnifico Castello di Miramare.

Dove terminano le spiegge di Grado, al limitare della pineta.

Cosa non mi è piaciuto?
Perchè sì, qualcosa c'è.
1) Le docce sempre a pagamento, con gettoni o monete da 20 centesimi.
Non tanto per la spesa, pressochè irrisoria, ma per la scomodità di dover mettere da parte i 20 centesimi o cercare i bagnini per i cambi gettone, nonchè per la durata ridicola del getto di acqua calda, insufficiente anche per una doccia veloce, a mio parere.
2) Le zanzare, comunque meno di quanto ci aspettassimo ma pur sempre presenti. D'altronde,è una zona lagunare.
3) Le alghe ed l'acqua non limpida. Purtroppo Grado, zona lagunare, ha un fondale scuro e, nonostante le spiagge siano pulite e le alghe vengano raccolte, vi sono tantissime piante sul fondale, che rendono l'acqua non limpida e possono infastidire tanto i bambini (almeno, nel nostro caso il ricciolino le detestava, mentre ai gemelli erano indifferenti).
Insomma, niente a che vedere con il mare di Sardegna o Corsica, però va puntualizzato che non si tratta affatto di alghe nocive ma di una risorsa per l'ambiente: la massiccia presenza di piante nel mare di Grado funge da sistema antierosivo dei fondali e delle sabbie, creando un ecosistema unico e prezioso, che negli ultimi anni viene gestito, reciclato e valorizzato.
In altre parole, anzichè sintomo di incuria, è sintomo di qualità dell'ambienete o, perlomeno, così ho compreso io dalle spiegazioni reperite in pineta e  di quanto letto alla Riserva Marina di Miramare.





lunedì 24 settembre 2018

QUANDO SIAMO IN DUE

Quando siamo in due

 

Quando siamo in due, la mattina è meno pesante sistemare i bambini in auto e partire per scuola e nido.
Perchè le scale con bimbo in braccio le faccio una sola volta e i giri per caricare la macchina di sacche, borse e cartelle di lavoro, diminuiscono da tre a due.
Perchè mentre uno sistema la cucina, l'altro può rifare il letto, senza sottrarre il doppio di minuti preziosi al conto alla rovescia per l'uscita di casa, che la mattina i minuti mancano sempre.

Quando siamo in due, spesso a pranzo mi tocca cucinare e impego un'ora per un pasto che in genere mi sbrigo in 15 minuti netti.
Però altre volte cucina lui e comunque due parole in tranquillità tra adulti, riusciamo a scambiarcele.

Quando siamo in due, si può andare in bagno con la porta chiusa.

Quando siamo in due, portare il ricciolino ad allenamento non è un problema.

Quando siamo in due, posso portare i gemelli ai giardinetti senza l'ansia di perderne uno o che entrambi si lancino ingiochi spericolati, su due strutture diverse.

Quando siamo in due, il passeggino nei tratti brevi può rimanere in auto e Orsetto e Principessa possono camminare.

Quando siamo in due, è più facile andare dalla pediatra, nel cui ascensore non entra il passeggino doppio.

Quando siamo in due, la spesa grossa al supermercato con i tre bambini è una delle incombenze settimanali, non una delle sette fatiche di Ercole.

Quando siamo in due, posso andare ai convegni, perchè i bimbi al nido puoi andare a prenderli lui, che ha i seggiolini-auto montati e non vede la missione come "impossibile".

Quando siamo in due, il ricciolino può godere di momenti di attenzione esclusiva.

Quando siamo in due, possiamo andare in montagna con i bambini a camminare, che è la cosa che ci piace di più fare.

Quando siamo in due, svegliare i gemelli dal riposino pomeridiano, dare loro la merenda, cambiarli e andare a prendere il ricciolino a scuola, è sempre una corsa, ma più umana che da sola.
Perchè uno può rimanere in auto mentre l'altro corre all'uscita.
Quando siamo in due, la cena dura sempre troppo, però il dopo cena è più facile, perchè mentre uno lava Orsetto e Principessa e li prepara per la notte, l'altro può spreparare la tavola, lavare i piatti e pulire la cucina. 
E magari si riesce anche a sentire un tg o il ricciolino che legge ad alta voce.

Quando siamo in due, per le nove i bimbi sono quasi sempre a letto, mentre se sono sola, ci metto anche mezz'ora in più.

Quando siamo in due, diventa possibile pensare di uscire per un pasto fuori o andare da amici o a qualche festa di paese. Oppure si può portare il ricciolino a letture ad alta voce o a teatro. 
Perchè talvolta lo faccio anche da sola , ma che fatica assurda!!!

Quando siamo in due, è tutto un pianificare, prendere decisioni e discutere strategie comuni.
E poi c'è sempre qualcosa da aggiustare che era rimasto indietro e così si finisce per non potersi fermare mai.
Finisce che non c'è mai tempo per la coppia.

Quando siamo in due, nonostante spesso sia difficile, mi sento meno sola.

Quando siamo in due, assurdamente, siamo più in ritardo che quando sono sola.
Quando siamo in due, inspiegabilmente, siamo più in ritardo che quando sono sola.

Restano due problemi, oltre a quello (in fondo trascurabile) dei ritardi:
  1. io ormai mi sono creata una routine ed una organizzazione fatta per reggere sulle mie spalle l'essenziale e a fatica tollero deviazioni dal mio modo di affrontare gli impegni e le incombenze;
  2. quando siamo in due...accade troppi pochi giorni e, quando succede, la mole di impegni rimandati a "quando siamo in due" e la stanchezza accumulata rendono difficile mantenere calma e armonia.
E niente, una soluzione ancora non l'abbiamo trovata.

Sì, a volte la nonna fa le veci del "secondo" ed è di grande aiuto, a volte qualche "recupero" da/per scuola e/o allenamento del ricciolino lo fanno il nonno e la nonna, però per molti versi, come è d'altronde giusto che sia, non è la stessa cosa che quando siamo in due, io e lui.

Voi? Cosa cambia quando siete soli a gestire i figli/casa/lavoro/impegni extrascolastici e quando siete in due? Siete quasi sempre sole/i o in due?

giovedì 20 settembre 2018

Escursioni con bambini e passeggino: al Rifugio Benevolo, in Val di Rhemes (AO)

Orami da qualche tempo vi propongo passeggiate, testate personalmente, percorribili anche con passeggino e dunque adatte a bambini di ogni età, nonchè spesso alle MTB.

Questa volta, voglio raccontarvi della gita al Rifugio Benevolo, in Val di Rhemes (AO) 

Perchè?

Perchè è immersa in una oscenario montano incantevole, ai confini con il Parco Nazionale del Gran Paradiso (di cui ho già paralto anche qui e qui).


perchè non è tutta pianeggiante (circa 400 mt di dislivello positivo) ma neppure troppo impegnativa,

perchè si può percorrere senza rischi con passeggini e bimbi piccoli in circa 2 ore all'andata e più o meno altrettanto al ritorno,

 percorrendo una larga e ben tenuta strada sterrata (chiusa comunque al traffico veicolare, salvo che per gestori del rifugio ed alpeggi),




oppure si può optare per il più breve (e sicuramente piacevole) sentiero, segnavia n. 13 ed arrivare al rifugio in circa 1 ora, massimo 1 ora e 30 minuti, sempre senza particolari pericoli per i bambini,
(trovate una descrizione più particolareggiata della salita dal sentiero, con bambino, in questo mio precedente post)

le scorciatoie del ricciolino!


e, soprattutto, senza mai perdere di vista, in entrambi i casi, lo stupendo panorama, con la spettacolare parete Est (se non erro) della Granta Parei in evidenza ed il ghiaccio sullo sfondo;




La Granta Perei, bella anche quando fa brutto!
perchè si incontrano un orrido e due splendide cascate formate dal torrente Goletta, di cui una, detta "Velo di Dana" o "velo di Sposa", è così bella che io potrei stare una gioornata intera a guardarela mutare con il cambiamento della luce del giorno;

perchè si giunge al Rifugio Benevolo, mt. 2285 s.l.m., risalente agli anni '20 e dunque uno dei rifugi storici della Valle d'Aosta, anche se ristrutturato più volte, ove si può mangiare;


perchè in alternativa davanti al rifugio si apre un ampio pianoro in cui consumare un pic nic (sempre portando i propri rifiuti a valle e non sporcando, si intende!!!!);

perchè vi sono molti altri itinerari che si diramano dal sentiero che conduce al rifugio Benevolo o partono da quest'ultimo, per camminatori un pò più allenati



perchè si possono incontrare tante marmotte e vederle da vicino.


C'è la marmotta, c'è, aguzzate la vista!

Fontana di acqua fresca poco dopo la partenza del sentiero (o a dieci minuti dall'inizio della sterrata) e davanti al rifugio Benevolo).


 perchè anche il punto di partenza ed arrivo, Rhemes Notre Dame, merita una sosta:
è infatti un caratteristico paesino di montagna, altitudine 1725 mt s.l.m.,  con una bella chiesetta ed un ampio parco giochi, in cui far giocare i bimbi...sempre che ne abbiano ancora l'energia!
Tappa a casa dello zio a Rhemes




Per contro, non mi viene in mente nessun motivo per NON andarci!





p.s. La partenza della gita è al Thumel, mt 1850 s.l.m., ove si trova un ampio parcheggio che segna la conclusione della strada asfaltata carrozzabile, che sale da Rhemes Notre Dame, proseguendo oltre l'abitato. Vi è una zona non a pagamento ed una a pagamento ma con importo ragionevole. Si percorre un breve tratto di asfalto fino ad una stalla con abitazione, ove vi è il bivio per prendere, a destra, la strada sterrata, a sinistra, il sentiero.
La Valle di Rhemes si raggiunge in circa 30 minuti d'auto dopo l'uscita dalla'autostrada della Valle d'Aosta, al casello di Aosta Ovest.





venerdì 14 settembre 2018

Cosa leggere nei prossimi mesi: consigli di lettura per l'autunno

Siete in cerca di ispirazioni per scegliere le vostre prossime letture?
Se sì, lasciate che vi parli degli ultimi libri che mi sono piaciuti, per un motivo o per l'altro e...prendete spunto, se vi va!



Gianrico Carofiglio è una garanzia, per me.
Dopo "Il bordo vertiginoso delle cose" e "La regola dell'equilibrio", quest'ultimo con protagonista l'Avvocato Guerrieri, "Le tre del mattino" mi hanno catturato ed incantato.

Un romanzo incentrato sul rapporto padre e figlio, in cui accade poco ma molto succede tra i protagonisti, che si svelano l'uno all'altro e, complice una malattia (non grave, non si tratta dei soliti romanzi strappalacrime in cui ad un passo dalla morte si riscopre il gusto per la vita), iniziano a rivedere alcuni momenti del loro passato comune dal punto di vista altrui, svelando riflessioni e sentimenti, in descrizioni e dialoghi semplici ed intimi.
La voce narrante è quella di un ragazzo che descrive la sua infanzia ed adolescenza ed il padre, a lungo non compreso e forse conosciuto davvero solo da adulto.
Un libro da leggere anche per riflettere sulla scarsa conoscenza che, in fondo, abbiamo dei nostri cari come persone a tutto tondo, per quegli aspetti della loro vita che non si scontrano con la nostra.
***


Il libro  di Beatrice Vio, grande schermitrice paraolimpica italiana, non è un romanzo, non è una autobiografica, non è un saggio motivazionale, non è una raccolta di racconti di vita...non saprei davvero in quale genere classificarlo perchè è un po' di tutto questo.

E' la storia di una bambina diventata donna nonostante le amputazioni che ha dovuto subire a causa della meningite, la storia di una famiglia unita e forte, la storia di una atleta e della sua voglia di vincere, ma anche, soprattutto, un libro per trasmettere ai lettori passione, voglia di vivere e realizzare i prorpi sogni, sempre e nonostante tutto, affrontando la vita con grinta e circondandosi delle persone giuste, con cui fare squadra.

Perchè Beatrice si racconta insistendo su questi aspetti: la determinazione, l'ambizione, l'empatia, il lavoro di squadra, l'ottimismo e la fatica.
Sì, la fatica, di crederci e di lavorare per raggiungere i propri obiettivi.



Se non sapete chi è Beatrice Vio, dovete per forza colmare la lacuna.
Unico difetto del libro: la narrazione non è molto coesa e, a volte, il tono entusiastico dell'autrice può sembrare esagerato.
Io, però, mi sono fatta l'idea che in qualche modo rispecchi davvero la persona che è Beatrice.
***

Di Selvaggia Lucarelli avevo già apprezzato "Che ci importa del mondo", malgrado la mia diffidenza iniziale e una sorta di antipatia a pelle per il personaggio pubblico.

Questo libro mi è piaciuto ancora di più, per la sua sagacia e la sua schietta ironia.
Certo, anche in questo caso l'autrice a volte esagera con le sue esternazioni, però i suoi dieci racconti, incentrati ciascuno su una persona che le ha rovinato un momento della vita (importante o banale ai nostri occhi, non importa), sono esileranti ed appassionanti, nonchè, talvolta, commoventi nella loro essenza.
Perchè chi di noi non ha incontrato sul suo cammino "dieci piccoli infami"?
Può trattarsi di una parrucchiera, della mamma di un'amica, del primo uomo a chimarti "signora" ma anche di un collega di lavoro scorretto, di quel professore universitario che ti ha bocciato una volta di troppo o della tua prima migliore amica che ti "tradito"...non importa.
Quel che conta, è che li ricordiamo per il dolore o diaspiacere che ci hanno causato, anche se dopo anni possiamo ironizzare su di loro e farci una sana risata alle loro spalle, come una piccola ma gustosa, personale vendetta!

Aggiungo solo che ne ho letti tre o quattro in viaggio verso il mare, all'Alpmarito ed al ricciolino e...sono piaciuti anche a loro!
***


Un bel romanzo, che può costituire un ottimo spunto per riflettere sulle nostre priorità ed i nostri affetti  e che in effetti ho letto con piacere.
Tuttavia, è triste. O meglio, a me ha lasciato una impressione di trsitezza ed angoscia che ho impiegato qualche giorno a scacciare.
Forse perchè d'estate si è soliti intrattenersi con letture più allegre, forse perchè la solitudine è un tema che trovo sempre difficile da affrontare...non lo so, però è così.
D'inverno, davanti ad un caminetto accesso e con mio marito sulla poltrona accanto, credo mi avrebbe fatto un altro effetto.

Ciò premesso, è la storia di un'astronauta, e dei suoi compagni, lontani da una Terra che all'improvviso sembra spegnersi, non inviando più alcun segnale e, contemporaneamente, di un anziano astronomo che rimane, solo, in una base scientifica el Polo Nord evacuata in tutta fretta per ragioni imprecisate, che lui stesso non ha approfondito al momento opportuno.
Un uomo che ha sacrificato tutto alla scienza ed al suo egoismo e che solo quando si accorge che sulla Terra sembra essere rimasto l'unico essere umano ancora vivo, inizierà a cercare disperatamente, e tardivamente, un contatto.
Due solitudini che si incontreranno fugacemente.
Il motivo del silenzio della Terra rimane un interrogativo aperto, così come la prosecuzione della vita dell'astronauta e dei suoi compagni, se sarà vita.
Questo è certamente un aspetto che non mi è piaciuto, sia perchè amo i finali "chiusi", sia perchè mi è sembrato uno strategemma per aggirare il problema di fornire uno scenario sensato in cui ambientare la vicenda.
***

Da "Il senso di Smilla per la neve", passando per "I quasi adatti" e "La bambina silenziosa", Peter Hoeg, con le atmosfere cupe ed un pò angoscianti dei suoi libri, cui fanno da contrasto il candore e il gelo dei paesaggi che descrive e le riflessioni molto intime e profonde dei suoi personaggi, è un autore che apprezzo sempre.
Perchè nei suoi romanzi, in cui molto viene taciuto o lasciato intuire e in cui gli interrogativi dell'animo umano sono sempre presenti, trovo sempre una trama inaspettata e originale, finali non scontati e narrazioni quasi ipnotiche.

Protagonista di questo suo ultimo romanzo è una donna di grande intelligenza che, con il marito, famoso e talentuoso musicista ed i suoi due figli gemelli adolescenti, di rare capacità intellettive, si trova coinvolta in un intrigo politico di alto livello in cui cercheranno di usare lei e la sua famiglia come pedine, sfruttando le loro debolezze umane. 
Sottovalutando, però, la loro intelligenza non comune, con esisti imprevisti.
 ***
In ultimo, "Un libro ti salverà" di Erika Swyler

 Ecco un romanzo che, nonostante non fosse incentrato su temi a me particolarmente cari, ha saputo tenermi incollata alle pagine sino alla fine!
Una saga familiare che prende avvio da un giovane bibliotecario, alla ricerca di un futuro, dopo aver affrontato la scomparsa prematura dei genitori ed aver cresciuto da sola la sorellina.
Un uomo che vede crollare la casa di famiglia, sulla spiaggia, pezzo dopo pezzo, sotto i suoi occhi, senza trovare il coraggio di lasciarsi alle spalle le sue mura e quello che rappresentano ma allo stesso tempo senza la determinazione di cercare le risorse per salvarla.
Finchè, inaspettato, un libro antico proveniente da un circo, inviatogli da uno sconosciuto anziano libraio, diverrà una finestra sul passato della sua famgilia e non solo, in grado di rispondere ai suoi tanti interrogativi e, forse, salvare la sua amata sorellina, diventata adulta, e lui stesso, da un destino tragico che sembra accumunare le donne della sua famiglia da diverse generazioni.
Curioso, intrigante, sentimenatle quanto basta, senza dubbio con finale a sopresa (almeno per me), mi è parso davvero un romanzo ben costruito che mi ha tenuto compagnia per molto sere.
***

Questa è solo una sceeta delle mie letture degli utlimi mesi, a cui devono aggiungersi altri romanzi che non mi sento di consigliare, oltre a qualche saggio e manuale (sì, persino un libro di ricette!!!), di cui forse più avanti vi parlerò.

Spero, frattanto, di avervi dato alcuni buoni suggerimenti per questo appuntamento settiimanale con il venerdì del libro, ideato da Paola.


martedì 11 settembre 2018

La prima vacanza in cinque

Siamo stati al mare.
Quello che fa bene, soprattutto ai bambini.
Perchè c'è lo iodio, l'aria buona.


Infatti ci siamo ammalati, tutti e cinque.
Tonsillite, otite, raffreddore, tosse, esantema di origine ignota...di tutto e di più.

Siamo partiti carichi, ma nemmeno poi tanto.
Comunque ho riportato a casa puliti più della metà dei vestiti miei e dei bambini.



Su dieci giorni, viaggi compresi, ha piovuto tre e, a dire il vero, non sono stati i peggiori, tutt'altro.

La nostra prima vacanza in cinque, la prima volta al mare per i gemelli, il primo viaggio lungo con loro in auto (6 ore).



Ha ragione Verde Acqua, che lo ha scritto in un post sui socials qualche tempo fa: le prime volte vanno celebrate.
Quindi eccomi qui, a scrivere per ricordare.

E' andata, non bene come avremmo voluto, non così male come temevamo, però chiamarla vacanza...insomma!


Aria diversa, panorama diverso, qualche strappo alla ruotine degli orari dei pasti e della nanna, alcuni pasti fuori casa.
Il resto non è cambiato, anche la fatica è stata la stessa della ruotine a casa con  i gemelli, con in più la stancheza che induce il mare (almeno a me ed all'Alpmarito).



Però.
Eravamo in due a gestirli.
Eravamo tutti e cinque insieme e non accade spesso per più di due giorni di seguito.
Ho cucinato meno.
Il ricciolino non aveva compiti delle vacanze da svolgere.
C'erano le mie fantastiche cugine.


Abbiamo visitato uno splendido museo, rivisto (per me) un castello magico, costruito castelli di sabbia, camminato con i piedi nell'acqua, mangiato bene, ammirato la natura, avuto la fortuna di capitare nel periodo di una manifestazione unica e siamo stati in buona compagnia.
Non è poco.



Per il resto, toccherà aspettare che crescano e forse le vacanze torneranno a essere tali!!!
In ogni caso, prima che l'Alpmarito si convinca a venire di nuovo al mare, temo passeranno altri tre anni.


I dettagli su spiagge, musei, castello, manifestazione e, ovviamente, ristoranti, ad altro/i post.




sabato 8 settembre 2018

Le letture del ricciolino biondo: letture della buonanotte per genitori stanchi!

Le letture del ricciolino biondo: letture della buonanotte per genitori stanchi! 

100 Storie per quando è troppo tardi” a cura di Lucia Moisio e Marta Trucco, Scuola Holden, ed. Feltrinelli, 2012, pag. 121



Questo libro mi è stato donato da una fantastica amica mamma, che conosce la mia passione sia per la lettura, sia per il rito delle letture della buonanotte con i figli, che piace molto anche a lei.

E’ una raccolta di 100 racconti brevi (una facciata e mezzo al massimo), pensati per genitori che non vogliono negare una storia prima di dormire ai propri figli ma sono stanchi della giornata trascorsa e, soprattutto, hanno già impiegato così tanto tempo a convincere i bambini a coricarsi da non averne più molto prima di crollare!

Come spiega la prefazione di Alessandro Baricco, infatti



Tutti i racconti sono corredati da un “indicatore” della sua capacità soporifera e alcuni anche da pratiche “istruzioni d’uso” per i genitori!


Non a caso, la raccolta fa parte della collana “Save The Parents , “Storie e altri mezzi di soccorso per mettere in salvo genitori sprovveduti che pensavano che crescere un figlio fosse tutto sommato una passeggiata”, ovvero “libri che potrebbero sembrare manuali e invece sono storie, e viceversa”, un progetto della famosa scuola di scrittura Holden di Torino.



La particolarità del libro però, a mio avviso, è un’altra ancora: le storie sono stravaganti, a volte senza né capo né coda, altre surreali, alcune divertenti, qualcuna triste, la maggior parte sorprendenti.
E per questo, funzionano!!!

Tranquilli: anche se vi verrà voglia di leggerne tre o quattro, anziché una, non farete tardi e i vostri figli ringrazieranno!
Età di lettura consigliata: 5/6 anni.

Ecco il mio suggerimento per l’appuntamento del venerdì del libro di Homamademamma….seppur un po’ in ritardo!!!

P.s. Grazie amica!