venerdì 31 luglio 2015

Un giallo appassionante ma anche divertente!

Ho scoperto Alessia Gazzola grazie ad un post- recensione di Lucia,questo.
Ho letto "L'Allieva", che mi è piaciuto molto, tanto da ripromettermi di cercare altri titoli.
Così, quando ho avuto voglia di gialli, ho ordinato in biblioteca "Un segreto non è per sempre", Tea editore, pag. 415, Euro 12,00.
Bello quanto "L'Allieva", di cui costituisce il seguito cronologico. se non addirittura di più!
Nessun dettaglio morboso o omicidio efferato, che tra l'altro io fatico a digerire, ma un giallo di difficile soluzione legato alla storia, agli amori, alle passioni, i sogni e le rivalità di una famiglia molto particolare, con un occhio attento alla psicologia umana ed alla complessa dinamica dei rapporti famigliari.
Fino alla fine, non sono stata certa di chi fosse l'assassino!
In più, c'è la vita della protagonista, Alice, specializzanda in medicina legale con amori sempre in bilico, una coinquilina giapponese molto originale e dei capi, il Supremo, la Wally, Claudio (una sorta di Dott. Stranamore) e delle colleghe, che fanno da sfondo alla vicenda, divertendo il lettore.
Ora non mi resta che leggere il terzo romanzo pubblicato, che dovrebbe costituire l'antecedente di entrambi:
"Sindrome da cuore in sospeso".
Con questo post, come di consueto, partecipo al Venerdì del Libro, consigliandovi questo romanzo, perfetto anche per l'estate ed il bisogno di leggerezza!



giovedì 30 luglio 2015

"Bruciare" le esperienze. Non è che forse stiamo esagerando con i bambini?

Ancora centro estivo.
Sì, lo so che ne ho parlato (anzi, scritto), giusto l'altro ieri e che ho ammorbato tutte/i con i miei dubbi da mamma insicura.
Lo so che ci siete passate quasi tutte (o ci passerete presto) e che la questione è tutt'altro che nuova, ma giuro che questa volta non voglio riflettere sul senso del centro estivo, l'assurdità o meno delle vacanze scolastiche estive lunghe, le difficoltà dei genitori, i nonni ed il costo (esoso) della collocazione estiva presso strutture pubbliche o private.


E' solo che è dal centro estivo e dalle attività che ho visto proposte negli altri che ho esaminato che scaturisce questi miei pensieri (peraltro per nulla originali): non è che si esagera nell'organizzare il tempo dei bambini anche in vacanza?
E soprattutto, non è che le attività proposte, per quanto all'apparenza entusiasmanti dal nostro punto di vista, non sono adatte ai bambini più piccoli ?
Non è che l'appiattimento delle età nell'organizzazione dei centri estivi o simili, è eccessivo?
E ancora:  si sottovaluta un pò troppo l'aspetto sicurezza o, comunque, che gli animatori o educatori sottovalutano troppo le proprie responsabilità ed i rischi che corrono ?
Non è che abbiamo (mi ci metto anche io, in prima fila) troppa fretta di farli crescere, troppa ansia di farli divertire, troppa paura di non offrire loro abbastanza stimoli ed opportunità?

La scorsa settimana, al secondo giorno di centro estivo hanno portato i bimbi in un lago a 20 km, in canoa ed a fare il bagno.
Ora. Il rapporto adulti/bambini era ottimo, gli adulti hanno tutti o figli o nipoti o fratelli/sorelle minori e una certa esperienza, hanno usato due piccoli "bus" con le cinture, so che c'erano anche gli istruttori di canoa al lago e che i piccoli hanno sempre tenuto addosso braccioli o giubbotto life (mio figlio), anche sulla riva.

Però mi chiedo: non bastava la piscinetta nel prato o quella pubblica aperta? Era proprio necessario portare dei bimbi di 3 - 4 anni che non sanno nuotare ?
Intendiamoci: io e l'Alpmarito portiamo nostro figlio in kayak in un altro lago, ma è un kayak antiribaltamento, un lago non accessibile ai veicoli a motore e senza mulinelli, lui indossa ovviamente il giubbino e noi siamo i genitori.

Nel centro estivo vicino a casa, dove avevo iscritto il nano per la prossima settimana (ma ora ho cambiato idea e starà con i nonni, poi la settimana successiva, se i nonni sono provati o vogliono andare da qualche parte, lo rimando a questo, così almeno riduco i traumi da cambiamento), è previsto, nel corso dell'estate, rafting nel fiume a 60 km, gita ad una fiera mediovale annuale con molta affluenza a 50 km, un parco acquatico con scivoli, trampolini ecc. a 30 km, una gita in montagna non si sa dove e via dicendo.
Per carità, ci sono anche attività più tranquille, come assistere ad esibizioni di "agility dog" (anche se io ho sempre paura dei cani), provare aikido e judo, giochi con la palla ecc.e su questo non ho nulla da ridire.
Il resto, invece...

E se dovesse capitare qualche cosa? E se si perde/annega/cade/spaventa? Gli animatori non conoscono i bambini, li hanno appena visti, al più li guardano da una settimana, come possono sapere come reagiranno ? Si rendono conto della responsabilità che si assumono ? Dei risvolti penali ed economici che potrebbero avere eventuali incidenti? In molti centri estivi/oratori/campi scuot sono diciottenni o poco più!

Ciò che mi turba maggiormente, però, è che anche semplicemente insistendo per fare entrare un bambino in piscina, potrebbero fargli odiare l'acqua per l'intera estate se non di più e altri piccoli "traumi" simili che forse maestre e genitori sarebbero in grado di evitare, conoscendo decisamente meglio il bambino.
Ho sentito raccontare da diverse mamme esperienze simili.

E poi: se a tre / quattro anni gli fanno fare rafting e parchi acquatici, a 14 anni cosa proporranno loro ? Sempre le stesse attività o parapendio e paracadutismo ? Non è che si rischia di far "bruciare" loro le tappe ? Di crescere bambini che saranno adolescenti annoiati che hanno già provato di tutto ? 
Sono davvero attività pensate per i bambini o proposte in realtà volte ad impressionare i genitori ?

Perchè in fondo, alle mie domande per capire cosa non gli piaccia del centro estivo o della scuola, mio figlio risponde sempre la stessa cosa: non gli piace non  poter correre e giocare con gli  amichetti o con scivolo, altalena o sabbia liberamente e dover invece fare delle attività strutturate e decise da altri.
Vorrebbe solo essere libero di giocare molte ore, d'estate.

E allora ben vengano cake design (che ha impegnato un'oretta) e un giro sul pony al posto della notte in tenda per i grandi, ben venga la giornata nella piscina comunale scoperta, ben vengano anche le passeggiate in sentieri di montagna non pericolosi o in campagna, ma basta canoa e assolutamente no al rafting e al parco acquatico a tre anni!

 Cake design al centro estivo! La creazione del mio ricciolino biondo (e di chi lo ha aiutato!)



Io ho vissuto con angoscia tutta la giornata al lago, ho persino telefonato all'educatrice per ripetere le mie raccomandazioni. Vero è che devo imparare a lasciarlo andare, a fidarmi di lui. Vero è che le mie angoscie sono state amplificate da mia madre, che anzichè rassicurarmi, mi ha fatto una testa così sui pericoli che correva il suo nipotino e su quanto fossi incosciente a lasciarlo andare. Vero è che anche la mamma dell'amichetto ha confessato di essere stata preoccupata e ha chiesto che la settimana seguente non ripetessero l'esperienza.
Vero che forse sono una madre iperansiosa.
Però credo che certe attività ed esperienza vadano affrontate ad una età adeguata e, possibilmente, insieme o alla presenza dei genitori.

Forse detto da una che porta il nano ad arrampicare o in kayak e a due anni lo ha portato in giro in elicottero intorno al Monte Bianco, può sembrare "leggermente" incoerente, ma credo che la differenza stia nel fatto che erano tutte attività  a cui noi eravamo preparati, per le quali avevamo scelto con attenzione materiali e modalità. E poi eravamo due adulti per un bambino, il nostro.

Certo è che questa esperienza mi ha insegnato che anche noi dobbiamo cercare di non aver fretta di fargli vivere emozioni ed esperienze.
Anche perchè gran parte della gioia e della soddisfazione è data dall'attesa.

E voi, cosa ne pensate ?
Sareste state tranquille, al mio posto?
Sono io che sono troppo ansiosa e paranoica?
Lascereste il vostro bimbo di quattro anni andare a fare attività simili ?



mercoledì 29 luglio 2015

"Sul cappello, sul cappello che noi portiamo c'è una lunga, c'è una lunga penna nera.." Da Donnas all'Alpe Bonze (AO)

"Sul cappello, sul cappello che noi portiamo
c'è una lunga, c'è una lunga penna nera,
che a noi serve, che a noi serve di bandiera
su pei monti, su pei monti a guerreggiar.

  Oilalà!

 

Su pei monti, su pei monti che noi saremo,
coglieremo, coglieremo stelle alpine,
per donarle, per donarle alle bambine
farle piangere, farle piangere e sospirar

  Oilalà! 
....
Evviva evviva
 il Reggimento
Evviva evviva
 il Corpo degli Alpin ! "


Domenica, durante la discesa dall'Alpe Bonze (Donnas, AO), questa è stata la colonna sonora dei nostri passi, mentre il ricciolino biondo, con la penna appena colta sul cappello, faceva "il capitano" del Reggimento, precedendoci e comandando a bacchetta!

D'altro canto, il nonno bis materno era un alpino, così  come uno zio paterno, ed è un corpo che il ricciolino biondo aveva conosciuto in una bella occasione di festa.

E poi, dopo la "ninna nanna del chicco di caffè" che mi tocca cantare senza interruzione in macchina, la sera e spesso anche a spasso, ci voleva un cambiamento!

Siamo stati a camminare dietro casa, letteralmente, su una di quelle montagne che vedo tutti i giorni dalla finestra del salotto. L'idea era quella di raggiungere il rifugio Bonze, recentemente ristrutturato con denaro comunale e regionale (quindi anche mio), ma un pò ci siamo persi negli alpeggi sottostanti, un pò abbiamo preferito fare un pezzo più a lungo a piedi anzichè salire su per la strada sterrata fino all'ultimo alpeggio utile, un pò era tardi ed il nano stanco, alla fine non ci siamo arrivati.

Tuttavia, abbiamo scoperto (almeno io ed il nano, visto che per noi era la prima volta in zona), dei prati ampi, una bella vallata ed una vista magnifica sul fondovalle



Faceva caldo e la siccità era visibile, però gli alpeggi erano in piena attività ed il sentiero risistemato, nella parte alta, molto bello, anche se troppo esposto per il ricciolino. 
A mio parere, però, perchè secondo l'Alpmarito non c'era alcun rischio e io sono superansiosa !





 Il silenzio e la scarsa frequentazione hanno reso la passeggiata ancora più piacevole, come la vista sulle cime.

Peccato solo che la nuova strada sterrata, pagata a caro prezzo con fondi pubblici locali (e dunque, ribadisco, anche con i miei soldi), abbia praticamente fatto scomparire una parte del vecchio sentiero e reso difficilmente praticabile un'altra...

..una devastazione che fa sì che ora tutti salgano in auto fin dove possibile.
Ciò rende più frequentato il luogo e giova ai quattro alpeggi in quota ed al rifugio, ma a mio parere questo vantaggio non è giustificato dalle modifiche ambientali introdotte e dai costi sostenuti.

Comunque, è stato bello scoprire boschi e prati così vicini a casa, di una bellezza inattesa, e camminare tutti insieme, di nuovo.
Il ricciolino biondo, ad un certo punto, si è quasi addromentato sulle spalle del papà e non ci ha risparmiato qualche pianto e capriccio, soprattutto nel primo pomeriggio, quando la stanchezza si è fatta sentire, però ha camminato per due ore e mezza buone, se non di più.

Con la sua lunga penna, si intende!!!

p.s. La passeggiata si presta per scoprire la basse Valle d'Aosta, salendo ad altitudini adatte a tutti (il rifugio è a mt. 1860) e, volendo, la strada sterrata, poco frequentata, è percorribile con un passeggino di quelli adatti, fino agli ultimi alpeggi (Visey, quota 1400 mt), regalando scorci panoramici e piacevoli boschi e prati.
Vista la bassa quota, si può salire già dalla primavera e fino all'autunno inoltrato.

martedì 28 luglio 2015

Centro estivo, sì o no ?

E siamo alla seconda settimana di centro estivo, per il ricciolino biondo.


A giugno io e l'Alpmarito avevamo prenotato tre settimane di centro estivo, prevedendo di lasciare il ricciolino con i nonni paterni e la nonna materna, in modo alternato, e con me quando possibile, la prima mezza settimana di luglio e le due seguenti, così da consentirgli di riposare, svagarsi e riprendere i propri ritmi naturali, dopo il primo anno di materna, finito il 30 giugno.

Il ricciolino ne aveva davvero bisogno, sia perchè il passaggio dal nido al mattino e con i nonni il pomeriggio, alla materna dalle 8.00 del mattino alle 17.30 tutti i giorni non era stato facile, sia perchè comunque durante l'anno non ha praticamente fatto assenze oltre ai giorni festivi.
Anzi, una delle maestre si è congratulata con me perchè il nostro biondino era stato il bimbo con meno assenze dell'anno !

L'idea, poi, era di fare due settimane in un centro estivo a 9 km da casa, in un'area verde ampissima, con piscinetta, parco giochi, bar/ristorante che cucina i pasti e serve le merende all'aperto.
La prima con l'amico del cuore del nido, la seconda con l'aggiunta di due grandi amici della materna, con un anno più di lui.
Poi, di fargli fare una terza settimana di centro estivo nel paese limitrofo a casa, con i due amici della materna, cercando così di conciliare le esigenze, anche economiche, dei bimbi con quelle mie e delle altre mamme e di non pesare troppo sui nonni, già impegnati anche con gli altri nipoti e giustamente anche loro aventi diritto a riposo ed eventuali soggiorni al mare/montagna.

Però. Però.
Siamo al secondo giorno della seconda settimana ed il distacco di mio figlio al mattino continua ad essere difficile: baci, abbracci, pianti, richieste di stare con lui, di venire a lavorare con me ecc.

Certo, quando lo vado a prendere sembra non voler venire via e si vede che ha giocato tranquillo, ha ritrovato in due minuti netti la complicità con l'amico del nido, tanto che le animatrici li chiamano "la coppia inossidabile" o "gli inseparabili", però con me fatica ad ammettere di essersi divertito (quando non nega recisamente) e, soprattutto, la mattina si intristisce non appena dico che è giornata di centro estivo e non fa che ripetere che non vuole andarci, che preferisce stare con me o i nonni, anche quando non va al lago o ai giardinetti.

E io, che non ho mai voluto saperne di centri estivi e sono sempre stata accontentata, in questo, dalla mamma e dai nonni, mi sento in colpa e pure un pò scocciata.
Anzichè dargli una opportunità di stare con gli amici e divertirsi, peraltro per noi a caro prezzo, sembra che lo stiamo costringendo ad una permanenza forzata fuori casa, come se fosse ancora in pieno orario scolastico.

Non è facile.
Da un lato, ci sono i nonni, che si dicono disponibili ma che so si stanchano, che hanno anche loro vari impegni. E poi si tratta anche di portarlo/preparare pranzo/andarlo a riprendere, a volte facendo chilometri, nonchè difficoltà logistiche legate agli orari. Quindi, egoisticamente, mi conviene quasi il centro estivo.
Dall'altro c'è che quando sta con i nonni a lungo, soprattutto quelli paterni ed i cuginetti di quel lato, poi manifesta una tendenza ad essere intrattabile e fare capricci che perdura nel tempo.
E poi è già successo che i miei suoceri mi assicurassero di esserci e poi cambiassero idea all'ultimo o che mia madre avesse degli imprevisti (in fondo, i nonni da entrambi i lati hanno anche altri nipoti ed è giusto seguano anche loro) e io non voglio pesare più dello stretto necessario.

Insomma, sono qui che rimungino, indecisa se annullare la prossima settimana prima di pagare l'intera retta o no, visto e considerato che si tratterebbe anche di un centro estivo nuovo per il nano, per cui potrebbe essere ancora più difficile il distacco.

Come al solito, a settembre guarderò a queste scelte e "problemi" accorgendomi che non sono gravi nè così influenti sul futuro di mio figlio; ora, però, mi dibatto nell'incertezza.



venerdì 24 luglio 2015

3 Letture estive per bimbi dai 3 anni

Per questo venerdì del libro, vorrei suggerire tre libri per piccoli lettori (e i loro genitori "narranti").
Il primo, è il preferito del ricciolino da quando lo abbiamo acquistato al Salone del Libro di Torino ad oggi, se lo fa leggere quasi tutte le sere, possibilmente due volte di seguito.

Ed. Babalibri, è la storia di Paolino, il miglior pompiere del mondo, che non ha paura di nulla e insieme a Oca e Orango, ricevuto la chiamata (indovinate chi è la centralinista della caserma, che dispensa baci e abbracci ?), si precipita a salvare la città e...Babolla, il pesciolino della nonna !


Formato grande, non è un cartonato ma è una storia carina con belle illustrazioni e simpatiche trovate (avete visto su cosa devono saltare?!?), che piacerà a tutti i futuri pompieri !!!
p.s. Obbligatorio per il genitore che legge simulare l'urlo della sirena!

E poi c'è questo libro, che ho ordinato in biblioteca proprio grazie ad un suggerimento del venerdì (non ricordo di chi, però).




Ci sta piacendo molto, è molto simpatico e fa riflettere grandi e bambini sulle motivazioni di tante scelte e regole quotidiane e ...sulla mancanza di coerenza e la fatica di essere grandi o piccini !

In più, ha illustrazioni molto carine!



Infine, un altro libriccino, formato tascabile, dalle delicate illustrazioni scovato grazie ai consigli settimanali delle blogger (in questo caso Stefania, del blog "Aperitiviamo")


Non è una storia ma una serie di insegnamenti raffigurati da questo delizioso anatroccolo, di grande semplicità e saggezza.




Peccato che il ricciolino sia ancora piccolo per apprezzarlo. A me, però, è piaciuto moltissimo!!! 

Buone letture della buona notte (o del buon giorno!)

giovedì 23 luglio 2015

In questa calda estate, arrampicando in falesie di montagna, al Gabiet

In questa calda estate, stiamo riscoprendo l'arrampicata in falesia, con nostro figlio.
Erano ormai quattro anni che non riuscivamo ad arrampicare fuori così tanto, anche se su gradi a dir poco "basici".

Ma non mi importa.
Mi interessa solo stare insieme, arrampicare, guardarlo salire, possibilmente in montagna, così da respirare e sentire la gomma delle scarpette che fa presa.

Perciò domenica siamo stati in una falesia ben poco frequentata, solo perchè raggiungibile con un'ora di camminata a piedi in salita o 15 minuti più cabinovia e quindi non di quelli davanti alle quali parcheggi e campeggi.
Noi, visto il peso dei materiali + cambio per il ricciolino + vestiti perchè non si sa mai che siamo in quota + acqua e panini, abbiamo optato per la cabinovia, che è piaciuta moltissimo al piccolo di casa.



E poi eravamo lì, nella "nostra Valle", quella di Gressoney (AO), al Gabiet, non lontani da dove è iniziato tutto.
E a parte le piste che d'inverno servono a sciare e d'estate deturpano il paesaggio, ne è valsa davvero la pena.


La vista sul Monte Rosa, con la Piramide Vincent in bella mostra, uno dei miei primi 4.000 mt, la diga del Lago Gabiet e il nostro piccolo scalatore, che purtroppo questa volta era molto stanco e dopo pranzo ha fatto parecchi capricci.



Qualche goccia di pioggia, un caffè al Rifugio Gabiet (dove si mangia molto bene, se mai capitaste da quelle pari), con qualche chiacchera mentre il ricciolino si faceva un riposio rigenerante in braccio a papà, e poi di nuovo cabinovia.
Infine, sosta al parco giochi di Gressoney La Trinité, sempre più attrezzato ogni anno che passa, per la gioia di un piccoletto tornato di ottimo umore.





Un gioco nuovo, che non avevo mai visto primo, ci ha piacevolmente colpiti, questo :


Una vera escavatrice in miniatura, perfettamente funzionante e pure rotante, che tutti i presenti, a turno, si lanciavano a provare !!!

E dopo la sosta e la merenda, ancora ad arrampicare, in un settore facile chiodato apposta per i bimbi proprio dall'altro lato della strada e del fiume, con il nostro ricciolino tornato entusiasta e tutto orgoglioso delle persone che si avvicinavano curiose per guardarlo e fargli i complimenti.
Decisamente con un ego smisurato, come il suo papà!!!

Non so perchè, ma solo risalire le vallate montante, quella di Gressoney in particolare, ha su di me un effetto così rilassante e rigenerante. Nessun mare o viaggio all'estero mi ha mai regalato le stesse sensazioni.
E' come se sentissi i polmoni dilatarsi, la pelle distendersi, la mente respirare.

Anche se costa fatica prepararsi e preparare, mettersi in macchina e camminare. Anche se è solo per un giorno.

p.s. Per gli interessati, trovate indicazioni sulle falesie della Valle di Gressoney su questo sito. Non c'è il luogo in cui siamo stati noi, ma sono massi praticamente a due passi dal settore denominato "Gabiet" e si tratta di monotiri brevi dal  3 al 5C chiodate vicino, con sosta attrezzata in cima.
La roccia si sgretola un pò, quindi un casco per chi è in sosta non è una brutta idea.
Se invece volete fare i turisti, sappiate che la cabinovia si prende nel piazzale di Staffal, proprio dove finisce la strada della valle di Gressoney, che dunque dovete percorrere fino in fondo (circa 32 km dall'imbocco, a Pont Saint Martin, prima uscita autostradale della Valle d'Aosta provenendo dal resto d'Italia).
Dall'arrivo della cabinovia Staffal - Gabiet, in 15 minuti di salita si giunge al Lago/diga delle foto ed al Rifugio Gabiet. In alternativa, potete salire a piedi da Staffal in un'ora circa (almeno 1,30 con i bimbi). Il sentiero è ben battuto e piacevole ma molto ripido (non pericoloso, comunque), soprattutto nel tratto iniziale e finale.


martedì 21 luglio 2015

A casa di Peppa Pig ed in giro per l'Italia (formato mignon)

Una caldissima domenica di luglio, siamo stati a Leolandia, quella che per me e mio marito era semplicemente Minitalia.

Siamo partiti alle 6.00 del mattino, per evitare il traffico di Milano e perchè il ricciolino biondo dormisse in auto.
In un'ora e 40 eravamo a destinazione. Abbiamo fatto colazione in un bar ben fornito proprio all'ingresso di Capriate, a meno di un km dall'ingresso di Leolandia.
La proprietaria, gentilissima, compresa la nostra meta, mi ha domandato da quanto non andassi a Minitalia. Alla mia risposta, "più di vent'anni", si è messa a ridere e mi ha assicurato che ci sarebbe piaciuta moltissimo.

Alle 9.30 eravamo in attesa ai cancelli, poichè avevamo acquistato i biglietti on line un mese prima, ad una cifra comunque non tanto modica (26,50 ad adulto e 21,50 - mi pare - per il nano) ma sempre meno di Gardaland.

Ci siamo visti lo spettacolino di apertura ed abbiamo varcato il cancello per terzi ....uscendo poi alle 18.10 di sera!!!

Leolandia non ha deluso le nostre aspettative, anzi.
Il personale eera entuasiasta e gentilissimo, anche a fine fiornata, le attrazioni davvero a misura di bambino, abbiamo mangiato tranquillamente i nostri panini in un prato all'ombra (ma il parco è pieno di aree picnic e panchine)  e ci siamo divertiti come matti, soprattutto io ed il ricciolino !!!

Nonostante fosse domenica, non abbiamo mai fatto coda, giusto 10 minuti ai gommoni, per il resto abbiamo rifatto di seguito alcune attrazioni anche 5 volte, senza attese !!

Appena entrati siamo andati a trovare Peppa Pig, George ed il Signor Toro.
La casa non era ancora aperta (Peppa dorme fino alle 10.30!!!) ma ci siamo goduti indisturbati  il cantiere del Signor Toro, l'auto di Pappa Pig e le pozzanghere di fango



 Per poi visitare la mitica casetta, naturalmente in cima alla collina, e stringere la mano a Peppa e George.
Quest'ultimo è stato simpaticissimo con mio figlio, ha giocato a rubato il cappello e rincorrerlo...





 "Mamma, perchè George era grande quanto Peppa ? Doveva essere più piccolo!!!" - ops- attenti voi del parco, qui non sfugge nulla !

Ogni particolare è curato nel dettaglio e quasi tutto si può toccare liberamente!

E poi le giostre, quasi tutte accessibili anche al ricciolino, dall'alto dei suoi 98 centimetri o poco pi!
Le più apprezzate ? Le discese con i tronchi nell'acqua (non ho foto, la Reflex era al sicuro nello zaino impermeabile !), la battaglia delle caravelle (bellissima davero e molto originale), i vari trenini & co., da quelli tipo omntagne russe a quelli tranquilli, e naturalmente, il camion dei pompieri per spegnere gli incendi !



 e poi una gabbia piena di palloni e gonfiaboli morbidi, che si muoveva leggermente, per correre scalzi e stare in equilibrio.
Io ho trovato molto carine anche le biciclette volanti, ispirate ai desegni di Leonardo e gli avvoltoi (che ho fatto solo io), nonchè la classica ruota panoramica e le giostre con i cavallini e altri animali ruotanti, che io trovo sempre belle e romantiche ed il nano non ha affatto disdegnato, anzi.



                                          Gli avvolti visti dalla ruota paniramica.

L'Alpmarito ha fatto più volte con nostro figlio i barili rotanti (come le tazze) e gli è piaciuto molto il mini museo di Leonardo e il "simil auto scontro" con i gommoni.

Io e l'Alpmarito, poi, a turno abbiamo fatto anche alcune delle attrazioni non adatte al nano, come le rapide, una sorta di montagna russa (ma senza ribaltamento) e quella giostra a caduta che simula i G negativi.
In realtà, comunque, dai 105 cm si può fare praticamente tutto.

 Quanto all'Italia in miniatura, proprio nel centro del parco, circondata dall'acqua, mi è parsa una meraviglia.
Abbiamo passeggiato piacevolmente, noi attratti dalle risproduzioni, il ricciolino dal trenino !


 Non mancavano punti che spruzzavano vapore acqueo, nè gli spazi per giocare con e senza acqua, anche in costume. Nel nostro caso, la giornata si prestava !



L'unico difetto, a mio parere, sono le gabbie per gli uccellini. Non amo vedere gli animali in gabbie piccolissime, soprattutto se si tratta di pappagalli o volatili originari di ben altri ambienti.
Salvo una coppia, libera, gli altri mi parevano veramente sacrificati.
Abbiamo fatto il giro con il trenino panoramico e TUTTE le giostre a misura del nano, saltando solo fattoria, acquario e rettilario...sarà per la prossima volta.

Il ricciolino non ha neppure chiesto giocatolli o gadgets o gelati, tanto era preso dalla felicità di fare le giostre e vedere la casa di Peppa.

Insomma, una giornata un pò cara (30 Euro solo di autostrada), molto stancante ma anche molto divertente, grazie ad un parco migliore di quanto mi aspettassi !!!