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lunedì 7 dicembre 2015

Menù per una serata tra amici...mamma avvocato (e Alpmarito) in cucina

E' arrivato il freddo o comunque, è finita l'estate e ancora non nevica.
Cosa c'è di meglio, allora, di una serata in allegra compagnia e di una bella polenta ?

Ecco il menù della ultima cena con gli amici che siamo riusciti ad organizzare!
Prosciutto cotto e speck affettati sul momento (compro i tranci e poi uso l'affettatrice, fortemente desiderata dall'Alpmarito e suo regalo di Natale di due anni fa...si risparmia e, soprattutto, l'affettato e' sempre fresco e non si spreca).



Spezzatino misto, con salsiccia acquistata al super e carne di vitello da latte comprata direttamente dall'allevatore in montagna e passata nella farina, perché rimanga più morbida.
Io ho cucinato il tutto nella pentola a pressione, con solo olio di oliva e un dado vegetale, perché il
soffritto non posso farlo, causa allergie.

Carote fritte in padella con il burro e fagiolini freschi dell'orto della vicina, solo bolliti, da fare poi in insalata.
Quando, come in questo caso, ci sono anche dei piccolini tra gli invitati, cerco di preparare due verdure, così da incontrare più facilmente i loro gusti, se non li conosco.
Fagiolini bolliti (mangiati senza nessun condimento e freddi) e carote, poi, piacciono entrambi tantissimo anche al ricciolino biondo!

E poi il piatto forte: la polenta dell'Alpmarito, cotta sul fuoco in giardino, mescolata con un cucchiaio di legno di ginepro e da tagliare con il filo, anche se noi usiamo il coltello.

Va messa su un bel tagliere di legno e coperta con uno strofinaccio pulito, perche' rimanga bella calda.

La farina a volte riusciamo a prenderla al vicino mulino, altre la compriamo al super, mischiando però quella bramata e quella taragna, in proporzioni variabili a seconda di quanto la si voglia grezza e saporita.
E poi, ovviamente, non può mancare il latte, da mettere in una scodella per pucciarci la polenta, e i formaggi, fontina doc direttamente dal vicino caseificio e gorgonzola in primis.

Et voila', il pranzo (o la cena), sono serviti!

giovedì 19 novembre 2015

Mamma avvocato in cucina: vellutata di zucca... molto "basica" !

Prima di essere mamma, nonostante le allergie, cercavo di mangiare regolarmente frutta e verdura, che ho sempre adorato.

Da quando c'è il ricciolino, mi sforzo ancora di più e cerco anche di comprare da vicini di casa con un orto o contadini della zona.

Nel periodo autunnale, non ci facciamo mancare la zucca.

Ecco allora la mia personale ricetta per una vellutata di zucca, a dir poco facile e veloce (se si eccettua il tempo necessario a tagliare la zucca ), oltre che abbastanza dietetica.

Non è particolarmente ricca (come ad esempio, quella di Elisabetta) ma, nonostante ciò, piace tantissimo al ricciolino biondo, a me e...anche alle nonne!!

Ingredienti:
- una zucca (io ho usato quella verde e tonda, particolarmente dolce e più "morbida" da tagliare)
- una confezione di panna liquida da cucina da 125 gr,
- un pugno di sale

Tagliare la zucca a quadrettoni e togliere la buccia esterna ed i semi interni. Io uso i coltelli con la lama in ceramica, secondo me il top per tagliare la verdura e non solo.

Mettere i quadrettoni in una pentola alta (tipo quella di acciaio della pasta), ricoprendoli di acqua.
Far cuocere fino a che la zucca non è tutta morbida.
Salare e, con il minipinner, tritare il tutto.
Se la quantità d'acqua è giusta, verra la densità di una crema, altrimenti cuocere ancora lasciando che asciughi oppure aggiungere acqua e cuocere ancora.
Quando la densità è giusta, aggiungere una confezione di panna liquida e mescolare.

Servita e......



....mangiata!!!



 A prova di principiante e pasticciona!!

lunedì 9 novembre 2015

Insoliti biscotti...molto veloci!!!

Sabato ho acceso il forno per preparare le torte di compleanno del ricciolino biondo.
Aprendo il frigo, ho trovato una confezione di pasta brisee' pronta, in scadenza.
Non avevo voglia di salato, dal momento che avevo appena preparato l'arrosto per il pranzo, in modo da averlo già pronto di rientro dal corso di nuoto.
Così ho deciso di provare a farne dei biscotti.
Già che c'ero, ho usato delle curiose e coloratissime formine che la Befana aveva portato al ricciolino lo scorso anno e che ancora non avevamo utilizzato.
Hanno una molla per schiacciarle e poi ritirarli e decorano mentre tagliano la pasta.
Per insaporire la pasta brisee', che è abbastanza neutra, ho spalmato su alcuni biscotti un po' di Nutella, su altri marmellata di "ramassin" (quelle prugne tre viola piccoline..non so il nome italiano, solo quello piemontese!) fatta in casa, senza pectina (tipo fruttapec o simili) e senza limone, visto che sono allergica ad entrambi.
I restanti biscottini li ho cosparsi di zucchero, affinché caramellasse un po'.
Con l'ultimo avanzo di impasto ho fatto un rotolino ripieno di Nutella.
Questo il risultato a crudo.
Infine, ho infornato.
Premesso che sulle istruzioni c'era scritto 200 gradi per 15 minuti, ma io ho un forno che perde calore (vapore acquetò che esce dai lati) e non è ventilato, ho messo a 180 gradi per venti minuti.
Grazie al mio fantastico forno ed alla mia distrazione, due biscotti sottili si sono carbonizzati. Gli altri, però, sono usciti ben cotti, quelli più spessi (fatti con i triangoli di passata avanzati dopo il primo turno di formine, poi ristesa), sono usciti perfetti.
Non tutti bellissimi da vedere, eh? Pero' tanto il ricciolino che l'Alpmarito li hanno apprezzati molti e li abbiamo finiti in un giorno!!
Dunque, se volete provare, ecco gli ingredienti:
1 Rotolo di pasta brisee' pronta
Formine per biscotti
Zucchero da spargere sopra
Marmellata a piacimento
Nutella o crema di cioccolata
Carta da forno per la teglia
Un forno più decente del mio!
I tempi di preparazione sono davvero brevi: in dieci minuti saranno pronti per essere infornati ed in 15 al massimo per essere estratti cotti.
Vi consiglio, però, di usare la pasta doppia, in modo che non sia troppo sottile. Oppure tenete d'occhio il forno e tirateli fuori appena iniziano ad indorarsi!
Et voila' !
Per la serie: i pasticci di Mamma Avvocato in cucina.


mercoledì 15 luglio 2015

Un gioco green (in tutti i sensi) per i pomeriggi estivi, lezioni di botanica e...di cucina creativa: tutto in uno !

In principio l'idea fu del nonno G.: raccogliere rametti e foglie di erbe aromatiche e piante, coprirsi  gli occhi a turno e cercare di indovinare dall'odore la pianta.

Un gioco semplice,  green (in tutti i sensi) ed economico, che si puo' fare sempre e aiuta anche ad apprendere qualche nozione di botanica di base.

Il mio ricciolino biondo mi ha "sottoposto il test" una sera al rientro dal lavoro: su cinque, vi dico solo che ho azzeccato solo il rosmarino, tra le grasse risate del nonno e di mio figlio !!!

Poi mi sono applicata e dopo una settimana..... cinque su cinque !

Cosi' quando siamo andati a trovare la nonna bis E., che ha un giardino in collina con tante erbe aromatiche, non ho sprecato l'occasione.
Abbiamo giocato e io mi sono segnata con pazienza il nome di ogni foglia accanto alla relativa foto, poi ce le siamo portate a casa, per mettere alla prova nonno G.

Rabarbaro

Rafano, detto anche "cren"

Ribes bianco

Maggiorana

Acero

Erba di San Pietro

Lauro

Dragoncello

Menta piperita

Menta - bergamotto

Erba cipollina


Come è andata ? Il nonno ne ha indovinate solo tre su undici!!!

Cosi' mi sono presa una bella rivincita, oltre ad imparare che:
- con il rabarbaro, del quale si usano solo le radici rosse, la nonna bis sa cucinare una torta deliziosa, che naturalmente mi sono mangiata (e pare non mi dia neppure allergia, ww!);
- con il rafano si puo' fare una salsa acre e forte, pungente, per accompagnare bolliti, formaggi, pesce affumicato e uova. Purtroppo, sembra che appartenga alla famiglia delle crocifore, come i ravanelli e i cavoli, quindi credo di esservi allergica, anche se forse solo da crudo (ma provero').
Nella cucina orientale  viene utilizzato per la salsa wasabi (ma quante ne da la nonna bis ?).
Il nome  "cren" secondo alcuni è veneto, per altri slavo ed, in effetti, pare sia una pianta originaria dell'Europa balcanica;
- l'erba di san pietro  è perfetta per insaporire le frittate e secondo la nonna bis, piemontese di nascita e valdosatana per amore, non c'è frittata da vero piemontese, nè orto degno di nome, che non la contenga;
- posso mangiare senza stare male il ribes bianco e piace molto anche a mio figlio,
- di menta ce ne è piu' d'una. E io, che conoscevo solo quella piperita !!

Che dite, utile vero?
Una idea per giocare nelle calde giornate estive, quando non mancano le occasioni di stare in giardino, al parco, in montagna o in campagna, oltre che un modo carino ed efficace per insegnare a mangiare sano e rispettare le ricchezze della natura.
Potete usare anche i classici rosmarino, basilico e salvia, oltre a timo, maggiorana, petali di rosa, fiori profumati ecc.

E, magari, giocare tra una scopracciata di ribes bianco, un saluto alle tartarughe e uno sguardo al cielo che si intravede tra le foglie di acero, come noi!






lunedì 4 maggio 2015

Io (mio figlio) e la cucina


Che non ami molto cucinare, e' risaputo.
Anche a causa della nascita del nano e delle assenze infrasettimanali dell'Alpmarito, negli ultimi anni sono comunque migliorata molto e, quando mi impegno, ora riesco a raggiungere risultati davvero discreti, soprattutto con i dolci ed i primi piatti.

Cucinare quotidianamente, però, per me rimane uno dei doveri più gravosi, che affronto solo per sopravvivere e per cercare di offrire a me stessa e a mio figlio una alimentazione il più possibile sana.

Di positivo c'è che il mio ricciolino ha imparato in fretta ad accontentarsi di piatti come riso bollito, pasta al l'olio, verdure al vapore e cibi insipidi, ad apprezzare la mensa dell'asilo e ad approfittare delle occasioni di pasto fuori casa, dai nonni al ristorante o ai vari matrimoni o compleanni.

Il rapporto tra me e i fornelli, tuttavia, e' altalenante, difficile e...non sempre pacifico!

Qualche sera fa avevamo un amico a cena.
L'appuntamento era per le sette e trenta ma, complice la bella giornata e la presenza dei suoi amichetti, avevo faticato a portare via il nano dai giardinetti, dopo la scuola.
L'Alpmarito, di solito addetto ai fornelli, era in ritardo per lavoro.
Perciò, rincasata alle sette, mi sono trovata con la spesa da sistemare (almeno quella l'avevo fatta prima), il bambino da lavare, la tavola da preparare e la cena da preparare.
Già ai giardinetti avevo fatto ridere la mamma dell'amico etto, chiedendole la ricetta del risotto agli asparagi punto per punto ma, almeno, mi sentivo preparata!
Fatte le prime tre cose della lista in un quarto d'ora/ venti minuti, mi sono messa a scottare in padella con il mio dado vegetale fatto in casa (non da me) e speciale (senza tutto ciò a cui sono allergica) gli asparagi, ovviamente dopo averli lavati e tagliati.
Peccato che poi non sapessi più come proseguire!!!

In quel mentre è arrivato M., soddisfatto di non essere in ritardo come al solito.
L'ho accolto sulla porta con un: "Meno male che sei qui!" e, sapendo che sa cucinare molto meglio di me e gli piace pure, ho fatto che lasciarli in mano, letteralmente, pentola e cucchiaio!!!
Risultato? Ha preparato un risotto buonissimo, anche se non era molto soddisfatto dei miei fornelli e del mio assortimento di cucchiai...però il vino lo avevo buono (promossa almeno su questo punto).
Quando si dice: "Fai come se fossi a casa tua!!!"

In questo caso, me la sono cavata così (anche se devo ancora verificare se al prossimo invito verrà comunque o cercherà di evitarmi) ma a volta, finisce moooolto peggio!
Non ci credete? Allora sentite questa.

Quattro giorni fa ho deciso di far bollire, a pranzo, gli asparagi per cena, così da portarmi  avanti in caso di ritardo ai giardinetti.
Lo so, sempre asparagi ma sono di stagione ed è una delle poche verdure che posso mangiare, quindi abbondo!

Comunque, decido di usare la fantastica pentola per asparagi regalatami da mia suocera (dono ideale per una come me): alta, stretta e con il cestello interno che poi si può alzare nel lavandino per scolare senza scolapasta.
Tutto a posto con la cottura, mi metto a lavare le pentole del pranzo, prima di tornare a lavoro.
Guanti bagnati, fretta e.... faccio per mettere la pentola sul pensile scolapiatti sopra di me ...peccato che, essendo alta e stretta,non ci sia stata e mi sia cascata addosso in una frazione di secondo!
Risultato? Montatura occhiali incrinata (ma ha tenuto, per fortuna), palpebra tagliata dallo spigolo della suddetta montatura e un dolore atroce allo zigomo sinistro, che si è preso una bella botta, ed al sopracciglio!!!
Altro che risse o battaglia delle arance!!!

Questa mattina ho notato che passanti, colleghi e clienti mi guardavano un po' incuriositi e un po' preoccupati ma nessuno diceva nulla di particolare.
Solo adesso, guardandomi allo specchio (al mattino era di fretta, come al solito), mi sono accorta del perché: ho l'occhio completamente cerchiato di un bel livido viola/blu scuro, con un soffuso alone giallognolo in sottofondo.

Ora ho capito perché si parla tanto di incidenti domestici e del fatto che fare il cuoco è un lavoro pesante!!!

Decisamente, e' meglio che mi limiti a mangiare, che dite!?!

martedì 14 aprile 2015

Millefoglie e...uno strano tiramisù!

Tempo fa ho comprato una confezione di pasta sfoglia dolce, ossia una "base per millefoglie.
L'intento era di mangiarmela a colazione, senza alcuna crema, perché adoro la sfoglia, sia dolce che salata.
Poi me ne sono dimenticata, finché l'Alpmarito, stufo di vedere il pacchetto in mezzo ai biscotti, mi ha intimato di mangiarle.
Siccome volevamo passare da una amica che compiva gli anni, ne ho approfittato per provare a fare la crema pasticcera.
Ecco come.

Ingredienti
1 confezione di base millefoglie (tre o quattro sfoglie)
150 gr di zucchero
3 uova
70 grammi di farina
1/2 litro di latte
1 cucchiaio di crema di Marsala (che, secondo me, era già troppo, forse perché mi sono sbagliata e ho messo un cucchiaio di Cognac ?!?!?)
Zucchero a velo per una spolverata finale

Mettere il latte a bollire, in una padella non troppo piccola, poiché poi dentro bisogna farci stare tutto il composto.
Sbattere i tuorli d'uovo con 100 gr. di zucchero, fino a che non diventa cremoso, poi aggiungere la farina piano piano.
Quando il latte e' in ebollizione, versare il composto di tuorli sbattuti.
Mescolare sempre lentamente a fuoco lento, senza portare ad ebollizione, fino a che la crema non raggiunge una buona consistenza quasi solida.
Toglierla dal fuoco e farla raffreddare.
Montare i tre albumi d'uovo con 50 gr. di zucchero, poi amalgamare il tutto con la crema pasticcera e il Marsala.
Spalmate la crema sugli strati di sfoglia, uno dopo l'altro.
Chiudete con uno strato di sfoglia e spolverare con lo zucchero a velo.

Et voila'!


Io, visto che ho avanzato crema, ne ho approfittato per fare una caffettiera grande, pucciarvi i biscotti
savoiardi e poi, disponendoli a strati in un piatto, coprirli con la crema pasticcera, strato dopo strato
fino ad esaurimento.
Una a sorta di misto tra millefoglie e tiramisù!

Entrambe sono state un successo, anche se la seconda, a vedersi, lasciava molto a desiderare!!!



giovedì 26 febbraio 2015

Mamma avvocato in cucina: cavolini di Bruxelles alla panna


Una ricetta super veloce e facile, sia per la preparazione che per il risultato, nonché uno dei piatti preferiti dell'Alpmarito.
A chi non piace la panna?!?

Ingredienti

Cavolini di Bruxelles
Una convenzione di panna da cucina
Acqua calda e un po' di sale!

Lavare i cavolini e aspostare le foglie più esterne e dure.
Far bollire i cavolini di Bruxelles in acqua salata qualche minuto.
Scolare, versare in una padella una confezione di panna (se non l'avete funziona anche il latte intero) e i cavolini sbollentati.
Spadellati fino a completo assorbimento della panna.


Il gusto finale è molto più delicato rispetto a quello "normale" dei cavolini di Bruxelles e di solito piace moltissimo anche ai bimbi ed ai palati più esigenti.
Inoltre, secondo me, in questo modo i cavolini diventano più digeribili e non "tornano su".
D'altro canto, la panna e' sempre un'arma vincente!!!

giovedì 5 febbraio 2015

Mamma avvocato in cucina: Soufflè di patate!

Il soufflè di patate è uno dei miei piatti preferiti e mia madre lo prepara benissimo.


Ogni tanto, però mi cimento anche io, soprattutto se ho amici a cena.
Così, per cambiare un pò con un piatto che di solito piace a grandi e piccini, perchè coccoloso, e morbido.
E poi, a chi non piacciono le patate?

Ecco allora come lo preparo.

Soufflè di patate 

Ingredienti per quattro persone / una teglia come sopra

1 kg di patate
100 gr di burro
4 uova
1 bicchiere di panna
sale, pepe e noce moscata (io quest'ultima ultimamente non posso più usarla per l'allergia però se potete, mettetela)

Sbucciate e lessate le patate.
Appena cotte, passatele nello schiacciapatate, mettele in una teglia o terrina, che imburrate prima bene con 20 gr di burro (o quanto vi serve)  e incorporatevi 80 gr di burro, un pizzico di nome moscata, un pizzico di sale e pepe, 4 tuorli ed il bicchiere di panna.

Montate a neve i 4 albumi e poi uniteli dolcemente al purè ricco di cui sopra, con movimenti non rotatori ma dall'alto verso il basso.

Io così uso solo una terrina per il soufflè e la bastardella per gli albumi.

Infornate per circa 20 minuti , a 180 ° con l'opzione "dolci", se il vostro forno ne è dotato, se no comunque a fuoco moderato.
Sfornate e servite al momento.



La preparazione è facile (davvero!) e abbastanza veloce ed il risultato di sicuro effetto (nel mio forno gonfia poco ma è un problema dell'elettrodomestico, non del soufflè), l'unico neo è che andrebbe servito subito ben caldo.
Si possono sbucciare e lessare le patate un momento prima, così da infornare il tutto quando ci si siede a tavola per il primo.



Buon appetito!!

giovedì 22 gennaio 2015

Direttamente dal Canavese (Piemonte)..."supa d' coj", zuppa di cavoli

Per la serie "mamma avvocato in cucina", oggi voglio parlarvi di una ricetta che per me ha il sapore di casa e di tradizione.
E sì, perchè è una ricetta antica che nasce proprio in Canavese e che la mia nonna  prepara ogni anno, insieme a mia madre, il giorno di Ognissanti  (1° novembre).

Forse perchè la mangio una volta all'anno, forse perchè è preparata con pazienza ed amore dalle donne di famiglia, forse perchè è uno dei pochi piatti tradizionali che non contiene ingredienti a cui sono diventata allergica, è uno dei miei piatti preferiti in assoluto.

Oggi, con il permesso della nonna, voglio dividerla con voi, per ringraziarvi dei tanti graditi complimenti al mio ultimo post.
Le giornate fredde e nevosi di questi giorni, infatti, ben si prestano a questa ricetta.
Mi perdonino i puristi del piemontese se ho scritto il nome scorrettamente (ogni suggerimento è ben accolto).

Supa d'coj


Ingredienti:

ossa per fare il brodo di carne (noi le teniamo da parte apposta)
1 cavolo di grandezza media, preferibilmente il famoso (e buonissimo) cavolo verza di Montalto Dora (TO)
600 grammi di salsiccia
formaggio grattuggiato
mezzo miccone di pane raffermo (vecchio di almeno 2 giorni) 

1. Togliere al cavolo la parte dura delle foglie, lavare il resto delle foglie e farlo bollire per 5 minuti (buttando dentro le foglie quando l'acqua bolle). Ottenuto il brodo di cavoli, metterlo da parte.
2. Far bollire le ossa per 1 ora e poi tenere il brodo ricavato.
3. Disfare la salsiccia e farla cuocere per 30 minuti, sempre disfandola per bene, solo con un po' d'acqua.
4. Tagliare il pane a fette di 2 o 3 centimetri.
5. Mettere in un contenitore di coccio (importante, anche se non so perchè) un mestolo di brodo di carne, uno strato di foglie di cavolo, 1 di salsiccia, 1 di formaggio grattuggiato, 1 di pane, 1 mestolo di brodo.
Usare il brodo di cavolo dopo aver finito quello di carne o alternarli (il primo mestolo, però, di carne).
Proseguire così, a strati, fino a finire gli ingredienti, mettendo per un ultimo 1 strato di pane.

6. Far cuocere sul gas a fuoco basso basso per 1 ora, passando sempre la forchetta intorno e nel mezzo (toccando il fondo della zuppa), per evitare che la zuppa si attacchi sui bordi o sul fondo.
7. Passarla nel forno perchè si formi una bella crosticina, aggiungendo ancora un pò di formaggio grattuggiato e qualche pezzetto di burro (che non guasta mai!).

BUON APPETITO!





Questa volta ammetto che non l'ho fatta io, neppure ci ho provato, però giuro che il prossimo anno mi darò da fare!!!!

p.s. Per chi fosse interessato ogni anno, a novembre, a Montalto Dora (TO) si svolge la tradizionale sagra del cavolo verza e naturalmente...si mangia!!!