mercoledì 17 ottobre 2018

Biscotti di castagne: mamma avvocato in cucina

Dopo i fiori di zucca in pastella, ecco a voi un'altra ricetta autunnale, fortemente voluta dal ricciolino, che si è dedicato ad impastare e...a mangiare!!!!
In quest'ultima attività, ovviamente, aiutato dai fratellini.

Biscotti di castagne

ovvero con farina di castagne



Ingredienti:
50 gr di farina 00
100 gr di farina di castagne
100 gr di burro
100 gr di zucchero a velo
3 tuorli
Un pizzico di sale
Granella di castagne (bollite e sgusciate) - ingrediente facoltativo.

Preparazione:
Mescolare ed amalgamare insieme, in una terrina alta, le due farine, il burro a pezzetti, lo zucchero a velo, i tre tuorli d'uovo e un pizzico di sale. Se volete, aggiungete briciole di castagna bollite e sgusciate (nei nostri non ci sono). Io questa volta per amalgamare, anziché lavorare con il cucchiaio in una ciotola e lavorare a mano, ho provato il mixer, con la funzione impastatrice apposita, per uno o due minuti.
(Non è per pubblicità ma per spiegarmi...il post non è sponsorizzato!)


Poi lavorate l'impasto con le mani infarinate, su un piano anch'esso infarinato, fino a formare una palla morbida, avvolgetela nella pellicola trasparente e lasciatela riposare in frigo per 20 minuti/ mezz'ora.
Mentre scaldate il forno a 180 gradi, stendete la palla in piano, con uno strato non troppo sottile, come per la normale pasta frolla, poi tagliate i biscotti con le formine o il bordo freddo di un bicchiere di vetro, appoggiate sulla carta forno, che avrete disposto su una teglia.
In forno circa 15 minuti (di più se non è ventilato) e...si mangia!!! Meglio dopo averli fatti raffreddare.


E poi...buon appetito!!!

Perfetti a fine pasto o per una merenda o colazione golosa, i biscotti si conservano bene per tre/quattro giorni, purchè in una scatola di latta o in un contenitore di vetro chiusi.


lunedì 15 ottobre 2018

Cose da fare con i bambini in autunno

Cose da fare con i bambini in autunno



Premessa: questo elenco è frutto di un dialogo fra me ed il ricciolino, in cui abbiamo parlato di che cosa ci sarebbe piaciuto fare in questa stagione e di ciò che abbiamo fatto gli anni scorsi e ha lasciato un bel ricordo.
Spero che possa essere di spunto anche a voi!


1- Andare per boschi a raccogliere le castagne, possibilmente in compagnia di amici, e poi cucinare le caldarroste e gustarle con un bel bicchiere di vino per i grandi e di succo d’uva per i bambini;

2- partecipare ad una vendemmia o, in mancanza, andare ad una sagra di paese a tema autunnale, come la festa dell’uva, della castagna, dei funghi porcini ecc., per fare un giro con il trenino, mangiare qualche leccornia autunnale e partecipare ad i giochi che di solito organizzano per l’occasione;


3- fare una bella passeggiata in montagna, ma in bassa quota, per ammirare i colori delle foglie d’autunno, i ricci, le castagne, gli insetti ecc. e godersi l’aria fresca, magari con un bel berretto di lana nuovo in testa!

E se siete in cerca di spunti per camminate autunnali con bambini in Valle d'Aosta, vi suggerisco questa, in Valle di Champorcher, o questa, in Val di Gressoney, oppure una visita al santuario di Machaby ed al vicino rifugio (qui alcune immagini).

4- dedicarsi a qualche lavoretto manuale: un quadretto o collage di foglie colorate, una costruzione di cartone da colorare con tempere o acquarelli, un modellino di legno da fare con mamma o papà….spazio alla fantasia!
Si può fare tutto da soli o sfruttare uno dei tanti kit creativi in vendita, in cartone come questo, o in legno, oppure potete cercare modelli in rete, come queste zucche o i ragni, c’è solo l’imbarazzo della scelta!



5- fare un giro in bicicletta (per i piccoli, va bene anche quella senza pedali) ma rigorosamente sui tappeti di foglie secche, per sentirle scricchiolare, farle volteggiare in aria e sudare un po’!!
P.s. Attenti ai ricci nascosti dalle foglie, però!

6- invitare amichetti per merenda o scegliere un bel bar/ pasticceria per gustare insieme la prima cioccolata calda di stagione o, per i più temerari, i buonissimi gelati ai fichi, ai kaki o alle castagne o i biscotti alle castagne!


6- cucinare la vellutata di zucca, preparare i fiori di zucca in pastella, cercare funghi e gustarsi un risotto o una bella torta o biscotti con farina di castagne (a breve la ricetta sul blog) purché coinvolgendo i bambini e aprendo le porte di casa ad amici con figli;



7- andare alla scoperta dei castelli o delle ville del territorio
Nella mia zona, ad esempio, quello di Ivrea, ma anche di Montalto, Masino, Agliè ecc.
Luoghi perfetti per stare all’aperto quanto basta, girando per corti interne e parchi, ma anche per rifugiarsi all’interno quando l’aria è più fresca o arriva la pioggerellina, nonché, di solito, più adatti ai bimbi dei musei classici.
Alcuni in autunno organizzano spettacoli o attività a tema Halloween, per bambini coraggiosi!
Ingresso del castello di Montalto Dora (TO)


Particolare di una delle rossi torri del Castello di Ivrea (TO)
8- passeggiare tra le vigne e fare un pic nic nel bosco o tra i vigneti, per sfruttare la luce naturale e le ore più calde del giorno

9- andare ad arrampicare in falesia. Senza più l’afa e l’affollamento di agosto, ma ancora senza gelarsi i piedi nelle scarpette!

10- saltare nelle pozzanghere con gli stivali da pioggia

11- fare un giro intorno ad un lago, gettando sassolini e osservando il panorama. Vale anche il mare, per chi lo ha vicino! L'importante è che non ci sia più la ressa estiva e l'aria sia fresca. Tutto cambierà rispetto all'estate!


12- uscire a piedi con la nebbia e giocare a fingersi fantasmi!!!

13-  Andare a vedere una désarpa (ovvero il ritorno delle mucche, dalle stalle di montagna, a quelle di pianura, per l'inverno) o comunque fermarsi a guardare le mucche passare per strada, osservando le Reine (Regine, quelle che hanno vinto i concorsi e sono adornate con fiori e le più grosse campane), immergendosi in questo momento molto antico esemplice, con il suono dei campanacci e l'abbaiare dei cani in sottofondo.



E a voi ed ai vostri bambini, cosa piace fare d’autunno? Avete altre attività da suggerirci? Queste proposte vi piacciono?

venerdì 12 ottobre 2018

"L'imperfetta meraviglia", le letture di Mamma Avvocato

E' di nuovo venerdì, è di nuovo tempo dell'appuntamento con i consigli di lettura ideato da Paola.

Questa settimana, mi è piaciuto un romanzo di  

Andrea De Carlo, "L'Imperfetta Meraviglia" 


pag. 366, ed. Giunti, 2016.

Era diverso tempo che non leggevo più nulla di questo scrittore milanese, che tanto mi aveva appassionato con "Uto" e "Due di due".
Mi mancava il suo stile di scrittura, poetico e sentimentale, temevo una delusione.
Poi ho visto la copertina, letto il titolo e, trovandoli entrambi invitanti, mi sono lanciata nella lettura. 

No, nessuna delusione, scrive come lo ricordavo e la trama del romanzo mi è piaciuta molto.
Una rock star dal cuore tenero, Nick, che arrivato all'età adulta, è stufo di cantare sempre la stessa musica, quella che certamente porterà guadagni alla sua band ma non rappresenta più quello che i suoi membri sono diventati, è stufo dei suoi c.d. detti amici, per cui negli anni ha accumulato fastidio e disprezzo, è incapace di arginare gli eventi al punto che, pur di trovare un pò di tranquillità e di non dover decidere, è disposto a lasciare che la fidanzata di turno organizzi le sue case, la sua vita e l'ennesimo (per lui) matrimonio.

Nella campagna francese, dove si trova la villa in cui il protagonista si è temporaneamente trasferito, tra paesini pittoreschi e la fine della stagione turistica estiva, vive anche Milena Migliari, una gelataia appassionata, che ama creare sapori unici, producendo quasi interamente a mano gelati artigianali con prodotti locali e di stagione, sperando che i suoi clienti possano apprezzarne il sapore particolare e capire la sua ricerca della meraviglia, imperfetta perchè effimera.
Anche Milena, però, in parte si trascina stancamente: nella sua relazione con Vivianne, fisioterapista che le ha fatto scoprire l'amore tra donne, in apparenza molto più comprensivo di quello tra uomo e donna, molto più libero e rispettoso delle reciproche individualità ma, forse, destinato anch'esso a ingabbiare le parti, con il tempo, in stereotipi limitativi.

Quando Nick e Milena si incontrano per caso, scocca la fatidica scintilla dell'amore a prima vista e...non posso spingermi oltre.
Quel che è certo è che non mi aspettavo il finale, un pò troppo sospeso, per i miei gusti.

Un romanzo piacevole, scorrevole, romantico ma anche riflessivo, intimo.

Consigliato.

mercoledì 10 ottobre 2018

Mamma avvocato in cucina: fiori di zucca in pastella

Una ricetta molto autunnale!

Fiori di zucca in pastella

Ingredienti:
- fiori di zucca freschi con il gambo
- 1 uovo
farina 00 q.b.
- un pizzico di sale
- acqua frizzante fredda
- latte q.b. 
- olio di mais per friggere 


 Questa volta, contrariamente alle mie abitudini, non posso proprio fornire dosi precise, per due ragioni: 
1) li ha cucinati l'Alpmarito (sì, lo ammetto); 
2) la pastella si deve dosare sul momento, sbattendo gli ingredienti in un piatto fondo e ottenendo un composto liquido ma non troppo, perchè altrimenti non riempie il fiore, nè troppo denso, poichè altrimenti lo rimepie troppo, appesantendo e coprendo il sapore dei fiori.


Procedimento 
Lavate i fiori di zucca, eliminando il pistillo e appoggiandoli poi su un asciugamano da cucina pulito o carta assorbente, per eliminare l'acqua in eccesso.
Scaldate bene l'olio di mais in una padella antiaderente, avendo cura di riempierla per almeno un 1 cm e mezzo o 2 cm di olio.
Passate i fiori nella pastella da tutti i lati tenendoli con il gambo e poi immergerli nell'olio, girandoli delicatamente con una spatola per dorarli da tutti i lati.
Adagiateli infine su un piatto coperto di carta assorbente, per "asciugare" l'olio in eccesso.

Gustare caldi!

A casa nostra sono piaciuti moltissimo anche a Orsetto e Principessa, come potete vedere !!!!




p.s. Alcuni suggeriscono di togliere i gambi, perchè darebbero un pò di amaro. 
A me il leggero contrasto con la pastella ed il dolce del fiore piace e poi trovo comodo il gambo per tenerli mentre si immergono nella "pastella", però potete sempre togliere il gambo al momento del lavaggio o, semplicemente, non mangiarlo dopo. 
E se vi avanzano fiori e la pastella è già finita?!? Fate al volo una frittatina con i fiori di zucca...sarà il completamento ideale, garantito e provato!

lunedì 8 ottobre 2018

Una casa che parla di noi

E' passato poco più di un anno da quando la "casa nuova" è diventata in gran parte abitabile.

E' passato poco più di un anno è la casa già parla, inequivocabilmente, di noi. 

I suoi muri hanno ascoltato le nostre risate, sentito il ricciolino imparare a leggere ed i piccolini imparare a gorgeggiare e parlottare.
Sono stati la mia gabbia, nei momenti di sconforto, solitudine, paura.
Sono stati il mio rifugio, quando fuori il mondo aggrediva o, semplicemente, il clima si faceva inclemente.
Le sue stanze riecchieggiano di gridolini infantili, urla materne, battutine, ninne nanne, conversazioni, richiami, pianti e grida eccitate.

Il primo collage del ricciolino, sulla "sua" casa.

I suoi pavimenti hanno accolto i primi passi di Orsetto e Principessa, tremato al costante lancio di giochi, scricchiolato all'impatto con piatti e bicchieri in mille pezzi, allo strisciare di mobili spostati.
Ogni giorno, accolgono con stoica pazienza un mare di pupazzi, palline, rotelle, scivolate, salti e oggetti sparsi ovunque.
Fanno da sfondo, ora duro, ora più flessuoso, a cadute, capricci, pianti di dolore ma anche abbracci, costruzioni e gioiosi rotolamenti.

Le sue finestre hanno visto visini attenti guardare fuori, verso una persona cara in arrivo o a scoprire la pioggia e la neve, guardare il vento muovere le foglie ed i lampioni.
Specchio doppio, del mondo fuori e della vita dentro.
Portano i segni di polvere di intonaco e mattoni, di manine sporche appiccicate, coperte da tendine sempre troppo stropicciate da pugnetti impazienti.

I suoi soffitti sono stati casa di risonanza, per tutti i momenti di felicità e calore, come per quelli di noia e delusione.
Alcune lampadine pendono ancora nude, proiettando una luce impudica, in cerca del vestito adatto, che proprietari distratti da mille incombenze più urgenti, non hanno ancora trovato il tempo di donare loro.
Altre si sono già bruciate, durate giusto il tempo di accorgersi di loro, altre ancora risplendono attraversi supereroi colorati o colori accesi, alimentando sogni bambini.

Le sue pareti hanno accolto quadri e fotografie, osservando crescere la nostra famiglia attraverso l'alternarsi del contenuto di cornici e lavoretti scolastici.
Ci fanno scudo contro il freddo dell'inverno ed il caldo dell'estate e, a volte, ci isolano impietose, vedendosi restituiti sguardi stanchi e sbadigli annoiati; altre volte, invece, accolgono festanti amici, parenti e semplici conoscenti in visita.

La cucina è, come sempre, il cuore della casa, molto più del salotto, adibito più a campo da gioco che a luogo di conversazione e/o svago.
Forse perchè siamo italiani e non c'è accoglienza o festività che non implichi mangiare o bere insieme, fosse anche un semplice caffè. Forse perchè così siamo noi.

La nostra camera è ancora "di tutti", ritrovo per la notte e per i sonnellini, scenario di coccole, abbracci, letture della buonanotte, litigate, pianti di stanchezza.
Dispensario di creme e cremine, luogo di cambio e vestizione, culla nelle malattie, parco giochi nei momenti di ozio stanco.

Nell'ingresso si stratificano piumoni, giacche invernali, gilet e impermeabili estivi, cappellini da sole e di lana, sciarpe e seggiolini auto;
scarpe spuntano da ogni dove, accompagnando le stagioni e tre coppie di piedini in crescita.

Tutte le stanze sono ancora in divenire: cambiano le disposizioni dei mobili e degli arredi, seguendo la crescita dei tre piccoli abitanti e le esigenze lavorative dei grandi.
A volte deposito, a volte ambienti accoglienti, mutano in cerca della soluzione migliore, forse non sapendo che il migliore di oggi è diverso dal migliore di domani e basta un nulla, per rivoluzionare priorità e stili di vita.

E' passato poco più di un anno e la casa vecchia, quella che il ricciolino chiama ancora "sua", non mi manca per nulla. 
Mi mancano i luoghi intorno, i rituali costruiti dall'abitudine, le montagne dietro e le vigne che si stendevano davanti, i sentieri già percorsi in anni e anni di frequentazione, le persone intorno.
Quelli sì.
Quelle sì.

Molto c'è ancora da fare. Il cantiere è tutt'altro che chiuso, su più fronti. 
Purtroppo.
Questo, infatti, è l'aspetto più negativo, insieme alle infinite risorse di tempo, finanze e spazio mentale che questa casa ci ha sottratto.
Risorse che sono mancate a noi, alla nostra famiglia, alla coppia, ai fine settimana, ormai da anni, e che nessuno ci ridarà indietro.
Ne è valsa la pena? Ne vale la pena?
Al momento, non sono sicura della risposta.
Ditemelo voi, se ci siete già passati!
Quel che so, è che è passato poco più di un anno e questa casa, 
gialla come il sole e grigia come la nebbia, umorale come me, 
ogni giorno che passa, parla sempre più di noi.



venerdì 5 ottobre 2018

"Tartarughe all'infinito": le letture di Mamma Avvocato

"Tartarughe all'infinito" di John Green 

Non si tratta del primo romanzo che leggo di questo autore, bensì il terzo, dopo il "Teorema Chaterine" (qui la mia opinione) e "Colpa delle stelle". 
 Certamente è quest'ultimo ad avermi colpito di più, conquistandomi il cuore e commuovendomi, anche grazie allo stile asciutto e non sdolcinato.

Questo romanzo a mio parere non è alla sua altezza, però questo non significa che non sia stato una piacevole lettura. 
Tutt'altro!
E' scorrevole e l'ho letto in pochi giorni, come accade con i romanzi la cui trama mi incuriosisce, e alcuni passi avrei voluto trascriverli, per la loro semplice ma profonda saggezza.
Tuttavia il confronto con "Colpa delle stelle" lo ha un po' sminuito.

I protagonisti sono tre sedicenni:
Aza, orfana di padre e voce narrante, con problemi psichici , che vive una vita pressochè normale all'apparenza, ma che tale lo è solo per i gesti e per periodi, poichè in altri i suoi pensieri si trasformano in una "spirale" che la intrappola in se stessa e pur non essendo così invalidanti da impedirle di affrontare una ruotine quotidiana, impediscono uan vita "normale";
Davis, figlio di un multimiliardario scomparso misteriosamente (non appena avuto notizia di un mandato di arresto nei suoi confronti), che si ritrova a far da padre al fratellino di 13 anni, dopo aver affrontato da pochi anni la morte della madre;
infine Daisy, l'amica del cuore della protagonista, una ragazza normale, di classe medio-bassa (considerando gli standard americani), che studia e lavora, sognando di potersi permettere il college e, nel tempo libero, scrive fantastorie derivanti da Star Wars, di cui è grande appassionata.

Il rapporto di amicizia tra le due ragazze, con le sue luci ma anche le sue ombre, fa da sfondo alla vicenda della ricerca del padre di Davis, ed alla nascita di un legame speciale tra Aza ed il ragazzo, fatto di sguardi, silenzi, messaggi e riflessioni.

L'atmosfera è sospesa e riesce a trasmettere, da un lato, l'esuberanza esteriore di alcuni adolescenti, che tengono per se stessi i propri problemi, cercando in questo modo di proteggersi ed integrarsi tra i coetanei, dall'altro il senso di insicurezza e incertezza di un'età di transizione in cui affiorano domande sul senso della vita e, spesso, la capacità di sognare si fonde con uno sguardo particolarmente lucido e critico sul mondo adulto, prima che la spinta ad adattarsi alla società e "crescere" o, al contrario, a imboccare strade di ribellione e/o emarginazione, abbia il sopravvento.

Insomma, non quanto "Colpa delle stelle"  ma ve lo consiglio! 
Con questo post, partecipo al consueto appuntamento con il venerdì del libro di HomeMadeMamma.



giovedì 4 ottobre 2018

Festa dei nonni: ricordando i miei

Ho letto su Wikipedia (sommo detentore della verità per chi ha fretta), che il fiore simbolo della festa dei nonni è il "Non ti scordar di me" (tra l'altro il mio fiore preferito), e che questa ricorrenza è nata in America ed è stata introdotta in Italia nel 2005, fissandola al 2 Ottobre, per celebrare l'importanza dei nonni nella famiglia e nella società in generale.

Foto dal web
Ora, io a queste feste credo poco.
Soprattutto se promosse da uno Stato come il nostro, che tenta di addossare ai nonni prestazioni di assistenza che sarebbe il primo a dover garantire, a giudicar dai testi di legge, dalle intenzioni dei politici e dal livello di tassazione che ci è imposta.
Molto ci sarebbe da scrivere, sul valore e sulla funzione dei nonni, sull'importanza del legame nonni - nipoti, sulle mie speranze quando guardo i miei figli e in merito al mio futuro ...ma non importa.

Oggi (sì, lo so, con due giorni di ritardo) ho deciso di concedermi il tempo di pensare con calma, almeno per un pò, ai miei nonni ed a quello che hanno significato per me.

Di nonni ne ho avuti, di fatto, solo due. E nessun nonno bis.
I miei nonni paterni, infatti, sono mancati entrambi giovani, quando ero ancora molto piccola.
Ho un solo ricordo della nonna, forse costruito attraverso racconti familiari, più che registrato personalmente, e poche fotografie.
Non è che fossero poco presenti, è solo che la loro vita è terminata troppo presto, rispetto a quando è cominciata la mia.
Io, però, sono qui anche grazie a loro.

Ho avuto la fortuna di nonni materni eccezionali.
Mio nonno se ne è andato ormai da anni, ancora giovane, per colpa di una malattia bastarda che mi ha tolto quel poco di fede che nutrivo, ma c'è stato.
C'era, quando sono nata.
C'era, quando ho imparato a camminare,ad andare in bicicletta, quando ho preso la varicella al mio primo Natale, quando ho imparato a parlare.
C'era, soprattutto, all'uscita da scuola, per portarmi agli allenamenti di scherma ed in piscina, ad accogliermi sulla soglia a casa, a farmi compagnia quando i miei uscivano, per venirmi a prendere da amichetti, per portarmi in montagna o in campagna, per regalarmi fiori e lasciarmi fare danni nel suo orto.
C'erano i pomodori maturi, le fragoline selvatiche, le violette che mi portava.
C'era ai pranzi in famiglia del weekend, nelle ricorrenze ma anche praticamente tutti i giorni d'estate, per molti anni.
Mi ha insegnato moltissimo, mi ha aiutato tantissimo.
Eravamo molto diversi ma anche molto legati, come scrivevo ormai quattro anni fa, ricordandolo in questo piccolo spazio mio.
C'è ancora, nei miei ricordi, gesti, pensieri.
C'è, in me.

Mia nonna è una donna forte di carattere, che ha affrontato a testa alta molte difficoltà e dolori, molti lutti prematuri.
E' estremamente sensibile, un pò permalosa, molto dolce con nipotini e bis nipoti, sempre disponibile.
Lei è un pò il mio faro, il mio esempio e modello.
Non si ferma mai, non smette mai di fare, creare, rassettare, muoversi, esserci.
E io penso sempre a quanto tempo in più vorrei trascorrere con lei.
Ora ha occhi solo per i bis nipoti (cinque!) e, forse, è giusto così.
Lei c'era quando c'era mio nonno e ha avuto la fortuna di festeggiare con lei anche la patente, la maturità, la laurea triennale e quella specialistica, nonchè l'esame di abilitazione.
Lei ha tenuto in braccio il mio primogenito appena nato, subito dopo il papà e mia madre.
Lei ha tenuto in braccio la mia principessa appena nata, subito dopo il papà e mia madre.
Spesso, in occasione di compleanni e festività, accompagna i suoi regali con bigliettini meravigliosi, pieni del suo amore e della sua tenerezza.
Lei è colei che mi ha insegnato a fare a maglia (anche se l'allieva non è molto diligente, nonnina!), le basi dell'uncinetto (che però non è tanto nelle mie corde) ed il punto croce, che è rimasto una mia passione.
Lei stira in modo che i vestiti sembrino nuovi di zecca.
Lei legge talmente tanto da far impazzire la bibliotecaria, secondo me!!!

Un giorno mio fratello minore mi ha detto: "Tu e F. siete più fortunati di me. Voi avete vissuto più momenti accanto al nonno, avete costruito più ricordi di quanto ho potuto fare io."

E' vero e non dovremmo dimenticarci mai che l'affetto delle persone che amiamo, il tempo che trascorriamo con loro, è quanto di più prezioso ci sia nella vita.

Grazie nonni.
E grazie mamma, meravigliosa nonna per i miei bambini.


mercoledì 3 ottobre 2018

L'Immaginario Scientifico di Trieste con i bambini


Il Science Centre Immaginario Scientifico di Trieste è uno di quei musei che, a mio parere, è perfetto per ogni fascia di età: 
- per gli adulti, perchè quando si ha curiosità, non si finisce mai di imparare o...ripassare! E non tutti hanno professioni attinenti alla scienza e/o l'occasione di osservare con mano fenomeni fisici, leggi ottiche, esperimenti naturali ecc.;
- per i bambini 6-10 anni, che possono apprendere, semplicemente con l'osservazione ,l'esistenza di leggi fisiche che è molto difficile spiegare loro in modo teorico;
- per i ragazzini, che dovrebbero aver acquisito a scuola gli strumenti per comprendere ciò che osservano e quindi per assimilare e "toccare con mano" quanto studiato;
- per i bambini più piccoli...semplicemente per giocare con la scienza e girovagare, toccando quasi tutto, senza rischiare di rompere nulla e divertendosi!!!


Non a caso, noi ci siamo stati con i gemelli (14 mesi), il ricciolino (quasi sette anni), la cuginetta, prossima ad entrare in prima media e la sua mamma: tutti, compreso l'Alpmarito ingegnere, hanno apprezzato molto la visita!!


Si tratta infatti di una area museale interattiva, detta "Fenomena", in cui si possono letteralmente  toccare (anzi, si devono) gli oggetti ed apparecchiature presenti, per sperimentare in prima persona i principi della scienza che rappresentano.





Sei i percorsi tematici (moti e fluidi, percezioni, forme, specchi, suoni, luci) ma anche muovendosi liberamente, senza leggere tutte le didascalie (cosa impossibile per noi, con i bimbi al seguito), c'è da apprendere e divertirsi!!!


La sezione Kaleido, che accoglie i visitatori, è invece costituita da una sala con comodi divani rossi, luce bassa e maxischermi, che proiettano video dalle bellissime immagini con accompagnamento musicale, alla scoperta di vari temi.
Noi abbiamo visto "Zoom", un video sull'infintamente piccolo e l'infinitamente grande, che personalmente ho trovato affascinante e che hanno seguito  con attenzione anche i due "bimbi grandi" (mentre i piccoli scorazzavano per la sala!), nonchè un pezzo di "Cosmica", sui misteri dell'Universo.



Essendo arrivati già nel pomeriggio, abbiamo invece scelto di tralasciare il planetario interno al museo, chiamato "Cosmo" ...sarà per la prossima volta!



 In vari periodi dell'anno, vengono organizzati laboratori, incontri, esperimenti e dimostrazioni in aree apposite del museo.
Tenete tuttavia conto che la nostra visita con i bambini alla sola area Fenomena, più la visione di un video di Kaleido, ci ha tenuti impegnati per due ore e mezza e siamo usciti solo perchè i due piccolissimi avevano di nuovo fame!!!!


INFO:
Il biglietto di ingresso ha un prezzo contenuto, rispetto all'offerta (6,50 Euro per l'intero alla sezione museale vera e propria, più 3,5 Euro per il planetario; rispettivamente 4,5  Euro e 2,5 Euro i ridotti, fino a sei anni gratis e con possibilità di sconti per famiglia).
Unico aspetto negativo: è aperto solo la domenica, dalle 10,00 alle 18,00, con qualche chiusura straordinaria (consiglio pertanto di chiamare, prima di andarci).
La cassiera ci ha spiegato che la scelta di apertura al pubblico solo domenicale è studiata per offrire alle scuole ed ai gruppi la possibilità di visite settimanali. Dunque, una ragione valida c'è.
All'ingresso/uscita, dove è collocata la cassa, si trova un piccolo shop di giochi scientifici e magliettine con commenti a tema scienza.
Fuori, due macchinette automatiche per bevande, acqua e snack.
Si gira tranquillamente con il passeggino singolo; con il doppio affiancato, chiedete alla cassa e vi indicheranno come portarlo dalla sezione Kaleido a quella Fenomena senza problemi e potrete girare tranquillamente per la zona museale.

NELLE VICINANZE 
L'Immaginario Scientifico di Triste si trova a Grignano, a pochi chilomentri da Trieste (ne ho parlato qui, qui e qui) ed a pochi passi dal magnifico Castello di Miramare e dal piccolo Museo Immersivo dell'Area marina protetta di Miramare, il BioMa, Biodiversitario Marino (qui, il mio racconto del museo).
Inoltre, il Centro è posto davanti al mare, sulla passeggiata del porticciolo di Grignano, baia che è anche riserva marina, e in pochi minuti in auto si possono raggiungere altre luoghi di interesse, come la passeggiata Rilke, il Castello di Duino e...tanti ristoranti e alcune buone osmize, in cui rifocillarsi!
Meglio di così!!!



Infine, sappiate che esistono altre due sedi dell'Immaginario Scientifico di Trieste, a Pordenone, un un ex Cotonificio, e a Tavagnacco, in un antico mulino. 
Al nostro prossimo viaggio in Friuli Venezia Giulia, conto di andarci!

Se poi volete alcune ottime ragioni per scegliere il mare del Friuli con i bambini, leggete i mie dieci motivi o fate con me un giro in barca all'Isola di Barbana o alla Grotta Gigante di Sgonico.

Post NON sponsorizzato.

lunedì 1 ottobre 2018

Cose belle e cose brutte dell'autunno: 7 ragioni per cui mi piace e 5 per cui non mi piace l'autunno

AUTUNNO: 7 aspetti che amo e 5 che detesto

I sette aspetti che mi fanno amare l’autunno:



1- l’arrivo del fresco (FRESCO, non FREDDO).
L’aria che si fa più frizzante e regala una sferzata di energia, dopo mesi di afa e calore, che spesso inducono al torpore ed all’apatia. 
Soprattutto mattino e sera, è un piacere sentire il fresco sulle braccia ed il viso, senza però ancora rischiare l’assideramento!
E poi, di notte si dorme decisamente meglio, grazie alle temperature più miti ma ancora senza riscaldamento; 
2- l’arrivederci delle zanzare. Finalmente non è più necessario cospargersi di Autan ad ogni uscita o cercare di alleviare gonfiori e pruriti di grandi e piccini con creme post puntura. Un sollievo, se pensate che io ed i piccoli veniamo letteralmente divorati non appena mettiamo il naso fuori casa e pure dentro, nonostante zanzariere e piastrine. Per dire, ieri, il tempo di salire in auto e, nonostante siano le ultime zanzare rimase, mi hanno punto in tre;

3 - le tonalità calde della natura ed il loro contrasto con l’azzurro intenso dei cieli sereni.  
Perché in autunno trionfano tutte le sfumature di giallo, oro, arancio, rosso e marrone, a cui i verdi delle foglie e i colori brillanti dei fiori lentamente cedono spazio. 
Eppure nelle giornate di sereno, il cielo sa essere incredibilmente azzurro/blu, in un contrasto caldo/ freddo che trovo affascinante.
Le tonalità di giallo e rosso, secondo me, richiamano il calore di casa e della famiglia, pasti in compagnia di amici, il fuoco del camino o delle stufe, la voglia di caldarroste e bevande calde. 
Invitano a circondarsi di affetto; 


4- la sensazione dei tessuti autunnali sulla pelle.  
Il ritorno della lana, che a volte gratta ma trasmette calore, l’avvolgente "caldo cotone", il morbido pile, l’elegante velluto. 
Cambiano i tessuti, le consistenze, i colori e anche le forme degli abiti. 
E dopo l’iniziale smarrimento, diventa un piacere ed una riscoperta;

5- i suoni: i tappeti di foglie da attraversare con le bici o a piedi, con i loro scricchiolii e fruscii; la campanella della scuola, il rumore delle gocce di pioggia sui vetri, il vento che muove alberi, pali e foglie, le grida entusiaste dei bambini quando finalmente si può stare all’aperto, i campanacci delle mucche, durante i giorni di desarpa;


 6- le sagre di paese: tornati dalle vacanze anche i membri delle locali pro loco, è tutto un fiorire di eventi e sagre, dalla castagna, all'uva, dalle visite per cantine alla sagra dei funghi porcini, passando per le feste patronali di San Michele alle immancabili desarpe (la discesa delle vacche dagli alpeggi di montagna alle stalle, per l'inverno).
C'è occasione di mangiare e di bere fuori praticamente ogni fine settimana!!!


7- le cime delle montagne imbiancate dalla prima neve, che fanno capolino dalle nuvole, dopo le girgie giornate di pioggia, risplendendo nel cielo tornato terso.




5 cose che odio dell’autunno:

  1. Le giornate di pioggia interminabile :-(;
  2. Le cimici, che sembrano voler dare il cambio alle zanzare nell’infastidire gli esseri umani;
  3. Il buio sempre più presto la sera, che sembra sottrarre momenti di vita e ingarbuglia il buon umore;
  4. Il cielo grigio, che nasconde azzurro, sole e persino nuvole, uniformando il mondo sotto una coltre asfissiante di “non colore”;
  5. La fine di tutto ciò che di positivo l’estate rappresenta per me: le vacanze, la maggior libertà di tempi, luoghi e modi, l’alimentazione più variegata e leggera, grazie a frutta, verdura, gelati e freschi spuntini, la sensazione del calore del sole sulla pelle, la luce onnipresente, che fa venire voglia di vivere ai 100 all’ora, la sospensione della routine scolastica…e molto altro.

Da una settimana, è ufficialmente autunno. Ufficiosamente, qui l’autunno quest’anno è arrivato più tardi del solito e, anziché fare capolino già ai primi di settembre, ha atteso fino a questo fine settimana, per poi bittarci a capofitto nel fresco e nel grigio.

Salutare l’estate non è mai facile e mi mette una discreta dose di malinconia, però mi aiuta concentrarmi sui lati positivi dell’autunno e…cercare di dimenticare quelli negativi!

E voi? Cosa amate e odiate dell'autunno?