giovedì 13 agosto 2015

I tesori di casa nostra, Aosta


A volte siamo così impegnati a cercare luoghi esotici, paesi diversi, montagne da scoprire o mari cristallini da non accorgerci del bello che c'è intorno a noi e da sottovalutare le meraviglie culturali e paesaggistiche che offre ogni angolo di Italia.
O almeno, a me qualche volta capita.
Per fortuna, però, poi vengono parenti o amici in visita o semplicemente mio figlio domanda di poter visitare luoghi per noi familiari e allora mi ritrovo a guardare le città ed i paesaggi intorno a me con gli occhi curiosi di un turista ed il tempo di un locale.
Aosta, per esempio.
Capoluogo di regione. Non ne parlo mai, perché preferisco girare per le vallate della Valle d'Aosta e raccontarvi della natura montana, mentre nella cittadina ci vado soprattutto per lavoro.
Però è molto bella, vivibile perché sufficientemente piccola da non avere mai tanto traffico e non presentare particolari pericoli, si trova sempre parcheggio (tranne il martedì, giorno di mercato in centro), anche non a pagamento, e ci sono tutti i servizi ed i prodotti di cui si può aver bisogno.
Vi parte anche una seggiovia, poco distante dalla stazione, per salire alla località sciistica di Pila, con piste notevoli (non le mie preferite ma comunque molto belle), senza usare l'auto. E, soprattutto, ci sono le tracce di un passato romano importante, molto ben tenuto.
E il bello è che in una giornata a piedi si può ammirare tutto il centro, senza troppa fatica, volendo arrivando direttamente in treno (la stazione e' centrale), anche se i cambi per arrivare non mancheranno di certo.
Il teatro
Le porte pretoriane (foto qui sopra)
La piazza principale, da cui si dipartono le vie pedonali (quindi sicure anche per i bimbi) piene di negozi, pasticcerie, caffè e gelaterie.
Sant'Orso, con i suoi affreschi, la collegiata e le mura.
Senza dimenticare l'Arco d'Augusto
E dopo tanto passeggiare ed ammirare, non può mancare un esteso parco giochi, con diverse aeree distinte in base all'età dei bimbi e tanti giochi moderni e sculture di legno.
Zona palline, gratuita


 
Giochi d'acqua e sabbia
Scivoli, casette, tende

Anch'esso in centro, ma un po' nascosto, tra teatro e Sant'Orso. Chiedete indicazioni per strada!

Il problema sarà  portare via i bimbi !!!

lunedì 10 agosto 2015

Oggi come allora, sul sentiero dei ricordi: da Fondo a Tallorno ed alla Pera diiij Cros

Le prime volte che ci sono stata ero una bambina piccola.
Vi ho trascorso intere settimane d'estate, anno dopo anno, con il mio fratellone e due o tre amici, sia "vacanzieri" sia "del posto".
Costruivamo dighe di sassi nelle guie, per poi farci il bagno, facevamo pic - nic sul roccione, quello piatto piatto lungo lungo che facevamo a gara a trovare, giocavamo a carte stesi su una coperta, saltavamo da una roccia all'altra, spesso a torso nudo e, ovviamente, scalzi.
La nonna, a sorvegliarci, leggere e giocare con noi.

A volte ci andavamo a piedi, la lunga strada stretta tutta curve che ci pareva un viaggio nel viaggio, le rarissime auto a cui fare attenzione, gli scherzi ed i giochi.
Altre era il nonno a portarci o a riportarci indietro, andando o tornando da una giornata di pesca, su e giù per il torrente.

C'erano occasioni in cui si saliva anche per i sentieri, oppure momenti di freddo, fame o temporale che ci spingevano a trovare riparo del baretto della frazione, con i giochi di legno (la trottola!) e le torte sempre buonissime. O il gelato. Aspettando il ritorno del nonno e, quindi, il rientro in auto.

Alcuni giorni si saliva un pò sul sentiero, fino ad arrivare, con il nonno, alla grande cascata con la guia profonda.
Ci sono foto di me, mio fratello maggiore e mio nonno alla cascata, altre più recenti di me, mio fratello maggiore e pure il mio fratellino, sempre con il nonno, alla cascata.
E poi c'è la foto di quando ci sono tornata con il mio ragazzo, quello che ora è mio marito.
Non ho foto di quando, l'ultima volta, la cascata con il roccione in pratica non c'era più, devastata dall'ennesima strada poderale.

Eppure la frazione è rimasta la stessa e la rete dei sentieri, i borghi, il bar, il torrente, le guie e il roccione piatto, ci sono ancora.
E rivederli, questa volta con mio figlio, mio marito e mia madre, è stata pura emozione.

Pensando a te, nonnino.

Il ponte di pietra di Fondo, Traversella (TO), Valchiusella, quasi casa tua.



Salendo verso Tallorno, dove la tua famiglia aveva un alpeggio.



E poi arrivare a Tallorno, fare un pic nic con un amichetto del centro estivo del ricciolino, incontrato per caso, scoprendo che ha genitori simpatici ed una sorellina adorabile.




guardando le mucche..

Fermarsi a cercare di indovinare qual era il tuo alpeggio, girare per il borgo, in gran parte ristrutturato 

E poi fare il bagno nel torrente, ancora.
































Tornare indietro e al bivio, lasciar rientrare nonna e nipote per la comoda mulattiera e salire io e lui, quasi di corsa, lungo il Sentiero dei Mufloni (segnavia n. 13) alla Pera diij Cros



Un luogo dove si respira l'immenso del cielo, l'anima della montagna, a picco sul vuoto.

Infatti, ci sono 136 incisioni, tra cui tre coppelle, 12 figure cruciformi, 57 figure antropomorfe preistoriche oltre a 35 segni non classificabili.

E meditare un pò.


Non c'è luogo migliore per lo yoga.

Poi di nuovo giù, di corsa davvero, fino a Fondo, al gelato nello stesso bar, lasciando che i ricordi si sovrappongano, con un velo di dolce malinconia.



Correre con il vento, sentendosi volare (anche se probabilmente a sguardo esterno è tutt'altro= e pensare che forse la corsa in montagna mi è più congeniale di quella su strada...se solo si potesse fare unicamente in discesa!!!

























 E il giorno dopo, risvegliarsi con un male ai muscoli delle cosce che mai nessuna corsa 
sull'asfalto.




I ricordi felici della nostra infanzia ce li portiamo nel cuore, non intaccati dal tempo. Se poi si associano a luoghi bellissimi che hanno conservato, almeno in gran parte, il loro fascino, allora è magia.

venerdì 7 agosto 2015

La mia intervista sul Momfrancesca ed il suo concorso

In occasione del primo compleanno del suo blog, Francesca ha indetto un simpatico "concorso- intervista", che è anche un'occasione per conoscersi e conoscerci meglio.

Se volete leggere le mie risposte, cliccate qui.
Se volete partecipare anche voi, cliccate qui! Fate presto, il tempo sta per scadere!



mercoledì 5 agosto 2015

Le cinque regole d'oro per lavare bene i denti (anche ai bambini)

A giugno sono andata dal dentista.
L'evento merita una menzione speciale, perchè credo fossero passati sette anni o giù di lì, dall'ultima volta.

Il fatto è che le tre volte nella vita in cui si sono andata non per semplici controlli periodici infantili, nell'ordine:
- avevo un ascesso grosso come una casa e ho dovuto fare terapia antibiotica nonchè soffrire per due otturazioni;
- risolto l'ascesso, mi hanno tolto due denti del giudizio di sotto, cresciuti di traverso nell'osso. Il gusto di osso bruciato in bocca ed il dolore della puntuara di anestesia sono secondi solo al dolore del parto, nel mio ricordo;
- ho tolto anche gli altri due denti del giudizio (o forse erano uno e uno, manco lo ricordo, perchè il male era stato enorme!), sempre tra "atroci sofferenze".
Per non parlare del male ai muscoli ed alle giunture della mascella, durato giorni in entrambi i casi, e il terrore dell'anestesia, che ho sempre avuto.

Insomma, per dire, la mia è fifa nera!!

Però erano mesi che avevo i denti troppo sensibili e le gengive dolenti, nonchè un paio di denti macchiati, così mi sono risolta a prenotare una pulizia dentale.
N.B.: solo la pulizia, peraltro per la prima volta nella mia vita!
Nonostante avessi avvisato l'igienista dentale della mia paura, deve aver pensato a me come ad una matta, visto che ho lanciato un urlo e fatto un salto sulla sedia quando, appena messe le mani in bocca...mi ha spruzzato l'acqua fredda!
Non sto a raccontarvi il seguito, sappiate solo che l'ho costretto ad interrompersi quattro volte per farmi respirare e mi ha trovato una carie, suggerendomi pertanto di prenotare la visita per l'otturazione.
Il dentista, che è anche un amico di famiglia, mi ha guardata in faccia e mi ha detto: "Senti, faccio aspettare il prossimo appuntamento e te lo faccio subito perchè io ti conosco: capace che non torni più e ti tieni la carie!!"
Era proprio ciò che stavio progettando di fare, invece...fatto.

Tutto questo cappello introduttivo per dirvi che, mentre soffrivo, l'igienista mentale ha pensato bene di "istruirmi" e, saputo che avevo un bimbo piccolo, darmi qualche consiglio.

I primi lavaggi !


Ecco cosa ho imparato:
Le cinque regole del lavaggio dei denti

1- usare il filo interdentale;
2- fare risciacqui quotidiani non con un colluttorio, a meno di problemi specifici, ma con semplice bicarbonato di sodio sciolto in acqua (semplice ed economico, peraltro);
3- spazzolare sempre dall'alto verso il basso e viceversa, mai da destra verso sinistra o viceversa, pulire sempre anche l'interno dei denti, a zigzag ed il sopra lateralmente, quello sì avanti ed indietro;
4- usare sempre solo spazzolini morbidi (anche se sembra che puliscano meno e durino poco) e, in caso di sensibilità dentale accentuata, usare dentifrici specifici riparatori applicandone uno strato con il dito mattina e/o sera, dopo aver lavato i denti e lasciandolo in posa fino a che non va via da solo (a meno che sia giorno e sia visibile, ovviamente);
5- e questo proprio non lo sapevo, attendere mezz'ora prima di lavarsi i denti dopo mangiato o dopo bevande gassate o zuccherate, caffè ecc.

Il lavaggio tre volte al giorno è scontato.

Quanto ai bimbi, oltre a ribadire queste cinque regole, salvo il risciaquo con il bicarbonato, perchè rischiano di ingerirlo per sbaglio (il mio non sa ancora tenere in bocca e sputare, per esempio),  mi ha suggerito di lavargli almeno una volta al giorno io i denti, non lasciando che lo faccia sempre da solo. 
Inoltre, dare il buon esempio (che sappiamo, vale più di mille parole), usare solo spazzolini specifici per età e morbidi, per preservare le gengive, ancor più delicate delle nostre, lasciar perdere i dentifrici dei cartoni a meno che non siano di marca e specifici per classe di età, mostrare le mosse giusta davanti allo specchio, 
non terrorizzarli con i racconti del dolore del dentista (no, vabbè, questo non lo ha detto ma sono certa che lo abbia pensato!).

La prima visita? Sia l'igienista che il dentista hanno detto verso i 4-5 anni, prima non serve se non ha dolore.
Mi sa che io aspetterò i cinque: non credo di poter sopportare il suo evenuale dolore !!!
Io, comunque, sono stata promossa a pieni voti: secondo l'igienista si vede che rispetto tutto le regole tranne la prima (in effetti, mi ha beccata!) e l'ultima, che non sapevo.
Il bicarbonato lo usavo già perchè è consigliato per togliere i residui dei farmaci spray cortisonici o simili, che io uso per le allergie e che rischiano di far venire afte o funghi in bocca. 
Non riusciva a credere che per me fosse la prima pulizia dentale in assoluto e che avessi solo due otturazioni vecchie e una sola carie formatasi, dopo così tanto tempo senza controlli: mi ha fatto i complimenti.
In realtà, considerando il mio consumo di miele (zucchero semplice e dolci non più), credo sia anche fortuna o genetica o entrambe!!!

E voi, conoscete altre regole ?
Aiutate i vostri figli a lavarsi i denti ?
Il vostro dentista che consigli vi ha dato?
E soprattutto, solo io ho il terrore del dentista ?!?



lunedì 3 agosto 2015

Succede a Luglio

Luglio.




Un mese faticoso come solo i mesi estivi, lui in particolare, sanno essere.
E' iniziato con la feste patronale della mia cittadina, la Fiera di San Savino, proseguita con pomeriggi o ore sparse al Lago Sirio e tanti momenti di arrampicata, da soli e con piccoli amici, in montagna ed in falesi.
Non abbiamo smesso di camminare, ma ci siamo dedicati anche ad un piccolo viaggio programmato da tempo: una giornata a Leolandia, nella quale ci siamo divertiti tantissimo, tutti e tre.

Ci sono stati problemi di insonnia (miei) e molti film e cartoni per ingannare le serate, tanti lavori domestici, le preoccupazioni ed i problemi non sono mancati, così come le spese, sempre maggiori, e la stanchezza.
Ormai è cronica e talmente forte che dimentico le cose dopo cinque minuti, fatico a stare dietro alle scadenze e impiego una giornata per fare ciò che prima facevo in mezza.

Abbiamo anche finalizzato un acquisto importante, però non sono mancati imprevisti e problemi neppure su quel fronte.
Luglio non è decisamente il nostro mese.

In compenso, è il mese del compleanno di entrambi i miei fratelli e il caldo ed il sole non sono mai mancati.

Ho corso poco, pochissimo, ma mi rifarò a settembre.
Ho letto abbastanza, però, e pure praticato yoga con una certa costanza.
Il cantiere-casa prosegue, ma sempre con tempi biblici e richiedendo attenzioni e tempo che fatichiamo a trovare.
Io sono stanca, mentalmente più che fisicamente.
Ok, forse l'avevo già detto ma questo luglio "stanchezza" = me.
Roba che anche pensare di dover preparare le valigie tra meno di un mese migetta nello sconforto e mi fa venire voglia di non partire. E' tutto dire.

Infine, le prime settimane di vacanze estive per il nano, le prime vere "vacane scolatistiche" della sua corta vita, perchè con il nido era stato quasi un continuato, salvo ferragosto.
E la prima volta al centro estivo, con i suoi pro ed i suoi contro, i miei dubbi e le mie paure, la sua voglia di giocare in compagnia ed contemporaneo desiderio di stare con i nonni e non avere nessun orario.

Infine, un taglio di capelli davvero netto per il mio ricciolino biondo, sempre ricciolo e biondo, per fortuna.
Però senza più i suoi lunghi boccoli con i "colpi di sole" naturali, a dire il vero ormai sfibrati e bisognosi di forbici. Lui ha insisto per tagliare, io avrei voluto appena spuntare, la parrucchiera ha optato per una saggia via di mezzo. Ora sta benissimo ed è contento, però il mio cuore di mamma ha perso un colpo!!!

E voi, come è stato il vostro luglio ?

Succede a Luglio è una idea di Mamma Piky, creatrice anche del "banner mensile" dell'iniziativa!





venerdì 31 luglio 2015

Un giallo appassionante ma anche divertente!

Ho scoperto Alessia Gazzola grazie ad un post- recensione di Lucia,questo.
Ho letto "L'Allieva", che mi è piaciuto molto, tanto da ripromettermi di cercare altri titoli.
Così, quando ho avuto voglia di gialli, ho ordinato in biblioteca "Un segreto non è per sempre", Tea editore, pag. 415, Euro 12,00.
Bello quanto "L'Allieva", di cui costituisce il seguito cronologico. se non addirittura di più!
Nessun dettaglio morboso o omicidio efferato, che tra l'altro io fatico a digerire, ma un giallo di difficile soluzione legato alla storia, agli amori, alle passioni, i sogni e le rivalità di una famiglia molto particolare, con un occhio attento alla psicologia umana ed alla complessa dinamica dei rapporti famigliari.
Fino alla fine, non sono stata certa di chi fosse l'assassino!
In più, c'è la vita della protagonista, Alice, specializzanda in medicina legale con amori sempre in bilico, una coinquilina giapponese molto originale e dei capi, il Supremo, la Wally, Claudio (una sorta di Dott. Stranamore) e delle colleghe, che fanno da sfondo alla vicenda, divertendo il lettore.
Ora non mi resta che leggere il terzo romanzo pubblicato, che dovrebbe costituire l'antecedente di entrambi:
"Sindrome da cuore in sospeso".
Con questo post, come di consueto, partecipo al Venerdì del Libro, consigliandovi questo romanzo, perfetto anche per l'estate ed il bisogno di leggerezza!



giovedì 30 luglio 2015

"Bruciare" le esperienze. Non è che forse stiamo esagerando con i bambini?

Ancora centro estivo.
Sì, lo so che ne ho parlato (anzi, scritto), giusto l'altro ieri e che ho ammorbato tutte/i con i miei dubbi da mamma insicura.
Lo so che ci siete passate quasi tutte (o ci passerete presto) e che la questione è tutt'altro che nuova, ma giuro che questa volta non voglio riflettere sul senso del centro estivo, l'assurdità o meno delle vacanze scolastiche estive lunghe, le difficoltà dei genitori, i nonni ed il costo (esoso) della collocazione estiva presso strutture pubbliche o private.


E' solo che è dal centro estivo e dalle attività che ho visto proposte negli altri che ho esaminato che scaturisce questi miei pensieri (peraltro per nulla originali): non è che si esagera nell'organizzare il tempo dei bambini anche in vacanza?
E soprattutto, non è che le attività proposte, per quanto all'apparenza entusiasmanti dal nostro punto di vista, non sono adatte ai bambini più piccoli ?
Non è che l'appiattimento delle età nell'organizzazione dei centri estivi o simili, è eccessivo?
E ancora:  si sottovaluta un pò troppo l'aspetto sicurezza o, comunque, che gli animatori o educatori sottovalutano troppo le proprie responsabilità ed i rischi che corrono ?
Non è che abbiamo (mi ci metto anche io, in prima fila) troppa fretta di farli crescere, troppa ansia di farli divertire, troppa paura di non offrire loro abbastanza stimoli ed opportunità?

La scorsa settimana, al secondo giorno di centro estivo hanno portato i bimbi in un lago a 20 km, in canoa ed a fare il bagno.
Ora. Il rapporto adulti/bambini era ottimo, gli adulti hanno tutti o figli o nipoti o fratelli/sorelle minori e una certa esperienza, hanno usato due piccoli "bus" con le cinture, so che c'erano anche gli istruttori di canoa al lago e che i piccoli hanno sempre tenuto addosso braccioli o giubbotto life (mio figlio), anche sulla riva.

Però mi chiedo: non bastava la piscinetta nel prato o quella pubblica aperta? Era proprio necessario portare dei bimbi di 3 - 4 anni che non sanno nuotare ?
Intendiamoci: io e l'Alpmarito portiamo nostro figlio in kayak in un altro lago, ma è un kayak antiribaltamento, un lago non accessibile ai veicoli a motore e senza mulinelli, lui indossa ovviamente il giubbino e noi siamo i genitori.

Nel centro estivo vicino a casa, dove avevo iscritto il nano per la prossima settimana (ma ora ho cambiato idea e starà con i nonni, poi la settimana successiva, se i nonni sono provati o vogliono andare da qualche parte, lo rimando a questo, così almeno riduco i traumi da cambiamento), è previsto, nel corso dell'estate, rafting nel fiume a 60 km, gita ad una fiera mediovale annuale con molta affluenza a 50 km, un parco acquatico con scivoli, trampolini ecc. a 30 km, una gita in montagna non si sa dove e via dicendo.
Per carità, ci sono anche attività più tranquille, come assistere ad esibizioni di "agility dog" (anche se io ho sempre paura dei cani), provare aikido e judo, giochi con la palla ecc.e su questo non ho nulla da ridire.
Il resto, invece...

E se dovesse capitare qualche cosa? E se si perde/annega/cade/spaventa? Gli animatori non conoscono i bambini, li hanno appena visti, al più li guardano da una settimana, come possono sapere come reagiranno ? Si rendono conto della responsabilità che si assumono ? Dei risvolti penali ed economici che potrebbero avere eventuali incidenti? In molti centri estivi/oratori/campi scuot sono diciottenni o poco più!

Ciò che mi turba maggiormente, però, è che anche semplicemente insistendo per fare entrare un bambino in piscina, potrebbero fargli odiare l'acqua per l'intera estate se non di più e altri piccoli "traumi" simili che forse maestre e genitori sarebbero in grado di evitare, conoscendo decisamente meglio il bambino.
Ho sentito raccontare da diverse mamme esperienze simili.

E poi: se a tre / quattro anni gli fanno fare rafting e parchi acquatici, a 14 anni cosa proporranno loro ? Sempre le stesse attività o parapendio e paracadutismo ? Non è che si rischia di far "bruciare" loro le tappe ? Di crescere bambini che saranno adolescenti annoiati che hanno già provato di tutto ? 
Sono davvero attività pensate per i bambini o proposte in realtà volte ad impressionare i genitori ?

Perchè in fondo, alle mie domande per capire cosa non gli piaccia del centro estivo o della scuola, mio figlio risponde sempre la stessa cosa: non gli piace non  poter correre e giocare con gli  amichetti o con scivolo, altalena o sabbia liberamente e dover invece fare delle attività strutturate e decise da altri.
Vorrebbe solo essere libero di giocare molte ore, d'estate.

E allora ben vengano cake design (che ha impegnato un'oretta) e un giro sul pony al posto della notte in tenda per i grandi, ben venga la giornata nella piscina comunale scoperta, ben vengano anche le passeggiate in sentieri di montagna non pericolosi o in campagna, ma basta canoa e assolutamente no al rafting e al parco acquatico a tre anni!

 Cake design al centro estivo! La creazione del mio ricciolino biondo (e di chi lo ha aiutato!)



Io ho vissuto con angoscia tutta la giornata al lago, ho persino telefonato all'educatrice per ripetere le mie raccomandazioni. Vero è che devo imparare a lasciarlo andare, a fidarmi di lui. Vero è che le mie angoscie sono state amplificate da mia madre, che anzichè rassicurarmi, mi ha fatto una testa così sui pericoli che correva il suo nipotino e su quanto fossi incosciente a lasciarlo andare. Vero è che anche la mamma dell'amichetto ha confessato di essere stata preoccupata e ha chiesto che la settimana seguente non ripetessero l'esperienza.
Vero che forse sono una madre iperansiosa.
Però credo che certe attività ed esperienza vadano affrontate ad una età adeguata e, possibilmente, insieme o alla presenza dei genitori.

Forse detto da una che porta il nano ad arrampicare o in kayak e a due anni lo ha portato in giro in elicottero intorno al Monte Bianco, può sembrare "leggermente" incoerente, ma credo che la differenza stia nel fatto che erano tutte attività  a cui noi eravamo preparati, per le quali avevamo scelto con attenzione materiali e modalità. E poi eravamo due adulti per un bambino, il nostro.

Certo è che questa esperienza mi ha insegnato che anche noi dobbiamo cercare di non aver fretta di fargli vivere emozioni ed esperienze.
Anche perchè gran parte della gioia e della soddisfazione è data dall'attesa.

E voi, cosa ne pensate ?
Sareste state tranquille, al mio posto?
Sono io che sono troppo ansiosa e paranoica?
Lascereste il vostro bimbo di quattro anni andare a fare attività simili ?