mercoledì 16 novembre 2016

Sola

Sono stata assente dal blog per qualche giorno, circostanza per me non usuale.
La verità è che non ho trovato nè il tempo nè la voglia di scrivere.

Perchè? Per tanti motivi: il lavoro che mi ha assorbito (per fortuna), l'organizzazione del compleanno del ricciolino, questioni di salute, feste di compleanno tutti i fine settimana a cui partecipare, il cantiere - casa che assorbe tempo ed energie ecc. 

Il motivo principale, però, a ben guardare è uno solo: la solitudine.

In questo periodo, più che in altri, mi sento il peso del mondo, il mio mondo, sulle spalle.
Perchè in realtà sono sola.
Non moralmente: ho amici e parenti che mi chiamano, supportano e vogliono bene. Dunque non è questo il punto.

Non credo di aver mai spiegato chiaramente in questo mio spazio virtuale che, ormai da tre anni a questa parte, la mia ruotine familiare è a due, anzichè a tre.
L'Alpmarito è all'estero per gran parte della settimana e, anche quando dorme a casa, di solito il venerdì ed il fine settimana, di giorno in pratica non c'è. Il più delle volte sparisce prima delle otto del mattino e torna per cena, pure il sabato.
Non è una critica a lui, è un dato di fatto, anche se so che egli negherebbe energicamente.

In tutto questo essere sola, c'è il mio lavoro, che a volte mi impegno di più ed altre di meno ma che gestisco interamente da sola e non è il tipo di mestiere che puoi scordare una volta chiusa la porta dell'ufficio. Che mi stimola, mi appassiona, a volte mi regala soddisfazioni e botte di adrenalina, ma genera anche uno stress non indifferente.

C'è un cantiere ormai eterno, che se non raggiungeremo i tempi della Sagrada Familia è solo perchè i suoceri finiranno per cacciarci di casa.
Un cantiere a cui non riesco ad appassionarmi, perchè la verità è che quando gli impegni sono troppi, non hai le competenze tecniche (e di ingegneria ed edilizia non ti è mai fregato un tubo) per starci dietro e assorbono tutto il tuo tempo libero ed anche di più, è facile stufarsi. 
E no, ancora non intravedo la fine di questo buco nero, che inghiotte tempo e denaro quasi in eguale misura.
Non ho scelto io di ristrutturare anzichè comprare già fatto, però ormai siamo in ballo ed è inutile recriminare e rimproverare, si balla e basta.

C'è la casa in cui abitiamo, che bene o male va tenuta abitabile.
Ci sono gli impegni domestici di tutti.
C'è la famiglia, ci sono gli amici, ci sono eventi, inviti e ricorrenze, come penso per tutti.

C'è il ricciolino, che a volte è causa del mio girare come una trottola, altre ne è la vittima.
Che patisce la sveglia alle 6.45, le corse mattutine, uscire da scuola sempre tra gli ultimi alle 17.30, gli impegni fuori casa, lo stress mio e di suo padre.
Che ci ha detto chiaramente più di una volta che della storia della ristrutturazione non ne può più perchè quella casa per lui è solo tempo sottratto alla vita.
E dargli torto è sempre più difficile 
E che anche il mio lavoro per lui è tempo sottratto alla vita.
E qui è più facile dargli torto ma anche pensare che sia ingiusto che il lavoro della mamma sia sempre sacrificabile agli occhi dei figli, mentre non ho mai sentito bambini chiedere ai padri di non andare a lavorare.

In tutto questo io a volte sono troppo stanca.
Stanca di abbaiare ordini.
Stanca di tenere insieme i pezzi.
Stanca di scene di disperazione mattutina e di isteria serale.
Stanca di arrivare a casa tardi con il ricciolino e dover ancora fare commissioni, cucinare, preparare tavola, sparecchiare, riordinare, lavare, mettere a letto e tutto il pacchetto completo, da sola. Anzi, solo io e lui, un cinquenne bravo e intelligente ma pur sempre un cinquenne.
Stanca di incastrare impegni e svaghi e inviti e riunioni e spese e faccende di casa sempre e solo nelle mie 24H e tenendo conto di mio figlio, perchè è come se fossi una madre single.
Non è una critica, anche perchè non è certo stata una scelta libera, ma è un dato di fatto.

Con l'aggravante, rispetto ad una madre single, di dover pure rendere conto al marito che comunque esiste e talvolta ricompare.
E che, quando c'è, si trova incastrato in ruotine ed orari pensati senza di lui, perchè non è quasi mai possibile programmare la sua presenza.Non è bello neanche per lui.
Lui negherebbe energicamente, ma è così.

Sono talmente stanca che finisco per comprendere solo a posteriori che ci sono stati anche bei momenti.
Finisco per dimenticarli nel mare dei casini e delle corse. 
Se non fosse per le foto.
E allora scatto a raffica ogni volta che posso, guardo le immagini a distanza di giorni e mi dico che devo essere forte, perchè sono stanca ma pur sempre innamorata, di lui piccolo e di lui grande, anche quando nella contingenza vorrei solo essere sola per davvero, per un momento, due ore, un pomeriggio, un giorno intero.

C'è di peggio, lo so.
Poi passa, lo so.
Si sopravvive, lo so.
Però questa volta avevo bisogno di scriverlo.
Come avrei bisogno di ballare in due, accantonando i pensieri.
 

Foto del grande Elliott Erwitt, tratta da web, GREAT BRITAIN. 1966. Brighton, England


 


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