E sì, perchè è una ricetta antica che nasce proprio in Canavese e che la mia nonna prepara ogni anno, insieme a mia madre, il giorno di Ognissanti (1° novembre).
Forse perchè la mangio una volta all'anno, forse perchè è preparata con pazienza ed amore dalle donne di famiglia, forse perchè è uno dei pochi piatti tradizionali che non contiene ingredienti a cui sono diventata allergica, è uno dei miei piatti preferiti in assoluto.
Oggi, con il permesso della nonna, voglio dividerla con voi, per ringraziarvi dei tanti graditi complimenti al mio ultimo post.
Le giornate fredde e nevosi di questi giorni, infatti, ben si prestano a questa ricetta.
Mi perdonino i puristi del piemontese se ho scritto il nome scorrettamente (ogni suggerimento è ben accolto).
Supa d'coj
Ingredienti:
ossa per fare il brodo di carne (noi le teniamo da parte apposta)
1 cavolo di grandezza media, preferibilmente il famoso (e buonissimo) cavolo verza di Montalto Dora (TO)
600 grammi di salsiccia
formaggio grattuggiato
mezzo miccone di pane raffermo (vecchio di almeno 2 giorni)
1. Togliere al cavolo la parte dura delle foglie, lavare il resto delle foglie e farlo bollire per 5 minuti (buttando dentro le foglie quando l'acqua bolle). Ottenuto il brodo di cavoli, metterlo da parte.
2. Far bollire le ossa per 1 ora e poi tenere il brodo ricavato.
3. Disfare la salsiccia e farla cuocere per 30 minuti, sempre disfandola per bene, solo con un po' d'acqua.
4. Tagliare il pane a fette di 2 o 3 centimetri.
5. Mettere in un contenitore di coccio (importante, anche se non so perchè) un mestolo di brodo di carne, uno strato di foglie di cavolo, 1 di salsiccia, 1 di formaggio grattuggiato, 1 di pane, 1 mestolo di brodo.
Usare il brodo di cavolo dopo aver finito quello di carne o alternarli (il primo mestolo, però, di carne).
Proseguire così, a strati, fino a finire gli ingredienti, mettendo per un ultimo 1 strato di pane.
6. Far cuocere sul gas a fuoco basso basso per 1 ora, passando sempre la forchetta intorno e nel mezzo (toccando il fondo della zuppa), per evitare che la zuppa si attacchi sui bordi o sul fondo.
7. Passarla nel forno perchè si formi una bella crosticina, aggiungendo ancora un pò di formaggio grattuggiato e qualche pezzetto di burro (che non guasta mai!).
BUON APPETITO!
Questa volta ammetto che non l'ho fatta io, neppure ci ho provato, però giuro che il prossimo anno mi darò da fare!!!!
p.s. Per chi fosse interessato ogni anno, a novembre, a Montalto Dora (TO) si svolge la tradizionale sagra del cavolo verza e naturalmente...si mangia!!!
Vorrei provare a farlo..sembra buona ..grazie
RispondiEliminaBellissima descrizione, io da Castellamonte aggiungo anche un po’ di conserva nella salsiccia e la faccio cuocere solo in forno facendo asciugare il brodo.... varianti ....
RispondiEliminaIo sono di Corio e la ricetta prevede salame di turgia..
RispondiEliminaCiao io la faccio esattamente come te mia mamma ha imparato da mia nonna e da quando sono piccolina il giorno dei Santi abbiamo sempre mangiato la zuppa ora che mia mamma si è ammalata e non può più farla non rinuncio alla tradizione e ho imparato a farla anch io. Buonissima ma soprattutto per una grande emozione mangiarla. Anna
RispondiEliminaAnche io da Castellamonte (e saluto il compaesano Unknown) confermo la correttezza della ricetta. Oramai purtoppo queste tradizioni vanno perdendosi tra i giovani, che guardano solo gli youtuber, ma io, seppur ancora giovane nell'animo, sto cercando con il mio amico Paloma di riportare in auge questo piatto delizioso della tradizione povera contadina canavesana.
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