lunedì 29 febbraio 2016

Wildlife photographer fo the Year 2015 - ovvero, quando la fotografia parla della natura e di noi

Da alcuni anni il Forte di Bard, polo museale suggestivo posto all'imbocco della Valle d'Aosta, ospita una mostra di fotografia naturalistica che, a mio parere, ha pochi uguali e che mi lascia sempre a bocca aperta:

Il Forte di Bard - fotografia Mamma Avvocato. Sono vietati l'uso e  la riproduzione senza consenso.

 la "Wildlife photographer fo the Year"




Si tratta, secondo il sito del Forte stesso, dell': "...evento più prestigioso e importante nell'ambito della fotografia naturalistica.

Presenti in mostra oltre cento emozionanti immagini, vincitrici nelle 18 categorie del premio indetto dal Natural History Museum di Londra in collaborazione con il Bbc Wildlife Magazine, giunto ormai alla sua 51esima edizione. Quest’anno hanno partecipato 42.000 concorrenti, provenienti da 96 paesi del mondo, valutati da una giuria internazionale di stimati esperti e fotografi naturalisti".
 
Non è la prima volta che ne parlo, dal momento che la visito ogni anno, spesso più di una volta a stagione, un pò perchè adoro la fotografia in sè, un pò perchè è davvero vicina a casa, sicuramente perchè ogni fotografia ha molto da raccontare a chi abbia voglia di ascoltarla.

Nel 2013, ad esempio, nevicava e il ricciolino era ancora pelatino, ma rimase affascinato dagli animali ritratti nelle foto.



Il bello di  questa mostra, a mio parere, è che consente di vedere scorci di convivenza tra animali ed esseri umani, ammirare la bellezza e stranezza della natura, osservare specie viventi di cui non sappiamo neppure l'esistenza, magari in momenti intimi e particolari, in luoghi sperduti che pochi hanno la possibilità di visitare.
Oltre che, naturalmente, poter apprezzare le inquadrature, la tecnica, la visione artistica dei fotografi e, magari, prendere spunto (seppur con risultati e materiali diversi!).

Fotografare le foto (si può pagando un dazio), non mi sembrava sensato e, comunque, volevo godermi la mostra, visto che il ricciolino non avrebbe retto più di un'oretta tra quelle sale, seppur molto interessato.
Perciò, posso mostrarvi solo alcune cartoline che ho acquistato, giusto per darvi una idea di cosa potrete trovare...

(notate l'uccellino sul ramo, da sfondo, il Fitz Roy in tenuta invernale)


(Questa è stata la preferita del ricciolino biondo).

Ciò che mi colpisce di più, ogni anno, non sono però le "semplici" fotografie di animali o paesaggi, ma quelle che denunciano lo sfruttamento del suolo, l'alterazione degli ecosistemi, le difficoltà o facilità di adattamento degli animali nell'ambiente urbano, le pratiche di caccia o tortura degli animali, la somiglianza tra alcuni comportamenti animali e quelli umani, la forza e maestosità della natura o, al contrario, la sua fragilità dinnanzi all'uomo, che ogni luogo che raggiunge, modifica e spesso distrugge.

Prendete questa foto, ad esempio, tratta da il sito del Forte di Bard



Non rende in questo formato e dimensione e forse non era la più bella della mostra ma è quella che più mi ha colpito perchè, come spiegava la didascalia (leggetele tutte o comunque, prendetevi il tempo per leggerne il più possibile, spesso sono molto interessanti e aiutano a "leggere" la foto), il macaco è cacciato selvaggiamente perchè la sua carne viene considerata una prelibatezza.
Guardate i suoi occhi.
Voi, lo mangereste?
So che detto da una onnivora suona strano o poco coerente ma, per me, non è la stessa cosa che mangiare altri animali, e non solo perchè il macaco rischia l'estinzione.

Sul sito della mostra, infatti, potete sfogliare una galleria di immagini, anche se non rendono come dal vivo!




Ovviamente, se doveste venire a visitarla a Bard, fatemelo sapere...potrebbe essere l'occasione per conoscerci, se volete!

Tanto la mostra, quanto il Forte di Bard in sè, secondo me sono l'ideale anche per una gita con i bambini. Il forte si raggiunge o a piedi lungo una strada chiusa al traffico (ma accessibile con i passeggini) oppure con quattro "ascensori" paronamici che piaceranno anche ai piccoli. Dentro, vi è un book shop ed una caffetteria, oltre alle mostre temporanee, al Museo delle Alpi (che merita una visita a sè ed è perfetto per i bimbi, anche se secondo me dai sei anni in su), al Museo dei ragazzi ed un cortile interno in cui correre e sfogarsi.
I bagni sono numerosi e, per quel che ho potuto trovare io, puliti.
Anche il Borgo riserva delle soprese, soprattutto verso Natale.

Info: se volete saperne di più del Forte di Bard, potete leggere questo post o questo, tra l'altro relativo ad un evento autunnale molto carino per i bambini.
Informazioni su mostre, museo ed esposizioni temporanee, le trovate sul sito ufficiale del Forte di Bard.
Questo non è un post sponsorizzato.

domenica 28 febbraio 2016

Tag: la gioia dell'essere mamma

Angela, del blog "Mamma today", mi ha nominata per questa iniziativa/intervista, con lo scopo di conoscerci un po' di più tra blogger e mamme.

Raccolgo l'invito e rispondo alle domande del gioco!

1. Come ti chiami?

Giulia. Solo una persona aveva il permesso di chiamarmi Giuli, ma ora purtroppo non c'è più.

2. Come si chiama tuo figlio e quanti anni ha?

Il nome di mio figlio non ho mai voluto scriverlo sul blog. Ormai ha 4 anni!

3. A che età sei diventata mamma?

A 29 anni.

4. Come è stata la tua gravidanza?

Tanta nausea all'inizio, per il resto senza problemi, a parte il fatto che è durata 42 settimane tonde! Il ricciolino non aveva voglia di nascere!

5. Hai seguito una dieta?

No, ne' in gravidanza ne' dopo, però ho curato l'alimentazione, riducendo i dolci ed evitando i cibi a rischio toxoplasmosi. In ogni caso, le allergie di cui soffro mi impongono già molte restrizioni alimentari, quindi una vera e propria dieta sarebbe praticamente impossibile!

6. Cosa non rifaresti durante la gravidanza?

Nulla. Ho vissuto il periodo della gravidanza senza particolari variazioni nel mio stile di vita, a parte smettere di arrampicare e sciare, ma ovviamente è una rinuncia che rifarei, se aspettassi un secondo figlio.

Forse, però, avrei meno paranoie.

7. Cosa invece faresti che non hai fatto?

Non saprei, direi nulla. Forse farei più foto con la panciona.

8. Come è stato il tuo parto?

Naturale, senza epidurale, con un momento di suspense e paura, risoltosi senza nessun intervento, e veloce, almeno a detta dell'ostetrica. Per me, a dire il vero, le due ore di travaglio sono sembrate eterne!

9. La cosa più difficile dell'essere mamma?

Non poter mai staccare la testa dalla responsabilità che la maternità comporta. Anche quando sono altrove, sto lavorando o facendo sport o qualunque altra attività, una parte della mia testa e' sempre preoccupata per mio figlio o pensa a mio figlio.

E poi, e' difficile dover essere sempre, non dico perfetta o infallibile, ma comunque disponibile e attenta alle sue esigenze, necessita' o bisogni, anche quando sei stanchissima, malata, nervosa o molto triste.

10. La cosa più bella dell'essere mamma?

Essere mamma!

Davvero, forse la consapevolezza di aver contribuito a far nascere un esserino così meraviglioso e poterlo veder sorridere, giorno dopo giorno.

11. Hai mai portato tuo figlio all'asilo nido?

Si', dai nove mesi appena compiuti ai tre anni, quando è passato senza soluzione di continuità alla scuola materna. Ha sempre frequentato a tempo parziale, poiché la retta piena era al di fuori delle nostre possibilità.
Comunque è una scelta che rifarei, ci siamo trovati benissimo, sia noi genitori che il ricciolino biondo!

12. Che prodotti baby consiglieresti?

Se per prodotti si intendono creme/shampoo o simili, consiglierei la crema idratante lenitiva della Trudi Baby care, la crema di protezione solare ed il bagnoschiuma all'amido di riso, i pannolini Pingu e l'olio e lozione al latte della linea baby line. Io mi ci sono trovata e mi trovo ancora (pannolini a parte) benissimo!

13. La pappa o il cibo preferito dal tuo bambino?

Adora la pasta in bianco, la vellutata di zucca, i bastoncini alsaziani, i fagiolini bolliti sconditi e la polenta.

14. Come si chiama il suo peluche preferito?

Nanna, che ha dalla nascita. Da un po' di mesi, però, adora anche Monsieur Lapin, un morbido coniglio.

15. Se dovessi consigliare un gioco costruttivo?

Il lego Duplo per i piccoli e i mattincini di legno, magari anche quei kit di legno con viti e bulloni per costruire.

E poi memory, i giochi di carte, la tombola per i piccoli, il domino ecc., che aiutano ad imparare a contare, i concetti di insiemistica, i numeri e la logica.

16. Il suo cartone preferito?

Al momento, "Curioso come George" oppure quello dei pop-up, fino a qualche mese fa, invece, erano "Peppa Pig" e "Masha e Orso".

17. Come vorresti festeggiare il suo prossimo compleanno?

Come vorrei o come pensiamo di farlo?!?
Il sogno sarebbe portarlo in Lapponia, a visitare il villaggio di Babbo Natale, visto che il suo compleanno cade a novembre e lui aveva già espresso questo desiderio quest'anno.

Non credo, però, che sarà possibile finanziariamente, quindi ci piacerebbe replicare la festa nella palestra di arrampicata, che è stata una successione (ne ho parlato nel blog) oppure, meglio ancora....organizzare una festa nella casa nuova!!

Prima, però, dobbiamo finire la ristrutturazione e non è scontato, purtroppo.

18. Come organizzi il momento nanna?

Da quando va alla scuola materna, in genere andiamo a letto tutti allo stesso orario, verso le nove e trenta. Pigiama, lavaggio denti, eventuale bagnetto, appena prima tutti insieme, poi leggiamo una storia nel lettone, se c'è mio marito un libro a testa, dopo cerchiamo di convincere il ricciolino ad andare nel su lettino (a volte con successo, altre no). Se funziona, lo accompagno, gli rimbocco le coperte e lui si canticchia una ninna nanna o sfoglia ancora un libro fino ad addormentarsi, altrimenti si mette giù e si addormenta, mentre noi leggiamo nel lettone, poi uno di noi lo sposta nel suo letto, in camera sua. Ovviamente, sa che lo porteremo in camera quando si sarà addormentato, perciò se si sveglia non si spaventa.

19. Sei già andata a mangiare fuori con lui? Come ti trovi?

Diciamo che da quando c'è lui, le uscite a due si contano sulle dita di una mano! Lo portiamo sempre, al ristorante, in pizzeria, ai pranzi matrimoniali, a casa di amici e non ci sono mai stati particolari problemi. Certo, a tavola sporca molto più di un adulto ma si contiene e poi porto sempre libri, giochi, matite colorati per intrattenerlo, se non ci sono altri bambini.

Fino ad ora non ci sono mai state scenate e non ha mai disturbato in modo eccessivo gli altri.

In ogni caso, se possiamo scegliamo luoghi con spazi verdi o terrazze e cortili, aree gioco o comunque ristoranti più informali in cui possa muoversi senza dare noie agli altri commensali o giocare con altri bimbi finito il pasto o aspettandone l'inizio.

20. La soddisfazione più grande che ti ha dato il tuo bimbo?

Impossibile dirlo, ogni piccola conquista o segnale di apprendimento e' motivo di orgoglio. Forse, però, tutte le volte in cui dimostra gentilezza e affetto verso parenti o amichetti del tutto spontaneamente, con gesti gratuiti, oppure quando supera le sue paure e gli vedo sorridere anche gli occhi dalla felicità!

Ecco le mie risposte!

Ringrazio Angi e, a mia volta, io invito a partecipare....tutte coloro che vorranno!

So che non a tutte piacciono questa catena di interviste e alcune di voi hanno già partecipato, quindi lascio a voi lettrici libera scelta.

Fatemi sapere, così verro' a leggervi.

 

venerdì 26 febbraio 2016

"Il mercante di libri maledetti"

"Il mercante di libri maledetti" di Marcello Simoni, ed. Newton, collana "Gli insuperabili", 2013, pag. 350

Un giallo ambientato nel Medioevo, tra conventi, cattedrali, monaci e società segrete.

La ricerca di un libro, "Uter Ventorum", che nasconde i segreti del potere degli angeli, conteso dalla setta della Saint Vheme per fini malvagi, da un lato, e da un monaco ed un mercante per apparente semplice curiosità intellettuale, dall'altro.

Omicidi, inseguimenti, indovinelli ed un po' di sentimento, accompagnano il mercante Ignazio da Toledo, coinvolto quasi suo malgrado ed all'improvviso nella ricerca, ed il suo fido aiutante francese, fino ad una scoperta finale che svelerà la complessità delle emozioni umane e relazioni personali taciute.

Il romanzo e' ambientato in tutta Europa, forse con un eccesso di spostamenti, in una realtà sociale e storica che io ho sempre trovato affascinante.

Secondo me non è all'altezza de "Il nome della rosa" ed "I pilastri della terra", a cui è stato paragonato dalle recensioni dei giornali all'epoca dell'uscita, certamente e' un bel giallo appassionante e che si legge bene.

È stato anche vincitore del premio bancarella 2012.

Tra due saggi, un romanzo così è stato una boccata di aria fresca!

Dunque, e' questo il mio consiglio per il venerdì del libro.

 

lunedì 22 febbraio 2016

Arrampicare. E crescere. Storia di una famiglia e della passione per la scalata.

Quando ho incontrato l'Alpmarito per la prima volta, avevo da poco conosciuto l'arrampicata in falesia per il tramite di una guida alpina, che mi ci ha portato qualche volta, facendomi capire quanto fosse bello scalare.

Avevo comprato i primi rinvii con i soldi guadagnati con il lavoro estivo al rifugio.
Le scarpette, acquistate in comune con mio fratello maggiore, stavano scomode ad entrambi.
Come molti principianti, ci eravamo fatto fregare da quella massima circolante tra gli scalatori che dice  che dovrebbero essere di due numeri più piccole.
Personalmente, la ritengo ancora una fesseria, ma sono opinioni.

Non avevo una corda adatta, nè un discensore, tanto c'era la guida.

Una delle nostre prime uscite a due, fu un romantico appuntamento in falesia.
Ricordo ancora benissimo quale, non è lontano da dove vivo oggi.
Io avevo mentito spudoratamente sul mio livello di capacità, per fare colpo su di lui.
Gli sono ancora grata per non essersela data a gambe dopo il quasi incidente provocato dalla mia imperizia, visto che ancora le aveva, le gambe.

Poi ci furono le uscite con gli amici, le falesie  in quota, i viaggi/vacanze con mete arrampicatorie (vedi Corsica, Liguria, le Dolomiti, il Friuli Venezia Giulia ecc), le arrampicate con gli amici, i pomeriggio dopo lo studio (all'epoca entrambi eravamo all'Università) a fare due tiri nelle falesie vicine, i weekend passati ad arrampicare, i primi tentativi di boulder, ovviamente senza alcun materasso o crash pad che dir si voglia, e la prima palestra di arrampicata.

Convinsi io l'Alpmarito ad andarci, quando eravamo entrambi studenti universitari fuori sede.
Era poco più di un buco, un garages riadattato a muro di scalata da un volenteroso dipendente di una palestra "normale".
Noi facevamo l'abbonamento alla sala pesi ma dopo pochi minuti di cyclette, scappavamo in garages.

Dopo un anno abbandonammo il garages per il Bside, famosa palestra di arrampicata indoor di Torino, a cui arrivavamo e da cui tornavamo in autobus, di sera tardi, vestiti come straccioni, con le scarpette in un sacchetto di plastica e cinque euro in tasca, perchè bisognava attraversare mezza città, tra cui un quartiere periferico tutt'altro che raccomandabile, figuriamoci per una ragazza.
Seguimmo la palestra nel suo trasloco in altra zona di Torino, tutt'altro che bella di sera pure quella (per intenderci, tra il cimitero comunale e l'area industriale), passandoci alcune delle ore più piacevoli dei nostri anni di permanenza all'Università.




Lui migliorava a vista d'occhio, io molto meno ma mi divertivo da matti.
Intanto, ogni bella giornata del fine settimana o dell'estate era l'ideale per escursioni, gite in ghiacciaio e, naturalmente, scalata vera, quella su roccia anzichè su prese artificiali.

E poi ci fu la convivenza, il matrimonio, la nascita del nano e la palestra di Q., che nel tempo è cresciuta, diventando luogo di ritrovo, bacino di tanti giovani scalatori della zona e seconda casa per molti appassionati.



E con lei, è cresciuto il ricciolino biondo.
Le prime volte, se ne stava semplicemente addormentato nella culla, mentre noi scalavamo un pò, per poi iniziare a gattonare, camminare e correre sui materassoni.

 Era ancora un nanerottolo, la prima volta che ha iniziato a toccare tutte quelle curiose prese colorate!






Per poi avere voglia di salire un pochettino...
e iniziare a cimentarsi da solo o con il nostro aiuto!







 E a me sembra incredibile, oggi, vedere quanto è cambiato, in questi quattro anno di...vita e palestra!



Ora le scarpette non si limita a guardarle, buttarle tutte a terra e mischiarle.
Ora ha le sue, che indossa da solo, prima di lanciarsi a scalare nella parete più semplice, giocando a chi arriva prima più in alto, con noi o con gli amichetti.






Perchè il bello è che nel frattempo anche qualche altra coppia ha iniziato a portare i figli, alcuni saltuarimente, altri regolarmente. Così sia noi che il ricciolino biondo abbiamo una motivazione in più per non perdere il nostro appuntamento settimanale con la parete artificiale.
E non importa se, tra una sequenza di prese e l'altra, il gioco preferito dei bambini è manomettere gli attrezzi ginnici, correre come dei matti sui tappetoni, lanciare ovunque la pallina da ping pong o saltare sul "salterello", ossia il tappeto elastico, ingurgitando biscotti a volontà proprio prima di cena!!



Il bello è che lui e noi ci divertiamo, ora come allora.



Spesso alcuni ci fanno battute del tipo: "Volete che diventi un campione?" , "Chissà che bravo diventerà da grande, iniziando già da piccolo!"

Ecco, no.
Intanto, come diceva il mio maestro di scherma: i piccoli campioni di oggi, possono essere gli adulti perdenti di domani; i piccoli perdenti di oggi potranno diventare i grandi campioni di domani.
Perchè da piccoli, è più facile emergere ma poi ci vuole costanza, determinazione e anche fortuna per continuare e c'è chi matura prima e poi si perde e chi matura dopo ma resiste.

E poi io e l'Alpmarito siamo sprovvisti di spirito agonistico in senso classico e anche se ci piace metterci alla prova, la sfida è con noi stessi.
Il ricciolino biondo, a dire il vero, per ora dimostra tutta l'ambizione che non abbiamo noi, però non è detto che non cambi o la convogli in tutt'altre attività o nello studio, chissà.
L'importante è che sia felice, qualunque sia la strada che sceglierà.
Il successo richiede impegno costante, rinunce, sacrifici, genera invidia e ansia.
Non sono certa di volerlo augurare a mio figlio, a meno che non sia lui a sceglierlo.
In quel caso, però, qualunque sarà il traguardo, io apprezzerò sempre l'impegno, non il risultato!!!

Certo, noi cerchiamo di indirizzarlo verso attività che piacciono anche a noi, che ci consentano di stare insieme e che crediamo "scuole di vita" ed ambienti "sani".
Per questo lo portiamo in palestra anzichè sul campo da calcio, per ora.
Per questo, abbiamo iniziato a farlo scalare anche su roccia, ridimensionata per il momento la (normale e sana) paura dell'altezza che invece aveva la scorsa estate.


Non so cosa piaccia dell'arrampicata, per ora, a nostro figlio. Non riesce ancora ad esprimerlo.

Conosco, però, le sensazioni che trasmette a me: il contatto con la roccia, calda o fredda che sia, che ti fa sentire parte di essa, della natura; la concentrazione estrema in ogni gesto, la consapevolezza del proprio corpo, dell'equilibrio,  della forza della muscolatura anche del singolo dito del piede, il senso di responsabilità, la paura di cadere e il coraggio di non mollare, l'attimo in cui ti sporgi indietro, ti fidi della corda e del tuo compagno e ti lasci calare, abbandonando la roccia con mani e piedi, l'ebrezza dell'altezza, il cameratismo che crea arrampicare insieme, la fiducia nel compagno di scalata, la soddisfazione di aver superato un passaggio difficile ed i propri limiti, l'eleganza di un gesto, di un movimento, il senso di appagamento, l'estraniamento dalla realtà quotidiana, da ansie e preoccupazioni diverse.
Perchè per arrampicare bene, devi concentrarti. Concentrandoti, svuoti la mente e vivi solo il presente, l'attimo che è.
Come nello yoga, forse come nella meditazione.
Non capita sempre ma quando capita, è catartico.

L’arrampicata è sicuramente il modo più facile per me di entrare in quello stato mentale in cui sei completamente presente nel momento, completamente in sintonia con il tuo corpo.
Ma non in un modo intellettuale. Solo rispondendo al momento presente, dove non hai tempo per pensare.
Reagisci e veramente fluisci.
Chris Sharma

da "Yogarrampicata" di Alberto Milani, ed. Versante Sud.
Un libro di cui ho intenzione di parlarvi presto, per altro!


E voi, avete una passione che è cresciuta con voi ? Una passione che unisce la vostra famiglia o la vostra coppia o condividete con i vostri figli?



venerdì 19 febbraio 2016

Tra lupi, dinosauri e animali alle prese con il gioco dei travestimenti: le letture del ricciolino.

In questo appuntamento con il venerdì del libro avrei voluto parlarvi del saggio "Tanta gioia nessun piacere. Quando le mamme non si divertono" che sto leggendo.
Oppure di un libro sullo yoga che mi sta aprendo il mondo.
Però ancora non sono pronta, mentre il ricciolino questa mattina ha deciso di portare a scuola alcuni suoi libri da leggere con la maestra e la classe, "perchè così li vedono i miei amici e possono averli anche loro".

E quindi, ecco le proposte!


 Il primo,  
"Au Carnaval des animaux" di Dubuc Marianne 


è famosissimo in Francia e discretamente conosciuto anche qui, nella versione in italiano pubblicato da "La Margherita" editore con il titolo  "Il Carnevale degli animali", per i bimbi dai tre anni in su.













Il ricciolino però lo ha avuto tra le mani prima dei  due anni e lo ha apprezzato anche allora.
E' un piccolo cartonato robusto con i colori molto vivaci, poco testo ed immagini che parlano da sole. Oltretutto, è in tema con il periodo!



Il secondo "Ten Little dinosaurs" è, come si vede, in inglese ed arriva direttamente da New York, dono "di viaggio" di mio fratello per il ricciolino biondo (ma tranquilli, lo potete trovare anche su amazon, ho controllato)


Anche questo è un cartonato robusto dai colori accesi.
La storia però è più complessa e devo ammettere che nè mio marito, che un pò di inglese sa, nè altri amici che hanno studiato o vivono in paesi anglofoni, lo hanno trovato semplice.
Comunque, secondo me, è bello anche solo da guardare!
Gli occhi seguono il lettore perchè "in 3D" e le finestrelle piacciono molto anche ai piccoli.
Amiche blogger che vivete all'estero..questo è per i vostri bimbi!!!
Noi lo abbiamo tirato fuori perchè il ricciolino ieri ha avuto la sua prima lezione di inglese alla scuola materna e voleva assolutamente portarlo oggi alla maestra per mostrarglielo.




Infine questo: "Au secours! Un Loup tout poilu" di Orianne Lalemand e Loic Méhée, ed.  Nathan


Fa parte di una serie con  altri titoli (quelli che leggete nella foto del retro, oltre al fantasma e il drago) e io ne ho sfogliati altri due, quindi posso assicurarvi che sono altrettanto simpatici.

E' un libro secondo me adatto dai tre anni, con tante finestrelle da aprire, illustrazioni vivaci, colorate e molte soprese, perchè "interattivo".
Invita i bimbi ad identificarsi nel protagonista, il piccolo Pierre, che deve aiutare mamma capretto ed il suo piccolo, la nonna di Cappuccetto e un porcellino a trovare il lupo e salvare le sue "vittime", mischiando le strorie di Cappuccetto Rosso, i tre porcellini ed i sette capretti con suspense ed umorismo.



E alla fine, il lupo avrà la sua punizione, grazie all'aiuto del lettore.


Meritata ma meno cruenta del trattamento che gli riservano di solito le favole!!

Purtroppo, che io sappia non esiste la versione italiana.

Buone letture!!!

giovedì 18 febbraio 2016

Sfidando la pioggia..

Sembra già passato un secolo da martedì scorso, martedì grasso.
Sembra già passato un secolo dalla fine delle c.d. vacanze d'inverno, ma sarebbe meglio chiamarle vacanze d'inferno, visto che sono vacanze per insegnanti e bambini o per quei pochi fortunati che possono concedersi una settimana bianca a febbraio (o quegli sfortunati che possono andare in vacanza solo d'inverno, perchè magari d'estate lavorano non stop, capita anche questo).

In ogni caso, siamo sopravvissuti e abbiamo sfidato il tempo inclemente.
Sì, perchè dopo due mesi ininterrotti di siccità, ha piovuto e nevischiato giusto a Carnevale, bagnando battaglia delle arance, rievocazioni storiche, spettacoli pirotecnici e sfilate di carri allegorici e gruppi in costume.

Noi, però, siamo una famiglia di temerari (per i canoni italiani, si intende; probabilmente nei paesi del Nord Europa ci considererebbero dei rammolliti) e quindi io ed il ricciolino siamo andati comunque ad assistere alla sfilata del martedì, senza quasi utilizzare l'ombrello (=usato nella mezz'ora di camminata per raggiungere il centro del paese e poi dimenticato a casa di un amichetto quando sarebbe servito).

Il Petit Prince di casa ha trovato copricati alternativi, pur di sfoggiare in tutto il suo muscoloso splendore il suo costume di Capitan America


 Avrei voluto arrangiarmi anche quest'anno con i vestiti ed il materiale in casa, per confezionare una sorta di costume, come avevo fatto lo scorso anno con il travestimento da diavoletto, ma poi tempo tiranno, l'Alpmarito e altre priorità mi hanno fatto desistere e ci ha aiutato Kiabi.ù

Il ricciolino biondo ha apprezzato tantissimo, anche perchè aveva ampiamente chiesto di travestirsi da uno degli Avengers (con esclusione della "femmina" e di "occhi di falco", perchè con un costume non abbastanza colorato, pare).


La sfilata in sè è stata abbastanza "povera", quest'anno, proprio a causa della pioggia. Niente a che vedere con quella del 2015 o del 2014.

 Tuttavia ci sono stati comunque gruppi e carri colorati da ammirare, come questi simpaticissimi mattoncini Lego..


 ..o il fantasioso "Ipermarché Bousc Daré", supermercato locale di fantasia, "Duert a Carlevé", ossia "Aperto a Carnevale", con tanto di Fontina, carrelli, commessi addetti alle pulizie e pagnotte fragranti.


e quelli dei personaggi storici, la Ninfa, San Martino, il Diavolo ed i Salassi..


accompagnati dalla Banda Musicale e  dai Pifferi e Tamburi di Arnad...



...il ricciolino ha visto i suoi amichetti, ha lanciato coriandoli, raccolto e mangiato caramelle e finito la giornata a far merenda da uno dei suoi amici del tempo del nido.


Quindi, per quel che ci riguarda, è andata comunque bene!!!


Non c'è dubbio, infatti, che con l'arrivo di un bambino in casa cambino abitudini e si scoprano nuovi modi per partecipare ad eventi tradizionali o non e per continuare a fare ciò che ci piace.
Nel nostro caso, archiviate per un pò alcune delle uscite serali carnevalesche e ridotto il tempo dedicato alla battaglia delle arance e/o a fagioli grassi e feste mascherate, mi sono dedicata a far conoscere ed apprezzare il Carnevale anche al Petit Prince.
Le feste sono diventate un pretesto per incontrare i suoi amichetti ed i loro genitori, per passeggiare per i paesi addobbati, per creare o cercare costumi e per godere, ancora una volta, della sua felicità e allegria, cercando di schivare i momenti di capricciosa stanchezza!

E voi, siete stati a qualche sfilata? Come si sono vestiti i vostri bambini? Il tempo è stato clemente con voi?