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mercoledì 8 gennaio 2014

Un dono molto speciale

Io e tutta la mia famiglia adoriamo i libri e adoriamo leggere.
Naturalmente, stiamo cercando di trasmettere questa passione al nano, circondandolo di libri e portandolo spesso in biblioteca ed in libreria.e regalando libri.
Per questo, ho colto al volo l'occasione di partecipare alla bellissima iniziativa lanciata da Federica  e  Floriana :
Regala un libro per Natale.

Come è andata?
I nostri pacchi, quello ricevuto e quello inviato, sono arrivati puntualissimi qualche giorno prima di Natale, io ho avuto l'occasioen di conoscere via mail una bellissima persona, Grazia Fiorella, che purtroppo non ha un blog (ma ha una pagina facebook, questa: https://www.facebook.com/grazia.gra.52) e la sua famiglia, messaggiando con lei a lungo.
Mi sono anche divertita a cercare un libro adatto alla piccola destinataria, piazzandomi in libreria per un'ora intera per poi decidere d'impulso per un libro coccoloso di cui mi sono innamorata a prima vista.
E il nano....bè, era così curioso di aprire il pacchetto, entusiasta quando gli abbiamo detto che c'era il suo nome ed era per lui, solo per lui, ed arrivava da un'amichetta che aveva pensato a lui...e poi è stato cosi contento di colorare per lei e di venire in posta con me a spedire il nostro pacchettino.
Un'esperienza bellissima e riuscita, insomma: il nano ha apprezzato molto i libri (Maria ha esagerato, addirittura due) ricevuti in dono, adatti ai suoi gusti, e il bigliettino affettuoso e originale.
Tra l'altro, consiglierei entrambi i libri, visto il loro successo in casa nostra, "Magico Ciuf Ciuf" anche per bimbi piu grandicelli.
MI ha anche consentito di fare un piacevole tuffo nel passato perchè questa serie di libri con i buchi, La Coccinella Editore, esisteva già quando eravamo piccola io ed i miei fratelli: avevamo due volumi ("Brucoverde" e "12 mesi di pioggia e di sole") che ora passeranno al nano ed alle mie nipotine!!!

E ora lascio parlare le immagini, che dicono più di mille parole.






















Insomma: grazie a Federica e Floriana per l'idea e, soprattutto, grazie a Grazia Fiorella per lo scambio!

Buona lettura a tutti!

mercoledì 27 novembre 2013

Lato B

Questa mattina ho dato sfogo ai miei pensieri.
Per fortuna, però, c'è anche il lato B.
E io voglio, devo, ho bisogno,
di mostrare anche questo.


Il colore delle foglie d'autunno

La Supa ad coi...
La gioia del mio bambino, mentre batte le manine e sorride alla sua festa..
O meglio, le sue feste, che ci è costato tanta fatica organizzare, ma sono state un successo.

Svegliarsi una mattina, dopo una settimana di freddo e pioggia, aprire la porta e ringraziare di abitare in Valle d'Aosta

Perché il bianco mi strega.
Ci sono le mie nipotine ed i miei nipotini.
Ci sono passeggiate nei boschi con la mia famiglia.
Le serata nella palestra di arrampicata.
Il sorriso del mio bambino e la luce negli occhi limpidi dell'Alpmarito.
E c'è che sono piemontese fin nel midollo, anche se valdostana d'adozione, ormai.
E ho ritrovato la bela madama Turin, più signorile, maestosa e splendida che mai.

Perché a volte un'ora e mezza di treno possono sembrare troppi...
Ma un tuffo nel passato può fare bene.
Perché Torino e' un po' cambiata e a scendere nella nuova Porta Susa sembra di arrivare in una moderna città europea...
Anche se poi i treni sono sempre quelli e sempre in ritardo...
Vederli con gli occhi seri ma felici del nano, e' tutta un'altra impressione.

Lui, che non c'era mai stato, se non nella pancia della sua mamma.
Lui, che quando camminavamo tra queste strade tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, con qualche vetrina diversa, qualche negozio in più, era solo un sogno che ci accarezzava i pensieri.
E ora cammina di fianco a noi.


Sembra passato un secolo, invece sono solo pochi anni..e lei, ora come allora, la prima capitale di questa nazione che tanto mi delude, non delude mai.


Riservando persino, qualche piccola piacevole sorpresa dal sapore francese...



Il Natale e' alle porte.
E poi...c'è sempre il rovescio della medaglia, purtroppo (Mammavvocato: Lato A).

venerdì 1 marzo 2013

Il treno dei ricordi ed il ricordo dei treni

Ieri sera, bloccata ad un passaggio a livello dietro alla mia "vecchia casa", ho guardato i treni passare e ho pensato.
Ho pensato a quanto ho odiato e odio i treni: la sporcizia, il caldo infernale d'estate e il gelo umido dell'inverno, perchè aria condizionata e riscaldamento funzionano solo nei vagoni di prima classe - quando va bene - , il senso di soffocamento, con i finestrini sempre bloccati (per me, che amo andare in cima alle montagne e stare attaccata ad una parete di roccia...), i vicini che urlano e ciaccottano quando vorresti solo dormire, la musica degli altri sparata nelle loro cuffie e nei tuoi momenti di riposo, la mancanza cronica di posti a sedere, gli ombrelli sgocciolanti sulle tue gambe e su quelle degli altri passeggeri, l'affollamento da carro bestiame, anche e soprattutto in piedi, bimbi annoiati che strillano e salgono in piedi sui sedili, figli della maleducazione di genitori che non si esimono dal fare lo stesso, uomini e donne orgogliosi di renderti partecipe di lunghe conversazioni telefoniche con amici, consorti, amanti, madri, di cui non potrebbe importarti di meno, scritte ovunque e di qualunque tipo, perchè i beni pubblici non sono di nessuno, vero?
E soprattutto, le coincidenze che non esistono, neppure più sulla carta, i ritardi cronici, spesso più lungi del tempo di viaggio "previsto", perchè di garantito sui treni non c'è nulla, neppure l'obbligo di pagare il biglietto, basta essere rom o stranieri senza un soldo in tasca perchè il controllore non si sforzi neppure di chiedertelo, il biglietto, figurarsi di farti la contravvenzione, le fermate improvvise ed impreviste nel bel mezzo del nulla, le obliteratrici rotte, le attese infinite e le giustificazioni che non bastano mai.
Ho ricordato a quanto è stato diverso viaggiare per qualche giorno con i treni in Svezia e Norvegia, la pulizia, la gentilezza, la puntualità maniacale, del tipo, "attenzione, il treno è in ritardo di 3 minuti, ci scusiamo per il disagio" ed era davvero così, solo così e lo leggevi negli sgurdi mortificati di addetti e controllori.
Ho ricordato i tragitti, di solito a piedi, da e per la stazione, con lo zaino, la borsetta e/o la valigia colma di cibo, vestiti e affetti.
Ho rammentato le attese del mattino, alle 6.08 a.m., quando nel gelo dell'inverno o nella frescura dell'estate, altre facce stropicciate dal sonno attendono con te e tutto intorno è buio e silenzio.
Ho pensato ai colleghi di corso, agli amici vecchi e nuovi, agli incontri casuali, a mio marito, all'epoca non ancora tale, ai libri letti e riletti, sottolienati e studiati, all'MP3,
compagni di un pezzo di vita,
ogni tragitto, un piccolo viaggio.
Ho pensato alla stanchezza e al peso della domenica sera, quando il treno riportava in città per la settimana di studio studenti nostalgici, ho pensato alla stanchezza e alla leggerezza del venerdì sera, quando il treno riportava a casa, lontano dalla libertà dell'assenza dei genitori, ma vicino ai luoghi del cuore, stipati come sardine, in piedi tra un sedile e l'altro.
Ho ricordato gli scioperi dell'ultimo minuto, i guasti improvvisi, gli autobus sostitutivi, quando c'erano, e si salvi chi può.
E ho capito perchè ora sono disposta a rinunciare a vestiti, cene fuori, tempo per leggere, pur di viaggiare in auto, anche se il prezzo del carburante aumenta.
Ho capito perchè per diletto ho viaggiato in nave, in aereo, in auto, a piedi ed in bicicletta, ma ho fatto solo un viaggio in treno e NON in Italia.
Di treni, all'università e molto oltre, ne ho avuto abbastanza e li evito, almeno finchè posso.