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mercoledì 21 giugno 2023

La fine della scuola e l'estate che arriva

 21 Giugno 2023


Giornata internazionale dello yoga, che questa mattina ho celebrato con i 108 rituali "Saluti al sole".

Compleanno di mia suocera, con cui abbiamo brindato ieri sera.

E naturalmente, solstizio d'estate.

E' stato e sarà ancora un periodo intenso.

Il Ricciolino biondo, che ormai tanto biondo non è più, ha concluso il suo primo anno alle scuola medie con gite scolastiche, pic nic o panini al bar (con gli amici, con i compagni di classe, con i soli compagni  maschi ecc), tanta stanchezza, la nausea verso il regostro elettronico e le e-mail e la voglia di vacanza: tutto nella norma, insomma.

La pagella è stata ottima e ne siamo contenti perchè si è dato molto da fare organizzandosi bene con i numerosi impegni sportivi (allenamenti di sci nordico, arrampicata, nuoto, ciclismo e gare) e prestando attenzione in classe. 


Adesso la stagione ciclistica è ormai ben avviata e si susseguono gite in bici, allenamenti e gare su MTB e ST, a cui si alternano i pomeriggi di gioco con gli amici e le letture. Insomma: è finalmente estate per lui.

Orsetto e Principessa hanno concluso il loro percorso alla scuola dell'infanzia, con tanto di festa finale, consegna dei diplomini, pizzata con le maestre e merenda tutti insieme.

Stanno ancora frequentando ma siamo agli sgoccioli e presto si sposteranno al centro estivo.

A settembre inizierà l'avventura alla scuola primaria e, mentre vedo che loro sono pronti e guardano avanti senza timori, io penso a quanto mi mancheranno le chiacchere con le maestre, l'assenza di compiti, i lavoretti ed i disegnini (sì, gli stessi che dicevo che non sapevo più dove mettere) e la semplice spontanietà della prima infanzia.

Nostalgia canaglia, anche se rispetto al primogenito, non piango più e attendo i cambiamenti con più serenità.

Intanto, anche i piccoli continuano con il corso di ciclismo, i giri in bici, i giochi al parco e tanto altro, dopo un autunno - inverno - primavera con nuoto, arrampicata, sci nordico, musica e canto.


Ormai qualche mese fa abbiamo chiuso la stagione sciistica in bellezza, con gara sociale, pranzo in rifugio, salita in motoslitta per i bimbi e discesa in raspa per gli atleti.

Io, peraltro, dopo cinque anni dalla rottura del ginocchio, ho trovato il coraggio di tornare in pista e andare veloce come piaceva a me e l'iniziale timore si è sciolto come neve al sole, è proprio il caso di dirlo. Quanto mi era mancato lo sci di discesa, è impossibile da spiegare! 

Principessa ha partecipato per la seconda volta al Coro dei piccoli del paese, cantanto in occasione del concerto primaverile della banda insieme ai suoi amici "coristi", come già a Natale.

Poi, con Orsetto, si sono esibiti nel saggio di musica della scuola frequentata durante l'anno (presso la banda del paese limitrofo, tanto per mantenere namicizie ovunque ;-))

Ora cantano e strimpellano il mio pianoforte ed i loro strumenti in libertà, come vacanza vuole.



Anche per loro, naturalmente, ogni tanto ci sono le garette promozionali in bici, al seguito del fratellone.


E noi genitori? Siamo abbastanza stremati ma certo non ci fermiamo.

Tra escursioni, giri in bici, pranzi e cene in compagnia e il lavoro, siamo ben occupati e spesso molto assonnati.


Per la prima volta dalla nascita di Orsetto e Principessa siamo riusciti a concederci una notte fuori solo io e l'Alpmarito, seppur senza andare molto lontano, e ci siamo goduti una super cena e qualche ora tutta per noi, grazie al regalo di un amico prezioso e la disponibilità della nonna.

Dovremmo farlo più spesso, è certo.


L'orto ha ripreso vita e la maggior parte dei piantini sta crescendo bene. L'erba, invece, cresce fin troppo ed è tutto un tagliare , ahi ahi!



Abbiamo festeggiato il mio compleanno


 e stiamo organizzando i festeggiamenti per Orsetto e Principessa, che hanno già ricevuto in regalo una giornata alla Zoom Torino con la cuginetta.


Il caldo ha già iniziato ad infastidirmi quanto le zanzare ma, per ora, è ancora sopportabile e quindi non mi lamento.

E poi, in fondo, che estate sarebbe senza?




martedì 17 gennaio 2023

Notizie da casa e dal Natale che è trascorso

Non ho più scritto.Da molto tempo latito da questa pagina virtuale.

La quotidianità mi assorbe, eppur ne avrei, di pensieri da digitare.

Intanto un altro Natale è trascorso.

Ed è stato pieno.

Pieno di amici, di impegni sociali, di risate, di mangiate, di cori e canzoni, presepi, visite e sci nordico.

Soprattutto, però, è stato ricco di momenti insieme, noi cinque.

Che fosse per sciare o per preparare la casetta di pan di zenzero.




Per una visita culturale a due passi da casa...

O per vedere i presepi nel Borgo, tra cui quelli dei bimbi delle scuole dell'infanzia e primarie locali, Orsetto e Principessa compresi...

Tra pranzi e cene, non siamo mai stati troppo soli. Perchè Natale è stato il tempo degli amici e dei parenti.

Eppure non basta mai, perchè avremmo voluto vederne tante altre ancora, di persone con cui stiamo bene.

Principessa ha cantato nel coro dei bambini al concerto di Natale, il Ricciolino Biondo ha ricominciato con le gare, di sci nordico anzichè di bici, vista la stagione.

Siamo stati a numerosi concerti bandistici locali, agli spettacoli del teatro dei bambini di Ivrea e tutti e tre i bambini hanno ripreso gli allenamenti di sci, seguito il corso di nuoto e arrampicato in palestra (pure io,qualche volta, a dire il vero).

Orsetto e Principessa si sono dedicati anche all'avviamento alla musica, mentre io non ho mai smesso di praticare yoga e, naturalmente, di infornare.




Insomma, non siamo mai stati fermi, se non per guardarci un bel film, giocare insieme ad un gioco da tavolo o leggere davanti alla stufa accesa.

Certo, non è andato tutto bene.

Ci sono stati momenti tristi, per lutti e litigi, notizie belle ed altre brutte, però non ne voglio scrivere, perchè al domani guardo in positivo.

Abbiamo brindato al nuovo anno...


Cucinato biscotti da distribuire ai vicini...



..i bimbi hanno scartato tantissimi regali, mangiato dolci fino alla nausea e perfino salutato le Befane in scopa !



Siamo stati al Marché Vert Noël e ..

..ci siamo goduti la montagna...


e anche partecipato ad una corsa/pedalata benefica con il cappello da Babbo Natale..


Per chiudere, la Fiera di Sant'Orso a Donnas, in pratica la prima vista consapevolmente da Orsetto e Principessa, tra giovane età e chiusure Covid.



Il tutto non nell'ordine indicato, ma importa poco !

E ora? Caffè e via, nella vita.

E voi, come avete trascorso l'ultimo periodo?

mercoledì 29 luglio 2020

E' una estate strana.

E' una estate strana.
Iniziata in ritardo, perchè non poter uscire, non poter incontrare amici e famiglia, non poter andare in montagna, non è estate.



Il Governo, con le sue decisioni, ci ha rubato tanto, troppo. In primis la primavera, ma non solo.
Esperienze, riti, gite, vissuti, momenti insieme che non si possono recuperare. Per cosa? Per una pessima gestione di un problema sanitario.
Questa cosa non mi va giu' e so già che non dimentichero', non perdonero', neppure coloro che continuano a ripetere che fosse inevitabile agire cosi' (forse perchè hanno paura a guardare in faccia la realtà?) non per quattro settimane o persino 8 settimane ma per quattro mesi, non solo dove c'era l'emergenza ma ovunque.
Che poi in gran parte sono gli stessi che ora raccontano o postano foto di vacanze, spiagge affollate, festicciole per i bambini, aperitivi con gli amici e gite di gruppo. Perchè adesso è liberi tutti e "chissene" di cosa è stato portato via, basta andare in vacanza, no? Con la mascherina al collo, come un collare.

Inutile scriverne ancora, comunque.

E' una estate strana ma ora è estate.
Da qualche giorno troppo afosa ma fino a poco fa di un caldo sopportabile ed anzi molto piacevole e rispetto ad altri anni direi che è stato un giugno ed inizio luglio di lusso, quanto a clima.
Grazie meteo!
E adesso sopporto in silenzio, che tanto lo so che ad ottobre rimpiangero' il caldo, quindi faccio scorta.

E' una estate strana, ma la montagna chiama e noi rispondiamo tutte le settimane.
D'altro canto, ci sono solo da poco gli allenamenti in bici del ricciolino nel weekend ma le gare non si possono fare, quindi se da un lato dispiace per lui, che viveva ogni gara come la festa collettiva che era (e per fortuna!), dall'altro riusciamo a fare le nostre amate camminate e quindi va bene cosi', cogliamo solo gli aspetti positivi e sorridiamo tra i monti. Perchè mica sipuo' sempre essere tristi ed arrabbiati! Voglio collezionare giornate belle, sempre.

E' una estate strana.
Senza il nido, che ci sarebbe stato sempre tranne due settimane di agosto.
Manca, tantissimo, a me ed ai piccoletti di casa.
E' uno strazio quando ne parlano, senza neppure sapere che ci sarebbe stata anche la loro festa, la loro recitina finale e la consegna dei diplomi di "grandi".
Un rito mancato, che mi fa male e fa male alle educatrici e non importa se in tanti non capiscono il mio dolore, la tristezza dei miei figli. Noi sappiamo.

Eppure c'è del buono: i centri estivi.
 



Lavoretti realizzati al centro estivo e con le educatrici a domicilio


La prima settimana, nel primo che ha aperto, non è andata benissimo per i piccoli, molto meglio per il grande.
Troppo ossessivo il richiamo all'igiene ed i controlli, assurdamente lunghe le entrate e uscite scaglionate (per dire, noi pagavamo dalle 8.00 alle 17.00 ed entravano alle 9.30, altri entravano alle 8.00 ed uscivano alle 16.00..), scarsissimo il contatto fisico con bambini che comunque sono piccoli.
Poi ha aperto come centro estivo quello che era un nido privato, a due passi da casa, ed è andato tutto bene.
Il grande frequenta full time e non vuole piu' smettere, continua ad aggiungere settimane, che quest'anno paghiamo volentieri perchè lui ne ha davvero bisogno.
I piccoli purtroppo fanno solo alcune giornate ma sono felici e io tranquilla che siano in buone mani.
Ci sono le regole anti-Covid ma applicate con intelligenza e umanità, senza ossessionare nessuno e dopo 4 settimane stanno/stiamo tutti bene.
Avercene luoghi cosi'.

La regione Valle d'Aosta, invece, per quanto concerne l'infanza a mio parere questa estate ha sbagliato in pieno. Una delusione per il pubblico di una regione considerata virtuosa che ci porteremo dietro e non dimenticheremo a settembre.

Poi c'è il mini progetto (mini er numero esiguo di ore e settimane interessate)  "educatrici a domicilio", sulla cui assurdità di fondo non mi esprimo ma in cui le educatrici e la dirigente del nido hanno messo il cuore, investendo tempo e professionilità e affetto li' perchè di fare altro non hanno loro consentito.
E noi lo apprezziamo molto, cosi' come i piccoli.

E' una estate strana, in cui si rincorrono voci e numeri ma certezze per settembre non ce ne sono.
E allora si vagliano ipotesi. E allora ho incubi notturni e ansie sulle spalle.
Cerco di essere sorda, di scacciare il pensiero e concentrarmi sul presente, sull'estate.

E' una estate strana e stiamo andando a trovare piu' spesso l'Alpmarito in Svizzera ed è bello, rilassante, rispetto all'Italia.

E' una estate strana, in cui orto e giardino ci stanno dando soddisfazioni insperate, gli elettrodomestici si rompono a tradimento (mannaggia a loro!) e non riusciamo a fare tutti i lavori che avevamo programmato pero' qualche piccola miglioria si' e, anche in questo caso, sono comunque belle soddisfazioni.





E' una estate strana, la prima in cui ho deciso che i compiti delle vacanze assegnate (tra cui un plastico di pianure e colline, che anche no) non sono prioritari perchè comunque inutili per colmare i mesi di mancata didattica e lontanza delle insegnanti ed allora preferisco insistere io su pochi apprendimenti ed il resto pazienza.
La nostra amarezza per la c.d. DAD è tanta, soprattutto per l'atteggiamento della scuola, pero' è giusto che non sia il ricciolino a farne le spese e che si goda l'estate.

E' una estate strana, pesante, iniziata già stanca, non spensierata come dovrebbe e con poco tempo libero per noi adulti ma è estate e cerchiamo di godercela il piu' possibile.

D'altro canto, è la prima estate in cui mi fiorisce la violetta in vaso o, per meglio dire, in cui la violetta in vaso sopravvive all'inverno e persino rifiorisce.

E' una estate strana, ma comunque piena e viva.

Se non fosse che sono cosi' stanca, che a volte non vorrei alzarmi dal letto, che lo sogno da quando mi alzo al mattino, che non riesco a riprendermi, sarebbe pure una bella estate, nella sua stranezza.
P.s. Consigli per recuperare energie che non siano andare in vacanza senza i figli? (Mi piacerebbe molto, ma proprio non c'è modo).

venerdì 14 febbraio 2020

È per questo che i figli si ammalano

È per questo che i figli si ammalano.

Per ricordarci quanto bisogno abbiamo, loro delle coccole,noi delle loro braccine strette intorno al collo.
Per costringerci a fermarci e perderci a guardare i loro occhi lucidi di febbre e pieni di amore.
Per spazzar via ogni altra preoccupazione che non sia in primis per la loro salute.
Per farci ridimensionare le aspettative, riprogrammare le giornate e rinviare il rinviabile,
constatando che sì,si può.
E a recuperare ci penseremo poi, ché è vero che a tutto c'è rimedio,quando c'è la salute,come ci diceva la nonna.


È per questo che i figli si ammalano.
Per ricordarci l'importanza dei piccoli gesti di cura, il potere nutriente di una minestrina, il valore di un abbraccio, il piacere dei grattini sul pancino,l'avvolgente della copertina sul divano, l'ipnosi sonnacchiosa indotta da una maratona di cartoni.
Per farci eccheggiare, nei gesti e nella mente, l'eco delle raccomandazioni materne.
Per rammentare quanto sia indispensabile per guarire, l'amore.

È per questo che i figli si ammalano.
Per fare tornare unico, anche solo per una manciata di ore, il figlio che non lo è più.
Per fare assaporare l'esclusiva a chi non l'ha mai provata.
Per avere il privilegio di ascoltare la sua vicina un po'incerta eppur squillante, nel silenzio delle ore normalmente dedicate al lavoro.
Per indurci a tenere stretta la sua manina nella  nostra,n accorgendoci di quanto sia già cresciuta.
Per indurci a vegliare il loro sonno, come quando erano neonati, accarezzando i capelli sudati ed il visetto arrossato, sospirando ad ogni colpo di tosse.

È per questo che i figli si ammalano.
Per darci una buona scusa per acquistare un pacchetto di figurine,un giochino inutile, un giornalino, anche se diseducativi.
Per spingerci ad offrire una caramella,anche prima dei pasti, anche con i denti appena lavati.
Per vederli cresciuti, dopo, di qua che centimetro, come saggezza popolare vuole.

È per questo che i figli si ammalano.
Per mostrarci quanto sono forti e non farci dimenticare quanto sono ancora piccoli, e fragili.
Per amarli ancora di più, mentre il mondo corre dietro i vetri della cameretta.

Perché non c'è amore come il loro per noi, innamorato più innamorato di noi per loro.
Anche se è San Valentino.

giovedì 18 aprile 2019

Ho visto Notre-Dame bruciare, attraverso lo schermo.

Ho visto Notre-Dame bruciare, attraverso lo schermo.
Ho ascoltato le parole di Emmanuel Macron.
Ho sentito la notizia che uno dei pompiere intervenuti è rimasto gravemente ferito e,
per un attimo, ho pensato al valore incommensurabile di una cattedrale con mille di storia alle spalle, rispetto alla breve vita di un essere umano.
Per un attimo solo, perchè nessun monumento, per me, vale una vita e spero per lui,
mentre i media non sembrano interessati a dare sue notizie.
Ho appreso di commenti e polemiche provenienti da paesi extra europei, nei quali si diceva che non c'è stato lo stesso clamore mediatico e la stessa "gara di solidarietà" che si è vista nelle ultime ore quando si è trattato di monumenti più distanti da noi, di intere popolazioni in difficoltà
E ho pensato, non solo per un attimo, che siano tutte cavolate: l'uguaglianza delle emozioni e reazioni non esiste e non credo proprio che sarebbe un bene inventarla.
Potremmo ancora vivere, se soffrissimo per la morte di ogni uomo, donna e bambino, ogni istante, come soffriamo quando a lasciarci è un nostro caro?!?

Ho visto Notre-Dame bruciare, attraverso lo schermo.
Ho ascoltato le parole di Emmanuel Macron.
Ho riflettuto sul potere dei simboli, sulla forza della bellezza, sull'importanza dell'arte e sull'influenza della storia nella nostra identità, individuale e collettiva.
Ho pianto, pensando a ciò che è andato irrimediabilmente in fumo, a ciò che i miei figli non potranno mai vedere come l'ho visto io, come era.

Quanto poco ci vuole, a distruggere? Una vita, una casa, una scuola, una strada, un bosco, un mare, una montagna, una cattedrale?
Quanto tempo e impegno ci vuole, invece, a creare? Una vita, una casa, una scuola, una strada, un bosco, un mare, una montagna, una cattedrale?

Ho visto Notre-Dame bruciare, attraverso lo schermo.
Ho ascoltato le parole di Emmanuel Macron.
E neppure per un attimo, ho pensato al fatto che in fondo sia un luogo di culto cattolico, mentre io sono atea. Ci ho pensato solo ora, leggendo sui social alcuni commenti. Perchè per me, non ha nessuna importanza, a differenza che per altri.

Ho visto Notre-Dame bruciare, attraverso lo schermo.
Ho ascoltato le parole di Emmanuel Macron.
Ho ricordato:
noi due e quella Pasqua a Parigi di tanti anni fa,
con pochi soldi in tasca, nessuna carta di credito e le valigie smarrite da una compagnia aerea che è fallita pochi mesi dopo essere nata,
i pranzi a base di crepes, le cene di raclette ed i ristoranti esotici,
ancora sconosciuti alla provincia italiana,
il freddo pungente di un aprile che somiglia a questo e i maglioni pesanti nelle stesse valigie,
gli alberghi a due stelle con la moquette di dubbia pulizia e gli addetti all'accoglienza scortesi.
Noi due e quella Pasqua a Parigi,
in cui nulla era perfetto, eppure noi eravamo felici,
tra una passeggiata in centro ed il riposo sulla panchina davanti alla Sorbonne,
un giro in bateau-mouche e la salita sulla Torre Eiffel,
gli acquisti nelle librerie e la vista da Montmartre

Ho visto Notre-Dame bruciare, attraverso lo schermo.
Ho ascoltato le parole di Emmanuel Macron.
E ho ricordato:
noi due e quella Pasqua a Parigi di tanti anni fa,
abbracciati davanti a Notre-Dame,
l'amore nel cuore e la meraviglia negli occhi.

martedì 1 gennaio 2019

Ripensando al 2018 , guardando al 2019

Oggi non vi racconterò come è andato il mio Natale, nè vi dirò se Babbo Natale, a cui scrissi questa accorata lettera, ha esaudito almeno uno dei miei desideri.
Lo farò domani o fra qualche giorno.

Oggi, a giudicare da quanto leggo in Internet, è la giornata degli auguri, dei bilanci e dei buoni propositi per il 2019.

Ecco, sui buoni propositi, per quest'anno passo.
Già il pensiero mi ha sempre messo ansia e, comunque, lo scorso anno ne ho formulati due piccoli piccoli, che c'entravano con lo sport ed il movimento: 23 giorni dopo mi sono rotta emipiatto tibiale, menisco e crociato anteriore del ginocchio destro. 
Quindi, col cavolo che ci ricasco!

Preferisco, dunque, dedicarmi ad un bilancio sintetico del 2018 appena volto al termine.

Momenti NO

- la mia rottura del ginocchio;
- l'incidente che ha coinvolto una cara amica, causato da un guidatore distrato dal telefonino, e i cui postumi sono ancora visibili;
- ben due operazioni chirurgiche, per i due maschietti di casa (Orsetto e Ricciolino), a poca distanza l'una dall'altra;
- spese per la casa a non finire (infatti non sono ancora finite);
- cambio di studio;
-  un problema di salute del ricciolino che ci ha tenuti per un pò con il fiato sospeso e che solo l'esito positivo di una serie di esami ha ridimensionato;
- un'infinità di malattie da raffreddamento, infantili, eczemi ecc. per tutti noi, gemelli in primis.
Anche in vacanza, anche a Natale, certo;
- litigi, purtroppo tanti. Perchè quando la stanchezza è tanta e la routine è faticosa per impegni familiari e lavorativi, è difficile non litigare.


Momenti SI'

- l'inserimento al nido di Orsetto e Principessa, perfettamente riuscito, malattie infantili a parte;
- la prima vacanza in cinque, addirittura al mare e persino con belle giornate in compagnia di care cugine;
- le prime passeggiate in montagna a cinque e brevi pedalate tutti insieme (i gemelli nel carretto);
- la prima volta sulla neve per Orsetto e Principessa;
- le gare di mountain bike del ricciolino, che lo hanno divertito ed esaltato;
- soddisfazioni lavorative;
- gli amici ed il tempo trascorso con loro;
- la famiglia o meglio, le famiglie di origine, che pur con i loro pregi e difetti  comunque ci sono vicine;
- lo yoga, che mi aiutato a recuperare la flessibilità del ginocchio e mi rasserena sempre;
- i primi passi dei gemelli;
- il primo compleanno dei gemelli ed il settimo del ricciolino, occasioni di feste, bilanci, gioia;
- il pranzo per i 90 anni di mio zio;
- l'anniversario del primo anno nella nostra casa.

Soprattutto, però, c'è una sensazione che anche nei momenti di maggiore stanchezza e sconforto e tristezza non mi abbandona.
Ci ho messo tempo a prenderne coscienza, a darle un nome, ma ora so cos'è.
E' una sensazione difficile da descrivere e spiegare ma so che qualcuno o forse molti, leggendo, capiranno: è un senso di completezza, dopo anni di incompiutezza.
Perchè ci sono i miei tre figli, quelli che, ne sono certa, erano già nel mio cuore prima ancora di essere concepiti.

E ora, il mio augurio per il 2019, semplice semplice.

 

A tutti voi che mi leggete ed alle vostre famiglie, nonchè a me stessa ed a tutte le persone care che mi circondano, auguro un 2019 ricco di salute e affetti veri e sinceri.

Perchè il lavoro ed una certa quantità di denaro sono necessari, questo è fuori di dubbio, ma sono la salute e l'affetto nostro e delle persone che amiamo, siano essi stretti congiunti, amici, parenti, conoscenze nate per caso o famiglie costruite con tenacia e passione, che rende la vita degna di essere vissuta e ci permette di creare, giorno dopo giorno, momenti di felicità, soddisfazione, gioia, tenerezza e serentà.


giovedì 10 maggio 2018

Far toccare la natura ai bambini e ricaricarsi nel verde

La primavera non è la stagione migliore, per la mia salute.
Ho sempre sonno, devo assumere antistaminici e  spray nasali tutti i giorni, respiro male, mi riempio viso, braccia e mani di eritemi, gli occhi bruciano...l'allergia la fa da padrona e adeguarsi alle giornate più lunghe e luminose è uno sforzo fisico e mentale.
Eppure, mi piace.

 
Foto Mamma Avvocato


La natura si riempie di colori e profumi, il sole, dopo il lungo inverno, scalda le ossa, la pelle si  strati di abiti si fanno più leggeri, le tonalità dei vestiti più cariche e varie, la luce finalmente abbonda.

Così, nonostante la fatica che comporta, nonostante la stanchezza e l'allergia, ogni occasione è buona per uscire, per "stare fuori", semplicemente in un parco giochi, in una stradina sterrata di campagna, tra le viuzze del paese, nei sentieri tra i boschetti o in riva ai bellissimi laghi di cui il Canavese è dotato.



La meta dipende dagli impegni e dal tempo a disposizione ma, se non piove, dopo l'uscita da scuola del ricciolino ed il sonnellino pomeridiano dei piccoli, oppure  nei giorni festivi, porto fuori tutti.



Non crediate che non me ne penta ad ogni rientro e, qualche volta, pure in itinere.
Ogni sera, mi maledico perché ho una montagna di vestiti in più da lavare, i bimbi a cui fare il bagnetto, totale o parziale, il grande da convincere per la doccia, la cena ancora da preparare, borse da sistemare e la stanchezza che mi crolla addosso.
Perché portare un'ora al parco giochi tre bambini non è mai una passeggiata, andare un pomeriggio intero fuori con loro, richiede lunga preparazione e "spreparazione".
Eppure, lo rifaccio puntualmente.



Perché?
Perché l'umore, la mente, gli occhi, la pelle...tutto si rigenera e sono certa che lo stesso accada ai miei bambini.
In più, sono convinta che i piccolini abbiano diritto di toccare l'erba, sedercisi sopra, accarezzare i fiori con i piedini, cogliere terra, sassi e fioriture per conoscersene la consistenza, sentire il canto degli uccellini, guardare il blu e bianco del cielo ed il verde dei prati e delle foglie, godere del calore del sole sulla pelle.
Vivere con tutti i sensi, ogni volta che sia possibile.
Godere della bellezza che c'è intorno a noi.

 
Foto Mamma Avvocato



Certo, se riuscissi a convincerli a tenersi il cappellino in testa e magari pure gli occhiali da sole per più di 30 secondi, sarei ancora più contenta e se si potesse stare nella natura senza sporcarsi di erba, cibo, terra e chissà che altro, ancora di più ma...non si può avere tutto dalla vita no?!?




E infatti, il pomeriggio di uno degli ultimi giorni di festa, mentre l'Alpmarito purtroppo era costretto a lavorare, noi lo abbiamo trascorso semplicemente così, sul prato in riva al lago, ad associare gelato e godere della bella giornata.




Tra l'altro, ho potuto anche dare sfogo alla mia passione per la fotografia, con i miei soggetti preferiti!