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mercoledì 21 novembre 2018

Tra svezzamento "tradizionale" e "auto svezzamento": la mia esperienza con il primogenito ed i gemelli

Premessa: questo post non costituisce e non vuole costituire un consiglio medico o nutrizionale, che peraltro non potrei fornire, non avendone le competenze. Si tratta unicamente del racconto di una esperienza personale. Rivolgetevi al pediatra per ogni vostro dubbio o per consigli.

La fase dello svezzamento è molto temuta dalle mamme, sia al primo figlio che ai successivi, anche se, per quanto mi riguarda, per ragioni in parte diverse.


In primo luogo, lo svezzamento costituisce un primo "allontanamento" del bebè dalla mamma, sia quando il bimbo è allattato al seno, sia quando beve dal biberon latte artificiale o materno.
E non sempre mamma e bambino sono pronti ad affrontare questa tappa, anche se lo svezzamento è sempre un percorso graduale, che non esclude allattamento o biberon complementari.

Per questo, sarebbe meglio aspettare che i bambini dimostrino interesse per il cibo, più che attenersi solo a tabelle o indicazioni del pediatra (queste ultime comunque imprescindibili).

Al primo figlio, per me l'idea dello svezzamento evocava scenari apocalittici di soffocamento, ustioni, dimagrimento ma rappresentava anche il primo passo verso pasti condivisi in famiglia, uscite facilitate da casa anche durante l'orario dei pasti ed una maggiore autonomia del ricciolino.
Solo che non immaginavo quanto sarebbe stato lungo il cammino, nè che cullarlo in braccio dandogli il biberon mi sarebbe mancato tantissimo e tanto meno sapevo quanto il mio adorabile mangione avrebbe sporcato ad ogni pasto, dallo svezzamento in poi (e no, non mica ancora finita con questo aspetto).
Con i gemelli, memore di ciò e molto meno in ansia per la sopravvivenza dei bambini, avrei aspettato ben oltre i sei mesi, se Orsetto non avesse avuto un arresto di crescita e non avesse continuato a rigurgitare e soffrire di reflusso ad ogni poppata, senza che nulla potessero appositi sciroppi o latte con formulazioni specifiche.

A quattro mesi il primo mio figlio scalpitava per assaggiare e i biberon strapieni, sembravano non bastare a saziarlo.
Perciò ho iniziato con frutta omogeneizzata a merenda, in aggiunta al latte, per poi ottenere il via libera della pediatra con i primi brodini vegetali a pranzo ancora prima del sesto mese.
L'idea era quella di procedere come da tabella fornitami, iniziando con il brodo, proseguendo con creme di riso, cereali senza glutine ecc., poi introdurre la prima carne omogeneizzata nei brodi, poi il pesce ecc. ecc., passare le verdure ed infine arrivare ai pezzetti di cibo, introducendo un alimento alla volta per almeno 15 giorni prima di proseguire e tenendo lontani dalla tavola alcuni alimenti fino a dopo i due anni o, alcuni, all'anno.
Insomma, lo "svezzamento tradizionale" (che poi tanto tradizionale forse non è).

Inutile dire che pur con tutti i miei sforzi, di regole ne ho rispettate poche, sentendomi ogni volta maledettamente in colpa.

Ho introdotto un alimento per volta, questo sì, osservando eventuali reazioni allergiche o difficioltà digestive, vista la familiarità con allergie anche alimentari e ho anche sottoposto il ricciolino ha specifiche analisi consigliate dallo specialista, scoprendo in effetti che dovevo introdurre con molta cautela alcuni alimenti (sotto il controllo di allergologa e pediatra).
Anche sul sale e i dolci sono stata molto attenta: niente zuccheri, neanche succhi di frutta, e niente sale aggiunto agli alimenti, fino a dopo i due anni.
Quanto al sale, ancora oggi ne usiamo poco, mentre per gli zuccheri ho ceduto con il tempo ma concedo con parsimonia.

Però ho anche scoperto presto che brodini e creme non facevano per mio figlio: lui voleva cibi di

consistenza più solida, voleva masticare pur non avendo denti! Altrimenti piuttosto non mangiava.
Così io e mio marito ci siamo ridotti quasi subito a mangiare pasta scotta e riso stracotto, carne super cotta e ridotta a pezzettini o passate di verdure "corpose", verdure bollitea pezzi e pesce al vapore, il tutto senza sale, per mangiare con lui.
Solo che, per arrivarci, siamo passati attraverso rifiuti del cibo e, per quel che mi riguarda, preoccupazioni e frustrazione.
Niente di drammatico ma comunque non piacevole.

A ripensarci ora, mi sembra che il percorso fino ad un pasto come quello degli adulti o simile, con il ricciolino sia stato straordinariamente breve, complice anche l'asilo nido e l'imitazione dei bimbi più grandi.
L'Alpmarito, invece, lo ricorda come una lunga faticaccia (LUI!!!!), segno che forse io ho semplicemente rimosso.

Con i gemelli, memore di tale esperienza frustrante, ho deciso di studiarmi per tempo l'affascinante teoria dell'autosvezzamento, leggendo anche uno dei libri che viene considerato la pietra miliare di questo approccio: 
"Io mi svezzo da solo. Dialoghi sullo svezzamento" del pediatra Lucio Piermarini.

Un inno alla spontaneità, alla fiducia nel proprio bambino e nelle sue capacità.
Uno stimolo ad attendere i tempi del bambino ed a mangiare insieme in modo (più) sano per tutti, controllando e correggendo le abitudini alimentari di tutta la famiglia.
Un invito a bandire le paranoie sul fatto che il bambino "non mangi abbastanza" perchè le quantità ci sembrano ridotte rispetto a quelle di un adulto o di un coetaneo.

In questo, io ho l'esempio in casa:
Principessa mangia come non ci fosse un domani ad ogni occasione ma da dopo l'anno rifiuta completamente il latte.
Orsetto spilucca quantitativi sempre inferiori rispetto alla sorella e solo se è cibo di suo gradimento (con gusti che variano dalla sera alla mattina), però in compenso integra con mega biberon a colazione e prima di andare a dormire, ancora adesso che ha 17 mesi.

Insomma, poche semplici regole (ad esempio banditi zucchero e sale aggiunto fino all'anno o anche ai due anni) e spazio ai bambini.
Infatti la filosofia di base, per quel che ho capito io, è che non ci sono alimenti di per sè da bandire fino a momenti predefiniti dello sviluppo perchè altrimenti aumenterebbe il rischio di reazioni allergiche (anche se è sempre preferibile introdurre un alimento nuovo per volta per alcuni giorni  permonitorare eventuali reazioni), poiché non ci sarebbero evidenze scientifiche che lo giustifichino.
Ne' è necessario attenersi a quantitativi predefiniti o a tabelle standard di alimenti, perché le esigenze di ciascun bambino sono diverse e variabili ed è il bambino a dover esprimere i suoi bisogni nutrizionali (ovviamente in modo non verbale), non l'adulto.
Dunque bisogna lasciare che sia il bambino a chiedere cibo e ad assaggiare ed i genitori devono assecondarlo in qualunque occasione, senza insistere se invece smette o non vuole.
L'esempio, ovvero lo stare a tavola con i genitori, è fondamentale.
L'allattamento può proseguire fino a che vogliono mamma e bambino.

Riguardo a quando iniziare, Piermarini suggerisce di aspettare i sei mesi circa e comunque quando il  bambino è incuriosito e dimostra di voler assaggiare il cibo degli adulti e purchè sia pronto per alimenti solidi.
Secondo le varie indicazioni trovate sui libri e confermate dalla pediatra, è arrivato il momento se il bimbo:
1 - sa stare seduto sul seggiolone con la testa e la schiena dritta e non ciondola a destra o sinistra o in avanti;
2 - sa afferrare i pezzetti di alimenti con le mani e cerca di portarseli alla bocca (anche se magari non centra spesso il bersaglio!);
3 - sa deglutire  e non si limita a sputare il cibo o a spingero in fuori con la lingua come se succhiasse.
 Naturalmente, è opportuno sentire prima il parere del pediatra di riferimento.

Detto così suona facile e liberatorio ma, secondo il mio parere, non lo è del tutto.

Perché?  
- lasciare che il bambino decida cosa mangiare e quando è pronto a farlo, significa offrirli una discreta varietà di pietanze sane ad ogni pasto, tra cui possa scegliere e con cui possa sperimentare, stimolando il proprio gusto ed appetito ed abituandosi alle diverse consistenze ed ai diversi sapori.
In altre parole, significa doversi assumere una maggiore responsabilità educativa, scegliendo da soli e con consapevolezza cosa portare in tavola e quando;

- significa anche cucinare, dedicando tempo ed attenzione alla spesa ed alla preparazione dei pasti, rendendoli adatti ai bambini, come consistenza e salubrità, anzichè comprare pastine, creme pronte, omogeneizzati, merende ecc.
Con il rischio, peraltro, di cadere nell'errore di pensare che ciò che è preparato inc asa sia per forza più sano, anche se compriamo materie prime di dubbia origine;

- richiede la collaborazione della cerchia familiare, della baby sitter o del nido che si occupa del bambino al posto dei genitori o con i genitori e che deve adottare lo stesso approccio.
E non è sempre facile. Spesso sono i parenti, educati allo svezzamento "tradizionale" ad opporre più resistenza, mentre paradossalmente il nido, se ha la cucina interna e flessibilità organizzativa, può aiutare.

Il mio primo dubbio, perciò, ha riguardato questi aspetti:
1) come fare a mettere in tavola abbastanza varietà per lasciare che sia il bambino a guidare? E' davvero possibile farlo? Quanto e cosa offrire?
2) dove trovare il tempo e le energie per fare la spesa di prodotti freschi spesso e cucinare tutto o quasi in casa ?
3) al nido o dai nonni come sarebbe andata ?

Ho quindi optato per una via di mezzo tra lo svezzamento tradizionale e l'autosvezzamento, decidendo con il papà di mettere sempre i bimbi a tavola nel seggiolone con noi e lasciare che chiedessero e assaggiassero praticamente di tutto, ridotto a pezzettini ma non passato.
Proporre piatti il più simile possibile ai nostri il prima possibile, osservando le reazioni e naturalmente, sforzandoci di migliorare di nuovo le nostre abitudini a tavola: meno sale, cibi più freschi possibili, mmeno alimenti precotti, preparazioni semplici (ma in questo eravamo già abituati), tanta frutta e verdura ad ogni pasto, ricerca della varietà.

Nello stesso tempo, però, davamo anche da mangiare ai bambini le creme e gli omegeniezzati già pronti, nonchè i vari omogeneizzati di frutta, evitando sempre quelli al formaggio o di verdure, facili da sostituire con preparazioni casalinghe, salvo casi particolari.
Per poi passare a frutta a pezzi, micro bocconi di carne e pesce e pastasciutta appena spuntati i primi dentini o comunque rinforzate le gengive e visto che riuscivano a deglutirli.
Anche perchè portarsi le pappine nelle gite in montagna di questa estate o in spiaggia, non sarebbe stato affatto comodo!!!
Al nido, abbiamo lasciato praticamente carta bianca alle maestre, fidandoci di loro e della cucina.

Sicuramente, però, a me non mi è ancora passata l'ansia del "non mangia abbastanza" ,quando si parla di Orsetto, perchè oggettivamente fatica a prendere peso pur crescendo in salute e il confronto con quanto mangia sua sorella viene inevitabile, cosicchè finisco per insistere sempre troppo, con lui.
E quando salta quasi il pasto perchè non c'è nulla che gli piaccia, mi preoccupo seppur meno di quanto  facessi con il primogenito e meno dei primi mesi di svezzamento.
D'altra parte, nessuno è perfetto, no?!?

Insomma, una applicazione non rigida (e con qualche errore) ci è sembrato un discreto compromesso tra praticità ed autonomia, organizzazione e spontaneità.
L'unica soluzione,d'altronde,  che mi è sembrata praticabile con tre figli, di cui due gemelli da svezzare insieme!

Per dare un'idea dei tempi: entrambi i gemelli hanno iniziato ad assaggiare la frutta, mentre noi mangiavamo, pochi giorni dopo i quattro mesi, semplicemnete succiando spicchi di mela e banane.
Orsetto ha iniziato con la crema di riso (i brodi vegetali non li ho proprio considerati, con i gemelli!) a cinque mesi e mezzo, Principessa non è stata pronta (e non c'erano particolari problemi come con Orsetto per spingerla) fino ai sei mesi e mezzo.
D'altro canto, i primi dentini le sono spuntati quasi due mesi dopo il fratello e con il latte di mamma prima e le aggiunte dopo, cresceva molto bene.
Dagli 11 mesi e mezzo, Principessa mangia da sola con le mani e le posatine (queste ultime senza tanta efficacia) nel piatto e beve dal bicchiere con il beccuccio ma, se aiutata, anche da quello normale.
Non ha mai particolarmente gradito i passati e le creme, come il ricciolino.
Orsetto  è arrivato a mangiare da solo con le manine e bere dal bicchiere con beccuccio a 13 mesi ma al nido, fino ad un mesetto fa, preferiva ancora vellutate, passate o comunque cibo quasi liquido, rifiutando i pezzetti ed i bocconi. Non disdegna comunque il biberon mattino e sera.

Quanto al disastro in cucina, a tavola ed addosso ai bambini ad ogni pasto.....stendiamo un velo pietoso!!!




mercoledì 31 ottobre 2018

10 trucchi (+1), pratici e non, per sopravvivere con bimbi piccoli (anche se gemelli)

Premessa: questo post si basa esclusivamente sulla mia esperienza personale.
Pertanto non grantisco che questi trucchi funzionino universalmente, nè che siano originali rispetto a quelli adottati da altre mamme e plurimamme, però spero che vi possano essere d'aiuto o, perlomeno, strapparvi un sorriso o farvi sentire meno sole e/o "mamme allo sbaraglio alla ricerca di continua di soluzioni adatte a gestire la prole!"



1) Riordinare continuamente. Contrastare il caso senza interruzioni. Fare subito ciò che va fatto, senza rimandare (a meno che non sia questione di vita o di morte... o di cacca dei bambini) ad un dopo che non sarà mai il momento giusto.
Come? Ad esempio, mentre si transita per il corridio o una stanza per la casa, fermandosii a raccogliere oggetti per terra o fuori posto e riponendolii dove devono stare, oppure prendere una cesta e mettervi dentro tutto ciò che raccatate nella giornata, per ordinarlo nei primi cinque minuti liberi che trovate;.
Altri esempio? Se cambiate il vostro bambino, subito dopo buttate il pannolino sporco e mettete nella cesta dei panni da lavare i vestiti sporchi; entrati in casa, riponete le chiavi al loro posto, le scarpe nella scarpiera o dove sapete voi, le giacche appese ecc; dopo un pasto, riordinate subito la cucina e pulite, se va fatto, il pavimento.
Sempre, senza dimenticarvene, senza rimandare. Perchè altrimenti rischierete di non farlo più o di farlo quando è diventato un problema insormontabile, quando non potete più procrastinare e siete già con l'acqua alla gola per mille altri motivi.
Da single, c'è sempre tempo per iordinare e si trova quando lo si vuole.
Da coppia, se non riordini nel fine settimana, basterà un giorno nel fine settimana o anche mezza giornata, per rimediare;
Con bimbi piccoli, soprattutto se più d'uno, non basteranno due giorni e, se va bene, comunque due giorni da dedicare alla casa li avrete a disposizione quando i figli compiranno 18 anni. 
Sempre che se ne vadano di casa, qualche volta.

Ovviamente, insistere perchè i vostri figli in età da ragione e chi vive con voi faccia lo stesso.

2) Portar sempre  acqua e cibo e disseminare scorte di cibo e acqua ovunque. 
In borsetta, nella borsa del cambio, nella 24 ore, in auto (vostra e del partner), a casa dei nonni, nell'armadietto della palestra o della piscina (sempre che ancora riusciate a frequentare questi luoghi).
I bambini (o perlomeno i miei) hanno sempre fame e sete, anche se l'ora dei canonici cinque pasti è lontana. 
Soprattutto se è lontana e voi non siete preparati.
Bastano un pacchetto di biscotti, dei crackers, una medicina insalubre ma, grazie a ciò, a lunga conservazione.
E acqua in una borraccia o in una bottiglietta o nel biberon.  
Io però non consiglio di conservare l'acqua nella plastica a lungo, soprattutto con sbalzi di temperatura, meglio una borraccina in alluminio, da cui impareranno presto a bere anche i bambini.
E comunque tranquilli: non vi serviranno mai le scorte, fino a che non le avrete dimenticate o finite
Tra l'altro, il cibo potrebbe servire anche a voi, quando siete talmente di corsa da non avere il tempo di mangiare o vi prende un attimo di nervoso da placare sgranocchiando. 
E l'acqua?
Va sempre bene per lavare al volo manine sporche, sciaquarsi la bocca, detergersi la fronte, levare al volo una macchia dai vestiti (o almeno dissimularla), da mettere nell'apposito vano quando vi siete dimenticati di rabboccare il liquido lavavetri ecc. ecc.

3) Siate ingegnose e cercate soluzioni con mezzi semplici. 
Ad esempio: "Ho finito i cambi ed il bambino è di nuovo tutto sporco e siamo a dicembre, come lo rimetto in auto o nel passeggino per portarlo a casa?!?" (Già successo, già successo)...La copertina o l'asciugamano lasciato in auto per le emergenze che diventa pannolino di emergenza o mantella o fascia e via.
Oppure: "Si strappa sempre quel cavolo di ciuccio e le catenelle in vendita sono inefficaci o vanno bene solo per QUEL modello di ciuccio, che guarda caso ha appena perso o infilato in una pozzanghera id fango?!?" .
Createne una ad hoc (noi, ad esempio, lo abbiamo fatto con moschettoncino e cordino d'abbandono fine)

4) Doudou (overo peluche o copertina per i bebè) sempre, fin dal primo giorno, anche se i primi mesi lo ignora, anche se lo getta per terra e sembra non servire a niente.
L'oggetto transizionale, come il ciuccio, torna sempre utile, bisogna solo insistere a proporlo al vostro bimbo e, quando dovrete inserirlo al nido o lasciarlo dai nonni a dormire o avrà bisogno di rassicurazione e consolazione e voi non potrete esserci, se ne ricorderà.
Ci vorranno mesi, è vero, ma ringrazierete di averlo.
Se non altro, portandolo sempre con voi ed il bimbo, potrà fungere da marionetta per intrattenerlo, potrà essere morsicchiato durante la dentizione o usato per giocare al cucù o tentare approcci di gioco con altri bimbi...
Compratene però sempre due, uguali. Perchè se si attacca e poi lo perde...son dolori!!!

5) Fare camminare i bambini non appena imparano.
Anche se piove o nevica, anche se avete fretta, anche se siete in ritardo, anche se fanno i capricci, anche se costa fatica e tempo ed energie.
Insistere perchè camminino il più possibile, negli spostamenti brevi, ovunque e sempre.
Accettando in cambio scenate, piantini e proteste.
Lasciando a casa il passeggino ogni volta che potete, perchè non vedano neppure l'alternativa.
No, non è per farli soffrire o tormentarli, nè per far soffrire mamme e papà.
E' perchè camminare è una abitudine che si apprende, i muscoli necessitano di allenamento, la volontà pure.
E solo camminando, anche poco ma quotidianamente, diventa facile e naturale.
Tornerà utile negli anni a venire. O almeno, per noi è stato così.
E poi, volete mettere portarsi dietro un aggeggio in meno, che occupa mezzo (o tutto) il bagagliaio?!?

6) Borsa del cambio sempre pronta ed adatta alla stagione e, se si esce a cena o dopo cena, pigiamino (e doudou).
Se avrete fortuna, i bambini si addormenteranno in auto, sul passeggino, a casa dei nonni ecc. e non si accorgeranno che li state mettendo a letto arrivati a casa e continueranno a dormire!

7) Dotarsi di ciuccio fosforescente per la notte.
Ok, detto così è un consiglio semplice semplice e forse sono io che ho scoperto l'acqua calda solo di recente ma...voi lo sapevate che esistino ciucci che si illuminano al buio?!?
Io no, fino a qualche mese fa, quando mi ci sono imbattuta per caso.
E sono stati la salvezza delle mie notti.
Perchè sì, mi alzo e mi sveglio comunque ma almeno questo maledetto ciuccio lo ritrovo rapidamenmte e senza accendere la luce e svegliare gli altri figli!!!

8) Osservare e rubare le idee ed i metodi altrui.
 Non parlo di copiare testi coperti da diritto d'autore o di sottrarre oggetti che non ci appartengono o spacciare per nostre invenzioni altrui, assolutamente no.
Parlo di prendere spunto dalle esperienze e dalle condotte di genitori, nonni, educatori, insegnanti che sembrano utili ed efficaci e che dunque potrebbero fare al caso nostro, con gli eventuali correttivi del caso.
Ritenersi migliori degli altri e guardarli con sufficienza non paga, in questo senso.

9) Lasciare che i bambini decidano da soli quando sono pronti per le tappe successive della crescita (vasino, togliere il ciuccio, svezzamento ecc.), che decidano da soli il più possibile ciò che li riguarda (da cosa indossare al gioco da fare, ecc.) e lasciarli il più possibile "fare" da soli.
In fondo, in giro non è mica pieno di diciottenni con il pannolino o il ciuccio in bocca o che mangino pappine, no?
Non è per renderli autonomi o per incrementare la loro autostima o per altri illuminati motivi.
E' per sopravvivere, voi, non loro.

Perchè non so come siati messi, genitori che leggete, ma io impiego già talmente tanto tempo a discutere per le regole essenziali di sicurezza, per i compiti da fare e per i rifiuti e dinieghi che non possono essere evitati, che sto imparando a lasciare che il resto scorra, per non prendermi un esaurimento nervoso. 
Certo, ho ancora molto da imparare, non lo nego, ma mi applico!

10) Circondarsi di amici. 
Fisicamente, virtualmente, via e-mail, via whatsapp..., purchè possiate scambiare quattro chiacchere, una battuta, condividere una foto, darvi informazioni utili, consolarvi, ridere insieme, programmare gite, gustare buoni piatti o bervi una birra o un bicchiere di vino in compagnia.
Organizzare per vedersi può essere difficile, accogliere in casa richiede impegno, incastrare orari e appuntamenti non è facile. 
Secondo me, però, ne vale sempre la pena, soprattutto con i bambini.
Infatti, i genitori hanno la possibilità di svagarsi, i bimbi pure e, in più, imparano a stare nel rumore e tra le persone non appartenenti alla stretta cerchia familiare.
A lungo termine paga. 
E quando sarete soli, voi e la vostra famigliola, magari in relativo silenzio, apprezzerete di più anche quei momenti.

+ 1 
Infine, ultimo ma non meno importante: 
essere pronti a disattendere tutti i consigli e trasgredire tutte le regole sull'educazione dei figli, anche quelle che vi siete dati da soli.
Solo quando serve ed eccezionalmente, ben inteso, per adattarsi alla relatà, che ha sempre più fantasia di noi!

E ora tocca voi. Svelatemi i vostri trucchi, per favore!!!

giovedì 22 marzo 2018

Consigli di Mamma Avvocato: creme per il cambio ed ossido di zinco

Post NON sponsorizzato. Tutti i prodotti indicati nel post sono stati scelti ed acquistati autonomamente, senza omaggi o sconti.

I miei gemelli stanno per compiere nove mesi.
9 mesi di cambi di pannolini, con una media di sei al giorno per ciascuno + 2 anni e 2 mesi totali di cambi di pannolino del ricciolino, dalla nascita allo spannolinamento.
Un arco temporale abbastanza lungo da aver acquisito una certa esperienza, mia malgrado, in tema di irritazioni cutanee, arrossamenti e relative cremine protettive e lenitive.
Peccato che, entrando in un qualunque negozio di articoli per l'infanzia, l'offerta di prodotti sia talmente vasta da spiazzare.
Ecco allora cosa ho imparato io, nella speranza di essere utile a qualche genitore alle prime armi.
A parte, ovviamente, che le creme per il cambio imbrattano senza ritegno, soprattutto mani e vestiti dei malcapitati genitori e che il tubetto finisce sempre quando se ne ha più bisogno, oltre a costare un botto e piacere tanto ai bambini come "succhiotto" vietato!



1- gli ingredienti ritenuti nocivi sono ormai esclusi praticamente da tutte le creme per il cambio più comuni in commercio, che infatti recitano: "senza parabeni, senza ftalati " , "senza conservati", "senza olio minerali" ecc.
Per alcune, l'elenco dei "senza" si allunga ma, non essendo io una chimica o una farmacista, devo ammettere che, probabilmente sbagliando e per la fretta, non mi ci soffermo più di tanto, confidando in normative e controlli.
Se potete, però, informatevi e leggete con attenzione. 

2- molte creme vantano la presenza di elementi 98% o altre alte percentuali di sostanze di origine naturale. Una dicitura che mi spiazza sempre perché, in fondo, ben poco in questo mondo non ha una origine, seppur lontana, in natura e comunque è talmente generica e indefinita da non fornire precise indicazioni. Insomma, è diverso da una certificazione biologica riconosciuta.
Se però la dicitura si riferisce alla presenza di estratti di erbe o fiori o altre sostanze vegetali, ben venga, a patto di controllare eventuali allergie.
In questo senso, segnalo che la linea Eco-bio Baby&Kids di Apivita (acquistata in farmacia) stando al bugiardino, usa estratti bio ed il 100% di sostanze naturali.

3- la percentuale di ossido di zinco. Finora tutte le creme da me provate lo contengono e, in effetti, questa è l'unica informazione che ritengo utile in caso di irritazioni cutanee in corso.
L'ossido di zinco, infatti, sembra svolgere una azione antinfiammatoria, antisettica, lenitiva, e astringente, oltre a fungere da barriera ai raggi del sole e agli agenti esterni.
Su consiglio della pediatra dei bambini e della mia allergologa, infatti, in caso di irritazioni uso la  crema con la più  alta percentuale di ossido di zinco.
La stessa crema mi serve per miei e loro episodi di  eczema allergico e manifestazioni nei bambini di dermatite atipica.
La pediatra mi ha consigliato la Milsana, che ne ha il 50%, tuttavia io non sono riuscita a trovarla nelle farmacie e negozi vicini, così mi sono fatta confezionare una crema ad hoc dalla farmacista di fiducia.
Tra le creme provate, la più alta percentuale di ossido di zinco si trova nella Baby Foille, 27%.
Tutte le altre ne hanno il 10%. 
Io alterno quelle al 50 e 27% in caso di irritazioni in corso, tornando a quelle con il 10% di ossido di zinco per il mantenimento.

4- la facile spalmabilita' sembra essere inversamente proporzionale alla percentuale di ossido di zinco contenuta. Più ossido c'è, più la crema è pastosa e difficile da spalmare, lasciando le caratteristiche "striature bianche" sulla pelle,  ma anche più efficace e persistente. Insomma, scomodo e fastidioso ma utile.

5- la profumazione varia in base agli ingredienti, anche se in genere è abbastanza neutra, per non infastidire i bambini. Per me la migliore è quella della della Ecobio Baby&Kids di Apivita, perché  lascia un sentore persistente di calendula e miele che è veramente piacevole, anche se risulta molto pastosa è difficile da spalmare.
La Mustela, invece, è in assoluto quella piu' morbida e che si spalma meglio, seguita a ruota dalla Babygella.
La pasta di Fissan e ' un classico che già mia madre usava per me e i miei fratelli, abbastanza pastosa e dalla profumazione neutra ma la migliore per rapporto qualità - prezzo, nei miei acquisti.

Purtroppo non ho ancora avuto occasione di  provare la crema cambio della Euphrida, marca che, per la presenza di amido di riso, lenitivo e astringente, ho sempre utilizzato moltissimo per i solari e per i detergenti per il bagnetto e la doccia, sia dei bimbi che mio, visti i miei numerosi problemi di allergie ma che non trovo nei supermercati.
Vi aggiornerò se e quando la proverò.
E voi, cosa consigliate e perché?

N.B. Il presente post non ha valore di consiglio medico ne' esprime evidenze scientifiche. Si tratta unicamente del parere personale di una mamma priva di particolari competenze in campo medico o farmaceutico.