mercoledì 30 dicembre 2015

Il Natale che è stato

Le feste sono ancora in corso ma il tanto atteso Natale e' già trascorso.
Come ogni anno, mi sorprendo per quanto sembri lunga ed intensa l'attesa, numerosi i preparativi, enormi le aspettative e poi, invece, il Natale trascorra così in fretta.
Per me Natale è sempre la Vigilia, con il suo cenone a casa dei miei, che lo scorso anno mi è mancato molto e quest'anno, invece, mi sono goduta, anche se non c'eravamo tutti.
Questa, però, è una realtà a cui mi sto lentamente abituando e, d'altro canto, tutti noi ci destreggiamo tra desideri e doveri e bisogna fare delle scelte, alla fine.
La tavola sfarzosa della Vigilia, il menù ricco e buono, che non sono mai riuscita ad onorare per intero, perché dopo svariati antipasti ed il primo, al massimo assaggio il contorno, non c'è più spazio per la carne.
Prima della cena, c'è stata una mattinata a preparare ancora biscottini natalizi, tante telefonate di auguri fatte ad amici e parenti e una visita ad un amichetti del ricciolino, per giocare un po'.
Dopo, c'è stato il gioco da tavolo, con la tombola sostituita dal memore delle tartarughe ninja, i balli e l'arrivo di Babbo Natale.
L'emozione, la felicità ed il sorriso del piccoletto di casa e' qualcosa che non so descrivere ma che tutti i genitori conoscono bene. Io, questa volta, ho vissuto il momento e trascurato la macchina fotografica.
Casa nostra e' stata invasa dai supereroi, dalle loro armi speciali, dalla loro versione Lego, ma anche da libri ..tutti prontamente e ripetutamente fotografati dal ricciolino biondo, ormai fotografo professionista!
Il giorno di Natale e Santo Stefano sono stati un tripudio di spacchettamenti, spostamenti da una casa all'altra, brindisi, chiacchiere, giochi (Risiko, il mitico Risiko a cui non ho mai vinto in ventitreenni di tentativi).
E mentre fuori non si scorgeva traccia di neve,
Foto del ricciolino biondo
..noi mangiavamo, mangiavamo, mangiavamo.
Sempre, rigorosamente, in numerosa e affettuosa compagnia.
Quella pubblicità che dice che il cibo, per gli italiani, non è soltanto cibo, l'avete presente?
Ecco, appunto.
Non pago di cotanta beltà, il ricciolino biondo ha continuato a fare colazione e merenda a suon di fette di pandoro.
E, se ve lo state chiedendo, no, non abbiamo ancora chiuso i festeggiamenti, perché dopo il parentado, ci sono gli amici, da invitare a cena, per il the', da cui andare a mangiare una pizza o un dolcetto... sempre che il mio stomaco sopravviva, ovviamente!
Voi, come avete trascorso il Natale? Anche voi mangiate così tanto?!?

mercoledì 23 dicembre 2015

Un po' Grinch, un po' bambina, auguro a tutti buon Natale.

Nonostante il Natale sia ormai prossimo, quest'anno fatico ad entrare nello spirito e nell'atmosfera.
Intendiamoci: ho comprato i regali, dispenso auguri e sorrisi, ho fatto qualche telefonata (anche se sono ben lontana da aver spuntato tutta la lista e forse non lo farò mai), porto il ricciolino sul trenino di Natale del paese dopo la scuola ed in piazza per incontrare gli aiutanti di Babbo Natale ecc.


Mi fa piacere pensare di staccare qualche giorno dal lavoro e di stare in compagnia di parenti, nonchè la prospettiva di piatti prelibati.
Però, però...mi infastidiscono il traffico, i regali di circostanza, gli auguri di gente che non senti e frequenti tutto l'anno, le corse da una casa all'altra che ci aspettano..

Forse è solo che sono cresciuta e ho perso la magia,
forse è perchè i desideri non si avverano solo perchè è Natale, non i miei almeno, f
orse è il pensiero di quel che è accaduto a Parigi e potrebbe accadere ovunque,
forse è la crisi economica, al di là delle perle di speranza ed ottimismo che dispensa il c.d. Premier, forse è la famiglia non unita come in passato e come vorrei tanto...

Forse è la vita.

Fatto sta che sempre di più, anno dopo anno, nella testa progetto fughe dal Natale come nel romanzo di Jhon Grisham dal titolo, appunto "Fuga dal Natale" (se non lo avete ancora fatto, leggetelo, è davvero divertente).

Non che lo odi o che mi infastidisca l'entusiasmo di alcuni, al contrario, mi fa piacere vedere e frequentare chi ne esalta la magia e mi sento nostalgica.
Non so se questo sentimento sia diffuso o comune, io sento tanti adulti parlarne ed esternarlo ma non so se sia solo una moda o una forma di consolazione.

Persino alla recita di Natale della materna, dopo non avevo nessuna voglia di chiaccherare e mangiucchiare.
Va bè, avevo la febbre ed appena iniziato con gli antibiotici, però vi dico solo che ho accettato con rassegnazione di non poter filmare o fotografare decentemente i bimbi, a causa dei soliti nonni e/o genitori maleducati che si alzano in piedi e piazzano davanti a tutti.

In tutto questo, comunque, c'è il conto alla rovescia del ricciolino biondo,




c'è stata la recita con spettacolo delle ombre e tante canzoni di Natale...

























...e per fortuna nella scuola del nano il problema presepe sì o no non se lo pone nessuno e pizzette e salatini convivono tranquillamente con thè e caffè preparati alla moda dei paesi arabi...

..ci sono le letture della buonanotte nel lettone, ovviamente a tema natalizio ed in compagnia di soffici amici...
..i giri sul trenino e le cene con gli amici..
..e domenica, non potendo uscire causa malanni, anche i biscottini natalizi che ci siamo messi a preparare con la nonna.


Che poi, sono gli stessi che lo scorso anno avevamo preparato all'Epifania, solo decorati con Babbo Natale, l'abete decorato e i pacchettini o con forme "di stagione", cosparsi di zucchero a velo, cannella o con sciroppo di ribes rosso.
Qui trovate la ricetta, se volete.






 L'idea era di preparare dei pacchettini per distribuirli tra amici e parenti ma...di tre teglie il lunedì sera erano avanzati due biscotti di numero!!!
"Cotto e mangiato", come direbbe la Parodi!

E, infine, ci sono i momenti di gioco insieme, di quello che piace a me, creativo e divertente.
Anche il Lego, si veste di magia.


 Avrebbe dovuto essere Babbo Natale, invece sembra più un robot, ma a noi piace lo stesso!


Visto che slitta spaziale ?!?

 Insomma, cerco di pensare positivo
e vivo l'attesa del Natale 
attraverso il luccichio negli occhi di mio figlio 
ed il suo sorriso ingenuo.

Buon Natale amiche / i, blogger o no.

Vi auguro buone feste, con questa canzone natalizia che, tra quelle scelte dalle maestre quest'anno, è piaciuta di più a me ed al ricciolino biondo: "Si tuos les sapin" di Anny et Jean Marc Versini.


da "Youtube".



venerdì 18 dicembre 2015

"Quello che non uccide", ovvero "Millenium 4"

Questa settimana, tra malanni miei e del nano, lavoro, commissioni natalizie e capricci infiniti, il tempo è stato tiranno per questo mio piccolo spazio virtuale.
Non potevo, però, non partecipare al venerdi del libro, perchè il romanzo di oggi l'ho letteralmente divorato e credo che potrebbe essere un'ottima strenna natalizia.

Davide Lagercrantz, "Quello che non uccide", pag. 502, ed. Marsilio, 2015, euro 22,00


Si tratta di un giallo dell'autore svedese Davfid Lagercrantz che, come potete leggere sulla copertina, prosegue la saga di "Millenium" di Stieg Larsson, prematuramente scomparso.

Io mi ero appassionata molto ai romanzi di Larsson, anche se i gialli non sono di per sè il mio genere preferito.
Devo ammettere che anche questo volume, benchè scritto da altra mano, è alla loro altezza.
Si legge scorrevolmente, consentendo di ritrovare Lisbeth , Mikael, Erika e gli ispettori Jan e Sonja, immergendosi in una giallo che cattura e invoglia ad arrivare in fretta all'ultima pagina.

Non voglio scrivere di più per non rovinare la sopresa, però lo consiglio!

" Sa cosa dice il mio rabbino?"
"No", rispose lei.
"Che quello che caratterizza un essere umano sono le sue contraddizioni. Vogliamo fuggire e restare nello stesso tempo.....Essere vivi, professoressa Sharif, significa non essere del tutto coerenti. Significa perdersi in rivoletti diversi e mi chiedo se il suo amico non si trovasse a un bivio...Forse alla fine si è mostrato in tutta la sua contraddittorietà ed è diventato un essere umano vero, nella migliore accezione del termine." Pag. 467

E ora scappo, perché devo finire un lavoro prima della recita natalizia alla scuola dell'infanzia del ricciolino biondo!

lunedì 14 dicembre 2015

Alti e bassi "mammeschi"

Ultimamente mi sembra di essere ritornata ai "terribili due", con l'aggiunta di reazioni anche fisiche, come spinte, porte sbattute e giocattoli lanciati.

Il ricciolino biondo è in piena fase "faccio tutto il contrario di quello che mi chiedi" e "faccio solo quello che voglio, quando voglio", con tanto di sceneggiate, ritiri in camera perchè offeso, "mamma, sei cattiva!" urlato a più riprese, possibilmente in pubblico.

Ci sono momenti in cui vorrei solo fuggire di casa e, anche se è appena finita la giornata lavorativa, mi trovo a sognare di essere in ufficio, in udienza, a fare la spesa, ovunque tranne che con lui.
Ammetterlo è dura, però è così e so che non sono nè la prima nè l'unica mamma ad avere questi momenti di cedimento.

Sono i bassi.

Per fortuna o, forse, per una sorta di istinto di sopravvivenza dei bambini, questi momenti si alternano ad altri, gli alti.
Forse perchè, se così non fosse, la specie umana si sarebbe già estinta, almeno per quanto mi riguarda!

Quando è seduto in palestra, accanto agli altri piccoli giocatori, tutti in divisa, tutti con un pallone in grembo, ed ascolta concentrato le allenatrici.
E io non mi capacito di quanto sembri già così grande.


Quando lo guardo nuotare in piscina e, prima e dopo il corso, giochiamo insieme nella vasca piccola e siamo gli ultimi a uscire.

Con calma, ci facciamo la doccia e tu mangi il tuo "cioccolatino lungo" mentre ti asciughi i capelli sotto il phon, avvolto nel tuo accappatoio da leone arancione, che ti piace tanto.

Poi, vabbè, magari per sbaglio mi tira un annaffiatoio sull'occhio e me lo fai nero, ma questa è solo sfiga.
E quasi non mi capacito per l'orgoglio e l'amore che sento scoppiarmi nel cuore.


Quando, accompagnandoti al cinema per la prima volta, sei tutto eccitato e curioso, rimani meravigliato dallo schermo gigante e mi chiedi se possiamo metterlo nella casa nuova.
E poi ti stringi a me e mi tempesti di domande, nei momenti più tristi del cartone.
Quasi non ci credo, che insieme a te posso rivivere tutte queste prime volte ed è anche meglio di quando ero io, bambina.

Quando, appena prima di addormentarci, mi dici a sopresa: "Mamma, ti voglio bene" e, "Mamma, sei brillante, sai?", per dirmi che sono bella.

Quando ci fai morire dal ridere a tavola, chiedendoci se negli anni 70' noi c'eravamo già e visto che no, ancora non eravamo nati, se c'erano già i nonni e, se c'erano i nonni, allora c'erano anche i dinosauri, vero ?!?
 p.s. I  nonni saranno contenti di sapere che li collochi nella stessa era dei dinosauri!!

Quando mi senti raccontare a tuo padre che una tua cara amichetta è stata ricoverata quattro giorni in ospedale per una brutta infenzione virale ma ora sta meglio ed è casa, allora sentenzi subito: "Dobbiamo andare a trovarla e portare un bel regalo a lei e ai suoi parenti" (nel senso francese del termine = genitori).
E poi non te lo dimentichi e me lo ricordi ancora e ancora, finchè non lo facciamo davvero!

Quando, pur di non vedere la tua amica andar via piangendo dopo una serata insieme, le presti il tuo gioco e non uno qualunque, quello che ti piace tanto, dicendole di portarlo pure a casa e di tenerlo un pò di giorni.

Quando andiamo in pizzeria con amici e tu e l'altra bimba ci lasciate al tavolo, andate dal pizzaiolo nell'altra stanza e poi tornate dicendo: " La nostra pizza sta arrivando. Abbiamo preso quella con i "wustel".
Noi vi guardiamo stupiti, dicendovi di aver pazienza che non abbiamo ancora ordinato e, invece, arriva subito la cameriera con la vostra pizza, che voi vi dividete allegramente!

Quando, nel lettone, leggiamo tutti e tre insieme la letterina che ti ha mandato Babbo Natale, in risposta alla tua della scorsa settimana e tu te la rigiri tra le mani, con gli occhi che brillano ed il sorriso felice.


Quando domenica mattina ti sei svegliato saltando sul letto: "Andiamo a sciare, andiamo a sciare!" e ti sei vestito e preparato in fretta. 
Tu, che in settimana impieghi due ore esatte solo a fare colazione e vestirti.
Non vedevi l'ora di essere in pista e provare di nuovo i tuoi sci, dopo l'estate, e in macchina mi hai chiesto preoccupato: "Mamma, sarò ancora capace?"
E poi hai girato felice sulla pista, mangiando biscotti e crackers in un pranzo improvvisato, per poi andare fuori di nuovo, felice, con il tuo papà.

Finchè, d'improvviso, senza un motivo, diventa tutto "NO!" e ti lasci andare ad una delle tue scenate, mentre qualche villeggiante basito mi osserva con compatimento e il nonno si domanda dove è finito il suo caro, bravissimo, nipotino biondo.
Ed è di nuovo momento dei tentativi di calmarti, di contenerti e poi dei piccoli ricatti, delle punizioni e della mia voce che si alza di tono.

Ed è di nuovo una prova di nervi, un tira e molla estenuante ed un continuo ripetere, riprendere e vietare.

Fino a che, quando penso di essere al limite dell'esaurimento nervoso, passa la tempesta ed è di nuovo gioia, orgoglio, tenerezza, divertimento.

E comunque sappilo, mio piccolo grande testone: tu sei determinato e cocciuto ma tua madre...ah, tua madre...lo è molto molto molto di più.
Tua madre non mollerà, continuerà a fare quel che deve, anche se per tentare di educarti e crescerti al meglio (e preservare la tua integrità fisica) dovrà sentirsi dire mille volte che è cattiva e "No no no!!!"
Non mollerà, nonostante i sensi di colpa e le fitte al cuore, le crisi di nervi e la stanchezza.
Perchè fa parte del gioco e lei lo sa.
Bimbo avvisato.

p.s. Al cinema abbiamo visto "Il viaggio di Arlo": perfetto per i piccoli e davvero bellissimo, sia quanto ad immagini, sia quanto a storia (molto originale il capovolgimento della storia evolutiva) e messaggi educativi. Consigliato!!!





venerdì 11 dicembre 2015

Leggendo...e non solo.

Lo scorso venerdì, presa da questioni lavorative urgenti, ho saltato l'appuntamento con il Venerdì del libro.
Eppure ho letto, eh. Cosa?
"Storia del nuovo cognome" di Elena Ferrante, edizioni e/o 2012, pag. 470.
Si tratta del secondo volume del ciclo iniziato con il romanzo "Amica geniale": Elena Greco e Lila Cerruto, le due amiche d'infanzia conosciute nel primo libro, stanno crescendo.
Lila si è sposata a sedici anni ma il suo rapporto matrimoniale e' iniziato fin da subito con il piede sbagliato e non fa che procedere nella tempesta, mentre lei cerca conforto e amore presso altre persone ed altri luoghi.
Elena, invece, è immersa nella realtà degli studi universitari, di un vecchio amore e di nuove relazioni.
Il rapporto tra loro si fa più distante ma senza mai interrompersi del tutto, in un continuo susseguirsi di ambivalenti sentimenti di amore ed odio.
Devo ammettere che, anche se rimane una tristezza e cupezza di fondo che fatico a digerire, questo secondo romanzo mi ha catturato più del primo, dando ragione alle amiche blogger che mi avevano consigliato di proseguire nella lettura della serie.
Ora non mi resta che cercare il terzo volume ma, per farlo, attenderò dopo Natale: il clima del libro non  si addice alle feste e poi in biblioteca c'è la lista d'attesa per averlo!!!
In contemporanea, ho letto anche
"Affari d'oro" di Madeleine Wickham, ossia Sophie Kinsella, ed. Mondadori 2015, pag. 273.
Un romanzo rosa che si legge tutto d'un fiato, divertendo e facendo nel contempo riflettere sulla difficoltà dei rapporti di coppia, l'influenza dei problemi economici sui sentimenti, l'apparenza e la ricerca continua della felicità che ognuno di noi porta avanti nella quotidianità, magari accorgendosi, alla fine, che in fondo era già in suo possesso, bastava accorgersene.
Anche se non mi è piaciuto quanto altri titoli della stessa autrice (ad esempio: "Fermate gli sposi", "A che gioco giochiamo?", "Dov'è finita Audrey?" oppure " La compagna di scuola"), con questo romanzo la Wickham non mi ha comunque deluso.
Una lettura di evasione certo, ma non per questo banale o scontata, anzi!
E poi...insieme al ricciolino d'oro, costretti a casa da tosse e catarro,ci siamo guardati un bel film del 2014.
In questi giorni nelle sale cinematografiche e' in programma il seguito della storia e, quando eravamo bambini io e mio marito, andava in onda il cartone animato, che però, non mi pare avesse molto in comune con la trama del film.

Si tratta di "Belle & Sebastien" , ambientato sulle Alpi francesi durante la seconda guerra mondiale, ed e' la storia dell'amicizia tra un bimbo che sa guardare oltre le apparenze, un cane enorme dal pelo lungo come una pecora, ingiustamente accusato di essere un mostro ed un padre putativo burbero e con il vizio della bottiglia ma sinceramente amorevole.
Il tutto arricchito da scenari montani incantevoli e dalla volontà dei protagonisti di aiutare gli ebrei in fuga.
Il ricciolino biondo non ha compreso molto del film, però lo ha guardato volentieri e con attenzione e si è innamorato del cagnolone!
Poi, ovviamente, abbiamo visto anche i film- cartoni delle tartarughe ninja (niente Peppa e Masha, questa volta), numeri 2 e 3, ma su di essi non c'è molto da scrivere!

Qualcuno ha letto il romanzo da cui è tratto il film? Dite che vale la pena di leggerlo? Un po' di curiosità mi è sorta!!!

mercoledì 9 dicembre 2015

E tutto riacquista senso e calore.

Ed anche questo "ponte" e' archiviato.

Noi lo abbiamo passato quasi sempre in casa, tra mail di lavoro, scartoffie, cantiere, compere natalizie, pulizie ed il ricciolino biondo malaticcio.

E' stato ancora, anche, l'8 dicembre, festa dell'Immacolata che a casa mia ha sempre rappresentato "il momento" tanto atteso: la preparazione dell'albero di Natale e del presepe, i ninnoli natalizi recuperati dalla cantina e finalmente esposti alla vista.

Anche quest'anno, malgrado la mancanza di volglia ed entusiasmo mia e dell'Alpmarito, la tradizione e' stata rispettata.

Abbiamo cercato tutti e tre insieme un albero nuovo (che quello vecchio ormai aveva dato, dopo dodici anni di onorato servizio - no, non lo abbiamo buttato, e' solo stato declassato ad albero da esterno, tanto per aggiungere qualcosa!), sempre sintetico (perché in casa vicino al termosifone, quello vero avrebbe fatto una miserabile ed immeritata fine) ma folto e festoso.

E poi lo abbiamo riempito di luci e dei nostri addobbi.

Quelli fatti a mano, negli anni in cui il mio tempo libero e la mia passione creativa non erano tutti ancora per lui...

 


E quelli acquistati in giro per l'Europa e l'Italia, nei classici mercatini natalizi.
 

Senza dimenticare quelli vintage e i classici dell'Ikea.

Il nostro presepe equo solidale e' tornato ad occupare un posto d'onore (perché non serve credere in un Dio per apprezzare un simbolo di amore). Il bambino e' già nato, si', perché: "Mamma, non possiamo certo lasciarlo solo nella scatola, al buio, senza mamma e papà, per tanto tempo!!"

Abbiamo compensato la mancanza di cime innevate, scherzo beffardo del clima, con fiocchi alle finestre, ovviamente tutti posti a portata delle manine del ricciolino che li ha incollati.

Infine, abbiamo riesumato dalle scatole in cui sono gelosamente custoditi, i carillons delle feste, che io adoro, da sempre.

Ci sono momenti, nella vita, più ricchi di magia e sentimentalismo.

Altri in cui discordie, difficoltà, lutti o anche solo il trascorrere inesorabile del tempo, rendono più difficile gioire delle feste, del Natale, della vestizione festa della casa, della ricerca dei doni.

E poi arriva il momento in cui sei lì, seduta in salotto per terra, sul tappeto con tuo marito vicino ed il ricciolino biondo che vi abbraccia, l'albero davanti a voi, sfavillante di luci e decorazioni, la gatta che ronza intorno cercando una carezza ogni tanto e provando con le zampette la tenuta degli addobbi, e il piccolo uomo se ne esce dicendo che vorrebbe restare sempre così, con in quel momento, noi tre insieme e l'albero.

"Mamma, adesso che ci sono io, il Natale ti piace di nuovo tanto, vero?"

E tutto riacquista senso e calore, almeno per un po'.

 

E voi, come avete trascorso questi giorni? Sugli sci, in casa, sani o malati, in giro per l'Italia o per acquisti?