Principessa e Orsetto, in questo ordine ed a distanza di un giorno l'uno dall'altra, hanno imparato a scavalcare le sbarre dei lettini per uscire.
La prima volta Principessa è stata aiutata da Orsetto, evitando così di cadere.
La seconda volta il fratello non era disponibile e c'è stato il capitombolo.
Ad Orsetto, pure da solo, è andata meglio.
Fatto sta che è stato necessario scongiurare altre fughe pericolose togliendo le sbarre da un lato dei lettini.
E fin qui, è andato anche tutto bene, a parte qualche incursione nel lettone la mattina presto.
Solo che dopo un paio di giorni (decisamente pochi, a mio avviso), l'Alpmarito ha deciso di approfittarne per spostarli nella loro cameretta.
A parte la scarsa comodità della nuova sistemazione (che per me significa solo molte scale in più da fare), ieri il sonnellino pomeridiano e la prima notte nei lettini aperti nella cameretta sono stati un completo disastro.
Principessa ha dormito un'oretta e poi non c'è più stato verso, Orsetto si è addormentato dopo un tira e molla di due ore, quando ormai non era più il caso.
La sera, si sono addormentati con fatica ma, soprattutto, alle 3 erano entrambi nel lettone, l'uno arrivato autonomamente e l'altra dopo pianti e urla, per disperazione.
Vi dico solo che io ho dovuto migrare verso altre stanze (perchè un pupo nel lettone in mezzo ai genitori ci sta, due che si spingono e tirano calci in continuazione, anche no) per riuscire a chiudere ancora occhio e tutti e quattro abbiamo domrito ad intermittenza e male.
L'Alpmarito intende tenere duro, io vorrei riportare i lettini in camera...chi la spunterà?!?
Incrociate le dita, non per me o l'Alpmarito, ma per il sonno in generale.
Perchè io ne ho bisogno, tanto.
A voi è successo? Come è andata? Fuori la sincerità!!!
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giovedì 16 maggio 2019
martedì 14 maggio 2019
Passeggiate in montagna con il passeggino: all'Alpe Bonze tra Piemonte e Valle d'Aosta
Verso il rifugio Alpe Bonze e/o Donnas (AO), da Quincinetto (TO)
La primavera è ormai arrivata e, anche
se le temperature sono ancora bassine e la meteo è instabile, appena
possiamo andiamo a camminare, ovviamente con il ricciolino ed i
gemelli, per ora bassa quota.
Vista sulle montagne della sinistra orografica della Dora |
Una delle ultime
passeggiate che abbiamo affrontato con i bambini ed il passeggino
da sterrato, qualche giorno fa, ci ha regalato magnifici
scorci panoramici sul Canavese e la bassa Valle d'Aosta: la
pianura con la Dora serpeggiante, in lontananza il lago di Viverone,
il Castello di Montalto e la linea dritta della collina morenica
della Serra sullo sfondo, il Mombarone ed il Monte Mars davanti a
noi.
Un incanto.
Vista sul Canavese |
Per questo motivo, nonchè
perchè si può percorrere anche in mountain bike e con il
passeggino, voglio parlarne.
Purtroppo almeno metà è su asfalto,
che poi diventa strada sterrata (comunque il transito dei veicoli è
vietato e, in ogni caso, scarissimo).
Orsetto e Principessa in marcia !!! |
Da Quincinetto (TO), al confine tra Piemonte e Valle d'Aosta, si sale per la
strada che porta in località Santa Maria - Scalaro (si imbocca di
finaco al cimitero, poco distante dall'uscita autostradale) svoltando
a destra sulla stretta strada per S.Maria -Lecchia - Mirolo, posto
all'incrocio poco dopo il ristoro alpino Santa Maria.
Appena prima di Chanton, al bivio tra la strada aslfaltata e l'alpeggio |
Poichè si tratta di una
stradina mal tenuta ed il nostro scopo era camminare, abbiamo
lasciato l'auto poco dopo (altezza circa 1000 mt s.l.m., in un altro successivo incrocio, ove vi
era un pò più di spazio a lato strada e non avrebbe dunque dato
fastidio al transito di trattori o altri veicoli.
Poi siamo saliti per tre o quattro
tornanti finchè la strada è diventata pianeggiante, arrivando,
passato il cartello indicante la direzione per Sapelle, con vendita di
formaggi e burro, in un bosco di betulle e noccioli.
Proseguendo in piano, si incontra un
bivio in un tornante verso sinistra con cartello di segnale di
divieto di accesso e una foto del rifugio Alpe Bonze (1859 mt
s.l.m.), recentemente ristrutturato e riaperto stagionalmente.
Inboccata la strada chiusa al transito, che si fa
sterrata, si arriva subito agli alpeggi di Chantoun/Chanton (1235 mt s.l.m.)
Alpeggio di Chanton e incrocio di strade, verso Donnas e verso Visey, per salire al rifugio Alpe Bonze |
Verso destra, vi è la
strada a tratti sterrata ed a tratti asfaltata che scende verso
Donnas (AO), attraverso la località Praz Pusaz e, superato il
bivio per Donnes tenendosi a destra, Monteil.
Verso sinistra da
Chanton, si sale gradatamente fino all'alpeggio di Visey (1301
mt s.l.m.), poi al bivio, si lascia la strada asfaltata che sale a
sinistra e si imbocca a destra una sterrata taglia boschi appena
realizzata, seguendo le indicazioni per il rifugio Alpe Bonze, si
sale agli alpeggi di Barrat (1352 mt s.l.m.), Montat
(1366 mt s.l.m.) e, sempre seguendo le indicazioni per Alpe Bonze,
Ca' Roussa/Roussa (1459 mt s.l.m.), dove termina la sterrata,
con scorci sul sottostante abitato di Pont Saint Martin e Donnas.
Salendo da Visey verso Barat, Montat e Ca' Roussa, in direzione rifugio Alpe Bonze |
Poseguendo dopo Ca'
Roussa ma su sentiero (se non erro segnavia 3) si può salire verso
il rifugio Alpe Bonze oppure, da Montat, scendere verso Donnes, sul
sentiero 3A, per arrivare a Donnas (AO).
Panorama a Chanton |
Con il passeggino o la
mountain bike, le alternative sono due: da Chanton si scende per
la strada (tutta tornanti abbastanza ripidi) verso Donnas, oppure ci
si ferma dopo Montat e Ca' Roussa, fino a dove arriva la strada
tagliafuoco, per rientrare dallo stesso itinerario, come abbiamo
fatto noi.
Noi abbiamo inpiegato circa quattro ore, tra salita, pic nic e discesa ma, facendo camminare a tratti anche Orsetto e Principessa, 22 mesi, i nostri tempi sono decisamente dilatati.
La strada che da Donnas sale a Chanton |
Una escursione con discreto sviluppo
ma non eccessiva come dislivello e priva di pericoli particolari, a
parte quello di perdersi tra stradine e alpeggi (tra
l'altro, le probabilità di incontrare altre persone a cui chiedere
indicazioni sono minime, visto che sono zone poco frequentate).
Consiglio
infatti di munirsi di una cartina dei sentieri della zona
(scala 1:25000),
possibilmente aggiornata, visto che la strada tagliafuochi che
parte da Visey è recente.
Vista su Donnas, zona campo sportivo Crestella e sui monti sovrastanti |
La vera attrattiva di
questa gita è sicuramente il panorama che, salendo ancora sul
sentiero verso il rifugio (opzione però non percorribile con
passeggino o bambini piccoli), si apre sul massiccio del Monte Rosa e
sul Cervino.
venerdì 10 maggio 2019
Le letture di Mamma Avvocato: La bambinaia francese
E' venerdi' ed io non posso non consigliare un libro per il conseuto appuntamento ideato da Paola.
Dopo aver gustato, su consiglio di Nadia e Mimma, "Il sogno della macchina da cucire" (qui il mio parere) scoprendo una Bianca Pitzorno che non mi aspettavo (dal momento che la conoscevo "solo" per i suoi romanzi per bambini-ragazzi), ho deciso di cercare qualcosa d'altro di questa scrittrice ed ho trovato:
pag. 495, Mondadori, 2004
Dopo aver gustato, su consiglio di Nadia e Mimma, "Il sogno della macchina da cucire" (qui il mio parere) scoprendo una Bianca Pitzorno che non mi aspettavo (dal momento che la conoscevo "solo" per i suoi romanzi per bambini-ragazzi), ho deciso di cercare qualcosa d'altro di questa scrittrice ed ho trovato:
"La bambinaia francese" di Bianca Pitzorno,
pag. 495, Mondadori, 2004
Come "Il sogono della macchina da cucire" anche questo è un romanzo ambientato nel passato, in particolare nella Francia del 1830.
Due lotte fanno da sfondo e filo conduttore della vicenda: la lotta per l'abolizione della schiavitu' e quella per l'emancipazione femminile.
I protagonisti ed, in generale, anche tutto gli altri personaggi positivi, infatti, sono persone diverse per origini ed estrazioni sociali (una ballerina, la povera figlia di una vedova cucitrice, un ragazzo schiavo cubano, un anziano nobile francese, ragazzi/e figli della nobiltà parigina ecc.), ma uniti nella visione progressista ed ugualitaria dell'essere umano.
Portano avanti le loro idee "moderne" nei modi possibili, aiutandosi gli uni con gli altri in nome degli ideali della Repubblica francese, scontrandosi contro gli antiabolizionisti e la nobiltà ancorata ai propri privilegi ma anche, o forse soprattutto, contro la diseguaglianza tra uomini e donne.
La piccola Sophie, bambina povera ma istruita per volontà del padre, tipografo rivoluzionario, morto durante i moti rivoluzionari, viene accolta e salvata dalla famosa e ricca ballerina Céline Varens, benefattrice anche dello schiavo Toussaint, che a loro volta aiuteranno la figlioletta.
La trama è incalzante e coinvolgente, grazie alla narrazione esterna che si alternata alle voci dei protagonisti, che raccontano e si descrivano in lunghi scambi epistolari.
I richiami alla letteratura inglese delle sorelle Brönte e della Austen e a quella francese dell'epoca illuminista (Roussou, Hugo ecc.) sono numerosi, talvolta "rivisti" (accade, ad esempio, a Jane Eyre) e catapultano il lettore indietro nel tempo.
Un romanzo sulla forza dell'uguaglianza, della libertà e della solidarietà, ricco di romanticismo e idealismo, che si adatta a diversi livelli di lettura, da adulto e da ragazzino.
Una lettura di evasione di sapore ottocentesco per nulla scontata.
Insomma, consigliato!
mercoledì 8 maggio 2019
Il Future Park, laboratorio interattivo per bambini delle Officine Grandi Riparazioni di Torino
Il c.d. "ponte
del 25 Aprile" è stato funestato dalla pioggia insistente. E
siccome un intera giornata con i bambini chiusa in casa è fattibile
ma due sono già troppe, ci è toccato industriarci per trovare delle
alternative.
Ispirata da un
post su facebook di Agnieszka, del'Onlus "La casa di sabbia" (se non la conoscete, vi consiglio di approfondire), che vi ha portato i suoi due bimbi, ho scelto come meta con i bambini le
Officine Grandi Riparazioni di Torino (anche dette OGR), in Corso
Castelfidardo 22.
Si
tratta di un ex sito industriale nel centro di Torino (zona del
quartiere "Spina") che oggi ospita un caffè, un
ristorante, mostre, sala concerti ed esposizioni temporanee.
Il
luogo è interessante da visitare già solo per la sua architettura
peculiare (ex officina di riparazione dei treni, come si intuisce
dal nome), riconvertita per un uso ricreativo.
Per
i bambini, in particolare, offre un cortile che si presta a giochi
e corse all'aperto...
e una mostra interattiva al Binario 3,
il Future Park, ovvero, come si può leggere sul sito
officiale delle OGR: "il primo spazio permanente in Europa
dedicato a teamLab, il collettivo di
sviluppatori giapponesi che da sedici anni porta avanti
una ricerca che integra arte e tecnologia e che il grande pubblico ha
conosciuto per lo straordinario successo delle loro installazioni al
Padiglione Giappone a Expo2015".
Per 60 minuti, i bambini entrano in un grande salone con i
genitori e possono divertirsi a giocare con palloni leggeri e
morbidi che cambiano colore ad ogni tocco e sollecitazione (in
due "arene", una per i più grandi ed una per i più
piccolini, adatta da quando sanno camminare con sicurezza).
E poi possono colorare e disegnare su appositi fogli bianchi
già predisposti con sagome di animali marini, per lo sfondo
acquario, e auto, case, aerei ed elicotteri, per lo sfondo cittadino.
Sono a disposizione tavoloni rotondi con matite, pastelli e
pennarelli colorati.
Due "animatori", dotati di rispettivi scanner,
acquisiscono i disegni dei bambini e li proiettano su due maxi
schermi, dove prendono in parte vita.
Soprattutto, però, i bambini riconoscono i propri disegni sui maxi
schermi e questo ha entusiasmato sia i miei piccoli Orsetto e
Principessa, nonostante non abbiano ancora due anni, che sono stati conquistati anche dai palloni colorati, sia il
Ricciolino, felice soprattutto per la "battaglia aerea" che
ha ingaggiato con il drago (disegnando da solo e proiettando sullo
schermo più veicoli che tutti i bambini presenti messi insieme!).
Insomma, una esperienza diversa e divertente, per un pomeriggio
(un'ora dentro, un pò di attesa, un caffè ed uno spuntinvo al bar
ed una corsa in cortile, sugli scivoli "naturali", possono
riempire anche tre ore di tempo incerto) all'insegna
dell'innovazione e del divertimento dei bambini.
Info utili e
nota critica
Il prezzo del biglietto per me è l'unico aspetto negativo.
Noi siamo stati in un giorno di festa e c'era il ridotto per tutti a
5 Euro, però se avessimo dovuto pagare il prezzo pieno (16 Euro
adulto e 9 bambino, con pacchetti per 1 adulto + 1 bambino a 15 e 2
bambini + 1 adulto a 21 ), due adulti e tre bambini, sarebbe stato
eccessivo, a mio parere.
Consiglio pertanto di approfittare di giornate o domeniche con
particolari sconti, se la famiglia è numerosa.
Nel Future Park si entra a gruppi ogni 60 minuti:
conviene quindi informarsi subito all'arrivo di quanto ci sia da
aspettare e comprare i biglietti con l'ora prescelta, prima di
dedicarsi alla merenda o alla esplorazione del luogo.
Trovate tutte le informazioni e i contatti sul
sito internet delle OGR di Torino (molto moderno ma a mio
parere non proprio immediato) o telefonando in loco.
All'interno della struttura vi è un ampio bar che serve anche da
mangiare in un lungo tavolone con 90 coperti, un ristorante, un'area
relax con wi-fii, ampi corridoi e servizi igienici che quando siamo
andati noi erano ben puliti.
Molti parcheggi nelle vicinanze, a pagamento durante la settimana.
Ovviamente, se intendete visitare Torino con e senza bambini, dovete sapere che c'è solo l'imbarazzo della scelta.
E se piove? Qui trovate raccolti una serie di luoghi perfetti da vedere con i bambini, "testati" personalmente, anche quando il tempo non è clemente.
lunedì 6 maggio 2019
Cannelloni al forno senza pomodoro facili e veloci: Mamma Avvocato in cucina
Cannelloni al forno senza pomodoro facili e veloci
La ricetta è semplice
e rapida ma molto gustosa, perfetta quando i bambini reclamano per la
fame, la giornata è stata faticosa e non se ne puo' piu' della
solita pastasciutta in bianco.
Inoltre, considerate le temperature invernali dell'ultima settimana, accendere il forno non sarà un problema.
Ingredienti
(per cinque persone)
500 gr di pasta all'uovo, sfoglia ruvida, per lasagne pronta (fogli
rettangolari)
500 gr di ricotta
500 gr di prosciutto cotto
500 ml di besciamella pronta o da fare
un po' di latte
Preparazione
(circa 10 minuti)
Accendere il forno a 180 °, scegliere una teglia con fondo
antiaderente, ammorbidire i fogli di pasta all'uovo bagnandoli con un
po' di latte.
Prendere un foglio di pasta, stenderlo, coprirlo con una o due fette
di cotto e due cucchiai di ricotta, arrotolare la pasta a rotolo e
porla nella teglia, poi procedere nello stesso modo con tutte le
altre.
Infine con un cucchiaio stendere sopra i cannelloni la besciamella,
con generosità.
Infornare per circa 20 minuti, fino a doratura della
besciamella e della pasta all'uovo.
Et voilà !
Non esattamente un piatto dietetico ma neppure insano.
Varianti? Zucchine e ricotta (previa cottura a parte
delle zucchine per ammorbidirle, pero') oppure la buonissima
asparagi e ricotta (facendo prima bollire a sufficenza gli
asparagi e dopo aver asportato il pezzo di gambo piu' duro).
La versione verde con asparagi ha un sapore particolarmente delicato
ed è piaciuta anche ad Orsetto e Principessa; quella con il
prosciutto, invece, è la preferita del ricciolino.
Per le altre ricette: etichetta "mamma avvocato in cucina".
martedì 30 aprile 2019
Escursione con i bambini: le tre goye di Hone e da Hone (AO) a Pontboset
A pasquetta siamo riusciti finalmente ad andare in montagna a fare una escursione con i bambini e alcuni amici, anche loro con figli.
In questo caso, ci eravamo accordati con gli amici per camminare un pò e poi goderci un bel pic-nic, in tutto relax (in fondo, è quel che si fa a Pasquetta), quindi a Pontboset non siamo arrivati, pur avendo percorso praticamente tutto il dislivello positivo (perchè ci siamo fermati a quota 740 mt circa) e più di metà dello sviluppo del sentiero.
Abbiamo attraversato un bel ponte in legno con tanto di vista sulla cascata e attraversato due alpeggi ormai abbandonati (Ron Dezot e Ron Dessou), per poi mangiare e tornare indietro alla partenza della mulattiera (circa due ore di salita e una di discesa, con i 4 bambini più grandi a piedi ed i gemelli che per un tratto hanno camminato, per poi farsi portare).
Da gite precedenti in zona, so che proseguendo per un'oretta (forse qualcosa in più con i bimbi) saremmo arrivati all'orrido di Ratus, avremmo attraversato il ponte sospeso e per poi proseguire sul sentiero degli orrido (o dei ponti) fino alla borgata.
Non paghi, invece, dopo una breve sosta, abbiamo deciso di fare un ultimo sforzo e, seguendo le indicazioni che partono dal prato alla base della mulattiera, di andare a scoprire, attraverso un bel ponte panoramico sospeso su un orrido e un breve seniero attrezzato a lato del torrente Ayasse, le tre goye di Hone: davvero bellissime!!!
Purtroppo le foto, questa volta scattate con il telefonino, non rendono merito al paesaggio ed ai giochi d'acqua.
Tutto sommato, quindi, per me la gita è stata un successo, nonostante l'iniziale cantonata sul percorso!
E dire che a casa noi avevamo la cartina dettagliata dei sentieri della Valle di Champorcher - Parco Mont Avic in scala 1: 25000... sarebbe bastato ricordarsene prima di partire, anzichè al ritorno.
Info pratiche:
parcheggi auto, a pagamento e non, disponibili nei pressi del Municipio. Parcheggio per camper appena oltre il ponte sull'Ayasse. A fianco del complesso che opsita Municipio, farmacia e biblioteca comunale, vicino al torrente Ayasse, un pò nascosto, si trova anche un bel parco giochi per i bambini, con fontana d'acqua. Bar e ristoranti nelle vicinanze.
Hone è posto di fronte a Bard, con il suo magnifico Forte.
Da Hone parte la strada che porta a Champorcher.
Il sentiero che abbiamo percorso noi è ben tracciato e non presenta particolari rischi per i bambini, tranne alcuni tratti un pò esposti in cui porre attenzione. Non è pero' percorribile con i passeggini, al pari del sentiero per le tre goye di Hone. Anche in questo caso non ci sono rischi particolari ma, essendo a fianco del torrente, è bene prestare attenzione e tenere i bimbi piccoli per mano.
Il meteo era variabile, la temperatura abbastanza mite ma i turisti sulle strade e la neve caduta anche in bassa quota nei giorni precdenti ci hannl fatto optare per una meta vicina e in basso.
Così, con calma, alle dieci passate ci siamo messi in cammino, partendo dall'abitato di Hone (AO), mt. 373 s.l.m. (parcheggio libero nei pressi del Municipio).
L'idea era quella di andare a Pourcil, un villagetto di montagna a 965 mt, sull'altro lato del torrente Ayasse rispetto al Municipio, ovvero sulla destra orografica dell'Ayasse.
Invece abbiamo imboccato fin da subito il sentiero sbagliato (segnavia n. 2, anzichè il n. 5, che parte prima del parcheggio, sempre sulla destra orografica), una mulattiera che, partendo a destra dal primo tornante della strada asfaltata che porta a Fontaney, si trasforma ben presto in sentiero tra i boschi e conduce a Pontboset, un abitato con 180 residenti posto a metà circa della Valle di Champorcher, mt. 780 s.l.m.
Pontboset è già stato più volte punto di partenza delle nostre escursioni (ad esempio, la passeggiata per l'orrido di Ratus e quella per il il Crest ed il Santuario di Retempio), così come la Valle di Champorcher (AO) più in generale (ad esempio, da Outre l'Eve) ma i sentieri sono talmente tanti che vi è sempre qualcosa da scoprire!
In questo caso, ci eravamo accordati con gli amici per camminare un pò e poi goderci un bel pic-nic, in tutto relax (in fondo, è quel che si fa a Pasquetta), quindi a Pontboset non siamo arrivati, pur avendo percorso praticamente tutto il dislivello positivo (perchè ci siamo fermati a quota 740 mt circa) e più di metà dello sviluppo del sentiero.
Abbiamo attraversato un bel ponte in legno con tanto di vista sulla cascata e attraversato due alpeggi ormai abbandonati (Ron Dezot e Ron Dessou), per poi mangiare e tornare indietro alla partenza della mulattiera (circa due ore di salita e una di discesa, con i 4 bambini più grandi a piedi ed i gemelli che per un tratto hanno camminato, per poi farsi portare).
Da gite precedenti in zona, so che proseguendo per un'oretta (forse qualcosa in più con i bimbi) saremmo arrivati all'orrido di Ratus, avremmo attraversato il ponte sospeso e per poi proseguire sul sentiero degli orrido (o dei ponti) fino alla borgata.
Non paghi, invece, dopo una breve sosta, abbiamo deciso di fare un ultimo sforzo e, seguendo le indicazioni che partono dal prato alla base della mulattiera, di andare a scoprire, attraverso un bel ponte panoramico sospeso su un orrido e un breve seniero attrezzato a lato del torrente Ayasse, le tre goye di Hone: davvero bellissime!!!
Purtroppo le foto, questa volta scattate con il telefonino, non rendono merito al paesaggio ed ai giochi d'acqua.
Tutto sommato, quindi, per me la gita è stata un successo, nonostante l'iniziale cantonata sul percorso!
E dire che a casa noi avevamo la cartina dettagliata dei sentieri della Valle di Champorcher - Parco Mont Avic in scala 1: 25000... sarebbe bastato ricordarsene prima di partire, anzichè al ritorno.
Info pratiche:
parcheggi auto, a pagamento e non, disponibili nei pressi del Municipio. Parcheggio per camper appena oltre il ponte sull'Ayasse. A fianco del complesso che opsita Municipio, farmacia e biblioteca comunale, vicino al torrente Ayasse, un pò nascosto, si trova anche un bel parco giochi per i bambini, con fontana d'acqua. Bar e ristoranti nelle vicinanze.
Hone è posto di fronte a Bard, con il suo magnifico Forte.
Da Hone parte la strada che porta a Champorcher.
Il sentiero che abbiamo percorso noi è ben tracciato e non presenta particolari rischi per i bambini, tranne alcuni tratti un pò esposti in cui porre attenzione. Non è pero' percorribile con i passeggini, al pari del sentiero per le tre goye di Hone. Anche in questo caso non ci sono rischi particolari ma, essendo a fianco del torrente, è bene prestare attenzione e tenere i bimbi piccoli per mano.
venerdì 26 aprile 2019
Il ricettario di Giulio Coniglio e 100% yoga des petits: le letture del ricciolino biondo.
In biblioteca abbiamo scovato due manuali per bambini davvero carini: coloratissimi, ben fatti ed abbastanza robusti, in cartonato non spesso ma plastificato.
Il primo è una raccolta di ricette di dolci (se non erro, ben 34), divisi in quattro sezioni: "Ricette da fiaba", "Ricette golose" "Ricette burlone"e "Ricette natalizie" ed elencate nell'indice finale.
Comprende dolci insoliti per le ricorrenze piu' importanti dell'anno ed altri ispirati alle favole o "divertenti",peraltro quasi tutti con la frutta.
I disegni sono molto belli, le spiegazioni sembrano chiare anche se si tratta, a prima vista, di dolci non banali e il risultato finale sembra strepitoso.
Non abbiamo ancora testato in cucina le ricette, pero', proprio perchè per me la presenza di frutta complica le cose e ce ne è mancato il tempo.
I personaggi illustrati sono gli stessi dei libretti di Giulio Coniglio, molto apprezzati di solito dai bambini.
Io lo consiglierei dai 7-8 anni, con l'aiuto di un adulto, ovviamente, almeno per i primi esperimenti culinari.
Il secondo manuale è invece dedicato ad una delle mie passioni: lo yoga.
ed. Bayard Jeunesse
E' rivolto principalmente ai bambini della scuola dell'infanzia, dai 3-4 anni in su, ed a genitori ed insegnanti che vogliano avvicinare i piccoli alla pratica di asana (posizioni) e rilassamento, con 45 posizioni, di cui alcune sequenze semplici.
Le spiegazioni sono adatte ai bambini, efficaci e divertenti.
Noi ne abbiamo già provata qualcuna, coinvolgendo anche Orsetto e Principessa (a modo loro).
Il formato permette di tenerlo aperto come un calendario da scrivania, per leggerlo comodamente mentre si pratica, le figure sono coloratissime e ben fatte ed è allegato un cd con cui l'autrice, insegnante di scuola materna e maestra di scuola, illustra le sequenze guidando un piccolo alunno per volta.
La mia edizione è in lingua francese ma i testi sono semplici e le raffigurazioni significative.
Se siete in cerca di altri manuali di yoga per bambini, in passato ho scritto la mia opionione su "Giochiamo allo yoga" di Claudia Porta, "Yoga per mamma e bambino" e "Yoganimo" (in francese ma disponibile anche in italiano).
Per lo yoga in gravidanza, invece,io ho trovato molto utile il manuale: "Yoga per la gravidanza e la nascita".
Con questo post partecipo al consueto appuntamento del venerdi' del libro di Home Made Mamma.
Il primo è una raccolta di ricette di dolci (se non erro, ben 34), divisi in quattro sezioni: "Ricette da fiaba", "Ricette golose" "Ricette burlone"e "Ricette natalizie" ed elencate nell'indice finale.
Comprende dolci insoliti per le ricorrenze piu' importanti dell'anno ed altri ispirati alle favole o "divertenti",peraltro quasi tutti con la frutta.
"Le dolci ricette di Giulio Coniglio" di Elisabetta Costa,
ed. Franco Cosimo Panini
I disegni sono molto belli, le spiegazioni sembrano chiare anche se si tratta, a prima vista, di dolci non banali e il risultato finale sembra strepitoso.
Non abbiamo ancora testato in cucina le ricette, pero', proprio perchè per me la presenza di frutta complica le cose e ce ne è mancato il tempo.
I personaggi illustrati sono gli stessi dei libretti di Giulio Coniglio, molto apprezzati di solito dai bambini.
Io lo consiglierei dai 7-8 anni, con l'aiuto di un adulto, ovviamente, almeno per i primi esperimenti culinari.
*****
"100% Yoga des petits" di Elisabeth Jouanne e Ilya Green,
ed. Bayard Jeunesse
E' rivolto principalmente ai bambini della scuola dell'infanzia, dai 3-4 anni in su, ed a genitori ed insegnanti che vogliano avvicinare i piccoli alla pratica di asana (posizioni) e rilassamento, con 45 posizioni, di cui alcune sequenze semplici.
Le spiegazioni sono adatte ai bambini, efficaci e divertenti.
Noi ne abbiamo già provata qualcuna, coinvolgendo anche Orsetto e Principessa (a modo loro).
Il formato permette di tenerlo aperto come un calendario da scrivania, per leggerlo comodamente mentre si pratica, le figure sono coloratissime e ben fatte ed è allegato un cd con cui l'autrice, insegnante di scuola materna e maestra di scuola, illustra le sequenze guidando un piccolo alunno per volta.
La mia edizione è in lingua francese ma i testi sono semplici e le raffigurazioni significative.
Se siete in cerca di altri manuali di yoga per bambini, in passato ho scritto la mia opionione su "Giochiamo allo yoga" di Claudia Porta, "Yoga per mamma e bambino" e "Yoganimo" (in francese ma disponibile anche in italiano).
Per lo yoga in gravidanza, invece,io ho trovato molto utile il manuale: "Yoga per la gravidanza e la nascita".
Con questo post partecipo al consueto appuntamento del venerdi' del libro di Home Made Mamma.
mercoledì 24 aprile 2019
Una giornata insieme: amiche di blog
Quanto, in quel lontano 5 dicembre 2012, inagurai il mio blog con il primo breve post, mai avrei immaginato quante altre parole avrei scritto, quanti commenti avrei ricevuto, quante foto postato.
Soprattutto, pero', mai avrei immaginato che dal desiderio di condividere i miei pensieri sarebbero potuti nascere dei rapporti personali veri, virtuali e dal vivo.
Ed invece è accaduto, prima con Francesca e poi con Elisabetta.
Dopo quasi un anno dall'incontro con Elisabetta e la sua famiglia e la nostra visita insime al Forte di Bard, a due passi da casa nostra, qualche domenica fa siamo stati noi a spostarci e andare in provincia di Novara.
Come la volta precedente, dopo settimane di bel tempo stabile, la pioggia è arrivata proprio quando eravamo finalmente riuscite a combinare le date, facendo slalom tra i malanni di adulti e bambini e gli impegni sportivi, scolastici e familiari.
Eppure il cielo plumbeo non ha rovinato affatto la nostra giornata perchè, accantonato il porgeto di pic nic in un parco delle vicinanze (idea che conserviamo per il futuro) Elisabetta e suo marito ci hanno aperto le porte di casa loro per un gustoso pranzetto: e non dico gustoso a caso, visto che io mi sono divorata praticamente da sola una fettona di gorgonzola, naturalmente con la polenta (rpodotta con il mais da loro coltivato), che noi amiamo molto!
Tra l'altro, hanno cucinato un piatto di carne che dalle mie parti non avevo mia mangiato e cosi', da buoni italiani, anche mangiando abbiamo parlato di cibo.
Ma voi lo sapevate che proprio a Romentino e comunque nelle vicinanze di Novara e Galliate si produce il gorgonzola "vero"? Io l'ho scoperto proprio quella domenica e ora nessun gorgonzola industriale riuscirà a pareggiare quel sapore!
I nostri bimbi grandi, che sono coscritti, ci hanno messo meno di cinque minuti per "rompere il ghiaccio" e poi hanno giocato felici tutto il pomeriggio.
Il suo bimbo piccolo mi è apparso cresciuto tantissimo e i gemelli si sono comportati discretamente bene e infatti hanno rotto (solo) un paio di occhiali da bambino (Mi spiace tanto @Elisabetta!!).
Principessa, poi, è tornata a casa con un termometro giocattolo che l'ha ammaliata tutto il pomeriggio e che ancora si tiene nel lettino...ladruncola !!!
Anche io mi sono sentita presto "a casa" e mi sono goduta la compagnia e le chiacchere ...sommergendo di parole i padroni di casa, come mio solito.
E poi ho visto la postazione- ufficio da grafica di Elisabetta (e i suoi quadretti stagionali) dal vivo, cosi' d'ora in poi potro' immaginarla mentre scrive al di là dello schermo.
Dopo pranzo, visto che aveva smesso di piovere, siamo anche riusciti a fare due passi e mangiare un gelato nella vicina Galliate, dove Elisabetta ci ha mostrato un gioiellino architettonico di cui ignoravo l'esistenza: un bel castello sforzesco visconteo, sito nella pizza principale del paese, dinanzi alla chiesa con un campanile scoperto molto particolare.
Insomma, una bella giornata che è finita con la promessa di rivederci appena possibile.
Questa volta, poi, ci siamo anche ricordate di scattarci una foto insieme ...yeah!
Soprattutto, pero', mai avrei immaginato che dal desiderio di condividere i miei pensieri sarebbero potuti nascere dei rapporti personali veri, virtuali e dal vivo.
Ed invece è accaduto, prima con Francesca e poi con Elisabetta.
Dopo quasi un anno dall'incontro con Elisabetta e la sua famiglia e la nostra visita insime al Forte di Bard, a due passi da casa nostra, qualche domenica fa siamo stati noi a spostarci e andare in provincia di Novara.
Come la volta precedente, dopo settimane di bel tempo stabile, la pioggia è arrivata proprio quando eravamo finalmente riuscite a combinare le date, facendo slalom tra i malanni di adulti e bambini e gli impegni sportivi, scolastici e familiari.
Eppure il cielo plumbeo non ha rovinato affatto la nostra giornata perchè, accantonato il porgeto di pic nic in un parco delle vicinanze (idea che conserviamo per il futuro) Elisabetta e suo marito ci hanno aperto le porte di casa loro per un gustoso pranzetto: e non dico gustoso a caso, visto che io mi sono divorata praticamente da sola una fettona di gorgonzola, naturalmente con la polenta (rpodotta con il mais da loro coltivato), che noi amiamo molto!
Tra l'altro, hanno cucinato un piatto di carne che dalle mie parti non avevo mia mangiato e cosi', da buoni italiani, anche mangiando abbiamo parlato di cibo.
Ma voi lo sapevate che proprio a Romentino e comunque nelle vicinanze di Novara e Galliate si produce il gorgonzola "vero"? Io l'ho scoperto proprio quella domenica e ora nessun gorgonzola industriale riuscirà a pareggiare quel sapore!
I nostri bimbi grandi, che sono coscritti, ci hanno messo meno di cinque minuti per "rompere il ghiaccio" e poi hanno giocato felici tutto il pomeriggio.
Il suo bimbo piccolo mi è apparso cresciuto tantissimo e i gemelli si sono comportati discretamente bene e infatti hanno rotto (solo) un paio di occhiali da bambino (Mi spiace tanto @Elisabetta!!).
Principessa, poi, è tornata a casa con un termometro giocattolo che l'ha ammaliata tutto il pomeriggio e che ancora si tiene nel lettino...ladruncola !!!
Anche io mi sono sentita presto "a casa" e mi sono goduta la compagnia e le chiacchere ...sommergendo di parole i padroni di casa, come mio solito.
E poi ho visto la postazione- ufficio da grafica di Elisabetta (e i suoi quadretti stagionali) dal vivo, cosi' d'ora in poi potro' immaginarla mentre scrive al di là dello schermo.
Dopo pranzo, visto che aveva smesso di piovere, siamo anche riusciti a fare due passi e mangiare un gelato nella vicina Galliate, dove Elisabetta ci ha mostrato un gioiellino architettonico di cui ignoravo l'esistenza: un bel castello sforzesco visconteo, sito nella pizza principale del paese, dinanzi alla chiesa con un campanile scoperto molto particolare.
Insomma, una bella giornata che è finita con la promessa di rivederci appena possibile.
Questa volta, poi, ci siamo anche ricordate di scattarci una foto insieme ...yeah!
giovedì 18 aprile 2019
Ho visto Notre-Dame bruciare, attraverso lo schermo.
Ho visto Notre-Dame
bruciare, attraverso lo schermo.
Ho ascoltato le parole di
Emmanuel Macron.
Ho sentito la notizia che
uno dei pompiere intervenuti è rimasto gravemente ferito e,
per un attimo, ho pensato
al valore incommensurabile di una cattedrale con mille di storia alle
spalle, rispetto alla breve vita di un essere umano.
Per un attimo solo,
perchè nessun monumento, per me, vale una vita e spero per lui,
mentre i media non
sembrano interessati a dare sue notizie.
Ho appreso di commenti e
polemiche provenienti da paesi extra europei, nei quali si diceva che
non c'è stato lo stesso clamore mediatico e la stessa "gara di
solidarietà" che si è vista nelle ultime ore quando si è
trattato di monumenti più distanti da noi, di intere popolazioni in
difficoltà
E ho pensato, non solo
per un attimo, che siano tutte cavolate: l'uguaglianza delle emozioni
e reazioni non esiste e non credo proprio che sarebbe un bene
inventarla.
Potremmo ancora vivere,
se soffrissimo per la morte di ogni uomo, donna e bambino, ogni
istante, come soffriamo quando a lasciarci è un nostro caro?!?
Ho visto Notre-Dame
bruciare, attraverso lo schermo.
Ho ascoltato le parole di
Emmanuel Macron.
Ho riflettuto sul potere
dei simboli, sulla forza della bellezza, sull'importanza dell'arte e
sull'influenza della storia nella nostra identità, individuale e
collettiva.
Ho pianto, pensando a ciò
che è andato irrimediabilmente in fumo, a ciò che i miei figli non
potranno mai vedere come l'ho visto io, come era.
Quanto poco ci vuole, a
distruggere? Una vita, una casa, una scuola, una strada, un bosco, un
mare, una montagna, una cattedrale?
Quanto tempo e impegno ci
vuole, invece, a creare? Una vita, una casa, una scuola, una strada,
un bosco, un mare, una montagna, una cattedrale?
Ho visto Notre-Dame
bruciare, attraverso lo schermo.
Ho ascoltato le parole di
Emmanuel Macron.
E neppure per un attimo,
ho pensato al fatto che in fondo sia un luogo di culto cattolico,
mentre io sono atea. Ci ho pensato solo ora, leggendo sui social
alcuni commenti. Perchè per me, non ha nessuna importanza, a
differenza che per altri.
Ho visto Notre-Dame
bruciare, attraverso lo schermo.
Ho ascoltato le parole di
Emmanuel Macron.
Ho ricordato:
noi due e quella Pasqua a
Parigi di tanti anni fa,
con pochi soldi in tasca,
nessuna carta di credito e le valigie smarrite da una compagnia aerea
che è fallita pochi mesi dopo essere nata,
i pranzi a base di
crepes, le cene di raclette ed i ristoranti esotici,
ancora sconosciuti alla
provincia italiana,
il freddo pungente di un
aprile che somiglia a questo e i maglioni pesanti nelle stesse
valigie,
gli alberghi a due stelle
con la moquette di dubbia pulizia e gli addetti all'accoglienza
scortesi.
Noi due e quella Pasqua a
Parigi,
in cui nulla era
perfetto, eppure noi eravamo felici,
tra una passeggiata in
centro ed il riposo sulla panchina davanti alla Sorbonne,
un giro in bateau-mouche
e la salita sulla Torre Eiffel,
gli acquisti nelle
librerie e la vista da Montmartre
Ho visto Notre-Dame
bruciare, attraverso lo schermo.
Ho ascoltato le parole di
Emmanuel Macron.
E ho ricordato:
noi due e quella Pasqua a
Parigi di tanti anni fa,
abbracciati davanti a
Notre-Dame,
l'amore nel cuore e la
meraviglia negli occhi.
venerdì 12 aprile 2019
Le letture dei gemelli: Pimpa e storie cartonate di animali
Al nido di Orsetto e Principessa, per il progetto "Nati per leggere", ogni settimana hanno una mattinata dedicato alla lettura ad alta voce, al termine della quale i bambini scelgono un libro della biblioteca interna del nido da portare a casa, in una apposita cartellina con il loro nome e simbolo distintivo, per leggerlo con i genitori tutta la settimana e riportarlo alla successiva.
Capita che loro scelgano libri che già abbiamo e che amano, riconoscendoli, oppure che per settimane portino a casa lo stesso libro o diverse storie dello stesso personaggio. Il ricciolino era un affezionato della Pimpa, ad esempio.
Altre volte, per noi sono scoperte.
Tra gli altri, hanno avuto molto successo un libretto cartonato proprio della Pimpa, molto semplice, che fa giocare i bambini all'amato gioco del nascondino o "cucù", adatto secondo me già dai 18 mesi, con i consueti testi basici e colori brillanti e vivaci
e poi questo cartonato con due storielle di animali, una giraffa e due topoline gemelle, nel nostro caso in lingua francese (ma la collana esiste anche in italiano), brevi ma carine, con belle illustrazioni delicate.
Io mi sono commossa leggendo la seconda storia, perché descrive in poche parole una particolarità dei figli gemelli, ovvero la difficoltà di doversi dividere le attenzioni della mamma, aspettando il proprio turno e non potendo averne mai l'esclusiva a lungo, ma anche il divertimento e la sicurezza derivante dall'avere sempre un compagno di gioco e di vita accanto.
Un testo semplice ma pieno di poesia in questa sua semplicità, adatto ai bimbi dai due anni circa, come indicato anche sul libro.
Con questo post partecipo all'appuntamento con il venerdì del libro di Home Made Mamma.
Capita che loro scelgano libri che già abbiamo e che amano, riconoscendoli, oppure che per settimane portino a casa lo stesso libro o diverse storie dello stesso personaggio. Il ricciolino era un affezionato della Pimpa, ad esempio.
Altre volte, per noi sono scoperte.
Tra gli altri, hanno avuto molto successo un libretto cartonato proprio della Pimpa, molto semplice, che fa giocare i bambini all'amato gioco del nascondino o "cucù", adatto secondo me già dai 18 mesi, con i consueti testi basici e colori brillanti e vivaci
e poi questo cartonato con due storielle di animali, una giraffa e due topoline gemelle, nel nostro caso in lingua francese (ma la collana esiste anche in italiano), brevi ma carine, con belle illustrazioni delicate.
Io mi sono commossa leggendo la seconda storia, perché descrive in poche parole una particolarità dei figli gemelli, ovvero la difficoltà di doversi dividere le attenzioni della mamma, aspettando il proprio turno e non potendo averne mai l'esclusiva a lungo, ma anche il divertimento e la sicurezza derivante dall'avere sempre un compagno di gioco e di vita accanto.
Un testo semplice ma pieno di poesia in questa sua semplicità, adatto ai bimbi dai due anni circa, come indicato anche sul libro.
Con questo post partecipo all'appuntamento con il venerdì del libro di Home Made Mamma.
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