mercoledì 22 ottobre 2014

Una mamma di m.

E' così che mi sento, da un pò di giorni a questa parte.
Il nano è in modalità "capricci a raffica" e "lagne continue".

Tutto è una lotta, dal mangiare (farlo stare seduto composto a tavola...un miraggio) al vestirsi, al lavarsi, all'andare a dormire e a qualunque altra attività gli si chieda di compiere.

E io sono sempre più stremata e nervosa.
Perchè si comporta così solo quando ci sono io, a volte quando c'è l'Alpmarito, comunque mai se è solo con nonni/maestre/zie.

Io cerco di ragionare con lui, tento con le moine e poi con il contenimento fisico, con abbracci rifiutati e infine perdo la pazienza, urlo, qualche volta faccio pure partire uno scapaccione, ricatto a tutto spiano, sequestro giochi, metto in punizione e, quando proprio sono stremata, mi chiudo nel silenzio.
Poi certo, passata la tempesta, tento di recuperare e capire con coccole e abbracci ma non basta.
Dopo un pò, si ricomincia.

Sono nervosa, certo.
Anzi, siamo nervosi, io e l'Alpmarito.
E pure stanchi

Non c'è yoga e corsa che tengano.

Forse sono solo  le preoccupazioni economiche e pratiche legate alla casa in ristrutturazione ed al lavoro (che quando c'è è troppo, quando non c'è, vai in crisi perchè vedi nero, perchè essere liberi professionisti in questo senso è uno schifo al quadrato).

Forse è che non passa giorno che non giunga una notizia nefasta: persone che muoiono, anche giovani, troppo giovani, persone che si ammalano gravemente, persone che si separano, persone grette e meschine che iniziano battaglie contro chi sta già soffrendo abbastanza.

Persino la nostra gatta è ammalata e le sto facendo punture di antibiotico e l'aereosol, tutte le mattine.

Forse è solo che ho perso la mia amica e vedo il mio amico combattere contro dolore e cattiveria e non sono ancora riuscita a buttare fuori tutta la rabbia e la tristezza che ho dentro.
Forse è solo che è più forte di me: non riesco a trovare una fede che non ho mai avuto, nè a rassegnarmi a non avere risposte e non trovare giustizia.
Ci provo, perchè mi aiuterebbe, ma nulla.
Quanto invidio chi riesce a mentire a se stesso.

Forse è solo che ha ragione lui: la vita è troppo breve per perdere anche solo un minuto a fare qualcosa che non ci piace, se non è strettamente indispensabile e necessario.

Ci penso, ci rifletto e mi rigiro questa consapevolezza nello stomaco.
E mi sento ancora più di m. perchè il tempo che passo con la mia famiglia è rovinato da capricci, stanchezza e nervosismo, tanto che finisco per desiderare che sia notte o che vada alla scuola materna, per poi stare male tutto il giorno perchè non sono con lui.

Mi sforzo di sorridere.
Guardo le fotografie, che rappresentano sempre momenti felici (per fortuna) e cerco di cacciare fuori tutto il resto.
Però non è facile.
Da domani solo post positivi per un pò, giuro.


martedì 21 ottobre 2014

Premio curiosità

Ieri le simpaticissime Mimma e Drusilla mi hanno conferito una sorta di premio, quella della curiosità, invitandomi a inserire un banner, rispondere a cinque domande e nominare altre cinque blogger.

Non amo molto queste catene però le domande sono davvero "curiose" e quindi raccolgo "la sfida".

Ecco le cinque domande e le mie risposte.
 1) Esponici il tuo abbigliamento tipo di quando avevi 14 anni
Si inizia subito nel difficile.
Per rispondere sono andata a cercare foto di me a 14 anni. Terribili!!! forse per questo avevo rimosso l'abbigliamento....
Comunque: jeans e maglietta extralarge, in prevalenza. Sopra, felpe extralarge o maglioni di lana fatti a mano (l'unico capo bello dell'insieme) e giacca di pelle scamosciata nelle mezze stagioni, barbour in inverno. Extralarge pure quello.
Mi stava malissimo ma ce lo avevano tutti e mi sono adeguata. Comodo era comodo.
Scarpe: sempre e solo da ginnastica. Ci vivevo, con quelle.

2) Qual è il modo più stupido in cui ti sei fatta/o male?
Proprio verso i 14/15 anni, ho sfondato un vetro della porta interna della mia camera con le mani, mentre "giocavo" a rincorrere il mio miglior amico cne non voleva fare la versione: mi sono tagliata un polso, facendone uscire tanto tanto sangue. Corsa al pronto soccorso e punti. Ho ancora la cicatrice. Soprattutto, però, il medico del pronto era convinto che avessi cercato di suicidarmi e mi ha fatto un'interrogatorio in piena regola.
Ero solo stupida, tranquilli.

3) In quale principessa Disney ti identifichi maggiormente e perchè?
Mamma mia, non saprei.
Forse, tra quelle attuali, la Ribelle (ma non mi ricordo il nome), tra quelle "d'epoca", Jasmine, di Aladdin o Ariel. Però non avrei mai rinunciato alla mia pinna per amore.
In realtà, i miei cartoni Disney preferito erano:  La spada nella roccia, Peter Pan e gli Aristogatti.
Altro che noiose principesse!!!

4) A che età hai imparato ad usare la lavatrice?
Direi al secondo anno di università, andando a vivere a Torino.

5) Descrivici il tuo comfort food per eccellenza, ossia, per la rubrica “Speak as you eat”, cosa mangi per tirarti su di morale?
 Caffè e miele!!!
Salame o prosciutto crudo, se ho voglia di salato.Rigorosamente SENZA pane!
Oppure meringhe o bignole, se ho voglia di dolce.


Ed ora, ecco i nomi dei 5 blogger che dovranno (o meglio, potranno, se lo vogliono, come spero) proseguire la catena.

 Trasparelena
Shaulalala
Maris
Mamma al cubo
Agnieszka

Buon lavoro amiche virtuali!!

venerdì 17 ottobre 2014

La Pimpa!!!

Oggi, per il consueto appuntamento del Venerdì del Libro, più che di un solo libro vorrei scrivere di una intere serie, anzi di più serie, che hanno come protagonista un mito della mia infanzia (grayie alle striscie su "Il corriere dei piccoli"), ancora oggi molto conosciuto (anche se solo in Italia), che il nano ha amato fin da piccolissimo e adora ancora adesso.

Per fortuna, molto più della maialina malefica e Giulio Coniglio (quest'ultimo piace anche a me ma Francesco Tullio Altan secondo me è molto meglio di Nicoletta Costa).

Avete capito di chi sto parlando vero?

La Pimpa!!!


Abbiamo iniziato con i cartonati piccolini e i libri per imparare, colori, azioni ecc.


Poi siamo passati, verso i due anni, a storie molto più complesse e complete, aventi sempre come protagonisti Pimpa ed il simpatico Armando, che al nano piace ancora di più, se possibile.





E infine ci siamo dedicati anche alle storie degli amici di Pimpa.


A me piace il fatto che in tutte le storie vi è tanta fantasia, di quella ingenua e dolce dei bambini che, ad esempio, non trovano affatto strano pensare di entrare in un quadro o di far maturare i pomodori in forno, anziché al sole, dialoghi semplici e un po' ripetitivi ma mai scontati, un pizzico di buon senso e tanta tanta bontà e amicizia, manifestata con gesti semplici e gratuiti.

Ad esempio, Pimpa conosce un nuovo amico? Lo invita subito a fare merenda a casa sua, anche se viene da paesi lontani e Armando ha un po' paura.
La stella rimane senza luce? Pimpa chiede il permesso alla radio, prima di prendere le sue pile e portarle a Lulu'.
Insomma, i giochi si scambiano e condividono, gli altri si rispettano e insieme ci si diverte di più!

Inoltre, ci sono libri per tutti i gusti e le lunghezze!!!
Tra l'altro, hanno un costo molto più contenuto di altri in commercio (8,90 quelli con DvD in formato A4 e 4,50 i cartonati piccoli)  ed una buona qualità grafica, a mio modesto parere (di non esperta) e nella ultima serie edita sono completi di DVD con la storia del libro e di sovra copertina.



Noi andiamo in biblioteca almeno una volta ogni quindici giorni, spesso ogni settimana, è il nano se ne porta a casa tre o quattro per volta, più un dvd.
Non avendo la televisione, quello glielo concedo, anche perché dura al massimo 10 minuti ed è davvero a misura di bimbo.

In conclusione: consigliato, soprattutto dal nano!!!



mercoledì 15 ottobre 2014

Tra monotonia culinaria e passione per il punto croce

Ho iniziato l'anno inaugurando una nuova "rubrica", Mamma avvocato in cucina, che nelle mie intenzioni avrebbe dovuto essere settimanale.

Dopo un paio di post convinti però, mi sono arresa all'evidenza.
La cucina non solo non è il mio forte ne' la mia passione, ma neanche un interesse.
Quando mi applico riesco anche, intendiamoci, solo che non riesco ad applicarmi.

Leggo di mamme che studiano menù settimanali perfettamente bilanciati, ascolto mamme e nonne che preparano e prozio nano il weekend cibo per tutta la settimana, vedo foto di manicaretti che mi fanno venire l'acquolina in bocca e poi....i pasti della nostra settimana tipo, soprattutto ora che pranzo sempre sola (e di corsa) e l'Alpmarito non c'è mai neanche alla sera, cinque o sei giorni su sette, si riducono a: pasta (rigorosamente "ruote", nano imperat) olio e parmigiano o al massimo panna o panna al salmone (grande invenzione!!!), insalata o verdure bollite o in insalata, qualche volta carote o zucchine passate in padella, uova al tegamino o alla coque, formaggio di tutti i tipi, banane o uva, qualche volta affettati.
Non tutto nello stesso pasto, ovviamente.
Polenta e spezzatino / arrosto nel fine settimana.

Fortunatamente, il nano pranza a scuola, con menù ottimo e bilanciato.

Questa lunga premessa per dire che no, la cucina non è una mia passione ma..il punto croce si!!!

In questi giorni mi sono dunque dedicata ad arricchire il corredino per la materna, poiché mi sono subito accorta che con l'inverno alle porte e impegni vari, non sarei mai riuscita a lavare, far asciugare e e stirare bavaglini e federe settimanalmente.
Ecco allora la seconda federa



La copertina, che avevo iniziato lo scorso inverno

Un pile singolo su cui ho cucito, centrale, questo ricamo.

E tanti bavaglini, alcuni realizzati in gravidanza e altri subito dopo.








Oltre all'asciugamano per il bagno di casa, visto che gli altri due ora sono destinati alla materna!


Cosa ve ne pare?Voi preferite cucinare o ricamare/cucire/ Tricottare?

E soprattutto, quanti cambi avete preparato per la scuola materna???




lunedì 13 ottobre 2014

Senza ciuccio, no, non è che si stia bene!

Martedi' il nano, con una delle sue solite improvvise e imprevedibili decisioni, ha detto addio al ciuccio.
Sono andata a prenderlo a scuola al pomeriggio, ultima (ma a pari merito con un'altra) delle mamme (io, madre degenere e ritardataria già dopo un mese scarso di scuola!), e l'ho trovato con la maestra che leggeva, tranquillo e senza ciuccio.
Mi ha subito informata che Il ciuccio era rotto e che quindi lo aveva messo nell'armadietto, poi lo ha preso e ha dichiarato deciso di volerlo buttare.
La circostanza che fosse l'ultimo, che ormai i negozi fossero chiusi e che comunque ai bimbi grandi sia vietato per legge (????!!!) vendere altri ciucci, non lo ha fatto desistere.
E dire che da quando è entrato alla materna non se lo era più tolto di bocca, mentre prima lo usava solo per dormire e viaggiare in auto o per consolarsi in caso di cadute.
Io stessa, con la maestra e l'inserviente, abbiamo cercato di farlo ragionare e appurare se si trattasse di una decisione consapevole e definitiva e lui, come al solito, si è mostrato determinato.
La sera ha faticato un po' ad addormentarsi, ma è andata senza drammi. Dalla mattina dopo, invece, e' diventato nervoso, ribelle e irrascibile.
A scuola no, pare che venerdì abbia fatto il sonnellino senza proferire verbo.
A casa sembra indemoniato e mette a dura prova sia me che l'Alpmarito (che si salva con la scusa del lavoro, arghhh!!)
Venerdì ci abbiamo messo un'ora e trenta minuti di pianti e proteste ininterrotti (giuro!) per uscire di casa e l'ho consegnato alle maestre scalzo, senza neppure le calze.
O così o pomi', come diceva una nota pubblicità dei tempi antichi.
Sabato ha pianto per due ore, dico DUE, prima di addormentarsi sfinito e dopo non c'è stato verso di portarlo al corso di nuoto.
Ecco. Ora ditemi.
Questo insolito nervosismo, questa assurda ribellione, la circostanza che sembri caricato a molla e il fatto che abbia ricominciato a venire nel lettone, dopo che tutto era appena tornato alla normalità in seguito agli incubi post nserimento a scuola, possono dipendere dell'abbandono del ciuccio?
Perché io, sia chiaro, su questa decisione, che peraltro è stata sua, non torno più indietro, ma almeno vorrei capire.
E magari anche sentirmi dire che passerà presto ed è "normale", qualunque cosa possa significare questa espressione.

venerdì 10 ottobre 2014

"La compagna di scuola"

" La compagna di scuola" di Madeleine Wickham, alias Sophie Kinsella, pag. 285, Modadori
Questo venerdì del libro una recensione veloce e all'ultimo, ma non volevo mancare!
Un romanzo rosa per passare piacevoli ore di sfago, con tutti gli ingredienti per un bel libro leggero: amore, amicizia, personaggi femminili dai tratti molto enfatizzati ma non del tutto inverosimili, tradimenti, sensi di colpa, maternità, lavoro, problemi familiari (tra parenti assenti e suocere fin troppo presenti) protagoniste simpatiche e, soprattutto, un lieto fine assicurato, anche se dal sapore dolce e amaro.
C'è persino, descritto in modo egregio, il senso di solitudine e di malinconia del post partum, quel sentirsi insieme tremendamente felici e tremendamente escluse dal mondo sociale e lavorativo abituale, così, all'improvviso, con la difficoltà di chiedere aiuto e ammettere le proprie debolezze.
E poi i dialoghi, sempre fulminanti e veloci, come i film americani ma con humor un po' inglese.
Ciò che mi piace di più dei romanzi di questa autrice.
In sintesi, non un capolavoro ma un romanzo rosa molto piacevole.

mercoledì 8 ottobre 2014

Alla ricerca di una nuova routine

Il mio ricciolino biondo alla materna fa progressi.

Piange ancora al mattino, però ora mi saluta dalla finestra in braccio alla maestra.
Certo, rimane uno strazio convincerlo a vestirsi e prepararsi, poichè sembra voler rallentare il tutto per rimandare l'inevitabile e, soprattutto, resta uno strazio sentire il suo abbraccio forte e dover dire basta alle sue richieste: "Ancora un bacino mamma. Ancora una carezza, ancora un abbraccio."
 Fosse per me, lo sbaciucchierei tutto il giorno!

Però poi va e gioca, felice. A fine giornata ammette persino di essersi divertito, pur precisando che preferirebbe comunque restare a casa con me o con i nonni, se proprio io devo lavorare.
Salvo poi volere i nonni quando io ci sono. Ma vabbè.

Non è passato neppure un mese dall'inizio della scuola e lunedì ci sarà già la seconda riunione.
Alle 17.30, ovviamente.
Sempre ovviamente, giovedì il nano uscirà prima per "riunione sindacale".

La scuola pubblica si paga cara, purtroppo, per lo meno in termini di orari, chiusure, scioperi e riunioni sindacali.
Nel nostro caso, per una peculiarità tutta regionale, le scuole materne ed elementari sono chiuse il mercoledì pomeriggio, ufficialmente per permettere alle maestre di seguire i corsi di aggiornamento.
Verò è che molte attività sportive nella zona sono strutturate al mercoledì pomeriggio, tenendo conto di questa peculiarità, ma il nano è ancora troppo piccolo per questo e poi, qualcuno lo dovrà comunque andare a portare e prendere.
Quindi, ancora una volta, sono costretta a ricorrere ai nonni, che aiutano con piacere, per fortuna.
Idem se ho impegni oltre le 17.15, visto che i bimbi sono fuori al massimo alle 17.30.
Per loro è già tanto, me ne rendo conto, però io ho dovuto accorciare la pausa pranzo, sacrificandola quando vado a correre, per recuperare e non pesare sempre e solo sui santi nonni.
Poi, ovvio, almeno un paio di giorni a settimana faccio tardi lo stesso.
Negli altri, la sensazione di aver ternminato la giornata lavorativa alle 17.15, nonostante il buio delle giornate autunnali, è impagabile.

Orari a parte, le maestre si stanno confermando molto in gamba, sono affettuose e accoglienti quanto basta, anche se il nano vive più che mai con il ciuccio in bocca e chiede di poter dormire vicino alla porta o alla finestra per avere più luce, dopo essersi portato a scuola il frontalino (ossia luce che si monta sulla testa, per andare in montagna) per una settimana e averlo tenuto sempre acceso per l'ora della nanna.

Insomma, gli vengono incontro con fermezza e gentilezza: lui apprezza e pian piano si adegua.

Ieri sono andati tutti a fare la spesa a piedi in un vicino piccolo supermercato e oggi hanno fatto colazione insieme all'asilo.
Piccoli, grandi insegnamenti.

E poi abbiamo ricominciato con la palestra di arrampicata, la stessa di sempre, che ha riaperto i battenti, dopo essersi ingrandita e arricchita di intrattenimenti per grandi e piccini.
Ora abbiamo anche le porte piccoline da calcio con il pallone di gomma piuma, la struttura per saltare, qualche attrezzo ginnico da palestra, il ping pong e tanto spazio in più, oltre a calcio balilla e pareti per scalare, ovviamente!!!
 E così, orgogliosamente, il nano "si allena", come dice lui!
I progressi, rispetto agli anni scorsi, sono enormi.
Sembra ieri che correva incerto sui tappetoni!


Un pò di magnesite, come i grandi, e...

 si riparte!!


Da sabato, ricomincia anche il corso di acquaticità.
Insomma, siamo quasi a pieno regime, anche se stento ad abituarmi.

Ah, il biondino a scuola ha anche imparato l'inglese: sa dire "Yes!!!"
E pensare che l'insegnamento della seconda lingua straniera (la prima è il francese) non è ufficialmente previsto!


lunedì 6 ottobre 2014

Ricordando la primavera

In questi primi giorni di autunno, con  pioggia e temperature in discesa libera, con l'umore che stenta a risalire ed una sonnolenza tipica del cambio di stagione (o forse solo della ripresa della routine), sento il bisogno di ricordare la primavera, il sole che c'è stato (poco!) e che ora illumina le foglie, le temperature miti ed i colori accesi.

Come quelli di questo giardino del Piemonte....








 Quando ti soffermavi ad ammirare una tartaruga affamata...








 


 e le corse in bicicletta dei bambini...



Tra un fiore e l'altro..






















Per poi rituffarmi in questa stagione di mezzo, preludio dell'inverno che verrà, ricco di occasioni "mangerecce", feste di compleanno e, spero, amicizia.

Nel weekend appena trascorso ne abbiamo già avuto un intenso e piacevolissimo assaggio (anche se ora crolliamo di stanchezza).

Mi chiedo, però, perchè non si possa ritrovarsi e stare bene anche con chi dovrebbe esserti più vicino, quando si riesce a coltivare un rapporto, seppur senza assidua frequentazione, ma comunque piacevole  e intenso, con coloro con i quali non hai legame di sangue o li hai molto diluiti.

Perchè spesso vedi di più cugini alla lontana che i tuoi "parenti stretti" e no, secondo me non è normale.

Comunque.
Ritornerà l'estate e le tartarughe usciranno di nuovo dal letargo,
noi con loro, sempre in bicicletta.

 ,

E forse nuove amicizie sboccieranno nel freddo dell' inverno.

(I fiori fucsia, però, sono solo per te)

venerdì 3 ottobre 2014

"La casa nel bosco" e "Yoga per mamma e bambino"

"La casa nel bosco" di Gianrico e Francesco Carofiglio, ed. Rizzoli, pag. 185
Due fratelli, i due autori, si trovano costretti a sgomberare la casa dove, per tutta la loro infanzia, trascorrevano i mesi estivi con i genitori.
Ormai la vendita e' conclusa e la questione non è più rimandabile.
L' incombente costituisce l'occasione per stare un po' insieme, per ricordare tanti episodi apparentemente banali di una infanzia comune, resi però unici dal fatto di essere i ricordi della LORO infanzia.
E forse, alla fine, sarà anche l'occasione per conoscersi/ riscoprirsi, trovando di nuovo quella intimità e quel legame che li aveva legati da bambini.
Una narrazione a due voci tutta incentrata sui dialoghi, che smuove i ricordi di ciascuno di noi, con frequenti richiami agli odori ed ai sapori della terra dei protagonisti.
Il cibo, infatti, fa un po' da filo conduttore della narrazione, tanto che il romanzo si conclude con le ricette, appartenenti alla tradizione popolare o familiare dei protagonisti, di "sette primi piatti per sette giorni".
Un libro breve, che si legge in fretta e che, in qualche modo, lascia qualcosa, forse soltanto per la sua forza evocativa di ricordi personali, anche se non l'ho trovato all'altezza della serie dell'Avvocato Guerrieri ne' de "Il bordo vertiginoso delle cose", di cui avevo già parlato.
Insomma, consigliato solo se non nutrite grandi aspettative o vi serve un pretesto per un tuffo nostalgico nell'estate della vostra infanzia.
****
"Yoga per mamma e bambino" di Francois B. Freedman, ed. Il castello
Per restare in tema con il post di ieri , torno a parlare di yoga.
Anzi, di libri sullo yoga che consentono a noi mamme di coinvolgere anche i nostri bimbi, trasformando lo yoga in una occasione per stare insieme, stare bene e divertirsi.
Dopo il libro Illustrato di qualche tempo fa, Yoganimo , ho scovato in biblioteca questo "manuale", adatto sia ai bimbi piccolissimi (per aiutare le loro mamme a rilassarmi e ritrovare elasticità), sia ai più grandicelli (secondo me, anche oltre i tre anni indicati), con posizioni più complesse e impegnative (ma sempre a portata di bimbo).


Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Home Made Mamma


giovedì 2 ottobre 2014

Lo Yoga in una applicazione

In questo periodo sto facendo molto ricorso a due applicazioni per tablet.

Una è la App 10 MinYoga di Claudia Porta, istruttrice di Yoga e "padrona" del "La casa nella prateria", blog in cui racconta anche della sua vita di mamma di tre bimbi.

Ho iniziato a praticare yoga grazie alla mia maestra delle elementari, che era anche istruttrice di yoga (non so quale) e che, nelle ore di religione cattolica, portava i bimbi che non si avvalevano di tale insegnamento, tra cui c'ero io, in una vicina palestra.

Ci insegnava la respirazione, il rilassamento e alcune semplici posizioni, oltre che qualche rudimento del massaggio Shiatsu.
Dire che era una persona moderna ed in gamba era dir poco!

Da allora, in vari momenti della mia vita ho fatto ricorso allo yoga ed al rilassamento, con l'aiuto di manuali e video, sempre da autodidatta.
Per questo ho molto apprezzato questa app, che da la possibilità a tutte le mamme, che magari non hanno voglia / possibilità di seguire un vero e proprio corso, di praticare un po' di yoga.

E in più, è assolutamente gratuita!!!

Si tratta di un insieme di sequenze,ciascuna della durata di massimo10/11 minuti, con obiettivi specifici: bambini I e II, mal di schiena, equilibrio, calma e saluto al sole.

Io ne eseguo una o due al giorno, a volte per settimane di seguito, a volte solo per quattro o cinque giorni, a seconda del tempo a disposizione e del bisogno, a volte in pausa pranzo, altre la sera tardi o quando non riesco a dormire di notte o, ancora, al mattino presto, prima che la casa si svegli.
Altre volte, coinvolgo il nano, che sembra divertirsi molto, anche se "interpreta" a modo suo le posizioni, vista la tenera età! E finiamo sempre a rotolarci sul tappeto, facendoci il solletico e ridendo come matti.

Avevo già provato ad avvicinarlo con un simpatico libro ma la app sembra funzionare meglio con lui, per ora, perchè gli piace l'idea di imitare "la signroa del tablet", come la chiama lui.

Certo, secondo me la app sarebbe da sviluppare ulteriormente, aggiungendo una voce che spiega come eseguire correttamente le posizioni e, naturalmente, nuove seguenze (ovviamente anche a pagamento, se il costo fosse contenuto).
Quella che non cambierei è la grafica, semplice, intuitiva ed essenziale.

Integrerei, invece, i "campanelli" che avvisano del cambio posizione anche quando si deve passare da un lato all'altro del corpo, così da evitare di controllare costantemente il piccolo timer integrato.
E poi da quando vi è il sistema IOS 8 ogni tanto la app salta (come moltissime altre, purtroppo; comunque dopo un paio di tentativi parte a nmeraviglia!!!) però...la consiglio a tutti, per iniziare e per continuare!

Non mancano, infatti, posizioni niente affatto banali, su cui ho ancora molto da lavorare!!!

Complimenti a Claudia, per questo grande regalo che ha fatto a me ed alle altre mamme interessate (ed i loro bimbi!).

p.s. Claudia la trovate anche sul suo sito tutto dedicato allo yoga!!!

Questo NON è un post sponsorizzato, però è sicuramente un post riconoscente.