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lunedì 2 marzo 2015

Il mio diavoletto biondo ( e quello grande e "vero")

Prometto che questo è l'ultimo post sul Carnevale, davvero, lo prometto.
Per quest'anno, ovviamente.

Non potevo, però, non raccontarvi di un martedì grasso molto speciale, passato tra leggende, tradizioni, carri allegorici, coriandoli e colori.
Un martedì da diavoletto.

"Narra la tradizione che il santo vescovo di Tours nel recarsi a Roma passasse per la Valle d'Aosta e si fermasse una sera in un borgo situato in riva a un torrente. Durante la notte le acque ingrossarono portando via l'unica passerella in legno esistente allora sul Lys. Il santo dovette fermarsi parecchi giorni in quel paese aspettando che si costruisse un ponte provvisorio."
In cambio dell'ospitalità il santo vescovo promise ai principali signori del luogo che li avrebbe aiutati a costruire un ponte solido, grande, bello ed economico.
" Ingannerò il diavolo, pensava il santo, ed è lui che farà il ponte!". 

Contatto il demonio che, tuttavia, chiese quale contropartita, la proprietà del primo che vi sarebbe passato.
Il santo vascovo accetto e, in una sola notte, il ponte fu eretto.
La mattina dopo," si recò presso il ponte seguito da tutta la gente del paese. Allora prese un pane, lo lanciò dall'altro lato e liberò un cane che teneva avvolto nel mantello. L'animale si slanciò sul ponte e passò così primo. Il diavolo fu talmente furioso di vedersi beffato dinanzi a tutta quella folla che, lacerato fra i suoi artigli e fatto a pezzi il povero cane, volle mettersi a distruggere la propria opera.
Già aveva fatto una larga breccia nel parapetto, quando San Martino ritornò frettoloso e piantò una croce sul punto più alto del ponte. Il diavolo scomparve per sempre. Il santo, seguito da tutto il popolo, attraversò il ponte in piena sicurezza e, da secoli, vi si passa senza pericolo."

(passi tratti da J.J. CHRISTILLIN, Leggende della Valle del Lys, Versione italiana di C. Coggiola, Milano - Baldini - 1908).

E fu così, che prese il nome il borgo di Pont Saint Martin e la leggenda, insieme a quella della Ninfa, venne rievocata nello storico carnevale.

Ebbene.
Mio figlio, la mattina di martedì (ovviamente), aveva deciso di vestirsi da  San Martino.
Incapace di reperire siffatto abito, completo di elmo, corazza, spada ecc., ho implorato perchè trovasse una alternativa.
Guarda caso, è caduta sul diavolo.
Inutile dire, che il travestimento, gli stava a pennello, non solo fisicamente!






 Il diavoletto biondo...e quello "vero", a piedi e sul suo carro, che gli ha anche stretto la mano e che  adesso, è "suo amico"!








Armato di corna, forcone e...amici del cuore!



Insieme, a riempirsi gli occhi di coriandoli, colori e festa, che lascio alle immagini raccontare.












Poteva mancare il carro di Peppa Pig e George....certo che no!!!!





















sabato 3 gennaio 2015

E Natale fu.E Capodanno fu.

E' anche questo Natale è trascorso.

Come ho già scritto, abbiamo girato di casa in casa, trovando atmosfere diverse ma sempre calde, accoglienti, affettuose.
Abbiamo mangiato decisamente troppo (e chi crede che al Nord i pranzi tradizionali siano piu' sobri, non ha mai assistito al cenone di casa mia nè tanto meno ai pranzi e le cene (rigorosamente al plurale) di una numerosa famiglia valdostana.
Tipo che siamo stati a tavola non meno di due ore per pasto, con punte di quattro ore, dagli undici ai 34 commensali.
Tipo che abbiamo bevuto vino, caffè e "pussa caffè", aperitivi, grappini, genepy ecc. senza ritegno e vergogna.
Tipo che il nano ha scartato regali fino a dire basta e chiedere se poteva dormire un po', prima di continuare.







E poi per tutto dicembre abbiamo organizzato cene per gli amici (e non abbiamo ancora finito), cucinato tanto, riso ancora di piu' e sentito che, se è vero che l'anno appena trascorso ha portato via per sempre troppe persone care, non siamo comunque soli.
Coltivare le amicizie costa fatica, è vero, ma ne vale sicuramente la pena, quando sono amici veri.











 La grande assente del nostro Natale è stata la neve.
Troppo poca, anche se il 27 una forte nevicata ci ha regalato la voglia di giocare a palle di neve e ci ha permesso di mettere al nano sci da fondo veri per la prima volta nella sua vita.


 Comunque l'inverno è ancora lungo.

In compenso, io e l'Alpmarito siamo riusciti a correre un po' insieme ed è stato bello.
Il 31 ho anche realizzato che, negli ultimi 4 mesi dell'anno, ho macinato piu' di 350 km di corsa.
In pratica, la distanza che separa casa mia da Padova. Roba che con i chilometri percorsi  dall'inizio  del 2014 ad oggi sarei potuta andare a trovare i miei cugini friulani a Trieste, e forse pure tornare, di corsa.
Con le stesse scarpe, per giunta.
Pazzesco cosa il nostro corpo sia in grado di fare!
La circostanza che al Tor des geants, l'ultra trail della Valle d'Aosta, ne facciamo 330 in circa 70 ore, è solo un dettaglio. Anche che li' ci siano pure 24.000 mt di dislivello positivo, anche.




A Capodanno, a tavola, da amici, eravamo in 11: 7 adulti e 6 bambini, 8 maschi e 4 femmine.
Fa 12, lo so, ma ho usato il termine maschio e femmina perchè c'era anche un cane, pure decisamente ingombrante.
Indovinate dove erano gli 8 maschi, cane compreso, finita la cena, in attesa del brindisi (mentre noi donne riordinavamo)?
Tutti stretti su un unico divano, i piccoli a giocare, i grandi a dormicchiare.
Giuro.
In pratica, da quando c'è il nano e anche per i nostri amici ci sono i figli, è cambiato molto, anche il nostro modo di festeggiare.
Certe cose, pero', non cambiano mai!!!


p.s. No, non mi riferivo alla birra, anche se pure quella non è venuta a mancare, come il vino ed il buon cibo!