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giovedì 9 luglio 2015

La fiera equestre di luglio

A San Savino ad Ivrea si svolge ogni anno una importante fiera equestre, la processione del Santo Patrono e arrivano le giostre.

Ogni anno, o quasi, da quando ho ricordi, i miei genitori mi hanno sempre portato in fiera, la domenica, a vedere i cavalli e le macchine agricole, dai trattori ai tosaerba.

A mio padre piaceva alzarsi presto e girare quando ancora era fresco e c'era meno gente, mia madre ha sempre preferito un po' più tardi, verso l'ora di pranzo, in pieno svolgimento del mercato concomitante per le vie e piazze della città.


 

Sempre la mamma, ci portava anche alle giostre, il pomeriggio. Le scuole erano finite da un paio di settimane, la fabbrica più importante della città chiudeva e molti compagni di scuola ancora non erano partiti per le ferie. Io, poi, mi sentivo sempre grande perché il mio compleanno era passato da poco

Così, ci si poteva ritrovare e andare sugli autoscontri, la casa dei misteri, la giostrina volante e, quando sono cresciuta, il tappeto magico e lo scivolo altissimo, quello con i tappetini.

Ricordo mio fratello più piccolo, che adorava lo scivolo e ogni anno tornava a casa con uno o più pesciolini rossi "pescati" alle giostre e la gioia di quella che era una forma di divertimento rara e affatto scontata.

E poi, la sera della domenica, c'erano anche i fuochi di artificio.

Così, nel tempo, per me San Savino e' diventata una tradizione.

Hanno aggiunto la sfilata delle carrozze d'epoca il venerdì sera, molto suggestiva (o forse c'era già ma io non la ricordo da bambina), spostato cavalli, stalle e mercato da una via all'altra, cercando sempre nuove soluzioni logistiche (quando la migliore rimane quella originale), le giostre sembrano quasi insignificanti rispetto a quelle dei grandi parchi divertimento di adesso, eppure ogni anno i bimbi presenti alla fiera sono tantissimi e anche io non ho perso il gusto di andarci, soprattutto per mostrare al mio ricciolino biondo cavalli e trattori!!!

Il ricciolino biondo aveva così paura di avvicinare la mano alla bocca del cavallo che praticamente le carote le tirava e si muoveva a scatti, facendo così innervosire gli animali!

Non so quanto questa fiera durerà ancora, considerato che il modo di vita contadino tradizionale non esiste più e anche il commercio e' completamente cambiato, tanto che ogni anno i cavalli in mostra sono sempre più solo quelli dei maneggi per la pratica dell'equitazione come sport e l'animale ha perso la sua utilità pratica.

Anche io per un certo periodo ho fatto equitazione con mio fratello maggiore, poi, a causa della sua allergia e dei costi, abbiamo lasciato perdere. Non mi dispiaceva ma neppure mi entusiasmava, forse perché si stava sempre nel recinto. In compenso, però, i maneggi della zona sono bellissimi, immersi nel verde del Canavese, come quello che frequentavo io, e ho sempre amato guardare l'eleganza e la grazia possente dei cavalli.

Alcuni dicono che siano animali non molto intelligenti, però a me i loro occhi sembrano dimostrare il contrario.

Finché ci sarà, però, cercherò di godermela!

 

 

 

E dalle vostre parti, c'è qualcosa di simile? Vi piacciono i cavalli?

lunedì 6 luglio 2015

L'estate che sa di cloro, lago, gelati e pedalò.

Estate è...

...il lago Sirio, con i suoi pedalò, barche a remi e kayak, i tuffi in piscina e le merende alla "casetta", tra un gelato ed una pizzetta da bambini, un caffè o un aperitivo da adolescenti.

Oggi, da madre, rivivo tutto con gli occhi di mio figlio.
La piscina per i bambini, in cui ora ho solo più il permesso di mettere i piedi ...




 la sabbiera...
i giochi...


i pedalò

..persino le sdraio...
tutto è cambiato nel corso degli anni,

però il paesaggio...



 ed il sapore di risate, di sudore, di cloro e di acqua dolce,
la gioia di sentirsi liberi,
il bello di stare in costume,
la voglia di sguazzare,
i richiami continui dei genitori,
quel non voler perdere neppure un minuto di gioco,
i compagni di gioco di pochi giorni,
che poi ritrovi puntuali l'anno successivo,
la doccia a fine giornata, sempre gelata perchè l'acqua calda è gia finita,
le barche ed i pedalò che se non li aspetti con pazienza,
son fuori e non riesci ad acchiaparne uno,
e quello del colore diverso, o più nuovo, 
che è sempre il migliore, il più conteso,
le minacce e le lusinghe delle mamme, 
gli strilli dei bambini
quando è ora di uscire dall'acqua,
ed è sempre troppo presto, troppo caldo, ancora un minuto,
 la macchina rovente e soffocante che ti aspetta sotto il sole,
i temporali improvvisi e le zanzare,
i "non camminare scalza/o che se pesti un ape..",
"..hai mangiato? Devi aspettare prima di fare il bagno..",
i costumi da risciacquare e gli asciugamani da lavare,
gli spogliatoi dove fai la sauna, 
ed esci più sudato di quando sei entrato nella doccia,
i divieti, 
che fino a 14 anni in barca da solo non si può,
ma i kayak invece sì,
e dal pedalò tuffarsi proprio no, 
e attenzione allo scivolo che è pericosolo,
e non correre che scivoli e cadi malamente,

tutto questo non cambia mai ed ha il sapore dell'estate-
Solo che, ora sono io a vestire i panni del genitore.


E un pò sono contenta, un pò mi prende la malinconia.

E allora remo sulla mia barchetta, mentre il ricciolino biondo fa da navigatore,
dopo che l'Alpmarito mi ha aiutato a uscire dall'imbarcadero,
perchè remare mi piace, le manovre invece...!


E ringrazio di essere eporediese.



 

lunedì 15 giugno 2015

Un'altra prima volta

La vita di una madre e' un susseguirsi di emozionanti prime volte: il suo primo pianto, la prima poppata, il primo bagnetto, il primo taglio di capelli, la prima pappina, il primo dentino, il primo giorno di nido, la prima notte dai nonni, il primo passo, la prima gita scolastica e....la prima gara.

Ieri, il mio ricciolino biondo ha partecipato alla sua prima competizione.

In realtà, si trattava di una bicicletta di 12 km nella mia cittadina, organizzata per tutti i bimbi nel programma degli Eporedia Active Days, che ogni anno fanno conoscere sport come arrampicata, immersione, canottaggio, Running, strett Boulder, parkour, slaklining, orienteering, Mountain bike, quali eventi collaterali a importanti gare di kayak, disciplina da sempre molto praticata nella zona.

Io ho pensato di iscriverlo comunque perché adora andare in bici ed al passaggio del giro di Italia aveva insisto a domandare quando avrebbe potuto partecipare anche lui.

Il nostro ometto ha vissuto l'evento come una vera e propria gara "di resistenza", in cui per vincere la medaglia bisognava arrivare alla fine e lui...e' arrivato!

Con lo zainetto con il suo nome e la maglietta più piccola che c'era, taglia 9/11 anni, con la borra certa da bici dei Barbapapa', il succo di frutto e i biscottini dentro lo zainetto (il bel "pacco gara" che gli hanno dato), oltre al suo peluche ed ai fazzoletti che si è aggiunto da solo, sempre addosso.


È stato il più piccolino a raggiungere il traguardo senza fermarsi subito con i "piccoli" e, anche se ad un certo punto abbiamo dovuto abbandonare il gruppo ed accorciare il percorso, ha pur sempre pedalato convinto per 9 km, incoraggiandosi da solo e con soste per acqua e succo di frutta !!!

E meno male, perché io stavo morendo! Io e l'Alpmarito, infatti, pensavamo che avrebbe avuto più difficoltà e quindi abbiamo pensato di seguirlo di corsa, per poterlo spingere o prendere a spalle all'occorrenza. Invece lui ci ha fatto viaggiare ad una media di 6:48 /km, stroncandomi con i primi tre chilometri a 4:55/ km!!!

Il tutto, ovviamente, con una umidità al 98% ed un caldo afoso. Mia madre, più furba, ci ha accompagnato in bici.

L'ultimo chilometro il mio ometto, orami stravolto, ha ancora accellerato per arrivare e ci ha fatto ridere esclamando, mentre pedalava: "E' stato complicato, vero?" "Una gara luuuungaaa!"

Quando siamo arrivati, gli altri bimbi stavano già facendo merenda ma a lui non è importato, era fiero e felice di avercela fatta e si è messo in coda diligente per la sua medaglia, serio e soddisfatto

A casa, ha mostrato la sua medaglia alle nonne, alla nonna bis ed al nonno e continuato a ripetere che vuole fare presto un'altra gara!

 

Il pomeriggio, divorato un piattone di pasta e smaltita l'adrenalina, e' crollato per due ore, ancora con il suo braccialettino rosa indosso.

Questo dovrebbe sempre essere lo sport: un'occasione di crescita, per stare insieme, mettersi alla prova, muoversi e...divertirsi!!!

 

mercoledì 18 febbraio 2015

Il "mio" Carnevale, quello degli eporediesi.

I quattro giorni appena trascorsi sono stati all'insegna del Carnevale.
Dopo giovedi' grasso ed il minicarnevale storico del mio biondino e della sua scuola materna, è stato un susseguirsi di momenti intensi, divisi tra il paese dell'Alpmarito e la mia cittadina.
Domenica e lunedi' sono stati dedicati ad Ivrea ed alla battaglia delle arance.


Il Borghetto, rione dei Tuchini, pronto per la battaglia dei "corvi neri"!

Il carnevale di Ivrea è difficile da descrivere, suscita ogni anno sterili polemiche e cori di protesta in chi non lo conosce e non lo vive e parla di sprechi (in realtà inesistenti).
Nello stesso tempo, agli eporediesi e a chi vuole davvero cercare di capirlo, almeno un po', regala emozioni irripetibili, gioia, allegria, sfogo, colori, odori e impressioni.
Regala un'esperienza di aggregazione, di socialità e di festa senza eguali.
Difficile spiegarlo a parole, sarebbe come spiegare il parto a chi non è ancora madre, la musica a chi non ha mai ascoltato nè suonato.

Per questo è stato bello, quest'anno, portare un'amica blogger e suo marito a viverne un pezzettino (QUI trovate il suo racconto).
Solo un pezzettino, perchè il carnevale di Ivrea è talmente ricco di momenti storici, riti e battaglia che bisognerebbe passare 7 giorni in città per vedere tutto, provare tutto cio' che offre.
E non basterebbe.
I preparativi e le prime cerimonie iniziano all'epifania ed il fermento delle squadre di arancieri non si esaurisce in pochi giorni, dura un po' tutto l'anno, come il fuoco cova sotto le ceneri, come la nostra voglia di fare festa, per esplodere poi nella battaglia, a partire da domenica.
 


I miei tuchini, piccolo e grande, si avviano per andare a tirare!

Perchè Ivrea è il suo Carnevale.
Perchè per apprezzarlo bisogna viverlo in prima persona, possibilmente fin da bambini ed, in ogni caso, sentendosi a casa propria.


Borghetto in battaglia contro i carri da getto, che rappresentano i feudatari contro cui il popolo si ribella!







E questo: bandiere, cavalli e colori.














Il suo simbolo è Violetta, la figlia del mugnaio che ha liberato Ivrea dal tiranno, Ranieri di Biandrate, ed il berretto frigio (non un cappello rosso qualunque o una strisciolina rossa che non significa niente!!), che il proclama del Generale ordina di indossare da giovedi' a martedi' sera e senza il quale non è prudente attraversare le piazze del tiro.
Tiene anche caldo, il che non guasta a febbraio!


Le sue radici, affondano nella storia, come le sue tradizioni, e spaziano dall'anno 1000 all'ottocento, con qualche modifica dopo la sconda guerra mondiale (come l'introduzione delle prime squadre di arancieri a terra). 





Ed anche i piccoli possono tirare in sicurezza, ai carri ed ai canestri improvvisati!! (p.s. L'unica parte dle corpo da proteggere sempre, grandi e bambini, sono gli occhi: il resto non patisce!)






 E vi assicuro che il tiro di alcuni bimbi è moooolto potente (e pure un po' fuori mira!!), mentre dal carro si lancia con dolcezza, per non fare male ai piccoli arancieri.


In casa nostra, poi, non manca neppure la goliardia!

Perchè non è mai troppo presto per pensare all'istruzione ed alla università, vero?



Come sempre, quando tutto finisce, rimane l'odore di arancia, la melma per le strade e sui vestiti, le braccia che fanno male e si fatica un po' ad alzare, la stanchezza, qualche livido e tanta tanta soddisfazione mista a tristezza.

Perchè ora, con  nostalgia, non resta che aspettare il prossimo anno, tornando al lavoro, tra scrivania, telefoni, divise e scarpe da lavare (il lato negativo del nostro carnevale), lavatrici arretrate da recuperare, raffreddori, vacanze d'inverno (le scuole in basse Valle d'Aosta sono chiuse fino a lunedi' prossimo) e "incastri nonni".

Quante a te, cara amica, che so che mi leggi: non crucciarti, il prossimo Carnevale arrivera' in un lampo e tu sarai ancora piu' carica del solito e pronta a dar battaglia...magari davvero sul carro!!! (E io sotto a cercare l'occhio nero!!!)

"Arved'ze a giobia n'bot"