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domenica 2 novembre 2014

Autunno

Autunno.

Tempo di castagne.
Da raccogliere nei boschi che si accendono di mille colori.



Tempo di caldarroste (magari la domenica pomeriggio, dopo un buon pranzetto e la Sagra del 
Pignoletto Rosso, come abbiamo fatto noi lo scorso fine settimana).







Oppure all'asilo, alla castagnata dei nonni (iniziativa bellissima che, a dire il vero, il nano non ha molto apprezzato, perché avrebbe voluto mamma e papà).

Tempo di cachi che maturano sui rami degli alberi da frutto.



Tempo di giochi in casa, davanti alla stufa.






Tempo di foglie colorate che ammiccano dalle vigne.



E pannocchie dorate.

 Tempo di polenta e cene con gli amici.

Tempo di corse in campagna, perdendosi tra sentieri dietro casa che neanche sapevi esistessero, solo tu e lui, insieme, almeno qualche ora.



 Tempo di feste di compleanno, a casa di amichetti del nano e tra i gonfiabili.


 Tempo di giochi scatenati e crescite sorprendenti.





 Tempo di colori, ancora e sempre.




Ed è bello vedere come si diverte, l'affiatamento con gli amichetti, sempre lo stesso gruppo nonostante la nuova scuola, la felcità di stare insieme e ritrovarsi.

E' confortante sapere che basta poco per stare insieme agli amici, vecchi e nuovi, grandi e piccoli,
 e stare bene.

venerdì 26 settembre 2014

Leggendo...tra puzzle e corse (ovvero "L'arte di correre" e "Puzzle Mischia Tutto")

 
"L'arte di correre" di Murakami Haruki, ed. Einaudi, Euro 18,00, pag. 157.

Iniziando a frequentare il mondo della corsa ed a parlarne, ho sentito nominare molto spesso questo libro, di un autore conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.
Il mio unico precedente con gli scrittori giapponesi era Banana Yoshimoto, che non mi era piaciuta affatto, dunque ero un po' restia ad avvicinarmi a Murakami ma, trovando per caso "L'arte di correre" nella libreria di mio padre, mi sono decisa.

Non è romanzo, bensì una sorta di diario, una raccolta di riflessioni ed esperienze non necessariamente presentate in ordine cronologico, aventi, quale tema centrale ed oggetto, la corsa e lo stile di vita di un corridore, nonché la scrittura.

Si', perché per l'autore iniziare a scrivere ha significato iniziare a correre e le due attività ben presto si sono fuse nella sua vita, diventandone una costante e regalandogli entrambe molte soddisfazioni e, soprattutto, molti benefici.

Un libro autobiografico che non è quel capolavoro che mi aspettavo, visto le recensioni super positive che avevo letto, però sicuramente mi ha fatto ricredere sugli scrittori giapponesi e, soprattutto, coglie nel segno per quanto riguarda la corsa e le sue motivazioni, la fatica e la determinazione che richiede ma anche le soddisfazioni che regala.

"In questa domenica di autunno, dopo una bella gara, ce ne torniamo ognuno alla propria casa, ognuno alla propria vita quotidiana. E in vista della prossima gara di nuovo ci alleneremo in silenzio, come abbiamo fatto fino ad oggi, probabilmente ognuno in un posto diverso. Visto dall'esterno - o piuttosto giudicato dall'alto- il nostro modo di vivere apparirà forse insulsi, privo di fondamenta e di significato. Penso che sia una cosa alla quale dobbiamo rassegnarci, Ma anche ammettendo che compiamo soltanto una serie di atti vuoti, come per l'appunto versare acqua in un vecchion vaso forato, per lo meno resta il fatto reale che ci impegniamo. Nono importa se otteniamo dei risultati o meno, se facciamo bella figura o no, in fin dei conti l'essenziale, per la maggior parte di noi, e' qualcosa che non si vede, ma si percepisce nel cuore. E spesso le cose che hanno veramente valore si ottengono attraverso gesti inutilil Le nostre azioni non saranno forse proficue, ma di sicuro non sono stupide. Io la penso cosi'. Lo sento, e lo so per esperienza.....
Come vengono giudicati il tempo che ottengo in gara e il mio posto in graduatoria, come venga considerato il mio stile, e' di secondaria importanza. Ciò che conta per me, per il corridore che sono, e' tagliare un traguardo dopo l'altro, con le mie gambe. Usare tutte le forze che sono necessarie, sopportare tutto ciò che devo, e alla fine essere contento di me. Imparare qualcosa di concreto - piccolo finché si vuole, ma concreto- dagli sbagli che faccio è dalla gioia che provo...." (Pag. 150).

Insomma, consigliato a chi ama questo sport (che nel caso di Murakami e' un vero e proprio stile di vita), a chi partecipa alle maratone e a chi solo le sogna, a chi aspira a correre e a chi, guardano uomini e donne nelle tenute più disperate che fanno jogging, in ogni ora del giorno ed in ogni stagione, li guarda come se fossero degli alieni, con stupore misto a commiserazione e si domanda: "Perché????Chi glielo fa fare???Non hanno occupazioni più utili/piacevoli a cui dedicarsi???"
 
"Succede ogni tanto che qualcuno chieda ironicamente a un maratoneta: 'Ma ci tiene davvero così tanto a vivere a lungo?' In realtà, credo che non siano poi molte le persone che corrono spinte da questa motivazione. Piuttosto mi sembra che siano ben più numerose quelle cui non interessa campare cent'anni ma, finché sono al mondo, desiderano condurre un'esistenza piena. Se ci restano anche solo dieci anni di vita, e' di gran lunga preferibile viverli intensamente, perseguendo uno scopo, che non lasciarli trascorrere con indifferenza, e io sono convinto che a questo fine la corsa a piedi sia di grande utilità. la vera funzione della corsa e' di migliorare anche solo di poco, entro i limiti che sono stati attribuiti a ciascuno di noi, la combustione delle nostre energie, Al tempo stesso la si può ritenere una metafora della vita- nel mio caso della scrittura- e credo che la maggior parte delle persone che corrono sia d'accordo con me." (Pag. 74).
***
Puzzle Mischia Tutto" di Ludovica Cima e Elena Giorgio, ed. Adriano Salani Editore, collana Ape Junior, 2009, www.apelibri.it.

Sei mestieri non troppo comuni, impersonati da animali vestiti di tutto punto, con una breve descrizione (portiere, astronauta, fantino, ballerina, cuoco e maestro di sci), sei corrispondenti puzzle da 9 pezzi e uno spazio libero per creare nuovi mestieri o "mostri", come dice il nano, combinando i pezzi.


Un libro gioco molto carino che il nano ha usato dal Natale scorso (quando aveva due anni) ad oggi (quasi tre) e che continua a piacergli.

E' servito ad arricchire il suo vocabolario e, come tutti i puzzle, a migliorare le sue capacità di coordinazione fine, nonché prolungare il tempo di attenzione. Tra l'altro, e' anche un ottimo passatempo per quando si sta a tavola nei ristoranti e per giocare con bimbi un po' più grandi, poiché solitamente si divertono anche loro con i puzzle!!

Sconsigliato solo se avete bimbi che ancora mordicchiano i libri (perché è di cartone spesso ma gli incastri si possono rompere) o che lanciano i pezzi ovunque.

Con questo post, come di consueto, partecipo al Venerdì del Libro di Home made Mamma.




martedì 23 settembre 2014

Perché corro.

Fondamentalmente amo lo sci, l'arrampicata, il nuoto, l'alpinismo, il ciclismo.
Eppure corro.
Ho iniziato la primavera dell'anno scorso. Poi l'Alpmarito e' partito per il Portogallo, lasciandomi sola con le carte e le trattative per l'acquisto di casa, la recentissima separazione dei miei genitori, il dolore di mia madre, la notizia della malattia di una delle mie migliori amiche, il nano in preda alla nostalgia e il caldo torrido...e va be', a fine luglio ho mollato, per riprendere ad aprile di quest'anno.
Come la volta scorsa, sono partita puntando a correre venti minuti di seguito, indipendentemente dai kilometri, anche perché non ho un orologio gps.
Obiettivo: perdere peso e prepararmi un po' di gambe in vista delle escursioni estive, anche perché con le mie allergie stare a dieta e' un incubo.
Me ne sono fregata di tabelle e allenamenti, ho iniziato e basta, dicendomi che in fondo sono stata un'atleta e meno di venti minuti sarebbe stato troppo degradante (Piccolo particolare trascurabile: ho fatto tanti anni di agonismo, e' vero, ma nella scherma, mica nell'ateltica leggera!!!)
Comunque ho sputato sangue ma ci sono riuscita e piano piano ho incrementato distanze e minuti, ci ho preso un pochino più di gusto (anche se non credo sarà mai uno dei miei sport preferiti) e passando dalle due alle tre volte a settimana, lavoro e nano permettendo, ovviamente. Ho interrotto giusto una settimana ad agosto.
PERCHÉ?
Continuo a chiedermelo, ogni volta.
Infatti, nonostante la costanza e l'allenamento, una cosa non è cambiata: continuo a fare una fatica del diavolo e a percepire il movimento della corsa come masochismo puro!!!
Comunque:
A. Non serve attrezzatura specifica, bastano delle ottime scarpe. Il resto è utile ma non indispensabile.
Tolta tale spesa, e' gratis. Niente abbonamenti e ingressi, tessere o assicurazioni.
B. Esco di casa e corro, senza perdere tempo in spostamenti e senza essere vincolata agli orari di palestra/ piscina, che nel mio caso sono pure lontane almeno venti minuti (a viaggio) da casa.
C. Si può praticare ovunque.
D. A mio parere, sembra lo sport con il miglior rapporto "tempo impiegato/benefici ricavati", salvo sci di fondo e sci alpinismo, ma per quelli servono la neve, attrezzatura e spostamenti. Per stancarti a nuoto o in bici si ha bisogno di almeno un'ora, un'ora e trenta. Correndo, già 30 minuti servono


I PRO.
1. I primi sei mesi non ho avuto alcuna variazione di peso, però i benefici nel tono muscolare di gambe e glutei si sono visti sin da subito.
Ora, ho finalmente perso gli ultimi due chili rimasti dalla gravidanza. Più altri due/ tre. In poco più di un mese (perché il mio corpo si sia deciso all'improvviso e tutto d'un colpo non lo so). Ancora una e sarò tornata al peso di quando mi sono sposata, il minimo mai raggiunto e quando stavo, complessivamente, meglio.
Conservare i risultati e' tutta un'altra storia ma, intanto, me la godo.
2. Sono più rilassata. Quando corro regolarmente, ovvio (perché dopo un po' la corsa da dipendenza). Quindi sono un po' (non fa miracoli, eh!) più paziente con il nano e con i clienti e mi sento più serena;
3. I vestiti mi stanno meglio e mi sento meglio nella mia pelle = l'umore ci guadagna. Non è un discorso di peso ma di senso di benessere psico fisico, non so se riesco a spiegarmi;
4. Riesco a lasciar vagare i pensieri, nella mezz'ora/ ora che dedico alla corsa. Un po' come mi capitava nuotando. E dopo mi sento più leggera;
5. È un momento solo mio o, al massimo, mio e dell'Alpmarito;
6. È un buon pretesto per ascoltare un po' di musica in santa pace, cosa che a casa non riesco più a fare.
E pazienza se e' da aprile che sento le stesse canzoni, perché non ho ancora trovato il tempo di cambiare compilation. Non si può avere tutto nella vita!!!
7. Mi consente di stare in mezzo al verde. Perche corro prevalentemente su asfalto ma sono circondata da prati e mi godo il verde e l'azzurro del cielo, la visione delle montagne intorno a me e le nuvolette...e colgo ogni raggio di sole e ogni refolo di vento (che qui non manca mai e di solito non è mai "carezzevole"). È questo e' bello.
8. Sviluppo utili endorfine (vedi sopra).
9. La mia fame nervosa e' sensibilmente diminuita. Mangio meno ma, soprattutto, meglio. Perché ho più voglia di frutta e verdura, meno di carboidrati e zuccheri. E finalmente bevo di più.
10. Regolarizza la mia attività intestinale. Sembra una cavolata ma per una che ha tonsilliti ricorrenti = cicli di antibiotici frequenti, e assume sempre farmaci (contro l'allergia), non è vantaggio da poco.
11. Riesco più facilmente a stare dietro al nano in bicicletta o a scattare in caso di pericolo imminente!
I CONTRO?
Ci sono, ovviamente, come in tutte le cose.
1. Se lo sapesse la mia allergologa mi ucciderebbe. Giuro.
2. Se lo scoprisse la mia allergologa mi ucciderebbe. Giuro. Perciò non diteglielo!
3. Soffro di dolori vari ai piedi, alle ginocchia, alle articolazioni, persino alle spalle. Ho cambiato scarpe ma non basta. E poi ci sono i dolori muscolari. Sani, per carità, ma ne farei anche a meno.
4. Più vestiti da lavare (per fortuna non si stirano) e docce da fare.
5. Sotto la pioggia, con gli occhiali, correre fa schifo.E pure paura, se si tratta di un temporale. Provare per credere.
6. Da' dipendenza.
Quindi, se non corro per troppi giorno, vado in crisi da astinenza e divento nervosa, stile sindrome pre mestruale.
7. Preso dall'iniziale entusiasmo, rompi le palle a tutti parlando di corsa. E scopri che vanno pure più forti di te!
Il rimedio? Sfogarsi nel gruppo facebook di runningformommies (utilissimo, peraltro)!

mercoledì 3 settembre 2014

Lo sport a casa mia

Prendo spunto dai post di Mary Doc e  Mamma Orsa Curiosona  per ribadire quanto lo sport sia importante, a casa mia.

Che amiamo la montagna, lo sci in tutte le sue salse  e varianti (anche quelle più faticose), le scarpinate e l'arrampicata, credo che ormai lo abbiate capito.

In passato, però, io ho fatto anche danza classica e scherma, oltre a tennis (molto saltuarimente) ed all'onnipresente nuoto, una delle costanti della mia vita.
Ci andavo tre volte alla settimana e mi ha accompagnato in gravidanza e nel post parto, aiutandomi a rimanere in forma  rilassarmi.
In piscina ho avuto molte piacevoli sorprese e riflettutto molto, nel bene e nel male.

Per questo abbiamo portato il nano a fare acquaticità fin dai primi mesi, continuando a cicli di otto lezioni con costanza almeno due volte l'anno.
Contiamo di fare lo stesso anche quest'anno.

C'è la bici, nostra e del nano, compagna di tante avventure, viaggi e ore di svago.

E la corsa, a cui mi sono dedicata dallo scorso anno, più che per tentare di tornare in forma che per passione, che correre non mi piace ancora molto.
Però il gruppo di facebook, running for mammies, aiuta.
Come le scarpe nuove, ovvio. Quale migliore scusa per un pò di shopping?

Infine l'arrampicata, in palestra e fuori, anche a scopo "educativo".
Ci portiamo il nano da quando è nato, perchè stia con noi e giochi sul tappetone.
Ora che è cresciuto, scalare con lui intorno è più difficile, tra la paura che qualcuno gli caschi in testa, le richieste di aiutarlo a salire e la sua voglia di partecipare.
Però è bellissimo vederlo apprezzare, osservare come prende confidenza con il suo corpo, come scopre il senso della verticalità.
In fondo, salire è uno degli istinti prinmordiali dell'uomo, in senso fisico e metaforico.

Ho già raccontato della festa della palestra che frequentiamo lo scorso anno.
Ora vorrei drivi che quest'anno è andata ancora meglio.
Ed è così, a parte il fatto che sto invecchiando e sono sempre più fuori allenamento.

La palestra, nata dalla voglia di fare e l'idea di un fortre arrampicatore locale, per l'allenamento dei climbers dei dintorni e come luogo di ritrovo "sano" per i bambini e ragazzi del paese è da sempre autogestita.
Io e l'Alpmarito siamo stati tra i primi ad esserci e crederci, anche se con la nascita del nano il tempo da dedicarle si è ridotto e abbiamo, per così dire, lasciato "ai giovani".
Il ritorno c'è stato, soprattutto in termini di afflusso di ragazzi e bambini, consentendo il trasferimento in uno spazio più ampio, che si apre su un bel prato.

E la festa è stata al contempo occasione per celebrare la chiusura della stagione e l'apertura dei nuovi locali.
Il nano ha partecipato a modo suo, un pò infastidio da tutta la gente che affollava la parete.



Ha disegnato, giocato con le macchinine, arrampicato con le sue scarpette (poco), girato in bicicletta (molto)...





...fuggendo ogni tanto al vicino parco giochi, per qualche acrobazia...
Noi?
Noi abbiamo gareggiato, tra una chiacchera e l'altra, tra una corsa per cercare il nano e l'altra, tra un gioco e l'altro...

Ci siamo sentiti scarsi e vecchiotti ma anche tanto, tanto orgogliosi del nostro ometto.



E poi ci siamo divertiti, abbiamo mangiato bene (grigliata seria, eh!!!) e ci siamo goduti lo spettacolo delle finali, perchè di gente forte ce n'era davvero tanta!!!










Che gesti!