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mercoledì 6 maggio 2015

Gli occhi di un amico innamorato

Ad aprile si è sposato un nostro caro amico e mi ha chiesto di fargli da "fotografa " per la giornata.
Raccolta l'attrezzatura, comprata una nuova scheda di memoria, ho atteso con timore e nervosismo il gran giorno, temendo di sbagliare e sprecare momenti preziosi ed irripetibili, per via della luce sbagliata, del diaframma troppo aperto o chiuso, della priorità di tempi sbagliata, della mia incapacità.

E' stata una giornata intensa, faticosa, fisicamente e mentalmente: ho scattato tanto, immortalato tutto e tutti, cercato inquadrature particolari, rubando attimi, studiando pose, cercando di cogliere la naturalezza ed i sentimenti.

















E ho capito la responsabilità che devono sentirsi addosso i fotografi quando realizzano questo tipo di servizi!
Il risultato finale a loro sembra  piaciuto molto, mentre io avrei molto da criticare e migliorare (d'altro canto, il mio mestiero è un'altro!).






Il più bel complimento ricevuto, però, è arrivato dalla sposa, che mi ha confessato che era così felice e rideva così di cuore perchè per una volta era a suo agio davanti all'obiettivo, perchè non si sentiva in imbarazzo davanti a me, un'amica.
E' stato un matrimonio civile semplice, con pochi invitati, curato nei minimi dettagli e con un menù eccellente, ottimi vini ed un rinfresco/aperitivo molto valdostano.



Il mio ricciolino biondo, a parte una scenata capricciosa tra la cerimonia e l'inizio del pranzo, si è comportato benissimo ed ha portato molta pazienza, rendendosi perfino utile!


E' stata la giornata di un amico che, da quando lo conosciamo, è sempre stato vicino a me ed all'Alpmarito, di quelli su cui si può sempre contare.
E di una nuova amica, la sposa, che è entrata nella sua vita rendendolo felice e che siamo ben lieti di aver conosciuto e di poter ora frequentare.











Soprattutto, però, sono stati gli occhi di due amici innamorati.

E ho sentito, una volta di più, che la felicità può essere molta contagiosa e nulla scalda il cuore più della gioia delle persone a cui vuoi bene.









sabato 3 gennaio 2015

E Natale fu.E Capodanno fu.

E' anche questo Natale è trascorso.

Come ho già scritto, abbiamo girato di casa in casa, trovando atmosfere diverse ma sempre calde, accoglienti, affettuose.
Abbiamo mangiato decisamente troppo (e chi crede che al Nord i pranzi tradizionali siano piu' sobri, non ha mai assistito al cenone di casa mia nè tanto meno ai pranzi e le cene (rigorosamente al plurale) di una numerosa famiglia valdostana.
Tipo che siamo stati a tavola non meno di due ore per pasto, con punte di quattro ore, dagli undici ai 34 commensali.
Tipo che abbiamo bevuto vino, caffè e "pussa caffè", aperitivi, grappini, genepy ecc. senza ritegno e vergogna.
Tipo che il nano ha scartato regali fino a dire basta e chiedere se poteva dormire un po', prima di continuare.







E poi per tutto dicembre abbiamo organizzato cene per gli amici (e non abbiamo ancora finito), cucinato tanto, riso ancora di piu' e sentito che, se è vero che l'anno appena trascorso ha portato via per sempre troppe persone care, non siamo comunque soli.
Coltivare le amicizie costa fatica, è vero, ma ne vale sicuramente la pena, quando sono amici veri.











 La grande assente del nostro Natale è stata la neve.
Troppo poca, anche se il 27 una forte nevicata ci ha regalato la voglia di giocare a palle di neve e ci ha permesso di mettere al nano sci da fondo veri per la prima volta nella sua vita.


 Comunque l'inverno è ancora lungo.

In compenso, io e l'Alpmarito siamo riusciti a correre un po' insieme ed è stato bello.
Il 31 ho anche realizzato che, negli ultimi 4 mesi dell'anno, ho macinato piu' di 350 km di corsa.
In pratica, la distanza che separa casa mia da Padova. Roba che con i chilometri percorsi  dall'inizio  del 2014 ad oggi sarei potuta andare a trovare i miei cugini friulani a Trieste, e forse pure tornare, di corsa.
Con le stesse scarpe, per giunta.
Pazzesco cosa il nostro corpo sia in grado di fare!
La circostanza che al Tor des geants, l'ultra trail della Valle d'Aosta, ne facciamo 330 in circa 70 ore, è solo un dettaglio. Anche che li' ci siano pure 24.000 mt di dislivello positivo, anche.




A Capodanno, a tavola, da amici, eravamo in 11: 7 adulti e 6 bambini, 8 maschi e 4 femmine.
Fa 12, lo so, ma ho usato il termine maschio e femmina perchè c'era anche un cane, pure decisamente ingombrante.
Indovinate dove erano gli 8 maschi, cane compreso, finita la cena, in attesa del brindisi (mentre noi donne riordinavamo)?
Tutti stretti su un unico divano, i piccoli a giocare, i grandi a dormicchiare.
Giuro.
In pratica, da quando c'è il nano e anche per i nostri amici ci sono i figli, è cambiato molto, anche il nostro modo di festeggiare.
Certe cose, pero', non cambiano mai!!!


p.s. No, non mi riferivo alla birra, anche se pure quella non è venuta a mancare, come il vino ed il buon cibo!






domenica 5 gennaio 2014

Tutta colpa della luna

Sono stata lontana dal blog e dalla rete per tutto dicembre, salvo qualche sporadica capatina per immagini.
E' giunto il momento che vi spieghi il perché.
Nonostante i miei propositi di ottimismo, il 2014, sino ad oggi, non è iniziato sotto i migliori auspici, così come queste feste di Natale e Capodanno, che non credo proprio ricorderò con molto piacere.
Diciamocelo: le feste prolungate, con la chiusura di nido/ asili / scuole, per le madri che lavorano, soprattutto se non possono prendersi ferie per il tutto o gran parte del periodo, sono una catastrofe.
Alle incombenze, anche piacevoli, dei preparativi di cene, pranzi, regali, auguri, si aggiungono le solite mansioni domestiche, la necessità di intrattenere il pargolo, spesso in casa, data la stagione poco propizia, e incastri impossibili tra lavoro e nonni. Che se non ci fossero loro sarei spacciata.
In pratica di ferie ne ho fatte ben poche e con l'angoscia delle scadenze che si accumulano e di ciò che mi aspetta.
Se avete visto il film di Natale delle Mamme Imperfette e avete presente la canzone nel supermercato, ecco, io la penso così. Peccato che poi quelle mamme di tempo per trovarsi, chiacchierare e fare tutto sembrino averne tantissimo e i loro mariti si dimostrino almeno una volta, perfetti. Non so da voi, ma qui non abbiamo di queste fortune.
Riassumendo: l'Alpmarito ha lavorato 6 giorni su 7, festività di Vigilia, Natale, Santo Stefano, Ultimo e Primo dell'anno compreso. Il lavoro stagionale non ne tiene conto e durerà poco, perciò ci siamo adattati e meno male che lo ha trovato, così tiriamo il fiato per un paio di mesi.
In compenso però, la sua saltuaria presenza non ha giovato al clima di festa.Mi è mancato tantissimo.
Comunque: siamo sopravvissuti (con un paio di chili in più, però) a cinque cenoni/ pranzo i consecutivi, un non stop tra tavola e parenti dalla sera della Vigilia alla sera di Santo Stefano. Dura, durissima. In un caso mi ha salvato una bottiglia di vin Sauternes che mi sono bevuta quasi da sola, rivendicandola con le unghie, grazie alla quale ho vissuto momenti di leggerezza anche parlando con la suocera.
J'adore le Vin Sauternes!



E' stato triste festeggiare separatamente, per la prima volta, con mio padre e mia madre, però le tavolate sono state sempre allegre, piene di parenti, di amore, di affetto e di voglia di stare insieme, oltre ad un discreto casino. Ormai i bambini sono tantissimi e abbiamo toccato punte di 40 persone nella stessa stanza (tutti parenti stretti!).
E poi le decorazioni ed i colori del Natale, una gioia per gli occhi ed il cuore.




Attraverso il nano e le mie nipotine ho ri- vissuto la magia dell'attesa, lo stupore di fronte ai doni, la malia dei canti di Natale, l'entusiasmo e l'eccitazione nello spacchettare i regali, la voglia di giocare, giocare e giocare ancora con i doni nuovi portato da Babbo Natale, le mani e il faccino impastati a ogni ora del giorno di zucchero a velo, panettone, pandoro e biscottini divorati voracemente e con mugoli di soddisfazione, le luci colorate riflesse sui loro visi....momenti di incanto, che ho immortalato poco per godermeli dal vivo con tutto il cuore.


Ho " sentito" il tempo passato, il passaggio di testimone da me al nano, io non più bambina, almeno fuori (anche se dentro sotto le feste e non solo cerco di rimanerlo il più possibile), ma mamma, a giocare un ruolo diverso mentre il nano si gode l'attesa e i doni..forse perché è il primo Natale di partecipazione attiva e consapevole del nano.

E poi lavoro e lavoro, a Capodanno una pizza e a nanna, perché il giorno dopo la sveglia dell'Alpmarito suonava alle 6.30 come tutte le mattine e le amicizie sono cambiate.
Alcune perse per strada, altre con esigenze simili alle nostre ma non si è combinato. E va bene lo stesso, la fine dell'anno mi ha sempre intristito, intrisa come e' di facile e non sempre sincera allegria e speranza e di difficili bilanci, che da anni non ho più voglia di fare
Quest'anno, però, ho telefonato o messaggi alto solo alle persone veramente care, quelli che non si sono dimenticati di noi mai, anche se a volte si fa fatica a trovare il tempo per sentirsi.
Al diavolo le convenzioni che succhiano il tempo già risicato.
E poi l'Alpmarito si è scottato il braccio e l'addome con la pentola di acqua bollente della pasta, ustione di secondo grado e una intera serata al pronto soccorso, inutile perché dopo diverse ore in cui nessuno si era degnato di visitarlo e medicarlo, ce ne siamo tornati a casa e ci siamo arrangiati con preziosi amici medici e un ex medico di famiglia per fortuna disponibilissimo. Alla faccia di tutte le tasse che paghiamo.
Fortuna che l'Alpmarito e' stato bravo ad evitare che ad ustionarsi fosse il nano ed entrambi avevamo fatto i corso di primo soccorso, così avevamo una vaga idea di cosa fare nell'immediato.
E poi alla nonnina e' tornata la febbre alta, il nano ha battuto seriamente il nasino mentre era dai suoceri, io sono caduta dalle scale, rimediando, fortuna nella sfiga, solo qualche livido. E anche alle persone intorno a noi non è andata molto meglio.
Mio zio, dall'alto dei suoi ottantacinque anni e della sua saggezza contadina, però, ha sentenziato:
"Niente paura, il 2014 non c'entra nulla,in realtà non è ancora iniziato perché c'è ancora la luna vecchia. Fino a che non cambia la luna, siamo ancora nel 2013, con il suo carico di sfighe."
Luna vecchia, per favore, vattene che è meglio.