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martedì 14 giugno 2016

Novità in tema allergie e alimentazione

A fine maggio la mia allergologa ha lanciato un esperimento: mi ha chiesto di evitare per un mese alcune delle farine  appartenenti alle famiglie delle graminacee ed, in particolare, quelle "raffinate" ed il frumento, sostituendole con farina di riso, grano saraceno, farro, grano kamut, patate, quinoa, amaranto, tef e chia.
Gli ultimi tre non li avevo mai sentiti neppure nominare e comunque il tef non l'ho trovato in nessun negozio della zona, l'amaranto  costava qualcosa come 30 euro al kg (perciò ne faccio anche a meno, grazie) e sulla confezione della chia, trovata solo in semi ed a caro prezzo  vi era indicato di consumarne massimo 1 cucchiaio al giorno, perciò ho lasciato perdere, in quanto non mi avrebbe certo sfamato!

In pratica, l'allergologa mi ha vietato: grano/frumento, mais, avena, orzo, miglio, segale e tutti gli alimenti derivati di tali farine.



Mi sono ritrovata, quindi, a dover cambiare completamente alimentazione da un giorno all'altro.
Al momento, dopo poco più di quindici giorni, posso affermare che le differenze che ho riscontrato sono una impennata dei costi della spesa alimentare, poichè tali prodotti sono carissimi, la diminuzione del mio tempo libero, perchè mi tocca cucinare più spesso e alimenti che prima compravo già pronti, ed un peggioramento della mia vita sociale.
Sul fronte salute, ho avuto solo maggiori difficioltà digestive, per smaltire questo improvviso surplus di fibre e proteine!

Non so, pertanto, se l'esperimento si ripeterà.

Ci sono, comunque, anche dei lati positivi:
-  ho conosciuto alimenti nuovi (la quinoa, ad esempio, a parte il piccolo particolare del suo costo spropositato, non è affatto male) e ho introdotto una decisa variazione nella mia alimentazione ma anche in quella del ricciolino, che ha mostrato di apprezzare molto il grano saraceno misto al riso, il farro e la pasta di farro e la pasta con grano Kamut.
Certamente la nostra salute in questo ci ha guadagnato;

- sono stata costretta a cucinare di più, soprattutto alimenti che mai avrei pensato di produrre in casa, come il pane, coinvolgendo anche mio figlio nella preparazione;

- ho imparato qualche nozione in più, che non fa mai male, anche se non mi è del tutto chiara la storia per cui, essendo farro, grano Kamut, avenae riso comunque appartenenti alla famiglia delle graminacee, vengano comunque considerate meno pericolose per le allergie, in quanto contenenti proteine "vecchie" più digeribili. Mi sa che mi mancano nozioni di biologia molecolare!

In sintesi, non tutto il male viene per nuocere.

Nei prossimi giorni vi indicherò qualche ricetta, provata e riuscita, ovviamente!

giovedì 5 maggio 2016

Vivere con l'allergia

Ho scoperto di soffrire di allergie quando, in pratica, ero già adulta.
Forse perchè per via della naturale evoluzione del mio "cammino allergico".
Forse perchè qualche altro fattore ha agito da agente scatenante di allergie dormienti.
Non lo so.
So, però, che vivere con l'allergia, non è sempre semplice.
Soprattutto se, come nel mio caso, si hanno allergie ai pollini che coprono tutte e quattro le stagioni, più allergie a metalli e acari e reazioni crociate con gli alimenti.

Non ne faccio un dramma.
So benissimo che esistono problemi ben peggiori e malattie ben più gravi.
Non mi sento "malata" e, anche quando sono i medici a chiedermi se soffro di qualche patologia e se sono in salute, rispondo sempre senza esitazioni che sto bene e non soffro di nulla.
Perchè è così che mi sento e sono sempre restia a confessare che, però, ho una serie di allergie.


Lo scorso anno mi ero messa in testa di provare a fare almeno una gara di corsa, così ho prenotato l'esame di medicina sportiva.
Al termine, i medici mi hanno detto che stavo benissimoe io ho gongolato.
Poi, però, hanno aggiunto: però, mi raccomando, corra sempre e solo con il Ventolin in tasca.

Ora, a distanza di tempo, mi rendo conto di come siano cambiati alcuni aspetti della mia vita, a causa delle allergie.
Nulla di drammatico. 
Sono fortunata: non ho mai dovuto smettere completamente di praticare sport all'aria aperta, non ho più problemi ad andare in montagna, non ho subito limitazioni gravi e, soprattutto, per il momento pare che non rischi un vero e proprio schok anafilattico.

Tuttavia:
- giro con il Ventolin in tasca o in borsa e con una siringa e fiala di cortisone in auto o nello zaino; devo farmi fare un certificato medico ad hoc per i farmaci ogni volta che prendo un aereo (a parte il fatto che sino ad ora nessuno mi ha mai controllato, ma questo è un altro discorso). Io, che prima al massimo mi portavo una pastiglia di antidolorifico per il mal di testa e una fialetta di lacrime artificiali;
- assumo antistaminici dai 365 giorni all'anno a 2/3 dell'anno, a seconda dell'evolversi del clima e quindi delle fioriture; spesso vi associo uno spray nasale, talvolta spray corticosteroidi o simili;
- devo tenere sotto controllo le oscillazioni di fame e di peso che alcuni di questi spray mi provocano, senza considerare il sonno da antistaminico;
- devo variare periodicamente il tipo di antistaminico, perchè dopo un pò subentra l'assuefazione. Con tutti gli incovenienti e i rischi connessi alle variazioni.
E vale pure con gli antibiotici, poichè il medico tende a prescrivermi sempre lo stesso per non rischiare;
- devo fare visite di controllo e talvolta esami con una certa periodicità;
- devo fare i conti con il fiato corto a periodi, con la dermatite, con l'irritazione oculare, con il naso spesso tappato, la vulnerabilità ad infezioni respiratorie.

Queste, però, sono bazzecole rispetto a quelle con cui si confrontano persone con malattie diverse / più serie e, comunque, sono comuni più o meno a tutti coloro che soffrono di allergie.

Quello che davvero mi pesa nella vita quotidiana sono le restrizioni alimentari e le psservazioni talvolta ingenue, a volte malevole.

Non è facile decidere di uscire a cena: i menù fissi sono da scartare a priori e, anche nel menù à la carte, devo subissare di domande i camerieri e, comunque, correre il rischio, perchè non tutti ti prendono sul serio.
Non mi piace passare per rompiballe.
Mi rendo conto di non poter dare spazio più di tanto alla fantasia nei menù, quando invito gli amici a cena.
E, soprattutto, mi dispiace dover dire ai padroni di casa che non posso mangiare questo o quello perchè c'è l'uno o l'altro alimento.  mi sembra di imparazzare e deludere e non è bello.
Tanto più che siccome le mie non sono "allergie alimentari" ma è una sindrome orale allergica nella quale le reazioni agli alimenti non sono costanti e continue ma variano, ho difficoltà io stessa a raccapezzarmi.
Non posso seguire praticamente nessuna dieta o ricetta standard.
Non è facile viaggiare all'estero a cuor leggero e, di certo, devo evitare i ristoranti esotici (già il cinese o il giapponese sono al di fuori delle mie possibilità).

Ci sono giorni in cui mi pesa più di altri.
In cui farei qualunque cosa per poter mangiare una coppetta di fragole con la certezza di non stare male, per poter gustare di nuovo una pesca noce o una susina.
Ci sono giorni in cui sogno la classica pizza margherita.
Giorni in cui vorrei comprare una crema per il viso/il corpo senza preoccuparmi prima di testarla e senza leggere con attenzione l'etichetta.
Giorni in cui vorrei poter indossare orecchini di argento o di qualche lega o quelli che chiamano, quasi a prendere in giro, "anallergici" (rispetto a queli allergie?)

Soprattutto, però, ci sono giorni in cui proprio non sopporto un familiare che in quanto tale, anche se non strettissimo, dovrebbe ormai conoscermi, e che invece passa il tempo a domandarmi:  "Non so se c'è qualcosa che puoi mangiare qui", "sapete, con lei non si mai come fare, non può mangiare niente", "ho dovuto cucinare senza questo, quello, quell'altro per colpa sua quindi non sarà molto buono", "non mi ricordo mai, questo lo puoi mangiare"? E via così.

Giorni in cui all'ennesimo: "Non è possibile che basti un morso per farti stare male!La soglia deve essere maggiore", mi viene da rispondere in modo molto maleducato.

Giorni in cui non ho voglia di giustificarmi.
Giorni in cui sono arci stufa di dover andare dal medico di base (con relative attese e tempo perso) almeno una volta al mese solo per farmi prescrivere sempre lo stesso antistaminico, perchè più di due scatole per volta non si può.
Giorni in cui mi deprimo a spendere in farmacia più di quanto spendo dal macellaio.

Giorni in cui vorrei poter prenotare un esame medico già di per sè non facile,  semza ulteriori preoccupazioni, senza dover prima consultare l'allergologa e scoprire che prima di farlo devo attenermi ad un certo protocollo e assumere dei farmaci ad hoc, così da minimizzare il rischio.
Prima di chiedermi se posso davvero fidarmi della sanità, dal momento che il medico che mi ha prescritto l'esame, seppur informato del fatto che fossi un soggetto allergico, si è limitato ad un: "Magari può sentire la sua allergologo. Se ritiene, eh". 

E poi.
Poi vado a prendere mio figlio dopo un pomeriggio di giochi al sole: il visetto con le guanciotte rosse e le pustoline, le manine con una sorta di sfogo, le braccia che prudono, il naso colante e gli occhietti rossi .  
E prego il fato che il suo cammino allergico cambi direzione al più presto o, se non altro, che sia possibile iniziare con i vaccini da bambino, per frenarlo subito, perchè nulla di quanto sopra lo riguardi.

Ci sono giorni in cui penso solo: "A me qualunque cosa, a lui no, però!"







lunedì 7 marzo 2016

Mamma avvocato in cucina: salame di cioccolato (nonchè aggiornamenti dal fronte salute)

Nelle ultime due settimane, i virus/batteri l'hanno fatta da padrona in casa nostra.
Il ricciolino si è ammalato quando i suoi compagni di scuola stavano guarendo, dopo aver strenuamente resistito a tre settimane di contatto con piccoli untori (senza alcuna colpa, poveretti).
A parte i problemi logistici e il dispiacere di vederlo malato, comunque, nulla di grave: ho sempre pensato che quando si tratta di malattie "normali", affrontarle e sconfiggerle aiuti a crescere e irrobustirsi.

Peccato solo che lui se la sia cavata con due giorni di febbre, un gran raffreddore e tanta stanchezza, mentre io, ovviamente, mi trascino da una settimana e da due giorni sono pure completamente afona.
Che, capirete, per un avvocato non è proprio il massimo.

Solo l'Alpmarito è riuscito a sfuggire all'influenza (forse perchè sta pochissimo in casa?) e ora gongola per il relativo silenzio che pervade la casa !!!

Comunque, per far tornare l'appetito al ricciolino e intrattenerlo, abbiamo preparato il SALAME DI CIOCCOLATO con la ricetta del quaderno preparato lo scorso anno alla scuola materna, quando il filo conduttore dell'attività didattica era il cibo.

Ecco gli ingredienti e la preparazione, che abbiamo seguito passo a passo.


Come biscotti, abbiamo usato gli Oro Saiwa, quale cacao, quello amaro come da ricetta, a differenza dell'esperimento dello scorso anno, in cui avevamo deciso di utilizzare il cioccolato avanzato delle uova di Pasqua, con risultati non proprio entuasiastici, sia come consistenza (troppo molle e appiccicoso) che come sapore (era cioccolato al latte e il salame è risultato troppo dolce per i nostri gusti).

Io pensavo fosse più complesso, invece è proprio semplice e relativamente veloce e, in più, non serve accendere il forno: così si risparmiano energia e tempo!



La resa non è stata perfetta dal punto di vista della forma del salamino (anzi, salamone, come lo ha ribattezzato il ricciolino biondo), ma il gusto era ottimo...tanto che è durato un giorno solo!!!

Eh già, gli uomini di casa se lo sono sbaffato tra merenda, dopo cena e colazione della mattina dopo.



Mentre a me ne è rimasta solo una fettina sottile !!


Che ne dite? Lo preparate anche voi con i vostri figli?Se sì, la vostra ricetta è più o meno la stessa ?

mercoledì 30 dicembre 2015

Il Natale che è stato

Le feste sono ancora in corso ma il tanto atteso Natale e' già trascorso.
Come ogni anno, mi sorprendo per quanto sembri lunga ed intensa l'attesa, numerosi i preparativi, enormi le aspettative e poi, invece, il Natale trascorra così in fretta.
Per me Natale è sempre la Vigilia, con il suo cenone a casa dei miei, che lo scorso anno mi è mancato molto e quest'anno, invece, mi sono goduta, anche se non c'eravamo tutti.
Questa, però, è una realtà a cui mi sto lentamente abituando e, d'altro canto, tutti noi ci destreggiamo tra desideri e doveri e bisogna fare delle scelte, alla fine.
La tavola sfarzosa della Vigilia, il menù ricco e buono, che non sono mai riuscita ad onorare per intero, perché dopo svariati antipasti ed il primo, al massimo assaggio il contorno, non c'è più spazio per la carne.
Prima della cena, c'è stata una mattinata a preparare ancora biscottini natalizi, tante telefonate di auguri fatte ad amici e parenti e una visita ad un amichetti del ricciolino, per giocare un po'.
Dopo, c'è stato il gioco da tavolo, con la tombola sostituita dal memore delle tartarughe ninja, i balli e l'arrivo di Babbo Natale.
L'emozione, la felicità ed il sorriso del piccoletto di casa e' qualcosa che non so descrivere ma che tutti i genitori conoscono bene. Io, questa volta, ho vissuto il momento e trascurato la macchina fotografica.
Casa nostra e' stata invasa dai supereroi, dalle loro armi speciali, dalla loro versione Lego, ma anche da libri ..tutti prontamente e ripetutamente fotografati dal ricciolino biondo, ormai fotografo professionista!
Il giorno di Natale e Santo Stefano sono stati un tripudio di spacchettamenti, spostamenti da una casa all'altra, brindisi, chiacchiere, giochi (Risiko, il mitico Risiko a cui non ho mai vinto in ventitreenni di tentativi).
E mentre fuori non si scorgeva traccia di neve,
Foto del ricciolino biondo
..noi mangiavamo, mangiavamo, mangiavamo.
Sempre, rigorosamente, in numerosa e affettuosa compagnia.
Quella pubblicità che dice che il cibo, per gli italiani, non è soltanto cibo, l'avete presente?
Ecco, appunto.
Non pago di cotanta beltà, il ricciolino biondo ha continuato a fare colazione e merenda a suon di fette di pandoro.
E, se ve lo state chiedendo, no, non abbiamo ancora chiuso i festeggiamenti, perché dopo il parentado, ci sono gli amici, da invitare a cena, per il the', da cui andare a mangiare una pizza o un dolcetto... sempre che il mio stomaco sopravviva, ovviamente!
Voi, come avete trascorso il Natale? Anche voi mangiate così tanto?!?

lunedì 7 dicembre 2015

Menù per una serata tra amici...mamma avvocato (e Alpmarito) in cucina

E' arrivato il freddo o comunque, è finita l'estate e ancora non nevica.
Cosa c'è di meglio, allora, di una serata in allegra compagnia e di una bella polenta ?

Ecco il menù della ultima cena con gli amici che siamo riusciti ad organizzare!
Prosciutto cotto e speck affettati sul momento (compro i tranci e poi uso l'affettatrice, fortemente desiderata dall'Alpmarito e suo regalo di Natale di due anni fa...si risparmia e, soprattutto, l'affettato e' sempre fresco e non si spreca).



Spezzatino misto, con salsiccia acquistata al super e carne di vitello da latte comprata direttamente dall'allevatore in montagna e passata nella farina, perché rimanga più morbida.
Io ho cucinato il tutto nella pentola a pressione, con solo olio di oliva e un dado vegetale, perché il
soffritto non posso farlo, causa allergie.

Carote fritte in padella con il burro e fagiolini freschi dell'orto della vicina, solo bolliti, da fare poi in insalata.
Quando, come in questo caso, ci sono anche dei piccolini tra gli invitati, cerco di preparare due verdure, così da incontrare più facilmente i loro gusti, se non li conosco.
Fagiolini bolliti (mangiati senza nessun condimento e freddi) e carote, poi, piacciono entrambi tantissimo anche al ricciolino biondo!

E poi il piatto forte: la polenta dell'Alpmarito, cotta sul fuoco in giardino, mescolata con un cucchiaio di legno di ginepro e da tagliare con il filo, anche se noi usiamo il coltello.

Va messa su un bel tagliere di legno e coperta con uno strofinaccio pulito, perche' rimanga bella calda.

La farina a volte riusciamo a prenderla al vicino mulino, altre la compriamo al super, mischiando però quella bramata e quella taragna, in proporzioni variabili a seconda di quanto la si voglia grezza e saporita.
E poi, ovviamente, non può mancare il latte, da mettere in una scodella per pucciarci la polenta, e i formaggi, fontina doc direttamente dal vicino caseificio e gorgonzola in primis.

Et voila', il pranzo (o la cena), sono serviti!

giovedì 19 novembre 2015

Mamma avvocato in cucina: vellutata di zucca... molto "basica" !

Prima di essere mamma, nonostante le allergie, cercavo di mangiare regolarmente frutta e verdura, che ho sempre adorato.

Da quando c'è il ricciolino, mi sforzo ancora di più e cerco anche di comprare da vicini di casa con un orto o contadini della zona.

Nel periodo autunnale, non ci facciamo mancare la zucca.

Ecco allora la mia personale ricetta per una vellutata di zucca, a dir poco facile e veloce (se si eccettua il tempo necessario a tagliare la zucca ), oltre che abbastanza dietetica.

Non è particolarmente ricca (come ad esempio, quella di Elisabetta) ma, nonostante ciò, piace tantissimo al ricciolino biondo, a me e...anche alle nonne!!

Ingredienti:
- una zucca (io ho usato quella verde e tonda, particolarmente dolce e più "morbida" da tagliare)
- una confezione di panna liquida da cucina da 125 gr,
- un pugno di sale

Tagliare la zucca a quadrettoni e togliere la buccia esterna ed i semi interni. Io uso i coltelli con la lama in ceramica, secondo me il top per tagliare la verdura e non solo.

Mettere i quadrettoni in una pentola alta (tipo quella di acciaio della pasta), ricoprendoli di acqua.
Far cuocere fino a che la zucca non è tutta morbida.
Salare e, con il minipinner, tritare il tutto.
Se la quantità d'acqua è giusta, verra la densità di una crema, altrimenti cuocere ancora lasciando che asciughi oppure aggiungere acqua e cuocere ancora.
Quando la densità è giusta, aggiungere una confezione di panna liquida e mescolare.

Servita e......



....mangiata!!!



 A prova di principiante e pasticciona!!

lunedì 9 novembre 2015

Insoliti biscotti...molto veloci!!!

Sabato ho acceso il forno per preparare le torte di compleanno del ricciolino biondo.
Aprendo il frigo, ho trovato una confezione di pasta brisee' pronta, in scadenza.
Non avevo voglia di salato, dal momento che avevo appena preparato l'arrosto per il pranzo, in modo da averlo già pronto di rientro dal corso di nuoto.
Così ho deciso di provare a farne dei biscotti.
Già che c'ero, ho usato delle curiose e coloratissime formine che la Befana aveva portato al ricciolino lo scorso anno e che ancora non avevamo utilizzato.
Hanno una molla per schiacciarle e poi ritirarli e decorano mentre tagliano la pasta.
Per insaporire la pasta brisee', che è abbastanza neutra, ho spalmato su alcuni biscotti un po' di Nutella, su altri marmellata di "ramassin" (quelle prugne tre viola piccoline..non so il nome italiano, solo quello piemontese!) fatta in casa, senza pectina (tipo fruttapec o simili) e senza limone, visto che sono allergica ad entrambi.
I restanti biscottini li ho cosparsi di zucchero, affinché caramellasse un po'.
Con l'ultimo avanzo di impasto ho fatto un rotolino ripieno di Nutella.
Questo il risultato a crudo.
Infine, ho infornato.
Premesso che sulle istruzioni c'era scritto 200 gradi per 15 minuti, ma io ho un forno che perde calore (vapore acquetò che esce dai lati) e non è ventilato, ho messo a 180 gradi per venti minuti.
Grazie al mio fantastico forno ed alla mia distrazione, due biscotti sottili si sono carbonizzati. Gli altri, però, sono usciti ben cotti, quelli più spessi (fatti con i triangoli di passata avanzati dopo il primo turno di formine, poi ristesa), sono usciti perfetti.
Non tutti bellissimi da vedere, eh? Pero' tanto il ricciolino che l'Alpmarito li hanno apprezzati molti e li abbiamo finiti in un giorno!!
Dunque, se volete provare, ecco gli ingredienti:
1 Rotolo di pasta brisee' pronta
Formine per biscotti
Zucchero da spargere sopra
Marmellata a piacimento
Nutella o crema di cioccolata
Carta da forno per la teglia
Un forno più decente del mio!
I tempi di preparazione sono davvero brevi: in dieci minuti saranno pronti per essere infornati ed in 15 al massimo per essere estratti cotti.
Vi consiglio, però, di usare la pasta doppia, in modo che non sia troppo sottile. Oppure tenete d'occhio il forno e tirateli fuori appena iniziano ad indorarsi!
Et voila' !
Per la serie: i pasticci di Mamma Avvocato in cucina.