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martedì 20 marzo 2018

Le letture del ricciolino biondo: "I miei numeri magici"

Post sponsorizzato
Il ricciolino ha iniziato quest’anno la scuola primaria, mostrando una particolare predilezione per la matematica.
Non sappiamo se il motivo sia un colpo di fulmine con i numeri o, semplicemente, il fatto che sia la materia in cui lo fanno colorare meno, attività che lui detesta!
In ogni caso, al momento i compiti di matematica sono quelli che svolge più volentieri.
Inoltre, sta imparando a leggere le date e le ore, immergendosi nella magia dei numeri (e nella tirannia del tempo!)

Il libro illustrato “I miei numeri magici”  di The Story Tailors”, un’azienda spagnola che si occupa di libri personalizzati per bambini, è  stato dunque un regalo perfetto per lui. 




Si tratta di un albo personalizzato, nel quale inserire come protagonista un personaggio con caratteristiche fisiche simili a quelli del bimbo o della bimba destinatari (una combinazione di colore di occhi e capelli e sesso) ed al quale dare lo stesso nome.

I numeri magici narrati nel libro sono quelli di una data, scelta da chi personalizza il libro, che sia speciale per il piccolo protagonista.
Può trattarsi della data di nascita, ma anche del giorno della nascita di fratellini/ sorelline, dell’onomastico, del battesimo ecc.





Scelta la data e, volendo, inserita una bella dedica, il libro è pronto: il protagonista parte all’avventura, facendo tanti incontri con altrettanti animali o amici, legati ciascuno ad un numero.
Scopre così, cammin facendo, il significato dei suoi “numeri magici”.

Le illustrazioni sono allegre e molto colorate, il lessico abbastanza ricercato, le avventure hanno tutte una morale, le ambientazioni varie ed i personaggi sono simpatici ed il libro, in formato A4 orizzontale, è disponibile sia con copertina morbida che rigida, ha 58 pagine spesse (viene utilizzata carta ecologica da170 gr. ) lucide, piacevoli al tatto.

Al ricciolino, che inizia ora a leggere in stampatello minuscolo, è piaciuto moltissimo.


Come avrete visto dalle foto, io questa volta ho scelto la versione in lingua francese, apprezzando questa possibilità per favorire il bilinguismo del ricciolino.
Le altre lingue disponibili sono l’italiano, l’inglese (USA e GB), lo spagnolo, il catalano, il tedesco ed il giapponese.
La consegna è stata rapida (con DHL) e puntuale e, soprattutto, è stata altrettanto semplice e veloce la creazione del libro.



È stato infatti sufficiente andare al sito internet www.imieinumerimagici.it  , inserire nome e data prescelta, scegliere tra le alternative le fattezze del protagonista e..voila', l'anteprima da sfogliare era pronta!
A mio parere, il libro (prezzo base, Euro 26,90) è consigliato per i bambini dai 4/5 anni, che già conoscono i numeri e apprezzano storie un po’ più lunghe e complesse di quelle dei primi libretti.







P.s. Se invece, anziché sui numeri, preferite puntare sulle lettere, rileggete questo mio post sul libro personalizzato “La magia del mio nome” (per Pasqua, con uno sconto speciale del 30 % con il codice EAS30, valido fino al 23.03.2018 incluso).

venerdì 2 marzo 2018

Le letture del ricciolino biondo: tra draghi gelosi, piccoli cavalieri e fiabe classiche per prime letture autonome

Le letture del ricciolino biondo: tra draghi gelosi, piccoli cavalieri e fiabe classiche per prime letture autonome


Il ricciolino quest’anno ha imparato a leggere autonomamente in stampatello maiuscolo.
Inciampa ancora e la sua lettura è incerta ma, grazie ad una simpatica raccolta di fiabe ed ai libri della Pimpa, da qualche giorno ogni sera è lui stesso ad abbandonare i cartoni per leggere, a me ed ai suoi fratellini, nel lettone, qualche pagina ad alta voce, acquistando così via via maggior sicurezza.
La raccolta in questione è:

 “Io leggo da solo. Le fiabe per primi lettori”, ed. DeAgostini, 2017



Ci è stato regalato a Natale da un'amica insegnante di lettere al liceo, che ha una nipotina poco più grande del ricciolino ed ha colto nel segno.
Le illustrazioni sono vivaci ed espressive, le fiabe classiche, anche se con qualche variazione, sono sintetizzate per non risultare troppo lunghe e scritte, con pagine non troppo piene, in stampatello maiuscolo con caratteri grandi, così da facilitare le prime letture, non annoiare e non far perdere il filo del racconto ai bambini, pur restando complete e non eccessivamente brevi.
Il formato è maneggevole.


La raccolta, che comprende  sei fiabe ( I tre porcellini, La regina delle Nevi, Pinocchio, Cenerentola, Cappuccetto Rosso ed Hansel e Gretel), consente di accedere, scaricando gratuitamente l’apposita App (su App Store e Google Play), agli audiolibro di ciascuna storia e ad alcuni giochini per tablet relativi alle storie, dal riordino delle sequenze, al memory, ad una specie di flipper ecc. E’ inoltre possibile registrare la propria voce che legge la fiaba, per poi farla ascoltare al bambino (o registrare il piccolo lettore).
Insomma, un completamento tecnologico carino che può stimolare la lettura e divertire per qualche minuto (mio figlio non regge molto davanti ad uno schermo, a meno che non si tratti di cartoni!)


Naturalmente, terminata la lettura autonoma, è l’ora di quella della buonanotte di Mamma o papà.


In questo periodo, il ricciolino ama molto le storie di Federico Della Bretella Depantalon, un piccolo e simpatico nobile vissuto nel Medioevo, appartenente ad una famiglia poverissima ma felice, alle prese con avventure che richiedono molto coraggio: una notte nella foresta, a caccia con papà e accerchiati dai lupi, il brigante strappabraccia che ha rapito mamma e sorellina, un torneo di giovani cavalieri e la scuola dell’abbazia, dove si nasconde un segreto. 
Soprattutto, però, Federico deve confrontarsi con Martino, l’antipatico e spocchioso figlio del ricco duca, che gliene combina delle belle e lo prende in giro, chiamandolo con i nomi più strani.
Federico, però, è sveglio è bravissimo a maneggiare il suo spadino di legno e alla fine, trionfa sempre.




Quattro libriccini:
Il segreto dell’abbazia”, 
“La notte dei lupi”, 
“Il torneo di Tristelandia”, 
“Il brigante Strappabraccia”, 
 di Dodier Dufresne e illustrati da Didier Balicevic, Lapis edizioni, di 45 pagine ciascuno, 
proprio carini, da leggere in una sera o due, con un lessico ricercato, arricchiti  un piccolo glossario ed un mini quiz al fondo, per “testare” l’attenzione dei giovani lettori e apprendere nuovi vocaboli.
Consigliato, dai sei anni, a piccoli/e cavalieri/cavallerizze coraggiosi/e!


Restando in tema “cavalieri”, un albo illustrato della casa editrice Babalibri, 2008,

“La principessa, il drago e il prode cavaliere” di Geoffroy De Pennart

Protagonista del racconto è il drago Giorgio, da sempre al servizio della principessa Maria, maestra elementare, e della sua famiglia.
Giorgio è contento del suo ruolo e, quando alla scuola fa improvvisamente capolino un cavaliere, Giulio, farà di tutto per allontanarlo dalla sua principessa.
Peccato che il cavaliere sia davvero coraggioso e, più viene lasciato nei pasticci, più dia prova di grande valore, facendo innamorare Maria!
A Giorgio, non resterà che battere in ritirata, restando a vegliare sulla principessa brontolando.
Dello stesso autore e casa editrice, esiste anche “Giorgio, il drago geloso”, altrettanto simpatico, se non addirittura di più!
Maria sta per sposare il cavaliere Giulio che Giorgio proprio non sopporta, decidendo di scappare dal castello.

Diventerà un attore di film di successo ma si accorgerà, anche, di quanto poco importi di lui ai produttori e di quanto, invece, manchi alla principessa Maria ed al prode Giulio.
Così, alla fine, farà ritorno a casa, dalla nuova coppia.
Due storie insolite, con protagonisti lontani dagli stereotipi e pieni di sentimenti, postivi e negativi, ed efficaci illustrazioni.


Con questo post partecipo al “Venerdì del libro” di HomeMadeMamma.

mercoledì 14 febbraio 2018

I libri del 2017 secondo me

I libri del 2017: la mia classifica


L’anno appena trascorso mi ha vista tenere meticolosamente conto di tutti i libri letti.
Non pochi, considerando che è stato l’anno di una gravidanza non semplicissima, dei primi mesi di vita dei miei gemellini e del trasloco: 
50 tondi tondi
senza contare le letture per l’infanzia gustate insieme al ricciolino “a puntate”, sera dopo sera (come “Matilde” e “La fabbrica di cioccolato” di Roald Dahl, una  versione per bambini dell’Odissea ecc.).
Soprattutto romanzi, di vario genere, 4 “manuali” (“Urlare non serve a nulla”, “Il magico potere del riordino”, “Il metodo danese per crescere bambini felici” e “Io mi svezzo da solo”), di dubbia utilità (tanti spunti, qualche nozione utile, molto buonsenso o banalità, qualche assurdità), 7 letture “mammesche”, tra cui un fumetto francese e 2 saggi.

Di alcuni romanzi, leggendo il titolo, fatico ad evocare la trama, pur ricordando le impressioni che avevano suscitato in me ed il piacere della lettura.
Altri, invece, mi sono rimasti davvero impressi favorevolmente.

Tra questi:
  • Il premio “trama più divertente ed originale” è da dividersi equamente tra due dei tre libri di John Niven (“Le solite sospette” e “A volte ritorno”) e “L’analfabeta che sapeva contare” di Jonas Jonassen;
  • A volte ritorno” vince però senza dubbio il premio “romanzo più dissacrante”;
  • Il riconoscimento "autore più pazzo" va ad Alex Honnold, con il suo "Nel vuoto. Solo in parete". Devo ancora parlarne nel blog ma vi basti sapere che è un free climber, ovvero un fortissimo scalatore che ha realizzato delle salite difficilissime slegato;
  • il premio “interesse storico” lo assegno a pari merito a “L’invenzione delle ali” di S.M.Kidd ed “Il Giudice delle donne”, sulla lotta alla discriminazione razziale in America, il primo, ed il riconoscimento del diritto al voto alle donne in Italia, il secondo;
  • "Miglior thriller" a "Finché sarò tua figlia" di Elizabeth Little;
  • il premio “nostalgia e commozione portami via” a “Le otto montagne” di Paolo Cognetti, che mi è piaciuto al di là della retorica e dell’eccesso di stereotipi che pure vi ho trovato e “L’ultima settimana di settembre” di Lorenzo Licalzi, seguito a ruta da Lorenzo Marone con “La tentazione di essere felici”;
  • coppa “romanzo classico da non perdere” a “Il bar delle grandi speranze” di J.R. Moehringer;
  • il riconoscimento “in apparenza banale ed invece profondo” a “Qualcosa” di Chiara Gamberale;
  • medaglia “libri sulla maternità”  a “Pensieri rotondi” di Maddalena Capra Lebout. Non un romanzo ma una raccolta di pensieri in cui immedesimarsi, con cui riflettere e commuoversi;
  • tra i libri “leggeri eppure che meritano” vincono “Come fu che Babbo Natale sposo’ la Befana”  di Andrea Vitali e “Un chien de saison” di Maurice Denuzere;
  • "medaglia all'ottimismo" per la raccolta di esperire di vita e di successo contenute in "Cosa tiene accese le stelle" di Mario Calabresi;
  • Infine, il premio “non so in che categoria collocarlo ma vale la pena leggerlo” spetta a “L’estate fredda” del sempre magistrale Gianrico Carofiglio. 

Tra i saggi e manuali, un posto d’onore lo riservo a “Tanta gioia, nessun piacere” di Jennifer Senior, di cui non ho ancora scritto perché talmente ricco e interessante da non essere facilmente riassumibile.

Scorgendo l’elenco, mi sono accorta che sono sempre tanti i titoli che ho scelto legati alla montagna ed altri sport e/o sportivi.
Quest’anno, i migliori per me sono stati: 
-“Più veloce del vento” di Tommaso Percivale, che racconta la storia straordinaria di Alfonsina Strada, nata Morini, la prima ciclista italiana a correre il Giro nel lontano 1924, 
-“La montagna dentro” di Herve’ Barmasse, grande alpinista valdostano e atleta coraggioso,
- “L’ultimo abbraccio della montagna” di Silke Unterkircher, celebrazione di un alpinista e profondo amante della montagna che era anche un marito ed un padre, seguito da 
-“Correre o morire” di Kilian Jornet, un runner davvero fuori dal comune, non solo per i risultati raggiunti.

P.s. Di quasi tutti i libri sovra menzionati, ho parlato su questo diario virtuale in occasione del venerdì del libro: vi risparmio i numerosi link ma sappiate che, se vi interessa, potete trovare i relativi post usando il campo per la ricerca a lato pagina.

E voi, avete fatto un bilancio delle letture dello scorso anno e/o elaborato una vostra classifica di merito? Quali titoli, tra tutti i letti, mi consigliereste e perché?


venerdì 9 febbraio 2018

Le letture di Mamma Avvocato: "L'informatore", "Il libro dei Baltimore" e "Le petit grumeau illustre''"

Eccomi qui, a partecipare di nuovo all’appuntamento ideato da Home Made Mamma, “il venerdì del libro”.

Avrete mica pensato che fossi a corto di letture di cui parlare?
Se sì, vi siete sbagliati perché ne ho tantissime!

Iniziamo dai primi due libri del 2018:

L’informatore” di Jhon Grisham

Io amo i romanzi di Grisham, sia per lo stile narrativo, sempre preciso, accattivante e dal ritmo veloce, sia per i temi trattati.
Di solito si tratta di legal thriller, come in questo caso, ma l’autore si è cimentato con successo anche in altri generi romanzeschi.
L’esito per me è sempre positivo: lettura scorrevole e appassionante.
Questo titolo non fa eccezione.
Gli ingredienti della narrazione sono un giudice corrotto che fa affari con gli indiani e la malavita, due avvocati investigatori appartenenti ad un ufficio statale deputato al controllo della legalità dell’operato dei giudici (che nel sistema statunitense sono eletti, non scelti per concorso), due omicidi, un innocente nel braccio della morte, una spia e due “intermediari”, pronti a svelare un gigantesco caso di corruzione.
Un libro che sicuramente apprezzeranno gli amanti del genere.
***

Il libro dei Baltimore” di Joel Dicker, 
ed. La Nave di Teseo, 2016, pag. 587

Riconoscete l’autore? È lo stesso de “La verità sul caso Herry Quebert”, un successo editoriale che aveva diviso i lettori tra critici ed amanti e che io avevo apprezzato molto ( qui  trovate il mio post sul romanzo).
Il rischio per me, leggendo un altro titolo dello stesso scrittore, era di incorrere in una cocente delusione.
Fortunatamente, non è stato affatto così.
Anche questo romanzo, infatti, secondo me è molto riuscito.
Non quanto il primo, poiché l’io narrante è sempre uno scrittore che parla del suo romanzo, in questo caso incentrato sulla sua infanzia, che racconta con una continua alternanza di episodi presenti e passati: dunque la stessa tecnica già utilizzata nel libro precedente.

Tuttavia non ci si perde affatto e le quasi 600 pagine di questo romanzo, certamente non poche, scorrono una dopo l’altra senza annoiare mai.
Soprattutto, però, il libro è contemporaneamente la storia di una grande amicizia tra tre ragazzi e una ragazza, e la storia di due famiglie, i Goldman di Baltimore e i Goldman di Montclair, con a “capo” due fratelli.
I primi sono ricchi, vivono in un quartiere di lusso e nel lusso, hanno una casa estiva negli Hamptons e sono perfetti (professionisti di successo, gentili, generosi, buoni, belli ed eleganti), osannati dai genitori.
I secondi appartengono alla classe media e, pur vivendo bene e apparendo senza macchia, non brillano quanto i primi e perdono sempre “la sfida” agli occhi dei genitori
Marcus, il protagonista, appartiene i Goldman di Montclair e, inizialmente, ne soffre, vergognandosi a tratti della sua famiglia relativamente più povera. 
Egli non è altri che lo scrittore de “La verità sul caso Harry Quebert”.
Con questo romanzo, Marcus acquista un passato, lo si segue negli anni d’oro dell’infanzia con i due cugini di Baltimore (in realtà non entrambi consanguinei), Hillel e Woody, ed alle prese con l’amore comune a tutti e tre, Alexandra. 
Lo si ritrova adulto, scrittore di successo, e si viaggia con lui nel passato, a scoprire la storia della straordinaria amicizia dei cugini Goldman e i fatti che portarono alla “Tragedia”.
Un evento svelato solo alla fine del romanzo ma che, lo si comprende subito, ha segnato in modo indelebile la vita di tutti i Goldman, ribaltando le apparenze e, soprattutto, l’opinione che Marcus ha di se stesso e della sua famiglia.
Insomma, un romanzo che tiene incollati alle pagine, se anche a voi piacciono le saghe familiari e le storie di amicizia.

Infine, per farsi due risate, un libro a fumetti che mi ha allietato durante gli ultimi giorni dell’anno:

Le petit grumeau illustre’. Chroniques d’une apparenti e maman” di Nathalie Jamard, ed. Michel Lafon, 2009.






Una serie di vignette che si presentano da sole e che raccontano, in modo ironico e, a tratti, tragicamente vero, le piccole e grandi difficoltà delle mamme, soprattutto alle prese con il primo figlio ed i “dolori” delle primipare.

sabato 16 dicembre 2017

Le letture del ricciolino biondo: tra simpatici pirati, sostitute di Babbo Natale, mostri amanti della sporcizia, bambine geniali e ...topigli!

Il ricciolino sta crescendo e ora inizia a leggere qualche parole in stampatello.
Non abbiamo perso il gusto per le letture della buonanotte ma, ormai, accanto ai classici albi illustrati e qualche libretto "da piccoli" che continua ad adorare, il bimbo grande di casa pretende storie un po' più articolate.
Da qualche tempo, quindi, affianchiamo gli albi a letture più lunghe, divise "a puntate".
Ultimamente, le migliori sono state queste:

"Il pianeta dei topigli" di Renata Schiavo Campo, ed. Mondadori, collana "Libro per ragazzi".


Un libro un po' datato (1989), che è stata forse la mia prima lettura autonoma. E' consigliato dagli otto anni ma, se lo leggono mamma e papà, va bene anche prima.
La storia è particolarmente simpatica ed originale, ambientata in un pianeta acquistato da una coppia che, prima del trasferimento, ordina all'apposita " fabbrica" , degli animali da compagnia che creeranno non poco scompiglio, a causa delle condizioni ambientali del pianeta.
Tra l'altro, cibandosi dei buonissimi frutti - torta pasticcera che crescono spontanei nel luogo.
Chiamato a rimediare, l'aiutante inventore che sostituisce il capo in vacanza, combinerà un bel po' di pasticci, combinando specie animali tra loro senza mai chiedersi cosa ne pensino le povere bestie.
Per forutna, il capo inventore tornerà appena in tempo per rimediare, ricompensando gli sventurati proprietari del pianeta e salvando i malcapitati gatti "geneticamente modificati".

"Chi ha rubato la barba al pirata Barbagrossa? " di Bernhard Lasshan, ed. Piemme, Il battello a vapore, serie bianca, dai sei anni (malgrado purtroppo non sia in stampatello maiuscolo).




Carine le illustrazioni e diversa dalle solite questa storia di pirati bambini che ha subito attratto il ricciolino e che si può leggere sia in due sere, sia tutta d'un fiato.

"Matilde" di Roald Dahl


Ormai un classico, che non ha bisogno di presentazione!
Noi lo abbiamo letto in una collana creata in occasione del centenario dell'amore nascita dell'autore e, mentre per me è stato come ritrovare un piccolo gioiello, per il ricciolino è stato un innamoramento.
La storia gli è piaciuta tantissimo, perché si è immaginato in classe con Matilde, ha avuto paura della sadica direttrice come lei, si è dispiaciuto per la situazione famigliare della bambina e ha riso felice delle sue "vendette", soddisfatto del finale.

Infine, un romanzo di una trilogia conosciuta:
 "Inkiostrik, il mostro dello zainetto" di Ursel Sheffler, ed. Piemme, Il battello a vapore, serie azzurra, dai sette anni,



Un mostro amante della sporcizia che si nutre di inchiostro che, come "Matilde" , ci ha tenuto compagnia per diverse sere di seguito, portandoci con il suo amico vagabondo per città, campagna, circo e...prigione! Fino al successo del vagabondo come poeta ed alla sua conversione all'igiene e pulizia, non gradita dal piccolo Inkiostrik!

Visto il periodo, voi farti mancare un titolo natalizio? Certo che no!
E allora ecco:


"Mamma Natale" di Marco dI Tillo, ed. Mursia, collana "Il becco giallo"




Un libro illustrato di una serie che ho molto amato da bambina, per le vivaci illustrazioni colorate e, quando si trattava di classici, i sunti ben costruiti.
Anche questo titolo ci ha soddisfatto, con una storia divertente da leggere tutta d'un fiato: Babbo Natale ha la febbre alta proprio la sera della Vigilia ed il medico gli vieta di uscire. Come salvare il Natale? Ecco che Babbo decide di chiedere aiuto alla sorella.
Peccato che Mamma Natale viva in un'isola tropicale, odii il freddo, i vestiti pesanti e soprattutto...i camini sporchi!
Alla fine, comunque, con l'aiuto della renna Camilla e di un amico inventore, riuscirà a portare a termine con successo la sua missione e rendere felici tutti i bambini del mondo!
Con questo post partecipo, con qualche ora di ritardo, all'appuntamento del venerdì del libro di Paola.


venerdì 1 dicembre 2017

Le letture di Mamma Avvocato: "Il giudice delle donne", "Le mamme ribelli non hanno paura", Breve storia di due amiche per sempre"

Ultimamente, pur non avendo smesso di leggere, trovo difficile riuscire anche a scrivere.
Oggi rimedio, almeno in parte, parlandovi di tre romanzi.

“Il giudice delle donne” di Maria Rosa Cutrufelli,
Ed. Frassinelli, pag. 252, marzo 2016



Un romanzo che racconta, con attenzione alla verità, un periodo importante della storia italiana, un tassello poco noto del cammino per l’emancipazione e l’eguaglianza delle donne: il riconoscimento del diritto di voto.

Siamo ai primi del ‘900, in un paesino dell’Emilia Romagna. Un gruppo di maestre, capitanate dalla moglie del sindaco, decide di iscriversi nelle liste elettorali del Comune, consapevoli di scatenare un contenzioso ma decise a provocare il mondo politico ed ottenere l’attenzione della stampa nazionale.
E’ lo stesso periodo e quasi lo stesso ambiente in cui si muove la ciclista Alfonsina Strada, di cui ho parlato nel mio ultimo venerdì del libro.
Il clima sociale e’ ostile al voto alle donne ed ai “poveri”, i pregiudizi sono pesantissimi e alle donne si prospetta ancora solo una scelta limitata tra matrimonio, istituzioni religiose e istruzione, ma qualcosa sta cambiando.

Non tutta l’opinione pubblica, ormai, è contraria e anche nella magistratura vi sono persone illuminate, pronte ad assumere decisioni impopolari.
Anche perché il testo di legge si presta.
Un libro che è un romanzo scorrevole, in cui si intrecciano politica, scene familiari ed amore, ma dalla cui lettura si apprende anche molto.

Assolutamente consigliato.

“Le mamme ribelli non hanno paura” di Giada Sundas, 

ed. Garzanti, 2017, pag. 198.


“Un giorno qualcuno ti domanderà se, secondo te, fa bene a mettere al mondo un bambino, e tu dovrai spiegarle che ci sono troppe ragioni per non diventare madre e troppe poche per diventarlo, così dovrai tirare fuori tutta la razionalità che hai per convincerla che non fa bene, ma ne vale la pena.” (Pag. 189).

Un romanzo sulle mamma moderne, disposte ad ammettere i sacrifici e le fatiche della loro condizione, senza paura di apparire snaturate, pronte a mostrare debolezze e fragilità, accanto all’amore per i loro figli.
A dire il vero, ormai è un filone che conta numerosi romanzi che si somigliano un po’ tutti però, devo ammetterlo, leggerli è divertente, a tratti commovente e quasi  terapeutico.
La scrittura, in questo caso, è pure scorrevole e ironica.
L’autrice narra episodi della sua gravidanza e della prima infanzia della figlia e, soprattutto, i suoi pensieri sulla maternità, il tutto sotto forma di racconto alla figlia stessa.
Perfetto per mamme che hanno voglia di non sentirsi sole nella loro normalità e…di farsi sane risate, annuendo poi con gli occhi lucidi dinnanzi ad alcune riflessioni più serie.
Peraltro, questo libro secondo me mostra un aspetto spesso sottovalutato: l’importanza dei padri. Non tanto per il neonato, quanto per la neomamma.
Vi si coglie, infatti, tutto l’amore della scrittrice per il marito e la volontà di fornire alla propria figlia un modello di coppia sano, basato sul reciproco rispetto.

Unico appunto: il titolo.
Davvero non ho capito a cosa si riferisse: l’autrice non mi pare una ribelle, ne’ il suo essere madre mi sembra diverso da quello di molte altre donne che conosco e/o che scrivono sul web, ne’ capisco il riferimento alla paura.
Comunque, non e poi così importante.
Il libro mi è stato consigliato da Mamma Piky, che dunque ringrazio!

“Un giorno io non ci sarò più e tu rimpiangerai quei momenti che non hai saputo apprezzare con me, così come io rimpiangerò quelli che non sono riuscita ad apprezzare con il giorno che te ne sarai andata.
La verità è che ho passato molto tempo ad aspettare che passasse.
La vita da genitori è fatta di fasi che trascorriamo cercando di farci coraggio sapendo che passeranno.
Passerà, è solo il primo mese.
Passerà, sono solo i dentini.
Passerà, deve solo farsi le difese immunitarie.
Passerà, prima o poi dormirà tutta la notte.
E mentre aspetto che passi, passano anche quei momenti meravigliosi che rimpiangerai guardandoti indietro.” (Pag. 183)

“Breve storia di due amiche per sempre” di Francesca del Rosso, pag. 177

Ho letto questo romanzo dopo la recensione di Mimma e, per quanto non mi abbia entusiasmata, non mi è neppure dispiaciuto perché mi ha fatto pensare all’importanza delle amicizie, anche a distanza di anni.
Mi sono sentita fortunata ad avere una amica vicina, che ho ritrovato dopo qualche anno, e ho un po’ fatto pace con i miei ricordi in merito ad un’altra, che mi aveva lasciato l’amaro in bocca.



Con questo post partecipo all’appuntamento del Venerdì del Libro.