giovedì 13 ottobre 2016

Punto croce in cucina. Idee per personalizzare la casa e per piccoli doni

Il punto croce, scoperto in tenera età grazie a mia nonna, ha accompagnato molte ore delle mie serate, mentre ascoltavo musica o guardavo film e cartoni.

Quando sono andata a convivere, il punto croce mi ha aiutato a personalizzare la nostra casetta, soprattutto in cucina.


Si avvicina la stagione fredda e, con essa, ci si rifugia spesso in casa, al calduccio, soprattutto la sera.
Si avvicina anche il Natale, a grandi passi.
Vero, non è ancora dietro l'angolo ma un po' di organizzazione non guasta mai.
Cosi' ho pensato di mostrarvi alcune delle mie creazioni per la cucina: per condividere con voi questa passione, per darvi nuove idee o spunti, perchè credo che possano essere ottimi regali per nonne, mamme, zie, nipoti ecc...e anche per i maschietti....non è detto che non apprezzino!

Le mie preferite sono le tovagliette per la colazione... perchè iniziare la giornata con un ricamo personalizzato fa sentire amati e partire con il sorriso!!!
Se poi siete una coppia o una famiglia, niente di meglio che tovagliette per tutti, coordinate.




Si possono trovare con inserti già pronti per il ricamo, come quelle che ho usato io, oppure si puo' realizzare il ricamo su uno scampolo di tela Aida (quella con i buchini appositi per il pun to croce, piu' o meno fine) per poi cucirla sulla stoffa che piu' piace ed, eventualmente, imbottendola di ovatta, ovviamente, in questo caso, serve un po' di dimestichezza con il cucito o...una persona capace a disposizione!



 E poi tante presine e guanti da forno perchè, si sa, in cucina non ce ne sono mai abbastanza!





Anche in questo caso, si possono comprare quelle già predisposte (come il guando da forno nella prima foto) o realizzarle interamente a mano, come le presine delle foto, con o senza aggiunta di tessuto e orletto a vista.


Nel mio caso, il confezionamente è stato realizzato dalla mia grandiosa nonna, dopo aver imbottito con un po' di ovatta le presine.




Infine, un lavoro un po' piu' impegnativo ma certamente di grande effetto e soddisfazione: un bel grembiule, per la cuoca o il cuoco di casa, adulti o bambini che siano!

Grembiule con tre presine coordinate!
Particolare della patta del grembiule

Particolare della tasca del grembiule


Vi piacciono?
Vi è venuta voglia di mettervi subito all'opera?
Le idee non finiscono qui!

...Continua...

martedì 11 ottobre 2016

Alto Adige: cronache di viaggio. Vilpiano tra mele, cascate e montagne.


Durante la nostra vacanza in Alto Adige, abbiamo posto il nostro "campo base" in un accogliente campeggio a Vilpiano, frazione di Terlano (BZ), un paesino a metà strada tra Bolzano e Merano.
 
Noi ci siamo capitati per caso ma la scelta si è rivelata ottima.
Il luogo, infatti, è vicino alla pista ciclabile che collega Bolzano a Merano, dunque l'ideale per noi, bici muniti.
E' a circa venti chilometri da entrambe le città, così da rendere facile visitarle entrambe ed immerso tra il verde dell'Altopiano del Salto e le vastissime estensioni di meleti.
Una quantità davvero incredibile di filari di alberi di mele, che coprono chilometri.




A Vilpiano, oltre ad esserci la funivia che porta a Meltina, si trova una bellissima CASCATA, che se passate in zona vi consiglio di andare a vedere, perchè si raggiunge in cinque minuti a piedi su una strada sterrata (anche con il passeggino).




Noi ci siamo stati un pomeriggio, dopo una mattinata di relax nella piscina del campeggio, per poi salire un tratto del sentiero (segnavia n. 1), molto ripido, che conduce proprio a Saltonetto presso Meltina (ve lo avevo detto che volendo si poteva evitare la funivia!)



Sarà che io da sempre adoro le cascate ma...sono rimasta incantata!



Io ed il ricciolino, giunti più o meno a metà percorso, siamo poi tornati indietro per via dell'ora tarda e del caldo torrido, dopo aver giocato a lungo con le foglie ed i rametti trovati sul posto.


Perchè volendo, ci si può divertire davvero con poco, basta essere in mezzo alla natura!!


L'Alpmarito ha proseguito di corsa fino in cima, per poi tornare a recuperarci alla base.

Si tratta di un sentiero ben tenuto ma decisamente ripido (ci sono comunque 1.000 mt di dislivello), con una prima parte in un fitto bosco.
Secondo me è un pò esposto per i bambini piccoli, seppur solo in alcuni tratti, in cui è quindi meglio tenerli per mano.



Regala comunque degli scorsi panoramici molto belli.


Se volete fermarvi in zona, questo è il campeggio dove abbiamo alloggiato, dotato di piscina, tavolo da ping pong e tavoli da pic nic, campo da tennis e ristorante/pizzeria. Noi lo abbiamo trovato pulito e tranquillo.



lunedì 10 ottobre 2016

L'autunno che vorrei...




L'autunno che vorrei 
inizierebbe ad ottobre,
non gli ultimi giorni di settembre.

L'autunno che vorrei
di giorno splenderebbe sempre il sole
e pioverebbe solo di notte,
giusto quel che serve per far crescere i funghi.

L'autunno che vorrei
vedrebbe la scuola e gli uffici aprire alle nove
e genitori e bambini nascondersi sotto le coperte
assaporando la notte un pochino di più,
cedendo al naturale rallentamento dei ritmi.

L'autunno che vorrei
non conoscerebbe le cimici e le composite,
si potrebbe stendere fuori senza temere 
la verde invasione 
e correre senza respirar allergeni.

L'autunno che vorrei
sarebbe dipinto di verde, rosso, oro e azzurro.
Senza nebbia, senza grigio.

L'autunno che vorrei
non richiederebbe nessun cambio di stagione.
I vestiti e le scarpe pesanti emigrerebbero dal fondo dell'armadio 
ai ripiani più accessibili,
da soli.
Possibilmente di notte e silenziosamente.

L'autunno che vorrei 
non sarebbe costellato di riunioni, 
scadenze e tasse.
Il denaro non scivolerebbe via 
come foglie dagli alberi.

L'autunno che vorrei
saprebbe solo di amicizia,
calore, zucche e castagne.
Mai anche di fumo, foglie marce,
umidità e solitudine.

L'autunno che vorrei
non conoscerebbe tossi, raffreddori,
pidocchi e mal di gola.
E non si discuterebbe di canottiere sì o canottiere no.

L'autunno che vorrei
i camini e le stufe si pulirebbero da soli,
i ciocchi si formerebbero e disporrebbero in ordine in cortile,
come per magia.
La fiamma si accenderebbe di rosso e giallo
al primo tentativo,
senza fumo e senza aiuti. 

L'autunno che vorrei
non riserverebbe drastici abbassamenti termici
dall'oggi al domani.
Sarebbbe un lento e progressivo calarsi 
nella realtà dell'inverno.

L'autunno che vorrei 
troveresti nei negozi
biscottini zenzero e cannella
e tisante speziate all'arancia ed alla mela,
senza bisogno di aspettare dicembre.

L'autunno che vorrei
il tepore del piumone ti resterebbe appicciato addosso
anche mentre fai colazione
e la casa non sarebbe mai gelida ed umida 
ma sempre calda e accogliente,
senza bisogno di attendere l'avvio del riscaldamento.

L'autunno che vorrei,
sarebbe tutto uno sferruzzare cappellini e sciarpe,
maglioni e scaldacollo,
e correre nei boschi,
a sentir scricchiolare le foglie 
e volare risate bambine.

L'autunno che vorrei 
qualche volta è realtà,
almeno per un giorno.



E voi, che autunno vorreste?

venerdì 7 ottobre 2016

"Piccolo indiano" e "Il resto è ossigeno": le letture del ricciolino biondo e di Mamma Avvocato

E' di nuovo venerdì, è di nuovo tempo di parlar di libri.

Questa volta le mie proposte sono due, una per i piccoli lettori ed una per i grandi.

"Piccolo Indiano" di Quentin Gréban

LO editions, Milano, 2016, Euro 14,00


Ho scelto questo libro per il ricciolino in occasione di una visita in libreria, per acquistare dei regali di compleanno per i suoi amichetti/e.

Non ho saputo resistere alla dolcezza delle sue illustrazioni ed al fatto che il protagonista sia un piccolo indiano.
E' da un pò di tempo, infatti, che gli indiani si sono aggiunti agli avengers, alle tartarughe ninja ed ai dinosauri, tra le preferenze del ricciolino biondo.

Spesso mi chiede di creargli una fascia per i capelli con la piuma come gli indiani, vorrebbe usare arco e frecce e si finge a caccia di bisonti...insomma, ero certa che gli sarebbe piaciuto!

Ebbene, anche la storia mi ha piacevolmente sopreso.
Piccolo Indiano ha appena compiuto 7 anni ed è arrivato il momento di ricevere il suo "nome indiano".
A lui piacerebbe averne uno che  esprima coraggio o forza, un nome da piccolo eroe ma sa che un nome così bisogna meritarselo. Ha dunque molta paura di non farcela e ritrovarsi con un nome riduttivo o ridicolo.



Ha un solo giorno per compiere una impresa straordinaria e ce la mette davvero tutta, avventurandosi nella prateria a caccia di bisonti, orsi e cowboy.
Purtroppo, le sue imprese non hanno l'esito sperato...almeno in apparenza!
Alla fine della giornata, infatti, Piccolo Indiano apprenderà una lezione davvero importante, che tutti noi, grandi e piccini, dovremmo sempre tenere a mente.


Quale sia, però, non ve la svelo!
L'autore, belga, ne è anche l'illustratore e, con una piccola ricerca in rete ho trovato il suo sito e scoperto tanti altri bellissimi albi illustrati!

***

"Il resto è ossigeno" di Valentina Stella

ed. Sperling & Kupfer, 2016, pag. 170
L'autrice, torinese, è la blogger di http://www.bellezzarara.it/.

Il suo stile mi piace, mi è sempre piaciuto dai tempi in cui seguivo assiduamente il suo blog.
Il romanzo è scorrevole e ben scritto.
La storia, tuttavia, non mi ha conquistato.
Non c'è molta azione, è tutta introspezione, poichè è un romanzo sui sentimenti, fatto di molti pensieri e qualche dialogo. 
Questo è un aspetto che mi è piaciuto moltissimo e che, secondo me, dimostra la bravura dell'autrice: non è da tutti riuscire a tenere viva l'attenzione e l'interesse del lettore con questo tipo di scrittura!

Io, però, probabilmente l'ho letto in un momento sbagliato. 
Non avevo voglia di storie tristi e, per me, un matrimonio che finisce senza quasi che i coniugi se ne accorgano, per di più con una bimba di mezzo, è una storia triste.
Anche se può esserci ancora vita, ancora emozione.
Forse ne ho sentite e ne sento troppe di storie così, anche in persone molto vicine a me, forse è solo che per il momento, per fortuna, non sono riuscita ad immedesimarmi in nessuno dei due protagonisti.
Forse è solo che di uomini come Arturo è pieno il mondo e, sinceramente, a me questo non va tanto giù.
Non lo so.

Detto questo, mi sento di consigliarlo perchè, a parte alcuni luoghi comuni e frasi retoriche che sembrano essere la costante nei romanzi che trattano questi temi, è ben scritto e coinvolgente.


Con questo post partecipo al venerdi del libro ideato da Paola.

mercoledì 5 ottobre 2016

Il Nuraghe Majori, Tempio Pausania e la Valle della Luna (o Piana dei Grandi Sassi)

Quando abbiamo visitato la Sardegna, non ci siamo limitati a scoprire le sue bellissime spiaggie e a goderci sole e male.
Volevamo anche farci un'idea del territorio interno, della sua storia e delle sue città.

In uno dei nostri pomeriggi in giro, abbiamo deciso di andare alla scoperta di  Tempio Pausania (OT)  e del suo Nuraghe Majori.

Per raggiungerli, abbiamo attraversato in auto Aggius e la Piana dei Grandi Sassi, anche detta Valle della Luna (da non confondersi con la più famosa "Valle della Luna" che è Cala Grande, a Capotesta).


Si tratta di un paesaggio pianeggiante dalla quale emergono numerosi ed enormi massi di granito, risalenti alle ultime glaciazioni, arrotondati e lavorati dall'erosione.

Sembrava di trovarsi nella scena di un film western, anche grazie al pesaggio brullo, al caldo torrido ed alla siccità.

Ovviamente l'Alpmarito non ha potuto esimersi dallo scalarne almeno uno!!!

Per tutto il tragitto, poi, si è lamentato del fatto che non avessimo portato con noi corda, scarpette, nuts e friends e neppure un materassino da boulder!
Il centro storico di Tempio Pausania ci ha piacevolmente colpiti, perchè molto diverso dalle città e dai paesi a cui siamo abituati, a partire dal colore dominante della pietra chiara.




C'era una sorta di luminosità onnipresente e, camminando nelle vie semi deserte, nella calura di un primo pomeriggio di agosto, ci è sembrato quasi di entrare in un'altra dimensione, lontana dalla frenesia quotidiana.


Dopo gelato e caffè, sul finire del pomeriggio siamo infine giunti al vicino Nuraghe Majori.

E' un nuraghe perfettamente conservato, di pianta sub-circolare, realizzati con gli stessi blocchi di granito della Valle della Luna.


Entrando, da Est-Sud-Est come abbiamo scoperto essere la norma, per riparare l'interno dal vento di Maestrale e sfruttare la luce del sole per illuminare la struttura, sembra di fare un passo indietro nel tempo.


Ed infatti, si cammina dove camminavano i nostri antenati 3500 anni fa, si toccano i massi che loro hanno posto e..si esplora.


Alla cassa ci hanno consegnato una grossa pila, per poter vedere i vani interni, con la raccomandazione di non puntarla verso l'alto, dove riposano...i pipistrelli!!



Ovviamente, la raccomandazione ha reso ancor più entusiasta il ricciolino, autonominatosi "capo - esploratore".

Intorno al nuraghe,  che è monotorre, è stato creato un breve percorso naturalistico con informazioni botaniche, per far conoscere la vegetazione ed i profumi della macchia mediterranea.
Il nuraghe, infatti, è circondato da un boschetto dipiante di sughero, che hanno affascinato il ricciolino, che non le conosceva ancora.

Si può, così, osservare la costruzione da tutte le angolazioni, oltre che godere del panorama che si vede dal suo cortile esterno.
Uno dei più bei nuraghe che ci ha regalato il nostro viaggio in Sardegna.

Un bagno al tramonto ha poi degnamente concluso la bellissima giornata e accontentato il ricciolino !


P.s. Per accedere al Nuraghe Majori bisogna parcheggiare l'auto nel parcheggio, libero, che si trova a destra della strada statale per Palau, a pochi chilometri dal centro di Tempio (seguite le indicazioni stradali), per poi proseguire a piedi sulla strada bianca seguendo le indicazioni (sarà circa 1 km).
Dopo poche centinaia di metri si giunge a un punto di ristoro. Oltreppassato questo si giunge alla biglietteria per la visita al nuraghe.
L'orario di visita va dalle 9.30 alle 19.00. Il prezzo del biglietto era di 2,50 Euro a testa per la visita senmplice, 3,00 Euro per quella guidata.


martedì 4 ottobre 2016

Alto Adige:cronache di viaggio. Escursione a Meltina

Questa estate siamo stati a lungo indecisi se e dove andare in vacanza.
Alla fine, siamo riusciti a partire per dieci giorni, decidendolo la sera prima e scegliendo, all'ultimo, l'Alto Adige.

Il ricciolino biondo avrebbe voluto andare al mare ma, quando gli abbiamo spiegato che non sarebbe stato il mare della Sardegna, ha sentenziato che, se non potevamo andare lì, sarebbe stato meglio andare in montagna.
In pratica, dalla scorsa estate ha una nuova filosofia: "O il mare della Sardegna o niente mare!"
Io e l'Alpmarito cercavamo un luogo in cui camminare, stare al fresco, poter andare in bici e visitare qualche luogo di interesse culturale e museo.
Così, alla fine, la scelta è caduta sull'Alto Adige ed è stata quanto mai azzeccata.

Abbiamo patito il caldo, però.
Così tanto che già la mattina successiva all'arrivo (avvenuto in tarda serata), abbiamo preso la funivia più vicina al campeggio e siamo saliti in quota, scoprendo paesaggi da cartolina.

Da Vilpiano, frazione di Terlano (BZ), a una ventina di chilometri da Bolzano ed altrettanti da Merano, 260 mt. sul livello del mare, abbiamo preso la funivia "Vilpiano - Meltina" (ben segnalata, 6 Euro andata/ritorno, bambini gratis fino ai 6 anni; si possono portare anche le bici) che ci ha portati a Salonetto presso Meltina (mt. 1026), sul dorso montuoso del Montezoccolo.


Il panorama dalla stazione a monte della funivia
Dalla stazione di arrivo si dipartono molte passeggiate sull'Altopiano del Salto.
Noi abbiamo scelto quella che conduce a Meltina (Molten), ma non per la strada asfaltata (una delle possibilità), bensì per un bel sentiero, che si diparte proprio dinnanzi alla funivia.

Il primo tratto, nel bosco, regala bellissimi scorci, oltre a tanti funghi!



Arrivati al secondo tavolo da pic nic posto lungo il sentiero, si inizia a vedere la vallata su cui è adagiato il paesino di Meltina...


Si prosegue poi costeggiando i prati, fino al paese...


Il paesaggio è davvero bellissimo, tra il verde intenso dei prati e l'azzurro limpido del cielo, su cui si staglia il campanile della chiesa.


Noi ci siamo concessi anche una piccola deviazione (all'ultimo incrocio prima di Meltina), scoprendo questo luogo che a me ricorda tanto quelli dei cartoni animati che guardavo da bambina..



Arrivati a Moltena, dopo il pic nic all'ombra di un albero, abbiamo fatto tappa al bar per due caffè e un gelato, prima di riprendere il sentiero di ritorno.

La passeggiata è quasi in piano (solo 100 mt di dislivello positivo) e quindi anche il ricciolino non ha fatto nessuna fatica e noi ci siamo goduti l'ambiente e un pò più di fresco rispetto alla temperatura trovata a Bolzano (35°!)

Tra deviazioni, soste e foto, abbiamo impiegato 1 ora e 15 all'andata, anzichè i 45' segnati sui cartelli, e circa 40 minuti al ritorno ma fosse stato per me, avrei camminato nei dintorni tutto il giorno!

Alla stazione a monte, prima della discesa, il ricciolino biondo si è divertito su una piccola riproduzione in miniatura delle funivia e con il trattore di tronchi.....davvero due giochi divertenti e ben integrati nell'ambiente.



La vacanza non avrebbe potuto iniziare in modo migliore!

Tra l'altro, non è obbligatorio prendere la funivia.
Si può salire sull'Altopiano del Salto da Vilpiano anche per un sentiero che si diparte nei pressi della cascata di Vilpiano (dietro la scuola dei Vigili del Fuoco, comunque segnalata).
Di questo, però, vi racconterò un'altra volta!!!