Visualizzazione post con etichetta Sardegna. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Sardegna. Mostra tutti i post

martedì 6 giugno 2017

L'entroterra sardo: la Domus de Janas di Sedini

Durante il nostro viaggio estivo in Sardegna, oltre a godere del magnifico mare, abbiamo dedicato ampio spazio a incursioni nell'entroterra, facendo piacevolissime scoperte.

Tra queste, la Domus de Janas del Comune di Sedini, Anglona (SS) a cui siamo giunti quasi per caso.



Le domus de janas, ovvero, in lingua sarda, le case delle fate (da quel che ho capito il termine indica infatti le persone minute, piccoline, per cui le strette stanze e corridoi sembrano creati), sono strutture sepolcrali preistoriche, costituite da tombe scavate nella roccia, risalenti al Neolitico (4000-3200 a.c.), spesso unite da corridoi fino a formare vere e proprie necropoli, tipiche delle culture prenuragiche.



Quella presente nel Comune di Sedini, da noi visitata, viene considerata una delle piu' grandi della Sardegna e, soprattutto, è facilmente accessibile perchè si trova nel centro storico del paesino e all'interno di un enorme masso non interrato. Viene infatti detta "la cattedrale delle domus de janas" e gli abitanti del luogo la chiamano "la Rocca".

Nel tempo, la domus de janes di Sedini è stata adibita anche ad usi diversi. 
Nel piano inferiore si vedono ancora le nicchie usate per le sepolture (con tanto di scheletri che hanno attirato il ricciolino), mentre ad uno dei piani superiori, accessibile mediante una stretta scala scavata nella roccia, si puo' vedere come veniva utilizzata, come focolare, nel Medioevo.


All'ultimo piano, usato come abitazione fino agli anni '50, è stato allestito dal Comune (che ha acquistato la struttura e gestisce le visite), un museo etnografico permanente, costituito da due stanze in cui è stato riprodotta una abitazione tipica, con oggetti e utensili utilizzati dal 1700 a poche generazioni fa.

A me ha impressionato molto perchè sono esattamente gli stessi oggetti ed arredi che si trovano nelle vecchie case piemontesi e valdostane, magari abbandonati in cantine o fienili.
Infine, vi è una piccola mostra fotografica sul territorio di Sedini (una stanza).

La visita guidata (spiegazione breve ed essenziale), costa 2,5 Euro a testa: davvero poco!
Il paese, tra l'altro, è caratterizzato da altre abitazioni ricavate nella roccia, visibili con una breve passeggiata nel centro storico.


Insomma, un altro angolo di Italia, in questo caso di Sardegna, da scoprire, che piacerà molto anche ai bambini. Un tuffo nel passato, tra un bagno al mare e l'altro!
Sedini, infatti, si trova a soli 20 minuti di auto (circa 16 km) dal borgo sul mare di Castelsardo, nel nord della Sardegna.

mercoledì 12 aprile 2017

La tomba dei Giganti di Lu Brandali e le Cave Romane di Capo Testa: la Sardegna storica

Uno degli aspetti che ci aveva colpito di più durante il nostro viaggio estivo in Sardegna di due anni fa, è certamente la compresenza di un mare straordinariamente bello, di un territorio interno tutto da scoprire e di siti archeologici molto interessanti.

Uno di questi è certamento il complesso di Lu Brandali, insediamento nuragico situato nel Comune di Santa Teresa di Gallura, forse più famosa per le sue spiaggie.



Il complesso comprende la Tomba dei Giganti, così chiamata per le pietre di grosse dimensioni usate per la costruzione, che hanno alimentato la leggenda di una tomba per figure giagntesche, mentre in realtà si tratterebbe della tomba del villaggio sito nelle vicinanze.
In effetti, le dimensioni dei resti sono davvero impressionanti e hanno colpito molto il ricciolino, nonostante all'epoca della nostra visita avesse solo tre anni.


La Tomba dei Giganti

Vi sono poi i resti di un villaggio abitato tra il XIV ed il X secolo a.c., nel quale ci siamo aggirati pieni di stupore e meraviglia, cercando di immaginare con il ricciolino come poteva essere la vita quotidiana all'epoca e fingendo di essere circondati da persone intente nelle loro occupazioni quotidiane.



Infine, il Nuraghe del villaggio, purtroppo non accessibile nel corso della nostra visita per i numerosi crolli avvenuti nel corso del tempo, se non per una torre alla sua estremità.

Il ricciolino si è divertito a farci da guida turistica con la mappa consegnataci all'ingresso e noi abbiamo respirato la storia, camminando nel complesso, prima di dirigerci al vicino Capo Testa, per ammirare la sua spiaggia e, soprattutto, i resti delle sue cave romane, affacciate sulla baia di Santa Reparata, dove abbiamo ammirato il tramonto.



In questo luogo, infatti, in epoca romana veniva estratto il granito, diventata vera e propria risorsa economica dell'isola insieme all'esportazione del grano.

Le formazioni rocciose, maestose, presentano i segni dei tagli sulle pietre e le pareti di granito, poichè la roccia veniva tagliata "a gradoni" dall'alto verso il basso, fino a spianare la parete, per estrarre i blocchi. 
Sono inoltre visibili i fori di inserzione dei cunei usati per lo stacco.


Il granito, oltre ad essere lavorato ed utilizzato in Sardegna, veniva esportato a Roma, per essere utilizzato nella costruzione dei monumenti.
L'insediamo di Capo Testa, tra l'altro, era importante perchè consentiva il controllo diretto delle Bocche di Bonifacio, da cui passava la rotta che collegava l'Italia con le provincie occidentali dell'Impero Romano.


Oggi, posso dire che il luogo è diventato affascinante, sia per la sua storia, sia per la sua bellezza paesaggistica.

Insomma, se visitate il Nord della Sardegna, non limitatevi ai bagni in mare, poichè perdereste un'occasione preziosa per voi e per i bambini!
Tra l'altro, rispetto al resto d'Italia, le tariffe d'ingresso ai musei, nuraghe e siti archeologici della Sardegna sono veramente simboliche: ad esempio, ingresso a 2 Euro per Lu Brandali, a 3 Euro al Museo Archeologico di Sassari ecc.

La spiaggia della baia, da cui si raggiungono le cave romane

INFO PRATICHE
p.s. I resti della Cave Romane si raggiungono a piedi dalla spiaggia della Baia di Santa Reparata, nel versante Nord-Est dell'istmo, tramite un sentiero che costeggia la scogliera, bene visibile, arrivando in pochi minuti e sono aperti e gratuiti.
La località turistica, che porta lo stesso nome della baia, noi non l'abbiamo visitata perchè moderna, così come non siamo stati nel paese di Capo Testa, comunque vi è di sicuro di che ristorarsi in caso di bisogno.
Sulla spiaggia infatti non ci sono bagni pubblici, fontane o altro.
Per la visita al sito di Lu Brandali, che si svolge a piedi (considerate un'oretta) - parcheggio interno gratuito- potete trovare tutte le informazioni a questo indirizzo.
Il sito è aperto dal 1 aprile al 31 ottobre. 

Nelle vicinanze, potete fare una sosta gelato a Santa Teresa di Gallura e, perchè no, salire sulla terrazza panoramicha della Torre cinquecentesca di Longosardo (se ne avete intenzione, sappiate che c'è un biglietto cumulativo  per torre e sito di Lu Brandali, qui le tariffe).
Il ricciolino nel nostro caso non ne aveva voglia ma già camminare sotto la torre offre uno scorcio meritevole di attenzione!

Scorcio di Santa Teresa di Gallura e la Torre di Longosardo

La vista di cui si gode camminando ai piedi della Torre

Post non sponsorizzato.




lunedì 17 ottobre 2016

Le grotte di Nettuno, in Sardegna

Le grotte ci piacciono, ormai chi mi legge lo avrà capito.

Così, dopo quelle di Toirano, in Liguria e la Grotta Gigante in provincia di Trieste, durante il nostro viaggio in Sardegna, non ci siamo fatti sfuggire l'occasione di visitare le grotte di Nettuno, nel promontorio e riserva marina di Capo Caccia, a 24 km da Alghero.




Perchè andarci

Le grotte si trovano in una posizione bellissima, sotto la cima di un promontorio che si affaccia su un mare blu da sogno.


Sono le più grandi della Sardegna, con i loro 4 km di estensione.
Purtroppo, solo una parte è accessibile ai turisti, mentre il resto è appannaggio degli speleologi.
Per arrivarvi, via terra, si percorre una scalinata avvinghiata nella roccia,  l'Escala del Cabirol  ("la scala del capriolo"), terminata nel 1959, che da sola vale la visita.
Circa 660 scalini a picco sul mare, scavati nella roccia.


Entrarvi significa immergersi in un mondo a parte, fiabesco, tra stalagmiti e stalagtiti, tra cui l'Acquasantiera, una stalagmite monumentale alta circa due metri, e la formazione stalagmitica detta "Albero di Natale", per evidenti motivi!


E poi c'è il Lago Lamarmora, uno dei più grandi laghi salati d'Europa e la Reggia, una sala che sembra retta dalle imponenti colonne che vi si trovano....


Il Lago Lamarmora vista dalla Tribuna della Musica, il balcone che si raggiunge a fine visita

Insomma, si resta senza fiato di fronte allo spettacolo offerto dalla natura.



Come arrivare

Noi ci siamo arrivati in auto da Sassari, seguendo la strada litoranea che passa per Fertilia, senza alcun problema per trovare le indicazioni.
Tra l'altro, la strada offre scorci panoramici bellissimi sul golfo di Porto Conte-Capo Caccia, che da soli valgono la gita!



Abbiamo posteggiato l'auto insieme a molte altre lungo la strada, gratuitamente, nei pressi del piazzale alla fine del promontorio.
La biglietteria si trova alla fine scalinata che porta alle grotte.
Bisogna armarsi di un pò di pazienza sia per fare il biglietto che per la visita, visto che è una meta molta apprezzata.
Il più grosso difetto delle grotte (l'unico!) è infatti l'affollamento, soprattutto considerando che noi ci siamo stati un giorno infrasettimanale di settembre. Non oso immaginare a luglio o agosto!

Il difetto del luogo, invece, è l'assenza di bagni pubblici.
Quelli presenti erano chiusi (e ci hanno detto che è così quasi sempre, probabilmente con il preciso intento di giovare agli incassi del bar) e quindi bisognava rivolgersi all'unico bar, ovviamente dietro consumazione.
Peccato che ci fosse la ressa e con un bambino di tre anni, quando scappa scappa!
Il risultato di questa mancanza è che a lato della strada, in ogni spiazzio si vedono fazzoletti di carta gettati dopo la toilette.

In alternativa, è possibile raggiungere le grotte via mare, con i motoscafi che offrono il servizio, in partenza dal porto di Alghero.
In questo modo si accede direttamente alla biglietteria ed all'ingresso delle grotte, evitando l'Escala del Cabirol 


In realtà noi il motoscafo da Alghero lo avevamo anche preso, alcuni giorni prima, tuttavia a causa del mare grosso non è stato possibile arrivare fino alle grotte.
La navigazione, tuttavia, è stata comunque una bella esperienza!

Post non sponsorizzato.

mercoledì 5 ottobre 2016

Il Nuraghe Majori, Tempio Pausania e la Valle della Luna (o Piana dei Grandi Sassi)

Quando abbiamo visitato la Sardegna, non ci siamo limitati a scoprire le sue bellissime spiaggie e a goderci sole e male.
Volevamo anche farci un'idea del territorio interno, della sua storia e delle sue città.

In uno dei nostri pomeriggi in giro, abbiamo deciso di andare alla scoperta di  Tempio Pausania (OT)  e del suo Nuraghe Majori.

Per raggiungerli, abbiamo attraversato in auto Aggius e la Piana dei Grandi Sassi, anche detta Valle della Luna (da non confondersi con la più famosa "Valle della Luna" che è Cala Grande, a Capotesta).


Si tratta di un paesaggio pianeggiante dalla quale emergono numerosi ed enormi massi di granito, risalenti alle ultime glaciazioni, arrotondati e lavorati dall'erosione.

Sembrava di trovarsi nella scena di un film western, anche grazie al pesaggio brullo, al caldo torrido ed alla siccità.

Ovviamente l'Alpmarito non ha potuto esimersi dallo scalarne almeno uno!!!

Per tutto il tragitto, poi, si è lamentato del fatto che non avessimo portato con noi corda, scarpette, nuts e friends e neppure un materassino da boulder!
Il centro storico di Tempio Pausania ci ha piacevolmente colpiti, perchè molto diverso dalle città e dai paesi a cui siamo abituati, a partire dal colore dominante della pietra chiara.




C'era una sorta di luminosità onnipresente e, camminando nelle vie semi deserte, nella calura di un primo pomeriggio di agosto, ci è sembrato quasi di entrare in un'altra dimensione, lontana dalla frenesia quotidiana.


Dopo gelato e caffè, sul finire del pomeriggio siamo infine giunti al vicino Nuraghe Majori.

E' un nuraghe perfettamente conservato, di pianta sub-circolare, realizzati con gli stessi blocchi di granito della Valle della Luna.


Entrando, da Est-Sud-Est come abbiamo scoperto essere la norma, per riparare l'interno dal vento di Maestrale e sfruttare la luce del sole per illuminare la struttura, sembra di fare un passo indietro nel tempo.


Ed infatti, si cammina dove camminavano i nostri antenati 3500 anni fa, si toccano i massi che loro hanno posto e..si esplora.


Alla cassa ci hanno consegnato una grossa pila, per poter vedere i vani interni, con la raccomandazione di non puntarla verso l'alto, dove riposano...i pipistrelli!!



Ovviamente, la raccomandazione ha reso ancor più entusiasta il ricciolino, autonominatosi "capo - esploratore".

Intorno al nuraghe,  che è monotorre, è stato creato un breve percorso naturalistico con informazioni botaniche, per far conoscere la vegetazione ed i profumi della macchia mediterranea.
Il nuraghe, infatti, è circondato da un boschetto dipiante di sughero, che hanno affascinato il ricciolino, che non le conosceva ancora.

Si può, così, osservare la costruzione da tutte le angolazioni, oltre che godere del panorama che si vede dal suo cortile esterno.
Uno dei più bei nuraghe che ci ha regalato il nostro viaggio in Sardegna.

Un bagno al tramonto ha poi degnamente concluso la bellissima giornata e accontentato il ricciolino !


P.s. Per accedere al Nuraghe Majori bisogna parcheggiare l'auto nel parcheggio, libero, che si trova a destra della strada statale per Palau, a pochi chilometri dal centro di Tempio (seguite le indicazioni stradali), per poi proseguire a piedi sulla strada bianca seguendo le indicazioni (sarà circa 1 km).
Dopo poche centinaia di metri si giunge a un punto di ristoro. Oltreppassato questo si giunge alla biglietteria per la visita al nuraghe.
L'orario di visita va dalle 9.30 alle 19.00. Il prezzo del biglietto era di 2,50 Euro a testa per la visita senmplice, 3,00 Euro per quella guidata.


giovedì 15 ottobre 2015

L'amore per il sapere

Ho sempre amato studiare.
Non tutte le materie, e non sempre, si intende, però ho sempre apprezzato l'opportunità di dedicare tempo allo studio, all'apprendimento, a nozioni a volte apparentemente inutili.

Tornando indietro, non solo rifarei il Liceo Classico, ma studierei ancora di più.
Sulla scelta della facoltà univeristaria qualche dubbio lo nutro, però certamente rifarei l'Università.
Perchè mai ho avuto così tanto tempo da consacrare allo studio come durante gli anni di superiori ed università e, soprattutto, così tante occasioni di stimolo e confronto culturale come al liceo.



Sarò sempre grata ai miei genitori per la possibilità che mi hanno dato e, soprattutto, per avermi fatto comprendere l'importanza della conoscenza, in qualunque campo.

Non credo che il mio percorso di studi sia il migliore o l'unico idoneo. NOn è questo che intendo.
Esistono tante strade, tante istituzioni scolastiche, tante esperienze di vita, tanti settori di conoscenza e tantissime fonti di apprendimento e, davvero, non saprei dire quale sia il migliore nè ho le competenze per giudicarli.

Io sono semplicemente grata del mio percorso.
Mio marito, ad esempio, non altrettanto del suo.

Ed è per questo che auguro a mio figlio di essere sempre curioso, di avere sempre voglia di apprendere ed imparare, l'umiltà per farlo da tutti e tutto, senza preconcetti, e la capacità di apprezzarlo.
Quali che siano le sue inclinazioni personali, le sue scelte scolstiche e le sue aspirazioni professionali.

L'Italia può vantare Università antichissime e rinomate, pur con tutti i loro indubitabili difetti e, spesso, la mancanza di adeguate risorse economiche.
Durante la nostra vacanza in Sardegna, abbiamo avuto la fortuna di visitare la sede di uno di questi Atenei: l'Università di Sassari.
Per puro caso.




 Pioveva a dirotto, eravamo in cerca di un posticino riparato da visitare quando siamo capitati davanti all'edificio dell'Università ed io, curiosa come sempre, sono entrata nell'atrio porticato per ammirarne l'architettura.
In quel mentre abbiamo scorto una famiglia di inglesi, con due figli sui 7 e 10 anni, che si guardavano intorno incuriositi, spingendosi verso l'interno dell'edificio.


E' passato un signore vestito in modo sportivo, che si è fermato e, comprendendo la loro curiosità, li ha invitati a salire la scalinata, portati nelle stanze del rettore ed affidati all'usciere perchè mostrasse loro l'Aula Magna e raccontasse la storia dell'Università.

Noi ci siamo immediatamente accodati!



Una delle aule magne utilizzate per la discussione delle tesi di laurea

Abbiamo così scoperto che l'Università ha quasi 400 anni, poichè è stata riconosciuta come tale nel 1617 (anche se fu fondata nel 1558) e tra i suoi alunni e docenti celebri pare ci siano stati, ad esempio, Antonio Segni, docente di diritto processuale civile, rettore nel 1943 e Presidente della Repubblica nel 1962, Francesco Cossiga, docente di diritto costituzionale, eletto Presidente della Repubblica nel 1985,il premio Nobel Daniel Bovet, Antonio Pigliaru,e Luigi Berlinguer.



L'Alpmarito si è prestato a fare da traduttore per gli inglesi e io sono rimasta colpita dall'interesse e dall'ammirazione dei turisti.




Devo ammettere che, come al solito ogni volta che entro in una Università, ripensando alle mie due lauree (triennale e specialistica), ho provato un brivido di emozione.

Ah, quel signore, è risultato essere il Rettore.

Ovviamente, non ho potuto esimermi dal fotografare anche un altro dei luoghi che cerco sempre nelle città che visito....il Tribunale.
Questa, però, è una questione di deformazione professionale !!!





E voi, vi è mai capitato qualche cosa di simile ?
 Quali sono i luoghi che cercate sempre, viaggiando, se ci sono ?
Rifareste il vostro percorso di studi o cambiereste qualcosa?