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lunedì 20 giugno 2016

Di manifestazioni sportive e momenti di svago collettivo

E' periodo di europei di calcio e sono tantissimi gli italiani che si ritrovano davanti ad una tv per seguire le partite.
Noi non siamo tra loro, anche se quando l'Italia gioca in orari serali o in cui comunque si è a riposo, non disdegnamo di guardare e tifare.

Alla nostra famiglia, tuttavia, lo sport piace praticarlo, più che guardarlo.
Così, sono poche le occasioni che ci lasciamo sfuggire.

La scorsa domenica, ad esempio, abbiamo partecipato ad una manifestazione che ormai da anni nella mia città riscuote un discreto successo: gli Eporedia Active Days.

L'Alpmarito è un pò orso, non ama le competizioni e le manifestazioni di gruppo, preferisce fare sport da solo o con noi o con qualche amico.
Io, invece, penso che a volte stare insieme sia trascinante, trasmetta entusiasmo e sia anche istruttivo per il ricciolino.
Così domenica lo abbiamo portato alla Junior Bike: un anello di 12 km in bici, bambini fino ai 14 anni, accompagnatori dello staff e, in coda, i genitori dei più piccoli.
Una folla di ciclisti colorata e festosa, che ha attraversato la città ed i suoi dintorni, fermandosi anche a fare merenda a metà strada.



Rispetto allo scorso anno, l'organizzazione è stata migliore, la sosta "spuntino" ha permesso di ricompattare il gruppo di piccoli ciclisti ed il ricciolino biondo, essendo più grande e con una bici con ruote dal raggio maggiore, è riuscito a stare con gli altri bambini dall'inizio alla fine, completando tutto il percorso!

 
Era il più piccolo della compagnia e, a fine anello, ha spiegato ad una delle donne dello staff di essere stanchissimo ma di non voler mollare mai.
Devo dire che questa determinazione è una delle caratteristiche che più ammiro in mio figlio.

Tutti i bimbi si sono meritati la loro medaglia, orgogliosi e felici!



Per me è stato bellissimo non solo accompagnarlo nella sua "avventura" ma anche vedere tantissimi bambini pronti a pedalare insieme e tante famiglie sfruttare l'occasione per fare sport in compagnia e far provare a ragazzi e piccoli attività un pò meno comuni dei classici giochi con la palla, come la canoa, la subacquea, l'arrampicata sportiva, i percorsi in mountain bike e il parkour.






Il tutto senza farsi fermare neppure dalla pioggia, che nel pomeriggio ha "bagnato" una manifestazione di per sè già non asciutta!!!

Tornando a casa, io e l'Alpmarito abbiamo però riflettuto sulla constatazione che, nonostante il successo che riscuotono sempre questi "appuntamenti sportivi", così come le gare di corsa e le giornate di sport "a porte aperte", l'obesità, in adulti e bambini, sembra essere sempre più in aumento (almeno stando alle statistiche), con tutti i rischi per la salute che ne derivano (ed i costi per il SSN).

Sembra che i genitori, forse perchè consapevoli dell'importanza dello sport, si sforzino nella prima infanzia di assecondare l'esigenza naturale dei bambini di muoversi, iscrivendoli a vari corsi sportivi, compatibilmente con i propri ritmi e luoghi di vita, e portandoli spesso al parco piuttosto che in bici o a passeggiare.
Poi, però, con all'avvento dell' adolescenza e il progredire del percorso scolastico, l'attenzione per lo sport sembra venire meno.

A volte sono i genitori a "frenare" l'attività sportiva, perchè non tolga spazio allo studio, incentivati in questo dagli insegnanti che, ahimè, in larga parte, per quella che è la mia esperienza, sembrano non conoscere il saggio brocardo "mens sana in corpore sano" ed ignorare la valenza, formativa del carattere ,della pratica sportiva (oltre ai benefici in termine di salute).
Come se conoscere una terza lingua o saper suonare uno strumento musicale sia molto più importante e utile nella vita che saper andare in bicicletta o nuotare, anichè essere abilità o conoscenze di pari livello.
Altre volte mi pare subentri la pigrizia e non solo da parte dei ragazzi, bensì anche dei genitori.
Perchè è difficile insegnare ai propri figli a muoversi se non si da in prima persona l'esempio, accettando di faticare un pò.

Secondo me, sia le istituzioni che tutti noi genitori dovremmo cambiare mentalità e chiedere a gran voce spazi a misura di sport, come piste ciclabili, parchi e palestre comunali, nonchè una maggiore attenzione all'educazione fisica nelle scuole.

Senza diventare dei fanatici del fitness, ovviamente!

E voi, cosa ne pensate? Partecipate a manifestazioni come gli Eporedia Active Days, quando li organizzano dalle vostre parti? Secondo voi perchè si tende a perdere, con l'età, la voglia di muoversi dei bambini?


giovedì 11 febbraio 2016

Carnevale di Ivrea 2016

Essere eporediese significa vivere il Carnevale.
Alcuni (pochi) lo detestano, la maggioranza lo ama e lo attende un anno intero.
Tutti,  alla fine, comunque lo vivono.
Perchè è l'evento dell'anno, che sconvolge la città, la trasforma, blocca traffico e attività, trasfigura e sovverte i ruoli.

Quest'anno, per me, è stato ancora più bello e coinvolgente, perchè alle emozioni che mi trasmette da sempre, si è aggiunta quella di conoscere la Mugnaia, il personaggio femminile principale, l'eroina della città per i giorni di festa, nonchè il Toniotto, ossia il marito della Mugnaia, un amico d'infanzia, e una delle damine della Mugnaia, niente meno che parente.


Non ho potuto vivere il Carnevale momento per momento, come avrei voluto, perchè la presenza del Petit Prince e la necessità di far divertire anche lui e farlo stare anche con i suoi amici di scuola ci hanno costretto a saltellare tra i due Carnevali, però me la sono goduta.

C'e' stata la sera della presentazione della Mugnaia (il cui nome rimane segreto tranne che agli invitati alla presentazione e alla cerchia dei familiari, che lo vengono a sapere con un minimo di anticipo), a cui ho partecipato da vicino per la prima volta.
Solennità, commozione, cerimoniale, eleganza e allegria, insieme.


C'è stato l'orgoglio per la spendida damina..




La piazza gremita, la distesa di cappelli frigi, l'emozione negli occhi della prescelta e degli amici e conoscenti.



L'uscita sul balcone e l'acclamazione degli eporediesi.


L'inizio della sfilata del corteo storico e delle squadre degli arancieri...


 una Mugnaia ed un Toniotto 2016 che migliori di così, non avrebbero potuto essere.

E naturalmente, la battaglia, anche sotto la pioggia battente della domenica e del martedì.
Perchè a Carnevale, gli arancieri, i pifferi e tamburi, il corteo storico, il pubblico: non li ferma niente e nessuno.




Il "mio" Borghetto addobbato a festa, ogni anno in modo diverso e originale ma sempre di rosso e verde vestito.








Le arance pronte, per grandi e piccini..



Il mio piccolo Tuchino impegnato a "ricaricare", tirare e, naturalmente, rifocillarsi!




E anche io, quando lui è tornato a casa con la nonna, vinto dalla stanchezza e stufo di prendere arance addosso, in piazza, a sfogarmi.


Perchè tirare le arance, essere lì, con la tua divisa, tra la gente della tua squadra, uniti dalla voglia  comune di dare battaglia e contemporaneamente fare festa, pronti a tirare con forza, passione, impegno, durezza, precisione, ma senza rabbia, senza cattiveria, è quasi catartico.
Ti prende, ti cattura, ti fa dimenticare la quotidianità, anche i lividi che a volte ti porti a casa.
Ti lascia solo la voglia.
La voglia di esserci l'anno successivo,
quella voglia che si accende nel cuore al primo suono di pifferi e tamburi, nella fredda giornata dell'Epifania, 
quella voglia che il fuoco di tre giorni di battaglia estingue solo temporaneamente.

Perchè il Carnevale è questo, una festa di popolo in cui i ruoli cessano di essere quelli quotidiani, in cui volendo ci si può lasciare andare. 
E ritrovi in piazza i conoscenti, compagni di scuola, di sport, gli amici di sempre, quelli con cui tiravi già da bambina, poi diventati ragazzi come te e poi adulti e ora, tornati magari da luoghi lontani di lavoro e residenza apposta per la feste, nella zona del tiro dedicata ai bambini, con i loro figli, a trasmetter loro la tradizione.


Anche se nei giorni successivi, tocca lavare, strofinare e ancora lavare, divise, stivali, borse e scarpe, con quell'odore di arancia amara un pò asprigna nelle narici che rimane a lungo, sugli abiti, nelle piazze, tra le vie della città.



Anche questo, però, in fondo fa parte del gioco e della magia del Carnevale di Ivrea.


venerdì 29 gennaio 2016

Prepariamoci al Carnevale leggendo!

Il Carnevale, per me la festa più divertente ed importante dell'anno, e' ormai alle porte.
Dopo l'uscita di pifferi e tamburi dell'Epifania, dopo la prima uscita dei piccoli Abbà dei rioni, Ivrea si sta preparando alla battaglia, si montano reti, si appendono bandiere, si sparge sabbia per i cavalli.

A Pont St. Martin, il diavolo penzola dal ponte romano già dall'Epifania, alla scuola materna fervono i preparativi per il Carnevale storico dei piccoli, che coinvolgerà anche il Petit Prince, naturalmente, e il vestito in maschera per la sfilata di quest'anno è in arrivo.
E allora, anche le letture devono adeguarsi!




Giulio è un piccolo eporediese (così si chiamano abitanti di Ivrea) che ama il Carnevale e racconta con i suoi occhi di bambino l'attesa della battaglia, le emozioni vissute ed il clima della città nel lungo fine settimana carnevalesco, spiegando come tutti, a vario titolo e nei modi più diversi, partecipino attivamente a quella che è (e dovrebbe sempre rimane) a tutti gli effetti una grande festa popolare, la festa del "popolo eporediese."
Leggendolo, si può avere un assaggio dei momenti salienti del Carnevale e, soprattutto, di ciò che esso rappresenta per Ivrea.



E se state per criticare "lo spreco di arance" del carnevale di Ivrea, mordetevi la lingua ed  informativi prima di parlare, magari anche leggendo con i bambini quest'altro libro, che racconta il viaggio dei "proiettili rossi" dalla Calabria al Canavese e l'importanza del loro acquisto per l'economica dei produttori (perchè le arance vengono comprate e dagli arancieri iscritti alle varie squadre di tiro o dei carri da getto).





Se venite a visitare Ivrea, non dimenticate di visitare il suo Castello e i dintorni: il Canavese è ricco di atttrazioni, tra cui i suoi numerosi laghi e la Serra Morenica.

Soprattutto, però, nei giorni di Carnevale non dimenticate di indossa il berretto frigio. 
Quello originale, non una semplice fascia rossa o un qualunque corpicapo dello stesso colore. Non è lo stesso.






p.s. Potete trovare entrambi i libri in vendita nelle libreria di Ivrea, oppure qui.

E se ve lo state domandando, no, anche questo post non è sponsorizzato, bensì frutto della voglia di festeggiare insieme!







lunedì 17 agosto 2015

Il Castello dalle Rosse Torri e la mia città

"....Salve Piemonte! A te con melodia

mesta da lungi risonante, come

gli epici canti del tuo popol bravo,

scendono i fiumi.

Scendono pieni, rapidi, gagliardi,

come i tuoi cento battaglioni, e a valle

cercano le deste a ragione di gloria

ville e cittadi:

...

Ivrea la bella che le rossi torri

specchia sognando a la cerulea Dora

nel largo seno, fosca intorno e' l'ombra

di re Arduino"...

Ode al Piemonte, di Giosuè Carducci.

Non è onore che abbian avuto tutte le cittadine, quello di essere menzionate da così insigne poeta.

Ivrea, l'antica Eporedia, di origine romana e fondata nel 100 a.c., si'.

Ed in effetti, benché non sia nota come meta turistica, ma solo come città della Olivetti e della Battaglia delle Aarance, ha molto altro da offrire, come tutto il verdissimo Canavese.

Ci si può specchiare nei laghi che circondano la città, numerosi e ameni, tra cui il Lago Sirio, il più grande del gruppo dei cinque laghi.

Passeggiare sul Lungo Dora, estate ed inverno.

Si possono ammirare le sue piazze principali, Piazza Ottinetti, tutta in porticato (qui durante la serata delle bande musicali, a Carnevale) e quella che tutti gli eporediesi chiamano "Piazza di Città" o "Pizza del Municipio" ma in realtà ha un nome (anzi due) molto più altisonante (nella foto, sempre a Carnevale, con la neve).

Notare lo scorpione, simbolo di una delle squadre degli aranciere, gli Arduini, ma anche della città, visto che c'è ne erano tantissimi.
 

E poi c'è "il Borghetto", con il suo "ponte vecchio", il borgo antico della città, dove tirano le arance i Tuchini, la mia squadra.

Come non menzionare la Serra Morenica, il rilievo morenico di origine glaciale, risalente al quaternario, che è la formazione di questo tipo più lunga d'Europa (circa 20 km)?

Foto tratta da Wikipedia

È ancora, la torre di Santo Stefano, in origine campanile dell'omonima abbazia benedettina del XI secolo, nel centro del paese,


Le vie principali, pedonali e non, rigorosamente a cubetti, i resti dell'anfiteatro romano ed il Duomo, sorto nel IV secondo lo sui resti di un antico tempio pagano.

nelle vicinanze del Duomo, il Castello dalle Rossi Torri, voluto da Amedeo VI di Savoia, il Conte Verde, nel 1385.

Domenica scorsa, vi abbiamo portato il nano, che ogni volta che ci passavamo sotto in auto, ormai da un anno a questa parte, immancabilmente ce lo chiedeva!

Purtroppo è privo di arredi, perché dal XVIII al 1970 e' stato adibito a prigione. Mia madre, che frequentava il collegio delle suore di fronte ad esso, d'altro lato della piazza, lo ricorda bene.

Si può visitare solo un'ala, al piano terra, osservando celle e cunicoli, tuttavia la visita e' suggestiva, perché i volontari che fanno da guida sono preparati e nei pannelli esplicativi inseriti nelle stanze si possono leggere notizie curiose ed interessanti, oltre a vedere una curata riproduzione in legno del castello stesso.

Il nostro ricciolino biondo, ne è stato entusiasta e, anche se sembrava non ascoltasse, a fine visita mi ha prontamente fatto notare che la torre che stavo guardando era quella maestra distrutta dall'esplosione indotta nella stessa (dove erano conservate le munizioni) da un fulmine, nel giugno 1676. Le fonti parlavano di un numero dai 59 agli 80 morti e di oltre cento case danneggiate. Quindi, stava ascoltando eccome!

La tenuta "originale" del biondino e' solo opera sua, tengo a precisarlo!

A dire il vero non era la sua prima visita, poiché ero andata con l'Alpmarito, dopo tantissimi anni di chiusura al pubblico, quando il nano era appena nato e in braccio al suo papà (l'interno non è accessibile con il passeggino ma si visita in poco tempo, quindi non è impossibile tenere i bimbi in braccio o, meglio ancora, in fascia) e, siccome era una giornata di apertura eccezionale, per le giornate del FAI del primavera, ci avevano consentito l'accesso a più locali di quelli solitamente visibili.

Comunque, è stata una bella occasione culturale, per ricordare, far conoscere al mio ricciolino un pezzo delle nostre radici e accorgersi del bello che c'è intorno a noi.

P.s. Il castello e' visitabile la domenica pomeriggio dal 1 maggio a metà ottobre, oltre al 1 maggio e 15 agosto, dalle 15,00 alle 18,30 o, su prenotazione, in gruppi. Qui le info.