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mercoledì 29 ottobre 2014

Una domenica in sagra

Non so se per voi sia lo stesso, ma i sabati e le domeniche mi stancano quasi più di tutta la settimana lavorativa.
Dobbiamo condensare piccole riparazioni di casa e auto, commissioni, lavatrici e spese rimandate in settimana, per non parlare del tempo da dedicare al nano, che sembra sempre troppo poco.
Finisce che in casa ci stiamo lo stretto necessario, a meno di non invitare amici, come cerchiamo di fare spesso.
Anche in quel caso, però, c'è da fare, pur restando un piacere.

Questa domenica, visto che il nano alla scuola materna sta "studiando" le pannocchie ed il mais (il filo conduttore dell'anno sarà l'alimentazione) e che adora i trattori, abbiamo dedicato la mattinata alla Sagra del Pignoletto Rosso di Banchette (TO), a due passi da casa.

Il nano, che la mattina non avrebbe avuto voglia di uscire, alla fine ne è stato entusiasta.

 C'erano chicche piemontesi, come il Caffè Antico Piemonte...
e ovviamente il mais rosso (se non sapere cos'è, vi consiglio di leggere al link di cui sopra)
 
Noi abbiamo fatto scorta di farina "grossa" per polenta, ovviamente!
E poi il classico mercatino tra le vie del paese "vecchio"..cavalli e animali da cortile per la fattoria dei bambini...

 
 Abbiamo fatto tappo obbligata per gustare le miasse (una specie di piadina con farina da polenta, non saprei come definirla, che si può mangiare con ripieno dolce o salato) con il salignun (ricotta con peperoncino ed erbe aromatiche)..un altro classico cibo canavesano..


Per poi goderci l'esposizione degli antichi trattori, con tanto di mietitrebbia!!






(questo carretto dipinto non ho capito cosa c'entrasse, però era bellissimo!!)

Erano davvero tanti e il nano, ovviamente, è salito SU TUTTI, anche più di una volta!!!











Ma non bastava.
C'era anche una mostra di bici, auto e moto d'epoca, nel bocciodromo...davvero una splendida sorpresa!!!

 E mentre io e l'Alpmarito osservavamo estasiati queste mitiche Bianchi, usate da grandi campioni,

 il nano preferiva le moto, meglio ancora se complete di carretti!!!




E poi le vecchie macchine da scrivere Olivetti, ricostruzioni in legno degli antichi laboratori artigiani e la storca fabbrica di mattoni rossi di Ivrea, ovviamente Olivetti.

 Non so voi, ma a parte l'indubbia comodità di poter cancellare e riscrivere senza ricominciare da capo del personal computer, io ho sempre pensato fosse molto più romantico e bello scrivere con queste macchine che con l'asettico pc.
Non so se è perchè vengo dalla patria dell'Olivetti o se perchè le mie prime ricerche per la scuola le ho scritte con una Olivetti ma ogni tanto mi faccio prendere dalla nostalgia!


Senza dimenticare un tocco di modernità!

Nel pomeriggio, invece, dopo il pranzo in campagna, ci siamo dedicati alla raccolta delle castagne nel bosco, alle foto (io) ed alle caldarroste, ovviamente, anche se io per l'allergia non le posso più mangiare e..alle feste di compleanno.... ma questa è un'altra puntata, che vi racconterò domani, se ci riesco!

Insomma, una domenica mattina ricca di curiosità, buon cibo (perchè abbiamo comprato anche un pezzo di prosciutto crudo con i fiocchi, salame di cinghiale e pecorino - si lo so che non c'entra ma la gola è la gola) e calore paesano.
In queste occasioni sono molto felice di non abitare in una grande città!

venerdì 26 settembre 2014

Leggendo...tra puzzle e corse (ovvero "L'arte di correre" e "Puzzle Mischia Tutto")

 
"L'arte di correre" di Murakami Haruki, ed. Einaudi, Euro 18,00, pag. 157.

Iniziando a frequentare il mondo della corsa ed a parlarne, ho sentito nominare molto spesso questo libro, di un autore conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.
Il mio unico precedente con gli scrittori giapponesi era Banana Yoshimoto, che non mi era piaciuta affatto, dunque ero un po' restia ad avvicinarmi a Murakami ma, trovando per caso "L'arte di correre" nella libreria di mio padre, mi sono decisa.

Non è romanzo, bensì una sorta di diario, una raccolta di riflessioni ed esperienze non necessariamente presentate in ordine cronologico, aventi, quale tema centrale ed oggetto, la corsa e lo stile di vita di un corridore, nonché la scrittura.

Si', perché per l'autore iniziare a scrivere ha significato iniziare a correre e le due attività ben presto si sono fuse nella sua vita, diventandone una costante e regalandogli entrambe molte soddisfazioni e, soprattutto, molti benefici.

Un libro autobiografico che non è quel capolavoro che mi aspettavo, visto le recensioni super positive che avevo letto, però sicuramente mi ha fatto ricredere sugli scrittori giapponesi e, soprattutto, coglie nel segno per quanto riguarda la corsa e le sue motivazioni, la fatica e la determinazione che richiede ma anche le soddisfazioni che regala.

"In questa domenica di autunno, dopo una bella gara, ce ne torniamo ognuno alla propria casa, ognuno alla propria vita quotidiana. E in vista della prossima gara di nuovo ci alleneremo in silenzio, come abbiamo fatto fino ad oggi, probabilmente ognuno in un posto diverso. Visto dall'esterno - o piuttosto giudicato dall'alto- il nostro modo di vivere apparirà forse insulsi, privo di fondamenta e di significato. Penso che sia una cosa alla quale dobbiamo rassegnarci, Ma anche ammettendo che compiamo soltanto una serie di atti vuoti, come per l'appunto versare acqua in un vecchion vaso forato, per lo meno resta il fatto reale che ci impegniamo. Nono importa se otteniamo dei risultati o meno, se facciamo bella figura o no, in fin dei conti l'essenziale, per la maggior parte di noi, e' qualcosa che non si vede, ma si percepisce nel cuore. E spesso le cose che hanno veramente valore si ottengono attraverso gesti inutilil Le nostre azioni non saranno forse proficue, ma di sicuro non sono stupide. Io la penso cosi'. Lo sento, e lo so per esperienza.....
Come vengono giudicati il tempo che ottengo in gara e il mio posto in graduatoria, come venga considerato il mio stile, e' di secondaria importanza. Ciò che conta per me, per il corridore che sono, e' tagliare un traguardo dopo l'altro, con le mie gambe. Usare tutte le forze che sono necessarie, sopportare tutto ciò che devo, e alla fine essere contento di me. Imparare qualcosa di concreto - piccolo finché si vuole, ma concreto- dagli sbagli che faccio è dalla gioia che provo...." (Pag. 150).

Insomma, consigliato a chi ama questo sport (che nel caso di Murakami e' un vero e proprio stile di vita), a chi partecipa alle maratone e a chi solo le sogna, a chi aspira a correre e a chi, guardano uomini e donne nelle tenute più disperate che fanno jogging, in ogni ora del giorno ed in ogni stagione, li guarda come se fossero degli alieni, con stupore misto a commiserazione e si domanda: "Perché????Chi glielo fa fare???Non hanno occupazioni più utili/piacevoli a cui dedicarsi???"
 
"Succede ogni tanto che qualcuno chieda ironicamente a un maratoneta: 'Ma ci tiene davvero così tanto a vivere a lungo?' In realtà, credo che non siano poi molte le persone che corrono spinte da questa motivazione. Piuttosto mi sembra che siano ben più numerose quelle cui non interessa campare cent'anni ma, finché sono al mondo, desiderano condurre un'esistenza piena. Se ci restano anche solo dieci anni di vita, e' di gran lunga preferibile viverli intensamente, perseguendo uno scopo, che non lasciarli trascorrere con indifferenza, e io sono convinto che a questo fine la corsa a piedi sia di grande utilità. la vera funzione della corsa e' di migliorare anche solo di poco, entro i limiti che sono stati attribuiti a ciascuno di noi, la combustione delle nostre energie, Al tempo stesso la si può ritenere una metafora della vita- nel mio caso della scrittura- e credo che la maggior parte delle persone che corrono sia d'accordo con me." (Pag. 74).
***
Puzzle Mischia Tutto" di Ludovica Cima e Elena Giorgio, ed. Adriano Salani Editore, collana Ape Junior, 2009, www.apelibri.it.

Sei mestieri non troppo comuni, impersonati da animali vestiti di tutto punto, con una breve descrizione (portiere, astronauta, fantino, ballerina, cuoco e maestro di sci), sei corrispondenti puzzle da 9 pezzi e uno spazio libero per creare nuovi mestieri o "mostri", come dice il nano, combinando i pezzi.


Un libro gioco molto carino che il nano ha usato dal Natale scorso (quando aveva due anni) ad oggi (quasi tre) e che continua a piacergli.

E' servito ad arricchire il suo vocabolario e, come tutti i puzzle, a migliorare le sue capacità di coordinazione fine, nonché prolungare il tempo di attenzione. Tra l'altro, e' anche un ottimo passatempo per quando si sta a tavola nei ristoranti e per giocare con bimbi un po' più grandi, poiché solitamente si divertono anche loro con i puzzle!!

Sconsigliato solo se avete bimbi che ancora mordicchiano i libri (perché è di cartone spesso ma gli incastri si possono rompere) o che lanciano i pezzi ovunque.

Con questo post, come di consueto, partecipo al Venerdì del Libro di Home made Mamma.




domenica 29 giugno 2014

La fine dell'anno cade a giugno....volando tra gli aquiloni

La fine dell'anno, per me, non coincide con il capodanno ma con il termine del periodo scolastico.
E' sicuramente un retaggio dei tempi della scuola, ma anche il risultato del fatto che il mio compleanno cade a giugno e che nello stesso mese iniziano a profilarsi all'orizzonte possibili periodi di vacanza e aleggia quel clima generale di maggior rilassatezza che aiuta a vivere meglio, anche se si continua a lavorare (giornate piu' lunghe, un po' di sole in piu', gente che parte e gente che torna, meno traffico, piu' parcheggi, aperitivi all'aria aperta ecc.).
Da quando il nano ha iniziato il nido, a settembre di due anni fa, giugno è poi tornato ad essere la fine dell'anno per l'eccellenza, anche se l'asilo chiudera', per fortuna, solo un paio di settimane ad agosto.

Come l'altro anno, a giugno si è svolta la festa del nido e, come un anno fa, io non ho resistito all'emozione, lasciando cadere piu' di una lacrima, prontamente nascosta!

Già settimane prima del gran giorno, è partito un vivace scambio di bigliettini e sms per decidere il regalo alle maestre e per preparare la festa.

Le educatrici sono state come al solito insuperabili, inventandosi un laboratorio di creazione di aquiloni per genitori e bimbi, permettendoci di portare la nonna e la nonna bis al posto del papà, purtroppo assente per lavoro, accogliendoci con la consueta gentilezza e allegria.
Il tempo, dopo un acquazzone mattutino, ci ha graziati ed i bimbi si sono scatenati in giardino, circondati da genitori emozionati, fratelli e sorelle, amichetti e amichetti.



E poi c'è stata la cerimonia di consegna della sorpresa - regalo di arrivederci, che quest'anno per i bimbi grandi è stato un grosso libro con i lavori svolti da ciascun bimbo, a tema Pimpa e i colori, ovviamente con in copertina il simbolo del piccolo....riuscite ad indovinare qual è quello del nano?!!!??L'elicottero, naturalmente!

 Eccolo emozionato mentre ritira il suo libro!

 Poi consegna del regalo alle educatrici, ringraziamenti, canzoncine dei bimbi, saluti, corse, chiacchierate e merenda sinoira per tutti.....i cuochi ed il personale di cucina del nido sono stati come al solito bravissimi e, per restare in tema con la festa, hanno anche decorato ogni piatto del buffet con piccoli aquiloni di carta con l'elenco degli ingredienti...

Siamo tornati a casa con il nostro piccolo capolavoro...viola perché al nano piace moltissimo, con una bellissima poesia donataci dalle maestre e tante tante emozioni.


p.s. Non è affatto difficile farlo...peccato che non ci fosse verso di farlo volare sul serio, anche se qui il vento non manca mai!!!

E' stato un anno intenso, in cui il nano ha imparato moltissimo, stretto amicizie e superato tappe (come l'abbandono del pannolino, imparare a fare i collage, usare le forbici e tanto altro) e anche noi genitori siamo stati coinvolti in simpatici laboratori di riciclo e altre iniziative.
Sono davvero grata a queste educatrici e a tutto il nido e una volta di piu', mentre assistevo alla festa, ho compreso di aver fatto la scelta giusta, anche se il magone di vederlo grande e sapere che da settembre cambierà tutto.....mi ha creato un nodo allo stomaco che non vi dico e reso gli occhi lucidi lucidi!!

Sono orgogliosa del mio ometto e mentre lui è pronto a crescere, io inizio a rendermi conto che il bonario avvertimento "crescono cosi' in fretta, vedrai", è molto piu' che un modo di dire!!!
"I figli sono come gli aquiloni,
passi la vita a cercare di farli alzare da terra.
Corri e corri con loro
fino a restare tutti e due senza fiato…
Come gli aquiloni, essi finiscono a terra…
e tu rappezzi e conforti, aggiusti e insegni.

Li vedi sollevarsi nel vento e li rassicuri
che presto impareranno a volare.
Infine sono in aria:
gli ci vuole più spago e tu
seguiti a darne.
E a ogni metro di corda
che sfugge dalla
tua mano
il cuore ti si riempie di gioia
e di tristezza insieme.
Giorno dopo giorno
l’aquilone si allontana sempre più
e tu senti che non passerà molto tempo
prima che quella bella creatura
spezzi il filo che vi unisce e si innalzi,
come è giusto che sia, libera e sola.
 
Allora soltanto saprai
di avere assolto il tuo compito."
di Erna Bombeck

E mentre scrivo, ho ricominciato a piangere ed emozionarmi!!!


mercoledì 7 maggio 2014

Creatività e riciclo

Sono giorni intensi, lavorativamente e non solo. Passano così in fretta che sembrano scivolarmi tra le dita. Faccio, lavoro, brigo e disbrigo, in casa e fuori, senza sosta.
Però a volte ciò che stanca e impegna diverte pure, in qualche caso anche inaspettatamente.
Così sabato, vinta la mia riluttanza per i giochi anche solo vagamente "artistici" e potenzialmente idonei a sporcare, complice una pioggerellina insistente e fastidiosa ed un nano eccitato, ho preso spunto da Mamma Orsa Curiosona (http://mammaorsacuriosona.blogspot.it/2014/04/esperimento-con-i-colori-dita.html) e tirato giù dallo scaffale la valigetta dei colori a dita che il nano ha ricevuto lo scorso compleanno da un amichetto (notare che sono passati solo sette mesi, eh!).
Arrotolato il tappeto, spostato divano e poltrona, steso una tovaglia cerata sul pavimento, aperto un bel foglio di carta,spessa e grande,appositamente comprato in un raptus di amore materno, .... ci siamo lanciati!
All'inizio il nano era titubante di me a sporcarsi mani e piedi (anche se al nido già usano questi colori) e in più mi guardava perplesso mentre cercavo di capire dove mettere i colori per mischiarli, se e quanta acqua aggiungere ecc....dopo un po' si è deciso e mi ha allegramente mostrato come si faceva, forse pensando di avere una mamma un po' tonto linea..
Dopo cinque minuti il nano era mezzo nudo e mezzo colorato e io...pure!
Contro ogni mia aspettativa ci siamo divertiti tantissimo e il colore e' venuto via subito con una rapida doccia mentre la nostra "opera d'arte a quattro mani" e' rimasta a fare bella mostra di se' in camera da letto!

Un successone!
Precisazione: il gioco ha tenuto impegnato il nano giusto mezz'ora, non credete chissà che, in compenso un'altra mezz'ora e' trascorsa tra preparazione, doccia e lavaggio degli "strumenti"...mettetelo in conto se intendete provare. A proposito, sapete che un solo foglio grande costa 0,80 Euro? Sono rimasta basita, mi sembra tantissimo in proporzione e considerato quanto ne devono usare negli asili o simili!)
Mi è sembrato di tornare bambina, anzi, di più, visto che da bambina non ho mai fatto niente del genere, che io ricordi. Spero che potremo presto replicare, magari in giardino, sotto un bel sole e con i cuginetti.
E poi al nido hanno avviato una sorta di laboratorio di riciclo serale, in tre incontri, per genitori e bimbi, a cui ho deciso di partecipare, ad essere sincera, non tanto perché mi interessasse o avessi voglia di dedicarmi al bricolage tra le 20.00 e le 22.00 dopo una giornata di lavoro e con il nano stanco, ma perché le maestre parevano entusiaste, si erano dedicate al progetto con impegno e meritavano di essere ricompensate.
In più, il fine, ossia insegnare ai bimbi a non sprecare e a riutilizzare con fantasia, e' a dir poco meritevole.
Il risultato? Stanchezza, notte quasi insonne causa eccitazione successiva del nano e orari sballati ma, soprattutto, allegria, risate, creatività, chiacchiere, divertimento, giochi e.....queste!


Che ve ne pare?
Certo, il lavoro di fino e' un'altra cosa eh, ma in fondo mi consolo pensando che, purtroppo e per fortuna, non è il mio mestiere e abbiamo usato veramente di tutto.
E la prossima settimana...scuola di "cornici riciclate".

martedì 1 aprile 2014

Stereotipi e giocattoli


Nei giorni scorsi, con il nano costretto a casa per 11 giorni di seguito malato, ho fatto una capatina nel negozio di una nota catena di giocattoli, in città, per acquistare un puzzle da regalargli e con cui far passare un po' di tempo senza corse (e sudate) in giro per casa.
Sono rimasta sconvolta dalla collocazione per settori dei giochi.
Si, perché i settori non sono "per tipo" di gioco, come mi aspettavo (e come era, almeno in parte, nei supermercati e nei negozietti in cui avevo fatto i miei precedenti acquisti) ma rigorosamente per sesso!
Da una parte il settore bambine, tripudio di tutte le sfumature del rosa, con qualche tocco di argento. Rosa pure i puzzle, i carrelli per le pulizie (?????), i ferri da stiro (???), le carrozzine gioco (le bambine non possono neppure più desiderare di portare a spasso un bambolotto maschio?), le costruzioni e i Lego!
Dall'altra il settore bambini, pieno di macchinine, ruspe, supereroi, puzzle, giochi da costruzione di tutti i colori (badate bene, non in tutte le sfumature dell'azzurro!).
Nessuna traccia di carrelli per le pulizie, ferri da stiro e carrozzine, ovvio.
Anche i giochi da tavolo erano, incredibilmente, divisi con lo stesso criterio, salvo una corsi a per quelli beati loro, considerati unisex.
Gli strumenti musicali no.
Sax, xilofoni e tamburi per i maschietti, insieme a pianole nere; tastiere rigorosamente con microfono, completamente rosa e flauti rosa per le femminuccie. Una tristezza.
Ora, capisco che da una certa età in poi i bambini differenzino i loro gusti anche in base al sesso e che ciò sia in parte naturale però mi pare che il condizionamento in questo ambito sia un filino eccessivo e, come sempre, penalizzi soprattutto il sesso femminile.
Ben vengano anche il ferro da stiro e i carrelli per le pulizie, perché si sa che i bambini amano ammirare i grandi, ma facciamoli rossi, verdi, blu, arcobaleno, oltre che rosa.
Non servirà a niente, già lo so, ma questo e' il motivo per cui lascio che mio figlio si compri il guscio (giacca a vento senza imbottitura, per i non pratici) fucsia, visto che è un colore che gli piace (peraltro l'alternativa era ...marrone ???!!), che giochi con i bambolotti fingendo di cullarli e dargli il biberon, che mi aiuti a passare il mocio per terra (quello finto mi rifiuto di comprarlo) e scopare le briciole, oltre a giocare con macchinine, trattori, costruzioni ecc.
L'emancipazione passa anche da questo, secondo me, e non solo per il "gentile sesso", perché anche gli uomini ed i bambini sono spesso prigionieri degli stereotipi, pur se con il bonus di godere di un mondo arcobaleno, anziché total pink!
Come possiamo sperare in una società più egualitaria se non siamo neppure capaci di offrire pari capacità di scelta sui giochi ai nostri figli?
Forse per arrivare ad avere padri e mariti che si dividono le incombenze domestiche con le mogli e mamme e donne manager o politici che siano tali senza rinunciare a loro stesse e alla maternità, bisogna passare anche dai giochi.
Ah, il puzzle che ho comprato, dopo attenta selezione, ritrae Pippo, Topolino, Minnie e Paperina che coltivano l'orto...più neutrale di così non c'era!
E voi, cosa ne pensate?

martedì 11 marzo 2014

"Cose" belle

Il vocabolo "cose" non mi è mai piaciuto. Continuo ad associarlo al mio professore di greco, che lo segnalava in rosso che più rosso non si può e ti dava insufficiente solo per aver osato tanto, che se ti sbagliavi a pronunciarlo durante un'interrogazione si accendeva di rabbia e partiva con una filippica sull'importanza della scelta dei sostantivi e sulla nostra superficialità.
Eppure ci sono occasioni in cui mi sembra che abbia quel carattere di neutralità, quell'aurea di indefinito, che lo rende perfetto.
Questa e' una di quelle.

Di questi tempi mi aggrappo alla felicità che riesco a strappare alla vita, cerco di goderne appieno, facendo scorta per la notte, quando le preoccupazioni e i pensieri agitano il mio sonno, già messo a dura prova dall'allergia.
Come al solito, la felicità e' prima di tutto lui, il mio pulcino che diventa grande alla velocità della luce.

Siamo stati al Carnevale di Ivrea, nonostante il clima inclemente e lui, con la casacca che solo l'anno scorso gli stava addosso abbondante e ora calza quasi a pennello, e' riuscito ad addormentarsi nel rumore della gente, del corteo, della battaglia.
Ha tirato un paio di arance allo zio sul carro, raccolto caramelle che ha voluto conservare "per dopo a casa", guardato i cavalli con la solita ammirazione, osservato tutto il resto senza alcuna paura ma con seria imperscrutabilità.



















Siamo stati ad un altro carnevale, godendoci il sole, i colori, l'allegria, i carri ed i coriandoli...no quelli no, infatti il nano ha tenuto il cappello di lana per proteggersi i capelli dai fiocchi di carta e, anche questa volta, e' riuscito a schiacciare un pisolino nonostante la musica e la folla.












Per la festa della donna mi sono regalata da sola le primule, che adoro e che risvegliano in me tanti ricordi.


Domenica, invece, abbiamo giocato sulla neve, consumando un pic nic al sole.
Siamo scesi come dei pazzi sul bob, io e il mio piccolino stretti stretti, tra tante risate e qualche capitombolo.

E poi ci sono le prime fioriture, che oltre all'eczema e agli occhi rossi, regalano gioia e speranza.

E le mie orchidee, sbocciate in tutto il loro splendore.

E scusate se e' poco.