lunedì 16 novembre 2015

E sono quattro. Quattri anni da mamma, quattro anni di te.

Domenica 8 novembre, hai compiuto quattro anni.

(Nella foto ci sono anche le due crostate con marmellata fatta in casa preparate da mia madre, che sono andate a ruba.).


Hai soffiato sulle candeline delle tue due torte, entrambe al cioccolato.
Quelle che non hai voluto cambiare con nessun altra da comprare o preparare, quelle che hai voluto decorare con i fiorellini di zucchero e su cui ho scritto il tuo nome con il gel alimentare.

Hai atteso che tutti gli invitati intonassero la canzoncina di auguri, senza la quale non volevi soffiare.
Con le guanciotte un pò rosse dall'emozione, circondato dai tuoi amichetti, alcuni del nido, a cui sei ancora affezionato e con cui hai mantenuto l'intesa di due anni fa, altri della materna, altri figli di amici di famiglia, con cui hai piacere di giocare quando ci si riesce a vedere.
E poi i cuginetti e le cuginette, vicini e lontani.


Hai corso felice con tutti loro, vi siete scatenati sui tappeti ed arrampicando, stimolati anche dalle caramelle e cioccolatini che io e l'Alpmarito abbiamo posizionato a più riprese sulle prese della parete più adatta ai bimbi.



Hai aperto i regali man mano che te li portavano gli amichetti, ringraziando come mi ero raccomandata e con gli occhi che brillavano dalla eccitazione: perchè tutti hanno azzeccato i tuoi gusti e ti hanno fatto regali graditi.



Ed il pomeriggio è trascorso sereno, mentre anche alcuni genitori provavano ad arrampicare...

 ...o a stare in equilibrio sulla slackline..


anche se i più bravi sono stati i bimbi grandicelli!




Ogni tanto ti sei ricordato di mangiare qualche cosa, ma in generale sia tu che gli altri piccoli invitati eravate troppo presi dal gioco libero, segno che a voi basta spazio, compagnia e fantasia per divertirvi .

E a noi pure, anche se non disdegniamo un paio di birre e una tavola imbandita.

Colori, quelli che hai scelto tu, e tartarughe ninja, che tu stesso hai ritagliato, l'hanno fatta da padrone

e quando orami eravamo rimasti pochi, anche noi ti abbiamo consegnato il nostro regalo.
Quello che ci avevi chiesto ripetutamente.
Quando ti ho detto che c'era ancora un regalo per te, mi hai guardata stupita, dicendomi che ne avevi già aperti tantissimi !!!
E poi hai visto lei.
Con il cavalletto (che a te sembra un super accessorio), le ruote grandi  (da 16), il fiocco verde,  tutta rossa, come una macchina da corsa.



Hai dormito con la felpa nuova che ti hanno regalato le cuginette.
Hai indossato per tutto il resto della festa lo zainetto verde nuovo.
Ci hai fatto leggere subito uno dei libri ricevuti (anche se era un pò lunghetto come lettura della buona notte).

E la settimana scorsa, siamo andati a scuola tre giorni in bicicletta, tu vestito così, tutto in verde, 3  km e mezzo e mezz'ora di tempo per volta, una sera siamo anche rientrati a casa in bici (poi basta, perchè nonostante le luci della bici era troppo pericoloso), e ieri ancora in giro in bicicletta, tutti e tre. Ogni pretesto è buono per usarla.



E per giocare, ovviamente!



In questi quattro anni hai messo a dura prova la mia pazienza, già scarsa di suo.
Mi hai regalato momenti di gioia ed amore puro.
Sei diventato il mio primo pensiero, in ogni momento della giornata.

Sono stati quattro anni di risate, pianti, capricci, giochi e sorrisi.
Quattro anni di coccole al mattino, di abbracci e bacini, di solletico, di piscina, di bici, di corse a perdifiato, di camminate, di sonnellini stretti stretti anche nel lettone grande, di "Mammaaaaaaa!!" gridato a gran voce, di pasticci a tavola, di vestiti da scegliere, infilare, guardarti indossare e lavare, di domande e richieste, di grazie e di "voglio", di "ti voglio bene, più bene del mondo" e "sei cattiva" quando mi sgridi, di "Giochiamo alla famiglia?", "Giochiamo alle macchinine?", "Mamma, giochiamo ?", di letture della buona notte, di libri in bagno, sul divano ed in biblioteca, di torri, costruzioni e macchinine, di salti da sempre più in alto e piccole grandi conquiste, di "Mamma, senti he muscoli che ho!!".

Quattro anni in cui hai acquistato una autonomia, una capacità di espressione e di imposizione delle tue idee e del tuo pensiero che non avrei neppure immaginato.
Perchè vedere crescere i figli degli altri non è la stessa cosa che guardare i propri.

Quattro anni di ricciolini d'oro, di manine morbide, piedini che crescono sempre troppo in fretta, occhi curiosi e attenti, discorsi seri e buffi, espressioni divertenti e labbra che tremano dal pianto.

Quattro anni in cui anche io sono un pò cambiata.
Forse cresciuta, forse più sicura, sicuramente ancor più piena di domande su come essere una madre migliore, su come agire per il tuo meglio.
Quattro anni in cui non ho mai smesso di amarti e di volerti proteggere da tutto e tutto, in ogni singolo istante, anche quando mi spingevi all'estremo.
Quattro anni in cui avrei voluto spesso schiacciare il tasto "stop" e godermi di più l'istante, mentre il tempo scorre inesorabile.

Quattro anni in tre (anzi, in quattro, guai a dimenticarsi la gatta Mimì!), quatto anni di famiglia, la nostra.




venerdì 13 novembre 2015

"Il respiro del buio"

"Il respiro del buio" di Nicolai Lilin, ed. Einaudi, pag. 297

In questo terzo romanzo, dopo "Educazione Siberiana", in cui l'autore racconta la sua infanzia di bimbo siberiano nella comunità di criminali onesti della Transinistria e la sua detenzione in un carcere minorile, e "Caduta Libera", racconto del successivo periodo vissuto quale cecchino e sabotatore nell'esercito russo, in cui è stato costretto ad arruolarsi, fino al congedo, Lilin ci mostra le difficoltà di inserimento nella vita "civile" della Russia post comunista e la sua difficile ricerca di una nuova vita.

L'autore si trova catapultato in una società in cui regna la corruzione ed il consumismo, in cui la popolazione cerca solo di dimenticare guerre e regime e di emulare lo stile di vita dell'Europa Occidentale.

Gli ex soldati, che meriterebbero ringraziamenti e sostegno dopo aver combattuto per il proprio paese e rischiato la vita in condizioni disumane (spesso in conflitti che non hanno scelto e che non condividevano) non sono ben accetti, anzi, vengono continuamente emarginati e respinti.

"Io sapevo di morte ed ero una minaccia per la gente, minacciavo l'assoluta delle loro coscienze, la sacralità delle loro vite. io conoscevo da vicino l'oggetto delle loro più grandi paure. credevo di aver abbandonato la guerra, e invece la guerra ero io." Pag. 176

Un periodo di ritorno alle origini ed alla famiglia, in Siberia, aiuta l'autore a cacciare i propri fantasmi e a non cadere preda di depressione, alcool o droghe.

"Da quando ero andato in Siberia a trovare nonno Nikolaj per la prima volta, a otto anni, percepivo la differenza tra la vita nella mia città e quella nel bosco. La gente di quei posti era umile e vera, come se assorbisse il proprio carattere dalla terra. La Natura e menava l'unico potere possibile, più ti avvicinavi a lei, più sentivi la tua debolezza, la tua inutilità. Bastava inoltrarsi nella Taiga per dimenticare l'ambizione è le manie di grandezza, il treno viaggiava in mezzo ai boschi e i boschi non finivano mail e chilometro dopo chilometro il tuo ego rimpiccioliva a misure embrionali. Nel bosco apparire non serviva a niente, serviva solo vivere, sapere che ogni cosa esistente seguiva il suo corso, e lo stesso valeva per te, piccolo uomo in mezzo all'immenso regno degli alberi, perso tra nevi, fiumi, laghi e paludi. Nel bosco la mia vita si sarebbe dissolta, io stesso sarei diventato una goccia nel grande oceano della Natura." Pag. 66

L'equilibrio ritrovato non basta, tuttavia, a fargli trovare un lavoro.

Così l'ex- soldato e' costretto a inserirsi in una società che, con una organizzazione para- militare, fornisce protezione ed un politico influente.

Un incarico che, da un lato, lo aiuta a sentirsi utile e a ritrovare lo spirito cameratesco di un tempo, dall'altro però, gli mostrerà chiaramente che ne ha abbastanza di quella vita.

Ancora una volta, quindi, ripartirà alla volta dell'ignoto ma con una speranza nel cuore.

Consigliato, anche solo per conoscere un pezzo di storia di cui non si parla abbastanza e avere una idea di un luogo selvaggio e particolare che pochi riescono a visitare.

Tuttavia, visto che ne costituisce il seguito, secondo me va letto dopo Educazione Siberiana, da non perdere, e Caduta Liibera.

 

giovedì 12 novembre 2015

Maglia d'autunno

Le sfumature di giallo e di arancio delle foglie, il verde dei prati e di qualche albero, il marrone delle castagne e dei ricci, il rosso delle vigne, l'arancione di zucche e cachi..e l'aria fredda della sera e del mattino.

Per godermi il sole, quando non batte caldo a mezzogiorno, posso contare su un completo cappellino e guanti, che ho realizzato io stessa e mia nonna ha cucito.

Ecco i miei guanti senza dita, per guidare più facilmente, bici e auto!

E il cappellino stile basco morbido.

Anche il tablet ha bisogno di proteggersi dal freddo (e dai graffi), così con la lana avanzata mia nonna mi ha confezionato questa originale custodia!

Che ne dite, ci intoniamo con la stagione?!?

 

mercoledì 11 novembre 2015

A volte insistere serve (forse)

Dopo nove mesi di stop, ad ottobre sono tornata alla carica con il nuoto ed il ricciolino ha cominciato un nuovo corso da sei lezioni di 45 minuti, il sabato mattina, questa volta nella vasca degli adulti (e in quella dei piccoli per i momenti di gioco ad inizio e fine lezione) con le allenatrici ma senza mamma.

Io ho fatto un mini abbonamento, per approfittare del tempo del corso e nuotare anche io, guardandolo dalla corsia accanto.

Perché per quanto mi sia utile la corsa e per quanto mi piaccia l'arrampicata, il nuoto mi manca ancora tantissimo.

Le prime tre lezioni sono state una tragedia: pianti al momento di prepararsi a casa, pianti nello spogliatoio, pianti in vasca, proteste della serie "non ci voglio andare più", "ho paura", "non mi piace PER NIENTE" (con il "per niente" urlato a tutto volume.


Una mattina ha fatto di tutto per farci arrivare in ritardo, aiutato dalla desarpa (il rientro delle mucche dagli alpeggi in alta quota a valle, ovviamente transitando anche per le statali), gongolando: "Che bello, arrivai amiche sarà già finito!"

E invece no, abbiamo perso solo dieci minuti.

Un'altra, in auto, ha cercato di fare leva sulle mie paure di madre: "Mamma, e se affogo?" (Termine che ha imparato subito, peraltro) ed io a rassicurarlo che non era solo, c'era l'allenatrice; "Si', però se si distrae e io affogo?"; ed io a rassicurarlo che non poteva accadere e comunque non si muore annegati i dieci secondi;"Guarda mamma che anche le maestre si distraggono, qualche volta!", "Vuoi che "muoro"?"; ed io a spiegargli che tanto avrei nuotato in una corsia vicina o sarei stata sugli spalti pronta ad intervenire; lui a ribattere "Ma se sei vestita non fai in tempo e poi non sai saltare la ringhiera e io intanto affogo" e ancora "Ma mamma, tu non mi vedi perché non hai gli occhiali e poi non ci senti neanche!" (Perché uso i tappi per le orecchie) e via di questo passo.

Io, però, non ho mollato, anche perché, nei minuti finali delle lezioni, quando le allenatrici facevano giocare i bimbi nella piscina piccola, si vedeva che il ricciolino era contento. E dopo, ha sempre voluto fermarsi ancora a giocare in acqua con me, un quarto d'ora/venti minuti, fino a quando non ci buttavano fuori perché era ora di chiudere per il pranzo!!!

Forse sarà una mia fissazione, forse è irrazionale, ma sono da sempre fermamente convinta che non si possa crescere senza saper nuotare o andare in bicicletta. Che sia un po' come non saper respirare o camminare. Che sia essenziale, anche e soprattutto per una questione di sicurezza.

Lo sapete che ogni anno in Italia ci sono circa 400 morti per annegamento?E che viviamo in un paese con 7375,31 km di coste marine (dati Telefono Blu) senza contare gli innumerevoli laghi della mia zona, i torrenti di montagna che attraversiamo, i fiumi, la vasca da bagno in casa, le piscine e piscinette.

Ovviamente non sempre basta saper nuotare o si tratta di bimbi piccoli. Inoltre, sono ben consapevole che non potrò sempre proteggere mio figlio e che anche ai migliori genitori ed educatori, basta veramente un attimo di disattenzione o un piccolissimo errore. Però vorrei fare il possibile, ecco.

E poi io adoro nuotare e vorrei proprio provare a trasmettere queste sensazione a mio figlio.

Non è solo per il mio benessere che ho nuotato tre volte a settimana, se non quattro, per tutta la gravidanza e che l'ho portato al suo primo corso di acquaticita' a quattro mesi.

Perciò, anche se devo "sacrificare" il sabato mattina e arriviamo a casa alle 13.30, spesso con ancora il pranzo da preparare, anche se la piscina e' pur sempre a 11 km da casa, anche se è un costo ed una fatica, non ho mollato.

D'altro canto, una mia amica mi ha raccontato di aver portato la figlia a sette lezioni, contenta di andare in piscina ma poi bloccata sul bordo senza voler entrare per tutta la lezione. Altro che la mia pazienza e perseveranza (S., sappi che ti stimo molto per averlo fatto !!!)

Ebbene.

Alla quarta lezione, il ricciolino biondo e' riuscito a trattenere le lacrime e ha partecipato attivamente, ammettendo alla fine di essersi divertito, anche se non ha messo la testa sotto l'acqua e non ha voluto fare un tuffo (ma questo non mi interessa).

Sabato c'è stata la quinta lezione e, pur protestando il mattino, non solo non ha pianto ma ha chiesto lui stesso alla allenatrice di metterlo di nuovo nel gruppo dei bimbi da portare nella piscina grande.

Una volta dentro, poi, ho visto che chiacchierava allegramente con gli altri bimbi e rideva.

Alla fine, ha di nuovo confermato di essersi divertito.

Questa settimana ci aspetta l'ultima lezione ma, vista l'evoluzione finalmente positiva del corso, ho già anticipato alla allenatrice che vorrei farlo continuare con il corso successivo, che sarà di sole cinque lezioni, senza interruzioni.

Forse, e dico forse perché magari sabato saranno di nuovo pianti isterici e musi lunghi (da quando sono mamma, ho capito che non si può mai sapere con certezza in anticipo!!!), insistere e' servito.

Forse, e dico forse, il mio istinto di mamma non ha fallito e il ricciolino aveva davvero solo bisogno di essere spinto ad affrontare le proprie paure.

 

lunedì 9 novembre 2015

Insoliti biscotti...molto veloci!!!

Sabato ho acceso il forno per preparare le torte di compleanno del ricciolino biondo.
Aprendo il frigo, ho trovato una confezione di pasta brisee' pronta, in scadenza.
Non avevo voglia di salato, dal momento che avevo appena preparato l'arrosto per il pranzo, in modo da averlo già pronto di rientro dal corso di nuoto.
Così ho deciso di provare a farne dei biscotti.
Già che c'ero, ho usato delle curiose e coloratissime formine che la Befana aveva portato al ricciolino lo scorso anno e che ancora non avevamo utilizzato.
Hanno una molla per schiacciarle e poi ritirarli e decorano mentre tagliano la pasta.
Per insaporire la pasta brisee', che è abbastanza neutra, ho spalmato su alcuni biscotti un po' di Nutella, su altri marmellata di "ramassin" (quelle prugne tre viola piccoline..non so il nome italiano, solo quello piemontese!) fatta in casa, senza pectina (tipo fruttapec o simili) e senza limone, visto che sono allergica ad entrambi.
I restanti biscottini li ho cosparsi di zucchero, affinché caramellasse un po'.
Con l'ultimo avanzo di impasto ho fatto un rotolino ripieno di Nutella.
Questo il risultato a crudo.
Infine, ho infornato.
Premesso che sulle istruzioni c'era scritto 200 gradi per 15 minuti, ma io ho un forno che perde calore (vapore acquetò che esce dai lati) e non è ventilato, ho messo a 180 gradi per venti minuti.
Grazie al mio fantastico forno ed alla mia distrazione, due biscotti sottili si sono carbonizzati. Gli altri, però, sono usciti ben cotti, quelli più spessi (fatti con i triangoli di passata avanzati dopo il primo turno di formine, poi ristesa), sono usciti perfetti.
Non tutti bellissimi da vedere, eh? Pero' tanto il ricciolino che l'Alpmarito li hanno apprezzati molti e li abbiamo finiti in un giorno!!
Dunque, se volete provare, ecco gli ingredienti:
1 Rotolo di pasta brisee' pronta
Formine per biscotti
Zucchero da spargere sopra
Marmellata a piacimento
Nutella o crema di cioccolata
Carta da forno per la teglia
Un forno più decente del mio!
I tempi di preparazione sono davvero brevi: in dieci minuti saranno pronti per essere infornati ed in 15 al massimo per essere estratti cotti.
Vi consiglio, però, di usare la pasta doppia, in modo che non sia troppo sottile. Oppure tenete d'occhio il forno e tirateli fuori appena iniziano ad indorarsi!
Et voila' !
Per la serie: i pasticci di Mamma Avvocato in cucina.


venerdì 6 novembre 2015

"Born to Run"

"Born To Run" di Christopher McDougall, ed. Mondadori, serie Strade Blu, pag. 384


Ho letto questo libro grazie alla segnalazione di Drusilla (se non sbaglio) e mi è piaciuto moltissimo.

Non è un manuale sulle tecniche di corsa, anche se contiene dei suggerimenti utilissimi.

Non è un romanzo, perché anche se c'è un preciso filo logico, ci sono molte storie nella storia.
È una biografia, un romanzo, un libro motivazionale, un insieme di racconti ed un trattato di biologia e antropologia, tutto insieme.

È la storia di un personaggio quasi mitologico, Caballo Blanco, di allenatori "illuminati", di una popolazione messicana che vive isolata nei canyons correndo, i Tarahumara, di "pazzi" ultramaratoneti, di grandi uomini e grandi donne, di scoperte scientifiche e filosofiche, di evoluzione della specie umana e di arte della corsa, di gare e lotta per la sopravvivenza in ambienti bellissimi ma anche ostili, di consigli sull'alimentazione e di movimento come scuola di vita.

Il tutto scritto da un giornalista corrispondente di guerra per l'Associated Press e collaboratore di "Men's Health" , spinto ad un viaggio in Messico da infortuni legati alla corsa amatoriale, che passerà da correre tre volte alla settimana pochi km a finire una gara di 80 km in territorio estremo.
Scoprendo il segreto dei grandi corridori e, soprattutto, il segreto di una vita più felice e pacifica.

E niente: dovete leggerlo.

"Un anno dopo gli attacchi dell'11 Settembre la corsa di fondo è diventata improvvisamente lo sport all'aperto in più rapida espansione nel paese. Forse si tratta solo di coincidenze. O forse c'è un grilletto nella psiche umana, una risposta codificata che attiva la nostra prima è più grande abilità di sopravvivenza quando sentiamo che i predatori ci sono alla calcagna. La corsa (prima di avere l'età per cominciare a fare sesso) e' la principale fonte di piacere per i sensi e di sollievo contro lo stress. L'equipaggio mento necessario e il desiderio ci vengono forniti di serie: tutto quello che dobbiamo fare e' lasciarci andare e goderci il viaggio." Pag. 19


"..Come si accende l'interruttore interno che ci ritrasforma nei Corridori Nati che eravamo in passato? Quando dico "in passato" intendo non la storia della nostra specie, ma anche quella della nostra vita individuale. Ricordate quando eravate piccoli e vi urlavano di smetterla di correre, di andare piano? Facevate ogni gioco alla massima velocità, correvate come pazzi calciando le lattine vuote, giocando a nascondino o attaccando gli avamposti nella giungla del cortile del vicino. Metà del divertimento era dovuta al fatto che facevate ogni cosa a un ritmo di record, e con ogni probabilità quello è stato l'ultimo periodo della vostra vita in cui siete stati rimproverati per essere troppo veloci.
Era questi il vero segreto dei Tarahumara: non avevano mai scordato cosa vuol dire amare la corsa. Ricordavano che la corsa e' stata la prima delle belle arti dell'umanità, il nostro atto originario di creazione ispirata. ..." Pag. 127

mercoledì 4 novembre 2015

Allegria in bagno

Qualche giorno fa, riordinando l'armadio della biancheria, sono saltati fuori alcuni asciugamani che avevo ricamato prima della nascita del ricciolino biondo, anzi, addirittura prima del matrimonio, che mia nonna aveva accuratamente cucito, realizzando anche la cornice con una passamaneria in tinta.
Mio figlio se ne è innamorato, rendendomi molto orgogliosa della mia fatica, e mi ha costretto ad usarli "subito".
Questa settimana ha scelto per se' quello blu, assegnando a me quello granata e a mio marito quello verde.
E il bagno, ha tutto un'altra fascino!
I bambini, a volte, sanno meglio di noi che le cose belle bisogna godersele subito!
I vantaggi di usare asciugamani "normali" e di cucirvi dopo i ricami a punto croce su tela Aida. Secondo me sono molteplici: si può scegliere tra una più ampia gamma di prodotti, costano meno, si ricamano in modo più comodino e quando si rovineranno, si potrà scucire il ricamo e ricucirlo su un altro asciugamano.
Si', perché il punto croce richiede molte ore di lavoro ma poi, una volta realizzato il lavoro, resiste nel tempo, anche in caso di lavaggi frequenti a 60 gradi!
E meno male, perché oggi non credo avrei più la pazienza di iniziare dei lavori così lunghi!

martedì 3 novembre 2015

Succede a ottobre


 N.B. "Succede a" e l'immagine di cui sopra, sono un''idea ed una creazione di Mamma Piky.


Ottobre è stato il mese delle passeggiate tra i boschi dai colori autunnali, a cercare funghi e castagne, da soli ed in compagnia di amichetti/e del ricciolino biondo e dei loro genitori, con cui si sta instaurando proprio una bella sintonia.
Ma questo l'ho già raccontato.

Ho ripreso in mano uncinetto, ferri e filo, per creare e raccogliermi al calduccio.
D'altro canto, ottobre non è stato proprio il mese della salute, quindi non ho avuto molta scelta.

Da quando ho iniziato a correre regolarmente e, soprattutto, a tenerne nota, ossia dal settembre dello scorso anno, questo ottobre è stato il mese in cui ho corso di meno.
Un pò per via dei malanni stagionali, un pò per una preoccupazione forse assurda, che ora ho accantonato.

In compenso, il ricciolino biondo ha ricominciato il corso di nuoto e io ne approfitto per nuotare una mezz'ora, una volta a settimana.
Questa, però, è una novità che merita un post a parte.

Ad ottobre ha anche riaperto la palestra di arrampicata e noi abbiamo ricominciato a frequentarla con regolarità e soddisfazione.
Tipo che passo poi una settimana con male ovunque, perchè quando ci sono tiro come una matta, in una curiosa dissociazione tra il gesto della mente e la capacità del fisico.

Ultimamente c'è stato il consueto cambio dell'ora, che io odio dal profondo del mio cuore.
E niente, sto ancora lottando per abituarmi e per non prendere la macchina e guidare verso la pianura ogni pomeriggio alle cinque, quando cala il buio e l'umore.

Dopo un anno di insistenti richieste, io ed altre mamme abbiamo finalmente ottenuto il doposcuola per il mercoledì pomeriggio, quando il nano uscirebbe alle 15.
In prova, fino a dicembre.
Neanche a dirlo, esattamente il primo mercoledì di doposcuola, il ricciolino ha scoperto un nuovo sport.
E mi ha fregato.
Così pago il doposcuola e lo uso a metà, poi corro più di prima.
In barba a tutte le mie decisioni.
Della serie: quando una mamma deve cedere.

Ultimamente ancora feste di compleanno, a cui partecipare e da organizzare.

Ed infine, ho fatto il primo passo per affrontare un problema che mi assillava e tentare una nuova strada.
E ciò mi rende stranamente molto più tranquilla.

Ecco il mio ottobre.

Ed il vostro ?







lunedì 2 novembre 2015

Feste di compleanno: una scelta non sempre facile

In questi quasi quattro anni da mamma, ho avuto l'occasione di partecipare a diverse feste di compleanno per bimbi e di organizzarne tre per il ricciolino.

Ho visto che esistono varie possibilità, ciascuna, a mio parere, con i suo pro e i suoi contro.

Nella mia (limitata) esperienza, ho apprezzato molto tutte le feste a cui abbiamo partecipato, tranne forse una, in cui comunque il ricciolino si è divertito.
Ho sempre avuto modo di chiaccherare con altri genitori, spesso veri e propri amici di lunga data, osservare con piacere le interazioni del ricciolino con gli altri bambini e passare bene il tempo.

Insomma, fino ad ora partecipare alle feste non mi è mai pesato più di tanto, anche se ovviamente bisogna organizzarsi e la sera si è stanchi.
Forse non mi è mai pesato anche perchè siamo andati solo alle feste di bambini che sono davvero amichetti del ricciolino o i cui genitori sono amici nostri.

Non abbiamo partecipato a quelle organizzate con tanta volontà da genitori di bimbi con cui però il nano non giocava, nè a feste in settimana (per problemi di lavoro) e qualche volta ci è toccato anche saltarne qualcuna a cui saremmo voluti andare, per malattie o impegni pregressi (abbiamo sempre avvisato per tempo, comunque).

Personalmente, mi piacciono molto le feste ai parchi giochi, ma solo se in parchi piccoli, in cui è facile controllare i bimbi e non si rischia che ci siano bambini "estranei" che ti guardano partecipare a festeggiamenti da cui sono esclusi.
Fino ad ora, per fortuna, non è mai successo.
 Credo che sia la soluzione ideale anche per i genitori ed i bimbi: nessun costo di affitto dello spazio, nessun bisogno di intrattenimenti vari,  libertà di giocare ed interagire, aria aperta e verde.
Ovviamente, però, è una soluzione possibile solo per chi è nato d'estate e sempre che non piova a dirotto (anche se a noi è successo ad una festa ai giardini, in cui ci siamo riparati tutti sotto una tettoia ed alla fine è stata un successo comunque).

Non disdegno neppure le feste ai gonfiabili.
Tranne una, tenutasi in una struttura grande in cui c'erano più compleanni in contemporanea, con bimbi di età molto diverse, musica ad alto volume e molta confusione (ed il ricciolino era ancora piccolo), in quelle a cui abbiamo partecipato noi l'ambiente raccolto a consentito a noi genitori di rilassarci e chiaccherare ed ai bimbi di divertirsi come matti in sicurezza.
Unico neo ? Sicuramente il costo dell'affitto per i genitori del festeggiato e, per i piccoli, la musica ad alto volume che nei dieci minuti finali pare non possa mancare e che, secondo me, danneggia l'udito.
Si tratta, però, di un difetto che non dipende dai genitori ma dai proprietari della struttura.
E, ahimè, alla maggioranza dei bimbi la musica alta sembra piacere!







Poi c'è stata la festa nella struttura dell'oratorio locale, con tantissimo verde e un lungo patio e una sala al coperto, all'occorrenza.
Anche in questo caso, so che costa la location.
La festa comunque è riuscita benissimo e la struttura ha permesso di riunire i vantaggi della festa al parco giochi con quella della feste in sale chiuse: siamo stati da soli, sempre fuori perchè era una giornata bellissima, ma se avesse piovuto ci sarebbe stato il posto all'interno.

Abbiamo anche partecipato ad una festa in agriturismo, peraltro un agriturismo molto carino (in cui prima o poi vorrei andare a cenare!), su un terrazzone con tanto di piscinetta, spettocolo di magia e una magnifica vista (e ricco buffett).
Anche in questo caso, c'è stata la possibilità di stare fuori a giocare, un'animazione molto apprezzata e il bagnetto in aggiunta.
Purtroppo, anche in questo caso, come ai giardini, è una soluzione difficilmente praticabile d'inverno e con dei costi maggiori del parco o della festa in casa.

E infine le classiche feste in casa, come quelle che si facevano quando ero bambina io.
Senza animazione, con tanti palloncini, il buffet, casalingo o no, i mobili spostati per far posto ai bimbi, i giochi del festeggiato a disposizione di tutti per stare insieme.

Semplice, più economico ma mooooolto faticoso per i genitori del festeggiato e forse anche un pò pericoloso per l'integrità della casa.
Il neo? La necessità di contenere il numero di invitati, soprattutto fino a che i bimbi sono pochi e dunque vengono accompagnati da genitori e fratellini /sorellini (il che consente ai genitori di chiaccherare e stare insieme, però aumenta la necessità di spazio).
E, appunto, pulizie grandi prima e dopo e preparazione !!
Il pro? Secondo me l'ambiente intimo e accogliente, la libertà di gioco dei bimbi, la maggiore flessibilità di organizzazione.

A me, anche questo tipo di feste, continuano a piacere. Mi sento a mio agio, come mio figlio.
Noi stessi abbiamo optato per quest'ultima soluzione per i primi tre compleanni del nano, un anno a casa nostra, due in quella dei miei genitori, con spazi più ampi.
E tutte e tre le volte, mi pare che i bimbi si siano divertiti ed i genitori siano stati bene (o almeno, lo spero!).

Quest'anno, però, il ricciolino ha enumerato una serie di amici abbastanza corposa da imporci di trovare una sistemazione alternativa, non potendo ricorrere alla casa dei miei genitori per motivi personali.
S', è il ricciolino che ha scelto chi invitare.
Non tutta la scuola, non ne vedo la necessità, ma i bimbi con cui gli piace giocare e che comuqnue frequentiamo con una certa regolarità (anche se mai quanto vorremmo noi e lui, purtroppo !)
Abbiamo calmierato il numero, sia per ragioni di spazio, sia perchè so bene che, altrimenti, alla fine i bimbi non riuscirebbero a giocare serenamente tra di loro.
Non sempre è facile fare certe scelte, ma io credo che la festa sia del ricciolino e spetti a lui scegliere e che debba abituarsi a farlo anche pensando che non si può avere sempre tutto, anche se confesso che mi piacerebbe avere tempo e risorse illimitate per invitare il mondo!


Però si tratta pur sempre di una festa di compleanno, non di una laurea, dei 18 anni o di un matrimonio, quindi credo che non si debba esagerare o strafare.
Atrimenti, come glielo insegno il senso del limite ed il piacere dello stare insieme semplice ?
E' per lo stesso motivo che, dopo aver visto sul web tante idee di compleanni a tema ed essermi preparata mentalmente a grandi preparativi, mi sono calmata un attimo, ho riflettutto e ho capito che lo avrei fatto per me, non per lui.
E sì, perchè la necessità di non sfigurare, di preparare tutto alla perfezione, credo sia più dei genitori, che dei bambini e c'è il rischio di cadere in una assurda "gara" di prestazione tra genitori o, molto più semplicemente, di rovinarsi la giornata di festa per l'ansia di fare tanto e bene.
Perchè se si ha un bambino a cui piacciono molto i giochi gonfiabili, piuttosto che gli spettacoli di magia o i giochi organizzati, penso sia bello, potendo, assecondarlo. 
Idem se ha dei personaggi preferiti di cui ama circondarsi, gli piace la musica o, che ne so, farsi truccare il viso o preferisce un prato ed un pallone.
Insmma: penso non esistano scelte "giuste" o "sbagliate", ma solo scelte adeguate ai gusti e bisogni dei nostri figli (ed alle nostre opportunità di tempo e spazioni, priorità ed esigenze, naturalmente).
 
Così mi sono chiesta se quel che avevo in mente sarebbe stato quel che desiderava lui o io.
Se fosse davvero necessario o no. Se avrebbe dato un valore aggiunto al divertimento dei bimbi o no.
E alla fine ho lasciato scegliere a lui (ovviamente, entro un ventaglio di possibilità): piatti (di carta), posate (di carte, non pervenute), tovagioli, tovaglia, decorazioni e torta.
Ha scelto tanto colore, più che personaggi dei cartoni, torte fatte in casa (poveri invitati!!!) e niente animatori, dimostrandomi che quel che conta per lui, è stare con i suo amichetti e sentirsi il festeggiato.
 
Il luogo prescelto ? La palestra di arrampicata, che ha anche uno spazio esterno con strutture tubolari ginniche e un prato, da sfruttare in caso di tempo clemente e fino a che non farà buio (sempre troppo presto, visto il cambio d'ora).

Chissà se l'idea piacerà  e se riusciremo a renderla accogliente ! 
Io incrocio le dita perchè tutti si divertano !!!

E voi, dove preferite organizzare le feste di compleanno o a quali preferite partecipare ?
Fate scegliere ai vostri bimbi o preferite guidarli di più nella scelta?
Quanto a me, ce la farò  a pulire la palestra prima e dopo in modo decente e intrattenere i piccoli invitati ed i loro genitori?