Visualizzazione post con etichetta gravidanza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta gravidanza. Mostra tutti i post

lunedì 10 aprile 2017

Sport in gravidanza, secondo me

Avvertenza: questo post non è un elenco di consigli o precetti su se e quali sport praticare in gravidanza.

Il web è pieno di articoli e post di quel tipo e, avendone cercati e letti un buon numero, posso affermare che sono sostanzialmente tutti uguali e ugualmente, per me, lo dico senza giri di parole, di scarsa utilità.



In genere, infatti, le donne in gravidanza vengono invitate a praticare sport regolarmente ma: senza sudare ovvero non accrescere esageratamente la temperatura corporea, senza faticare troppo per non far accellerare i battiti, senza prendere traumi o cadere.
In pratica, viene consigliato sempre e solo di praticare nuoto, meglio se in corsi per gestanti, acquagym per gestanti e camminare. Con tranquillità, però. Tutto qui. Ah no, anche lo yoga è consigliato (come se ne esistesse un solo tipo, come se fosse uno "sport"). Stop.

Io vi dirò invece quella che è la mia opinione e la mia personale esperienza, da persona che è pur sempre solo alla sua seconda gravidanza e non ha alcuna preparazione medica, lo preciso. Sappiatelo. Non sto istigando nè invitando nessuno a fare come me.

Temo che ci sia un eccesso di prudenza ed allarmismo sullo sport in gravidanza. Ovviamente ci sono casi e casi e donne e donne.
Se non hai mai praticato alcuno sport regolarmente, è quanto meno azzardato provare a fare qualcosa di più che acquagym o lunghe passeggiate proprio in gravidanza.
Idem se si hanno problemi medici particolari o se le indicazioni (motivate) dei ginecologi sono nel senso di evitare sforzi ecc.
In quel caso, mi pare normale adeguarsi, ricordando che, per quanto lunghi e sofferti, saranno comunque soltanto nove mesi in una vita.

Ciò detto, io sono rimasta perplessa quando, alla prima visita della mia prima gravidanza, il ginecologo mi ha consigliato di smettere non solo di arrampicare e sciare ma anche di andare in bicicletta e a camminare in montagna. All'epoca non correvo ancora, se no mi avrebbe consigliato di lasciar pedere anche quello.
Con molta onestà intellettuale, alle mie richieste di spiegazioni, mi ha detto che tali sport andavano evitati non perchè di per sè pericolosi per i movimenti richiesti ma: 1) per evitare che, in caso di aborto o minaccia di aborto, anche non causato da cadute ecc., io potessi passare la vita a colpevolizzarmi per aver praticato sport (come mi ha riferito essere successo a sue pazienti), incapace di accettare che purtroppo a volte è solo la natura che fa il suo corso;  2) per cercare di eliminare alcuni dei fattori di rischio cadute e traumi di cui è piena la vita, tenendo conto che non è pensabile smettere di muoversi in auto o in treno, non uscire di casa per non inciampare nel marciapiede ecc. 

Perchè la verità secondo me è che il rischio di un incedente in auto, di una caduta per le scale o di portare troppi pesi o fare sforzi eccessivi tra spesa, altri figli o lavori di casa è decisamente superiore al rischio di farsi male praticando in modo consapevole sport a cui si è già abituati da tempo.
Come se su un'aereo presurizzato non si fosse come ad oltre 3000 mt di quota.
Solo che se non ci sono necessità mediche evidenti, nessuno consiglia alle donne di non svolgere lavori domestici, di non prendere i figli in braccio, di non guidare o di non andare in aereo...piuttosto di stare a casa da lavoro, quello sì. Chissà perchè, eh?

Io all'epoca arrampicavo, sciavo (discesa) e nuotavo. Mi è venuto naturale smettere con i primi due sport, dopo un solo tentativo, perchè ero io stessa a non sentirmi a mio agio e questo rovinava il gesto ed il divertimento. Per fortuna, poi, avevo il nuoto e ho continuato.
Sudando e faticando, pur cercando di non spingermi al massimo come prima e ascoltando di più i segnali del mio corpo.
Tre volte a settimana, in pausa pranzo, come prima, due se gli impegni di lavoro impedivano di fare di più, 40 vasche da 50 mt all'inizio, 35 da metà gravidanza, 30/35 alla fine, perchè il tempo da dedicare allo sport era sempre quello ma io ero più lenta.
Alla fine, ho nuotato anche tutti i giorni, nella speranza di smuovere il ricciolino a nascere (ci sono riuscita a 41+5).

Non era per non ingrassare, come pensava qualcuno (i miei chili li ho presi e mangiavo ai quattro palmenti), ma perchè ne sentivo la necessità, fisica e psicologica.

Sono stata benissimo e non ho preso nessuna delle paventate "terribili e ricorrenti infenzioni" che i più mi avevano prospettato.
Forse è stata fortuna, forse no, non lo so.

So solo che conosco altre donne che hanno fatto lo stesso, altre che, facendo le maestre di sci per vivere, hanno continuato anche in gravidanza, altre che hanno fatto gite di sci alpinismo e persino arrampicato, in palestra e fuori, fino a che la pancia non è diventata troppo ingombrante per l'imbrago.
Donne che hanno fatto ciò che sentivano che il loro corpo era pronto a fare, ciò che le faceva stare bene. E sono state bene.

Eppure hanno ricevuto sguardi di disapprovazione, critiche aperte e spesso feroci, battute del tipo "se poi perdi il bambino, sarà solo colpa tua", roba da non dire neppure alla tua peggior nemica, visto che non mi risulta alcuna correlazione diretta tra sport e aborto.
Critiche anche dal mondo dello sport che, soprattutto per alcune discipline, è ancora molto maschile.
Solo che il loro modo di fare andava contro la "mistica della maternità" prevalente e dunque non piaceva.
Solo che smentiva l'assunto gravidanza = malattia, dunque "sto a casa e mi faccio coccolare" che alcune donne usano come scusa (e che non giova affatto a quelle per cui, purtroppo, è davvero così o agli ultimi mesi, quando per tutte noi ogni incombenza si fa oggettivamente più pesante e avremmo bisogno di maggior comprensione), dunque non piaceva.

Se siete curiosi, questo post su climbing, gravidanza e critiche gratuite è bellissimo. Leggetelo.

E poi io ho camminato, anche in montagna. A sei mesi finiti di gravidanza, siamo andati al Rifugio Benevolo, mt. 2285, poi al Rifugio Gabiet (mt. 2375) e in molti altri luoghi. Io stavo bene, avevo fiato, anche se procedevo più lentamente in salita e più cautamente in discesa, e non ho mai avuto problemi. Quando sono iniziati mal di schiena o di gambe o il fiatone, sono passata a rimanere in piano, senza tanti patemi.
Eppure ricorderò sempre gli sguardi degli altri escursionisti, alcuni increduli, altri critici, solo qualcuno bonario e affettuoso. Manco stessi andando sulla cima del Monte Bianco con i ramponi ai piedi!

Questo per dire che, forse, in questo come in altri campi, si critica e consiglia senza conoscere davvero. E lo fanno anche coloro che in teoria dovrebbero essere esperti.
E no, non è cosa di poco conto perchè se sei davvero abituata ad essere una persona attiva e sportiva, fermarsi è davvero difficile, per il fisico e soprattutto per l'umore.
Già la gravidanza è un periodo di grandi cambiamenti e sconvolgimenti, anche se fortemente cerata e voluta, se poi ci si mette l'abbandono di tutte le (buone) abitudini, senza un reale motivo medico che lo giustifichi, è facile patire.

Come sta andando in questa seconda gravidanza, per me?

E' certamente più dura. Il peso accumulato sino ad ora non è tanto (secondo le tabelle ed i medici): 6 kg in quasi 6 mesi), però io ho più dolori di schiena e gambe che con il ricciolino. 
E poi c'è lui, la casa in un altro posto ed il lavoro più impegnativo, oltre che l'Alpmarito lontano.
In più, continuo ad avere tanto sonno e soffrire di insonnia.
Dunque no, non è la stessa cosa della prima gravidanza e questo influisce, come è normale che sia.

Ora in piscina riesco ad andare solo una volta a settimana e neppure tutte le settimane (però quasi, dai). Quando ci sono, però, sono sempre io e se non sono 40 a 35 vasche da 50 in un'ora arrivo comunque. E mi sento bene, più leggera, più viva.

Ho praticato sci di fondo una volta a settimana, anzichè discesa (ma anche per seguire il ricciolino nella sua attività), fino a febbraio, quando ho iniziato a lamentare dolori alle anche ed a non divertirmi più perchè andavo troppo piano. Così ho smesso senza troppi rimpianti. Ci sarà tempo per ricominciare.

Ho smesso subito di correre ed arrampicare, perchè non mi sentivo affatto tranquilla e mi mancano da matti, però so che ho fatto, per me, la scelta giusta.
Conosco, però, donne che hanno continuato con i loro ritmi e secondo il parere dei loro medici, senza alcun problema particolare.
Camminare cammino poco, perchè prima era buio ed inverno e per mancanza di tempo e voglia, chè a girare come un criceto sulla ruota nei dintorni non avevo proprio voglia. 
Adesso, con il bel tempo ed il tepore, molto di più.
 In compenso ho accompagnato il ricciolino in brevi giri in bici sino ad un mese fa senza problemi.

Cerco di compensare il mio invariato bisogno di movimento con la pratica dello yoga, che mi sta aiutando tanto e, pur non essendo come una bella corsetta o una bella uscita in bici (che mi mancano, soprattutto in questa stagione, quanto mi mancano!), mi regala altri benefici, impagabili.

Questo discorso, però, merita un post a parte.

E voi? Come avete vissuto o non vissuto lo sport in gravidanza? Cosa ne pensate?

p.s. Se vi consigliano di nuotare solo o prevalentemente a rana, anzichè a stile libero, diffidate: lo dice qualcuno che non ha mai nuotiato sul serio!




venerdì 24 marzo 2017

Le letture del ricciolino biondo: "Fratellino Zuccavuota" ed "Il pancione della mamma"



Dopo l'annuncio della mia doppia gravidanza, non potevo non parlare di un paio di libri per bambini a tema che ci sono piaciuti moltissimo.

"Fratellino Zuccavuota", di Lucia Panzieri, 

ed. Lapis, Euro 12,00
 
Questo  albo è arrivato a casa nostra, dopo averlo ordinato con il prestito interbibliotecario regionale, solo l'altro ieri eppure il ricciolino se ne è già innamorato.
Io l'ho scelto perchè ricordavo opinioni positive lette sui blog che seguo (ora però non ricordo quali) e perchè mi sembrava originale.

Mi è piaciuto moltissimo per le illustrazioni, molto colorate, espressive e vivaci e per la storia particolare e dolce, che sembra esprimere bene il punto di vista ingenuo, sincero, fantasioso ed insieme pratico dei bambini.


Il protagonista, che parla in prima persona, è un futuro fratello maggiore. Appresa dai genitori la notizia che presto in casa arriverà un fratellino, egli inizia ad osservare la mamma e notare tanti suoi comportamenti nuovi, un pò strani: canticchia sull'autobus, sferruzza cappellini di lana a forma di coniglietto, si addormenta ovunque e, soprattutto, mette in tavola continuamente piatti a base di zucca!!!

Il bambino però decide di non lamentarsi e la asseconda, con il suo papà, perchè quest'ultimo gli ha svelato un segreto: la mamma vorrebbe tanto un fratellino dai capelli color zucca!

Al piccolo piacciono sia i capelli rossi che le lentiggini però ad un certo punto inizia a preoccuparsi che il fratellino possa nascere con la testa vuota come una zucca.
Non può permetterlo!
Allora mette a punto un piano per riempire la sua testa di parole e suoni e lo fa in modo buffo.



Finalmente il fratellino nasce e...ha i capelli color carota ma la testolina ben piena, con grande sollievo e soddisfazione del fratello maggiore, sicuro che sia anche merito del suo impegno!

Un testo tenero e divertente che mi ha fatto sorridere soprattutto quando, dinnanzi ai cappellini improbabili creati dalla mamma, il bambino si dispiace per il povero fratellino che dovrà indossarli ma non dice nulla, poichè il papà lo ha informato che le donne incinte sono molto sensibili e permalose!

Ed è proprio così!
 


***

"Il pancione della mamma. Tu dentro, io davanti" di Jo Witek e Christine Roussey,

ed. Gallucci, Euro 14,00



Anche questo libro è giunto a casa nostra dopo averne letto bene sul web e non ne siamo rimasti affatto delusi, pur se è piaciuto di più a me che al ricciolino biondo, rispetto al precedente.



Di grande formato e con le pagine spesse, è davvero molto poetico e dolce.



La protagonista è una bambina, che attende la nascita della sorellina e, intanto, parla al pancione della mamma,  che cresce pagina dopo pagina, con una finestrella che si apre e svela il fratellino in varie posizioni, che dorme, ride o si succhia il pollice.



Fino all'epilogo: il bimbo è nato e con il suo piagiamino è con la sorella, a fianco di mamma e papà.
La bambina è felice e vorrebbe gridare al mondo il suo amore per la creatura ed il suo orgoglio di sorella maggiore!


Commovente!

Due bei libri per aspettare insieme la nascita di un fratellino o di una sorellina: ecco il consiglio di lettura, mio e del ricciolino, per questo venerdì del libro.

E voi, avete altri libri a tema da consigliarmi?




giovedì 23 marzo 2017

Da mamma a....TRIS MAMMA !



Da mamma a....

(...ruolo di tamburi...)

...TRIS MAMMA !

Immagine dal web


Eh sì, l'ho detto.
Non solo sono in dolce attesa ma dentro di me stanno crescendo non una, bensì due vite!

Precisamente, un maschietto ed una femminuccia.

Poiché si tratta di una gravidanza bicoriale e biamniotica, ovvero con due sacche e due cordoni ombelicali, più che di gemelli mi hanno spiegato sarebbe meglio parlare di fratelli gemelli, perché è come se portassi avanti due gravidanze singole nello stesso momento, con quel che ne consegue in termini di crescita del pancione e dei piccoli.
A me dei termini non importa più di tanto: l'attesa e l'emozione sono doppie!
E' comunque, stando ai ginecologi, il tipo di gravidanza più tranquilla e sicura.

Qualcuno mi ha chiesto come il ricciolino biondo abbia accolto la notizia della gravidanza.
Ebbene.
Glielo abbiamo annunciato poco prima di Natale, poiché anche se non erano trascorsi i canonici tre mesi che si attendono di solito, sapevamo che le feste sarebbero state il momento adatto ad informare il parentado e volevamo che lui venisse a saperlo per primo, in "esclusiva".

Non abbiamo usato parole particolari, giochi o libri, semplicemente ci siamo seduti entrambi con lui e glielo abbiamo detto: si è illuminato, ha sorriso felice, con gli occhi colmi di gioia e poi si è messo a saltellare dall'entusiasmo.
E' stato l'unico, tra parenti, amici, conoscenti e persino rispetto a noi, a non stupirsi minimamente del fatto i fratellini che sarebbero stati addirittura due.
Anzi, mi ha chiesto perché non tre o quattro, perché a lui sarebbe piaciuto!!!

D'altro canto, era davvero tanto che il ricciolino attendeva un fratellino o una sorellina, anche se aveva capito che per noi non era facile spiegargli che non dipendeva dalla nostra volontà, perché quella c'era, ma dal caso, dalla vita, perché ogni concepimento è in se' qualcosa di magico e raro (basta guardare le statistiche sulle probabilità, per accorgersene).
Dunque non chiedeva ma lasciava intendere che era fiducioso che prima o poi sarebbe successo.

All'inizio, poi, il ricciolino era geloso della notizia, avrebbe voluto che la tenessimo tutta per noi è non lo dicessimo a nessuno.

Solo dopo, a distanza di qualche settimana e con il progredire della gravidanza, ha iniziato a manifestare le prime "preoccupazioni", chiedendoci se dopo la nascita dei gemellini avremmo ancora potuto andare in vacanza, dormire in tenda, praticare sport, andare in bici, frequentare la palestra di arrampicata ecc. e poi un paio di volte se ne è uscito con commenti su quanto sia noioso aspettare la loro nascita, perché io non posso più correre o andare in bici e in pattini con lui come prima.

Qualche volta, poi, ci chiede informazioni pratiche, ponendosi interrogativi su come sistemare i seggiolini in auto, quali usare, che passeggino, se mangeranno insieme o separati ecc.

In altre parole, un pò come noi!!!

La differenza è che lui, come è giusto che sia per i suoi cinque anni, la prende sul ridere ed è sereno e tranquillo.
Io di giorno riesco a tenere a bada l'ansia e vedo praticamente solo gli aspetti positivi e la realizzazione del nostro sogno, di notte mi sveglio in preda all'ansia, chiedendomi come farò a gestire tre figli (e credetemi, faccio sogni stranissimi in proposito), il lavoro, la casa (sperando tra l'altro di riuscire a traslocare in tempo), l'assenza dell'Alpmarito in settimana, se e quando riusciremo ancora a fare, tutti insieme e/o separatamente, ciò che ci piace...

Insomma, di notte le paure emergono, non facendomi riposare bene, mentre di giorno la razionalità è messa a tacere dall'emozione o, forse, al contrario mi aiuta a ridimensionare i problemi.
Come è stato per noi?

Io ero sola quando mi hanno detto, alla prima ecografia, che erano due. La gioia e l'emozione hanno subito preso il sopravvento e avevo le lacrime agli occhi.
Poi è subentrata l'incredulita' ed ancora adesso a volte mi dimentico che saranno due, altre invece mi sembra già che non potrebbe essere altrimenti, come se fossi abituata all'idea.
Di notte però...
L'Alpmarito invece non voleva crederci, pensava scherzassi e non sono certa che sia sia ancora ripreso dallo shock! 
La sua prima preoccupazione è stata per le macchine, o almeno una, che prima o poi ci toccherà cambiare....da buon maschietto a iniziato subito a pensare a modelli ed alternative!
Ora, invece, è concentrato quasi esclusivamente sulla casa nuova e sospetto sia anche un modo per non farsi sopraffare dall'idea di due neonati in arrivo.

Avrei ancora molto da scrivere e raccontare ma un pezzetto per volta, altrimenti mi faccio sopraffare dalle emozioni: doppia gravidanza, doppi ormoni, no?

E adesso, mamme di gemelli o comunque trismamme di bimbi piccoli che avete qualche consiglio da darmi...venite a me!!!

martedì 21 marzo 2017

Qualcosa di magico

Oggi è il primo giorno di primavera.



Per me, però, quest'anno è qualcosa di più.

Come le primule, spuntate all'improvviso nel mio giardino, dopo tanta attesa, anche in me qualcosa ha fatto capolino.
Qualcosa di magico.
E quel che ha lungo ho tenuto celato, custodendone con cura la dolce consapevolezza, è arrivato il momento di svelarlo anche a voi.


Oggi entro nel 6° mese.