"Colpa delle stelle" di John Green, ed. Rizzoli, pag. 347
Un romanzo che prende, colpisce e affonda.
Triste, molto triste, come solo la malattia ed il dolore delle persone giovani sa essere.
Duro, sincero, onesto, privo di fronzoli e con poca retorica.
Una storia d'amore tra adolescenti malati di cancro.
Una storia di famiglie e affetto.
Dialoghi veloci e diretti, molto all'americana.
Non posso dire di più, rovinerei la lettura.
Posso consigliarlo, però, e lo faccio con convinzione.
Devo ammettere che mi sono avvicinata a questo romanzo con molto scetticismo, un po' per il successo presso i media dello scrittore, che tende a far salire eccessivamente le aspettative, con il rischio di grandi delusioni, un po' perché arrivavo dalla lettura di "Bianca come il latte, rossa come il sangue" di Alessandro D'Avenia, che tratta un tema molto simile.
Lo stile di D'Avenia a me personalmente piace molto di più, lo trovo più delicato e ricercato.
In compenso, questo romanzo di Green ha molto meno punti deboli, figure più verosimili o, forse, solo una visione della vita e della morte molto più vicina alla mia, senza religione, senza false, ma rassicuranti, speranze di redenzione.
Leggetelo.
Io l'ho fatto in un momento in cui è ancora fortissimo il dolore per la perdita di una carissima amica, quasi farmi del male.
In realtà, però, forse è ciò di cui avevo bisogno, al pari del romanzo di D'Avenia.
In fondo, i benefici della catarsi (quella indotta da rappresentazioni teatrali o dalla lettura di un libro, attraverso l'immedesimazione nei personaggi e la finzione scenica) erano già noti ai tempi degli antichi greci.
Con questo post partecipo, come sempre, al venerdì del libro di Paola, alias Home Made Mamma.