venerdì 28 giugno 2013

Il libro di un'amica della rete

Ieri ho letto, tutto d'un fiato, il racconto appena "pubblicato" (su amazon) di una amica virtuale: "Il Viaggio" di Maris (http://caralilli.blogspot.it/).

Ebbene, vale la pena leggerlo (tra l'altro, il prezzo dell'e-book è più che modico).

Non sono un'amante dei treni. Non sono mai riuscita a godermi un viaggio in treno, a rilassarmi, pensare e leggere o ascoltare musica in pace. Mai. Basta leggere qui, http://www.mammavvocato.blogspot.it/2013/03/il-treno-dei-ricordi-ed-il-ricordo-dei.html, per accorgersene.
In treno, però, ho ascoltato (il più delle volte involontariamente) conversazioni esileranti e tragiche, ho conosciuto amici e compagni di università, ho condiviso riflessioni, studiato, scritto appunti, visto ogni tipo di essere umano, litigato con il controllore e molto altro.
In treno, ho trascorso tanto tempo, troppo, a causa dei ritardi cronici delle meravigliose (si fa per dire) Ferrovie dello Stato.

La protagonista de "Il viaggio" Nadia, sembra invece essere a suo agio, in treno.
Forse perchè è stato tante volte il mezzo che l'ha riportata a casa, nella sua città d'origine, Napoli e poi la ricondotta nella sua nuova "tana", Milano, dal suo amore.
Anche se questa volta il viaggio è intriso di malinconici ricordi e di ansia, ma non solo: di amicizia, amore, crescita e speranza.
Alcuni dei ricordi evocati sono particolarmente belli ed intensi, altri appena abbozzati ed un pò poveri.
Certo non è un racconto d'azione però...il viaggio della nostra mente, lasciata a briglia sciolta, è spesso molto più affascinante di qualunque azione.
Sembra di esserci, nella mente di Nadia, su quel treno dei ricordi, grazie alla scrittura profondamente lieve dell'autrice.

E quindi, brava Maris!Un'oretta di lettura piacevolmente trascorsa.

Questo post partecipa al venerdì del libro di Homemademamma.

mercoledì 26 giugno 2013

Il mio ABC della montagna

Confesso che non so da chi sia partita questa idea dell'ABC e se posso partecipare (non sapendo a chi chiedere e chi citare).
Ho letto semplicemente il post di francesca (http://patatofriendly.blogspot.it/2013/06/persone-speciali-e-abc-montagna.html ) e mi è venuta voglia di dire la mia...perciò scusatemi fin da subito se sto facendo torto, involontariamente, a qualcuno!



Foto Mamma Avvocato - riproduzione e duplicazione vietate.
Piramide Vincent (Monte Rosa), vista dal Rifugio Città di Mantova
A come Alba, quella che, se sei partito all'ora giusta dal rifugio, puoi ammirare mentre tinge di rosa, rosso e arancione le cime innevate e colora di mille riflessi il ghicciaio sotto i tuoi piedi e intorno a te; ma anche come Arrampicata, che adoro, come Alpi, che sono un pò casa mia e...molto altro!
B come Bandana, molto più comoda, comprimibile e leggera del cappellino: non prende neanche il volo con il vento!
C come "Chi me lo ha fatto fare?" Ovvero ciò che ti chiedi quando sei stanco, affamato, assetato e cotto dal sole o scosso da brividi di vento e devi ancora rimanere concentrato ed affrontare un passaggio difficile o camminare per ore per tornare a valle...non c'è risposta ma non è che importi molto!
D come diedri..di quellli che piacciono all'Alpmarito e molto meno a me, sopratutto se si arrampica in quota o se salgo da prima!
E come Estate, la stagione delle gite in ghiacciaio e dei quattromila, ma anche dei picnic nei prati e dei torrenti impetuosi, del lavoro in rifugio e della Fontina comprata in alpeggio.
F come Ferrate,   e come Fatica
G come Gite, lunghe o brevi, per prati, per boschi o per ghiacciaio...e come Gestori, quelli dei rifugi, alcuni amici, altri conoscenti, sempre gentili e disponibili con alpinisti ed escursionisti.
H come Hervé Barmasse, un grande alpinista della mia zona (e d'Italia).
I come Inverno, la stagione dello sci, dello scialpinismo e della neve, delle cioccolate calde e delle crespelle alla valdostana.
L come Luci, quella del rifugio, che quando la vedi sai che sei in un porto sicuro,quella forntale, sul cappello di lana la mattina, quando parti per il ghiacciaio che è ancora notte, e quella che avresti dovuto portareti dietro anche per fare la via lunga in falesia, perchè si è fatta notte e adesso devi calarti, o scendere dal sentiero, al buio!
M come Marmotte, a portata di mani e di sguardi, animali affascinanti (e buoni, ops, non dovevo dirlo) che sono di casa in montagna. E come Monte Rosa, la mia seconda casa e Monte Bianco, il mio prossimo obiettivo (se solo avessi il tempo e l'occasione per allenarmi, sigh!)
N come "Non è giornata" o "Non si passa", perchè andare in montagna significa prima di tutto, sapere quando è il caso di rinunciare e tornare indietro. Come Nuvole e Nebbia, temuti nemici di ogni alpinista, che nel giro di mezz'ora possono trasformare una facile scarpinata in ghiacciaio in una pericolosa discesa al buio, fidandosi solo dell'istinto e della conoscenza del luogo.


Foto Mamma Avvocato - riproduzione e duplicazione vietate

O come Onestà, per accettare i propri limiti, per ammettere i propri errori, per non mentire ai compagni di cordata sulla propria preparazione e competenza, che poi le conseguenze le pagherebbero tutti.
P come Picozza, perchè non si va in ghiaccio a su una cascata di ghiaccio senza. Fonte di infinite ed appassionate discussioni sulla lunghezza e la forma ideale per ogni occasione, sulla dragon sì o no, sulla forgiatura ed il peso. Amica fidata delle gite "serie", quella che se non l'avessi avuta e usata al momento giusto, ora non sarei qui a scrivere.
Q come Quattromila, quelli che ho avuto la fortuna di salire e quelli che ancora mi aspettano. Come Quota, quella che c'è chi la soffre e chi no e io li invidio, quella che ti fa mancare il fiato, quella che ti attira come una calamita, quella che è meglio non prendere troppo in fretta.
R come Rifugio, i due in cui ho lavorato per anni in estate e che ho imparato a considerare casa; quelli dove comunque dormo bene e dove la pasta ha sempre un sapore più buono, perchè ho fame e sonno a volontà; quelli dove ci fermiamo a salutare gli amici, dove chiaccheriamo intorno ad un tavolo la sera, dove aspettano il nostro ritorno dalla gita, dove trovi tutta un'umanità varigata che ci vorrebbe un trattato intero; Quelli in cui realizzi che non ti serve altro che cibo, acqua, una giacca a vento e buona compagnia e tutto il resto sono beni superflui. Come Ramponi, spesso superflui ai piedi ma sempre pronti all'occorrenza nello zaino.
S come Sudore, che imperla la fronte, e come Silenzio, quello che non c'è mai, nè in rifugio, dove c'è sempre qualcuno che si alza, che sta male, che tossisce, che borbotta, nè fuori, perchè la montagna ed il ghiaccio sono vivi ed in costante movimento. 
T come Telecabine, quelle che ti permettono di risparmiare tempo e fatica nelle salite e articolazioni delle ginocchia nelle discese ma che se non ci fossero, forse sarebbe meglio.
U come Unione, quella che in montagna a volte fa la forza, quella che serve per prendere decisioni difficili o afforntare ostacoli imprevisti, quella che ti fa sentire vicino agli altri escursionisti o alpinisti. Come Un sorso di vino, che alza la pressione, scalda lo stomaco e scioglie le tensioni e i dietologi e medici sbagliano a condannare perchè la gente di montagna lo sa, che serve (con moderazione, ovviamente).
V come Volontà, come Voglia, quella che se manca, non si arriva da nessuna parte.
Z come Zaino, compagno di vita e di avventure.
Quello da 30 litri, con lo scomparto per le pelli e i lacci per le racchette, per lo scialpinismo; quello da 60 litri, solo per portarsi i vestiti di ricambio in vista di due settimane di lavoro in rifugio; quello da 45 litri, per le escursioni da più giorni; quello leggero ma comodo con lo scomparto per la Reflex e l'obiettivo, che si apre lateralmenten senza toglierlo dalle spalle, visto addosso ad un conoscente alpinista e fotografo e subito ordinato...non posso più vivere senza.



domenica 23 giugno 2013

Fare gruppo, appartenere:anche no, grazie.

L'uomo e' un animale sociale. Non sarò certo io a negarlo, anzi, sono profondamente convinta che le emozioni, le esperienze, i viaggi più belli, si vivano in compagnia, condivedendoli. Non sentirsi soli e' ancora più importante nei momenti difficili o quando si devono affrontare sfide o sostenere pesi che sono troppo, per una persona senza supporti.
Mi piace il confronto, il dialogo, lo scontro, anche. Non per niente ho aperto un blog!
Eppure non sono d'accordo con questa convinzione diffusa che sia così indispensabile "fare gruppo", "lavorare in team" e via dicendo.
Io do il massimo quando lavoro da sola, quando faccio sport da sola, quando devo cavarmela da sola. È non voglio spingere mio figlio a fare parte di nessun gruppo, senza, ovviamente, volerlo isolare.
Credo che coltivare le proprie idee, le proprie opinioni, rispettare i propri gusti ed i propri valori, inseguire i propri sogni, sia infinitamente più importante che essere parte di un gruppo, anche se dovesse significare sentirsi isolati.
Non voglio appartenere a nulla o nessuno che non sia a me congeniale, che mi richieda uno sforzo che vada oltre l'adattamento e somigli all'omologazione.
Certo, nell'adolescenza era diverso, ma ora so che uguaglianza e rispetto non coincidono con "omologazione", con l'essere "tutti uguali".
Anzi, ho timore delle divise, dei grembiuli identici, del vestirsi troppo alla moda, della negazione cieca della diversità, quando non scelti, quando imposti.
Sarò esagerata ma, per me, hanno il sapore del totalitarismo.
La diversità non è un limite, e' una ricchezza, per ciascuno di noi e per la società in generale: che mondo sarebbe se tutti la pensassimo allo stesso modo, se tutti ci vestissimo in modo identico, avessimo la stessa casa, svolgessimo lo stesso mestiere? Un mondo triste e monotono, annientante.
La diversità e' libertà di essere se stessi.
Mi piacerebbe insegnare questo, a mio figlio.
E anche che non si può essere sempre parte del gruppo, che certe volte e' meglio essere esclusi, che non tutti i gruppi sono uguali e che si può vivere anche nuotando contro corrente, purché non si rifugga dagli altri, purché non si nasconda la paura di legarsi ad altri dietro la scusa di non voler essere al servizio di nessuno.
Perché "chi fa da se' fa per tre" e' una verità, in questo mondo, ed è inutile negarlo, ma darsi una mano gli uni con gli altri e' un imperativo morale e così rispettare delle regole comuni: senza, c'è anarchia e privazione della libertà individuale.
Il che non significa menefreghismo, indifferenza o intolleranza. Significa star bene con se stessi, per saper stare bene anche con gli altri.
Forse la penso così perché sono stata cresciuta come un' individualista, anche se da genitori generosi e solidali con gli altri; forse perché mi viene più facile creare un gruppo a mia immagine o stare da sola, che piegarmi alla volontà ed alle scelte altrui, se non le condivido pienamente.
Forse perché, anche se ormai ho superato i trent'anni (ma di poco), non ho ancora imparato a mediare e continuo a vedere il mondo in bianco e nero. Troppo trasversale negli interessi per essere a lungo parte di un solo gruppo, migro da uno all'altro e mi sta bene così, in fondo, anche se non mi spiacerebbe chiacchierare con qualche altra mamma ai giardinetti.
Spero solo che il nano dimostri di avere un carattere sufficientemente forte da non soffrire troppo, da non sentirsi inadeguato o solo quando, inevitabilmente, si troverà ad essere un pesce fuor d'acqua in qualche gruppo. O, in alternativa, che riesca con facilità a sentirsi parte di qualunque aggregazione gli interessi, che vi trovi se stesso.
Questo post partecipa al blogstorming di http://genitoricrescono.com/ , tema del mese: fare gruppo, appartenere.

Come si partecipa | genitoricrescono.com

venerdì 21 giugno 2013

Prove di creatività

Metti un pomeriggio di pioggia.
Metti un pomeriggio senza nonni disponibili e/o baby sitter
Metti un pomeriggio in cui, per la solita ma infallibile legge di Murphy, il nano non vuole saperne di dormire le sue solite due o tre ore e bisogna inventarsi qualche cose (vietato lavorare, ovviamente).
Metti che un post di qualche giorno fa di un'amica virtuale ( La mia vita semplice: Giochi per bambini a costo zero con gli scatoloni) suggerisca idee originali, simpatiche, stimolanti e pure ecologiche, facendomi scoprire quest'altro blog Cardboard Houses | { Ambrosia Creative }.
Mescola il tutto è....ecco il risultato!
Artisticamente personalizzato dal nano, ovviamente!
Non assomiglia molto a quello della creatrice ma, considerato le mie scarsissime doti artistiche, il primo tentativo, il materiale a disposizione e l'irrequietezza del nano durante la "composizione", non mi sembra così male.
Inutile aggiungere che il nano ci ha giocato si è no un quarto d'ora, più dieci minuti per "pitturarla".
Sono soddisfazioni, eh?!

giovedì 20 giugno 2013

Lo scrivo o non lo scrivo? Lo scrivo.

Ho riflettuto a lungo se scrivere o no questo post.
Perchè non so neanche io cosa scrivere e come esprimermi.
Eppure mi ronzano in testa tante parole, tanta voglia di gridare la mia indignazione, almeno qui.
Altrimenti rischio di continuare a rifletterci per mesi, alla ricerca di spiegazioni che forse, semplicemente, non ci sono, perchè a volte è veramente difficile comprendere le motivazioni altrui, mettersi nei panni degli altri.

Qualche giorno fa io, l'Alpmarito, il nano e la nonna bis eravamo in auto, stavamo uscendo da un centro commerciale dove avevamo fatto un acquisto al volo per il nano, eravamo in ritardo per un matrimonio a cui non potevamo mancare, il nano era noioso e l'orologio correva veloce.
Ci immettiamo nella rotonda appena fuori dal centro commerciale, pieno, essendo di sabato pomeriggio alle quattro e posto in un paese, non nella perifieria di una grande città o in un'area industriale.
A lato della roptonda scorgiamo un signore con un tutore alla gamba mal seduto su un muretto, un ragazzino con la bicicletta a terra che lo sorregge, una sedia a rotelle rovesciata sul marciapiede davanti a loro.
Io e l'Alpmarito diciamo quasi in simultanea: "Ci fermiamo? Siamo in ritardo ma ...sembra che abbia bisogno e non c'è nessuno fermo. Sì, ci fermiamo".
Quattro frecce e scendiamo al volo.
Chiediamo al signore se è capitato qualcosa e se hanno bisogno di aiuto.
Lui risponde semplicemente: "Sì grazie".
Io vado a spostare la macchina appena oltre, dove non intralci, avviso la nonna bis che arriviamo subito e torno.
Il signore ci spiega che il ragazzino è suo figlio, lo ha chiamato per farsi aiutare perchè la moglie, che ha la macchina atrezzata per trasportare la carrozzella, non è raggiungibile, che è lì da un bel pò, che nessuno si è fermato, che il figlio non riesce da solo a sollevarlo e comunque la carrozzella si è rotta.
Stava procedendo a lato strada (perchè ovviamente i marciapiedi non hanno rampe per salire e scendere, ovviamente, eh?), quando un'auto ha stretto la curva e ha fatto per investirlo (o così gli è sembrato), quindi si è lanciato con la carrozzella sul gradino per salire su marciapiede, la sedia si è rovesciata e lui è caduto, per fortuna sopra.
Il figlio è riuscito a metterlo sul muretto ma non di più.
La macchina, ovviamente, non si è fermata (se anche si ne è accorta).
L'Alpmarito, che di meccanica se ne intende, per fortuna, aggiusta la ruota al volo e riusciamo a rimettere in sesto sedia e signore. Salutiamo lui ed il figlio, ci scusiamo per l'inciviltà altrui e ripartiamo.
Ovviamente siamo arrivati in ritardo e trafelati ma praticamente in contemporanea alla sposa...andata!

Da allora, però, non posso fare a meno di domandarmi: perchè nessuno si è fermato, nè quando il signore era solo a terra nè quando c'era il figlio (un ragazzino) che cercava invano di aiutarlo.
E se non avesse avuto un cellulare con sè, per chiamare almeno il figlio o i soccorsi? Quanto sarebbe rimasto lì, da solo?
Perchè nessuno ha chiesto se avevano bisogno di aiuto?
Perchè le nostre strade sono inadatte a carrozzine, passeggini, biciclette e sedie a rotelle?
Perchè questa indifferenza, menefreghismo e inciviltà anche qui, vicino a casa, in una cittadina in cui è alquanto improbabile che si tratti di truffe o trucchetti, in un luogo molto transitato?
Perchè?
E se tutti quelli che hanno visto e sono andati oltre, chiaramente sani e autonomi, un giorno si trovassero nella stessa situazione? Come si fa a non pensarci e a non agire di conseguenza?


lunedì 17 giugno 2013

Il mio nanetto biondo

Il mio nanetto biondo sta crescendo alla velocità della luce.
Ogni giorno una parola in più, frasi complesse che ci stupiscono e incantano. Inizia a raccontare, a dare spiegazioni e si lancia in discorsi complicati di cui spesso non afferriamo le parole.
Mi sembra quasi di vedere gli ingranaggi del suo cervello muoversi. Sta dimostrando una memoria portentosa, costringendoci a controllare con attenzione il nostro linguaggio.
Il mio nanetto biondo non cammina mai, corre sempre, ovunque, e si arrampica sui mobili, sui divani, sulle sedie, sul seggiolone, sui giochi, sui ripiani e sui cavalcabili, a volte cadendo o battendo, ma non si lamenta: si alza e riparte.
Il mio nanetto biondo ha gusti ben definiti, sia in fatto di giochi sia in fatto di cibo, musica e vestiti.
Il mio nanetto biondo ha incominciato a sfidare mamma e papà continuamente e non molla, dimostrando una testardaggine ed una determinazione pari alle nostre (e sono dolori!)
Il mio nanetto biondo dorme molto, ma quando è sveglio non c'è verso di farlo stare fermo, si agita e muove persino mentre sfoglia i libri o mangia.
Il mio nanetto biondo soffre il solletico e quando ride lo fa di cuore, con tutto se stesso e accade spesso.
Il mio nanetto biondo sgrida la micia se fa qualche cosa che noi abbiamo proibito, sgrida noi, i nonni, gli altri genitori e i bambini se osiamo scendere dal marciapiede, quando c'è, chiede spiegazioni dove non c'è. Ci mette in guardia dagli oggetti caldi e dal fuoco nonche' ogni volta che un'auto si avvicina a noi...poi si arrampica sui muretti e si lancia tra le nostre braccia, che ovviamente devono essere sempre pronte, e vuole salire e scendere le scale senza mano.
Il mio nanetto biondo adora le moto, come il suo papà, e i trattori.
Il mio nanetto biondo vuole scegliere da solo come vestirsi al mattino e fosse per lui metterebbe sempre la maglietta arancione di Tigro. Non dimentica mai il cappello per il sole, si lamenta che la luce lo infastidisce e vorrebbe le pozzanghere per fare ciac ciac.
Il mio nanetto biondo divora cracker s, muffin s al cioccolato e gelati al biscotto, ma non dice mai di no alle carote, alle zucchine e a tutta la frutta.
Il mio nanetto biondo vuole che l'ultimo libro della sera sia sempre lo stesso e ci obbliga a leggerlo a turno, se possibile anche due o tre volte di seguito. È geloso se prendiamo in braccio i nipotini o se diamo attenzione agli amichetti, però poi regala loro giocattoli e libri e li chiama a gran voce.
Il mio nanetto biondo si preoccupa che le ciotole della micia siano sempre piene e l'abbraccia appena può, salvo poi cercare di investirla con il suo trenino.
Il mio nanetto biondo odia lavarsi le manine però si fa cambiare di buon grado se si accorge di avere i vestiti macchiati e butta tutto nel cesto della biancheria sporca e, qualche volta, se non stiamo attenti, nella pattumiera.
Il mio nanetto, quando combina una marachella, dice "NO!!!!!!" Ridendo e mettendosi le manine nei capelli!
Il mio nanetto biondo spesso ci sfinisce e non ci lascia un minuto di tranquillità ma...senza di lui, non sarebbe vita!
E mi sembra incredibile che abbia solo 19 mesi e poco più.

domenica 16 giugno 2013

Come sulle montagne russe

Altro weekend, altro matrimonio.
Questa volta siamo stati presenti soltanto all'ingresso in chiesa, alla cerimonia e ai saluti di rito.
La sposa era radiosa e lei ed il marito sembravano così giovani, emozionati e felici che dentro di me
confesso di essermi un po' commossa.
L'evento, forse anche perché così vicino ad un altro matrimonio e forse perché riguardava due
ragazzi un po' più giovani di noi, ha smosso riflessioni un po' malinconiche e dolorose.
In cinque anni, per noi è cambiato tutto e in questo periodo ho l'impressione di una grande stanchezza
che non mi piace e mi spaventa.
Il nano ci sfida, con i primi no, con tanta testardaggine, e ci sfinisce con la sua inesauribile energia e 
con i suoi continui piccoli disastri.
 
Il lavoro c'è sempre -per fortuna-ma stanca, la casa e il parentale è fonte di preoccupazioni, 
non riusciamo a vedere gli amici quanto vorremmo (e io neppure le mie nipotine!) ma, 
soprattutto, mi sembra ci manchi l'aria perché non riusciamo più a dedicarci a quelle attività, 
in gran parte passioni comuni ma non solo, che ci facevano sentire vivi: arrampicare, 
camminare in montagna, andare in bici (giri veri, con la bici da corsa), nuotare.
Parlo al plurale perché so che pesa all'Alpmarito quanto a me.
È dire che noi siamo disposti a lasciare ogni tanto anche il fine settimana il nano ai nonni, 
però non basta, non basta mai, perché non vogliamo e non possiamo approfittare di loro anche nel tempo 
libero, perché abbiamo piacere di stare con lui, perché le commissioni da fare sono tantissime e il 
Tempo sembra volare via in un soffio.
 
Mi capitano molti avvenimenti belli, piccoli e grandi.
 
Ho la fortuna di poter godere di tante belle emozioni (ad esempio, andare a trovare a sorpresa in ospedale
 un'amica che ha appena dato alla luce il suo secondo bimbo, un maschietto, dei gemelli come me, 
tenerlo in braccio e sentirlo piccolo e fragile e vederlo addormentasi tra le mie braccia, 
osservare la sua mamma che sta bene ed è tranquilla e felice).
Di poter trascorrere ogni tanto delle ore rubate alla settimana lavorativa con il mio nano, 
portandolo al parco o a prendere un gelato, di vederlo ridere felice.
Di poter dedicare un'ora allo shopping con mia madre e la mia adorata nonnina, 
anche se io mi vedo brutta e ciccia, ancora.
Eppure...ho dentro una inquietudine ed una malinconia che non so spiegarmi e mi manca
 il legame di coppia che avevamo prima.
Sono troppo spesso stanca e nervosa e non riesco a moderare i toni, perdo la pazienza anche con il   nano. 
E poi lo vedo dormire sereno o lo tengo stretto in braccio in piena notte, 
mezz'ora seduta su una scomodissima poltroncina, perché ha fatto un brutto sogno, 
ha pianto ed è tutto sudato, e sento il suo    corpino caldo e magro, respiro il suo odore, 
ascolto il suo respiro e non c'è niente che cambierei.
È la mattina dopo ricomincio, in un'alta lena schizofrenica di umori e pensieri, 
a cui non riesco a dar forma compiuta.
Non so nemmeno perché lo scrivo, forse per aiutarmi a capire e ridimensionare, 
magari domani, alla luce del sole, quello che ora, con la stanchezza della giornata sulle spalle e la notte,
 sembra un malinconico macigno.
Intanto ho provato a correre di nuovo e oggi siamo stati un po' in montagna, ma per questo,
 ci vuole un altro post.


venerdì 14 giugno 2013

Le nuove entrate della nostra libreria

In casa nostra i libri sono molto più che oggetti, molto più che carta rilegata, molto più che una miniera di idee, storie, racconti, vite, molto più di uno svago o un passatempo.
Sono amici.
Sono ossigeno per l'anima.
Un giorno o l'altro non entreremo più in casa, visto che stanno invadendo ogni angolo ma....non riusciamo a rinunciarci e non vogliamo farlo!
Si tratta di un vero e proprio vizi di famiglia e per famiglia non intendo solo la nostra "ristretta" ma quella allargata, in entrambe le direzioni.
I miei genitori hanno sempre letto molto, soprattutto mia madre, e di tutto e i libri sono sempre stata una parte integrante delle nostre giornate e della nostra casa, fin da piccolissimi.
E' uno dei tanti motivi per cui non smettero' mai di ringraziare i miei.
Nella famiglia d'origine di mio marito e' lo stesso e anche i nostri fratelli e sorelle leggono molto.
Ognuno di noi ha i suoi gusti, naturalmente, e quelli del nano stanno emergendo sempre più prepotentemente ora, sull'onda della passione per attività, animali e cose che scopre nella vita quotidiana.
Inizia a scegliere ed è bellissimo.Ecco i suoi ultimi acquisti per questo "venerdì del libro" (la bella iniziativa di Home Made mamma) :http://www.homemademamma.com/



Il primo ha tante parti in rilievo e di consistenza diversa, insegna le varie fasi della lavorazione nei campi e, per i più grandicelli, spinge a contare (topolini, uccellini e coniglietti nascosti) e a riconoscere i colori dei trattori.
Gli altri tre fanno parte di una simpatica serie cartonata e robusta, dotata di ruote che scorrono benissimo e sono la gioia del nano, in più sono maneggevoli anche per i piccoli perchè di dimensioni ridotte e con storielle semplici.
A questi si sono aggiunti due libretti a tema "vasino", scelti da noi,....per aiutare il nano a familiarizzare con l'oggetto e capire come può essere divertente usarlo, con due storielle estremamente semplici e ben illustrate.
Un bellissimo regalo di una super cugina che ci è già passata con la sua bimba!



mercoledì 12 giugno 2013

Arrossamenti da pannolino e creme


Da un paio di settimane, ormai, il nano ha preso spontaneamente l’abitudine di comunicarci il momento in cui sta per evacuare, anche se con preavviso di pochi secondi.
Felicemente sorpresi della novità, io e l’Alpmarito abbiamo riesumato dall’armadio due riduttori blu e verdi vagamente somiglianti ad un pinguino, regalo di un’amica nonna con una nipotina ormai cresciuta, e li abbiamo dati al nano, perché ci giocasse e prendesse confidenza con il loro uso.
Ovviamente è ancora molto presto per un vero spannolinamento che, a dire il vero, non abbiamo tutta questa fretta di affrontare.
Ci piacerebbe, però, approfittare di questa sua iniziativa, probabilmente dovuta all’emulazione dei bimbi grandi del nido, per aiutarlo presto ad evacuare nel wc, possibilmente senza passare per il vasino.
Questo perché il nano, già di pelle sensibile dalla nascita (infatti da quando abbiamo scoperto allo spaccio i pannolini usa e getta quasi in 100% cotone, peraltro riciclabili allo 80%, non li abbiamo più lasciati!), si arrossa immediatamente se la caccotta rimane a contatto con il sederino anche solo per pochi minuti.
Il wc sarebbe la soluzione radicale e definitiva del problema, oltre che certamente la più pratica!
Nel frattempo, ho avuto modo di apprezzare uno dei tre prodotti del kit BEPANTHENOL della Bayer che l’azienda mi ha gentilmente inviato qualche tempo fa per prova: la “Pasta Lenitiva protettiva” (confezione da 100 g).
In apparenza di consistenza più densa di altre che ho avuto modo di usare, ahimè, negli ultimi 19 mesi, spalmata è morbida e cremosa e per nulla pastosa.
Il nano ha mostrato di gradirla, anche nelle pieghe dell’inguine in questi primi giorni di caldo e conseguente sudore (no problem, però, il sole se ne è già andato) - ed io pure, sia perché non lascia quell’odore di crema, che personalmente trovo fastidiosissimo, sia perché mi pare sia molto efficace nell’eliminare ed evitare l’arrossamento.
In più, la crema non unge e non impasta le mani, come altre, difficili da far venir via anche lavandosi con acqua calda.
E’ anche delicata e idratante, probabilmente perché priva di profumi e conservanti e con il 65% di sostanze emollienti, stando a quello che ho letto sulla confezione.
Ho provato anche la “Smagliature Crema” (confezione da 150 ml) e, anche di questa, posso confermare la delicatezza: la mia pelle è molto sensibile, per via delle innumerevoli allergie ma non ho avuto alcun problema con questa crema, che in realtà a me sembra più un fluido, per la sua consistenza leggera.
E’ comoda, perché l’erogatore a pressione aiuta a non sprecarla e non sporcare in giro (soprattutto se maneggiata da un bambino furbetto di passaggio), si assorbe subito e, secondo me, dove applicata sostituisce anche l’idratante (non per nulla, c’è scritto che contiene glicerina e Vitamina B5, oltre alla Centella asiatica, di cui avevo già sentito parlare in altre creme anti – smagliature e anti – cellulite).
La sto mettendo mattina e sera ma, sinceramente, non saprei dire se sia efficace, sia perché avrei dovuto usarla anche durante la gravidanza e non solo ora, a distanza di tempo, quando le smagliature ormai ci sono – e qui, recito il mea culpa - , sia perché una quindicina di giorni sono troppi pochi per giudicare.
Visto, però, che la pelle rimane liscia e morbida, io cnotinuerò ad applicarla diligentemente, così da placare i miei sensi di colpa (provare ad intervenire a volte far già sentire meglio), e poi......vi dirò a fine confezione!
Quanto al terzo prodotto, fortunatamente non ho avuto la possibilità di testarlo e dico fortunatamente perché si tratta di una schiuma rinfrescante e idratante per scottature lievi: la tengo nell’armadietto dei medicinali e spero di non averne bisogno, non per il nano, almeno!

martedì 11 giugno 2013

Un premio per me...trallallà, trallallà!

Ringrazio Aline di http://persempremamma.blogspot.it/ per questo graditissimo premio, che mi piace propio tanto, anche graficamente, e mi onora: è sempre un piacere ricevere complimenti, specialmente sul web, da una di quelle persone che ormai considero "amiche virtuali" (quanto vorrei bere un caffè vero con loro,  ogni tanto!).
E ora, compio il mio dovere, ovvero rispondo alle domande!
1.Perchè questo nome per il tuo blog?
Perchè è come mi sento ora, divisa e un pò in conflitto tra due parti di me, quella da libera professionista e quella da mamma, sempre alla ricerca di un difficile equilibrio, sempre un pò in preda ai sensi di colpa.
2.Il motto che più ti rappresenta...
Non rimandare a domani quel che puoi fare oggi.
3.Vivere di rimpianti o di rimorsi?
Preferirei di rimorsi, ma forse sono più una persona da rimpianti.
4.Il colore che rappresenta il tuo modo d'essere?
Giallo, in tutte le sfumature, dal dorato al senape, al pastello, a seconda dei momenti e delle giornate.
5.Se dovessi fare un tatoo cosa faresti apporre per sempre sulla tua pelle?
Una sigla di cui solo io, l'Alpmarito e mia nonna conoscono il significato.
6.E dove?
Mmmm, credo sul polso, all'interno.

E ora giro le domande, pari pari.
1.Perchè questo nome per il tuo blog?
2.Il motto che più ti rappresenta...
3.Vivere di rimpianti o di rimorsi?
4.Il colore che rappresenta il tuo modo d'essere?

5.Se dovessi fare un tatoo cosa faresti apporre per sempre sulla tua pelle?
6.E dove?
a chi? 
http://lunamonda.wordpress.com, perchè la leggo da poco ma i suoi post intelligenti mi catturano
http://www.ilmiosuperpapa.blogspot.it/, perchè i suoi post sono tenerissimi e i suoi interventi (= commenti ai post di altri blog) sempre interessanti,
http://www.ipadmamma.com/  perchè è stata una piacevole, recente, scoperta
http://work-in-progress-2012.blogspot.it/, perchè Hermione e Thor mi stanno proprio simpatici!


lunedì 10 giugno 2013

Riflessioni da matrimonio (di un'altra)

Sabato pomeriggio.
Matrimonio di una cara amica al Castello.
Nonostante sapessimo che avremmo fatto tardi e che si trattava di un matrimonio molto elegante e formale, io e l'Alpmarito non abbiamo pensato neppure per un attimo di lasciare il nano a casa (anche volendo, non sarebbe stato facile, con i nonni impegnati), pur consapevoli che non sarebbe stato facile.
È filato tutto liscio, a parte il fatto che siamo arrivati in ritardo - ma prima della sposa- causa scenate isteriche del nano e l'imprevista e imprevedibile necessità di aiutare una persona in difficoltà (le priorità son priorità, anche se si tratta di sconosciuti e del matrimonio della tua testimone di nozze).
Il nano ha dormito per tutta la cerimonia, non ha rotto nulla a tavola, ha mangiato, giocato, camminato, rincorso altri bimbi e riso tanto ed alle undici e' crollato addormentato sul passeggino -amico fidato delle mamme e dei papà -, senza quasi piangere per tutto il pomeriggio e sera.
È stato un bel matrimonio ma....alla fine era anche il mio compleanno e non è stato facile.
Perché, tra le persone della nostra generazione - dai venticinque ai trentacinque- diciamo, c'era solo un'altra coppia con un figlio.
Certo, qualche amico o conoscente e' semplicemente ancora single, ma la maggior parte erano coppie stabili, con un lavoro e delle possibilità.
Tolti un paio che so che hanno deciso di non avere figli, mi sono chiesta perché.
È troppo presto? Hanno troppa voglia di divertirsi? Temono per il proprio futuro professionale o hanno paura della congiuntura economico-sociale? Ritengono sia troppo sacrificante e impegnativo?pensano di avere ancora tanto tempo?
Probabilmente tutte queste motivazioni e molte altre, non so.
Vorrei capirlo però.
È vero, un figlio ti cambia la vita e la cambia per sempre, a volte in peggio, soprattutto in termini pratici, nei primi mesi, ma il piu' delle volte, per quel che ho potuto vivere sino ad ora, certamente in meglio.
Non saprei spiegare razionalmente perché ma ne sono certa.
La arricchisce, più di qualunque oggetto, attività o hobby. Come l'amore per una persona speciale, moltiplicato all'infinito.
E un po' mi dispiace, per loro.
E un po' li invidio.
La mattina dopo, ad esempio, perché  noi siamo stato svegliati comunque all'alba e loro...
Loro hanno dormito fino a mezzogiorno.
Non si può avere tutto dalla vita, no?

P.s. Che dite, posso dare la colpa al nano anche per il fatto che io avevo un po' di pancetta e le ragazze - sottolineo ragazze - no?!

sabato 8 giugno 2013

Bignole rosa

Ore 8.00 colazione.
Mamma pesca il terzo biscotto dal pacchetto, il. nano, seduto di fronte sul suo seggiolone addenta il suo SECONDO muffin al cioccolato (di quelli grandi, mica formato bimbi), guarda mamma e esclama: maman no, batta, tu va correre! -siamo in fase di linguaggio misto-
Papa' ride divertito e mi rassicura.
Considerando che oggi ho un anno di piu, però, non l'ho presa bene, per nulla!

Quando era bambina, all'uscita da scuola, chiedevo alla mamma di passare dalla Gne' Gne' (così avevo soprannominato la negoziante di pane e dolciumi, perché parlava sempre tanto e con voce cantilenante- ero una bimba terribile, lo so -) a comprare le  bignole, una per ogni anno e rigorosamente ROSA.
Ovviamente non venivo accontentata sempre ma quando accadeva era una goduria.
E una volta, per il mio compleanno, ho chiesto ed ottenuto una torta super dolce con cigni rosa..

Oggi, con un figlio e molti anni in più, penso ad allora e mi viene da dire: grazie mamma!
Per quel pomeriggio di giugno di....anni fa, mentre infuriava il temporale - San Medardo non si smentisce -, per tutti i compleanni passati, per i bignè rosa all'uscita da scuola, per esserci stata quando sono diventata mamma, per esserci oggi come allora..
anche se adesso, le bignole tocca a me comprarle!
Rosa, ovviamente.