lunedì 11 gennaio 2016

Eleganza, formalismo e incongruenze modaiole

Un giorno una conoscente, il cui nipote esercita la professione di avvocato a Milano, mi aveva riferito che, andando in udienza in un Tribunale della provincia di Torino e in quello della Regione in cui vivo, aveva notato la "mancanza di eleganza" dei legali e dei giudici o, almeno, un "livello di eleganza" inferiore a quello a cui era abituato.
E so che anche altri colleghi e colleghe "di fuori" hanno esternato lo stesso pensiero.
Parallelamente, io stesso e molti miei colleghi, avevamo notato, nei Tribunali delle grandi città, delle "mise" per noi audaci e dei completi alquanto stravaganti, del tipo da rivista di moda, più che da negozio reale.
Ci riflettevo giusto questa mattina, mentre mi muovevo tra i vari uffici giudiziari in mezzo ad una forte nevicata e la neppure rigida temperatura di 0 gradi.
Perché quando nevica o fa freddo, in quel luogo i colleghi, semplicemente, si adeguano, indossando giacche a vento o piumini e stivali o scarpe tecniche, insieme al tailleur o al completo gessato o preferendo pantaloni un po' più sportivi o gonne con collant 50 denari.
D'altro canto, c'è chi scende da vallate innevate per tre mesi all'anno e magari ha dovuto spalare la neve del vialetto prima di partire oppure sa che potrebbe capitare di montare le catene o aiutare qualcuno a farlo, o ancora, semplicemente, e' disposta a barattare l'eleganza, ma meglio sarebbe dire (secondo me) il formalismo, con gambe integre, anziché rischiare una rovinosa scivolata sul ghiaccio.
Perché i gessi, indubbiamente, tanto eleganti non sono.
Anni fa, in Norvegia e Svezia, a dicembre, avevo notato in vetrina tantissimi stivali e scarpe, da uomo e da donna, in cuoio, da abbinare a completi e gonne ma foderati e con delle sorte di mini rampocini (cioè delle punte di ferro) sul tallone. Le usavano in tanti.
Nel teatro di Oslo, dove eravamo andati di pomeriggio a vedere lo Schiaccianoci, c'erano degli spogliatoi con armadietti chiusi a chiave, nel guardaroba, dove il pubblico, prima di entrare a teatro, poteva svestire se' ed i bambini e cambiare le scarpe.
Ho visto madri arrivare con dopo sci e zaini sportivi e uscire dal guardaroba con tacchi alti e borsetta, figlie con tute da sci trasformate in piccole principesse con le ballerine ai piedi. Lo stesso per gli uomini.
Forse il concetto di eleganza viene troppo spesso confuso con quello di formalismo?
Quale è la persona vestita in modo inappropriato, in occasioni simili?
E comunque, spiegatemi come mai se ad indossare maglioncino e pantaloni di velluto e' una persona molto influente o benestante (o anche solo il magistrato), viene guardato con benevolenza o ammirazione, perché capace di stravolgere i formalismi, mentre se è una persona normale, viene considerato "poco elegante"?
Forse in Italia si dà troppa importanza all'apparenza, anziché alla sostanza, per quanto creda anche io che certi abbinamenti non si possano vedere e che come noi, pochi altri sanno vestirsi con altrettanto gusto!
Solo che il gusto e' soggettivo e noi spesso ce ne dimentichiamo e giudichiamo con troppa facilità.
Talmente soggettivo che io, ieri, in un rapido giro di tre negozi di abiti femminili, non ho trovato nulla che mi piacesse e spesso mi chiedo con che coraggio certi colleghi indossino completo rigati che sembrano pigiami del nonno, abitini leopardato con decolte' abbinate e costumi hawaiani.
Salvo poi, nel contempo, ammirarli per la sicurezza di se' che dimostrano e la padronanza con cui li indossano.
Come le donne con tacco 12 sui cubetti di porfido o quella collega che questa mattina, controcorrente, viaggiava con un cappottino nero al ginocchio, sotto la minigonna nera e una maglia scollata, gambe nude e stivali neri, con il tacco alto, i capelli sciolti alla neve.
Ecco, non so cosa non darei per poter uscire così in un giorno come questo e non per piacere o piacermi e sentirmi bene (che poi, alla fine, e' l'unica cosa che conta) ma perché per farlo senza prendersi una bronchite, una tonsillite o almeno un raffreddore, bisogna avere un fisico bestiale!
Voglio dire, io mi vesto in modo invernale (ma senza troppi strati per non sudare) e sto male da un mese!!!
Comunque, donne, chi di voi li usa, illuminatemi: che senso hanno i vestitini invernali in lana, senza maniche, magari con il collo a dolcevita?
O quelli in cotone, sempre senza maniche, magari scollati, ma inequivocabilmente invernali?
Sarò ignorante, ma io non ho capito, come si usano? Con una giacca o maglia aperta sopra, anche dentro gli uffici, dove magari ci sono 20 gradi, tanto per crepare di caldo, peggio che ad agosto?
Oppure senza nulla sopra durante il lavoro, a gelarsi le spalle?Non avete freddo?!?
Soprattutto, però, cosa ci mettete sotto? Perché io, con la lana a pelle, a meno che non siano giusto gli avambracci, passo le ore a grattarmi come una ossessa, manco avessi i pidocchi su tutto il corpo!!!
(Ditemelo, che magari trovo la scusa per comprarmi il vestitino, ovviamente senza maniche e di lana, che ho adocchiato ieri e spiegarlo a mio marito!)
Misteri della moda (e di certi ambienti di lavoro).

venerdì 8 gennaio 2016

"Punto di contatto"

"Punto di contatto" di Andy McNab, Longanesi ed. 2015, pag. 446, euro 19,90 (edizione rilegata)
Le feste sono finite e quindi torna l'appuntamento con il venerdì del libro di Home Made Mamma, che mi è mancato molto.
Durante le c.d. Vacanze natalizie sono stata molto in giro e tra le serate tra amici e parenti fino a tardi e la presenza del ricciolino biondo, ho letto meno libri miei e più libri per l'infanzia (alcuni bellissimi!)
Non mi sono fatta mancare, però, un thriller mozzafiato di un autore che amo molto e che non mi ha deluso neppure questa volta: Andy McNab.
Il suo personaggio, che ho imparato a conoscere nei suoi romanzi precedenti (ad esempio questo o questo),ovvero Nick Stone, e' un ex agente del SAS che si trova, suo malgrado, nuovamente coinvolti in una vicenda difficile, impegnato a salvare la vita di una donna che aveva giurato ad un amico di proteggere, rapita dai pirati in Africa.
Peccato che non dovrà vedersela solo con i rapitori, ma anche con i suoi sentimenti e sensi di colpa, con ex colleghi e altri "cattivi".
Il bello dei romanzi di questo autore, secondo me, e' lo scenario sociopolitico in cui sono ambientati, sempre verosimile (quando non proprio reale) e attuale e la plausibilità dei particolari e delle scene di azione, nonché il fatto che il protagonista sia un personaggio a tutto tondo, ricco di umane contraddizioni e debolezze.
Insomma, si vede che è scritto da uno che certe situazioni le ha vissute davvero perché anche l'autore è un ex agente del SAS.
Consigliato agli amanti del genere, soprattutto se avete già letto i precedenti romanzi, ma anche a chi non ha mai preso in mano un thriller, perché quelli di McNab secondo me sono veramente appassionanti.
P.s. Se siete curiosi/e, sappiate che in lettura, sul mio comodino ora ci sono questi:

giovedì 7 gennaio 2016

Della nostalgia post epifania e dell'incanto dei presepi

Rimuovere gli addobbi disposti in casa con tanta cura appena un mese fa, mi mette sempre molta nostalgia.

Una malinconia dolce, consapevole, ma pur sempre malinconia.

E allora, per scacciarla, perché non ricordare i bellissimi presepi visti durante una passeggiata nel borgo di Bard (AO).

 

Ormai questo paesino e' famoso per il suo Forte (quello delle scene iniziali di "Avengers - Age of Ultron", tanto per capirci), diventato un apprezzato polo museale, però nel periodo di Natale, si arricchisce anche di tanti graziosi presepi, la sera suggestivamente illuminati, di tutti i materiali, fogge e dimensioni...

...dentro l'acqua, nelle numerose fontane ......

..e fuori, sui davanzali delle case e nelle nicchie delle mura.

 

Perché si può credere o no nel significato religioso del Natale, però l'incanto che può regalare uno dei suoi simboli, secondo me, rimane sempre, soprattutto se frutto di creatività e impegno.

 

Piaceranno anche ai bimbi, garantito!!!

P.s. Ci sono molti parcheggi liberi nelle vicinanze nel borgo, che percorre pedonalmente, anche con i passeggini (il traffico veicolare e' riservato ai residenti è possibile solo durante alcune fasce orarie, dunque i bambini possono muoversi senza pericolo). In massimo dieci minuti, in salita, si raggiunge anche il Forte, dove ci sono sempre mostre temporanee, oltre al Museo delle Alpi ed alle piccolo museo "Alpi dei ragazzi".

martedì 5 gennaio 2016

Succede a Dicembre

Dicembre è stato il mese dei programmi saltati, del tipo che avrei voluto andare a vedere la casa di Babbo Natale a Govone, i mercatini di Natale di Bolzano, la casa di Babbo Natale a Quagliuzzo, il presepe a Monte Stella, l mostra fotografica a Bard, invitare coppie di amici, andare a trovarne altri a Torino ecc. Ecc. Ecc.

E invece non ho fatto nessuna gita, non sono andata a Torino e non ho invitato tutte le persone che avrei voluto.

D'altro canto, forse avevo un pochino esagerato con i miei propositi. Solo un pochino eh?

Dicembre è stato il mese dell'allegria compagnia di amici e parenti.

Perché anche se non siamo riusciti a vedere tutti, non c'è stato weekend prima o dopo Natale o giorno di festa in cui non ne abbiamo incontrati, a casa nostra, a casa loro, fuori casa, sempre e comunque a godere della reciproca compagnia e a far giocare il ricciolino biondo.

Che infatti ora si sveglia ogni mattina domandando: "Allora, chi viene oggi? " " Nessuno?", "Allora, da chi andiamo oggi?"

Dicembre è stato il mese dei pranzi pantagruelici, delle merende a base di pandoro e panettone e dei cenoni. Roba che avrò bisogno di 12 mesi per smaltire gli eccessi.

Dicembre è stato il mese dei regali fatti e ricevuti, in numero come sempre scandalosamente alto, per cui ora in casa ci entriamo a stento e io sogno un decluttering sfrenato che non sarò mai in grado di fare.

E comunque ne ho dimenticati un buon numero, con relative figure di M..

Dicembre è stato il mese dello sci di fondo, anche se sulla neve artificiale.

E meno male, perché di corsa questo mese neppure a parlarne, tra impegni, concentrazioni di smog e malattie.

Dicembre è stato il mese di una tosse/ raffreddore/ mal di gola/ influenza intestinale che ha iniziato a colpirmi l'8 dicembre ed ancora mi tortura. Speriamo che l'Epifania si porti via anche lei, insieme alle feste.

Dicembre è stato un mese di recite scolastiche, incastri organizzativi ma anche tanti giorni di festa passati noi tre insieme.

Dicembre è stato pieno, anche di chilometri percorsi, intenso, caotico, rumoroso, godereccio, malaticcio, faticoso, festoso e ...meno male che ora è finito!

.

 

Succede a... e' una (bellissima) idea di Mamma Piky

 

domenica 3 gennaio 2016

Capodanno semplice

Ormai da anni, il nostro tradizionale capodanno in due e' una cena con un gruppo di amici, a casa di una coppia di essi, in mezzo alla neve.

In origine, andavamo in quota, il piatto forte era la burguignonne, accompagnata da una adeguata quantità di vino, con i botti della mezzanotte, su cui non ci risparmiavamo.

Poi arrivarono i primi bimbi e i cani, la bourguignonne fu sostituita da piatti preparati da ciascuna coppia è portato in loco, per evitare incidenti ai piccoli, la quantità di botti diminuì e pure l'alcol, almeno per le mamme (a cui poi toccava guidare per tornare a casa).

Qualche volta, visto l'alto tasso di neonati, alla mezzanotte arrivammo a stento, mezzi addormentati sul divano.

Da allora, il numero di bimbi e' sempre aumentato, il piacere di stare insieme e' rimasto invariato.

Quest'anno, però, noi abbiamo dovuto abbandonare, perché la mia tosse/raffreddore non accenna a passare, nonostante antibiotici, aerosol, cortisonici, mucolitici e sedativi presi in quantità da ormai tre settimane. E siccome nel gruppo e' arrivata da poco più di venti giorni una nuova piccolina, proprio non potevo correre il rischio di attaccarle non meglio identificati virus e batteri.

Così abbiamo improvvisato una pizza con altri amici e la loro bambina, a casa.

Ed è stato un benvenuto al 2016 semplice, sereno, allegro e gioioso.

Il ricciolino biondo entusiasta, tra balli sfrenati, travestimenti e giochi, l'atmosfera giusta.

 

E io non avrei voluto essere da nessuna altra parte.

Solo, tutti noi avremmo preferito un countdown sulle reti Rai e Mediaset, che abbiamo acceso dieci minuti prima della mezzanotte, decente, al posto dei soliti ormai vecchi cantanti italiani e delle loro canzoni, peraltro spesso in dialetto, anziché nella lingua nazionale....decisamente un'immagine dell'Italia di cui non vado fiera e in cui nessuno di noi si è riconosciuto: che tristezza!

Le recite improvvisate dei nostri bimbi, per fortuna, ci hanno salvato!

BUON 2016!

 

P.s. E voi avete visto la TV? Cosa avete pensato di quei programmi?

 

mercoledì 30 dicembre 2015

Il Natale che è stato

Le feste sono ancora in corso ma il tanto atteso Natale e' già trascorso.
Come ogni anno, mi sorprendo per quanto sembri lunga ed intensa l'attesa, numerosi i preparativi, enormi le aspettative e poi, invece, il Natale trascorra così in fretta.
Per me Natale è sempre la Vigilia, con il suo cenone a casa dei miei, che lo scorso anno mi è mancato molto e quest'anno, invece, mi sono goduta, anche se non c'eravamo tutti.
Questa, però, è una realtà a cui mi sto lentamente abituando e, d'altro canto, tutti noi ci destreggiamo tra desideri e doveri e bisogna fare delle scelte, alla fine.
La tavola sfarzosa della Vigilia, il menù ricco e buono, che non sono mai riuscita ad onorare per intero, perché dopo svariati antipasti ed il primo, al massimo assaggio il contorno, non c'è più spazio per la carne.
Prima della cena, c'è stata una mattinata a preparare ancora biscottini natalizi, tante telefonate di auguri fatte ad amici e parenti e una visita ad un amichetti del ricciolino, per giocare un po'.
Dopo, c'è stato il gioco da tavolo, con la tombola sostituita dal memore delle tartarughe ninja, i balli e l'arrivo di Babbo Natale.
L'emozione, la felicità ed il sorriso del piccoletto di casa e' qualcosa che non so descrivere ma che tutti i genitori conoscono bene. Io, questa volta, ho vissuto il momento e trascurato la macchina fotografica.
Casa nostra e' stata invasa dai supereroi, dalle loro armi speciali, dalla loro versione Lego, ma anche da libri ..tutti prontamente e ripetutamente fotografati dal ricciolino biondo, ormai fotografo professionista!
Il giorno di Natale e Santo Stefano sono stati un tripudio di spacchettamenti, spostamenti da una casa all'altra, brindisi, chiacchiere, giochi (Risiko, il mitico Risiko a cui non ho mai vinto in ventitreenni di tentativi).
E mentre fuori non si scorgeva traccia di neve,
Foto del ricciolino biondo
..noi mangiavamo, mangiavamo, mangiavamo.
Sempre, rigorosamente, in numerosa e affettuosa compagnia.
Quella pubblicità che dice che il cibo, per gli italiani, non è soltanto cibo, l'avete presente?
Ecco, appunto.
Non pago di cotanta beltà, il ricciolino biondo ha continuato a fare colazione e merenda a suon di fette di pandoro.
E, se ve lo state chiedendo, no, non abbiamo ancora chiuso i festeggiamenti, perché dopo il parentado, ci sono gli amici, da invitare a cena, per il the', da cui andare a mangiare una pizza o un dolcetto... sempre che il mio stomaco sopravviva, ovviamente!
Voi, come avete trascorso il Natale? Anche voi mangiate così tanto?!?