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mercoledì 11 giugno 2014

#parto da qui. Praticamente, la gestazione di un elefante.

Sei nato a 41 settimane + 5, praticamente la gestazione di un elefante. Gli ultimi giorni sono stati stancanti, tra un monitoraggio infinito e l'altro. Era un mese che non dormivo più di 5 ore per notte, per l'ansia, per il mal di schiena.
Tu nulla, ti facevi beffe di noi e della nostra voglia di sapere, di conoscerti, di scoprire se eri una fagiolina o un fagiolino.
Finalmente, alle 23.30 del 7 novembre, quando mi ero appena addormentata, si sono rotte le acque. E io che temevo di non accorgermene!!
Doccia, vestizione e via in ospedale, come insegnato al corso preparto. Ricovero in tutta tranquillità, in assenza di contrazioni (anche quelle preparatorie, del resto, erano state rare e quasi inesistenti).
Ci informano che c'è ancora tanto liquido e se non partirà da solo mi indurranno il parto solo in serata. Il tuo papà torna a casa a riposare, io resto a rigirarmi nel letto di un rumoroso ospedale.
Verso le sette del mattino, la prima contrazione, non troppo forte.
Mezz'ora dopo,un'altra. Aumentano di intensità e frequenza ma senza fretta. Chiamo il tuo papà, che si presenta verso le 10 e vaga per il reparto maternità per un bel momento senza trovarmi, perchè io, intanto, mi sono rifugiata sotto la doccia da almeno un'ora, mentre qualcuno passa ogni tanto a controllare se sto bene e portarmi asciugamani puliti.
Alle 11.30 vado in sala monitoraggio perchè ora le contrazioni si succedono quasi senza posa: si inziza a fare sul serio.
Dopo un pò chiedo l'epidurale.Risposta: "E' troppo presto!"
La richiedo dopo mezz'ora: "Oh, no, è troppo tardi, ormai è dilatata!"
Poco dopo sento che devo spingere. Via, sala parto.
Tutto bene finchè, di colpo, l'ostetrica si zittisce e dice all'infermiera di chiamare subito il medico. Passa un attimo e richiama, più agitata.Ha cambiato voce.La sento dire che non c'è più battito. Oppure lo spiega al tuo papà o lo dice al telefono, non so. So solo che si ferma tutto, anche le contrazioni.
Poi le mani del tuo papà spostano la cintura per il monitoraggio, trafficano sul pancione...il battito torna. Mi fanno un nodo stretto, il medico arriva tutto bardato, ci guarda e se ne va. Operazione scongiurata. Per fortuna c'è il tuo papà.
Peccato solo che io non senta più nulla, per lo spavento. Alla fine, non so come, si riprende e all'01.50 p.m., finalmente, nasci tu.
L'ostetrica ti porta subito nella stanza a fianco per il ceck up: non ricordo di averti sentito piangere, so solo che chiedo all'ostetrica: "E' intero, ha tutto?" Lei sorride e mi rassicura.
Io sono sfinita dalla fame e dal sonno, il tuo papà ha una faccia stravolta, tu sembri un ranocchietto e mi accorgo di non aver chiesto se sei maschio o femmina, me lo dice il tuo papà.Non mi capacito: sei uscito da me, davvero?
Ci lasciano in una stanza vuota, sul letto, tu nudo ma con il cappellino di cotone a righe azzurre e verdi acqua, sul mio petto, con una coperta di lana sopra.Ho freddo e sonno.
Ti guardo, tu mi guardi, con gli occhi spalancati.
Incredulità totale.
Mi madre poi, mi dirà che gli sono sembrata di colpo piccola e indifesa, tornata bambina.E così mi sono sentita.
Alla fine ci addormentiamo, mentre il tuo papà e la nonna ci vegliano a turno.
Dopo ore tranquille, vengono a prenderti e vai con il papà a fare il bagnetto. Torni vestito, con la tutina più piccola, quella che ti hanno regalato gli zii, grigia e beige, ed il cappellino di cotone rosa, con scritto "Born in 2011". L'infermiera ha insistito per mettertene uno pulito e ti è toccato quello di riserva.
Ti presenti al mondo così.

Mamma Avvocato

Con questo racconto (in versione "non sintetica"), partecipo alla bellissima iniziativa di FrancescaGabMaria Elena: Parto da qui !
Se volete partecipare anche voi, affrettatevi, avete tempo fino a domenica!!


lunedì 2 giugno 2014

Di inserimento alla materna, di orti, di bici e di emozioni: in una parola, mamma.

E poi, all'improvviso, lo vedi grande.
Cresce, troppo in fretta.
Te lo avevano detto, prima che diventassi mamma, ma tu non ci avevi creduto.
I primi mesi, poi, sembravano non passare mai (e in certe giornate è ancora cosi').
E invece.

Fai l'inserimento alla scuola materna e presto dovrai salutare le maestre del nido, quasi delle seconde mamme.
Lui è felice ed entusiasta, non vede l'ora di andare alla "scuola dei bimbi grandi ma ancora un po' piccoli", come la chiama lui (perché quella "dei bimbi grandi" è quella dei cuginetti, la scuola elementare).
E lo vedi timido, con il suo doudou in mano ed il ciuccio, che nasconde nella tua borsa prima di entrare, pero' non ha il coraggio di presentarsi con il suo nome e vuole stare in braccio a te.
Canzoncine di benvenuto, giochi per conoscersi, bolle di sapone nel prato, con una bacinella ed una cannuccia e lui che da confidenza solo ad un'altra bambina timida come lui.
Pero' dopo non vorrebbe andare via e a pranzo vuole rientrare al nido, "con i suoi amici", "tanto poi tu vieni a prendermi dopo, mamma".
E la volta dopo, un altro mercoledi' mattina, il secondo incontro di questo inserimento anomalo con la mamma o il papà, pensato per i genitori piu' che per i bimbi (e le maestre te lo dicono pure, perché sono mamme anche loro e sanno come è), lui è di nuovo timidissimo e se ne sta in disparte.
Poi le maestre consegnano ad ogni bambino un vasetto con il suo nome, una bacinella piena di terra e un barattolo con semi di fagiolino, da cui pescare per creare la propria piantina e lui è entusiasta e tu ancora di piu' perché questa è la scuola che volevi, quella in cui coinvolgono i bimbi in attività semplici ma istruttive, quella in cui la natura convive con l'alfabeto, i numeri, i giorni della settimana e lo studio del francese.
E finalmente smette di piovere e allora...stivali e via, nell'orto della scuola, a piantare le patate.
Gli altri bimbi fanno un giro e poi vanno a giocare con farina e altalene, lui no.




Chiede "posso, ancoa una?", in un ciclo infinito, e pianta patate con la maestra e rastrella e ascolta attento mentre gli insegnano che bisogna lasciare uno spazio di piede di bimbi tra una patata e l'altra perché possano crescere, che prima di seminarle vanno tagliate e lasciate riposare perché mettano fuori i butti e poi in autunno con quelle patate tutti i bimbi, anche lui, faranno la farina e poi i gnocchi, che il nano adora.
I suoi occhi brillano, è attento e felice, conquistato.
E la foto di gruppo non gli interessa, il vasetto da portare a casa si' e "mamma vai pure, io vado a mangiare con i miei amici".
E tu hai le lacrime agli occhi e scappi via, vai a correre e pensare...il magone è tutto tuo, perché sta crescendo e un po' ti fa paura e se lui sembra pronto, tu le mura rassicuranti del nido non le vorresti lasciare, pero' non bisogna farglielo capire, questo mai.
E' il tuo bimbo, quella che la mattina vuole essere portato a fare colazione in braccio e coccolato, quello dell'ancora un bacino, con il ditino sollevato a sottolineare uno.
Quello che quando è stanco o spaventato vuole ciuccio e doudou, quello che vuole mamma e papà.
E invece.


Torni dall'ufficio e lo trovi in cortile con i nonni che ti chiama orgoglioso e felice e ti mostra che ha imparato a pedalare sul trattorino: "e adesso io sono pronto, posso avere la bici dei grandi? Guarda mamma sono capace adesso, posso averla anche io?"
E dopo una settimana cosi' ti convinci e parti con il papà per andarla a cercare, questa bici tanto sognata, "con i pedali veri!!!"
E quando entri nel negozio e vedi le piu' piccole e ti sembrano grandi e invece la prova, gli va, pero' insiste che sia quella arancione, non quella rosa che gli sta facendo testare il commesso, e lo guardi negli occhi e vedi l'emozione, la felicità, l'entusiasmo, l'appagamento ed il nervosismo della prima volta....lo vedi grande e ti tornano le lacrime, di nuovo.
E sai che questo giorno, 29.05.2014, lo ricorderai.
E poi, vabbè, torni a casa seduta davanti, al posto del passeggero, con la bici incastrata tra ginocchia, cruscotto, spalle e mascella e preghi che non ti arrestino e di non avere un incidente.
E poi lui va, con lo stesso sconfinato entusiasmo che riversava sull'altra bici, la prima, compagna di tante avventure.


Solo che, questa volta, spinge sulle sue gambette magre e tu devi correre per stargli dietro.
E ride, felice.





E tu pensi, un po' orgogliosa e molto preoccupata, che adesso non lo ferma piu' nessuno
(e ti toccherà pure metterti a piantar patate in giardino!!!).

venerdì 16 maggio 2014

Libri per grandi e piccini

Un papà, un orsetto affettuoso, un maialino scrittore, un lettore dispettoso e una tata per i grandi.
Ecco gli ingredienti di questo mio Venerdì del Libro.
L'amore di papà Orso per il suo orsetto, disegni che sembrano delicati acquarelli ed una storia semplice e rassicurante di affetto e protezione che è piaciuta subito moltissimo al nano e a me e che è stata anche lo spunto per la solita raccomandazione (non allontanarti mai con estranei, non seguire chi ti offre qualche cosa senza il permesso di mamma/papà/nonni ecc.).
"Ci pensa il tuo papà" di Mireille d'Allance', Babalibri

Il secondo libro ci ha incuriosito per il titolo, davvero accattivante: "Non aprire questo libro !"
Come si fa a resistere?!?
Un maialino scrittore sta alacremente lavorando nel suo studio e non vuole essere disturbato da nessuno, perché: "Pensi che sia facile mettere insieme le parole?"
E poi, girando pagina, le parole possono volare via e creare nuove insolite combinazioni, come avverte il maialino ma...niente, non si può resistere, anche se il maialino all'inizio non è mica tanto contento della nostra intrusione, eh?Infatti cerca di convincerci ad andarcene con ogni mezzo, dalle ruspe ai diversivi.
Alla fine, però, si arrenderà e farà proprio delpiccolo lettore il protagonista della storia!
"Non aprire questo libro !" di Michaela
                                                    Muntean e Pscal Lemaitre, ed. Il Castoro

P.s. Il libro, a mio parere, e' adatto a bimbi un po' più grandicelli del nano, verso i quattro anni, a chi ha appena iniziati a leggere, perché scritto in stampatello maiuscolo e...a genitori e nonne, visto che i caratteri tipografici sono belli grandi e la storia e' davvero carinissima!

E per i grandi? Questa settimana sono un po' carente di consigli, perché sto leggendo tre libri contemporaneamente, però vorrei consigliare alle neo mamme ed ai neo papà "Fate i bravi ! (0 -3 anni)" di Tata Lucia, alias Lucia Rizzi, ed. BUR Rizzoli

Un libro dal formato pratico che non è un manuale, ne' un vademecum ma che si legge rapidamente, lasciando un senso di serenità perché ricco di tanto semplice buonsenso e rassicurazioni.
Visto che ormai stiamo camminando spediti verso i tre anni, a me non è stato particolarmente utile, tranne qualche piccolo trucchetto suggerito (giochi di ruolo, filastrocche, modi di distrarre il piccolo e consigli pratici per farlo partecipare alla vita quotidiana senza difficoltà), che sto provando a mettere in pratica.
Credo, però, che potrebbe essere adatto come regalo o lettura per neo genitori un po' smarriti.