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martedì 21 aprile 2015

I consigli che ci ha dato l'esperto per educare i nostri figli al mangiar sano e...il frigo di casa nostra !!!


Come promesso, continuo il post di ieri con le  "dritte" dell'esperto per una alimentazione corretta:

- le famose 5 porzioni di frutta e verdura al giorno;
- la verdura congelata vale quanto quella fresca, se comprata nella grande distribuzione dove di fresco vero (nel senso di immediatezza tra raccolto maturo e vendita), c'è ne è ben poco;
- ridurre il più possibile i prodotti confezionati e preferire sempre i cibi che hanno un elenco degli ingredienti più corto rispetto a quelli che lo hanno più lungo;
- consumare latte intero anzichè parzialmente scremato;
- preferire i cibi confezionati preparati con olio di oliva o extravergine di oliva;
- evitare cibi con indicazione in etichetta di "oli vegetali" non meglio specificati;
- preferire un pò di grassi ai cibi light a cui vengono aggiunti tanti zuccheri semplici per mantenere il sapore dolce;
- yogurt al naturale e non creme di yogurt o yogurt light con zuccheri o dolcificanti;
- sì anche a 6 uova a settimana (pare che le teorie in proposito siano cambiate);
-  artigianale è meglio che industriale, fatto in casa è meglio che comprato;
- lo zucchero è nascosto in tantissimi alimenti insospettabili, dal Ketchup ad alcuni tipi di  paste ripiene, insaccati ecc., oltre che ovviamente nelle bibite gassate e nei succhi di frutta- leggere bene le etichette è fondamentale;
- essere magri non autorizza a mangiare più zuccheri semplici, perchè fanno male a tutti, anche ai bimbi in apparenza sottopeso (piuttosto, meglio un piatto di pasta o un panino al prosciutto in più);
- fare regolare attività fisica;
.- pesce pescato e non allevato;
- meglio pesce di alto mare che di costa;
- non far guardare troppa tv (si mangia davanti allo schermo senza accorgersene e si è condizionati dalle pubbluicità);
- evitare come la peste biscotti e merendine con zucchero ( a meno di non farseli a casa, magari con zucchero di canna grezzo o fruttosio, evitando almeno conservanti ed additivi) e, ma forse non vale la pena di dirlo: bibite gasate e succhi di frutta.

Mi ha molto colpito notare la costernazione della maggior parte dei genitori quando l'esperto ha parlato dei succhi di frutta.

Davvero c'è qualcuno che pensa che quelli a lunga conservazione o comunque confezionati (non nettare di frutta" fresco o spremute fresche) fornisca ancora vitamine asorbibili e non abbia tanti zuccheri?
Secondo il dottore, anche la spremuta di arancia fatta in casa, dopo solo 3-4 minuti perde gran parte delle sue proprietà vitaminiche.

Conclusione: solo acqua o thè non zuccherato e, ovviamente, acqua del rubinetto.
L'Alpmarito gongolava perchè l'esperto si è soffermato a lungo sui danni provocati dalla plastica a contatto con il cibo e l'acqua soprattutto, di quanto sia nociva, per questo, l'acqua tenuta nella plastica a lungo.
L'Alpmarito, che ha lavorato per anni nel settore della plastica, era da anni che me lo diceva e mi aveva vietato contenitori di plastica in microonde o in lavastoviglie, come stoviglie per il bimbo e, guai, come biberon !!!

- Infine, il consiglio più difficile, per me: eliminare merendine e biscotti non solo dalla merenda, ma anche dalla colazione, facendo una colazione salata o con solo frutta fresca, acqua e pane o pane e miele (definito molto meglio dello zucchero perchè più digeribile e ricco di sali minerali) o pane e marmellata (di quelle fatte in casa o come in casa, però, non con conservanti o additivi), biscotti o cereali con pochissimi zuccherti, molto difficili da trovare.

Infine, tanto buon senso, informazione, lettura delle etichette, varietà  e sano equilibrio in ogni scelta.

Sta a noi genitori educare i nostri figli fin da piccoli ad una sana alimentazione, anche e soprattutto, informandoci e dando il buon esempio.

All'incontro erano presenti genitori di bimbi dai pochi mesi ai 6 anni, insegnanti, educatrici e personale della mensa, cuochi ecc.
Erano presenti tanti papà quante mamme e tutti, tutti hanno ascoltato con attenzione.
E questo, a miio parere, è un segnale importante.

Ovviamente, siamo tornati a casa piuttosto in ansia.
Io la mattina dopo ho passato in rassegna il contenuto del nostro frigo e di notte ho ripassato mentalmente le nostre abitudini alimentari.
Scoprendo che:

- sul fronte frutta e verdura, non arriviamo alle cinque porzioni al giorno raccomandate, però ci andiamo vicini. Il nano mangia la frutta a metà mattina all'asilo, verdura a pranzo all'asilo, verdura a cena ne metto semrpe in tavola, spesso anche un frutto dopo cena, anche se non sempre. Quindi viaggiamo sulle tre o quattro al giorno. Devo migliorare. DEVO MIGLIORARE!
Nel mio caso, la difficoltà è data dalle mie allergie alimentari. Fino a 10 anni fa, io vivevo di frutta e verdura. Poi piano piano ho dovuto escludere un alimento dopo l'altro e, mentre con la verdura cotta riesco a salvarmi (solo a foglie verdi, escluso il sedano, però carote e peperoni sì), con la frutta è un disastro. Giusto pere cotte, banane cotte (uno schifo, detto tra noi) e uva. Stop.
Alla fine non compro altro molto spesso, perchè fatico persino a toccare alcuni frutti, sbucciarli a volte diventa una sofferenza, il rischio di contaminazione e di un assaggio per sbaglio è altissimo e, quando l'Alpmarito non c'è, se il nano avanza mi tocca gettare tutto nel composter.
Per fortuna, il nano può contare su una materna con cucina che offre un'alimentazione varia ed equilibrata;
- nella nostra quotidianità alimentare c'è poca varietà, per il motivo di cui sovra;
- la pasta fresca e ripiena (tipo tortellini, agnolotti ecc.) nel nostro frigo, che amiamo molto, non ha zuccheri nè oli vegetali - quindi promossa;
- con lo yogurt sono in difetto e pure con i budini. D'ora in poi, si impone una selezione più attenta - anche se ne consumiamo poco, deve essere migliore;
- niente latte, non ne beviamo;
- tante uova ma non superiamo le 6 a settimana (almeno mangiate da sole o in frittata!);
- niente salse pronte, tranne la senape forte dell'Alpmarito;
- niente bibite gasata e succhi di frutta. Solo vino, birra (per le cene con gli amici) e acqua del rubinetto - promossi!;
- troppo cioccolato di Pasqua avanzato!!!;
- caramelle e confetti in dispensa che stanno facendo la muffa e ancora il carbone dolce della Befana di tre anni fa (gettato via): segno che non consumiamo molti dolciumi e quindi, promossi;
- altra pasta, senza oli vegetali e zucchero.;
- verdura. ahimè, quasi tutta comprata al super o congelata (che ora consumerò con più piacere), tranne che d'estate, quando la compriamo dall'orto delal vicina;
- pesce troppo poco e congelato. D'altro canto, qui ci sono allevamenti di trote con acqua di torrente ma nessuna pescheria e anche ai super non è un granchè. Quindi, forse, è meglio così.
Non riesco proprio a fare la spesa tutti i giorni !!!

Il tasto dolente è lo scaffale dei prodotti per la colazione e di pane, grissini e crackers.
Noi non compriamo quasi mai il pane fresco: non ne ho il tempo e, soprattutto, la voglia.
Se ho pane fresco ne mangio troppo e, comunque, qui costa molto caro (dai 3,5 ai 5 Euro al kg).
Finisce che è tutto confezionato.
Ebbene: metà delle confezioni non hanno olii vegetali ma solo olio di oliva. L'altra metà, invece, contiene olio di palma.
L'imperativo sarà dunque comprarne meno o per nulla, d'ora in poi.
Biscotti, cereali, pangoccioli e muffins (altre merendine non ne mangiamo abitualmente) sono tutti da scartare.
Il contenuto di zucchero è impressionante, l'olio è sempre vegetale e/o specificato di palma.

Il problema è che io non posso mangiare neppure le marmellate fatte in casa (che abbiamo, grazie ad una nonna molto attiva) e con il pane confezionato sarei punto a capo.
Colazione salata no, io non ci riesco e neanche il nano.
Lui beve acqua e mangia un muffin al cioccolato. Stop.
Mangiamo moltissimo miele ma non consumiamo mai zucchero semplice, salvo che per fare i dolci (del tipo: un kilo di zucchero ci dura un anno)
Anche quello, lo elimineremo e compreremo il fruttosio.


Non vi dico, però, i sensi di colpa che ho ora a dare un muffins al nano o addentare un biscotto !!!
Come ha sentenziato l'Alpmarito: "Se ti ha terrorizzato, è riuscito nel suo scopo ed è stato utile!!!"
La nostra spesa diventerà ancora più ragionata e faremo qualche sacrificio in più sicuramente, pur senza stravolgere del tutto le nostre abitudini o meglio, cercando di modificarle gradualmente per quanto ci è possibile.

Cercherò di cucinare più spesso quella torta al cioccolato che piace tanto al nano, sostituendo lo zuccherro con il fruttosio. Tanto non ha burro, solo olio di mais.
E i biscottini, naturalmente!




Nulla ci darà la garanzia di vivere più a lungo o più sani per questo  (lo psicologo non ci ha certo illusi in proposito) , ma provare non guasta.

E voi, come siate messi? A cosa fareste più fatica a rinunciare?

lunedì 20 aprile 2015

L'appetito vien mangiando, la salute viene educando.

Venerdì la nostra famigliola è stata ad una "apericena con l'esperto", organizzata dalla biblioteca dle paese, dal servizio mensa del Comune e dalle istituzioni scolastiche, per imparare qualche cosa di utile sulle regole per un'alimentazione equilibrata e sulla prevenzione dei disturbi alimentari.

 (Le foto sono mie...della serie: cosa scegliereste di istinto? E i vostri figli?)

A tenere banco, dopo un buffet a base di frutta e verdura (quindi io ho praticamente digiunato, visto le mie allergie), è stato uno psicologo psicoterapeuta comportamentale specializzato in disturbi alimentari, che lavora all'Asl locale.

Era previsto anche un servizio di baby sitting con le stesse maestre del nido/materna (sarebbe stato dai tre anni ma hanno accolto tutti): ovviamente nostro figlio ha preferito stare in braccio al papà ad ascoltare "il dottore".

Il relatore è stato molto bravo, considerando che è riuscito a tenere vivo l'interesse per un'ora e mezza praticamente da solo, con battute degne di Zelig e considerazioni non banali.
Si è parlato molto della influenza della televisione e degli spot sui bambini, sulle loro scelte alimentari. Ci è stato infatti fatto notare che, mentre noi adulti abbiamo discernimento a sufficienza per distinguere le false promesse dalla relatà, i bambini potrebbero non saperlo fare.
E, comunque, il marketing è subdolo ("all'acqua che elimina l'acqua o che rende belli dentro e puliti fuori" credono anche in molti adulti!!)
I nostri figli potrebbero davvero pensare, ad esempio, che mangiando un certo .... di cioccolata, troveranno un aereo in grado di volare davvero o che mangiando una merendina, diventeranno "naturologi" (ma ne vogliamo parlare ?!?)

Secondo l'esperto, dovremmo aiutare i nostri figli ad avere un approccio più realistico e critico, non illuderli che tutto sia possibile ed abituarli ad esaudire ogni loro desiderio, poichè ciò potrebbe portarli a non saper reagire, da adolescenti o adulti  (quando non sarà più possibile proteggerli e dare loro tutto ciò che vorrebbero), con il rischio di depressioni, crisi di ansie, tossicodipendenza, tentati suicidi (non ci è andato certo giù leggero!) e, ovviamente, disturbi alimentari.
In questo, credo che abbia ragione: la frustrazione bisogna saperla gestire, come la delusione e la fatica.
Nello stesso tempo, però, personalmente credo che sia come al solito una questione di equilibrio, perchè altrimenti si rischia di crescere dei piccoli cinici e pessimisti, seppur forti.

Si è parlato dell'importanza di dire di no, di imporre le nostre scelte educative quando i bimbi sono piccoli, se in gioco c'è la loro salute, non facendosi condizionare dal giudizio altrui (ad esempio, gli altri clienti in fila al supermercato mentre il bimbo piange per avere la caramella, le altre mamme ai giardinetti ecc.), delle teorie pedagogiche di moda e, in certa misura, dei parenti.
Soprattutto, dei nostri sensi di colpa.
Giustamente, il dottore ci ha fatto riflettere su come ormai tendiamo, almeno nell'Europa occidentale, a fare meno figli e ad investire eccessivamente in loro, a proteggerli troppo, acontentarli troppo, finendo così per danneggiarli, rendendoli dei "piccoli budda" incapaci di accettare, da grandi, un no o una regola.
Per contro, se non ci facessimo così attenzione,  non saremmo neanche andati alla serata, vi pare?


Non è stato tralasciato neppure il tema della percezione del proprio corpo, dei modelli imposti da società e media, fatti apposta per "omologare" e convincere a comprare.
Dell'importanza di accettare ed esaltare la propria diversità e di ricordare ai nostri figli che sono BELLI così come sono.
E su questo, nulla da dire, figurarsi che io sono anche contro i grembiulini e le divise a scuola, perchè ritengo inutile fingere una parità che non esiste e che traspare comunque!!

Soprattutto, però, lo psicologo psicoterapeuta ci ha parlato di nutrizione e ci ha letteralmente terrorizzato, parlando per un'ora della pericolosità e dannosità del consumo di zuccheri semplici!!!

Io, che pensavo di sentire ripetere lo stesso ritornello sulle cinque porzioni di frutta e verdura al giorno (che c'è stato, ovviamente) e sui pericoli dei grassi, sono rimasta sconvolta e basita dall'enfasi riservata agli zuccheri.
Non perchè non sapessi, sia chiaro, ma perchè numeri e cifre sono impressionanti, l'esperto era convincente e ci parlava vis a vis.
In sintesi, noi ci siamo evoluti con un'organismo fatto per assimilare una certa quantità di zuccheri, preferibilmente non semplici, e amare (il paradosso!) il gusto dolce.
Siamo geneticamente portati ad amare il dolce ma, negli ultimi 50 anni o giù di lì, il nostro consumo di zuccheri, soprattutto semplici e magari pure ultra raffinati è cresciuto in modo spaventoso e il nostro corpo non riesce ad assimilarlo, ne è "drogato" e danneggiato.

I bambini amano il dolce ma non bisogna assecondarli, solo per conmodità.
Bisogna preferire il fruttosio e la frutta al saccarosio, pane e pasta ai dolci ecc.
Peraltro, ci è stato fatto notare come lo zucchero sia stato introdotto ovunque per compensare la perdita di gusto dovuta all'eliminazione dei grassi che invece, in giusta misura, fanno molto meno male e sono necessari.
In questo modo, si è arrivati ad una sorta di parificazione del sapore degli alimenti, eliminando tutte quelle caratteristiche organolettiche che li rendono speciali.
Solo riducendo gli zuccheri (e il sale, questo lo dico io per esperienza diretta), si può rieducarsi ed educare i nostri figli a sentire ed apprezzare il sapore vero dei cibi.

I suoi consigli per un'alimentazione corretta ?
Le vi li scrivo domani, che ora devo andare.
Volete sapere come siamo messi in casa nostra?
Anche questo lo saprete domani (altrimenti il post viene troppo lungo e nessuno lo legge, ammesso che siate arrivati fino a qui!).

Vi dico già, comunque, che qualche errore a mio parere lo sta già facendo anche il servizio mensa o meglio, le maestre.
A volte elargiscono cioccolata e caramelle così, del tutto gratuitamente, anche se i bimbi hanno già mangiato il dolce per merenda. Io, su questo, non sono d'accordo fin dall'inizio ma per ora accennarlo non è servito.
Speriamo correggano il tiro!

martedì 14 aprile 2015

Millefoglie e...uno strano tiramisù!

Tempo fa ho comprato una confezione di pasta sfoglia dolce, ossia una "base per millefoglie.
L'intento era di mangiarmela a colazione, senza alcuna crema, perché adoro la sfoglia, sia dolce che salata.
Poi me ne sono dimenticata, finché l'Alpmarito, stufo di vedere il pacchetto in mezzo ai biscotti, mi ha intimato di mangiarle.
Siccome volevamo passare da una amica che compiva gli anni, ne ho approfittato per provare a fare la crema pasticcera.
Ecco come.

Ingredienti
1 confezione di base millefoglie (tre o quattro sfoglie)
150 gr di zucchero
3 uova
70 grammi di farina
1/2 litro di latte
1 cucchiaio di crema di Marsala (che, secondo me, era già troppo, forse perché mi sono sbagliata e ho messo un cucchiaio di Cognac ?!?!?)
Zucchero a velo per una spolverata finale

Mettere il latte a bollire, in una padella non troppo piccola, poiché poi dentro bisogna farci stare tutto il composto.
Sbattere i tuorli d'uovo con 100 gr. di zucchero, fino a che non diventa cremoso, poi aggiungere la farina piano piano.
Quando il latte e' in ebollizione, versare il composto di tuorli sbattuti.
Mescolare sempre lentamente a fuoco lento, senza portare ad ebollizione, fino a che la crema non raggiunge una buona consistenza quasi solida.
Toglierla dal fuoco e farla raffreddare.
Montare i tre albumi d'uovo con 50 gr. di zucchero, poi amalgamare il tutto con la crema pasticcera e il Marsala.
Spalmate la crema sugli strati di sfoglia, uno dopo l'altro.
Chiudete con uno strato di sfoglia e spolverare con lo zucchero a velo.

Et voila'!


Io, visto che ho avanzato crema, ne ho approfittato per fare una caffettiera grande, pucciarvi i biscotti
savoiardi e poi, disponendoli a strati in un piatto, coprirli con la crema pasticcera, strato dopo strato
fino ad esaurimento.
Una a sorta di misto tra millefoglie e tiramisù!

Entrambe sono state un successo, anche se la seconda, a vedersi, lasciava molto a desiderare!!!



giovedì 26 febbraio 2015

Mamma avvocato in cucina: cavolini di Bruxelles alla panna


Una ricetta super veloce e facile, sia per la preparazione che per il risultato, nonché uno dei piatti preferiti dell'Alpmarito.
A chi non piace la panna?!?

Ingredienti

Cavolini di Bruxelles
Una convenzione di panna da cucina
Acqua calda e un po' di sale!

Lavare i cavolini e aspostare le foglie più esterne e dure.
Far bollire i cavolini di Bruxelles in acqua salata qualche minuto.
Scolare, versare in una padella una confezione di panna (se non l'avete funziona anche il latte intero) e i cavolini sbollentati.
Spadellati fino a completo assorbimento della panna.


Il gusto finale è molto più delicato rispetto a quello "normale" dei cavolini di Bruxelles e di solito piace moltissimo anche ai bimbi ed ai palati più esigenti.
Inoltre, secondo me, in questo modo i cavolini diventano più digeribili e non "tornano su".
D'altro canto, la panna e' sempre un'arma vincente!!!

venerdì 20 febbraio 2015

Libri ed allergia

"Allergie e iper- reattività" di Jean -Loup Dervaux, edito da  Mondadori nel 2013, pag. 167




Questo venerdì non ho romanzi da proporre ma un piccolo "saggio" divulgativo dalla lettura molto scorrevole di un medico francese, che affronta il tema delle allergie, delle intolleranze e delle false allergie da tutti i punti di vista: la descrizione della malattia allergica, il come e perché si diventa allergici, la diffusione sempre maggiore delle allergie, specie tra i bambini, il ruolo dell'ambiente, la vita quotidiana del soggetto allergico, i disturbi causati dall'allergia, il modo per scoprirla.
E, naturalmente, le cure tradizionali (con una breve e semplice spiegazione sui vari tipi di farmaci utilizzati ed i loro effetti) e quelle alternative, omeopatia, fitoterapia, oligoterapia, cure non farmacologiche (termali, talassoterapia, agopuntura, rilassamento, yoga ecc.).

Il libro, infatti, riconosce e spiega che i disturbi causati dall'allergia hanno un impatto fortissimo sulla vita sociale e quotidiana dei pazienti e invita a percorrere tutte le strade possibile per contenerli e ridurli, senza mai abbandonare le cure farmacologiche tradizionali ma affiancando ad esse, volta per volte, cure e medicine alternative, quando possibile.
Senza dimenticare i consigli pratici per la prevenzione, dal microclima domestico allo sport, allo stress ed all'igiene mentale, i comportamenti all'aria aperta ecc.

L'approccio globale, completo, alle allergie e' forse ciò che ho apprezzato di più in questo libro, così come la spiegazione dei tanti volti dell'allergia, dall'asma alle manifestazioni cutanee, dai sintomi a naso e occhi a quelle alimentari.
Viene spiegata l'incidenza dei fattori ereditari e genetici (lo sapevate che un bambino nato da genitori non allergici ha il 5% di probabilità di esserlo, uno nato da un genitore allergico, il 30% ed uno nato da due genitori allergici, il 50%, con una incidenza maggiore tra le femmine che tra i maschi? E che basta essere allergici ad una sostanza per essere persone "allergiche"?)  e che le allergie si sviluppano quando incontrano il terreno giusto, intendendo per "terreno" il " profilo biochimico e neurofisiologico, autentico biglietto da visita biologico, proprio di ciascun individuo".
Quando la persona presenta un " terreno atopico " , cioè "la propensione a sviluppare reazioni anormali di tipo immunitario contro alcuni elementi, non pericolosi a priori per l'organismo", a volte amplificati da un terreno ipersensibile, allora, dopo un periodo più o meno lungo di sensibilizzazione, risentirà di reazioni allergiche.
O almeno, così ho capito io!



Il medico distingue tra allergie ed iper reattività dell'organismo, tra intolleranze e allergie, tra reazioni immediate e non.

"La reazione allergica organica e' una reazione di difesa che diviene, però, eccessiva e inadatta nel suo sviluppo. È' una sorta di errore del sistema immunitario che scambia una sostanza innocua per una dannosa (falso antigene)"


Elenca le sostanze più allergizzanti, spiega le allergie crociate (di cui soffro io) e la sindrome orale allergica (soffro pure di questa) e spiega che l'allergia non è una malattia lineare, con una unica causa ed un unico tipo di manifestazione, bensì una sindrome funzionale multifattoriale.
Per illustrarlo, l'autore usa l'immagine della clessidra.



Ed è questo ciò che pesa di più a me personalmente: non sapere mai se avrò o no una reazione allergica a determinati alimenti o esposizioni, se e quale saranno i sintomi ed il loro livello di gravità. Mangiare un giorno un limone senza problemi e poi di colpo scoprire che "sono diventata allergica" e se lo mangio di nuovo passo ore in bagno, mi viene la crisi d'asma e devo imbottirmi di cortisone e antistaminici.
In questo libro, finalmente, viene messo ben in chiaro che l'allergia è una malattia, non una paranoia o una invenzione per fare i difficili a tavola (come spesso mi accorgo pensano gli estranei, i conoscenti o i ristoratori, davanti alle mie richieste di elenchi di ingredienti e preghiere di non mettere l'uno o altro alimento), ne' un pretesto per criticare chi tiene animali o vive nella polvere (no, non è che voglio rompere le scatole, e' solo che sto davvero male!!!).
Anche se scoprire che, secondo le tabelle riportate sui libri, il mio livello di IgE specifiche e' per numerosi allergeni "importante" e "molto importante" (parla di maggiore o uguale a 35 kUI/I, io per alcuni risulto a 200 kUI/I !!!!?!!), non è consolante.



E pensare che prima di fare i primi esami del sangue, ormai anni fa, nonostante le evidenze sintomatiche, c'erano periodi in cui, a forza di sentire persone intorno a me affermare con sicurezza che non era "oggettivamente" possibile che una quantità piccolissima di un alimento o una esposizione di pochi minuti ad una sostanza potesse farmi male, quasi mi ero convinta che fosse una mia fissa e non la realtà e mi sentivo in colpa a manifestare i miei problemi!!

Una cosa però l'ho capita: vale la pena tentare anche strade alternative e continuare ad insistere con le cure e i vaccini, anche se per ora non funzionano su di me: la speranza di migliorare c'è !

Quanto ai consigli pratici del libro, alcuni sono davvero pratici e realizzabili, altri purtroppo no: non ho ne' il tempo ne' la possibilità di lavare e spolverare tutti i giorni, ne' posso cambiare il clima del posto in cui vivo o le sue piante e non mi basterebbe spostarmi di qualche chilometro per stare meglio...dovrei emigrare direttamente non so dove!
In compenso, ho notato anche io che nei periodi di stanchezza o stress l'allergia si manifesta più violentemente e frequentemente.
Ovviamente, io pratico tutti gli sport sconsigliati da tabella: sci alpino, arrampicata, scherma...
Anche quelli consigliati, però ! (Jogging leggero, nuoto in vasca, bicicletta in pianura- va be', qui pianura non ce n'è ma fa lo stesso- sci di fondo ecc.)

In conclusione: consigliato, non solo a chi soffre di allergia ma anche a chi vuol saperne di più o essere pronto a eventuali sintomi dei propri figli (sperando non ci siano mai!).

Con questo post partecipo al Venerdi' del Libro di Home Made Mamma.

giovedì 5 febbraio 2015

Mamma avvocato in cucina: Soufflè di patate!

Il soufflè di patate è uno dei miei piatti preferiti e mia madre lo prepara benissimo.


Ogni tanto, però mi cimento anche io, soprattutto se ho amici a cena.
Così, per cambiare un pò con un piatto che di solito piace a grandi e piccini, perchè coccoloso, e morbido.
E poi, a chi non piacciono le patate?

Ecco allora come lo preparo.

Soufflè di patate 

Ingredienti per quattro persone / una teglia come sopra

1 kg di patate
100 gr di burro
4 uova
1 bicchiere di panna
sale, pepe e noce moscata (io quest'ultima ultimamente non posso più usarla per l'allergia però se potete, mettetela)

Sbucciate e lessate le patate.
Appena cotte, passatele nello schiacciapatate, mettele in una teglia o terrina, che imburrate prima bene con 20 gr di burro (o quanto vi serve)  e incorporatevi 80 gr di burro, un pizzico di nome moscata, un pizzico di sale e pepe, 4 tuorli ed il bicchiere di panna.

Montate a neve i 4 albumi e poi uniteli dolcemente al purè ricco di cui sopra, con movimenti non rotatori ma dall'alto verso il basso.

Io così uso solo una terrina per il soufflè e la bastardella per gli albumi.

Infornate per circa 20 minuti , a 180 ° con l'opzione "dolci", se il vostro forno ne è dotato, se no comunque a fuoco moderato.
Sfornate e servite al momento.



La preparazione è facile (davvero!) e abbastanza veloce ed il risultato di sicuro effetto (nel mio forno gonfia poco ma è un problema dell'elettrodomestico, non del soufflè), l'unico neo è che andrebbe servito subito ben caldo.
Si possono sbucciare e lessare le patate un momento prima, così da infornare il tutto quando ci si siede a tavola per il primo.



Buon appetito!!

martedì 3 febbraio 2015

Tra il Carnevale in arrivo, nevicate, orchidee e arcobaleni

In questo periodo il tempo per scrivere e condividere è veramente poco. Il lavoro risucchia pensieri ed energie, ore e sogni notturni.
Eppure son desta.


E nel mezzo, vivo e qualche volta corro. Meno ma corro.


Nel mezzo, mangio. Pure troppo.

Nel mezzo, ammiro la natura e ...lavo le finestre!



 

Tra una nevicata ed uno sbocciare di candidi fiori.





Nel mezzo, anzi prima, il Carnevale ha avuto ufficialmente inizio.
E mentre la maggior parte delle persone disfava alberi di Natale e apriva calze della Befana,
noi assistevamo all'uscita di pifferi e tamburi.


Senza disdegnare un giro ai giardinetti, anche perchè la giostra che gira piace tanto al nano, ed è pure studiata per i disabili, perchè il gioco è un diritto i tutti i bambini.


Nel mezzo, andiamo a sciare
....ma questa è un'altra storia.

Sempre, ci passiamo a vicenda virus intestinali e raffreddori.

E a sorpresa, qualche volta, l'arcobaleno illumina il cielo e ci incanta.


giovedì 22 gennaio 2015

Direttamente dal Canavese (Piemonte)..."supa d' coj", zuppa di cavoli

Per la serie "mamma avvocato in cucina", oggi voglio parlarvi di una ricetta che per me ha il sapore di casa e di tradizione.
E sì, perchè è una ricetta antica che nasce proprio in Canavese e che la mia nonna  prepara ogni anno, insieme a mia madre, il giorno di Ognissanti  (1° novembre).

Forse perchè la mangio una volta all'anno, forse perchè è preparata con pazienza ed amore dalle donne di famiglia, forse perchè è uno dei pochi piatti tradizionali che non contiene ingredienti a cui sono diventata allergica, è uno dei miei piatti preferiti in assoluto.

Oggi, con il permesso della nonna, voglio dividerla con voi, per ringraziarvi dei tanti graditi complimenti al mio ultimo post.
Le giornate fredde e nevosi di questi giorni, infatti, ben si prestano a questa ricetta.
Mi perdonino i puristi del piemontese se ho scritto il nome scorrettamente (ogni suggerimento è ben accolto).

Supa d'coj


Ingredienti:

ossa per fare il brodo di carne (noi le teniamo da parte apposta)
1 cavolo di grandezza media, preferibilmente il famoso (e buonissimo) cavolo verza di Montalto Dora (TO)
600 grammi di salsiccia
formaggio grattuggiato
mezzo miccone di pane raffermo (vecchio di almeno 2 giorni) 

1. Togliere al cavolo la parte dura delle foglie, lavare il resto delle foglie e farlo bollire per 5 minuti (buttando dentro le foglie quando l'acqua bolle). Ottenuto il brodo di cavoli, metterlo da parte.
2. Far bollire le ossa per 1 ora e poi tenere il brodo ricavato.
3. Disfare la salsiccia e farla cuocere per 30 minuti, sempre disfandola per bene, solo con un po' d'acqua.
4. Tagliare il pane a fette di 2 o 3 centimetri.
5. Mettere in un contenitore di coccio (importante, anche se non so perchè) un mestolo di brodo di carne, uno strato di foglie di cavolo, 1 di salsiccia, 1 di formaggio grattuggiato, 1 di pane, 1 mestolo di brodo.
Usare il brodo di cavolo dopo aver finito quello di carne o alternarli (il primo mestolo, però, di carne).
Proseguire così, a strati, fino a finire gli ingredienti, mettendo per un ultimo 1 strato di pane.

6. Far cuocere sul gas a fuoco basso basso per 1 ora, passando sempre la forchetta intorno e nel mezzo (toccando il fondo della zuppa), per evitare che la zuppa si attacchi sui bordi o sul fondo.
7. Passarla nel forno perchè si formi una bella crosticina, aggiungendo ancora un pò di formaggio grattuggiato e qualche pezzetto di burro (che non guasta mai!).

BUON APPETITO!





Questa volta ammetto che non l'ho fatta io, neppure ci ho provato, però giuro che il prossimo anno mi darò da fare!!!!

p.s. Per chi fosse interessato ogni anno, a novembre, a Montalto Dora (TO) si svolge la tradizionale sagra del cavolo verza e naturalmente...si mangia!!!

martedì 30 dicembre 2014

Di recite, di convivialità e della Casa di Babbo Natale di Quagliuzzo

Siamo arrivati al 30 dicembre ed io sono sopravvissuta. Tanto da essere già al lavoro.

Sono stati giorni intensi e, nel complesso, sereni, anche se molto faticosi.
Abbiamo mangiato troppo, bevuto il giusto (e soprattutto bene), giocato tanto, spacchettato regali come se non ci fosse un domani.
Ad un certo punto, il ricciolino biondo ha persino protestato, dicendo che lui certe cose non le aveva chieste, però alcune "gli servivano proprio", altre, "belle sì ma le guardo poi", perchè troppo preso dai primi doni aperti!

Soprattutto, però, sono stati giorni di emozioni e amicizia.
Il mio piccoletto ha partecipato alla sua prima recita scolastica ed io, in prima fila, ho scattato foto e girato filmini (inguardabili, purtroppo: sembro un'ubriaca alla cinepresa!), osservandolo insieme alle maestre ed ai suoi amici, prima, durante e dopo, nell'allegra merenda e al parco giochi.

Le maestre sono state bravissime: gestire così tanti bambini piccoli, riuscendo a creare persino uno spettacolo comprensibile...davvero ammirevole.
E poi mi è piaciuto il soggetto della recita: non le solite storie natalizie ma la nascita del grano (poichè il tema dell'anno è l'alimentazione e dal grano hanno iniziato), con contadini, spaventapasseri e corvi, sino al raccolto, ai pop corns ed alla tavola.
Perchè il senso era proprio questo: è sempre bello stare a tavola, insieme in allegria, ancora di più nei giorni di  festa, e c'è spazio per tutti!!!
Insomma: un messaggio profondo e importante, veicolato in modo semplice, immediato e divertente.


Indovinate cosa ha fatto il mio ricciolino biondo....il pop corns!

Anche se, più che altro, se li mangiava e toglieva da sotto i piedini!

Qui con la sua amichetta, un bellissimo contrasto cromatico e tanto affetto.
E stare con parenti ed amici in compagnia (anche a mangiare, ovviamente) è proprio quello che stiamo facendo anche noi in questi giorni.



Il presepe della scuola, anch'esso prevalentemente di mais...ingegnoso, originale, "ricicloso"  e bellissimo!

E poi siamo finalmente stati alla "Casa di Babbo Natale" di Quagliuzzo (TO), in Canavese.
Il nano non voleva andarci poichè, come abbiamo scoperto a forza di domande, era un pò spaventato dall'idea di un estraneo vestito di rosso e panciuto che entra nelle case della gente in piena notte...
Eppure, quando ha visto questo magico spettacolo, i suoi occhi si sono illuminati e non voleva più venire via!!











Non è altro che il giardino di una casa privata, nel centro di Quagliuzzo, un paesino del canavese molto ben tenuto, in provincia di Torino.
E' allestito tutto alla perfezione (e guardarla non costa nulla), con cura ed attenzione per i particolari, però merita davvero una visita.
In più organizzano sempre eventi, come recite, canti natalizie e scambi di regali (per info, sbirciate qui o qui o qui fate una ricerca generica con Google).

Se passate da queste parti, magari per andare in montagna...potete fare una piccola deviazione (l'uscita autostradale di Pavone (TO), sulla A5 che collega Torino alla Valle d'Aosta è a pochi chilometri).

Per il resto...lascerò presto parlare le foto!







giovedì 4 dicembre 2014

Mamma avvocato in cucina: torta al cioccolato, senza burro.

Le settimane estive passate a lavorare in rifugio mi hanno lasciato molto ed insegnato tanto.
Ad esempio, come fare una buonissima e facile torta al cioccolato, peraltro più leggera delle solite.

La ricetta è della cuoca Patrizia ed il segreto è un vasetto da 125 gr di yogurt.
Non serve solo per il suo contenuto ma anche per misurare tutti gli altri ingredienti.
In questo modo si risparmiano strumenti e si semplifica al massimo, a prova di bimbo!

Torta al cioccolato con lo yogurt


Ingredienti:
1 yogurt da 125 gr (un vasetto). Se decidete di fare la torta al cioccolato, secondo me e' meglio bianco o alla vaniglia, altrimenti potete anche utilizzarne uno alla frutta.
3 uova
2 vasetti di zucchero o fruttosio
1 vasetto scarso (circa 100 gr ma se lo riempite fino all'oro non capita nulla, mi è già successo!) di olio di semi. Io non uso l'arachide per l'allergia.
3 vasetti di farina oppure 2,5 vasetti di farina e 0,5 di fecola (oppure 2 di farina e uno di fecola, ho già provato anche così!)
1 bustina di lievito istantaneo per dolci
1 vasetto di cacao in polvere, meglio se amaro, per non esagerare. Comunque, questo sta a voi!

Sbattere il rosso delle uova con lo zucchero, usando la frusta a mano o il frustino elettrico (io uso il secondo): ho imparato che per sbattere bene e' utile una pentola quasi cilindrica in acciaio inox, che pare che in gergo tecnico si chiami "la bastardina".
Per intenderci, quella che vedete messa davanti nelle macchine impastatrici.
Costa un botto ma, essendo fredda e alta, funziona bene.
In alternativa, io uso la pentola di acciaio della pasta, che tanto avrete e funziona comunque (almeno secondo me, l'Alpmarito e' di diverso avviso).
Poi aggiungete l'olio, lo yogurt, la farina.
Mescolare il tutto finché non si amalgama un po'.
Questa è la parte che io faccio fare al nano.
Ora aggiungete il vasetto di cacao in polvere, mescolate nuovamente e aggiungete la bustina di lievito.
Lasciate il bimbo (o il marito) a mescolare.
In un'altra terrina, possibilmente anche essa in acciaio o in vetro, comunque fredda, montate il bianco delle uova a neve con il frullino, a mano o elettrico, eventualmente con un pizzico di sale (dicono aiuti, ma io ne faccio anche a meno).
Aggiungete il bianco montato al composto, poco per volta e amalgamando con movimenti dal basso verso l'alto, non circolari. (Questo era l'ordine della cuoca, pare per non "fare sgonfiare il bianco")
Imburrate e infarinate la tortiera e versatevi tutto il composto.
Infornate a 165 gradi per circa 45-60 minuti.

Eventualmente guarnite con zucchero a velo o bastoncini di zucchero colorato.

Ecco il risultato!
  In versione cacao amaro...


 ed in versione cacao al latte e cannella, appena sfornata.



Si conserva fuori dal frigo, rimanendo abbastanza morbida, anche due e tre giorni.

Il gusto e la consistenza è quella dei muffins al cioccolato (volendo potete anche mettere pezzi di cacao per fare le goccie), però meno burrosi e dunque più leggeri...il nano ne va pazzo!