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mercoledì 13 gennaio 2021

I libri del 2020


2020
anno di pandemia e lunghe giornate in casa.

Eppure, per me, ciò non ha significato più letture ma meno letture.

Eh già, perchè stare in casa con tre bambini, tra dad (o meglio "CAD - compiti a distanza"), lavoro, preoccupazioni, pasti e giochi, ha limato ulteriormente il tempo libero.

E poi ho letto tantissimo ad alta voce ma libri per bambini, piccoli e più grandicelli!

Ecco, comunque, la mia personale e particolare classifica dei 34 libri "miei" letti nell'anno:

  • Il premio “trama più divertente ed originale” a "Un anno alla grande" di Roddy Doyle;
  • come "romanzo più dissacrante”, senza alcun dubbio, "La lista degli stronzi" del per me immancabile Jhon Niven (ne ho scritto qui);

  • tra le graphic novel, che ogni tanto leggo, quello che è un vero e proprio saggio sulla condizione femminile attuale, "Bastava chiedere!" di Emma (recensito qui);

  • il riconoscimento "autore più pazzo" (si fa per dire, ovviamente) va a Janet Evanovich, con i suoi polizieschi divertenti "Batti il cinque" e "Otto volante";
  • il premio “interesse storico” lo assegno a pari merito a “La vita moderna" di Susan Vreeland, storia romanzata della creazione di uno dei dipinti più significative del pittore Pierre-Auguste Renoir, "Il pranzo dei canottieri". Una immersione nello spirito e nell'atmosfera di una Parigi di altri tempi, che mi ha incantata; e "Lungo petale di mare" di Isabel Allende, in un romanzo sulla dittatura venezuelana e la guerra in Spagna che segue due generazioni e mi è piaciuto quanto l'indimenticabile "La casa degli spiriti";


  • "miglior thriller" a "Detonator" di uno dei miei scrittori preferiti, Andy McNab, ma come miglior "legal thriller" Jhon Grisham non sbaglia con "L'avvocato degli innocenti";
  • tra i gialli, "Pista nera" di Antonio Manzini ma più per l'ambientazione, nella bella Val d'Ayas in versione invernale, che per la trama;
  • il premio "libri per bambini/ragazzi belli anche per gli adulti" va senza dubbio a "Rover salva il Natale" di Roddy Doyle, da leggere con i propri figli, per sorridere insieme;
  • il premio “commozione portami via” va a Cambiare l'acqua ai fiori" di Valérie Perrin (qui, quel che ne ho scritto);
  • il riconoscimento speciale nella categoria "il trionfo dei sentimenti" a "La casa sul fiume" di Lena Manta, una storia di una famiglia di donne che mi ha stregato e commosso;


  • coppa “romanzo classico da non perdere” senza dubbio ad “L'alchimista” di Paulo Coelho, che non ho capito neppure se mi sia piaciuto o no ma penso sia da leggere;
  • medaglia “libri sulla maternità/paternità” a “Gustavo senza coccole” del bravissimo Alberto Pellai;
  • tra i libri “leggeri eppure che meritano” vincono “Solo Floradi Stefania Bertola, la scrittrice torinese che non mi delude davvero mai e mi regala ore di diletto e "Uno più uno" di Jojo Mayes;
  • "il miglior romanzo di una serie/saga", quest'anno è per "Aria di novità" di Carmen Korn. Peccato solo che io abbia iniziato dal finale di questa trilogia che segue quattro amiche, dall'adolescenza alla vecchiaia nella Germania del '900, attraverso gli anni'20, la guerra e la divisione Est/Ovest. Ora devo assolutamente procurarmi i due volumi precedenti;

  • il premio “non so in che categoria collocarlo ma mi è piaciuto molto” : L'enigma della camera 622" di Joel Dicker;
  • per "miglior biografia/autobiografia" non ho dubbi: "Ufficio salti mortali" di Enrico Morello, di un collega avvocato torinese purtroppo prematuramente scomparso;

  • tra i saggi e manuali, il posto d’onore a: “Il cuore dello yogadi T.K.V. Desikachar, che sicuramente conosce chiunque si sia avvicinato allo yoga ed alla sua filosofia;

  • infine, tra "i romanzi d'amore che non saranno capolavori ma fanno bene al cuore", "Una boccata d'aria fresca" di Katie Fforde e "Ti ricordi di me?" di Sophie Kinsella;

venerdì 4 ottobre 2019

Le letture di Mamma Avvocato: i libri dell'estate 2019

Questa estate ho letto, anche se non sempre in modo soddisfacente.
Ecco allora una panoramica dei miei libri dell'estate 2019, agosto e settembre (le letture di giugno e luglio consigliate le trovate qui, qui e qui).

Quando l'estate volgeva ormai al termine, è arrivata una ventata di freschezza con  "Divino amore" di Stefania Bertola (ed. Einaudi, 2019, pag. 258).


I romanzi di questa scrittrice mi piacciono quasi sempre, d'altro canto, per la loro ambientazione tra le strade di Torino, che mi fa sentire un pò "a casa"; per i suoi personaggi, quasi tutti femminili, così fuori dalle righe ma, nello stesso tempo, così ordinari nella loro quotidianità, per il modo in cui gioca a combinare trame originali e un po' improbabili basate su incontri apparentemente casuali che, nella realtà, non sono poi così rari, soprattutto in una città che sembra tanto grande ma è in fondo un paesone in cui, gira e rigira, in ogni ambiente si conoscono tutti; per la sua ironia, che non guasta mai; per la schiettezza con cui si esprimono le sue "eroine".
Insomma, anche questo romanzo mi ha divertito e rilassato, come i precedenti della Bertola (li trovate sotto l'etichetta "Bertola", appunto!).

" - Pure l'amore si costruisce?...(omissis)..
Kevin ci pensa un attimo. Non è una domanda da prendere alla leggera.
 - L'amore ..dipende quale. Certi sono come i mobili che compri dai cinesi. Porti a casa, usi tre mesi, e poi si butta. Certi sono come i mobili dell'Ikea, che fai un casino di fatica a montarli e poi sono bellissimi ma dopo qualche anno i cassetti tipo si sfondano."
- Ah-, Rodrigo sembra soddisfatto della risposta. - Vedi? Non è roba che dura. O se dura, ti stufa, come i mobili delle zie.
- Tranne certe volte, che magari trovi un armadio o un como' al mercatino dell'usato, e capisci subito che di quello non ti stancherai mai, se lo modifichi un po'. Devi sempre modificarlo un po'.Tipo una credenzina che abbiamo noi, che l'abbiamo diointa di azzurro, prima era carina ma potevamo stufarci. Adesso è una roba che non mi stanco mai di guardala. Non lo so perché. Sarà quel punto di azzurro.
Rodrigo annuisce, e chiude.
...."
Stefania Bertola, "Divino amore", pag. 240-241.


Leggero, scorrevole e abbastanza divertente anche "La famiglia prima di tutto" di Sophie Kinsella (ed. Mondadori, 2019, pag. 330), un'altra autrice in cui mi rifugio con soddisfazione quando ho bisogno di letture tranquille (anche di questa scrittrice, troverete altri consigli di lettura nel blog, se vorrete).
Questa volta, però, confesso che la protagonista femminile mi ha fatto arrabbiare, almeno per 2/3 del romanzo: troppo arrendevole, debole, manipolata, sentimentale...
Avrei voluto darle uno schiaffo e dirle di svegliarsi. Ed in effetti, nel finale...
Non dirò oltre, per non rovinare la lettura, che comunque consiglio.



Prima, nel pieno del caldo estivo, mi hanno tenuto compagnia la sera storia insolite e forti, frutto di indagini giornalistiche condotte, con dovizia di ricerche, da Jon Krakauer, in "Estremi. Dall'Everest al Pacifico: avventure di uomini straordinari"  (Ed. Corbaccio, 2018, pag. 185).


Una raccolta senza un filo conduttore evidente, se non la peculiarità di scelte insolite, che mi ha mostrato i retroscena della moda dei campus  estivi di formazione nella natura per adolescenti, che in America ha assunto più volte tinte fosche e tragiche, ma anche parlato di alpinismo, impatto dell'uomo sull'ambiente nei parchi nazionali e dell'ìambiente sull'uomo, con i pericoli di vulcani solo apparentemente sopiti.
Consigliato, anche per stimolare la curiosità e la voglia di conoscere realtà diverse.

Non sono mancati altri romanzi, come "Sindrome da cuore in sospeso" di Alessia Gazzola, il prequel della serie dedicata ad Alice Allevi, che ancora non avevo letto e che mi ha mostrato una Allevi più giovane e immatura, alle prese con la decisione di scegliere la specializzazione in medicina da iniziare e l'inizio del suo amore per il professore Claudio Conforti, dopo che avevo già conosciuto tutta l'evoluzione della protagonista, sino all'ultimo romanzo, "Il ladro gentiluomo" non dei più allegri ma sempre appassionante.
Piacevole e imperdibile, se amate la serie.

La stessa Alessia Gazzola mi ha sorpresa con un altro romanzo, con protagonista sempre una giovane donna ma non medico legale, in "Lena e la tempesta", uscito nel 2019 (Ed. Garzanti, pag. 186).


D'altro canto, "Non è la fine del mondo", con cui l'autrice aveva "abbandonato" Alice Allevi per un romanzo rosa diverso, senza però perdere lo stile divertente, schietto e frizzante che la contraddistingue, mi era piaciuto ancora di più dei libri dedicati al medico legale romano, per cui non avevo particolari timori nello scegliere "Lena e la tempesta".
Il romanzo infatti mi è piaciuto, però non quanto mi aspettavo, perchè la storia, pur positiva, prende avvio da un grave trauma subito dalla protagonista, presto svelato dalla stessa Lena narrante, e dalla necessità di elaborarlo per imparare ad amare. Insomma, una lettura abbastanza forte.

Alice Basso, conosciuta con "L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome", non mi ha convinta altrettanto con "Scrivere è un mestiere pericoloso" (ed. Garzanti, 2016, pag. 337), che comunque consiglio perchè ha una trama isolita e ben costruita, scorrevole e con due protagonisti, Vani Sarca ed il commissario, che è difficile non apprezzare.
Ritengo tuttavia preferibile approcciarsi alla scrittrice con il primo romanzo, prima di leggere questo.


 Infine, ma non ultimi in ordine di apprezzamento, Andy McNab, con "Silencer" (ed. Longanesi, 2017, pag. 455)



e Manolo, ovvero Maurizio Zanolla, che racconta la sua infanzia e la sua vita da arrampicatore in "Eravamo immortali" (ed. Fabbri, aprile 2018, pag. 385).


Dei romanzi di Andy McNab ho già scritto molto, sul blog (l'ultima volta, qui; la prima, qui), perchè io li trovo insuperabili, se cercate romanzi d'azione e di spionaggio avvincenti e realistici e li volete scritti in modo scorrevole.
D'altro canto, l'autore dal 1984 al 1993 ha fatto parte del SAS - Special Air Service, il reparto d’elite dell’esercito britannico, quindi conosce la realtà che romanza.
In più è difficile non affezionarsi al protagonista, Nick Stone, seguendolo nella sua crescita e maturazione personale, di missione in missione.
Insomma, per me è una certezza del genere "thriller" o "spionaggio" e non mi perdo nessuno dei suoi libri (o meglio, di quelli tradotti in italiano), perchè non mi deludono mai.

Manolo, all'anagrafe Maurizio Zanolla, è invece....il Mago.
Ovvero, se arrampicate lo sapete di certo.
Se non arrampicate, dovreste almeno cercare di conoscere la sua storia, perchè è uno dei più forti climber italiani e uno dei primi arrampicatori in libera d'Italia  (per esempio, è stato il primo italiano a fare una via d'arrampicata di difficoltà 8b con l'Ultimo Movimento in Totoga nel 1986, senza contare l'8a con Masala Dosa sulla falesia di San Silvestro nel 1992 in free solo).
Io ho avuto la fortuna di osservarlo e sentirlo raccontare le sue scalate dal vivo, anni fa, e vi assicuro che fa venire i brividi.
Il suo libro, a parte i capitoli dedicati ad infanzia e giovinezza, molto interessanti per chi apprezza le biografie, è dedicato a chi l'arrampicata un pò la conosce, perchè è un'insieme di aneddoti e racconti di scalate importanti.
Mancano, a mio parere, maggiori riflessioni intime e personali, che avrebbero arricchito la narrazione.
Consigliato agli amanti della roccia.


Nel mentre, c'è stata anche qualche lettura per bambini e ragazzi fatta ad alta voce insieme al ricciolino (a cui dedicherò un altro post) e un paio di libri che non consiglierei, di cui dunque non sto a scrivere.

Con questo post torno a partecipare all'appuntamento con i venerdì del libro di Home Made Mamma.

venerdì 28 settembre 2018

Le letture di Mamma Avvocato: “Ragione e sentimento” di Stefania Bertola


"Ragione e sentimento” di Stefania Bertola, ed. Einaudi, 2017, pag. 224


Di questa autrice ho già parlato spesso, su questo blog (con  "Ne parliamo a cena", forse il più bello in assoluto, di cui ho raccontato sia le mie prime impressioni su questa autrice, sia quelle derivanti dalla rilettura ; "Ragazze mancine", altro riuscitissimo romanzo, al pari di "La soavissima discordia dell'amore"..; ed infine "La luna di Luxor", quello che ho apprezzato meno e "Il primo miracolo di George Harrison" una originale raccolta di racconti), qui perché i suoi romanzi mi piacciono davvero molto e non me ne perdo neppure uno.

In primis, è una scrittrice italiana, anzi, piemontese. E questo mi inorgoglisce (permettetemi un po' di sano campanilismo).

In secondo luogo, i suoi romanzi sono sempre ambientati a Torino, dove ho vissuto per quattro anni e che ho frequentato e frequento ancora, dove ho ancora qualche amica e dove sono nati i gemelli…dunque tra le pagine dei suoi libri, respiro aria di casa e riesco facilmente ad immaginare le protagoniste muoversi tra viali, controviali, vie pedonali, piazze, colline ecc. del capoluogo piemontese.

In terzo luogo, ma forse primo in ordine di importanza, sono scritti in un italiano corretto, con una prosa scorrevole, tanta ironia e una buona dose di leggerezza, anche se le protagoniste, tutte al femminile (i ruoli maschili sono sempre complementari), affrontano momenti difficili della vita.
È un po’ come se sapessero reagire con quell’innata imperturbabilità di facciata e quelle intime forza e  determinazione che, secondo me, rendono vincenti i piemontesi, seppur in modo poco appariscente.

In ogni caso, si tratta di romanzi rosa da leggere tutto d’un fiato, per ridere e sorridere e questo libro non fa eccezione.

Impossibile non sviluppare empatia per Eleonora e non sospirare come lei dinnanzi alla sua svagata sorella Marianna, alla disperata ricerca di un amore puro ed eterno, che somigli a quello descritto dai sonetti di Shakespeare, ed alle trovate della piccola Margherita, capace di elaborare lutti e cambiamenti rifugiandosi in un suo mondo parallelo, ove dialogare con i suoi fidanzati immaginari, niente meno che idoli del rock. 
Impossibile non sorridere, nonostante tutto, vedendo la capacità della madre, Maria Cristina, di mantenere ferme le sue signorili abitudini anche in povertà e, soprattutto, difficile non esultare quando Lux e Rossana, due "rivali” in amore ed in famiglia delle tre sorelle Cerrato, saranno abilmente rimesse al loro posto.

Alla fine, infatti, ragione e sentimento riusciranno a fondersi e trionfare insieme, nella migliore tradizione del lieto fine.
Insomma, una lettura che regala relax e buon umore!!!

Questo è dunque il mio consiglio di lettura per questo venerdì del libro.


venerdì 12 settembre 2014

Tra "Ragazze mancine" della "Torino bene", fattorie francesi, ispettori di polizia e contadine scontrose

Nel mese di agosto, avendo trascorso gran parte delle mie "vacanze" a casa, ho avuto modo di leggere molto (c'è sempre un aspetto positivo!).
Siccome dopo "Non dirmi che hai paura" e "Il bambino della casa numero 10", bellissimi ma forti, avevo bisogno di un po' di leggerezza, ho cambiato genere, regalandomi l'ultimo romanzo dei Stefania Bertola (autrice di "La soavissima discordia dell'amore", "Ne parliamo a cena", La luna di Luxor, "Il primo miracolo di George Harrison" e di molti altri romanzi, di cui vi parlerò, prima o poi), che adoro, e un libro in francese che è stato una vera rivelazione.
"Ragazze mancine" di Stefania Bertola, ed. Einaudi, Euro 18,50, pag. 277
Adele ed Eva sono due ragazze completamente diverse, anche se accumunate dal vivere entrambe un po' in un mondo tutto loro.
Adele nella vita ha un'unico obiettivo: non lavorare. Vuole andare ai concerti, visitare i musei, leggere e studiare ma senza alcun fine professionale. Tutta la sua infanzia, il suo percorso scolastico ed universitario e le sue scelte sono sempre state dirette a trovare un buon partito da sposare. E' c'è riuscita, sino ai 30 anni.
Eva, invece, mantiene se stessa e la figlia facendo mille lavori diversi, spesso in contemporanea.
Eppure e' serena, perché ha un segreto.
Quando le due ragazze si incontreranno, ad un casello autostradale, in un momento difficile per entrambe, troveranno il modo di aiutarsi e cambiare la propria vita.
Animatori di villaggio, proprietari di aziende agricole, avvocati di grido, madame e madamine torinesi, autisti e domestiche, si intrecciano alle protagoniste, in espisodi surreali e divertenti.
Avvenimenti improbabili, rocambolesche avventure, nuovi amori, nuovi lavori e tante risate, nel consueto scenario della bella Torino, per una lettura distensiva e piacevole ma non scevra di ironia e riflessioni sulla società, l'amore e le scelte di vita.
In questo romanzo, Stefania Bertola non delude: consigliato!
*****
"Marie d'en haut" di Agnes Ledig, ed. Pocket (www.pocket.fr), Euro 6,70 (In Italia), pag. 318.
C'era una volta un ispettore di polizia appassionato di VTT (velo' tout terrain, in pratica montain bike), molto asociale e un po' acidello, chiamato a indagare su un caso di lesioni, che si trovo' ad interrogare una contadina dal carattere scontroso ma molto carina, che abitava tutta sola nel bel mezzo di una zona montagnosa e isolata della campagna francese, e poi scopri'...un amico, un cane e...
no, il romanzo non inizia così, questa e' solo l'estrema sintesi della vicenda che da avvio ad un rapporto speciale, tra l'ispettore, una contadina originale e l'amico di lei e non solo
E' un romanzo divertente, ironico, che parla di infanzia difficile, di infanzia felice, di una maternità non convenzionale, di una procreazione un po' particolare, di amore, quello tra un uomo ed una donna e quello tra amici, quello filiale e quello materno, in un intreccio in cui non mancano sentimenti, colpi di scena, situazioni esilaranti e commozione.
Scorrevole e piacevole, anche per i molti giri di parole (che io non sempre ho colto), per il linguaggio semplice, con qualche "gros mot" senza mai essere volgare con protagonisti difficili da dimenticare, immersi nella montagna e campagna francese.
Vermante carino e, naturalmente, consigliato.
Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Paola.

venerdì 2 maggio 2014

Stefania Bertola & Linus, le mie letture della settimana


"Luna di Luxor" di Stefania Bertola, pag. 179, ed. Salani.


Questo romanzo della Bertola risale al 1988/1989, "Era il mio primo libro, ero abbastanza giovane, avevo i capelli molto lunghi e due figlie piccole", come spiega l'autrice nella prefazione.
In relata' non il primissimo libro scritto, ma il primo libro pubblicato, recentemente riedito (aprile 2013).
In effetti, secondo me, si vede.
Rispetto agli altri romanzi della stessa autrice c'è un non so che di caotico e frammentario, qualche vuoto narrativo e forse un po' troppi personaggi.
Inoltre, non è ambientato a Torino ma in parte nella campagna scozzese in parte in quelle romana, anche se non è del tutto chiaro.
Nel complesso non posso dire che questo libro mi abbia appassionato quanto gli altri però è comunque una lettura leggera, piacevole, ironica e divertente, che non delude.
I personaggi sono stravaganti e sopra le righe, come al solito, ma risultano subito alcuni simpatici ed altri anticipaticissimi, l'amore non manca mai ed i colpi di scena ed il lieto fine pure.
Una aspirante scrittrice che lavora per una rivista di moda, una ragazza ricca ma annoiata in cerca di lavoro, una famiglia della nobiltà romana con due figlie libertine e poco convenzionali, due nozze in vista, un pianista infedele e una star del rock innamorata, una redazione giornalistica che cerca lo scoop dell'anno ed una improbabile infiltrata, un giovane aristocratico in cerca di soldi e un allevatore di bestiame in cerca di nobiltà...il tutto mescolato tra le mura di un antico e lussuoso maniero, tra feste, eccessi, incontri amorosi e pettegolezzi.
Di più non posso svelare perché la trama e' davvero così intricata che rischierei di rovinare il divertimento ai potenziali lettori.
Insomma, potrebbe non piacere a chi non è ancora abituato allo stile molto particolare dell'autrice e non lo consiglierei come suo primo romanzo da leggere, però lo consiglierei comunque!
***
"Parli sempre di corsa" di Linus, Mondadori, 2010
Ho trovato questo libretto di 100 pagine tra i libri di mio padre, appassionato di corsa e, memore delle recensione che avevo letto tempo fa sul blog di Home Made Mamma, l'ho preso in prestito e letto in due serate.
La scrittura e' scorrevole, il tema la corsa, come la vive l'autore, le sue impressioni ed emozioni, la sua infatuazione per questo sport.
Insomma, nulla di particolare ma un comunque godevole per chi ama, almeno ogni tanto, mettersi le scarpe da ginnastica ai piedi e uscire a correre.
Come me e l'Alpmarito, ieri sera dopo cena, appena prima che arrivasse il temporale, armati di pile frontali.
La corsa come non l'avevo mai provata, perché ogni tanto ci vuole un'emozione nuova!
Con questo post "doppio" partecipo, come ogni venerdì, all'iniziativa di www.homemademamma.com, Venerdì del Libro.

venerdì 27 settembre 2013

Ne parliamo a cena

Ne parliamo a cena, di Stefania Bertola
I giovedì sera, con cadenza caoticamente periodica, Costanza, amante da sedici anni in attesa, e le sue cugine, Veronica, quattro figli +1, un marito fin troppo perfetto ed un ménage familiare invidiabile, Sofia, una figlia che fa di tutto tranne studiare, una separazione in corso e gusti un po' retro', Bibi, che non è fatta per essere continuativamente materna e preferisce lasciare ogni tanto ai suoi gemelli un forte influsso periodico, girando il mondo vestita di cashmire da capo a piedi e Irene, un figlio, un quasi ex marito e due uomini che alterna con nonchalance ma poco entusiasmo, si trovano a cena per sviscerare, a turno, la vita di ciascuna di loro, confrontando drammi, dispensando consigli inutili, condividendo gioie e pensieri.
Il tutto allietate da piatti dai nomi improbabili, frutto delle ricette di famiglia e delle sapienti mani delle zie.
Nel frattempo, la vita delle cugine prosegue, nella Torino moderna, in un negozio di Carta e Cuci, cartoleria-merceria paradiso delle donne che non hanno tempo ma il poco che hanno adorano perderlo che gestiscono insieme Sofia, Costanza e la loro amica Carolina, allegramente zitella, per scelta e vocazione.
Tra improbabili appostamenti al buio, ex mariti agguerriti, amanti incostanti e recidivi, fidanzati non desiderati, tutti dai nomi sabaudi e dai caratteri originali, ristoranti rosa a nuvolette, case di Barbie, cassettoni rossi e case contese, si svolgono le avventure quotidiane di queste eroine dei nostri giorni.
Un romanzo leggero, che forse si dimentica in fretta, ma frizzante, scorrevole, ironico e mai banale.
Insomma, una perfetta lettura di evasione, femminile senza essere melensa e divertente quanto basta!
Ecco il mio suggerimento della settimana per partecipare al Venerdì del Libro di Home Made Mamma, www.homemademamma.com

venerdì 18 gennaio 2013

Venerdì del libro

Premesso che non sono avvezza a recensioni, oggi vorrei provare a cimentarmi anche io nell'iniziativa di http://www.homemademamma.com/

"La soavissima discordia dell'amore" di Stefania Bertola.


Si tratta di un romanzo "leggero" e divertente, di quelli che si leggono con piacere quando si è stanche e si vuole "staccare" o si ha bisogno di ridere in cuor proprio per risollevare l'umore.
Protagonisti sono gli attori di un teatro amatoriale, il Tesk, con le loro vicende di vita familiare e amorosa.
Se li descrivessi, dovrei svelare anche il finale delle loro storie e rovineri la lettura a voi, quindi vi basti sapere che si parla di matrimoni non voluti, sogni professionali, determinazione e ostinazione, gesti impulsivi e furibonde litigate e, naturalmente, amori "strani" tra opposti ,che si attraggono proprio perchè opposti, e amori che si completano.
Esilerante e fin troppo vero l'atteggiamento di Gianna e Ornella, madri disposte a tutte pur di celebrare nozze che "non si hanno da fare".
Appassionanti gli scontri verbali tra Agnese e Rocco.
Stupefacente la figura di Elsa, governante tutta improbabili proverbi, ma assai poco old style.
Divertentissimo il marito medico di Emilia, troppo infedele per stere sposato e troppo fedele per separarsi.
Ironico lo psicologo che scopre di poter guadagnare (e divertirsi) di più facendosi chiamare  "psicopata".
Simpatici i genitori di Agnese, cubani d'adozione.

Si ride anche solo leggendo gli improbabili nomi dei protagonisti!

Il carattere di ogni personaggio è esagerato, così come le vicende, un pò surreali, ma sempre sul filo della verosimiglianza e ciò rende il tutto più intrigante.
E poi, come tutti i romanzi della Bertola, è ambientato a Torino, città a me cara.
Per concludere, una piccola citazione:
 "Spesso nella vita delle donne avviene questo fatto interessante, e cioè che appena una comincia a stare meglio dopo un periodaccio, a una sua amica succede qualcosa per cui è lei a stare peggio, e il circolo delle consolazioni non si interrompe bensì cambia semplicemente senso, da orario ad antiorario o viceversa."


Buona lettura!