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lunedì 26 ottobre 2015

Lavoretti autunnali !

Ci siamo.
Anche il ricciolino biondo e' stato contagiato dalla "mania" di Halloween.
Si tratta di una festa che per me non ha alcun significato, poiché non è legata a tradizioni familiari o locali.
Noi piuttosto festeggiamo I Santi, se il tuor dei cimiteri, anche se seguito da passeggiate nei boschi autunnali, zuppa ad coij mangiata in famiglia e crema di zucca, può dirsi un festeggiamento.
Tuttavia, non vedo nulla di male nel concedere decorazioni arancioni e un po' "mostruose" o nell'intagliare una zucca, se la vicina può vendercela: in fondo, l'arancione e' un colore bellissimo e si sposa molto bene con l'autunno!!
Quindi, escluso "dolcetto o scherzetto", per il quale non siamo attrezzati come paese e comunque per il ricciolino e' prematuro, Una domenica ci siamo messi al lavoro..
L'alternativa, secondo il nanetto di casa, era iniziare a "preparare l'albero di Natale".. Aiuto!!!
Ed ecco le nostre due "maschere mostruose" fatte in casa.
Una è stata regalata prontamente al suo grande amico A. Perché un difetto che non ha il ricciolino biondo, e' proprio la mancanza di generosità, per fortuna.
L'altra, anima i nostri tardi pomeriggi in casa!
Questo, invece, è il frutto del lavoro di mia suocera:

Lo ha realizzato in mezz'ora, solo guardando una foto di Ponterest! Bravissima!

Il ricciolino biondo e' rimasto così colpito dall'abilita' e velocità della nonna con l'uncinetto, che le ha commissionato al volo un cappellino, per il quale siamo subito corsi a comprare la lana.
Povera nonna, non immaginava un tale entusiasmo!
L'idea era di nasconderlo nel letto per spaventare l'Alpmarito, che ha una discreto aracnofobia. Poi abbiamo optato per appenderlo al lampadario in camera da letto e...lo spavento e' riuscito (o meglio, l'Alpmarito e' stato al gioco, con grande divertimento del ricciolino biondo).


lunedì 8 giugno 2015

Un pomeriggio tra orsi, squali e dinosauri

L'idea di visitare il Museo Civico di Storia Naturale di Trieste è stata quasi casuale ma quanto mai azzeccata.
In un pomeriggio di pioggia, durante il ponte pasquale, abbiamo scoperto un piccolo tesoro ben tenuto, che è piaciuto moltissimo al mio ricciolino biondo ed alla cuginetta (di sei anni).

Perchè?
E' presto detto, anzi,
 visto!




Dinosauri, mammut, enormi balene e giochi interattivi, come seguire l'evoluzione dell'uomo cercando di indovinare l'antenato giusto dal cranio..

oppure le palline di cera d'api da portare a casa per ricordo..


La catena alimentare e i "gusti" degli animali..



 E squali che spuntano dal nulla !!!!

 Considerato che il nano è ancora molto piccolo, non ci siamo soffermati tanto sulle spiegazioni, pero', ad avere tempo e età giusta, c'è da trascorrervi qualche piacevolissima ora (peraltro a prezzo contenuto, visto che l'intero costa 3 euro ed i piccoli entrano gratis).

E dopo questa immersione nelle scienze naturali, un bel giretto per la bellissima Trieste ed i suoi locali.


Birreria adatta ad un gustoso pranzetto
 
Qui due anni fa...quanti passi da allora !





Che ne dite, dopo la Grotta Gigante e l'osmiza, il Faro della Vittoria (ed il museo dei treni di Trieste), il Tram de Opcina, Trieste, le corse mattutine nella campagna, il porticciolo di Grado e l'Isola di Barbana, in quattro giorni abbiamo visitato abbastanza ?!?

mercoledì 27 maggio 2015

Una grotta da Guinness dei Primati (la Grotta Gigante) e le osmize

Durante la nostra Pasqua in Friuli, abbiamo avuto l'occasione di visitare una meraviglia della natura:

la Grotta Gigante di Sgonico, in provincia di Trieste
e poi di rifocillarci in una caratteristica osmiza

Dopo le bellissime grotte di Toirano e l'apprezzamento dimostrato dal ricciolino biondo di casa e dopo aver ammirato, non ancora mamma, le grotte di Postumia, non potevamo certo farci sfuggire questa altra grotta !

A pochi chilometri da Trieste, vicina alla panoramica strada costiera ed al Castello di Miramare, questa grotta calcarea, nel cuore del Carso triestino, di 10 milioni di anni, è profondissima  (la base di trova 156 metri sotto il la superficie e in un punto, non visitabile, raggiunge quasi il livello del mare, dopo una discesa di 160 metri).
La visita fa fare un dislivello di 101 mt, con ben 500 scalini (abbastanza scivolosi, perchè l'umidità è al 96%) per scendere e .....altrettanti per salire!

Se avete un bimbo, perciò, mettetevi e mettetegli scarpe comode o contate, se è piccolo, di avere uno zaino porta bimbo o di mettervelo a spalla.
Vi assicuro, però, che ne varrà la pena perchè vi troverete dinnanzi ad uno spettacolo magifico, che le foto rendono solo in minima parte.




La visita è guidata, in gruppi purtroppo numerosi (perciò è difficile sentire le spiegazioni), però c'è tempo per guardarsi intorno e osservare..

"La parte più imponente della cavità è rappresentata dalla Grande Caverna, una camera sotterranea di forma ellissoidale alta 98,5 m, lunga 167,3 m e larga 76,3 m, il cui fondo si trova a 115 m sotto la superficie e circa 160 m sopra il livello del mare. Per le sue eccezionali dimensioni la Grotta Gigante è stata inserita nel 1995 nel Guinness dei Primati come grotta turistica contenete la sala più grande al mondo”.



La particolare forma e l’enorme volume della Grande Caverna sono probabilmente dovuti alla fusione di due antiche gallerie sovrapposte. Sarebbe infatti crollato in epoche remote il pavimento di roccia che separava due distinte cavità, dando origine all’unica enorme sala oggi esistente." (dal sito ufficiale della Grotta Gigante, dove trovate tutte le informazioni utili per la visita)


 Le stalagtiti e le stalagmiti sono affascinanti !
Quanto ai tubi di plastica trasparenti che vedete nella foto, sono lunghi 95 metri e proteggono fili d'acciaio che, fissati alla roccia del soffitto, tengono sospesi due pendoli geodetici che misurano el inclinazioni e oscillazioni delle roccie, amplificandole di 40.000 volte e quindi consentendo di percepire anche movimenti per noi assolutamente impercettibili.
I dati vengono raccolti dall'Università degli Studi di Trieste e consentono di studiare terremoti, maree terresti, oscillazioni libere della Terra, fenomeni idrologici e deformazioni termiche.
Inoltre, sono collegati ad un sismografo che fa parte della rete di rilevazioni dei terremoti del Nord Italia.

Sullo sfondo vedete le scalinate per salire, a zig zag...non male, vero ?



 Quasi alla fine della salita (le scale sono protette da reti metalliche), si trova un belvedere, da cui affacciarsi sui 95 mt del fondo della grotta.
La temperatura interna è costante a 11 gradi ma a salire...si suda, anche considerando l'umidità !!
All'ingresso dell'area si trova la biglietteria ma anche un centro di accoglienza dei visitatori ed il museo speleologico dove ingannare l'eventuale attesa (noi siamo arrivati appena prima di una visita e quindi non lo abbiamo visto), in mezzo ad un'area verde. Poco lontano c'è anche un bar ristoro.

Io, però, dopo tanta fatica, vi consiglio di andare a cercare un'osmiza o osmizza, come abbiamo fatto noi!

Cos'è? Una sorta di osteria tipica friulana, cantina o locali dove si consumano prodotti del luogo, si beve vino locale e si fa  quella che in Piemonte si chiama "merenda sinoira", una cena/pranzo - merenda, con piatti semplici ma super saporiti.

Il nome dereva dalla storia, addirittura all'epoca di Carlo Magno, quando l'Istria e Trieste (all'epoca Tergeste) entrarono a far parte del Regno Franco. Pare che Carlo Magno concedesse ai viticoltori di vendere direttamente il loro vino segnalando tale attività con l'esposizione di una frasca di edera e cos' anche in epoca mediovale.
Poi, nel periodo di dominazione sburgica, alla fine del 1700, un decreto permise agli agricoltori di vendere vino sfuso e generei alimentari prodotto in casa, senza dazi, per un periodo di otto giorni per volta,
 Il termine osmizza (in sloveno osmica - pronuncia: osmizza) viene da osem che significa “otto” e indicava la durata della concessione del periodo di apertura, di otto giorni appunto, delle osmizze.




Anche oggi le cantine del Carso non sono sempre aperte, poichè il periodo di apertura consentita è legato alla produzione di vino.
Quindi conviene accertarsi delle aperture (ad esempio, qui).
Anche in questo caso, devo dire che ne vale la pena!!!


 Il vino era ottimo, era "terrano", un vino DOC della provincia di Triste e del Carso della Gorizia, nonchè della zona di Sesana, in Slovenia,  dal sapore robusto, come piace a me.
Si sposava con i piatti semplici e buonissimi !


Il locale, con panche e stufa a legna, faceva sentire a casa.
Inoltre, la tranquillità di questi luoghi li rende apprezzabili anche dai bambini, come il cibo.





Noi, con la scusa che fuori pioveva e faceva freddo e avevamo percorso 1000 scalini, ci siamo lasciati un pò andare con cibo e vino, nonchè con chiacchere in compagnia (il gruppetto di ragazzi vicino a noi avranno pensato che eravamo due madri, io e mia cugina, snaturate!!).ù

E comunque, questo viaggio mi ha convinto una volta di più che l'Italia in fatto di cibo e vino è al top  (e pure a bellezze naturali, non è certo messa male!!!).





mercoledì 13 maggio 2015

Passeggiando in mezzo ai treni, guidati dal faro della Vittoria

Ovvero, cronache della Pasqua in Friuli Venezia Giulia, terza puntata (dopo Trieste ed Tram de Opcina e l'Isola di Barbana).

Il nostro cicerone d'eccellenza, alias cugina friulana, in una domenica pomeriggio bellissima ma un pò ventata (un pò secondo gli standard triestini, tanto per i miei), dopo un lauto pranzo, ci ha portato a visitare una meraviglia di monumento storico nazionale, inaugurato nel 1927 alla presenza del re Vittorio Emanuele III e edificato, tra il 1923 ed il 1927, dall'Archietto Arduino Berlam allo scopo di celebrare il passaggio della città di Trieste al Regno d'Italia e di commemora i caduti in mare nel corso del primo conlitto mondiale.
Come sempre, al cospetto di questi pezzi di storia d'Italia, rimango affascinata ed intimorita.
In questo caso, poi, il monumento è anche il faro di Trieste  detto faro della Vittoria per via della scultura della dea Nike posta sulla sommità (in rame sbalzato, per resistere alle forti raffiche di bora ha delle paerture nella ali, così da offrire minor resistenza al vento) e svetta dall'alto dell'altopiano del Carso, regalando una magnifica vista sulla città e sul mare.








































Ci si arriva percorrendo una strada un pò tortuosa che si inerpica sopra Trieste, posteggiando proprio sotto il basamento e poi salendo a piedi attraverso il "boschetto" sottostante..

 entrando dalla porta del forte Kressich posto alla sua base e anch'esso storico (costruito nel 1854 con ponte levatoio e doppio sistema di porte, costituiva una delle postazioni più importanti dell'Impreso austriaco per estensione ed armamento), dotato di una serie di gallerie e sotterranei purtroppo non visitabili...

per poi mettersi in coda !
L'ingresso è gratuito  ma è possibile solo il sabato e la domenica dalla 15 alle 19 - ultimo ingresso 18.30 - e si sale in gruppetti di 10 persone,. per 15 minuti per volta. Pertanto, è probabile dover aspettare nella piazzetta sottostante (o al bar posto a lato dell'ingresso del "boschetto") e iniziando a rimirare il paesaggio.


Avremmo voluto salire fino al terrazzo del secondo anello, quasi in cima (su quello finale in ferro non è consentito l'acceso per motivi di sicurezza), ma il vento forte ha fatto sì che fosse chiuso.
Perciò abbiamo dovuto accontentarci, si fa per dire, del primo anello, godendo "solo" di questa vista...









e facendo solo pochi scalini!
Per gli amanti dei dati tecnici, sappiate cheil faro è alto 67,85 metri, il corpo illuminante ha una intensità media di 1.250.000 candele e una portata media di 35 miglia.
E' tutto scritto sull'opuscolo informativo che consegnano all'ingresso, non ho torturato il personale per estorcere dati, giuro!!!



















Terminata la visita, siamo andati a farci un giro sul lungo mare, con l'idea di entrare all'Immaginario scientifico di Trieste, di cui avevo tanto sentito parlare però...era eccezionalmente chiuso perchè aperto eccezionalmente il lunedì di Pasqua!!
Un motivo in più per tornare presto in Friuli, no?

Ci siamo quindi goduti un gelato in un bar che deve essere stato particolarmente elegante e ricco, ora sembrava un pò, come dire...decadente.
In ogni caso, il gelato è piaciuto ai bimbi, la vista a noi.




 Già due anni fa Trieste ci aveva regalato grandi emozioni e si era rivelata un'ottima meta di viaggio anche con un bimbo piccolo al seguito.
Basti pensare al bellissimo museo dei treni, che aveva incantato sia il mio ometto, all'epoca piccolissimo, sia la "cuginetta grande"..

Vagando per le sale interne, con ricostruzioni, modellini funzionanti e "reperti" storici





E l'esterno, ancor più bello, con tutti i vecchi treni (ognuno con targhetta indicante tipo, nome ed epoca) !






A rivedere oggi le foto, mi sembra incredibile che sia già passato così tanto tempo ed il mio ricciolino biondo sia cresciuto così tanto !!!

E voi, ci siete stati? Avete visto il faro della Vittoria o l'Immaginario scientifico  di Trieste?