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lunedì 9 febbraio 2015

Sugli sci a tre anni

Premesso che non sono un medico ma solo una mamma amante della montagna, mi sono interrogata su quale fosse il momento opportuno per  iniziare a mettere sugli sci mio figlio.

La pediatra, come al solito interpellata per prima e che non a caso viene da una valle montana, mi ha spiegato che non ci sono controindicazioni da quando è stabile nel camminare, a patto di non fargli prendere freddo, che lo viva come un gioco, che non sia uno sforzo eccessivo e che i maestri siano preparati (e quindi sappiano che movimenti fare fare e quali no).

Sul web ho letto di tutto: dal consiglio di iniziare con lo sci alpino perchè il fondo "è noioso" (chiaramente scritto da chi non lo ha mai praticato e forse non ha neppure mai fatto sci alpino con dei bambini), da quello di aspettare almeno 6 - 7 anni per l'equilibrio (il che è veramente eccessivo, perchè più sono piccoli più i bimbi hanno il baricentro basso e sono stabili).

Durante il nostro viaggio in Svezia e Norvegia, in inverno, avevamo scoperto che lì iniziano a mettere gli sci ai piedi dei bimbi a due anni.

Gli sci club della nostra zona, prendono i bimbi "locali" dai quattro anni per lo sci alpino (il c.d. sci di discesa), talvolta anche tre, "turisti" dai cinque.
Francamente, però, visto che il nano ha poco più di tre anni e le piste da sci alpino sono diventate molto più affollate e pericolose di quando ero bambina io, per svariati motivi, non ce la siamo sentita.
Anche perchè, pur credendo che l'insegnamento precoce sia utilissimo per apprendere la tecnica al meglio, non vedo la necessità di essere "così precoci"!

Desideravamo, però, avvicinarlo alla montagna di inverno più che con sci giocattolo e bob e, possibilmente, dovertirci insieme e poter sciare un pò anche noi.
Soprattutto, volevamo farlo stare all'aria aperta e fargli sfogare tutta l'energia fisica che in questo periodo, più di prima, sembra aver bisogno di esternare.

E allora abbiamo scelto lo sci di fondo.
Siamo anche fortunati, perchè la maestra è una ragazza bravissima, nonchè una di famiglia (cugina), che ha inserito il nostro biondino in un corso per i bimbi della scuola materna del paesino di montagna vicino, la domenica nelle ore centrali (per sfruttare il sole).
Risultato?
Ieri era la terza lezione, da un'ora e mezza l'una, con 7-9 bimbi e un paio di aiutanti (ragazzine/i che si fermano dopo la loro lezione per aiutare e divertirsi) e il nano si è, come al solito, divertito tantissimo!!!


Le prima volta, al momento del saluto, è scoppiato a piangere, per poi smettere appena sono scomparsa dalla sua vista e mettersi a chiaccherare con gli altri bimbi (se vi state chiedendo come faccio a saperlo, sappiate che mi sono nascosta dietro una casetta per controllare!!! Cuore di mamma!)

E quando siamo andati a prenderlo aveva le guanciotte rosse, gli occhi luccicanti dalla felicità e ci ha accolto con un: "Mi sono divertito tantissimo! Ho fatto tante salite e discese a cagnolino e le capriole, è bellissimo!!"
Poi ci ha fatti mettere in fila dietro di lui e ci ha "insegnato", girandosi a controllare, dandoci consigli e facendo il maestro in tutto e per tutto!

La seconda  volta non voleva andare ma, dopo il solito piantino, il copione si è ripetuto.
Compresa la sua lezione finale a mamma e papà!



Ieri, pur avendo protestato per tutto il viaggio che non aveva voglia del corso ma solo di sciare con noi, non ha neppure pianto ed è partito salutandoci tranquillo.
E alla fine non voleva più tornare a casa!


Insomma, un'esperienza veramente positiva che continuerà almeno per altre tre lezioni (poi dipenderà dalla neve).
I pro: esercizio fisico all'aria aperta con altri bimbi, equilibrio e coordinazione, confidenza con la neve e divertimento, senza pericoli o rischi  (le cadute ci sono ma la velocità è molto contenuta, gli scontri con algtri sciatori nel fondo sono praticamente assenti e la postura è naturale), freddo non eccessivo (niente salite in seggiovia e  bassa quota).
Anzi, il nano dopo è sempre bollente!
Certo, non apprenderà la tecnica così piccolo (e lo scopo, in effetti, non è quello) però la voglia di sciare sì!

E noi intanto ci possiamo dedicare di nuovo un'ora intera allo sci di fondo, insieme, in un ambiente così...




 Con la vista sul nostro amato Monte Rosa!


Finita l'ora e trenta di lezione e di sci, noi siamo distrutti.
Il biondino?
Pronto per una passeggiata sulla neve, con la sua amata bici senza pedali, naturalmente!!


Quanto vorrei avere la stessa energia, soprattutto di lunedì!!!

E voi, che esperienze avete fatto con i vostri bimbi?

martedì 9 dicembre 2014

Scuola materna: i primi tre mesi, tra alti e bassi

Ormai sono tre mesi che il mio biondino frequenta la scuola dell'infanzia (che per e resta "materna").
La mattina e' ancora una lotta farlo alzare, mangiare colazione, vestire ed uscire di casa.
Mentre nei giorni di "vacanza", che per lui sono tutti i sabati e domenica, salta giù dal letto alle sette e si veste da solo senza che glielo si dica neppure, in settimana e' un susseguirsi di minacce, ricatti e urla disperate (sia mie che sue, eh!)
Almeno, però, non piange più al momento del distacco, limitandosi a ripetuti baci ed abbracci ed a salutarmi con la manina dalla finestra, gesto che mi stringe il cuore di affetto e senso di colpa ogni giorno feriale.

La didattica sembra prevedere tante ore dedicate al disegno ed alle attività di pittura, che personalmente non ho mai amato. L'Alpmarito, cattivello, insinua che così le maestre abbiano meno da fare; io credo che serva per sviluppare manualità, immaginazione e pensiero astratto (insegnanti o pedagogia che leggete, ho ragione io, vero?)
Ogni mese le maestre chiedono ai bimbi di disegnare il loro autoritratto, in modo da vedere come la percezione di se' cambia e si evolve nel tempo...ed è davvero affascinante osservare i disegni appesi alle pareti!
In più, le maestre creano bellissime scenografie e decorazioni per ogni stagione, cambiandole frequentemente, con materiali poveri e riciclati: non so davvero dove trovino tante idee e tanta abilità manuale!
Il momento del pranzo e' in lingua francese e stanno insegnando ai bimbi molti vocaboli.
La pecca è che l'insegnamento non è veramente bilingue e non tutte le insegnanti paiono sapere benissimo il francese. Confesso che noi speravamo in molto di più, visto il bilinguismo storico è ufficiale della Regione.

Il tema scelto per l'anno e' l'alimentazione ed infatti hanno iniziato a settembre con lo studiare  le patate, facendo abilità di manipolazione con pannocchie, farine ecc, cucinando insieme ai bimbi gli gnocchi di patate (raccolte  nell'orto della scuola e piantate in primavera, durante le giornate di inserimento).
I bimbi hanno persino ricevuto la visita di uno spaventapasseri in carne ed ossa che ha inzaccherato di fango la scuola (o almeno, questo è ciò che ha colpito il nano, perché le maestre: "non l'hanno neppure sgridato, mamma!!!"), costruendone poi uno loro con rametti, stracci, scampoli di lana e pannocchie!

La prima gita della vita scolastica del nano e' stata all'area verde del paese limitrofo: al momento di prendere l'autobus il nano era elettrizzato! Io ero emozionata come se stesse partendo per l'America e mi è scappata pure la lacrimi via (ma senza farglielo vedere).
Per capire cosa ha visto e imparato, però, ho dovuto chiedere alle maestre.

Lui, infatti, ci ha detto che c'erano le guardie forestali, hanno raccolto castagne e poi visto "animali morti ma non morbidi di peluche".
In realtà, hanno mostrato loro le piante e le diverse foglie e poi raccontato della vita di alcune specie di uccelli, gufi e aquile, usando animali impagliati!

Della gita ai campi di mais vicino alla scuola, invece, il nano ha raccontato solo di aver visto un uccellino morto tra le pannocchie!!! Vabbè!
C'è stata la raccolta delle castagne ed un pomeriggio di castagnata solo con i nonni (che però al nano non è piaciuta molto per l'assenza di mamma e papà), iniziativa molto carina.


Ed ancora, la gita al mulino ad acqua del paese vicino (ancora in autobus, per la gioia del nano e di tutti i bimbi!!!), con successiva polenta preparata dai bimbi e pranzo al sacco.

Poi sono passati allo studio del latte ed in programma c'è la gita in una vicina fattoria, per cercare la mucca Emilia, che pare si sia persa, e assistere al momento della mungitura.

Insomma: tante attività, compresa la musica e giochi all'aperto ogni volta che non piove!
Unico problema: le maestre insegnano un sacco di canzoncine e disegnano delle bellissime macchinine, in stile Saetta McQueen e il mio biondino ora si aspetta lo stesso da me e dal papà!!!

Note negative? Il fatto che non facciano lavare i denti ai bimbi dopo pranzo, sostenendo che poi si scambierebbero gli spazzolini e non sarebbe igienico.
Gli episodi di "aggressione" di alcuni bimbi più grandi ai piccolini, peraltro normali. Di buono c'è che il nano racconta di altri bimbi grandi che, in questi casi  intervengono a difendere i piccolini.
Scioperi, festività, "recita di Natale": lunedì scorso le maestre hanno scioperato in blocco, avvisandoci, ovviamente di venerdì, solo dietro richieste insistenti.
Il calendario che ci è stato consegnato mostra una quantità impressionante di giorni di chiusura: santo patrono del paese vicino, recupero del santo patrono del paese perché cade a luglio (!!!), vacanze di Natale, vacanze di Pasqua, vacanze di inverno e Carnevale, ponte del 1 maggio, Festa della Repubblica, 1 Novembre, 8 dicembre, Fiera di Sant'Orso...vacanze estive di due mesi e 15 giorni.
Io l'Alpmarito ci siamo fatti un rapido calcolo: nella migliore delle ipotesi, due genitori lavoratori entrambi dipendenti, magari pubblici (perché nel privato mica lasciano sempre fare tutte le ferie previste per legge!), dovrebbero farsi tutti i giorni di ferie e permessi per coprire i "buchi" della scuola, ovviamente alternandosi e non incrociandosi mai!
Ah: guai ad ammalarsi e salvo scioperi ed assemblee sindacali!

Questo mi sembra il metro della civiltà della nostra Italia. È tutto dire.
Ed infine la chicca: ho appreso da un bel cartellone colorato appeso all'ingresso, che la recita di Natale si svolgerà venerdì alle ore....14.00
E seguirà: "merenda gentilmente offerta da Voi genitori".

Ora, capisco che anche le maestre hanno una famiglia e che nessuno paga loro gli straordinari ma...i genitori che lavorano? I bimbi i cui genitori non riescono proprio a venire? Come si sentiranno, anche ammesso che possano partecipare i nonni? Perché mettere in difficoltà famiglie e bambini?
Noi, per esempio, non sappiamo ancora come organizzarci.
Secondo me, non farla proprio sarebbe stato decisamente meglio! Oppure fare uno sforzo e fissarla alle sei e trenta o subito dopo la fine della scuola, alle 17.30.

Infine: la merenda per i bimbi e' già compresa nel costo della mensa.
Non vedo perché dovrei offrirla anche a nonni e genitori. Non è una questione economica ma di principio.
Un conto è coinvolgere in attività didattiche (ben venga), un altro e' costringere i genitori, quasi sempre le mamme, a far salti mortali per non mancare e portare cibi e bevande!!!
Cambierà mai, in meglio, la scuola italiana? Ne dubito, sempre di più.
E' facile lanciare campagne populiste come "La buona scuola": offrire più ore e meno costi, invece, implica scontentare le insegnanti e mettere mano ai conti dello Stato, quindi...nulla di fatto.

domenica 16 novembre 2014

Cosa ne penso di tablet & co.?

L'ho raccontato a Kidzinmind,  un blog che è anche un sito, una community di genitori e bimbi 0-6 ed una selezione di applicazioni, con il supporto di una serie di esperti.

Ecco cosa ho scritto.

I vostri bambini da che età usano tablet e smartphone? Con quali modalità?
Mio figlio ha appena compiuto tre anni ma è da quando ha un anno che “usa” il tablet. Non possediamo smartphone.
Principalmente, in casa nostra il tablet funge da televisore, con il vantaggio di poter scaricare i cartoni animati in lingue diverse, nel nostro caso in francese, così da rafforzare il suo bilinguismo.
In questo modo, mio figlio gode dello svago ma in modo controllato. Infatti, quando è il momento di dire basta (di solito dopo 10 minuti), fingo che si sia scaricata la batteria!!!
Fin da piccolo, poi, usiamo app “racconta storie”, e-book interattivi, immagini da colorare con il dito e mini puzzle, oltre ad altri giochini semplici, come il trenino, il pappagallo ripetente o applicazioni studiate per imparare il suono degli strumenti musicali o i versi degli animali.
Il limite maggiore che poniamo è quello temporale: mai più di dieci minuti al giorno, salvo qualche eccezione. E poi, ovviamente, stiamo con lui mentre gioca (anche per evitare rovinose cadute del tablet!!)
La possibilità di accedere a contenuti in lingue diverse e vederli direttamente su uno schermo a buona definizione ma trasportabile ovunque, secondo me è uno dei maggiori punti di forza del tablet.
Come si può usare la tecnologia per attirare l’attenzione dei bambini senza però perdere il controllo?
Con giochini semplici e molto colorati, intuitivi ma ben fatti. Mi sono accorta, infatti, che un’applicazione di scarsa qualità, anche grafica, non attira.
Inoltre, ritengo indispensabile che siano i genitori a decidere quali app e quali contenuti rendere accessibili ai bimbi, e a porre limiti di tempo.
Soprattutto, però, penso sia fondamentale non lasciare mai i bambini, perlomeno finchè sono molto piccoli, soli davanti a video o giochi elettronici.
D’altro canto, usandolo insieme ai genitori o ai fratelli più grandui, il tablet diventa un gioco come gli altri e l’occasione di scoperte e interazioni con i genitori.
Ci sono dispositivi più adatti di altri? Computer, videocamere, smartphone, tablet…
Non credo ci siano dispositivi più idonei, ma solo modi di utilizzo più adatti.
Si tratta di oggetti di per sè neutri, di “scatole”, seppur tecnologiche, vuote.
Sta a noi, come genitori, vigilare che i nostri figli li usino in modo positivo e riempirli di contenuti adeguati all’età dei nostrio bimbi ed all’impronta educativa che intendiamo dargli.
Il tablet è più facile da portare ovunque e da usare, mentre il pc richiede una postazione comoda e mouse e tastiera, però consente di utilizzare giochi più complessi e vedere meglio i video.
Al momento, vista l’età di mio figlio, trovo più adatto il tablet, crescendo, invece, potrebbe anche usare di più il computer, ancora non lo so.
Dove si nascondono le insidie nell’uso precoce della tecnologia?Nella eventuale mancanza di controllo da parte dei genitori, nell’abuso, nell’assenza di misura, nell’eccesso.
Se usata in modo intelligente, ragionato e per tempi adeguati all’età dei bimbi, non credo che la tecnologia rappresenti un’insidia, anzi, può essere un’opportunità in più di svago ed apprendimento.
Certo, la tecnologia non dovrebbe diventare un fine, anzichè un mezzo e, soprattutto, non dovrebbe diventare l’unica forma di gioco e svago.
Credo che per evitarlo sia utile, oltre al controllo, l’esempio dei genitori e la quantità di stimoli diversi forniti: difficile che avendo la possibilità di andare al parco giochi o a praticare attività sportive e vivendo circondato da libri, cubi da costruzione, bambole ecc., un bimbo voglia solo e sempre stare davanti ad uno schermo (salvo, forse, momentanee fasi di “passione” per un gioco elettronico)!!!
A maggior ragione, se vede i genitori leggere, uscire, chiaccherare con gli amici e fare sport, anzichè passare tutto il loro tempo libero davanti alla tv o a digitare mail o sms.

La tecnologia fa ormai parte della nostra vita quotidiana, almeno in misura minima, quindi non possiamo semplicemente ignorarla. Molto meglio cercare di conoscerla e utilizzarla al meglio.

Qui trovate la mia intervista, qui le app educative e divertenti di Kidzmind.

martedì 16 settembre 2014

Aggiornamento dal fronte "scuola materna"

Eccoci arrivati al quarto giorno di scuola materna  (o scuola dell'infanzia, come la chiamano adesso, anche se io continuo a parlare di "asilo" - son vecchia, che volete farci).

Giovedì, primo giorno, il nano, dopo l'iniziale eccitazione (durata il tempo dei preparativi il giorno prima e svanita nell'atrio della scuola)  ha  pianto sia al mattino sia quando siamo andati a prenderlo, alle 16.30.
Stava giocando in giardino, ci ha visti e la tensione che probabilmente aveva accumulato si è sfogata in un pianto liberatorio.
Venerdì, pianto a casa prima di arrivare a scuola, poi un saluto magonato ma senza lacrime.
Peccato che quando l'Alpmarito è andato a prenderlo, il nano ha chiaramente dichiarato che lui in quella scuola non ci sarebbe tornato.
E lo ha ripetuto per tutto il fine settimana, tra un pianto e l'altro, nei momenti più improbabili.
Ieri, tragedia ad andare, momenti di crisi durante la giornata e piantino all'uscita.
Questa mattina, pure peggio, con tanto di lettone di notte, incubi notturni e dichiarazioni d'amore e fedeltà al "suo asilo nido" e alla "sua maestra Marina".

Devo ammettere che sono rimasta spiazzata.
Forse nella vita è sempre così, in quella di mamma in particolare.
Ti aspetti problemi e difficoltà, ti prepari psicologicamente e non al peggio, ti armi di pazienza e temi il peggio e invece...tutto fila via liscio e veloce, qausi senza sforzo, e tu ti senti una stipuda per esserti fatta per giorni settimane inutili paranoie (vedi "spannolinamento" e "inserimento al nido").

Pensi che sia tutto pronto, che sarà facile me parti fiduciosa e tranquilla e invece...difficoltà e ansie che non ti aspettavi.
Persino quello che pensavi sarebbe stato un punto di forza, avere a fianco della scuola nuova il nido, a portata di saluto, con i giardini separati solo da una siepe e le maestre che si salutano e chiaccherano, si rivela invece un'arma a doppio taglio, alimentando la nostalgia del nano.

Non gli piace neppure più la cucina, che è rimasta la stessa e che adorava!

Mi sto ricredendo sulla storia dell'inserimento graduale, che pensavo non essere necessario, visto che aveva già frequentato senza problemi il nido.
Come al solito, non si sa finchè non si prova sul campo.

Per ora tengo duro e continuo ad andarlo a prendere alle 16.30 (già un'ora prima della ruotine prevista), tanto domani è mercoledì e le scuole qui il mercoledì fanno solo il mattino, sino a dopo pranzo.
Ditemi che è normale, però, e che passerà presto, perchè fingo serenità e tranquillità ma magono e soffro, eccome se magono!!! (Tra l'altro, forse il verbo "magonare" neppure esiste, però rende l'idea di quella stretta allo stomaco, alle viscere, che non molla e ti salire il groppo in gola).

p.s. Per non farci mancare nulla, pare ci siano già i pidocchi in giro, al secondo giorno.
Che dite, si inizia con trattamenti preventivi? Servono? Suggerimenti?

mercoledì 10 settembre 2014

Un nuovo inizio

Fra poco andrò a prendere il mio bambino al nido e, come al solito, metterò le sovra scarpe e entrerò nell'aula, parlerò con le maestre, vedrò gli altri bimbi nei lettini o cullati sul passeggino per cercare di farli addormentare, chiccherero' e sorriderò a quelli svegli che aspettano i genitori o in bagno sul fasciatoio che vengono cambiati e poi magari scambiaro' due parole con altre mamme e papà.
Per l'ultima volta.
Eh, si', perché da domani il mio bimbo varcherà un'altra porta (affianco alla solita, non è una distanza chilometrica, quella da affrontare, per fortuna), avrà nuovi compagni, nuove maestre, spero presto nuovi amici, un nuovo armadietto, nuovi giochi, nuovi spazi, nuovi prati in cui correre.
Cambieranno orari e abitudini, non solo per lui ma anche per me, che ancora una volta dovrò rimodulare i miei ritmi lavorativi per renderli il più possibile compatibili con il suo orario di entrata e uscita.
Confesso di avere il magone perché se sono certa che il nano si troverà bene ed è pronto, tuttavia mi dispiace lasciare queste educatrici che gli hanno fatto un po' da mamme, con la quale e' stato facile instaurare un rapporto di fiducia e che mi hanno supportato e facilitato in ogni passaggio, in ogni fase, sempre con il sorriso sulle labbra, la voglia di essere li' con i bimbi e tanto affetto.
E le notizie che trasmettono i Tg in questi giorni mi ricordano come tutto questo non è scontato, anche se dovrebbe esserlo.
Ora, però, e' tempo di guardare avanti.
E allora spunto ad una ad una le voci della lista che ci è stata consegnata alla riunione di giugno:
Pennarelli, forbici, quadernone e colle sono state etichettate ad uno ad uno in modo molto artigianale ma, speriamo, efficace.
Astuccio e grembiuli di plastica per la pittura (due, tanto so già che non dureranno), hanno fatto conoscenza con il pennarello indelebile, come faranno questa sera i sandaletti in uso al nido, che sostituiranno le pantofoline.
Nel dubbio ho contrassegnato anche il pacco di salviettine e la confezione di fazzoletti di carta.
Il resto? Ecco i frutti del mio lavoro serale di agosto!!!
Bavaglini e porta tovagliolo
bavaglini e porta tovagliolo..

Particolari di asciugamani e sacchetto porta cambio...

Particolare della federa...la seconda, quella di ricambio, e' ancora in lavorazione...
Il tutto, ovviamente, con anche primo e secondo nome del nano (che poi sarebbe un unico nome, in realtà), rigorosamente nelle varie sfumature di arancione e giallo, con qualche puntatina in rosso...
Avete dubbi sul suo colore preferito?!?
Questa, invece, e' la copertina preparata da mia suocera...in alto c'è ricamato anche il nome del nano..
Voi mamme più esperte, dite che mi serve pure la copertina di ricambio o ho dimenticato qualche cosa? Perché se si, devo provvedere.
Ora non mi resta che preparare lo zaino, salutare il nido e...incrociare le dita per domani!!!



giovedì 4 settembre 2014

Il regalo dell'estate

Questa estate mi ha fatto vivere grandi dolori (ma voglio lasciarli fuori da questo spazio, anche per rispetto ad una precisa richiesta di riservatezza), ma mi ha anche fatto un dono immenso.

Il tempo trascorso con te, mio piccolo grando uomo, mon petit parresseux.

In città, al parco, al fare la spesa, a casa (negli interminabili giorni di pioggia), alle feste di compleanno, la lago, in montagna e nei pochi giorni di mare.
Spesso ci sono stati anche i nonni, qualche volta amici e/o cuginetti, talvolta (sempre troppo poco), il papà.
Piu' spesso, pero', siamo stati solo io e te, insieme.


Ho ascoltato i tuoi discorsi sempre piu' complessi ed articolati, mi sono stupita sempre di piu' della tua intelligenza.
Ho sopportato (con scarso autocontrollo, lo ammetto) i tuoi capricci...

riso di gusto alle tue battute,
ho dormito con i tuoi piedini dappertutto,
ti ho osservato compiaciuta mentre divoravi una pizza da adulto intera, una sera dopo l'altra e nonostante il gelato a merenda (sempre al biscotto!), io e te (e Nanna!) da soli in pizzeria, a giocare a domino o con le macchinine nell'attesa e godermi le tue parole...


ti ho guardato fermarti ad ammirare stupito vele e acquiloni...,



...lamentarti dei sassolini che facevano male ai piedini e poi correre felice a raccoglierne interi secchielli,
perchè per te sono tutti belli, semplicemente perchè tutti diversi, come le persone.


Ti ho accompagnato alla scoperta di questo mare, pulito ma mosso, che dopo l'esperienza dell'Oceano della scorsa estate, ti faceva un po' paura...
...e tu mi hai dolcemente confidato che, in fondo, erano meglio il lago o la piscina, perchè questo mare:
 "Mi aggredisce, mamma!!!"

 Ti ho guardato assorto nei tuoi pensieri e nei tuoi giochi fantasiosi di bambino, rispettando il tuo bisogno di solitudine e raccoglimento, quel tanto che durava..


....mentre mi domandavo cosa stava passando in quella tua testolina riccioluta...

Abbiamo camminato tanto, tra le strade di borghi liguri, sentieri di montagna e prati, marciapiedi e bagnasciuga, a volte con la tua fedele bici, a volte in spalla a me o al papà, a volte mentre spingevi (tu) un passeggino sempre piu' malconcio..



Mi sono goduta i tuoi abbracci caldi e  le tue manine appiccicose, che mi fanno sentire viva..
Mi si è stretto il cuore a vederti triste per l'assenza del tuo amato papà...



Ho cercato inutilmente di farti dormire il pomeriggio, osservando gli altri adulti (non genitori) stesi al sole...
Ho lavato alla meglio vestiti "fuori stagione", tornati utili in questa pazza estate.


 Ho giocato con te nella sabbia, scavando buche e immaginando storie, riflettendo su quanto vacanza, da quando ci sei tu, non faccia piu' rima con liberta' e riposo, pur essendo ancora e sempre, bella.




Ho cercato di imprimermi momenti, parole e gesti nella memoria, stupendomi continuamente di quanto sei bello e perfetto, con le fossette sui gomiti, le gembette lunghe e forti, le spallucce robuste, il nasino a patata e gli occhi fubetti, dello stesso colore dei miei.

Perchè non voglio che questi momenti, che forse non ricorderai in modo consapevole, si dissolvano come sabbia tra le dita...


Perchè, nel vortice degli impegni quotidiani, delle preoccupazioni e dei momenti bui, è fin troppo facile dimenticare quanto sono fortunata ad avervi con me, miei uomini...
...anche se è evidente che preferite la montagna!!!


 

martedì 12 agosto 2014

Quando a sposarsi sono gli amici...

Quest'anno, tra matrimoni, battesimi e prime comunioni, gli inviti fioccano e le nostre finanze piangono, altro che vacanze!

Pero' sono tutti inviti sentiti, per momenti in cui siamo onorati di esserci e di essere voluti.





 ...particolari da un battesimo...






 E poi, quando a sposarsi è un'amica degli anni dell'università, il matrimonio è anche un'occasione per ritrovarsi, per ricordare, per divertirsi.

Senza contare che tante cerimonie significato tante occasioni per vestirsi bene e cercare di essere al top!

Gli anni dell'università mi mancano.
Intendiamoci, non è che fossei meno ansiosa, piu' ottimista o felice di adesso.
Solo che avevo l'impressione di avere piu' tempo, mi sentivo piu' giovane e, soprattutto, c'era molto piu' spazio per lo sport e gli amici.
E' quindi stato un piacere rivederci e ritrovarci, pur consapevoli che "ogni esperienza ha il suo tempo" ed è giusto cosi'.
L'atmosfera e le emozioni erano quelli giusti (e non è affatto scontato, purtroppo), perchè loro sono una di quelle coppie solide ed innamorate, "rodate" da anni di fidanzamento ma, soprattutto, da scelte lavorative che li hanno tenuti a lungo lontani, anche se solo fisicamente, e da un pesante lutto in famiglia, una di quelle coppie "cresciute insieme", dagli occhi luccicanti di amore e promesse.
E in un periodo in cui vedo e sento di separazioni, crisi di coppia e "coppie pendolari per forza", situazioni rese piu' frequenti dalla crisi economica e lavorativa che tutti stiamo vivendo, ne avevo proprio un gran bisogno.
E cosi', in una rara giornata soleggiata e senza pioggia del luglio peggiore (metereologicamente parlando) della mia vita, si sono detti il fatidico "Si' ".

 (La sgranatura è voluta, non pensate male!)
 Il mio biondino, in camicia e pantaloni scuri, come il suo adorato papà, è stato bravo, anche se è scappato fuori dalla chiesa appena prima che entrasse la sposa e non vi ha piu' fatto ritorno...d'altro canto, alla religione non siamo avvezzi.

Tutto era semplice ma curato ed elegante.
 Gli sposi hanno scelto un luogo incantevole dove cenare (la cerimonia era pomeridiana, ottima scelta), a due passi dal centro di Torino ma...sembrava di essere in un altro mondo, senza traffico nè rumori, circondati dal verde di una meravigliosa villa di campagna antica...






L'aperitivo all'aperto e tutte le porte e vetrate sempre spalancate su un'ampio prato verde, sono state il tocco che ha permesso anche ai genitori come noi ed ai piccoli di godere del pomeriggio e della serata...

 (Per la cronaca, quella riflessa nel vetro sono io!)

 Gli sposi ci hanno pensato e io l'ho apprezzato davvero tanto, anche se i bimbi non erano poi molti, fatto che, ancora una volta, mi ha stupito molto.
Di nostri coetanei genitori praticamente non c'era nessuno.
Ovviamente, non sempre è questione di scelte pero' quando sento affermare da qualcuna che "si' certo, vorremmo dei figli ma c'è tempo", mi viene da dire loro che non è cosi' scontato che arrivino quando si decide di cercarli e che se è davvero un desiderio, aspettare troppo puo' essere pericoloso.
Poi, per fortuna, penso che sono argomenti troppo intimi e sto zitta, pero' ho l'impressione che siano loro "in ritardo" e non noi "in anticipo", come ci suggeriscono.
In ogni caso, visto come ti cambia la vita un figlio, ciascuno deve aspettare il SUO momento giusto.
Il nostro divoletto biondo, comunque, è stato bravissimo, come sempre in questi casi (per fortuna) e bello, bellissimo, nel suo abbigliamento elegante (che è durato poco poco!!!).
Ha apprezzato il menu' eccellente, assaggiando antipasti e i primi, ed alle 22.00 si è pacificamente addormentato nel suo passeggino, permettendoci di conversare ancora un po' ed assistere al taglio della torta ed all'apertura dei balli.





So che non tutti ritengono sia il caso di portare i bimbi con se' ai matrimoni ma...i momenti per stare insieme sono cosi' pochi e poi si tratta di un'occasione gioiosa e di socialità che è un peccato negargliela, anche se cio' significa qualche rinuncia per noi.

Ciascun cartoncino segnaposto di ogni tavolo riportava una frase sul matrimonio ed erano tutte simpatiche, ironiche, romantiche e vere...come quella sul nostro, davvero azzeccata!!!

"Una coppia è bel assortitata quando entrambi i coniugi sentono il desiderio di litigare nello stesso momento." - Jean Rostand

La vista notturna su Torino era incantevole ...

....anche se la foto da compatta senza cavalletto è un disastro e pure se la mattina dopo, quando il nano si è svegliato come al solito alle sette, non ci è stata di gran consolazione (e dire che siamo rientrati all'una, non alle quattro del mattino!)
Decisamente, non ho piu' il fisico di una volta!!!