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mercoledì 29 luglio 2020

E' una estate strana.

E' una estate strana.
Iniziata in ritardo, perchè non poter uscire, non poter incontrare amici e famiglia, non poter andare in montagna, non è estate.



Il Governo, con le sue decisioni, ci ha rubato tanto, troppo. In primis la primavera, ma non solo.
Esperienze, riti, gite, vissuti, momenti insieme che non si possono recuperare. Per cosa? Per una pessima gestione di un problema sanitario.
Questa cosa non mi va giu' e so già che non dimentichero', non perdonero', neppure coloro che continuano a ripetere che fosse inevitabile agire cosi' (forse perchè hanno paura a guardare in faccia la realtà?) non per quattro settimane o persino 8 settimane ma per quattro mesi, non solo dove c'era l'emergenza ma ovunque.
Che poi in gran parte sono gli stessi che ora raccontano o postano foto di vacanze, spiagge affollate, festicciole per i bambini, aperitivi con gli amici e gite di gruppo. Perchè adesso è liberi tutti e "chissene" di cosa è stato portato via, basta andare in vacanza, no? Con la mascherina al collo, come un collare.

Inutile scriverne ancora, comunque.

E' una estate strana ma ora è estate.
Da qualche giorno troppo afosa ma fino a poco fa di un caldo sopportabile ed anzi molto piacevole e rispetto ad altri anni direi che è stato un giugno ed inizio luglio di lusso, quanto a clima.
Grazie meteo!
E adesso sopporto in silenzio, che tanto lo so che ad ottobre rimpiangero' il caldo, quindi faccio scorta.

E' una estate strana, ma la montagna chiama e noi rispondiamo tutte le settimane.
D'altro canto, ci sono solo da poco gli allenamenti in bici del ricciolino nel weekend ma le gare non si possono fare, quindi se da un lato dispiace per lui, che viveva ogni gara come la festa collettiva che era (e per fortuna!), dall'altro riusciamo a fare le nostre amate camminate e quindi va bene cosi', cogliamo solo gli aspetti positivi e sorridiamo tra i monti. Perchè mica sipuo' sempre essere tristi ed arrabbiati! Voglio collezionare giornate belle, sempre.

E' una estate strana.
Senza il nido, che ci sarebbe stato sempre tranne due settimane di agosto.
Manca, tantissimo, a me ed ai piccoletti di casa.
E' uno strazio quando ne parlano, senza neppure sapere che ci sarebbe stata anche la loro festa, la loro recitina finale e la consegna dei diplomi di "grandi".
Un rito mancato, che mi fa male e fa male alle educatrici e non importa se in tanti non capiscono il mio dolore, la tristezza dei miei figli. Noi sappiamo.

Eppure c'è del buono: i centri estivi.
 



Lavoretti realizzati al centro estivo e con le educatrici a domicilio


La prima settimana, nel primo che ha aperto, non è andata benissimo per i piccoli, molto meglio per il grande.
Troppo ossessivo il richiamo all'igiene ed i controlli, assurdamente lunghe le entrate e uscite scaglionate (per dire, noi pagavamo dalle 8.00 alle 17.00 ed entravano alle 9.30, altri entravano alle 8.00 ed uscivano alle 16.00..), scarsissimo il contatto fisico con bambini che comunque sono piccoli.
Poi ha aperto come centro estivo quello che era un nido privato, a due passi da casa, ed è andato tutto bene.
Il grande frequenta full time e non vuole piu' smettere, continua ad aggiungere settimane, che quest'anno paghiamo volentieri perchè lui ne ha davvero bisogno.
I piccoli purtroppo fanno solo alcune giornate ma sono felici e io tranquilla che siano in buone mani.
Ci sono le regole anti-Covid ma applicate con intelligenza e umanità, senza ossessionare nessuno e dopo 4 settimane stanno/stiamo tutti bene.
Avercene luoghi cosi'.

La regione Valle d'Aosta, invece, per quanto concerne l'infanza a mio parere questa estate ha sbagliato in pieno. Una delusione per il pubblico di una regione considerata virtuosa che ci porteremo dietro e non dimenticheremo a settembre.

Poi c'è il mini progetto (mini er numero esiguo di ore e settimane interessate)  "educatrici a domicilio", sulla cui assurdità di fondo non mi esprimo ma in cui le educatrici e la dirigente del nido hanno messo il cuore, investendo tempo e professionilità e affetto li' perchè di fare altro non hanno loro consentito.
E noi lo apprezziamo molto, cosi' come i piccoli.

E' una estate strana, in cui si rincorrono voci e numeri ma certezze per settembre non ce ne sono.
E allora si vagliano ipotesi. E allora ho incubi notturni e ansie sulle spalle.
Cerco di essere sorda, di scacciare il pensiero e concentrarmi sul presente, sull'estate.

E' una estate strana e stiamo andando a trovare piu' spesso l'Alpmarito in Svizzera ed è bello, rilassante, rispetto all'Italia.

E' una estate strana, in cui orto e giardino ci stanno dando soddisfazioni insperate, gli elettrodomestici si rompono a tradimento (mannaggia a loro!) e non riusciamo a fare tutti i lavori che avevamo programmato pero' qualche piccola miglioria si' e, anche in questo caso, sono comunque belle soddisfazioni.





E' una estate strana, la prima in cui ho deciso che i compiti delle vacanze assegnate (tra cui un plastico di pianure e colline, che anche no) non sono prioritari perchè comunque inutili per colmare i mesi di mancata didattica e lontanza delle insegnanti ed allora preferisco insistere io su pochi apprendimenti ed il resto pazienza.
La nostra amarezza per la c.d. DAD è tanta, soprattutto per l'atteggiamento della scuola, pero' è giusto che non sia il ricciolino a farne le spese e che si goda l'estate.

E' una estate strana, pesante, iniziata già stanca, non spensierata come dovrebbe e con poco tempo libero per noi adulti ma è estate e cerchiamo di godercela il piu' possibile.

D'altro canto, è la prima estate in cui mi fiorisce la violetta in vaso o, per meglio dire, in cui la violetta in vaso sopravvive all'inverno e persino rifiorisce.

E' una estate strana, ma comunque piena e viva.

Se non fosse che sono cosi' stanca, che a volte non vorrei alzarmi dal letto, che lo sogno da quando mi alzo al mattino, che non riesco a riprendermi, sarebbe pure una bella estate, nella sua stranezza.
P.s. Consigli per recuperare energie che non siano andare in vacanza senza i figli? (Mi piacerebbe molto, ma proprio non c'è modo).

lunedì 5 settembre 2016

Centro estivo: tra polemiche, alternative ed assenze (nostre)

Quest'anno, a maggio, l'amara scoperta: la Comunità montana non avrebbe più organizzato il servizio di centro estivo, per paventata "assenza di fondi". Parimenti, il Comune aveva deciso di non finanziare neppure più il servizio di tate familiari "estivo" del paese.

Vero che noi non ne avevamo usufruito, preferendone uno privato più lontano ma anche più economico e, soprattutto, più flessibile.

L'esperienza era stata positiva, dal mio punto di vista, un po' meno da quello del ricciolino che, pur non trovandosi male, non aveva però reagito bene. Forse per stanchezza, forse per il caldo eccessivo, forse per età o inclinazione caratteriale. Chissa'. Comunque, come vi avevo raccontato, parte dei dubbi iniziali si erano dissipati ed alla fine era andata, anche grazie all'alternativa "nonni".

Era stata, però, una faticaccia, fisica e morale. Così, quest'anno ero partita convinta: più settimane al centro estivo e ne proviamo pure un altro, da scegliere insieme ai suoi amichetti, possibilmente.

Certo, ma quale?

Il panico si era diffuso, soprattutto considerato che l'alternativa trovata dai Comuni era apparsa, a me ed a molte altre mamme, alquanto discutibile: finanziare l'oratorio perché coprisse il "buco" di servizio, ma solo per i bambini dai sette anni (o comunque a prima elementare conclusa) e con contributo economico a carico delle famiglie non economico.

Meglio che niente, certo, ma pur sempre un "centro estivo" confessionale finanziato con fondi pubblici (du questo anche di atei e appartenenti ad altre fedi religiose) e tale da non coprire la fascia di età della scuola materna.

Purtroppo, però, la maggioranza ha vinto e così è stato, alla faccia dei discorsi sullo Stato laico e l'integrazione religiosa.

Abbiamo perciò optato per un centro estivo fuori regione, a qualche km di distanza.

La scelta è stata più azzeccata (e pure più economica) e il ricciolino, a parte il primo giorno, ha reagito meglio al distacco e ha sempre riferito di essersi divertito.

Eppure, ha anche sempre cercato di evitarlo, pregando i nonni di tenerlo con se' e facendo leva sui miei onnipresenti sensi di colpa. Perciò, passato luglio tra centro estivo e nonni, ad agosto, quando ho avuto meno lavoro, e' stato molto con me, oltre che con i nonni. Poi ci sono stati dieci giorni di vacanza, tutti e tre insieme.

Questa settimana, l'ultima di vacanza, avrebbe dovuto rientrare al centro estivo ma ha protestato con fervore, pregandoci spesso di non mandarlo o, se proprio necessario, solo un giorno o due.

Alla fine, visto che pare che la disponibilità dei nonni ci sia, io ho ceduto.

So già che me ne pentirò, però un paio di domande del ricciolino mi hanno messo alle strette: "Se pensate che sia tanto divertente, perché non ci andate voi?!?"

E soprattutto: "Voi, al centro estivo, ci andavate o no?"

La risposta è stata no, per entrambi. Certo, le condizioni familiari erano diverse ma la realtà è che ne' io ne' l'Alpmarito avremmo neppure mai voluto andarci e, anche quando c'erano momenti di noia a casa, non avremmo mai fatto cambio.

Forse a torto, perché non avendo mai provato non sappiamo cosa ci siamo persi, ma tant'è.

Così, grazie ai nonni (con i loro difetti, certo, ma pur sempre nonni disponibili), il ricciolino ha vinto.

 

E voi, come vi siete organizzati? Che alternative avevate? Cosa ne pensate della trovata di finanziare l'oratorio?

 

giovedì 30 luglio 2015

"Bruciare" le esperienze. Non è che forse stiamo esagerando con i bambini?

Ancora centro estivo.
Sì, lo so che ne ho parlato (anzi, scritto), giusto l'altro ieri e che ho ammorbato tutte/i con i miei dubbi da mamma insicura.
Lo so che ci siete passate quasi tutte (o ci passerete presto) e che la questione è tutt'altro che nuova, ma giuro che questa volta non voglio riflettere sul senso del centro estivo, l'assurdità o meno delle vacanze scolastiche estive lunghe, le difficoltà dei genitori, i nonni ed il costo (esoso) della collocazione estiva presso strutture pubbliche o private.


E' solo che è dal centro estivo e dalle attività che ho visto proposte negli altri che ho esaminato che scaturisce questi miei pensieri (peraltro per nulla originali): non è che si esagera nell'organizzare il tempo dei bambini anche in vacanza?
E soprattutto, non è che le attività proposte, per quanto all'apparenza entusiasmanti dal nostro punto di vista, non sono adatte ai bambini più piccoli ?
Non è che l'appiattimento delle età nell'organizzazione dei centri estivi o simili, è eccessivo?
E ancora:  si sottovaluta un pò troppo l'aspetto sicurezza o, comunque, che gli animatori o educatori sottovalutano troppo le proprie responsabilità ed i rischi che corrono ?
Non è che abbiamo (mi ci metto anche io, in prima fila) troppa fretta di farli crescere, troppa ansia di farli divertire, troppa paura di non offrire loro abbastanza stimoli ed opportunità?

La scorsa settimana, al secondo giorno di centro estivo hanno portato i bimbi in un lago a 20 km, in canoa ed a fare il bagno.
Ora. Il rapporto adulti/bambini era ottimo, gli adulti hanno tutti o figli o nipoti o fratelli/sorelle minori e una certa esperienza, hanno usato due piccoli "bus" con le cinture, so che c'erano anche gli istruttori di canoa al lago e che i piccoli hanno sempre tenuto addosso braccioli o giubbotto life (mio figlio), anche sulla riva.

Però mi chiedo: non bastava la piscinetta nel prato o quella pubblica aperta? Era proprio necessario portare dei bimbi di 3 - 4 anni che non sanno nuotare ?
Intendiamoci: io e l'Alpmarito portiamo nostro figlio in kayak in un altro lago, ma è un kayak antiribaltamento, un lago non accessibile ai veicoli a motore e senza mulinelli, lui indossa ovviamente il giubbino e noi siamo i genitori.

Nel centro estivo vicino a casa, dove avevo iscritto il nano per la prossima settimana (ma ora ho cambiato idea e starà con i nonni, poi la settimana successiva, se i nonni sono provati o vogliono andare da qualche parte, lo rimando a questo, così almeno riduco i traumi da cambiamento), è previsto, nel corso dell'estate, rafting nel fiume a 60 km, gita ad una fiera mediovale annuale con molta affluenza a 50 km, un parco acquatico con scivoli, trampolini ecc. a 30 km, una gita in montagna non si sa dove e via dicendo.
Per carità, ci sono anche attività più tranquille, come assistere ad esibizioni di "agility dog" (anche se io ho sempre paura dei cani), provare aikido e judo, giochi con la palla ecc.e su questo non ho nulla da ridire.
Il resto, invece...

E se dovesse capitare qualche cosa? E se si perde/annega/cade/spaventa? Gli animatori non conoscono i bambini, li hanno appena visti, al più li guardano da una settimana, come possono sapere come reagiranno ? Si rendono conto della responsabilità che si assumono ? Dei risvolti penali ed economici che potrebbero avere eventuali incidenti? In molti centri estivi/oratori/campi scuot sono diciottenni o poco più!

Ciò che mi turba maggiormente, però, è che anche semplicemente insistendo per fare entrare un bambino in piscina, potrebbero fargli odiare l'acqua per l'intera estate se non di più e altri piccoli "traumi" simili che forse maestre e genitori sarebbero in grado di evitare, conoscendo decisamente meglio il bambino.
Ho sentito raccontare da diverse mamme esperienze simili.

E poi: se a tre / quattro anni gli fanno fare rafting e parchi acquatici, a 14 anni cosa proporranno loro ? Sempre le stesse attività o parapendio e paracadutismo ? Non è che si rischia di far "bruciare" loro le tappe ? Di crescere bambini che saranno adolescenti annoiati che hanno già provato di tutto ? 
Sono davvero attività pensate per i bambini o proposte in realtà volte ad impressionare i genitori ?

Perchè in fondo, alle mie domande per capire cosa non gli piaccia del centro estivo o della scuola, mio figlio risponde sempre la stessa cosa: non gli piace non  poter correre e giocare con gli  amichetti o con scivolo, altalena o sabbia liberamente e dover invece fare delle attività strutturate e decise da altri.
Vorrebbe solo essere libero di giocare molte ore, d'estate.

E allora ben vengano cake design (che ha impegnato un'oretta) e un giro sul pony al posto della notte in tenda per i grandi, ben venga la giornata nella piscina comunale scoperta, ben vengano anche le passeggiate in sentieri di montagna non pericolosi o in campagna, ma basta canoa e assolutamente no al rafting e al parco acquatico a tre anni!

 Cake design al centro estivo! La creazione del mio ricciolino biondo (e di chi lo ha aiutato!)



Io ho vissuto con angoscia tutta la giornata al lago, ho persino telefonato all'educatrice per ripetere le mie raccomandazioni. Vero è che devo imparare a lasciarlo andare, a fidarmi di lui. Vero è che le mie angoscie sono state amplificate da mia madre, che anzichè rassicurarmi, mi ha fatto una testa così sui pericoli che correva il suo nipotino e su quanto fossi incosciente a lasciarlo andare. Vero è che anche la mamma dell'amichetto ha confessato di essere stata preoccupata e ha chiesto che la settimana seguente non ripetessero l'esperienza.
Vero che forse sono una madre iperansiosa.
Però credo che certe attività ed esperienza vadano affrontate ad una età adeguata e, possibilmente, insieme o alla presenza dei genitori.

Forse detto da una che porta il nano ad arrampicare o in kayak e a due anni lo ha portato in giro in elicottero intorno al Monte Bianco, può sembrare "leggermente" incoerente, ma credo che la differenza stia nel fatto che erano tutte attività  a cui noi eravamo preparati, per le quali avevamo scelto con attenzione materiali e modalità. E poi eravamo due adulti per un bambino, il nostro.

Certo è che questa esperienza mi ha insegnato che anche noi dobbiamo cercare di non aver fretta di fargli vivere emozioni ed esperienze.
Anche perchè gran parte della gioia e della soddisfazione è data dall'attesa.

E voi, cosa ne pensate ?
Sareste state tranquille, al mio posto?
Sono io che sono troppo ansiosa e paranoica?
Lascereste il vostro bimbo di quattro anni andare a fare attività simili ?



martedì 28 luglio 2015

Centro estivo, sì o no ?

E siamo alla seconda settimana di centro estivo, per il ricciolino biondo.


A giugno io e l'Alpmarito avevamo prenotato tre settimane di centro estivo, prevedendo di lasciare il ricciolino con i nonni paterni e la nonna materna, in modo alternato, e con me quando possibile, la prima mezza settimana di luglio e le due seguenti, così da consentirgli di riposare, svagarsi e riprendere i propri ritmi naturali, dopo il primo anno di materna, finito il 30 giugno.

Il ricciolino ne aveva davvero bisogno, sia perchè il passaggio dal nido al mattino e con i nonni il pomeriggio, alla materna dalle 8.00 del mattino alle 17.30 tutti i giorni non era stato facile, sia perchè comunque durante l'anno non ha praticamente fatto assenze oltre ai giorni festivi.
Anzi, una delle maestre si è congratulata con me perchè il nostro biondino era stato il bimbo con meno assenze dell'anno !

L'idea, poi, era di fare due settimane in un centro estivo a 9 km da casa, in un'area verde ampissima, con piscinetta, parco giochi, bar/ristorante che cucina i pasti e serve le merende all'aperto.
La prima con l'amico del cuore del nido, la seconda con l'aggiunta di due grandi amici della materna, con un anno più di lui.
Poi, di fargli fare una terza settimana di centro estivo nel paese limitrofo a casa, con i due amici della materna, cercando così di conciliare le esigenze, anche economiche, dei bimbi con quelle mie e delle altre mamme e di non pesare troppo sui nonni, già impegnati anche con gli altri nipoti e giustamente anche loro aventi diritto a riposo ed eventuali soggiorni al mare/montagna.

Però. Però.
Siamo al secondo giorno della seconda settimana ed il distacco di mio figlio al mattino continua ad essere difficile: baci, abbracci, pianti, richieste di stare con lui, di venire a lavorare con me ecc.

Certo, quando lo vado a prendere sembra non voler venire via e si vede che ha giocato tranquillo, ha ritrovato in due minuti netti la complicità con l'amico del nido, tanto che le animatrici li chiamano "la coppia inossidabile" o "gli inseparabili", però con me fatica ad ammettere di essersi divertito (quando non nega recisamente) e, soprattutto, la mattina si intristisce non appena dico che è giornata di centro estivo e non fa che ripetere che non vuole andarci, che preferisce stare con me o i nonni, anche quando non va al lago o ai giardinetti.

E io, che non ho mai voluto saperne di centri estivi e sono sempre stata accontentata, in questo, dalla mamma e dai nonni, mi sento in colpa e pure un pò scocciata.
Anzichè dargli una opportunità di stare con gli amici e divertirsi, peraltro per noi a caro prezzo, sembra che lo stiamo costringendo ad una permanenza forzata fuori casa, come se fosse ancora in pieno orario scolastico.

Non è facile.
Da un lato, ci sono i nonni, che si dicono disponibili ma che so si stanchano, che hanno anche loro vari impegni. E poi si tratta anche di portarlo/preparare pranzo/andarlo a riprendere, a volte facendo chilometri, nonchè difficoltà logistiche legate agli orari. Quindi, egoisticamente, mi conviene quasi il centro estivo.
Dall'altro c'è che quando sta con i nonni a lungo, soprattutto quelli paterni ed i cuginetti di quel lato, poi manifesta una tendenza ad essere intrattabile e fare capricci che perdura nel tempo.
E poi è già successo che i miei suoceri mi assicurassero di esserci e poi cambiassero idea all'ultimo o che mia madre avesse degli imprevisti (in fondo, i nonni da entrambi i lati hanno anche altri nipoti ed è giusto seguano anche loro) e io non voglio pesare più dello stretto necessario.

Insomma, sono qui che rimungino, indecisa se annullare la prossima settimana prima di pagare l'intera retta o no, visto e considerato che si tratterebbe anche di un centro estivo nuovo per il nano, per cui potrebbe essere ancora più difficile il distacco.

Come al solito, a settembre guarderò a queste scelte e "problemi" accorgendomi che non sono gravi nè così influenti sul futuro di mio figlio; ora, però, mi dibatto nell'incertezza.