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martedì 9 febbraio 2016

Il Mini Carnevale Storico e la mia piccola guardia romana

Giovedi' pomeriggio, come di consueto, il ricciolino biondo ha partecipato alla rappresentazione del Carnevale storico del Paese, dei bambini della sua scuola materna, con l'ausilio dei genitori, degli insegnanti e dei protagonisti del Carnevale "vero" dell'anno precedente.

E' stato un successo, anche quest'anno: i bambini si sono divertiti, i piu' grandi erano emozionati dal ruolo principale a loro assegnato, il ricciolino era piu' consapevole del significato della sfilata e di tutta la messinscena, il pubblico di parenti e amici dei bambini era numerosissimo.

Una bella festa che ha offerto momenti di emozione, orgoglio e partecipazione ai genitori e gioco ai bimbi, in attesa che, questa sera, bruci il diavolo grande appeso al Ponte Romano dall'Epifania !

Le guardie romane, tra cui c'era il Petit Prince di casa, felice di poter disporre di mantello, lancia e scudo!



 I personaggi sono stati presentati uno a uno da questo palco, davanti al Municipio, esattamente come i grandi, per poi sfilare per le vie del Paese.






La Banda Musicale ha accompagnato i momenti salienti della festa..


Fino al rogo del piccolo diavolo preparato dalle maestre!



Inutile dire che era il momento piu' atteso da tutti i bimbi, che in coro scandivano: "Brucia il diavolo, brucia il diavolo, brucia il diavolo !"
E poi, a fare merenda tutti insieme !


p.s. Tra l'altro, quest'anno come ninfa, personaggio femminile principale del Carnevale, tra i piccolio è stata sorteggiata una bimba del Marocco, orgogliosissima, come i suoi genitori, in prima fila a fotografarla. Segno che, se si vuole integrare ed essere integrati ed i numeri non sono eccessivi in rapporto alla popolazione locale, si puo' riuscire bene.

E da voi che mi leggete, esistono tradizioni simili? La scuola organizza feste di Carnevale in piazza ?

lunedì 18 gennaio 2016

Guardarlo sciare. Esserci.

Ci sono momenti da mamma che, seppur magari faticosi, impegnativi e non scevri da capricci e fastidi, riescono a farmi vivere momenti di compiutezza e felicità.
Per il solo fatto di poterlo vedere.
Di essere lì con lui.

Come vederlo sciare, ancora così piccolo, ai miei occhi ed in confronto a noi, agli altri adulti.


Eppure capace di stare in equilibrio, di muoversi, di andare. Alla sua velocità, certo, ma comunque andare.

Esserci per sostenerlo e incoraggiarlo.




Osservarlo vincere paure, sfogarsi e sorridere, ascoltare e, qualche volta, obbedire (alla maestra, certo, non a me o al papà).


Pensare a quanti progressi ha compiuto, rispetto all'anno scorso, anche nello sci.


Guardarlo imitare i gesti del papà.

 
E poi, naturalmente, stufarsi presto dello sci e voler solo giocare a palle di neve (o ghiaccio).


O mangiare affamato come un lupacchiotto, facendo un pic-nic fuori, finchè la temperatura anomala lo ha consentito.


Ancor meglio, se nella mia amata Valle di Gressoney, quella che sento un pò casa mia.



Aspettando le nevicate vere, che finalmente sono arrivate e stanno arrivando, portando con sè, ahimè,anche il freddo ed il vento.

E poi, a volte, starsene a casa al calduccio, ad impastare e sfornare biscotti.



lunedì 16 novembre 2015

E sono quattro. Quattri anni da mamma, quattro anni di te.

Domenica 8 novembre, hai compiuto quattro anni.

(Nella foto ci sono anche le due crostate con marmellata fatta in casa preparate da mia madre, che sono andate a ruba.).


Hai soffiato sulle candeline delle tue due torte, entrambe al cioccolato.
Quelle che non hai voluto cambiare con nessun altra da comprare o preparare, quelle che hai voluto decorare con i fiorellini di zucchero e su cui ho scritto il tuo nome con il gel alimentare.

Hai atteso che tutti gli invitati intonassero la canzoncina di auguri, senza la quale non volevi soffiare.
Con le guanciotte un pò rosse dall'emozione, circondato dai tuoi amichetti, alcuni del nido, a cui sei ancora affezionato e con cui hai mantenuto l'intesa di due anni fa, altri della materna, altri figli di amici di famiglia, con cui hai piacere di giocare quando ci si riesce a vedere.
E poi i cuginetti e le cuginette, vicini e lontani.


Hai corso felice con tutti loro, vi siete scatenati sui tappeti ed arrampicando, stimolati anche dalle caramelle e cioccolatini che io e l'Alpmarito abbiamo posizionato a più riprese sulle prese della parete più adatta ai bimbi.



Hai aperto i regali man mano che te li portavano gli amichetti, ringraziando come mi ero raccomandata e con gli occhi che brillavano dalla eccitazione: perchè tutti hanno azzeccato i tuoi gusti e ti hanno fatto regali graditi.



Ed il pomeriggio è trascorso sereno, mentre anche alcuni genitori provavano ad arrampicare...

 ...o a stare in equilibrio sulla slackline..


anche se i più bravi sono stati i bimbi grandicelli!




Ogni tanto ti sei ricordato di mangiare qualche cosa, ma in generale sia tu che gli altri piccoli invitati eravate troppo presi dal gioco libero, segno che a voi basta spazio, compagnia e fantasia per divertirvi .

E a noi pure, anche se non disdegniamo un paio di birre e una tavola imbandita.

Colori, quelli che hai scelto tu, e tartarughe ninja, che tu stesso hai ritagliato, l'hanno fatta da padrone

e quando orami eravamo rimasti pochi, anche noi ti abbiamo consegnato il nostro regalo.
Quello che ci avevi chiesto ripetutamente.
Quando ti ho detto che c'era ancora un regalo per te, mi hai guardata stupita, dicendomi che ne avevi già aperti tantissimi !!!
E poi hai visto lei.
Con il cavalletto (che a te sembra un super accessorio), le ruote grandi  (da 16), il fiocco verde,  tutta rossa, come una macchina da corsa.



Hai dormito con la felpa nuova che ti hanno regalato le cuginette.
Hai indossato per tutto il resto della festa lo zainetto verde nuovo.
Ci hai fatto leggere subito uno dei libri ricevuti (anche se era un pò lunghetto come lettura della buona notte).

E la settimana scorsa, siamo andati a scuola tre giorni in bicicletta, tu vestito così, tutto in verde, 3  km e mezzo e mezz'ora di tempo per volta, una sera siamo anche rientrati a casa in bici (poi basta, perchè nonostante le luci della bici era troppo pericoloso), e ieri ancora in giro in bicicletta, tutti e tre. Ogni pretesto è buono per usarla.



E per giocare, ovviamente!



In questi quattro anni hai messo a dura prova la mia pazienza, già scarsa di suo.
Mi hai regalato momenti di gioia ed amore puro.
Sei diventato il mio primo pensiero, in ogni momento della giornata.

Sono stati quattro anni di risate, pianti, capricci, giochi e sorrisi.
Quattro anni di coccole al mattino, di abbracci e bacini, di solletico, di piscina, di bici, di corse a perdifiato, di camminate, di sonnellini stretti stretti anche nel lettone grande, di "Mammaaaaaaa!!" gridato a gran voce, di pasticci a tavola, di vestiti da scegliere, infilare, guardarti indossare e lavare, di domande e richieste, di grazie e di "voglio", di "ti voglio bene, più bene del mondo" e "sei cattiva" quando mi sgridi, di "Giochiamo alla famiglia?", "Giochiamo alle macchinine?", "Mamma, giochiamo ?", di letture della buona notte, di libri in bagno, sul divano ed in biblioteca, di torri, costruzioni e macchinine, di salti da sempre più in alto e piccole grandi conquiste, di "Mamma, senti he muscoli che ho!!".

Quattro anni in cui hai acquistato una autonomia, una capacità di espressione e di imposizione delle tue idee e del tuo pensiero che non avrei neppure immaginato.
Perchè vedere crescere i figli degli altri non è la stessa cosa che guardare i propri.

Quattro anni di ricciolini d'oro, di manine morbide, piedini che crescono sempre troppo in fretta, occhi curiosi e attenti, discorsi seri e buffi, espressioni divertenti e labbra che tremano dal pianto.

Quattro anni in cui anche io sono un pò cambiata.
Forse cresciuta, forse più sicura, sicuramente ancor più piena di domande su come essere una madre migliore, su come agire per il tuo meglio.
Quattro anni in cui non ho mai smesso di amarti e di volerti proteggere da tutto e tutto, in ogni singolo istante, anche quando mi spingevi all'estremo.
Quattro anni in cui avrei voluto spesso schiacciare il tasto "stop" e godermi di più l'istante, mentre il tempo scorre inesorabile.

Quattro anni in tre (anzi, in quattro, guai a dimenticarsi la gatta Mimì!), quatto anni di famiglia, la nostra.